mercoledì 31 dicembre 2008

L'augurio di Rino

Nel secondo giorno del ritiro invernale del Milan a Dubai, ha parlato in esclusiva ai microfoni di 'Milan Channel' il centrocampista rossonero Rino Gattuso. Queste le sue dichiarazioni:
Rino, oggi è l'ultimo giorno del 2008...
"Sì, oggi termina un anno di cui non butterei via nulla, a parte l'infortunio che mi ha coinvolto, ma anche questo fa parte del gioco e devo solo saperlo accettare. Sono già passati sedici giorni, piano piano sto guarendo.La voglia che ho di tornare è tanta, in particolar modo per come sono fatto caratterialmente, sempre pronto ad analizzarmi e a giudicarmi, vorrei poter tornare ancora più forte di prima, ma in questo momento l'unica cosa che posso fare è aspettare."
Ti piacerebbe poter tornare in un'eventuale finale ad Istanbul?
"Certamente, ma solo il pensiero che il Milan possa partecipare ad una finale, in particolare modo ad Istanbul, è per me motivo di grande orgoglio. Sarebbe una grande soddisfazione esserci, ma se a causa del mio ginocchio non potessi farcela, sarei comunque lì presente a bordo campo a sostenere i miei compagni e a trasmettere loro la mia forza."
Vuoi fare un augurio per il 2009 alle porte?"
Speriamo che il 2009 possa essere l'anno dello scudetto visto che l'ultimo risale al 2004. Un augurio particolare va anche ai tutti i tifosi rossoneri che sono sempre in numerosi allo stadio e ci sostengono sempre. Spero che sia un anno in cui potremo toglierci qualche soddisfazione in modo da rendere felici tutti i cuori rossoneri."

martedì 30 dicembre 2008

Gossport Ancelotti

Carlo Ancelotti ha dato il benevenuto nella sua squadra, il Milan, a un giocatore del calibro di David Beckham, uno che di gossip ne sa qualcosa. Così, per non essere da meno è finito pure lui sulle prime pagine della cronaca rosa. Marina Cretu, la giovane rumena che da quattro anni stava al suo fianco, gli ha detto addio.Marina ha rivelato le ragioni della fine della storia con Ancelotti in una lunga intervista a Novella 2000: "Torno in Romania - confessa la 31enne - Carlo mi diceva: Voglio rifarmi una vita, amo te, non mia moglie, invece ha continuato a sentirsi con lei". Poi aggiunge: "Quel matrimonio è finito, ma non certo per colpa mia e di Carlo". Marina ha raccontato altri particolari della liaison ormai giunta al capolinea: "Ho comprato una casa a Rho per stare vicina a Carlo - dice - E il 3 maggio di quest'anno è venuto a vivere da me. Ero sempre al suo fianco. Anche il 15 dicembre scorso, al party di Natale del Milan, ero con Carlo. Mi presentava come la fidanzata. A Capodanno sarei dovuta andare a Dubai con lui e la squadra".Ma cosa ha fatto andare su tutte le furie la Cretu, tanto da mandare in fumo l'amore con il mister rossonero? Le bugie, questa è la risposta della giovane donna. E non solo: Ancelotti continuava a frequentare la moglie, ma quest'ultima, secondo quanto ha raccontato la stessa Marina, ignorava la sua esistenza e aspettava un ritorno a casa da parte del marito. "Sapevo che era andato via di casa e stava procedendo alla separazione - ha dichiarato la Cretu - Ho parlato anche con il suo avvocato. Poi ho scoperto che lui non aveva parlato di me e dei nostri progetti con la moglie. Il 3 settembre scorso le ho telefonato e mi sono presentata come la fidanzata di Carlo. Lei mi ha risposto che ignorava la mia esistenza e che di separazione non se ne parlava. Aspettava il ritorno a casa del marito". Che infatti è regolarmente avvenuto: "Carlo è così ed è la cosa che mi ha fatto molto male. È un uomo dolcissimo, affettuoso, ma quando si tratta di sentimenti, i suoi, non prende partito, non decide. Preferisce soffocarli pur di stare quieto. Quieto dentro un matrimonio finito, non per colpa nostra, e anche finto". Parole pesanti quelle di Marina Cretu, che saluterà il 2008 senza il suo Carlo. Ma con una filo di speranza: "Quando l'ho lasciato - ha rivelato - gli ho detto che mettevo le mani sul fuoco sul fatto che non sarebbe venuto a prendermi. Lui mi ha risposto di non metterle".

Dubai, Borriello fermo un altro mese

Primo allenamento, al sole di Dubai, per il Milan. E prima volta sul campo con i suoi nuovi compagni per David Beckham, la stella inglese ingaggiata a gettone. La squadra rossonera è scesa sul terreno dello stadio 'Al Nasr' alle 10.30 locali - le 7.30 italiane - per una prima fase dedicata al risveglio muscolare e stretching, seguita dal lavoro con il pallone.
Beckham - accolto con entusiasmo anche da Ronaldinho che dal Brasile, prima di partire per Dubai, si era detto "molto felice per il suo arrivo" - dovrà sfruttare al massimo i giorni in Oriente per entrare in piena sintonia nei meccanismi di gioco di Ancelotti, conoscere a fondo il gruppo milanista ed essere pronto per l'eventuale debutto nel campionato italiano, il prossimo 11 gennaio contro la Roma all'Olimpico.
La seduta - che verrà seguita da un secondo allenamento nel pomeriggio, alle 17 di Dubai, le 14 in Italia - si è conclusa con la distribuzione delle pettorine, per una esercitazione dedicata al possesso palla e con una serie di scatti in gruppo sulle diagonali del campo.
Intanto una notizia negativa arriva dall'infermeria: Marco Borriello, alle prese con uno stiramento alla coscia destra, starà fuori almeno fino a fine gennaio. "Contiamo di recuperare i giocatori infortunati il prima possibile, anche se temo che per quanto riguarda Borriello non sarà disponibile prima della fine di gennaio", ha detto infatti il vice presidente Adriano Galliani a Dubai. "Al nuovo anno chiedo soprattutto meno infortuni - ha aggiunto Galliani - perchè fino a questo momento la nostra stagione è stata influenzata dalle numerose assenze".

lunedì 29 dicembre 2008

Paolo Maldini a Milan Channel

Paolo Maldini ha vissuto il suo ultimo Natale e sta per vivere il suo ultimo Capodanno da calciatore. Il dopo, ancora, non si conosce. Ma lui non ci pensa, per ora, anche se comincia ad entrare nell'ordine di idee che a giugno terminerà la sua brillantissima e invidiabile carriera da protagonista del calcio. Nell'intervista realizzata su Milan Channel, il capitano, ha riassunto questo 2008, parlando di se stesso, della squadra, del campionato, della coppa Uefa e dei nuovi arrivi in casa Milan. Queste sono solo alcune delle dichiarazioni rilasciate dal numero 3.
Paolo, come puoi riassumere il 2008 che sta per finire?"A livello personale sono contento per come ho vissuto quest anno. Ho potuto giocare con continuità e senza disturbi alle ginocchia, non ho dovuto sottopormi alle operazioni come invece è accaduto nei due anni precedenti e di conseguenza sono stato praticamente sempre con i compagni. A livello di squadra posso dire che le amichevoli estive non sono certo andate bene. Ci siamo ripresi, abbiamo avuto una lunga serie di risultati utili e prestazioni buone, poi siamo calati un pochino. Ma ci può stare". Nel corso della tua lunga carriera ne hai viste tante. E l'insegnamento è "non darsi mai per vinti". Vale anche per questo campionato?"Assolutamente si. Abbiamo vinto nel 1999 uno scudetto che sembrava ormai perso. La situazione era disperata, ma con la forza di volontà e con qualche passo falso degli avversari ce l'abbiamo fatta. Sarebbe assurdo, adesso, pensare che il campionato sia chiuso e che non ci sono le possibilità per raggiungere l'Inter. Questa squadra deve giocare pensado sempre che il destino è quello di lottare fino alla fine, anche se nelle ultime due stagioni questo non è successo".
Quanto e come ti ha stupito Ronaldinho?"Non lo conoscevo. Ha un'immagine di se che piace in campo perchè, al di la delle qualità tecniche indicutibili, ha un atteggiamento che non è scorbutico. al di fuori del terreno di gioco, invece, lo raccontavano in una determinata maniera, ma quando ci sono contrasti tra società e giocatore spesso si dicono cose non vere. Io vedo una calciatore disponibile e integrato con il resto della squadra".
E qui ha trovato una preparazione differente che gli ha consentito di migliorare la sua condizione. Differenze fisiche e di caratteristiche che ci sono anche tra Milan e Inter..."Si, loro sono più potenti e grossi, noi abbiamo altre qualità. E' normale che poi si vadano ad allenare quelle caratteristiche che ti consentono di vincere i campionati o le coppe".
Che ci dici della coppa Uefa?"Fino ad ora è stata importante perchè ha dato la possibilità ai giocatori meno utilizzati in campionato di mettersi in evidenza. E' una competizione nuova, che ora entra nel vivo e che assomiglierà alla Champions Legaue, anche per il valore delle avversarie".
C'è un giocatore, tra quelli arrivati questa estate, che ti ha colpito più di altri?"Borriello. Quando è entrato ha sempre fatto bene. Fino ad ora è stato un pò sfortunato. E' dotato senza dubbio di caratteristiche che per noi sono fondamentali e che nessuno ha nella rosa di questa stagione. Penso possa essere un punto di riferimento per il proseguo della stagione".

mercoledì 24 dicembre 2008

I numeri del Milan

Numeri, numeri e ancora numeri, di un Milan ora in vacanza, ma che tra poco meno di una settimana riprenderà la preparazione nel corso del ritiro invernale a Dubai.
Milan impegnato su più fronti: Campionato, Coppa Uefa e Coppa Italia. Su una rosa di 27 giocatori Mister Carlo Ancelotti è riuscito ad impiegare 24 giocatori. Il più 'sfruttato' in campionato è stato, neanche a dirlo, Christian Abbiati: 1530 minuti a presidiare la porta rossonera con 19 gol subiti. Nessuna presenza per Christian in Coppa Uefa e Coppa Italia perchè quest'anno questo è territorio di Nelson Dida: 630 minuti per il portiere brasiliano.Il giocatore di cui Mister Ancelotti sembra non poter fare a meno in campionato è Clarence Seedorf: 1263 minuti da classe e potenza in mezzo al campo. Subito dopo, situazione di parimerito per Ricky Kakà e Marek Jankulovski entrambi con 1215 minuti nella gambe. Per Jankulovski non solo da difensore, ma anche da centrocampista così come è stato impiegato nell'ultima partita di campionato giocata contro l'Udinese a San Siro.In difesa Gianluca Zambrotta si fa sentire con i suoi 1145 minuti mentre è ancora ancora tra difesa e attaccanti che si distribuiscono i giocatori che hanno 'macinato' più minuti in questa prima parte di stagione: Paolo Maldini (1140 min) e Ronaldinho (1260 min) separati da una manciata di secondi. Per leggere tutti i minuti giocati dai rossoneri fino ad oggi clicca qui
In Coppa Uefa spiccano i minuti ben giocati da Luca Antonini, 540. 490 invece quelli di Andriy Shevchenko, 450 di Mathieu Flamini. Per pochissimo Zambrotta viene superato da Emerson 360 minuti di Gianluca contro i 361 giocati dal brasiliano. Chiude il re de'Eurpoa Pippo Inzaghi con 341 minuti e due gol.In realtà il giocatore che necessiterà di maggiore riposo e recupero di energie, è: Carence Seedorf. Un totale di 1632 minuti tra campionato, Coppa Uefa e Coppa Italia dovrà ritemprarsi nel corso delle vacanze di Natale, seguono Zambrotta e Kakà che a guardare i minuti, e il rendimento sul campo, non si sono davvero mai risparmiati.

Furto a casa di Ronaldinho

Hanno agito in quattro, poco dopo la mezzanotte di lunedì, approfittando dell'assenza del giocatore e del suo clan. I ladri che hanno svaligiato la villa di Ronaldinho portando con loro oggetti di valore per migliaia di euro, hanno però "dimenticato" il Pallone d'oro, uno dei cimeli sportivi più conosciuti al Mondo, e questo è forse l'unico aspetto positivo di una vicenda che ha guastato il Natale al fuoriclasse del Milan.
Secondo quanto pubblicato dal Corriere della Sera, il bottino ammonterebbe a diverse migliaia di euro (spariti soprattutto orologi e gioielli). I quattro ladri avrebbero agito a colpo sicuro, disattivando il sistema d'allatrme ed entrando all'interno della tenuta scavalcando il muro di cinta con l'aiuto di una scala a pioli. Il personale di sucurezza si sarebbe accorto del furto troppo tardi, quando i ladri erano già lontani.
La villa era stata svaligiata anche in passato, sia quando era abitata da Ricky Tognazzi sia quando ospitava Riccardo Sogliano, ex calciatore di Varese e Milan e poi dirigente di Parma e Genoa.

martedì 23 dicembre 2008

Galliani: "Il Ka-Pa-Ro è il trio delle meraviglie"

San Siro o Sambodromo? Anche David Beckham deve essersi stropicciato gli occhi davanti a tanto spettacolo. Il 5-1 all'Udinese condito dalle doppiette di Pato e Kakà, ha fatto impazzire Adriano Galliani che, nonostante la presenza austera di Victoria, non ha potuto fare a meno di esultare alla sua maniera. "Ieri Carlo ha ricostruito l'alberello - ha spiegato l'a.d. del Milan -, mettendo Kakà sulla stessa linea di Ronaldinho con Pato davanti; il trio brasiliano mi è sembrato il trio delle meraviglie".
Non si è spento però l'entusiasmo su David Beckham che sarà a disposizione del Milan dal 29 dicembre. "Ho trovato un ragazzo quasi timido, emozionato di sbarcare nell'universo Milan, pensa solo a giocare e a far bene, si comporta come mi avevano detto Capello, Sacchi e i giocatori che hanno giocato con lui - ha spiegato Galliani -. È un calciatore che si impegna al massimo. Anche la moglie mi è sembrata una persona concreta e con idee chiare nella testa, molto diversa da come appare sui giornali: è ultra-concreta, ultra-pratica e ultra-attenta".
Infine un desiderio. "Ho un solo rimpianto per il 2008 ed è l'unica cosa che invece chiedo al 2009: la salute dei nostri giocatori, perché quando tutti stanno bene non abbiamo eguali, ma se ne abbiamo fuori 8-9 diventa dura". Proprio vero, quando c'è la salute, c'è tutto.

lunedì 22 dicembre 2008

I numeri del 2008

Con l'arrivo della pausa natalizia si chiude la prima parte della stagione 2008/09. In casa rossonera prima della partenza per Dubai, dove la squadra lavorerà dal 29 dicembre fino al 7 gennaio, è tempo di bilanci.
In campionato i rossoneri chiudono il 2008 a nove punti dalla vetta della classifca, distacco importante ma che non toglie ai ragazzi di Carlo Ancelotti le motivazioni giuste e necessarie per lottare nella conquista dello scudetto.
Un campionato questo putroppo caratterizzato dai numerosi infortuni che hanno frenato il progetto di Carlo Ancelotti. I rossoneri in 17 giornate hanno raccolto 33 punti, frutto di 10 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte. Rispetto alla passata stagione ben 15 punti in più anche se la squadra arrivata alla 17' giornata nel 2007 doveva recuperare ancora tre incontri.
Dei 33 punti conquistati ben 24 sono stati raccolti a San Siro, mentre solo 9 punti sono arrivati da partite esterne. Il computo delle reti parla invece di 28 gol fatti e 18 subiti. Il Milan dalla terza giornata di campionato è stato protagonista di una striscia di 11 risultati utili consecutivi. Tra questi risultati spicca la vittoria nel derby del 28 settembre firmato Ronaldinho.
Proprio il brasiliano è il capocannoniere della squadra in campionato con 7 reti arrivate negli incontri con Inter, Sampdoria (2), Napoli, Lecce, Torino e Palermo. Anche Ricky Kakà si conferma bomber della squadra, per lui 7 reti come l'amico Ronaldinho.
In Coppa Uefa invece la squadra ha chiuso il girone E di qualificazione ai sedicesimi di finale al secondo posto. Otto i punti conquistati frutto di 2 vittorie e 2 pareggi. Otto anche le reti segnate mentre 5 sono state quelle subite.
La Coppa Italia invece ha visto gli uomini di Carlo Ancelotti uscire ai sedicesimi di finale sconfitti 2-1 dalla Lazio ai tempi supplementari.
Complessivamente dunque la stagione 2008/09 ha visto il Milan protagonista in 24 incontri nei quali i rossoneri hanno raccolto 14 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte.

Pato,Pato,Pato!

Da quando è nel Milan, non è ancora trascorso un anno dalla sua prima partita ufficiale in rossonero, Alexandre Pato ha segnato 17 gol in partite ufficiali. E' vero che fra Campionato, Champions League e Coppa Uefa, le sue presenze ufficiali sono 41, ma se si calcolano i minuti effettivamente giocati (2560) le partite intere giocate dal talento di Pato Branco sono 29. Una media superiore, quindi, la sua, al gol ogni due partite.Alexandre Pato in questa stagione ha segnato 8 gol: cinque a San Siro contro Zurigo, Lazio, Wolfsburg e Udinese, tre in trasferta contro Reggina, Torino e Juventus. La sua crescita era quindi attesissima. Quelli della scorsa stagione, dunque, non erano solo germogli, episodi fini a sè stessi. Tutto ciò di cui si era accorto il Milan dal settembre al dicembre del 2007, quando Patinho si allenava e basta, non era gomma da masticare, non era retorica fine a sè stessa.Il 2008 parla chiaro: Pato ha avuto a disposizione nel Milan nove mesi di calcio italiano, da gennaio a maggio e da settembre ad oggi. In questi nove mesi ci sono stati un paio di infortuni (il più lungo da smaltire quello alla caviglia a Firenze a inizio febbraio) e il giro del mondo fatto in occasione delle Olimpiadi e delle varie convocazioni per la Nazionale brasiliana. Bene, in questi nove mesi le cifre sono nitide: 9 gol in campionato da gennaio a maggio, 6 in campionato più 2 in Uefa da settembre ad oggi. In totale fanno 17.

domenica 21 dicembre 2008

Milan-Udinese 5-1

"Very good", deve avere esclamato David Beckham. E il Milan, per non sfigurare, ha fatto le cose in grande regalando all'inglese un 5-1 che cancella le ultime inquietanti prestazioni. E' la serata dei brasiliani Pato e Kakà: una doppietta a testa e spettacolo a profusione. Vittima l'Udinese, squadra allo sbando che consegna ai rossoneri tre punti vitali. Oltretutto è grave l'infortunio di Quagliarella: la prima diagnosi è timpano perforato.
Ad Ancelotti va dato atto che nell'arte dell'improvvisazione è un maestro. Per l'ennesima domenica il tecnico del Milan schiera quel che può, affidandosi al suo intuito e ai miracolosi recuperi di Kakà, Seedorf e Pirlo. Ma il problema è in difesa. Senza Gattuso e Ambrosini, mattoni fondamentali quando si tratta di fare pressing e interdizione, a rischiare ancora una volta è il reparto più arretrato. Di fronte c'è un tridente che non scherza: Pepe, Quagliarella e Di Natale. Ma anche una squadra in caduta libera che nelle ultime sei partite ha infilato 5 sconfitte e un pareggio. Marino chiede quindi ai suoi una partita razionale: copertura e pressing sull'uomo, velocità nelle ripartenze.
I propositi sono buoni: già al 3' la difesa del Milan fa il vuoto su un cross dalla sinistra dove però non c'è nessuno. Ma non siamo alle solite. Sarà la presenza di David e Victoria Beckham in tribuna; molto di più l'orgoglio dopo alcune recenti figuracce, ma i rossoneri impiegano 240 secondi per mettere sotto l'Udinese. Il raddoppio tra Jankulovski, piazzato a centrocampo per necessità, e Favalli sulla fascia sinistra funziona alla perfezione, anche l'assist dell'ex laziale per Pato che infila da due passi. Decisiva la poca attenzione dei friulani, del tutto simile a quella dei rossoneri che al 10' concedono una prateria al limite a D'Agostino; fendente e prodezza di Abbiati la cui deviazione sul palo è decisiva. Ma alla fine del primo tempo se ne ricava che i bianconeri stanno molto peggio del Milan. Il 4-1 con cui la squadra di Ancelotti chiude in vantaggio la prima frazione di gioco è eloquente.
A fare a pezzi i bianconeri è l'anima brasiliana dei rossoneri. Fantasia e velocità accompagnano al 17' Pato che dalla sinistra fa partire il tocco per Kakà che appoggia in rete. Marino perde la pazienza: sotto accusa è una difesa scellerata e immobile. Ma non scherza nemmeno il Milan. Sono ben tre i rossoneri che concedono a Totò Di Natale l'onore del gol di poco dentro l'area: bello, nell'angolo alla sinistra di Abbiati. Ma gli intenti di rimonta si spengono subito. Dietrofront e ancora Pato ristabilisce le distanze raccogliendo l'assist di testa di Antonini. L'Udinese si scioglie e raramente riesce a spezzare il possesso di palla del Milan che si esalta con i numeri accademici dei suoi brasiliani. Serata da dimenticare anche perché il tridente perde Quagliarella per infortunio, sostituito con Floro Flores. Ma sono ancora i rossoneri ad andare in gol: punizione di Pirlo deviata sul palo da Handanovic con palla che finisce tra i piedi di Seedorf pronto a ribadire in rete.
Con un simile punteggio la partita scivola via ormai senza schemi, esaltata qua e là dai numeri dei fuoriclasse rossoneri che approfittano dello sbandamento generale dei friulani. L'affondo prepotente in area di Kakà al 7' con botta imparabile sotto la traversa riassume perfettamente l'anarchia tattica dell'Udinese, vittima di un'involuzione di gioco inspiegabile dopo la splendida partenza in campionato. Alla fine è 5-1, fin troppo per i friulani. Salutare invece per il Milan che mantiene il terzo posto, ora solitario dopo il k.o. del Napoli, e sogna il grande rilancio.

sabato 20 dicembre 2008

Beck: "Voglio dare una mano"

Glamour. Tanto. A profusione. La sala Executive dello stadio di San Siro è un'esplosione di luci soffuse, musica "fusion". David è dappertutto. Già immortalato in rossonero con lo sguardo da duro. Ritmo da passerella che il regista sfuma per lanciare l'inno del Milan. Sono le note che introducono l'ingresso di David Beckham.
C'è anche Victoria. Incede con passo lento in abito nero. La Spice Girl per eccellenza sfodera guanti di identico colore e profilo quasi minaccioso, ma intrigante. Si siede in prima fila. Lui avanza con la divisa ufficiale del Milan: entrambi rigorosamente Dolce & Gabbana. Beckham sorride con naturalezza. Ripete fino all'ossessione che fino al 9 marzo si dedicherà anima e corpo alla squadra. Contratto intoccabile. Anzi, "Impegno d'onore che verrà rispettato", giura Adriano Galliani. Anche se..."Se poi Beckham volesse tornare o rimanere sa che il Milan è a sua disposizione". Notiziona.
Beckham si scioglie fra mille flash. "Buonasera, è quello che conosco d'italiano" dice. "Grazie di cuore. Amo 'la' Italia sono felice", aggiunge con quell'accento che solo i londinesi posseggono. "Forse è meglio passare all'inglese" infila accentuando la fossetta sul mento. "Si, sono davvero felice di essere qui a Milano. E' un onore per me. Questo è un momento fortunato della mia carriera. E' un piacere, io con il club più titolato al mondo. Sono sicuro che lavorerò duro ma mi divertirò". E' il festival delle domande scontate: la moda, il successo, il glamour. Ma basta! Beckham è venuto a Milano per fare il calciatore, correre sulla fascia e inventare quei cross a giro che hanno fatto la sua fama. Dice: "Come convivo con l'impossibilità di essere normale? Il mio primo amore è la mia famiglia, il calcio è una passione, ma quando smetto di giocare divento padre e marito".
David non è pentito di essere andato negli Usa. "E' stata una decisione importante, un passo della mia carriera. Qualcuno mi ha criticato, ma per me è stata una scelta giusta, una sfida. Mi piace giocare in diverse parti del mondo. E questa è un'altra opportunità che ho colto al volo".
Lo "Spice Boy" poi ribadisce: "Voglio dare una mano al Milan. Cercherò di essere il miglior professionista possibile. Voglio aiutare la squadra e fare il mio lavoro con Kakà, Maldini e Ronaldinho, persone di grande livello che ho sempre ammirato. Devo entrare nella pelle della squadra, conoscerla: farne parte". Magari oltre il 9 marzo.
David ha superato le visite mediche senza problemi; condizioni fisiche perfette, medici sbalorditi. E' lui il primo a sottolinearlo. Poi parla di Fabio Capello: "Lo rispetto; quando ho deciso di fare questa mossa gli ho chiesto un parere. Lui mi ha consigliato una squadra forte, ad alto livello. Ed eccomi qui nel club dove tutto è storia. So bene che Capello per convocarmi ha bisogno di vedermi giocare. E' giusto, è il dovere di un manager e io sono venuto qui per questo, per dare il meglio".
Milano capitale della moda. Victoria ha già riempito il suo carnet. David invece sorride: "A me interessa indossare solo la maglia rossonera, non altre t-shirt". D'altronde non potrebbe essere diversamente per chi ha "sempre sognato di giocare nel Milan", anche se nella sua biografia non lo ha scritto per motivi di tempo e spazio. Ma lo farà fino al 9 marzo; poi volo transoceanico per fare ritorno a Los Angeles. Sarà proprio così? Guarda Galliani e Galliani guarda lui. Non si nasconde dietro a un dito: "So già che sarà difficile andarsene via, mi è già successo altre due volte. Ma ora non voglio pensarci. Voglio lavorare serenamente". Qualcuno insiste, lo stuzzica. "Se mi innamorerò del Milan e di Milano? Io mi sono già innamorato come accadde nel Real Madrid. Sento già che c'è un innamoramento in corso, anche se appartengo ai Galaxy".

Beckham: "Il Milan è incredibile"


David Beckham atterra sulla pista dell'aeroporto privato di Malpensa alle 10.10. In anticipo di dieci minuti circa. Scende dal Falcon 200, messo a disposizione da Silvio Berlusconi, con la moglie Victoria Adams e il suo staff. Lo attendono il direttore organizzativo del Milan, Umberto Gandini, e gli uomini della scorta. L'ala destra dei Los Angeles Galaxy si accomoda sul sedile posteriore sinistro di una Audi; indossa un maglioncino blu con collo a lupetto e una camicia bianca.
L'auto si fa largo fra fotografi, giornalisti e cameraman e David, bello come il sole, sorride e saluta con la mano. Victoria è ben nascosta su un'altra Audi. Le loro strade si dividono: Beckham viene dirottato ad Appiano Gentile, nel regno dell'Inter, ma con destinazione "Clinica Le Betulle" per le tradizionali visite mediche. Victoria, invece, schizza via verso Milano: centro storico, quadrilatero della moda. Via Gesù, Hotel Four Season, dove la coppia soggiornerà nella Visconti Suite, 7900 euro a notte.
Tra la folla c'è anche un papà con il pargolo di tre anni che indossa la maglia della nazionale dell'Inghilterra: quella bianca. Sono inglesi: patriottici. Poi tutti di corsa verso Appiano, a due passi da Mourihno. Molto più in là da Milanello dove Carlo Ancelotti prepara Milan-Udinese con quel che gli è rimasto. Cyclette, cardiofrequenzimetro e altro:Beckham resta alla clinica di Appiano fino alle 12.30. Da quanto si apprende gli esami sarebbero andati bene e l'inglese, che ha lasciato la clinica a bordo di un'auto sorridendo, se la sarebbe anche cavata con l'italiano parlando con medici e impiegati della struttura. Assieme a lui, c'era anche il direttore sanitario del Milan Armando Gozzini. Poi anche David fa rotta in via Gesù. Questa sera, alle 19 a San Siro, la conferenza stampa internazionale. La mini avventura italiana del grande destro d'Inghilterra è iniziata.
"Sono felice dell'accoglienza e molto eccitato per l'inizio di questa avventura" le prime parole di Beckham rilasciate a bordo pista, appena atterrato alla Malpensa, a Milan Channel. "Voglio allenarmi duramente, essere parte della squadra e aiutare il Milan. Ho giocato nel più grande club in Inghilterra (il Manchester United, n.d.r.), nel più grande club in Spagna (il Real Madrid, n.d.r.) e adesso nel più grande club in Italia. Al Milan ci sono davvero tanti grandi campioni, è una squadra incredibile".
"David Beckham resterà al Milan fino al 9 marzo. L'ultima partita è Milan-Atalanta, in programma l'8 marzo. Chissá... No, non voglio illudere nessuno. Speriamo che Beckham lasci un segno indelebile, così l'anno prossimo potremmo ripetere l'esperienza, magari più lunga". Adriano Galliani, a.d. del Milan, saluta così l'arrivo di David Beckham. "Ci sono contratti, c'è una serie infinita di scritture legali: tutto quello che è stato fatto prevede la partenza il 9 marzo", dice Galliani a Milan Channel risponendo alle domande relative all'ipotesi di trattenere più a lungo il 33enne inglese. "Non l'ho ancora incontrato, lo vedrò più tardi a San Siro. Durante la presentazione annunceremo il suo numero di maglia. Prendere Beckham in prestito è stata un'operazione difficilissima, visto che il cartellino del giocatore è della Major League. Ringrazio il presidente della Figc Abete per la collaborazione".

mercoledì 17 dicembre 2008

Milan-Wolfsburg 2-2


La febbre è ancora alta. Basta un modesto Wolfsburg a evidenziare implacabilmente i problemi del Milan, bloccato in casa sul 2-2. Il risultato è la diretta conseguenza di una condizione fisica davvero precaria e dell'evidente assenza di gioco. Ne consegue che i rossoneri devono accontentarsi del secondo posto nel girone di Coppa Uefa, vinto così dai tedeschi, abili ad agguantare per due volte il risultato. Al gol di Ambrosini ribatte infatti Zaccardo; a quello di Pato, Saglik. Una partita da dimenticare in fretta in un Meazza desolante. In confronto il pubblico della Coppa Italia è da grandi occasioni. Il vuoto di San Siro fa i conti anche con la protesta della Curva Sud per la mancanza di biglietti per Juve-Milan. Ma bisogna giocare e Carlo Ancelotti schiera quello che può. Parlare di turnover è improprio. Il tecnico cerca di risparmiare il possibile, anche perché con l'Udinese i punti servono come il pane. Dida è fra i pali, mentre Antonini copre la fascia destra con Zambrotta. Ancelotti non rinuncia a Pirlo e Seedorf e in attacco Shevchenko se la gioca con Inzaghi. Tra i tedeschi allenati da Felix Magath, spiccano i nomi di Barzagli e Zaccardo. Il primo schierato in difesa, il secondo sulla linea mediana nel tradizionale 4-2-3-1.
Nel piccolo trotto dell'avvio sconcerta l'ennesimo infortunio di Senderos che abbandona dopo tre minuti per un problema alla schiena. Lo sostituisce Kaladze, di questi tempi un colosso d'argilla. Balbetta in effetti la difesa, ma si sa, è l'anello mancante di questo Milan. Eppure per 20' i rossoneri si ricordano come si gioca al calcio. Al 12' Sheva la mette in mezzo per Inzaghi, che colpisce male di testa da posizione invidiabile, per poi mirare il primo palo dalla distanza, dove Benaglio si fa trovare pronto. Ma nulla può il portiere svizzero sulla micidiale inzuccata di Ambrosini servito magnificamente da Seedorf al 15'.
Passato in vantaggio, il Milan abbassa il ritmo e basta poco al Wolfsburg per trovare spazi negli ultimi 25 metri. Al 26' Dzeko colpisce in pieno la traversa; a seguire Gentner impegna Dida, ma centralmente. Due occasioni gettate al vento pur in assenza di marcatura: il consueto blackout in un reparto dove Jankulovski e Kaladze fanno i conti con una pessima condizione fisica. Preoccupandosi di gestire il vantaggio a velocità ridotta, i rossoneri si limitano a tamponare il gioco dei tedeschi, che non sono di certo la fine del mondo. Una frazione, insomma, in linea con la scialba serata, che Ancelotti cerca di vivacizzare all'inizio della ripresa con la sostituzione di Pirlo con Pato.
Ci prova anche Inzaghi al 5' in un difesa che zoppica in cui Barzagli ci mette anche del suo, ma al centravanti manca la zampata, complice l'uscita di Benaglio. Ma i problemi dei tedeschi sono del tutto simili a quelli dei rossoneri che non riescono a evitare il momentaneo pareggio di Zaccardo, abile a trovare lo spiraglio giusto e il consueto goffo tentativo di Dida, già alle prese con dubbie parate in due tempi. Ma l'italiano emigrato in Germania gioisce per pochi secondi. Nell'azione successiva, Pato riporta in vantaggio il Milan, sfruttando un assist involontario di Inzaghi, alla forsennata ricerca di un gol anti Raul. Che sfiora al 30', perché ancora una volta Benaglio trova il colpo di reni giusto per dirgli di no. Al 33' Saglik, subentrato a Hasebe, grazia Dida consegnandogli la palla nelle mani da due passi. Occasione gettata al vento nell'ennesimo buco difensivo. Ma la retroguardia rossonera non si smentisce al 36' concedendo la gloria proprio a Saglik che trova l'angolo e il pareggio. E potrebbe andare peggio, perché per ben due volte, al 45', il Wolfsburg manca il 3-2, grazie, nota confortante, alla reattività di Dida pronto a rispondere a Dzeko e Krzynowek.

martedì 16 dicembre 2008

Ancelotti: "Più compattezza"

Ecco Carlo Ancelotti, alla vigilia della gara con i tedeschi del Wolfsburg. Le prime domande a cui risponde riguardano proprio la formazione allenata da Felix Magath: "L'obiettivo di domani, sia per noi che per il Wolfsburg, visto che siamo entrambi qualificati, è il primo posto nel girone che permette di avere un turno più agevole nei Sedicesimi. Il Wolsfburg ha buone qualità, alterna ottime prestazioni a prestazioni meno brillanti. E' comunque un'ottima squadra allenata da un tecnico di grande esperienza. Penso che il Wolfsburg abbia le qualità per andare avanti in Coppa Uefa. Del resto nel nostro girone era, fra le nostre avversarie, la più accreditata, la più forte. Barzagli e Zaccardo li conosciamo, del resto non sono molti i giocatori italiani che vanno all'estero, per cui quelli che ci vanno vengono seguiti con attenzione. Il calcio tedesco in questo momento lo vedo un gradino leggermente sotto rispetto al calcio inglese e a quello spagnolo". Poi, i temi di stretta attualità rossonera: "Ci manca solidità. A volte la difesa si trova scoperta. La responsabilità in casi come questi non è mai di un solo reparto. Adesso c'è poca compattezza e poca solidità. La questione non è di uomini, ma di squadra. Bisogna curare di più certi aspetti del gioco. Ci sono periodi della stagione in cui determinate carenze vengono fuori e altri periodi in cui vengono nascoste. La squadra di quest' anno in particolare quando non trova compattezza dimostra dei limiti. Il sacrificio deve essere una costante, non una risorsa alla quale ricorrere in momenti come questo. Il sacrificio deve esserci sempre. Io penso che qualche giocatore rientrato da poco migliorerà la propria condizione, ma contro la Juventus non ho visto tutto questi divario fisico. Loro sono stati più veloci di noi nel fare il contropiede. Noi non dobbiamo ridisegnare la squadra, anche perchè non è semplicissimo farlo a stagione in corso. Noi dobbiamo sostituire un giocatore molto importante come Gattuso e per fare questo è stato preso Flamini che è arrivato al Milan proprio per sopperire ad eventuali carenze".La chiusura è sui singoli: "Pato? Domenica ha fatto la punta centrale nel primo tempo e ha fatto buoni movimenti oltre al gol. Nel secondo tempo ha giocato più decentrato facendo discrete cose, anche se nell'uno contro uno ha cercato il dribbling verso l'interno invece di cercare, con la velocità che ha, l'esterno. Kakà? Non è pubalgia, io penso che possa giocare domenica. Leonardo? Ha grande esperienza, sta facendo il corso allenatori e andrà a fare parte di una lunga schiera di pretendenti alla panchina del Milan. Purtroppo per lui è una lista lunga, non è il solo. Domani sera? Ci sarà Dida. Ci saranno anche Zambrotta e Ambrosini".

Centenario e Leonardo

Oggi, 16 Dicembre 2008, giorno del 109esimo compleanno dell'A.C. Milan, Leonardo de Araujo ha prestato giuramento innanzi all'Ufficio per il conseguimento della Cittadinanza italiana del Comune di Milano. Leonardo è pertanto da oggi a tutti gli effetti cittadino italiano.

lunedì 15 dicembre 2008

Gli errori di una campagna acquisti "sontuosa"...

Meno nove dalla vetta.... E tutto sommato ci va ancora bene.... Siamo tra le prime quattro in classifica, quindi ancora virtualmente in Champions League.
Ma per quanto ancora?
La Fiorentina incalza (è alle spalle dei rossoneri ad un punto), la Roma è in rimonta e sembra avere risolto i suoi problemi, mentre il nostro gioco non esiste e paghiamo una campagna acquisti, a mio avviso, sbagliata in ogni reparto.
Andiamo con ordine: difesa, centrocampo ed attacco hanno giocatori "datati", e non necessari al rinnovamento che, dopo il fallimento della passata stagione, si imponeva.
Zambrotta pare l'ombra del giocatore ammirato nella Juve ed in nazionale, ma si sa, gli anni passano per tutti. Senderos, chi l'ha visto? Ronaldinho, per quanto abbia segnato gol anche importanti non era l'uomo adatto ad una squadra che con Seedorf e Kakà aveva un centrocampo con piedi buoni e votato al gioco offensivo. In attacco Sheva e lontano dai giorni migliori e mostra segnali allarmanti di ossessione da mancanza di gioco e di gol.
Borriello, che attualmente è infortunato non è sembrato avere la stessa presenza realizzativa avuta a Genova.
Il "sontuoso" mercato estivo non pare abbia dato i frutti sperati e, d'altra parte, c'era da aspettarselo.
Continuare a prendere giocatori ormai a fine carriera non credo sia una politica che giova.
Perchè in estate non si è pensato a chiudere con Amauri, che costava meno della metà di Ronaldinho, e che sicuramente era più idoneo ad un reparto in sofferenza?
Per quale motivo si è lasciato che Barzagli e Zaccardo volassero in Germania? Sarebbero stati senz'altro più utili ad una difesa che fa acqua da tutte le parti.
Talvolta è meglio qualche buon giocatore affamato di gloria piuttosto di ex grandi campioni arrivati al capolinea.
Il Milan, con i "grossi" nomi portati in estate avrà sicuramente fatto remunerative azioni di marketing, ma se non va in Champions neanche il prossimo anno, chi comprerà le sue maglie....?
Adesso comunque arriva Beckham... siamo a posto!!!

Pubblicato da Luca Meini

Gattuso ok, Kaka niente ernia

Il problema fisico che ha impedito a Kakà di giocare ieri contro la Juve non è un' ernia inguinale, ma un'infiammazione. Ad assicurarlo è stato lo stesso brasiliano del Milan.
"Non è nulla di grave, gli esami di stamattina hanno avuto esito negativo ed evidenziato solo un'infiammazione alla regione pelvica", ha spiegato Kakà a margine di un'iniziativa di beneficenza organizzata dal club rossonero con Sky. "Spero di guarire prima possibile - poi aggiunto -, altrimenti tornerò del 2009. Può darsi che basti fino a domani, ma anche che servano due o tre mesi". Kakà non ha nascosto la sua delusione per il k.o. di Torino e si è detto dispiaciuto per non aver giocato. "Ma di partite così importanti ne giocheremo molte altre in futuro". Buone, invece, le notizie su Flamini. Il francese, che ha riportato sabato una distorsione alla caviglia spera di essere già pronto per domenica, allorché il Milan affronterà in casa l'Udinese.
Intanto da Anversa giungono notizie su Rino Gattuso. L'intervento chirurgico al quale si è sottoposto oggi è perfettamente riuscito. Al centrocampista rossonero sono stati ricostruiti i legamenti del crociato del ginocchio destro. I tempi di recupero sono valutati attorno ai sei mesi".
E a stemperare tensioni ci ha pensato Adriano Galliani, nonostante la catena di infortuni e la batosta di Torino. "Ho passato la notte bene ricordando che l'anno scorso a quest'ora, mentre gli altri erano a casa, noi diventavamo campioni del mondo in Giappone - ha dichiarato -. Come si dice a Milano, siamo 'alegher"'. Per poi promettere: "Torneremo su, anzi siamo già su, perché nell'era Berlusconi abbiamo vinto ben 26 trofei e siamo abituati a gestire i nostri pregi e difetti. A Torino abbiamo perso, ma per come vedo il calcio abbiamo giocato 40 o 50 minuti discreti e la vita continua"..

Le dichiarazioni dopo Juve-Milan


CARLO ANCELOTTI:
Abbiamo regalato troppo, potevamo condurla meglio questa partita. Abbiamo giocato in salita, la rimonta poteva anche riuscirci, probabilmente senza l'espulsione di Zambrotta. Peccato perchè noi abbiamo giocato e loro hanno fatto i tiri. Abbiamo subito le loro ripartenze questo dal punto di vista del gioco va detto. Pato? Ha fatto bene è stato pronto quando è stato servito dai compagni, nel secondo tempo ha giocato a destra, probabilmente potevano riuscirgli meglio i dribbling per rientrare dall'esterno. Adesso affrontiamo una settimana da gestire bene, possibilmente con tre punti in più in classifica e con il primo posto nel girone di Coppa Uefa.
EMERSON"E' una sconfitta che pesa per una squadra che ha come obiettivo vincere lo scudetto.Nei primi venti minuti della partita abbiamo fatto bene, poi subito quel rigore che a parer mio non c'era e che ci ha condizionato. Siamo poi riusciti a trovare il pareggio, ma la Juve è molto brava sui colpi di testa e hanno sfruttato molto bene le occasioni. Noi invece non siamo riusciti a marcare bene e abbiamo subito gol. Il Milan non ha comunque giocato una brutta partita e infatti siamo anche riusciti a mettere la Juve in difficoltà in qualche occasione.Il campionato non è comunque finito, ci sono ancora tante partite, dobbiamo migliorare in alcune cose, ma noi siamo il Milan e dobbiamo reagire tutti insieme."
CHRISTIAN ABBIATI
"Questa sconfitta brucia e ci fa riflettere molto. Dobbiamo mettere in campo tutto quello che abbiamo a partire già da domenica contro l'Udinese. Oggi siamo stati anche un po' sfortunati in alcuni episodi e in campo non è sceso il vero Milan, una gara particolare.Contro l'Udinese ci dovremo rimboccare le maniche, partendo proprio da questa sconfitta e migliorarci.Sono tornato a Torino questa sera contro la Juventus dove in passato ho trascorso un anno importante, in una società che mi ha dato tanto, facendomi anche giocare da titolare, ma adesso per me c'è solo il Milan."
KAKHA KALADZE
"C'è tanta delusione, dispiace a tutti per il risultato e per come abbiamo subito i quattro gol. Ognuno di noi deve fare critica su se stesso e capire che cosa non ha funzionato. Non dobbiamo comunque abbassare la testa, ci aspetta ancora una partita e poi potremo fare con calma la preparazione. Sicuramente l'umore non è dei migliori perchè abbiamo lavorato tanto preparando bene questa sfida, la sentivamo molto e le tante assenze ci hanno penalizzato.

domenica 14 dicembre 2008

Juventus-Milan 4-2

E’ la Juve l’anti-Inter. Batte il Milan 4-2 al termine di una gara intensa e spettacolare, che era facile da invocare alla vigilia, ma difficile da concretizzare in campo. La Vecchia Signora vince sul piano del ritmo, dei muscoli giovani di Marchisio, Sissoko e De Ceglie, ma anche dello strapotere del tandem d’attacco Del Piero-Amauri, classe e potenza sublimati nell’abbinamento. Il Milan ha mostrato orgoglio e qualità, ma è mancata la continuità atletica e di gioco.
La gara è a viso aperto, come ci si augurava in chiave spettacolo. La Juve imposta un ritmo indiavolato, la chiave per un eccellente primo tempo, in cui la fisicità dei bianconeri mette in crisi il Milan, che fa una fatica del Diavolo a tenere il passo. E’ la Juve ad aver giocato in settimana in Coppa, in Champions, mentre il Milan ha riposato in Uefa, ma sembra il contrario. Il primo gol porta la firma nobile di Del Piero. Che conquista un rigore al 15’: Molinaro centra per Ale, toccato da dietro da Maldini. Dal dischetto Ale realizza di potenza il suo 251° gol per la Juve, il 5° in campionato, il 10° stagionale.
La replica del Milan è immediata. Due spaventi per Manninger, con Ambrosini (colpo di testa alto da due passi su assist di Ronnie) e Pirlo (punizione velenosa respinta dal portiere), e poi il gol dell’1-1. Confezionato da Ronaldinho, con un cross illuminato da sinistra, un regalo di Natale anticipato scartato con scaltrezza da Pato sottomisura.
Ci sarebbero gli estremi per accusare il colpo, in casa Juve. Anche perchè nel frattempo ha perso per infortunio Nedved. Dentro l’ottimo De Ceglie. E invece i bianconeri si gettano in avanti. Prepotenti come Sissoko in mezzo e Chiellini là dietro. E così la Juve allunga di nuovo. Angolo da sinistra di Del Piero, Chiellini incrocia il colpo di testa vincente del 2-1. Ma non basta. De Ceglie se ne va sulla sinistra, cross teso al centro e Amauri di testa trova il 3-1. La Juve prova addirittura a dilagare. Marchisio si inventa una percussione centrale in dribbling conclusa con un destro appena a lato. All’intervallo è 3-1, al termine di 47’ divertenti, in cui il Milan non ha demeritato, ma ha pagato il differente passo di gara. Più bailado che sferzante. Bianconeri eccellenti sugli esterni, con Marchionni frizzante e De Ceglie subito in partita, rossoneri con la difesa un po’ impacciata. In più le assenze di Flamini, e soprattutto Kakà, si fanno sentire.
Ancelotti cambia negli spogliatoi: fuori Emerson, evanescente, dentro Shevchenko. Serve peso offensivo. Sissoko e Marchisio ci provano dalla distanza, la Juve mica sta a guardare. Ma il gol lo trova il Milan, con Ambrosini, con un tiro dalla distanza deviato che beffa Manninger. E’ il 2-3. Partita di nuovo in bilico. Anche il tempo sembra voler dare una mano ai giocatori: la pioggia battente svanisce d’incanto. Ora il Milan ci crede, e attacca in massa. Ma la Juve conquista la superiorità numerica. Lancio di Marchisio per De Ceglie in profondità: Zambrotta atterra il mancino bianconero. Secondo giallo e doccia anticipata.
Cambia tutto. La Juve ritrova forza e morale. Segna ancora con Amauri, colpisce un palo con Del Piero, gestisce e porta a casa la partita. E’ lei l’anti Inter.

sabato 13 dicembre 2008

Kaka: "Juve-Milan sarà una gara equilibrata"

Non stava nella pelle, perché è convinto che la risalita debba essere veloce e passare dallo scontro diretto con la Juve. Non stava nella pelle, Kakà, ma ieri dopo un po’ è dovuto tornare nel box, come un purosangue preservato dai danni che i terreni ghiacciati possono fare a chi ha giunture e tendini preziosi. Ha lavorato per parte del tempo in palestra, ha detto “se dovessi giocare ora, farei fatica”. Ma la partita è domani sera e di fronte agli sguardi sconsolati Kakà ha aggiunto: “Farò di tutto per esserci”. Non che questo abbia tranquillizzato Ancelotti, preoccupato all’idea di perdere il totem a poche ore dalla partita più importante di questo periodo. Ma a Milanello gli ottimisti sono tanti. Ed è ottimista anche Kakà, che si è trattenuto fino a tarda ora a lavorare con fisioterapisti e massaggiatori. Ricardo ha un problema all’inguine e non è la prima volta. A lungo ha sofferto di pubalgia imparando a stringere i denti e a giocare anche senza essere al massimo.
Kakà, stava tornando in grande forma... “Nelle ultime partite sono stato molto bene dal punto di vista fisico. Spero di sentirmi bene anche contro la Juve. Il problema è l’intesa in campo, il problema è quando mi chiedono cose che non so fare. Per esempio: mi chiedevano di fare la seconda punta e non ero capace. Poi ho imparato e vorrei giocare sempre così”.
Così come? “Davanti, vicino alla porta. Spalle alla porta ovviamente no, se gioco così sono morto”.
Ha detto 'devo migliorare l’intesa con Ronaldinho'. “E lo confermo: i miei problemi di questo periodo, quando mi dicevano che non ero lucido e non ero abbastanza incisivo in zona gol, erano certi meccanismi di gioco”.
Si arrabbia ancora quando gli danno dell’egoista? “Ormai ho metabolizzato. Se tiri hai sbagliato a tirare, se passi hai sbagliato a passare. Se mi criticano, non ci faccio più caso. A me interessa aiutare la squadra, essere decisivo in qualsiasi modo. Anche andando in porta e parando un rigore”.
Altafini le ha dato un consiglio: fai come Platini, se giochi più avanti prendi tante botte. “Le botte si prendono dappertutto. Però vorrei ribadire un concetto: non ho nessun problema ad adattarmi e non ho problemi con Ronaldinho. A me piacciono le sfide e trovarmi meglio in campo con lui è un’altra sfida da vincere”.
Gattuso si è fatto male e qualcuno ha dato la colpa al terreno: c’è preoccupazione per questi campi ghiacciati? “Un po’ sì. Bisognerebbe cercare di fare qualcosa, ma il clima è questo e se non c’è rimedio ci arrangeremo. Dispiace per la qualità del gioco, che non può essere eccezionale”.
Come farete senza Gattuso? “Stiamo già provando qualcosa. E’ un peccato che si sia infortunato, perché in questo momento stava dando una mano anche in attacco”.
Flamini può sostituire Gattuso? “Sono diversi, ma Flamini può darci una mano, anche se deve ancora capire alcune differenze fra il calcio inglese e quello italiano”.
Come sta vivendo questo dicembre così diverso per lei dal favoloso dicembre 2007? “Con un po’ di nostalgia, che però mi dà una grande motivazione. Pochi giorni fa ricordavo con i compagni di squadra la trasferta in Giappone: è stata un’esperienza bellissima che spero di ripetere prima possibile. Voglio tanti altri mesi come il dicembre 2007”.
Che cos’ha l’Inter più del Milan? “Sei punti”.
Gli avversari ormai sembrano entrare in campo impauriti. “I giocatori dell’Inter si sono meritati questo grande rispetto. Sono forti, ma credo che possiamo raggiungerli”.
Crede ancora allo scudetto? “Ovvio, sono sei punti”.
Fra Juve e Milan, chi perde è fuori? “No, però ritrovarsi a nove punti dall’Inter non sarebbe comodo”.
Chi sarà decisivo? “Sia il Milan che la Juve hanno molti giocatori che possono decidere la partita in qualsiasi momento. Sarà una gara equilibrata e i calci piazzati in situazione del genere sono importanti: perciò penso a Ronaldinho, a Del Piero, ma anche a Pirlo”.
Ronaldinho ha detto che Del Piero per lui è un idolo: lei che cosa pensa dello juventino? “E’ un esempio, come Paolo Maldini. Uno che ha legato la carriera a una sola squadra e che è diventato una bandiera: tutto molto bello”.
Ronaldo al Corinthians che impressione le fa? “Un’impressione un po’ strana, visto l’affetto che c’era con i tifosi del Flamengo. Ma non conosco le sue motivazioni e i progetti del Corinthians, quindi non giudico. Ronie ha fatto una scelta rischiosa e gli auguro tutto il bene del mondo. E spero ancora di rivederlo in nazionale”.
E’ curioso di allenarsi con Beckham? “Curioso e molto ottimista. Ci darà una mano ad avvicinarci allo scudetto. E poi oltre a essere un giocatore è un’icona: porterà interesse, attenzione positiva sul Milan”.
Secondo Schuster il Barcellona era imbattibile: lo hanno licenziato. “Magari ha un po’ esagerato: il Barcellona gioca bene e si diverte, sta andando fortissimo, ma non esistono squadre imbattibili. E il Barcellona in Champions deve ancora incontrare i club inglesi”.
Sorpreso dalle cadute europee dell’Inter? “Un po’ sì, ma si sono qualificati comunque. Anche se arrivare secondi non è una bella cosa, perché si rischiano ottavi complicati”.
Qualche mese fa aveva detto: questo sarà un campionato bellissimo. Conferma? “Sì. Alcune squadre sono calate, ma per esempio si è rivista una grandissima Roma. Ci sarà equilibrio fino alla fine. E spero che alla fine i tifosi del Milan si saranno divertiti più degli altri”

venerdì 12 dicembre 2008

Beckham: "A Dubai con il Milan"

David Beckham sempre più rossonero. Il campione inglese sul suo sito ha chiarito il programma per le prossime settimane. "David arriverà a Dubai il 29 dicembre insieme ai nuovi compagni di squadra".
Nessuna novità anche per il futuro: "David resterà a Milano fino a marzo, poi ritornerà ai Los Angeles Galaxy in tempo per iniziare la stagione 2009 della Lega americana. Beckham sarà a Milano il 20 dicembre, quando farà le visite mediche e verrà presentato alla stampa. Scontata la sua presenza allo stadio per la partita con l'Udinese, l'ultima prima della sosta.

Berlusconi: "Il problema è il finale"

Troppi gol subìti negli ultimi minuti di gioco. Il Milan non sa gestire il fine partita. A certificare uno dei punti deboli dei rossoneri è Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, ma anche primo tifoso e presidente onorario del Milan. Al termine di un lungo vertice europeo a Bruxelles, il premier si è ritagliato una piccola pausa sportiva e conversando con i giornalisti ha confessato la sua delusione per i fine-gara della sua squadra.
"Abbiamo avuto due colpi brutti e negativi e cioè gli infortuni di Nesta e Gattuso", ha ricordato, ma per ammettere subito dopo: "abbiamo però anche alcune colpe. Non sappiamo gestire il fine partita". D'altra parte, "quando si vince uno a zero, una squadra come il Milan non dovrebbe far vedere la palla all'avversario". E invece? "Invece continuiamo a giocare come prima. Una volta, mi sembra a Lecce, in nove minuti abbiamo dato sei volte la palla all'avversario". E non va bene. "No. Così non si fa".

giovedì 11 dicembre 2008

Thiago Silva è rossonero!

Thiago Silva è del Milan. Il difensore della Fluminense sbarcherà domenica a Milano e lunedì si sottoporrà alle visite mediche. Al club brasiliano vanno 10 milioni di euro; il giocatore, che firmerà un quadriennale, percepirà 2,5 milioni di euro a stagione. Ma Thiago Silva non potrà giocare con il Milan già a gennaio visto che la società rossonera non può schierare altri extracomunitari. Il forte difensore si aggregherà comunque subito al gruppo dei suoi nuovi compagni di squadra per restare in Italia e allenarsi, così come ha fatto Pato nella scorsa stagione. Il difensore va a così a ingrossare la comunità brasiliana di Milanello, già forte di Kakà, Ronaldinho (tra i suoi grandi sostenitori), Pato, Dida ed Emerson.
Considerato il nuovo Maldini, Thiago Silva è stato giudicato il miglior difensore del "Brasilerao" 2008. Domenica scorsa si è congedato dai suoi tifosi regalando a tutti una fotografia autografata con saluto allegato: "Grazie; non vi dimenticherò mai". Ventiquattro anni, sposato e padre di Isago ha percorso tutte le tappe del calciatore brasiliano tipo. Dopo le partitelle sulle spiagge di Rio e le giovanili nella Fluminense, sono arrivati i provini con il Madureira, l'Olaria e il Flamengo.
A dare la svolta ci pensò Paulo Cesar Carpegiani, ex nazionale brasiliano che lo fece esordire nel 2001 come professionista nell'RS Futebol di Alvorada dove interpretò più ruoli: difensore, attaccante e centrocampista. Fu un'autentica rivelazione. Nel 2004 il passaggio alla Juventude dove l'allenatore Wortmann lo riportò in difesa, sia come centrale che esterno destro. Un successone. Il Porto se lo assicurò per 5 anni, ma le cose non andarono per il verso giusto.
Il trasferimento alla Dinamo di Mosca fu la parentesi più triste. Della Russia, infatti, ricorderà infatti solo una brutta polmonite. Il ritorno nel 2006 alla Fluminense è stato il passo decisivo. Tre anni di gloria con la finale della Libertadores, persa poi con il Quito, ma anche la convocazione di Dunga. E adesso la grande occasione: il Milan di Kakà e Ronaldinho.

mercoledì 10 dicembre 2008

Sheva: "Il derby d'Italia? E' Juve-Milan"

Inter-Juventus derby d'Italia? Andriy Shevchenko non è d'accordo e ribalta la tradizione. Per l'ucraino è Juve-Milan "la partita più importante in fatto di vittorie, perché si affrontano le squadre che hanno vinto di più in Italia e sulla scena internazionale".
Galvanizzato dal gol in Coppa Italia contro la Lazio, ai microfoni di Milan Channel l'attaccante dice la sua sul posticipo dell'Olimpico, anche se il suo pirmo pernsiero è per lo sfortunato Rino Gattuso. "È stata una grande sorpresa per noi questo suo infortunio - rivela -. Domenica aveva finito la partita, era stato fondamentale come sempre. Mi spiace tanto per quello che gli è successo. Lui per noi è un leader, sentiremo tanto la sua mancanza. Per alcuni nostri giocatori, soprattutto a centrocampo, questo è un momento importante, ma la cosa che più voglio fare adesso è augurare a Rino di recuperare il prima possibile. Sono convinto che già nella fase di riabilitazione la sua sola presenza a Milanello sarà importante".
Ora ha un sogno: indossare una maglia da titolare contro la Juve. "Sto bene, sto arrivando al massimo della mia condizione - racconta -. Ho fatto gol in Coppa Italia e ho creato occasioni in campionato, mi sento molto meglio e sento di poter dare il mio contributo alla squadra. Adesso in classifica abbiamo gli stessi punti, entrambe le squadre vogliono vincere e sarà dura sia per noi che per loro". Sul vantaggio di sei punti dell'Inter non mostra particolari preoccupazioni e si affida alla storia dei rossoneri: "La strada per lo scudetto è ancora lunga; ma sono tranquillo: noi del Milan dobbiamo sempre giocare per vincere".

martedì 9 dicembre 2008

Gattuso, stagione a rischio

Grave tegola sul Milan. Gennaro Gattuso, infortunatosi contro il Catania, rischia di stare fuori 6 mesi. Il centrocampista, come informa il sito dei rossoneri, è stato sottoposto a risonanza magnetica ed esame ortopedico, che hanno portato alla luce una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Il 30enne mediano sarà domani ad Anversa dal professor Martens, accompagnato dal coordinatore sanitario rossonero Jean Pierre Meersseman, per sottoporsi ad ulteriori controlli.
Gattuso si era infortunato all'inizio della partita contro il Catania: tentando un intervento su Biagianti, complice anche il terreno di gioco, il centrocampista rossonero aveva subito un movimento innaturale del ginocchio destro. Il campione del Mondo era stato subito medicato dallo staff sanitario rossonero, rientrando poi in campo e rimanendoci fino al triplice fischio. Gattuso era sceso in campo contro il Catania nonostante un problema alla schiena.

domenica 7 dicembre 2008

Milan-Catania 1-0

All'ultimo cerotto il Milan raccoglie tre punti d'oro. A decidere la sfida contro il Catania è un gol di Kakà, deviato in porta da Stovini. Un guizzo in mezzo a una brutta partita con un finale rabbioso della squadra di Zenga che protesta al 90' per un fallo di mano di Kaladze in piena area, ritenuto involontario dall'arbitro Gervasoni. Alla fine vince il profilo più operaio del Milan che gioca molto alla Gattuso a discapito della fantasia. Il Catania fa il suo dovere, tiene il ritmo e si avvicina al gol, ma alla fine l'esperienza, nonostante le assenze, fa la differenza. Non sparate sul pianista, verrebbe da dire. L'emergenza è ormai acclarata. Sette assenti: Bonera e Nesta, Pirlo, Ambrosini e Seedorf, Ronaldinho e Borriello. Inzaghi invece c'è, ma negli spogliatoi per non prendere freddo. E' stato precettato con il suo raffreddore da Adriano Galliani vista la penuria di attaccanti. Carlo Ancelotti, infatti, davanti a Kakà schiera per la prima volta insieme Pato e Shevchenko. Recupera Gattuso, è già è manna, schierato sulla mediana con Emerson e Flamini. Walter Zenga radiocomanda il suo Catania dalla tribuna per squalifica. Schieramento accorto con due punte di ruolo: Mascara e Paolucci.
scorrendo il film del primo tempo risalta molto di più la tenuta dei siciliani che difendono con ordine il reparto davanti a Bizzarri e si scatenano in attacco con i più classici contropiede. Il Milan gioca a tratti. Gattuso è il collante, Kakà il punto di riferimento. Pato se la cava bene e svaria che è un piacere. Sheva è come il Milan: intermittente. Dopo i pirmi 45' i rossoneri totalizzano dieci tiri, di cui 7 in porta. Almeno tre vengono neutralizzati dalla bravura di Bizzarri; gli altri sono solo timidi tentativi che non spaventano la squadra diretta per un giorno da Pino Irrera. Infastidisce, semmai, la capacità del Catania di sviluppare il gioco sulle fasce, soprattutto quella sinistra, da cui scaturisce la grande occasione di Mascara, il cui fendente va a sbattere sul palo alla sinistra di Abbiati. Tatticamente è un Milan confuso, che si aggrappa all'improvvisazione dei suoi brasiliani. Ma non può bastare.
All'inzio della ripresa, Ancelotti dà una scossa al centrocampo, togliendo il claudicante Emerson per Favalli. Ma nel nuovo disegno del tecnico rossonero, il neoentrato si piazza in difesa al posto di Jankulovski che avanza sulla mediana. La giocata di classe di Kakà dopo un paio di minuti, sinistro a giro di poco alto, non scuote invece la squadra che inanella una serie di errori da far rabbrividire, soprattutto nel più banale cross. Il Catania gioca a memoria e al 18' si rinforza con Tedesco che rileva l'infortunato Terlizzi. Sostituzione che coincide con il vantaggio rossonero, preceduto dal miracolo di Bizzarri sulla punizione di Pato. Lo segna Kakà di testa, con la collaborazione di Stovini che tradisce Bizzarri. Entra la punta Plasmati per Biagianti perché Zenga non ci sta a perdere. Ma il Catania si apre esaltando le doti di Kakà, anche se è Mascara a mancare il pari per un prodigio di Abbiati che toglie la palla dalla porta al 29'. Kakà regala una nuova delizia e sfiora il raddoppio, ma è più pesante l'ammonizione di Gattuso al 35': giallo che non gli permetterà di giocare a Torino contro la Juventus. Il finale è di marca catanese; con quel "mani" di Kaladze al 90' che Gervasoni lascia correre. Sì, proprio tre punti d'oro. Gol di Kaka al 65'.

sabato 6 dicembre 2008

Kaka: "Per rendere al 100% dovrei giocare più avanti"

Parla di tutto Ricardo Kakà, protagonista a Milanello di una conferenza stampa organizzata dalla Sony, a cui ha prestato il volto. Del Milan, della sua posizione in campo, di mercato e del suo futuro. E non risparmia una frecciata nemmeno alla capolista: "L'Inter è più concreta, non è che sta giocando un grande calcio, in questo momento hanno sei punti in più di noi. Io credo nel Milan e abbiamo un margine di crescita molto grande"."Il Milan non è in crisi - attacca il 26enne brasiliano -. Tutti parlano di due sconfitte, io parlo di 16 risultati positivi. Certo che dobbiamo migliorare tante cose, ma abbiamo fatto una sequenza di risultati che ci permette di essere secondi in campionato e stiamo messi bene anche in Coppa Uefa. Dobbiamo avere una continuità nel gioco, è questo che ci preoccupa. Non sempre facciamo un bel calcio. Tutti dobbiamo sacrificarci di più. C'è troppa distanza tra i reparti. Dobbiamo noi attaccanti per primi dare equilibrio alla squadra. Corriamo tutti tanto, ma spesso in maniera sbagliata. Facciamo fatica e basta".
Kakà parla anche della sua posizione sul rettangolo di gioco. "Stiamo cercando di adattarci tatticamente - dice -, ma tante volte devo giocare più dietro. Non è la mia volontà. A me piacerebbe giocare più avanti, ma capisco le esigenze della squadra. So che tutti si aspettano qualcosa di diverso da me, è la mia responsabilità. Se non lo faccio mi criticano. Abbiamo pensato anche a farmi giocare come punta. Con il Genoa, alla seconda di campionato, ho fatto la seconda punta poi sono rientrato. Ora vediamo come posso migliorare. Io voglio tornare ad essere fondamentale al 100 per 100. Non è facile per me non essere decisivo".
Da quest'anno Kakà deve condividere la trequarti con Ronaldinho. "Si è inserito bene, si è ambientato - dice del connazionale -. Eravamo abituati a giocare in una maniera automatica. Con Seedorf e me con una punta avanti, quasi sempre Inzaghi. Con l'arrivo di Ronaldihno dobbiamo abituarci. Dobbiamo trovare nuovi automatismi. Non ho mai giocato come gioca lui, io sono sempre partito dal centro. Magari lui mi limita andando un po' a sinistra. Dobbiamo trovare un'intesa migliore. In nazionale abbiamo giocato spesso, ma non è la stessa cosa".
Kakà dà uno sguardo anche al mercato rossonero: "Tante persone pensano che l'arrivo di Beckham sarà una cosa negativa, ma noi giocatori pensiamo che può dare tanto alla squadra e contribuire a farci vincere lo scudetto e la Coppa Uefa". Ricky sponsorizza poi Thiago Silva, difensore brasiliano da tempo nel mirino rossonero. "Ho giocato con lui in nazionale. È un grandisismo difensore, ma del mercato parlano i dirigenti. Posso dire che servirebbe tanto al Milan perché è un grandissimo".
Nei giorni scorsi Kakà aveva strizzato l'occhio alla Premier League: "C'è il nostro amministratore delegato che può parlare di mercato. In Inghilterra è sempre bello giocare, è un campionato molto importante dove c'è un'atmosfera positiva, ma io sono contento e felice qui al Milan. Se un giorno dovessi andare via, sarà perché non ci saranno più gli stessi obbiettivi tra me e il Milan, ma non è così oggi. Se mai sará in futuro, la Premier sarebbe uno dei campionati dove mi piacerebbe giocare. Io comunque sono contentissimo al Milan, la mia famiglia sta bene a Milano, mio figlio è cittadino italiano, crescerá qui e siamo molto legati a questo paese". Kakà dà uno sguardo anche alla Champions League: "Le favorite sono sempre le stesse. Spero che non sia l'Inter... Tra le inglesi Manchester e Chelsea sono più avanti".

venerdì 5 dicembre 2008

Gallas: "Pronto ad andare al Milan"

William Gallas è pronto a metter fine al suo incubo chiamato Arsenal e ad andarsene dal club a gennaio. Stando a quanto scrive il “Sun” , che riporta le confidenze della solita “gola profonda” vicina al giocatore, il difensore francese avrebbe raccontato ad amici e parenti di accogliere con favore il trasferimento al Milan perché si è sentito “totalmente umiliato” dalla decisione di Arsene Wenger di togliergli la fascia di capitano, dopo le critiche mosse ai suoi compagni di squadra.
“In questo momento, William non è un uomo felice – ha rivelato l’anonimo spione – e sta seriamente pensando di lasciare il club a gennaio, perché l’estate gli sembra una scadenza troppo lontana. Nello spogliatoio è solo e così pure in allenamento, perché non si è scusato con i compagni e del resto non ha mai avuto tanti amici. Non vuole, però, ritornare in Francia, ma, visto che il Milan ha pubblicamente ammesso il proprio interesse nei suoi confronti, questa potrebbe essere per lui un’opzione molto interessante”. Che i rapporti fra Gallas e il resto della squadra siano ormai arrivati ai minimi storici lo ha confermato il suo stesso atteggiamento in campo dopo il successo sul Chelsea, con i giocatori dell’Arsenal a festeggiare l’eroe di giornata Robin Van Persie e lui in disparte, malgrado i fan dei Gunners non gli abbiano mai fatto mancare il loro appoggio. “I nostri tifosi lo hanno sostenuto moltissimo durante la gara con i Blues e questo a William ha fatto molto piacere. Ma il linguaggio del corpo diceva tutto: lui non è più lo stesso di prima. E’ vero, ha un contratto (fino al 2011, ndr), ma anche un cieco vedrebbe che è scontento e che questo periodo così deprimente per lui potrebbe finire, meglio prima che poi”. Eppure c’è chi giura sull’unità dello spogliatoio Gunners.
Si tratta dell’attaccante Samir Nasri che, proprio ieri, ha negato l’esistenza di frizioni fra i giocatori. “Siamo consapevoli delle nostre qualità, l’atmosfera all’interno dello spogliatoio è eccellente e il club è davvero una famiglia. Quanto alle nostre ambizioni, c’è una critica implacabile nei nostri confronti (l’Arsenal è in ritardo di 8 punti dal Liverpool, che farà visita all’Emirates Stadium il 21 dicembre), ma faremo vedere a tutti che si sbagliano. E’ arrivato il momento di smettere di parlare e di pensare solo a lavorare duro in allenamento, per dimostrare poi sul campo che tutte queste cose sono assurde”. E il primo passo sarà quello di confermare nella sfida con Wigan le belle cose fatte vedere contro il Chelsea, anche se nella partita di domani mancherà proprio Gallas che, stando a quanto riporta il “Daily Mail”, non ha ancora recuperato dall’infortunio al polpaccio rimediato sette giorni fa, mentre Kolo Toure dovrebbe riprendere il suo posto al centro della difesa. Buone notizie anche per Eduardo da Silva che, dopo il terribile incidente del febbraio scorso, quando si ruppe una gamba in un violentissimo scontro con il difensore del Birmingham, Martin Taylor, ha ripreso ad allenarsi con la prima squadra e potrebbe riassaporare l’emozione di una partita giocando con le riserve dell’Arsenal alla fine del mese.

giovedì 4 dicembre 2008

Berlusconi jr: "Rinforzi? Si, in difesa e in mezzo"

"C'è un po' di delusione per la partita di ieri". Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, ammette che l'eliminazione del Milan dalla coppa Italia scaturita dal match di ieri contro la Lazio ha lasciato qualche strascico nell'ambiente rossonero.
Come se non bastasse l'Inter è già avanti di sei punti in campionato: "Speriamo che lo scudetto si possa ancora vincere", ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi a margine della presentazione a Milano del nuovo programa Mediaset di Piero Chiambretti, "Chiambretti night": secondo Berlusconi junior "è un percorso per capire quali sono i numeri 1 in tutti i settori, nel calcio Mourinho è uno dei candidati, ma anche Ancelotti".
Secondo Berlusconi jr la rosa del Milan è da rinforzare: "Fin dai tempi della trattativa per Ronaldinho sostenevo che bisognava rinforzare difesa e centrocampo". Un breve commento anche sul Pallone d'Oro, l'edizione del 2008 è andata a Cristiano Ronaldo: "Uno dei più grandi in assoluto - dice -, ma mi sarebbe piaciuto il bis di Kakà".

Milan-Lazio 1-2


Il Milan esce dalla coppa Italia, negli ottavi, battuto in casa dalla Lazio. 2-1. Gol di Shevchenko, Zarate su rigore, e Pandev. I biancocelesti affronteranno nei quarti la vincente della sfida Fiorentina-Torino. Quarti meritati con una prova autorevole, che prolunga così il momento difficile del Milan, che ha perso 4 punti nelle ultime due giornate nei confronti dell'Inter capoclassifica, e vede ora sfuggire il primo obiettivo stagionale, seppure quello meno prestigioso. Le tante assenze si sono fatte sentire, ma soprattutto il Milan si è fatto rimontare una volta di più, come già successo in tante, troppe occasioni, in questa stagione. E così l'acuto illusorio di Shevchenko, comunque non molto brillante, non è bastato. La Lazio è tornata ad esprimersi su buoni livelli, dopo la caduta di rendimento recente, che aveva ridimensionato lo splendido inizio di stagione. Dei biancocelesti impressiona il potenziale offensivo: Pandev, Zarate e Rocchi sono tre attaccanti di lusso, che Rossi può schierare insieme o permettersi di ruotare.
Il primo tempo non è granchè. Fa freddo, c'è la nebbia, e invece manca il pubblico. Gli stimoli sono pochini, anche se gli allenatori mettono in campo formazioni più che competitive. La coppa Italia non ha grande appeal, ma è pur sempre un trofeo da inseguire. La Lazio è più manovriera e convincente, ma il ritmo è quello che è. Gara equilibrata. Due occasioni per parte. Quelle rossonere: Shevchenko se ne va, lanciato da Ronaldinho, ma solo davanti a Muslera si fa respingere il tiro. Sheva sprecherà poi in un altro paio di occasioni. Poi arriva un diagonale di Flamini fuori di poco. Per la Lazio sfiora il gol Lichtsteiner, che mette appena a lato il destro dal limite dell'area, prima di lasciare il posto, acciaccato, a Meghni. Poi nel recupero arriva un sinistro violento di Pandev, Dida alza sopra la traversa con un intervento provvidenziale. Niente da fare. All'intervallo è ancora 0-0.
Si riparte con la Lazio più pericolosa. Prende fiducia con il passare dei minuti. Dida, stasera convincente, para prima sul sinistro di Pandev, poi su punizione di Kolarov. Poi Emerson si fa cacciare ingenuamente dal campo. Il brasiliano viene ammonito per la seconda volta per un fallo su Ledesma a metà campo. Espulso al 21', sette minuti dopo aver subìto il primo giallo di Ayroldi. Il Milan accusa il colpo. E si fa prendere dal nervosismo. L'insospettabile Ronaldinho colpisce con una gomitata Rozenhal, l'arbitro non prende provvedimenti.
Il Milan sembra in difficoltà. Rossi inserisce Zarate per Rocchi. Vuole di più, lo 0-0 non gli basta. Ma il gol lo trova il Milan. Quello del protagonista più atteso, Shevchenko. L'ucraino segna con un sinistro a girare dalla destra, sul palo lungo. Muslera non ci arriva. 1-0 Milan.
La Lazio si riversa in avanti. Alla ricerca di un pari che merita. E che trova su rigore. Concesso da Ayroldi per un fallo di Favalli su Pandev. Dal dischetto Zarate trafigge Dida. 1-1.
La Lazio parte forte, galvanizzata dal pari raggiunto in extremis. Pandev segna sottomisura di sinistro dopo che Dida aveva respinto la sua prima conclusione. Gol che il macedone aveva inseguito caparbiamente per tutta la partita, cercando la porta in ogni occasione. Il Milan reagisce d'orgoglio. Concretizzando il suo forcing con un palo di Ronaldinho su punizione. Ma la stanchezza si fa sentire, l'uomo in meno anche, e allora è la Lazio nel secondo tempo supplementare a sfiorare il terzo gol. Ma le basta il 2-1. Lazio ai quarti, Milan fuori.

martedì 2 dicembre 2008

Ancelotti: "Lazio utile per il riscatto"

Palermo è un macigno difficile da rimuovere, ma se è vero, come ha detto Carlo Ancelotti, che il k.o. potrebbe servire da lezione, allora occore meditare e puntare subito al riscatto. A cominciare da domani, allorché il Milan affronterà per gli ottavi di coppa Italia la Lazio. Diventa d'obbligo, così, una prova di forza, proprio come quella che permise ai rossoneri di battere i biancocelesti per 4-1 in campionato. Anche perché, essendo un turno secco, servirà solo vincere.
"Questa partita servirà come riscatto, non è per niente scomoda, anzi - ha detto Ancelotti in conferenza stampa - Sarà utile per riscattarci e spero che da qui in poi arrivino altre 16 partite come le precedenti", riferimento al filotto di risultati utili prima della pesante sconfitta contro i rosanero. "A Palermo non ha funzionato tutto - ha spiegato il tecnico -. Abbiamo fatto la fase difensiva con poca aggressività e quella offensiva con troppa staticità".
Ma Ancelotti prende in ogni caso le difese della squadra, a partire da Pirlo, ancora non al top. "Certamente ha giocato chi non è ancora in condizione ottimale - ha aggiunto - Andrea è fuori da tantissimo tempo e ha bisogno di giocare e ha anche un problema alla tibia che lo infastidisce. Ma se per i difensori abbiamo le alternative, per i centrocampisti di meno". Senza dimenticare l'assenza di Gattuso che si è fatta sentire perché Ringhio "è importante non solo dal punto di vista tattico ma sotto il profilo ambientale e caratteriale".
Sulla formazione sette certezze. "I giocatori che scenderanno sicuramente in campo sono Dida, Antonini, Senderos, Kaladze, Favalli, Emerson e Shevchenko - ha spiegato -. Abbiamo da valutare, nell'ordine, invece le condizioni di Pirlo, Ambrosini, Kakà che ha un fastidio al polpaccio, Pato che non ha subito lesioni a Palermo e di Inzaghi che ha la febbre. Questa gara è una grossa opportunità. Dal momento che anche il quarto di finale è su una gara secca senza andata e ritorno ed eventualmente lo affronteremmo a San Siro, sfruttando due gare casalinghe c'è la possibilità di andare in semifinale. I gol che abbiamo preso nell'ultimo periodo sono da valutare, abbiamo perso un po' di compattezza e siamo stati puntualmente puniti. Non c'è bisogno di fare rivoluzioni, bisogna essere ottimisti".
E non parlategli di mercato: "Escludo al 100% interventi a gennaio", mentre sulla lotta per lo scudetto ha ribadito: "Sarà una corsa a tre tra Inter, Juve e Milan, ma in questo momento l'Inter è favorita sulle altre due".
Delio Rossi invece non svela le carte e rimanda alla rifinitura di domani le prove della formazione titolare. Unica indicazione attendibile riguarda la difesa con il francese Diakitè che potrebbe partire fin dall'inizio. Rossi non ha a disposizione Siviglia, rimasto a Roma a causa di un problema muscolare al flessore, e dev rinunciare anche agli indisponibili Matuzalem, Firmani e Del Nero. In porta ci sarà Muslera, mentre in attacco potrebbe rimanere fuori uno tra Rocchi e Zarate. "Nell'ultimo periodo abbiamo perso un po' di autostima - ha detto Rossi - e dobbiamo saper reagire in un momento particolare, ma non catastrofico, non siamo una squadra allo sbando. Il Napoli ha un punto più di noi, eppure loro vengono considerati la sorpresa del campionato, noi no, non lo capisco. Purtroppo ci portiamo dentro il macigno della sconfitta nel derby".

Il Pallone d'Oro e di C. Ronaldo, ma Kaka fra i primi 10 al mondo

L'anno scorso il 2 Dicembre era domenica e a Parigi pioveva. Scrosci d'acqua e vento freddo, ma il cuore di Ricardo Izecson dos Santos Leite era caldo. I suoi genitori, la sua famiglia, i suoi amici più cari e il suo club calcistico lo accompagnavano nella sede di France Football per ricevere il premio che dura un anno ma che riluce per sempre: il Pallone d'Oro.Kakà fu esemplare: nella gioia della consegna, riconobbe che senza i suoi compagni e senza la Champions League 2007 vinta dal Milan non sarebbe stato possibile vivere quella splendida giornata. Un anno dopo, la stessa storia: Cristiano Ronaldo, talento numero uno del Manchester United campione d'Europa viene incoronato sempre dalla testata parigina.Ricky non ha mai mancato di sottolineare la sua stima per Lionel Messi, ma la vittoria di Cristiano Ronaldo è stata di notevoli dimensioni. A Kakà resta l'orgoglio di essere il primo rappresentante in classifica (8' posto, 30 punti) dell'intera Serie A italiana che ha portato ad ottenere voti altri due suoi esponenti, Zlatan Ibrahimovic (9' post0, 30 punti) e Gigi Buffon (18' posto, 5 punti).Continua dunque il feeling rossonero con il Pallone d'Oro e con la sua classifica generale. Dopo le vittorie di Gianni Rivera, Ruud Gullit, Marco Van Basten (tre edizioni), George Weah, Andriy Shevchenko, dello stesso Kakà, e dopo innumerevoli piazzamenti anche fra i primi tre, ecco questo nuovo traguardo parziale.In pratica una delle eliminatorie più intense e spettacolari della storia recente di Champions League, la semifinale Manchester United-Milan 3-2 e Milan-Manchester United 3-0 dell'aprile 2007, ha consegnato al calcio europeo e mondiale ben due Palloni d'Oro: Kakà per il 2007 e appunto Cristiano Ronaldo per il 2008.
Ecco la classifica:
1. Cristiano Ronaldo (Portogallo, Manchester Utd), 446 punti
2. Lionel Messi (Argentina, FC Barcelona), 281 pt
3. Fernando Torres (Spagna, Liverpool), 179 pt
4. Iker Casillas (Spagna, Real Madrid), 133 pt
5. Xavi Hernandez (Spagna, FC Barcelona), 97 pt
6. Andreï Archavine (Russie, Zenit San Pietroburgo), 64 pt
7. David Villa (Spagna, Valencia CF), 55 pt
8. Kaka (Brasile, Milan AC), 31 pt
9. Zlatan Ibrahimovic (Svezia, Inter), 30 pt
10 Steven Gerrard (Inghilterra, Liverpool), 28 pt
11. Marcos Senna (Spagna, Villarreal),16 pt
12. Emmanuel Adebayor (Togo, Arsenal), 12 pt
13. Wayne Rooney (Inghilterra, Manchester United), 11 pt
14. Sergio Agüero (Argentina, Atletico Madrid), 10 pt
15. Frank Lampard (Inghilterra, Chelsea), 8 pt
16. Franck Ribéry (Francia, Bayern Monaco), 7 pt
17. Samuel Eto'o (Camerun, Barcelona), 6 pt
18. Gianluigi Buffon (Italia, Juventus), 5 pt
19. Michael Ballack (Germania, Chelsea), Cesc Fabregas (Spagna, Arsenal), 4 pt
21. Didier Drogba (Costa d'Avorio, Chelsea), Sergio Ramos (Spagna, Real Madrid), Nemanja Vidic (Serbia, Manchester United), 3 pt
24. Edwin van der Sar (Olanda, Manchester United), Ruud van Nistelrooy (Olanda, Real Madrid), 2 pt
Non citati : Karim Benzema (Lione), Pépé (Real Madrid), Luca Toni (Bayern Monaco), Rafael van der Vaart (Real Madrid), e Youri Zhirkov CSKA Mosca).

domenica 30 novembre 2008

Palermo-Milan 3-1

Il Milan purtroppo alza bandiera bianca. La pianta al Barbera, assediato e sbeffeggiato dal Palermo che gli rifila un 3-1 strameritato. Nella serata in cui non funziona nulla, i rossoneri vengono sovrastati dai rosanero che per novanta minuti dettano legge e vanno in gol nella ripresa con Miccoli, Cavani e Simplicio. La reazione rossonera ha il marchio di Ronaldinho che accorcia su rigore, dopo averne sbagliato uno nel primo tempo, con la grande deviazione di Amelia. Un Milan sconcertante che senza Kakà e Gattuso non entra mai in partita e reagisce quando ormai è troppo tardi. L'Inter adesso è un punto sbiadito in lontananza. Sei punti più in alto.
Per Davide Ballardini il Milan si poteva battere solo con intelligenza tattica, velocità e potenza atletica. Ai rossoneri ha opposto il 4-3-1-2, con Simplicio alle spalle di Miccoli e Cavani, due elementi che lo scorso anno fecero impazzire i rossoneri. Carlo Ancelotti a centrocampo si è affidato a Flamini, Pirlo e al ritrovato Ambrosini, mentre in attacco, davanti a Seedorf e Ronaldinho, ha schierato Pato. Poi il pacchetto difensivo con Zambrotta e Maldini, ovvero esperienza da vendere, con il senno di poi insufficiente.
Scontato, infatti, il copione del primo tempo. I rosanero non badano a spese e aggrediscono, mentre il Milan punta a mantenere equilibrio fra difesa e centrocampo. Obiettivo: subire il meno possibile il gioco avversario e, di conseguenza, evitare di andare in paranoia. Non resta che aggrapparsi allla ripartenza, troppo lenta a dire il vero per intimorire i rosanero che rispondono con il pressing alto e incrociano una serata di grazia. Al guizzo di Pato che spara su Amelia pronto a deviare in angolo (ma a sbagliare è il brasiliano), risponde Miccoli in due occasioni. E qui sale in cattedra Abbiati che compie almeno tre parate decisive. Funziona a perfezione l'asse Balzaretti-Miccoli; sulla fascia sinistra il Palermo è micidiale e il Milan soffre. Inoltre i frenetici batti e ribatti nell'area rossonera dilatano l'inquietudine della difesa che spesso si inguaia da sola.
Al 25' Amelia stende Pato sulla linea del limite. Rocchi assegna il rigore, ma Ronaldinho si fa parare il rigore dal portiere palermitano. Alla grande occasione gettata al vento corrisponde il forfait di Pato che lascia dolorante per Inzaghi. L'errore di Dinho o la prodezza di Amelia, inaugurano il gran finale del Palermo che assedia il Milan, incapace di oppore marcature ad hoc all'imperioso pressing rosanero. A salire in cattedra, oltre ad Abbiati, è Ambrosini, onnipresente e perfetto: ultimo baluardo che si sacrifica da leone. Ma l'ultimo squillo è di Ronaldinho. Punizione dal limite e palla che finisce sulla traversa, come dire che al funambolo di Porto Alegre le soluzioni facili non piacciono. Un po' come a Miccoli che al 5' della ripresa trova l'angolo giusto. Strepitoso il gol del leccese: una fiondata dal limite che si infila alla sinistra di Abbiati.
E' impressionante la capacità del Palermo di mantenere alto il ritmo, senza concedere allo stesso tempo nulla al Milan che cambia due uomini a centrocampo: Ambrosini e Flamini per Shevchenko e Emerson. Scelte ininfluenti. Non è azzardato definire i rossoneri del Barbera impalpabili e non pervenuti. Al 14' arriva infatti il meritato 2-0. Liverani verticalizza alla Pirlo e Cavani di testa infila imperiosamente alla Borriello. L'involuzione è totale e il Palermo staripa con Simplicio che infila al 35' il 3-0 di testa. L'orgoglio del Milan si chiama Ronaldinho: il brasiliano conquista da solo un rigore netto che trasforma al 38'. Ma è troppo tardi per riacciuffare un pari immeritato. Passa il Palermo; per il Milan ridimensionato, un k.o. clamoroso su cui meditare a lungo. Le reti sono state segnate da Miccoli al 50', Cavani al 59', Simplicio al 80' e Ronaldinho su rigore la 82'.

venerdì 28 novembre 2008

Entusiasmo Ronaldinho

Queste le dichiarazioni rilasciate questo pomeriggio dal fuoriclasse brasiliano, Ronaldinho, all'arrivo all'aeroporto internazionale della Malpensa, il giorno dopo il suo secondo gol in Coppa Uefa realizzato contro il Portsmouth:
Ronaldinho, sei contento di aver realizzato il tuo secondo gol su calcio di punizione?"Per me è una gioia. Sono molto contento di aver segnato su calcio di punizione perchè mi sto allenando molto e i risultati stanno arrivando.Cerco di mettere sempre in pratica quello che provo in allenamento e di essere sempre in forma in modo che le cose vadano bene."
Che differenze ci sono nel calcio italiano rispetto agli altri campionati?"Ogni campionato ha le proprie caratteristiche. Il calcio spagnolo è un campionato dove si gioca maggiomente con il pallone. Qui in Italia, invece, il gioco è più fisico, basato maggiormente sulla forza. Sono molto contento di poter giocare qui in Italia.
In passato ho avuto la possibilità di giocare in Spagna in una squadra ricca di grandi campioni, ma adesso al Milan mi sto divertendo molto perchè sono in un club che possiede molti giocatori forti.Per me è una gioia poter aiutare i miei compagni dando il mio contributo. Devo continuare ad allenarmi così, in modo da riuscire a realizzare altri gol e altri assist importanti per la squadra. Sto vivendo un bel momento.
Pensi che sia giunto il tuo momento di riscatto dopo le critiche rivucevute?"Arrivando qua speravo che le cose potessero andare bene, sono una persona positiva. La vita, comunque, è fatta così. E' impossibile stare sempre bene. Sono contento di aver iniziato questa stagione nel migliore dei modi dopo un anno brutto trascorso a Barcellona. Era la cosa più bella che mi potessi aspettare, ogni giorno vedo che le cose vanno sempre meglio.Qui al Milan mi sento un giocatore importante, esattamente come lo sono tutti i miei compagni."
Ti piacerebbe ricevere un altro Pallone d'Oro?"Per me la cosa più importante è riuscire a vincere titoli con il Milan, poi se questo riconoscimento mi verrà dato sarò certamente contento."
A dicembre ci sarà Juventus-Milan. Tra i bianconeri c'è Del Piero che come te realizza tanti gol su calcio di punizione. Senti questa competizione?"Del Piero è un idolo per me, non sento la competizione con lui. Lo seguo da molto tempo e lo reputo un grande campione. Per me la cosa importante è che il Milan possa continuare a giocare bene come sta facendo."

giovedì 27 novembre 2008

Pourtsmouth-Milan 2-2

Questa volta il pareggio non fa male. Il 2-2 con il quale il Milan esce da Fratton Park è il trampolino di lancio verso i sedicesimi di finale della Coppa Uefa con un turno di anticipo. Decisivi, nei minuti finali, Ronaldinho e Inzaghi che pareggiano le reti di Kaboul e Kanu, abili e cinici, pronti a sfruttare gli unici due errori della difesa rossonera.
Il Portsmouth, squadra di mezza classifica inglese, quando gioca in casa raccoglie il meglio di sé. Buoni numeri e buoni giocatori. Da James, nazionale inglese, a Crouch, che con il Milan ha conti in sospeso da quando giocava a Liverpool; anche se pesano le assenze di Campbell, Defoe e Diarra. Squadra corta quella inglese; classico 4-4-2, votato al pressing, con propensione al gioco sulle fasce. Bravo il diciannovenne Traoré, sempre pungente Kanu. Carlo Ancelotti oppone ai Pompey un moderato turnover. Ripesca Senderos in difesa, che gioca centrale con Favalli, ma, soprattutto, recupera Zambrotta da esterno destro. Gattuso non può mancare e Kakà gioca alle spalle di Inzaghi e Shevchenko.
Primo tempo veloce sotto una pioggia battente che sa di salsedine. Il Milan corre e chiude; riparte ed è pericoloso. Gli inglesi giocano un calcio scontato con la conseuta gragnuola di cross a cercare le torri. Crouch dilata il suo indice di errori, anche se ci mette il cuore. Inzaghi risponde con il cinismo che il mondo gli riconosce. Come il palo colpito all'11', dopo avere raccolto una palla schizzata dalla barriera su una punizione calciata da Sheva. Poi al 26', quando vede James fuori dai pali e confeziona un pallonetto che sfiora la traversa. Niente di più, eccezion fatta per i tentativi di Crouch, ma mai pericolosi.
Adams negli spogliatoi dà nuove disposizioni. Il Portsmouth, infatti, sfrutta di più la fascia sinistra, anche se il gol di Kaboul viene costruito sulla destra. Bravo Kanu a recuperare una palla e toccarla per l'accorrente Johnson che con un cross calibrato invita a nozze Kaboul: colpo di testa micidiale e Dida battuto, mentre Senderos resta immobile come una statua di legno intagliata nel Canton di Ginevra. E' il 17'. Ancelotti corre subito ai ripari: fuori Gattuso, dentro Seedorf, mentre è Mvuemba a sostituire Little fra i Pompey.
Evidente, comunque, l'affanno del Milan che deve fare gli straordinari in difesa. Senza filtro a centrocampo, poi, per il Portsmouth è festa. Alla squadra inglese va tutto bene ed è ancora una volta Johnson a trovare il varco nella difesa ballerina del Milan, dove sbuca Kanu, pronto a raddoppiare. Pato e Ronaldinho (fuori Kakà e Sheva) scuotono l'ambiente ed è proprio Dinho ad accorciare con una sontuosa punizione che James ricorderà per un pezzo. La rete è vitamina ed è un assedio costante. Così devastante da confondere le idee ai britannici che non escono più dalla loro area di rigore dove erigono un muro. Ma con Inzaghi anche i mattoni servono a poco. Zambrotta inquadra Superpippo che stoppa in area e come un fulmine batte James: 65° gol in Europa. Ricapitolando le reti sono state segnate al 62' da Kaboul, da Kanu al 73', ronaldinho al 86' e da Inzaghi al 93'. La storia continua.