sabato 28 marzo 2009

Milanisti in nazionale

Questi gli impegni dei rossoneri che si apprestano a disputare le gare valide per la Qualificazione ai Mondiali del 2010 con le rispettive nazionali in programma tra questa sera e domani:
ZAMBROTTA, PIRLO - Oggi, ore 20.45 al City Stadium di Podgorica - MONTENEGRO-ITALIA;
JANKULOVSKI - Oggi, ore 20.45 a Maribor - SLOVENIA-REPUBBLICA CECA;
SENDEROS - Oggi, ore 18.45 a Chisinau - Qualificazioni Mondiali 2010 - MOLDAVIA-SVIZZERA;
KAKA', RONALDINHO, PATO, THIAGO SILVA - Domani, domenica 29 Marzo a Quito - ECUADOR-BRASILE.
A scendere in campo con la maglia della propria nazionale, anche David Beckham, oggi alle ore 18.15, in una sfida amichevole: INGHILTERRA-SLOVACCHIA.

giovedì 26 marzo 2009

Galliani: "Ancelotti al Real? Non ci credo al 99,99%"

Con la primavera puntualmente spuntano le ipotesi di contatti ravvicinati tra il Real Madrid e l'allenatore del Milan Carlo Ancelotti. Ma Adriano Galliani non crede abbiano un fondamento le voci circa un incontro tra il candidato presidente Florentino Perez e il tecnicdo rossonero.
"Intanto non mi preoccupo visto che Ancelotti ha un contratto con noi, ma comunque non ci credo al 99,9% perché Florentino Perez continua a dire di essere un amico, una persona che non farebbe mai questa cosa senza dirmelo". In ogni caso, Galliani ha ribadito che qualsiasi mossa di mercato - compresi i rinnovi dei contratti - avrà luogo solo dopo il 31 maggio e comunque quando sarà certo che il Milan avrà il diritto di disputare la prossima Champions. "Ho detto - ha precisato Galliani - che tutto viene fatto dopo il 31 maggio e vale per tutto e per tutti. E poi Ancelotti ha il contratto anche per l'anno venturo. Ma anche per i giocatori in scadenza, ne parleremo a fine stagione".
Galliani ha poi parlato dell'infortunio di Kakà, che potrebbe fargli saltare le partite con il Brasile contro Ecuador e Perù: "Nessuna frattura, solo un po' di dolore. Speriamo che possa giocare. I rapporti con la nazionale brasiliana sono ottimali" ha concluso.

martedì 24 marzo 2009

Milan-Inter il 26 luglio a Boston

Si chiamerà "World Football Challenge" il torneo in scena a luglio negli States che vedrà protagoniste Milan e Inter, oltre a Chelsea e Club America. Una tournée a stelle e strisce molto affascinante per le due squadre milanesi, che si affronteranno anche in un succulento derby al Gillette Stadium, a Foxborough (a due passi da Boston) il 26 luglio. Presentazione dell’evento alla Espn Zone di New York, con Marco Branca e Umbero Gandini a rappresentare Inter e Milan; stupisce subito, però, il fatto che proprio la Grande Mela sia stata dimenticata come sede di una delle gare tra quattro club dal grande impatto mediatico anche negli States.
"Nessuna dimenticanza – assicura Michael Levine, presidente della CAA Sports, azienda che organizza l’evento – al Giants Stadium andrà di scena la Gold Cup in quel periodo, per cui siamo stati costretti, pur a malincuore, a escludere New York dalla manifestazione". Il Milan sbarcherà in California a metà luglio, giocherà al Home Depot Center contro i Galaxy il 19 luglio, come da accordi presi con la franchigia di LA nell’affare Beckham (“Non ci aspettiamo nessuna ostilità nei nostri confronti da parte del pubblico di Los Angeles – assicura il direttore organizzativo del Milan, Umberto Gandini – anzi voglio pubblicamente ringraziare i Galaxy e la Mls per il loro comportamento durante le trattative inerenti a David Beckham”), poi sfiderà il Club America ad Atlanta il 22 luglio (in uno stadio indoor, il Georgia Dome, rigorosamente però con il manto erboso), il Chelsea il 24 a Baltimore, per chiudere poi con il derby "bostoniano" il 26.
L’Inter, invece, dopo lo stage di Los Angeles (Mourinho sarà nella città degli Angeli questo week-end per prendere visione delle strutture) sfiderà il Club America allo Stanford Stadium di Palo Alto (un sobborgo di San Francisco) il 19, affronterà quindi il Chelsea il 21 al Rose Bowl di Pasadena per chiudere la sua avventura americana con il derby del 26. Tante partite, spostamenti stile Nba con cambi di fuso e di clima (dalle incognite meteorologiche dell’estate di San Francisco al caldo con livelli di umidità altissimi di Foxborough) ma sicuramente gli americani apprezzeranno. Il derby, poi, anche giocato lontano da Milano, ha un fascino tutto particolare.

domenica 22 marzo 2009

Napoli-Milan 0-0

Nel suo esordio al San Paolo Roberto Donadoni si deve accontentare ancora di un punto. Ma lo 0-0 con il Milan gli va stretto. Un Napoli così non si vedeva da gennaio. Gli azzurri, dopo un primo tempo timido, quando però segnano un gol valido con Hamsik, annullato per inesistente fuorigioco, salgono in cattedra nella ripresa e mancano due volte il gol con Zalayeta. L'esordio dell'ex c.t. al San Paolo non è fulminante, ma Donadoni può guardare con fiducia al futuro dergli azzurri che tengono sotto un Milan molle e poco convicente.
Con Grava e Mannini sulle fasce nel folto centrocampo a cinque; con Zalayeta preferito a Denis, Donadoni regala più potenza e tecnica alla squadra. Il tecnico del Napoli oppone al Milan un 3-5-2 molto elastico, in cui benedice la marcatura a uomo. Ancelotti lo aveva previsto, ma schiera lo stesso il suo inossidabile 4-3-1-2, dove il trequartista è Seedorf alle spalle di Inzaghi e Pato. Kakà va in panchina con Ronaldinho; utili in caso di emergenza.
In avvio è il Milan a fare la partita, ma si tratta soprattutto di possesso palla, utile per spezzare il pressing degli azzurri ben disposti in campo. Il Napoli fa girare molto la palla a centrocampo; il Milan opta per il possesso per spezzare il pressing azzurro. Si vede la mano di Donadoni che obbliga Lavezzi ad arretrare e infastidire Pirlo, Blasi a marcare stretto Seedorf, mentre in difesa è grande l'attenzione su Inzaghi, francobollato da Contini. Sul fronte rossonero Pato fa la differenza; anticipa che è un piacere e cerca spazi nello stretto. Soprattutto si tira dietro due difensori, subito raddoppiati dai centrocampisti. Ma il brasiliano è troppo solo per nuocere.
E' un Napoli prudente che bada a non scoprirsi e attendere il momento giusto per affondare. Sembra, anzi, che gli azzurri, siano poco consapevoli della loro potenziale forza, perché quando decidono di spingere in velocità mettono il Milan alle corde. Lavezzi, rispetto alle ultime prestazioni, sembra rinato. L'argentino cerca spazi e arriva al cross e quando può prova a cercare il gol. Al 37' il Napoli va in gol, ma la rete viene annullata per un inesistente fuorigioco di Hamsik che spinge in rete un colpo di testa di Zalayeta. Il Milan rallenta il ritmo bloccando il gioco sulla liena mediana. Ecco quindi che a fare la differenza sono giocatori di quantità come Flamini che si sacrifica e s'immola su ogni palla. Pari di Mannini, strepitoso punto di riferimento in fase difensiva come in quella offensiva.
Il Milan capisce che per fare punti deve giocarsela come il Napoli: aumentando il ritmo e pressando ferocemente su palla e uomo. Ma le marcature non permettono a Pato di saltare l'uomo. Ancelotti reclama accelerazioni; Seedorf non gliele garantisce ed ecco Kakà. COnstatato poi che Inzaghi non può fare i miracoli ogni domenica, lo sostituisce con Ronaldinho. Il tridente brasiliano potrebbe fare di più, ma i nuovo entrati non hanno ritmo nelle gambe. Semmai è il Napoli a mangiarsi le mani. Al 19' Hamisk mette davanti a Zalayeta la palla da spingere in rete; l'uruguaiano si avvita e mette a lato con la porta spalancata: incredibile. E' il Napoli spregiudicato voluto da Donadoni; che detta i tempi alla gara. Al Milan non resta che frenare, ma gli azzurri salgono di tono e sfiorano ancora con Zalayeta, stoppato due volte da Dida, poco dopo l'ingresso di Senderos per Favalli. Il Napoli ha capito di averne di più e sfrutta il macchinoso andirivieni di un Milan senza idee e forza fisica. Poco convincente anche con il "Ka-Pa-Ro", annullato dall'attenta difesa campana. Resta solo il tempo per assistere a una punizione maligna di Beckham parata da Navarro. La ciliegina per l'inglese, ancora una volta tra i migliori e ancora convocato da Capello.

giovedì 19 marzo 2009

Almeno due acquisti per far restare Ancelotti

Il domandone è: Ancelotti resta o se ne va? Ovviamente ammesso che conquisti la qualificazione in Champions League, obiettivo minimo della società, perché altrimenti il quesito nemmeno si pone: sarebbe la società, in quel caso, a salutare l'allenatore e a rompere il matrimonio che dura dal novembre 2001. Ma il punto, adesso che i rossoneri hanno infilato due vittorie consecutive e gara dopo gara stanno consolidando il terzo posto, riguarda la posizione del tecnico: che farà a fine stagione? Ancelotti ha un contratto fino al 2010, ma sappiamo bene che tra gentiluomini basta una stretta di mano per iniziare o concludere un rapporto, e non è dunque un pezzo di carta a decidere il destino. Il discorso da approfondire è sulle prospettive del Milan. Finora Ancelotti ha accettato tutto quello che il convento gli passava, imposizioni berlusconiane incluse: gli ultimi due casi riguardano Shevchenko e Ronaldinho, quando lui aveva espresso il desiderio di avere nel gruppo un attaccante abile nel gioco aereo e un forte difensore centrale. Dal 2001 a oggi l'allenatore rossonero ha sempre adattato le sue idee agli uomini che, di volta in volta, i dirigenti gli mettevano a disposizione. E, da perfetto aziendalista quale è, non ha mai protestato imputando al mancato acquisto di un giocatore una stagione finita malamente. Avrebbe potuto farlo, ma non lo ha fatto, così come avrebbe potuto alzare la voce in sede di campagna acquisti. Qualcuno imputa ad Ancelotti questo eccesso di buonismo nei confronti di Berlusconi, Galliani e Braida, però rientra nel carattere del personaggio: Carletto si ritiene un uomo della società e, pur non essendo d'accordo con certe scelte, ha sempre accettato le decisioni della maggioranza. Le cose, tuttavia, ora potrebbero cambiare. Anzi: cambieranno. Ancelotti non sembra più disposto a dire sì a una campagna acquisti che sarà, forzatamente, al risparmio. Alla società non ha chiesto la luna, ma almeno due rinforzi: un difensore centrale e un attaccante. Ovviamente di livello internazionale. I nomi? Alex del Chelsea come difensore, Adebayor o Eto'o per l'attacco. Con questi due elementi il Milan potrebbe fare il salto di qualità e lottare alla pari con tutti in Italia e in Europa. Se, però, questi acquisti non arriveranno (e sembra proprio che non rientrino nei piani rossoneri), allora Ancelotti potrebbe salutare tutti e andarsene. Al suo posto, Leonardo. Carletto lo aspettano tre squadre: Chelsea, Bayern Monaco e Real Madrid. La preferenza dell'allenatore va al Real. E magari potrebbe ritrovarsi ancora ad allenare Kakà.

mercoledì 18 marzo 2009

Galliani avverte: "Mercato esile ed esangue"

La crisi economica impone riflessioni. Guai, quindi, a parlare di investimenti e passi più lunghi della gamba. Adriano Galliani, amministratore delegato oculato, avverte così i tifosi del Milan: "Si aspettino - ha detto - un mercato estivo esilissimo, esangue, con scambi di giocatori, ma con pochissimo movimento di denaro, a parte poche società. Questo è più che sicuro".
Al suo arrivo in Lega, il vicepresidente rossonero, ha inoltre assicurato che l'infortunio di Abbiati non spingerà la società a cercare un sostituto tra i pali: "Assolutamente no, non cambiano i portieri neanche per l'anno prossimo. Negli anni scorsi con Dida e Kalac abbiamo vinto le Champions e il Mondiale per club, quindi andiamo avanti con loro e aspettiamo Abbiati".
IIn tema di mercato, si è tornato a parlare di Maxwell, il difensore latreale dell'Inter, in scadenza di contratto. Secca la risposta di Galliani: "Non parlo di Inter e dei suoi giocatori". Ma quando Ancelotti l'estate scorsa diceva che in ritiro avrebbe poututo esserci un giocatore che nessuno si immaginava, si riferiva a Ibrahimovic? "Con l'età - risponde con un sorriso Galliani - soffro un po' di amnesia...".
Deciso, invece, sull'ipotesi di una SuperLega europea. "Non esiste, noi siamo in contatto con i vertici europei e Platini e non ne abbiamo mai parlato. È solo una bufalona primaverile con leggero anticipo sul 1° aprile. Sono già stati venduti i diritti della Champions per i prossimi tre anni con questa formula, quindi è impensabile che cambi nulla, almeno per tre anni. Ho letto che noi saremmo tra i fautori e il Bayern Monaco invece il controaltare, ma non è vero, non abbiamo mai spinto".

domenica 15 marzo 2009

300 volte Inzaghi

Il Milan ha il miglior attacco del campionato. Esattamente 51 gol in 28 partite di campionato. Sette li ha firmati Filippo Inzaghi; cinque li ha messi in archivio nelle ultime due giornate di campionato. Ma rispetto alla prodigiosa tripletta all'Atalanta, la doppietta al Siena ha qualcosa di innaturale, perché voluta a tutti costi. SuperPippo oggi è sceso in campo al Franchi con un'idea fissa: segnare due gol per raggiunge i 300 gol segnati in carriera. Il bomber, toccato il traguardo, è corso a bordo campo e si è fatto passare una maglietta celebrativa con impresso a caratteri cubitali il numero in questione. Se l'era preparata, insomma, perché l'impresa se la sentiva addosso.
Ma subito dopo aver raggiunto lo scopo ha realizzato che si può far di meglio e quindi superare il nuovo tetto; cosa per altro sfiorata un paio di volte. Inzaghi l'immortale, Inzaghi l'highlander. Carlo Ancelotti dice che Pippo va di pari passo con le stagioni: quando arriva la Primavera sboccia. E sono dolori per tutti. "Mi sento un po' un bambino" ha detto al termine della gara, dopo essersi impossessato della palla magica che è valsa il record. Esattamente come domenica scorsa. "Mi sono preso il pallone" ha raccontato con un sorriso stanco e soddisfatto. "Oggi festeggio un traguardo che mi riempie d'orgoglio. I compagni delle varie squadre mi hanno aiutato, è anche un po' loro".
Poi fa un salto nel passato più lontano per rievocare la prima volta; in C1. Davvero singolare: "Il destino è incredibile: il primo l'ho fatto al Siena. Stamattina quando l'ho letto non me lo ricordavo. Non ci avevo fatto caso. Non è tutto, ma per un attaccante sono un bel traguardo 300 gol". Proprio così: traguardo raggiunto con chi gli era servito da trampolino di lancio. Indossava la maglia del Leffe il 20 dicembre 1992 quando gonfiò per la prima volta la rete. "Ricordo tutto come fosse ieri - spiega -. Partita importante per evitare la lotta retrocessione. In panchina c'è Mutti. E seduto accanto a lui ci sono io, 19 anni. Attacchiamo, ma niente, non si riesce a far gol. Al 72', dopo mezz'ora di riscaldamento, il mister mi fa entrare. Penso: 'Ho a disposizione 18 minuti per far gol'. Beh, me ne bastarono nove: gran botta da fuori area e palla all'incrocio...".
Col Leffe ne segnò 13. Poi arrivarono il salto in B e il Verona: 14 sigilli. Dal 1994 il ritorno nella sua Piacenza, sempre in B: 17 gol. Il passaggio al Parma nel 1995 esaltò il sio cinismo straordinario, perché la prima rete arrivo il 28 settembre 1995 in Coppa delle Coppe contro il Teuta Durres; ne seguirono altri 4. Nel 1996 passa all'Atalanta ed esplode: 25 reti in 33 partite. Il premio sono quattro anni alla Juventus con 57 gol in 120 gare. Da ricordare anche le litigate con Del Piero. Dal 2001 è al Milan, con cui ha messo a segno 64 gol in 156 presenze. Nei 300 sono compresi anche i 28 gol con l'Under 21 (3) e la Nazionale, 25.
Se li ricorda tutti a memoria e li ha catalogati sul suo pc. Tante emozioni e nessun dubbio: i gol più belli restano quelli di un'indimenticabile notte di Atene. "Una serata magica, due gol in una finale di Champions League...Sono quelli che non dimenticherò mai". E' intanto pensa al futuro, ragionando come un "vecchietto" in gamba. "Il Milan mi ha rinnovato il contratto per un altro anno" dice. Come dire: 300 è solo una boa. Re nelle coppe internazionali con 68 gol, adesso ha in mente uno scherzetto a Roberto Baggio: raggiungerlo a 318. Davvero un'impresa. Ma da Pippo puoi aspettarti di tutto.

Siena-Milan 1-5


La settimana delle belle notizie, dei recuperi di due tra gli infortunati rossoneri d'eccezione, Kakà e Ronaldinho, culmina con la trasferta di Siena. Partita ostica, su un campo difficile: i bianconeri davanti al proprio pubblico in questa stagione hanno perso due sole partite e ne hanno pareggiate 5. Particolarmente solida e compatta la formazione toscana che, sempre in casa, ha subito fino a questo punto 7 sole reti.
Mister Carlo Ancelotti non riserva sorprese dell'ultimo minuto e, per tentare di espugnare l'Artemio Franchi e mettere sempre più al sicuro un posto in Champions, schiera l'11 titolare atteso alla vigilia: Abbiati, Zambrotta (300 presenze in serie A), Maldini, Favalli, Jankulovski, Flamini, Pirlo, Ambrosini e Beckham nuovamente alle spalle (come contro l'Atalanta) della coppia Inzaghi e Pato. Impressionanti i numeri delle due punte rossonere: 12 gol in campionato per il Papero, due sole reti dalle 300 da professionista e dalle 110 con la maglia del Milan per Superpippo. Tre i Palloni d'Oro rossoneri in panchina: Shevchenko e, appunto, i recuperati Kakà e Ronaldinho che, fermi rispettivamente dal 7 e dal 19 febbraio, evidentemente non hanno ancora i 90 minuti nelle gambe.
Il tecnico bianconero Marco Giampaolo risponde con Curci, Zuniga, Portanova, Brandao, Del Grosso, Vergassola, Codrea, Barusso (e non Jarolim), Kharja, Maccarone e a sorpresa, al suo fianco, Calaiò. A disposizione, tra gli altri, Ghezzal e Amoruso. Galloppa squalificato.
A differenza di altre uscite stagionali in cui la difesa bianconera si è caratterizzata per il pressing alto, nei primi minuti il Siena sembra lasciare spazi alla manovra rossonera. E al 6' è Flamini ad approfittarne, inserendosi in area di rigore e trovando il contatto con la gamba di Kharja. Per il Signor Ayroldi è calcio di rigore tra le proteste dei tifosi toscani. Batte forte Pirlo, Curci intuisce ma non ci arriva. Vantaggio Milan.
Al 9' i rossoneri sono costretti a rinunciare a Christian Abbiati per un brutto infortunio al ginocchio subito in seguito a uno scontro fortuito con Favalli. Al suo posto entra Dida, all'esordio in campionato.
Il Siena reagisce: comincia a pressare con più intensità e cerca la via del gol prima con un bel destro al volo di Maccarone dal limite che però finisce fuori alla sinistra di Dida, poi con un colpo di testa di Calaiò che cerca l'incrocio dei pali ma termina alto sopra la traversa.
Al 37' ammonito Ambrosini per fallo su Kharja: diffidato, salterà la trasferta di Napoli. Il calcio di punizione battuto da Del Grosso viene bloccato con sicurezza da Dida.
Al 41' palla profonda di Zambrotta per Pato ma Curci anticipa il brasiliano. Al 45' Vergassola, pescato in area da Maccarone e pressato da Ambrosini, esplode un destro al volo che finisce alto.
Nei minuti di recupero, al 48', arriva il raddoppio del Milan grazie al micidiale fiuto del gol di Pippo Inzaghi: corner dalla sinistra battuto da Beckham, sinistro al volo di Superpippo nell'affollata area di rigore senese e... 299!
Squadre a riposo dopo un primo tempo in cui il Milan è bravo a concretizzare le poche occasioni da gol create e il Siena forse non merita il doppio svantaggio.
Nella ripresa, dopo oltre un mese di assenza, si rivede finalmente il campo Ricky Kakà che prende il posto di Ambrosini. E' subito bravo Ricky a far girare la palla e a far venire il mal di testa alla difesa senese.
Al 6' Calaiò va in gol, ma viene fermato in netto fuorigioco.
Al 10', dopo aver trascorso buona parte della partita nell'ombra, fantastico gol di Pato, frutto di un gran tiro dalla distanza che si infila a mezza altezza alla sinistra di Curci.
Tre minuti più tardi incredibile errore di Kakà, che sbaglia un gol a porta spalancata a due passi da Curci.
Il Siena non demorde e al 17' accorcia le distanze con Maccarone, che rispetta l'appuntamento con il gol contro il Milan con il quarto centro con la maglia bianconera contro Maldini & compagni: tiro angolato che si infila alla sinistra di Dida.
Al 26' l'apoteosi di Superpippo Inzaghi che raccoglie il suggerimento di Pirlo e infila sul primo palo il gol numero 300 della sua straordinaria carriera! Per festeggiare, sventola una maglia con il suo nome e, sulla schiena, la cifra tonda tanto sognata, voluta, che chiude un cerchio perfetto: il primo sigillo dei suoi 300 sigilli da calciatore, il 20 dicembre 1992, lo aveva segnato con la maglia del Leffe guardacaso proprio contro il Siena.
Negli ultimi 20 minuti di gioco c'è spazio ancora per una bella e per una brutta notizia: quella bella è il gol dell'1-5 firmato da Pato, che al 33' penetra in area, evita Curci in uscita e infila a porta vuota, confermandosi sempre più capocannoniere del Milan con 14 gol in campionato, 17 stagionali. Quella brutta, ma per fortuna non è niente di grave, è l'uscita dal campo di Kakà per una contusione al piede sinistro. Al suo posto Ronaldinho.
Al 40' il Siena cerca di rispondere alla goleada rossonera con Codrea, la cui conclusione è però sfortunata e si stampa sulla traversa.
Finisce 1-5 per il Milan: un altro passo verso l'Europa è fatto.

venerdì 13 marzo 2009

Ferguson: "Il massimo del calcio moderno è il Milan"

Sir Alex Ferguson ha rispolverato il dvd della semifinale di ritorno dell’anno scorso col Barça (0-0 al Camp Nou, 1-0 a Old Trafford), l’ha fatto a girare per un pomeriggio e ha deciso di farne la partita perfetta per l’evenienza. Parole sue: “La chiave fu la concentrazione. Questo è il Manchester più maturo di sempre, siamo cresciuti rispetto alla partita che perdemmo, per esempio con il Milan”. Che resta, inciso dello scozzese, “la migliore squadra del calcio moderno”. Poi c’è questa storia degli scontri con Mourinho, su 13 il baronetto della Regina ne ha vinto uno, ma avendo in casa 32 trofei ai numeri può anche voltare le spalle: “Con l’Inter sarà guerra tattica. La statistica su Mourinho? Dimostra che anche io posso sbagliare”. Per interrompere la striscia nera Sir Alex andrà all’assalto con giudizio, sa che prendere un gol può essere letale: 3 punte (Ronaldo, Berbatov e Rooney), ma col Pallone d’oro a fare il pendolo sulla fascia. Prima del match, Blatter consegnerà ai Red Devils il logo dei campioni del mondo da piazzare sulla maglia fino a dicembre.

giovedì 12 marzo 2009

Inzaghi: "Mi tengo il pallone"

Qualche usanza inglese inizia a prendere piede anche in Italia. Filippo Inzaghi, autore oggi di una tripletta contro l'Atalanta, come impone la tradizione della Premier League, si è portato a casa il pallone con cui ha punito i bergamaschi arrivando a quota 298 gol realizzati da quando gioca fra i professionisti. Nonostante l'età, 36 anni il prossimo agosto, e gli innumerevoli gol già alle spalle, lasciando lo stadio si è presentato nella zona interviste con il pallone sotto braccio, felice come un bambino: "Lo terrò a lungo - ha detto Inzaghi - e lo farò firmare dai miei compagni. È loro che devo ringraziare perché mi hanno aiutato tantissimo. Oggi Jankulovski, Pato e Zambrotta mi hanno messo tre assist d'oro e io sono stato solo bravo a finalizzare". Con gli ultimi sigilli il rossonero è sempre più di diritto fra i più grandi cannonieri del calcio italiano e non solo. Ma di sognare non smette mai: "Mi piacerebbe tantissimo arrivare a 300 segnando ancora a San Siro, perché il gol qui, e le triplette in particolare, hanno un sapore tutto speciale". Il segreto della sua longevità? "Io mi diverto ancora e le gambe girano bene - ha spiegato - e, a 36 anni, ritagliarmi ancora giornate come questa è motivo di grande soddisfazione. E poi oggi faceva abbastanza caldo, e il caldo mi aiuta. Purtroppo giochiamo solo una volta alla settimana, ma così abbiamo il tempo per preparare le partite con calma". E sulla partita di oggi ammette: "Il punteggio non è giusto. Abbiamo sofferto parecchio, abbiamo regalato una bella giornata ai nostri tifosi, ma forse il 3-0 è eccessivamente rotondo". A chi gli ricorda le dichiarazioni di Josè Mourinho (che ha sottolineto come il Milan finirà la stagione con 'zero titoli'), lui risponde orgoglioso: "Noi dobbiamo pensare a tutto quello che abbiamo fatto in questi anni...".

domenica 8 marzo 2009

Milan-Atalanta 3-0

L'allievo Pato e il maestro Inzaghi. Per riprendere a correre il Milan si affida ad una coppia collaudata: il professore del gol libero di muoversi in area e il fenomeno brasiliano leggero e spietato a girargli attorno. Su queste solide certezze, nonostante le numerose assenze, il Milan dichiara battaglia all'Atalanta.
E se poi mancano Kakà, Seedorf e Ronaldinho ecco che nel giorno dell'ufficializzazione della sua permanenza al Milan David Beckham non solo da equilibrio e copertura, ma si mette pure a fare il mago.
La partita infatti si apre con le continue intuizioni dell'inglese alle spalle delle punte, passaggi e cross calibrati che costringono la linea difensiva bergamasca alla massima tensione.
La gara si apre subito in discesa per i rossoneri che proprio da un cross morbido dell'inglese all'8' di gioco creano i presupposti per il vantaggio. Il pallone scodellato in area da Beckham viene infatti gestito da Zambrotta veloce a mettere in moto Jankulovski, il ceco crossa basso e Inzaghi è subito puntuale a trasformare in gol la prima vera azione offensiva della gara. Per Pippo è il gol numero 296 tra i professionisti.
Dopo il fulmineo vantaggio il Milan inizia a fare i conti con l'organizzazione bergamasca. La squadra di Del Neri infatti gioca molto bene palla a terra e al 28' Guarente, servito di sponda da Padoin, chiama Abbiati al primo grande intervento.
L'Atalanta priva dei gioielli Doni e Floccari non disdegna di attaccare gli spazi e di portare pressione alla linea milanista. L'obiettivo di Del Neri è quello di far correre gli esterni tecnici e veloci Fereira Pinto e Valdes per mettere in moto la torre Plasmati.
Il disegno tattico trova la sua giusta collocazione al 35' quando Cigarini serve sul secondo palo Plasmati libero di colpire di testa. Abbiati ancora una volta è chiamato al miracolo.
Il Milan dopo i primi buoni 15 minuti di gioco è in difficoltà. Plasmati al 40', ancora una volta, sfugge al radar della difesa milanista e colpisce di testa su un perfetto cross trovando ancora l'opposizione di Abbiati.
Il primo tempo si chiude con una magia di Beckham che con un perfetto lancio trova Pato in profondità ma il brasiliano viene stoppato da Consigli.
Nella ripresa è ancora l'Atalanta a rendersi maggiormente pericolosa. I bergamaschi infatti orchestrati da un ottimo Cigarini in mezzo al campo costruiscono più gioco rispetto al Milan che si affida alle potenziali giocate delle proprie individualità. Carlo Ancelotti chiama spesso David Beckham a giocare maggiormente il pallone mentre al 19' Ferreira Pinto sfiora il pareggio con un bel diagonale che esce di poco alla destra di Abbiati.
Il Milan tuttavia, nonostante continui ad abbassarsi pericolosamente, può contare sempre e comunque sul prioprio professore del gol. E' ancora Filippo Inzaghi infatti al 27' a sfruttare un perfetto assist di Pato e portare a due i gol rossoneri e a vedere sempre più viciono il traguardo dei 300 gol tra i professionisti.
E Inzaghi si sa, non conosce limiti, come spesso ha saputo fare nel corso della propria carriera è lui a prendersi il Milan sulle spalle nei momenti di difficoltà. La terza rete che arriva al 31' anche grazie all'altruismo di Zambrotta è il giusto premio per un attaccante fenomenale, autentico totem di questo Milan.

venerdì 6 marzo 2009

Maldini: "Il Milan ha vinto 5 volte più di Mourinho"

Le ginocchia sono un po’ così. Fanno male la mattina da tanto tempo, e se Paolo Maldini ancora gioca è perché neppure il principio di artrosi raffredda la passione. Le ginocchia fanno male, ma l’orgoglio è intatto anche se gli avversari saltano più in alto o se i tifosi protestano. Maldini però non è mai stato il tipo che si tira indietro davanti agli argomenti che bruciano. E di certo brucia un po’ l’argomento Mourinho, che senza mezzi termini ha detto: "Non si parla tanto del Milan con tanti giocatori di mentalità vincente, che finirà la stagione con zero titoli".
"Non voglio alimentare il botta e risposta con Mourinho, che fra l’altro mi sembra sia stato pesante soprattutto con la Juve", dice il difensore. "Dico soltanto che non credo che gli convenga metterla sul piano dei trofei vinti. Per quel che mi riguarda, nei miei anni di Milan, per una cosa che può aver vinto lui io ne ho vinte cinque". Neanche questa volta, insomma, Paolo si è nascosto dietro i no comment.
Ma il momento per il Milan è difficile, e non per gli zero titoli pronosticati esattamente da Mourinho per questa stagione. Il Milan trova l’Atalanta a San Siro e anche questa volta è una partita fondamentale: lo scorso anno, in marzo, vinsero i bergamaschi 2-1 e fu proprio Maldini a accorciare le distanze. In questa stagione, all’andata, il Milan ha trovato il successo con un po’ di fortuna, e anche la fortuna servirà domenica a una squadra dimezzata da contusioni, infiammazioni e interventi chirurgici.
Mercoledì, dopo la partita con l’Al Sadd, il Milan ha subito ripreso la strada di casa, ma è stato un rientro turbolento: l’aereo ha ballato parecchio e la stanchezza della notte ieri pesava nelle gambe più di quella per una partita morbidissima giocata da tutti i convocati di Ancelotti. Soltanto Flamini è rimasto in panchina per un lieve affaticamento muscolare. Di questi tempi, Ancelotti deve stare attento a preservare i sani. Per cercare di avere più chance possibile di non finire a zero titoli e pure fuori dalla competizione più desiderata. La prossima Champions, naturalmente

giovedì 5 marzo 2009

Semplicemente Pato

Ha segnato anche a Doha. Non lo fermano davvero più. Da quando gioca nel Milan, è trascorso poco più di un anno (era il 13 gennaio 2008...) dalla sua prima partita ufficiale in rossonero, Alexandre Pato ha segnato 24 gol in partite ufficiali in 415 giorni. E' vero che fra Campionato, Champions League e Coppa Uefa, le sue presenze ufficiali sono 51, ma se si calcolano i minuti effettivamente giocati (3324) le partite intere giocate dal talento di Pato Branco sono 37. Una media superiore, quindi, la sua, al gol ogni due partite.Alexandre Pato in questa stagione ha segnato 15 gol: otto a San Siro contro Zurigo, Lazio, Wolfsburg, Udinese, Fiorentina, Inter e Werder Brema, sette in trasferta contro Reggina, Torino, Juventus, Roma, Lazio e Sampdoria. La sua crescita era quindi attesissima. Quelli della scorsa stagione, dunque, non erano solo germogli, episodi fini a sè stessi. Tutto ciò di cui si era accorto il Milan dal settembre al dicembre del 2007, quando Patinho si allenava e basta, non era gomma da masticare, non era retorica fine a sè stessa. Il 2008, e i primi sussulti del 2009, parlano chiaro: Pato ha avuto a disposizione nel Milan undici mesi di calcio italiano, da gennaio a maggio e da settembre ad oggi. In questi mesi ci sono stati un paio di infortuni (il più lungo da smaltire quello alla caviglia a Firenze a inizio febbraio) e il giro del mondo fatto in occasione delle Olimpiadi e delle varie convocazioni per la Nazionale brasiliana. Bene, in questi undici mesi netti di calcio vacanze escluse le cifre sono nitide: 9 gol in campionato da gennaio a maggio, 12 in campionato più 3 in Uefa da settembre ad oggi. In totale fanno 24. Più i due gol in Nazionale brasiliana: squadra "A" a Londra contro la Svezia e Olimpica in Cina contro la Nuova Zelanda, cui si aggiungono altri 2 gol in amichevole con la maglia rossonera: a Febbraio contro i Rangers e ieri a Doha contro l'Al Sadd.

mercoledì 4 marzo 2009

Al Sadd-Milan 1-2

E' terminata 2-1 a favore dei rossoneri la quarta amichevole del 2009 del Milan sul campo dell'Al Sadd al Passim Bin Hamad Stadium di Doha. Rossoneri in vantaggio al 27' con la rete di Alexandre Pato poi i padroni di casa al 37' trovano la rete del pareggio con Mohammed Golam, ma la risposta del Milan è immediata al 38' Luca Antonini risponde subito alla rete dell'Al Sadd e fissa il risultato sul definitivo 2-1. Carlo Ancelotti schiera Abbiati tra i pali; in difesa Antonini e Favalli sulle fasce con Maldini e Thiago Silva centrali. Centrocampo a quattro con Beckham, Emerson, Cardacio, Jankulovski; in attacco Pato e Shevchenko.
A disposizione del tecnico rossonero: Dida, Bonera, Darmian, Mattioni, Senderos, Zambrotta, Flamini, Pirlo, Viudez, Inzaghi.
Questa invece la formazione schierata dal tecnico dell'Al Sadd, Musovic: Saqr; Majed, Hibrahim, Felipe, Rabih, Abdurab; Feindouno, Agyman, Ibrahim, Al-Hamed; Rashid, Ayil.
Al 10’ Beckham verticalizza per Pato, ma la difesa dell’Al Sadd è brava e chiudere lo spazio al brasiliano e a ripartire.Il Milan insiste e prova a rendersi ancora una volta pericoloso con un altro lancio in avanti dell’inglese per Shevchenko ma l’ucraino viene fermato in posizione di fuorigioco dal guardalinee.Risposta immediata dei padroni di casa con Feindouno che prova la conclusione da posizione ravvicininata, ma il suo sinistro termina a lato. Al 15’ è ancora il numero dieci dell’Al Sadd che servito da Agyman scarica il destro dalla distanza, la palla termina alla destra dello specchio della porta.Al 16’ Ancelotti effettua la prima sostituzione inserendo Daniele Bonera per Paolo Maldini. Sono poi i rossoneri ad attaccare: prima al 26’ una bellissima giocata di Pato sulla sinistra che si libera degli avversari e penetra in area, ma il passaggio per Sheva a destra viene anticipato dai difensori dell’Al Sadd. Al 27’ il Milan trova la rete del vantaggio ancora una volta con Pato: Emerson effettua un passaggio filtrante in avanti per Sheva che serve Pato libero alla sua destra e il brasiliano porta il Milan in vantaggio. E' l'1-0.Risposta immediata dei padroni di casa che vanno vicino al pareggio con Agyman in scivolata, ma la sua conclusione esce di poco. Al 31’ Thiago Silva commette fallo su Agyman e l’Al Sadd conquista un calcio di punizione dal limite dell’area. Sul punto di battuta il capitano Jafal Rashid che ci prova di destro, ma la conclusione sorvola di poco la traversa.Al 34’ anche il tecnico Musovic opta per il primo cambio inserendo Golam Mohammed per il capitano Jafal Rashid. Ed è proprio il neo entrato a trovare la rete del pareggio al 37’. Ed è l'1-1.Risposta immediata del Milan che trova la rete del 2-1: perfeta triangolazione tra Antonini e Jankulovski, il ceco serve Antonini lasciato libero davanti alla porta e riporta i rossoneri in vantaggio con il suo sinistro. Il Milan insiste: al 40’ è David Beckham a provare la conclusione di destro dalla distanza, ma il tiro è centrale e il portiere Saqr non ha nessun problema a bloccarla. Al 42’ i padroni di casa cercano la rete del pareggio, ma Abbiati è bravo e blocca un tiro-cross di Feindouno da destra.Il primo tempo termina così 2-1 a favore dei rossoneri.
Nella ripresa tanti i cambi effettuati da parte di entrambi i tecnici.Ancelotti inserisce Dida per Abbiati; in difesa Darmian e Senderos al posto di Antonini e Bonera; a centrocampo Beckham Cardacio e Jankulovski lasciano il posto a Mattioni, Pirlo e Zambrotta, davanti Pato è uscito per Inzaghi. La ripresa inizia subito a favore dei rossoneri che si rendono subito pericolosi al 48’ con Thiago Silva che sfiora il gol da distanza ravvicinata. Ancora gara a trazione-Milan: al 54’ Inzaghi viene atterrato al limite dell’area e conquista una punizione che poi Pirlo non riesce a realizzare su calcio piazzato. La gara prosegue poi a ritmo più blando rispetto al primo tempo.Al 60’ Ancelotti inserisce Viudez a centrocampo per Emerson. Il Milan prova ad attaccare dalla sinistra con Sheva che tenta lo scambio al limite con Zambrotta, ma il numero 15 rossonero viene fermato dai difensori avversari.Al 63’ Pirlo verticalizza per Inzaghi che aggancia al limite dell’area e riesce a insaccare alle spalle di Saqr, ma la rete viene annullata per fuorigioco. Al 68’ l’Al Sadd è vicino al pareggio con Hassan Al Haiduss che prova la conclusione di destro, Dida tocca il pallone, ma è poi Senderos a salvare il risultato con uno splendido intervento sulla linea della porta. Al 74’ Viudez scatta sulla sinistra e ci prova, ma la sua conclusione termina fuori dallo specchio della porta.All’83’ Favalli dalla sinistra crossa in mezzo per Sheva, ma l’ucraino non riesce ad agganciare bene di sinistro e l’Al Sadd recupera il pallone ripartendo in contropiede.Il Milan in avanti ancora all’86’ con Shevchenko che prova a scambiare al limite con Inzaghi, ma la difesa dei padroni di casa intercetta e riparte. All’88 Mattioni non riesce ad approfittare di un errore del neoentrato portiere Zaidane che in uscita non blocca il cross di Sheva. L’ultima azione interessante della sfida è la risposta immediata dell’Al Sadd con il tiro dalla distanza di Nasser Nabel, Dida in tuffo salva il risultato deviando in angolo, ma dalla bandierina i padroni di casa non si riescono a rendersi pericolosi.La gara termina così con il successo della squadra di Ancelotti per 2-1 che ha dimostrato di saper gestire bene il risultato nel secondo tempo.

domenica 1 marzo 2009

Sampdoria-Milan 2-1

La Sampdoria, con la spietatezza di un killer, supera a Marassi quel che resta del Milan. Un 2-1 che regala tre punti meritati e continuità ai blucerchiati, nonostante la precarietà dei rossoneri, affondati dai gol di Cassano e Pazzini, tenuti per pochi minuti in vita dal consueto gioiellino di Pato. Ma andate a raccontare a Walter Mazzarri dei problemi del Milan. Risate a parte, il tecnico della Sampdoria risponderà che la sua classifica deficitaria vale cento infortuni. Quindi ai rossoneri oppone il consueto robusto centrocampo a cinque, con Pazzini e Cassano punte, perché anche senza i suoi funamboli il Milan vale due spanne di più. Carlo Ancelotti intanto recupera in extremis Seedorf, ma in condizioni davvero dubbie. Le ferite di Coppa Uefa sono ancora aperte; il pari con il Werder gli ha lasciato in eredità anche il k.o di Ambrosini che aggiunto a Kakà, Gattuso, Nesta, Borriello, Kaladze e Ronaldinho, apre voragini in ogni settore.
Ma dignità e orgoglio servono a ben poco, quando mancano fantasia, gioco e, soprattutto, una spalla valida per il volenteroso Pato. Nel primi 45 minuti la solitudine del brasiliano è la costante. Cercato senza sosta dai magnifici traversoni di Beckham, il bomber è chiuso sistematicamente da Lucchini e Accardi che non gli concedono nulla. Fino al gol dei blucerchiati, i rossoneri tutto sommato tengono bene esaltando un possesso palla che ha fatto scuola. La Samp, invece, agisce sulle fasce per poi concentrare il gioco su Pazzini e Cassano su cui si sacrifica Flamini, tra l'altro autore dell'unico tiro pericoloso dei rossoneri verso la porta di Castellazzi. Il pari, tutto sommato, sintetizza la gara, ma quando gioca il Milan occorre fare i conti con gli episodi. Al 33', infatti, sulla palla inattiva di turno la difesa rossonera va in bambola e sulla sponda di Raggi, Cassano infila di testa. Abbiati respinge poco dentro la linea di porta e va a protestare, convinto di avere salvato nello spazio utile.
Rabbiosa la reazione del Milan che comunque non cava un ragno dal buco, andando a sbattere sull'organizzazione difensiva della Samp. Ancelotti colto dalla disperazione apre la ripresa con Inzaghi al posto di Antonini. Idea che comporta il passaggio al 4-3-1-2, con Jankulovski arretrato in difesa e Seedorf alle spalle della coppia Inzaghi-Pato. Preme il Milan, ma di rimessa i blucerchiati giganteggiano. Così al 6' arriva il raddoppio. La magia è di Cassano che vede un varco per Pazzini sulla linea di fondo. L'ex viola piomba come un falco, evita Bonera e l'entrata in scivolata dell'imbarazzante Senderos, e batte Abbiati da posizione defilata. L'incolpevole Ancelotti, constatata la pochezza della sua difesa, toglie Jankulovski per Favalli, fiutando, chissà, il tracollo.
Il due a zero spiega infatti le ali alla Samp che esalta tutti i lati negativi di questo povero Milan. Preso in contropiede la squadra rossonera fatica a dismisura, per poi perdere lucidità nella fase di rilancio. Beckham, sparito nel secondo tempo, lascia a Emerson. I rossoneri spingono, sfruttando il calo fisico della Samp e accorciano. Ovviamente con Pato. Il dodicesimo gol del brasiliano è di testa su assist di Favalli. La rete, anche se arriva al 35', carica il Milan che va ancora in gol con Emerson, ma in fuorigioco. Dignità e orgoglio adesso fanno la differenza, ma è troppo tardi per gabbare una Samp che mette sul terreno di gioco cuore e passione e che giustamente si porta a casa i tre punti.