giovedì 30 aprile 2009

La serie A va avanti da sola

I club di A hanno deciso di dividersi dalla B e di costituire la Lega Serie A. Il manager incaricato di avviare il nuovo organismo sarà Maurizio Beretta. A questo punto la gestione del processo di separazione potrebbe essere affidata a un commissario.
"Abbiamo fatto una nuova lega di A", ha anticipato Maurizio Zamparini, il primo dei presidenti di Serie A a lasciare via Rosellini dopo l'ennesimo nulla di fatto nell'assemblea di oggi. "Soddisfatto? No, ma era necessario", ha aggiunto il numero uno del Palermo. A chiedere la separazione dalla B sono state 19 società di serie A, tutte ad esclusione del Lecce.
"Diciannove società di serie A hanno oggi deliberato di costituire la 'Lega calcio serie A, conferendo a tale scopo mandato al dottor Maurizio Beretta". "Sono onorato di mettermi al servizio delle società per guardare in una logica europea e internazionale in un settore nel quale abbiamo straordinarie potenzialità di risultati - ha detto Beretta -. Le prossime mosse? Il mandato è chiaro, iniziare a fare i passi necessari per costituire una Lega di A, ci sono vari aspetti da seguire e curare. Il meccanismo avrà i suoi tempi nei prossimi 12 mesi. Chiederemo un confronto in tempi con il sottosegretario (alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, ndr) Crimi, secondo le sue raccomandazioni odierne sugli stadi di proprietà". "Se vado a fare una cosa diversa rispetto a quella per la quale mi ero presentato? Non mi ero presentato come presidente, erano stati fatti degli incontri con i rappresentanti dei club per mettere a punto al meglio le esigenze delle squadre. Bisogna costruire e implementare in programma nel quale le società abbiano un ruolo determinante. Poteva esserci un'ipotesi diversa, quella di lavorare per più squadre, dopo le decisioni di oggi lo farò per meno squadre, interpretandola come un'attività di servizio".
"Si comincia a lavorare da adesso perché questa lega di serie A sia operativa dal 1° luglio 2010". Lo ha detto l'a.d. del Milan Adriano Galliani lasciando la sede della Lega calcio e annunciando che "abbiamo informato il presidente federale Abete di ciò che è successo e ora starà alla Federcalcio, a partire da martedì, fare quello che riterrà più giusto". A questo punto "è quasi sicuro che si vada verso un commissariamento, perché sicuramente non verrà eletto nessun presidente fra venti giorni", ha aggiunto Galliani spiegando che nella nuova lega non avrà alcun ruolo ("ho già dato"). "L'anno prossimo non ci sono problemi particolari perchè ci sono gli accordi per la mutualità, sia all'interno della serie A, sia tra A e B. Poi dal 2010 ci sarà una lega di A, una di B e una di C".
Il vicepresidente della Lega per la serie B, Gianfranco Andreoletti, e i consiglieri di Lega della stessa B hanno emesso un comunicato per esprimere "il proprio profondo dissenso sia per la sostanza sia per le modalità con le quali è stato realizzato un progetto evidentemente già da tempo preparato e si è riservata di far valere vigorosamente nelle sedi istituzionali le ragioni del calcio professionistico che non si riconosce negli interessi dei grandi club".
Per risolvere la scissione in atto in Lega Calcio dovrebbe intervenire il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Se lo augura il presidente della Lega Antonio Matarrese, al termine di una giornata che lo ha amareggiato. "Mi auguro che qualcuno molto sopra di noi, impegnato nella gestione dei problemi del Paese, dia uno sguardo al nostro calcio", ha detto Matarrese riferendosi a Berlusconi. Per il presidente della Lega, il comunicato con cui la serie A ha annunciato le proprie intenzioni "è stato scritto con rabbia e non con saggezza: per me è una pugnalata al cuore, una reazione che la serie A ha avuto scoprendo che al suo interno non c'era compattezza, altrimenti non avrebbero disturbato il dottor Beretta. Qualcuno ha interessi che cozzano con quelli di tutta la Lega". Matarrese fa i complimenti ai dirigenti di serie B che "con la loro signorilità e compattezza hanno frantumato i sogni di qualche collega collega di serie A. Chi? Sarei scemo a dirlo. Che tristezza mi fa questo calcio che pure quando arriva in paradiso ha la forza di scendere all'inferno", si sfoga Matarrese, che nel frattempo resta al suo posto. "Nessuno mi ha esautorato, per ora, e continuerò a lavorare perchè la Lega è una macchina che non si può fermare». Per il futuro, Matarrese non esclude un ruolo da commissario "non sarei incompatibile".

Galliani: "Torneo chiuso"

I se e i ma. Il gol di mano nel derby, che secondo Adriano Galliani e Silvio Berlusconi è stato decisivo nella rincorsa del Milan sull'Inter, e i rigori assegnati al Milan con eccessiva benevolenza, come sottolineato da Moratti. Per dirla alla Mourinho, una questione di dettagli, insomma.
Ma sul contestato derby di ritorno, terminato a favore dei nerazurri con il discusso gol incriminato del brasiliano, ci ha pensato Clarence Seedorf a metterci una pietra sopra, rispondendo con sincerità alla domanda di uno dei 400 bambini che stamani ha incontrato a Milano per il progetto "Milan per la scuola - tutti i colori del gioco". "La fortuna nel calcio esiste - ha affermato l'olandese - ma nel derby l'Inter ha fatto qualcosa meglio di noi, che avevamo dato il massimo".
Come dire che "il campionato è chiuso", lo dicono i sette punti di vantaggio dei nerazzurri, ma anche Adriano Galliani. Sul finale di campionato il numero due di via Turati ha spiegato che "indipendentemente da quanti punti farà il Milan, l'Inter ne farà assolutamente più di otto. Non ci sono analogie con la rimonta del '99 perché quella era cominciata prima". Galliani è ritornato sul futuro di Carlo Ancelotti, uno dei temi più dibattuti del momento. Argomento riacceso ieri da Silvio Berlusconi che non nasconde l'idea del rinnovamento, come accadde con gli avventi di Arrigo Sacchi e poi Fabio capello alla guida del Milan. L'a.d., invece, è andato controcorrente: "Chi siederà la prossima stagione sulla panchina del Milan? Ancelotti. Con il presidente ci parlo quasi ogni giorno e come dico sempre, si parla alla fine del campionato. C'è un rapporto meraviglioso con Carlo, nella buona e nella cattiva sorte".
Chi crede alla conferma del tecnico è Alexander Pato, reduce dalla maxi rapata alla Ronaldo. "Penso che resterà con noi e vinceremo molti scudetti, perché è felice di essere al Milan - ha detto l'attaccante brasiliano -. Lo scudetto? Mancano cinque partite, il Milan sta facendo del suo meglio e continuerà a farlo. Vogliamo tornare in Champions e poi alla fine vedremo chi ha vinto e chi no".

martedì 28 aprile 2009

Kaka: "Dobbiamo crederci"

In serie positiva da sette gare e reduce da quattro vittorie di fila, il Milan comincia a pensare che recuperare gli ultimi sette punti sull'Inter a cinque giornate dalla fine non è impossibile. "Finchè la matematica ce lo permette, dobbiamo crederci - dice Ricardo Kakà al sito globoesporte.com - Ma non dipende solo da noi. Pensiamo comunque a fare la nostra parte che è vincere tutte le partite che mancano".
Certo, i rimpianti non mancano visti i tanti punti persi per strada che avrebbero permesso magari al Milan di trovarsi oggi molto più vicino ai cugini nerazzurri. "Il nostro maggior problema in questa stagione sono stati i numerosi infortuni - sottolinea Kakà - Non parlo solo dei miei ma di tutti quelli della squadra. Se avessimo avuto tutti i giocatori a disposizione, saremmo riusciti a ottenere grandi risultati".

domenica 26 aprile 2009

Milan-Palemo 3-0

L'operazione Europa del Milan regala nuovi numeri agli amanti della statitisca. Innanzitutto il gol di Filippo Inzaghi, che segna di testa e raggiunge quota 305 nel conteggio totale e 150 in serie A. Attorno le due reti dal dischetto del rigore di Kakà (guarda la sintesi). Il 3-0 con cui i rossoneri annientano il Palermo, confermano la potenza in attacco (il migliore della serie A con 62 centri) dell'armata rossonera che stacca in classifica la Juventus. Ma a impressionare ancora di più è il cinismo del Diavolo, abile ad addormentare il gioco e punire l'avversario sfruttando il minimo errore.
Pato non c'è. Ma quando puoi contare su un giocatore come Filippo Inzaghi, puoi rinunciare anche ai fuoriclasse. Carlo Ancelotti fa bene a insistere sul suo super bomber che schiera come punta unica davanti a Seedorf e Kakà. E poiché gli era piaciuta da morire l'idea Flamini alla destra della difesa ecco pronta la conferma per il francese, con Zambrotta spostato a sinistra. L'ottimo Ballardini, che è sceso a San Siro per far vedere di che pasta è fatto il suo Palermo, non bada a tatticismi: schiera il 4-3-1-2 e mette Simplicio alle spalle di Cavani e Miccoli. Per la prima volta deve però rinunciare per forza a Carrozzieri, risultato positivo alla cocaina.
L'avvio, infatti, è più rosanero che rossonero, anche se è netta la sensazione di un Palermo fisicamente a posto, ma molto fumoso quando di stratta di colpire a fondo. E il Milan che è composto da marpioni non può che approfittarne. Nel contropiede, infatti, la squadra di Ancelotti sfrutta classe e furbizia, per poi ritrovarsi tutto sommato, inaspettatamente in vantaggio. Accade al 10', quando Ambrosini subisce un'entrata poco dentro l'area di rigore. Rizzoli non ha il minimo dubbio. Sul dischetto va Kakà che infila nell'ultimo centimetro a disposizione, alla sinistra di Amelia.
Il Milan giochicchia e il Palermo attacca. Ma sono i rossoneri a raccogliere i frutti, gestendo il possesso palla e le improvvise ripartenze. Come quella di Ambrosini che coglie la capoccia doc del professor Inzaghi, in arte Pippo, ancora in gol. Insomma, strada spianata per i rossoneri che gestiscono il doppio vantaggio a discapito di un Palermo che appare confuso.
E Ballardini, orgoglioso e infastidito, riparte nella ripresa con un tridente d'attacco, rinunciando a Nocerino per Hernandez. Idea rischiosa e squadra sbilanciata. Che affonda dopo soli tre minuti di ripresa per l'espulsione di Bovo per doppia ammonizione; inevitabile dopo un netto fallo su Kakà. I rosanero sbandano ed escono definitivamente dai giochi, allorché Kjaer frena la corsa di Kakà verso Amelia. E' ancora rigore. Questa volta il brasiliano opta per il destro potente e centrale: imparabile. Esce Miccoli per il georgiano Mchedlidze; anche Amelia per Ujkani. Ancelotti cambia Inzaghi e Seedorf con Shevchenko e Ronaldinho. Avvicendamenti accademici, più utili al morale dei due nuovi entrati che alla causa. Ininfluenti perché la partita non ha più senso. Il Milan che si fa largo nell'Europa non si ferma più.

sabato 25 aprile 2009

Bilancio 2008 approvato

Le Assemblee degli Azionisti di A.C. Milan S.p.A., Milan Entertainment S.r.l. e Milan Real Estate S.p.A. hanno approvato ieri i rispettivi bilanci dell’esercizio 1/1-31/12/2008. Inoltre, è stato presentato il bilancio consolidato in ottemperanza alle vigenti disposizioni introdotte dal manuale Licenze UEFA.

Il fatturato consolidato del gruppo Milan è pari a 237,9 milioni di euro.Il risultato consolidato è pari a 66,8 milioni di euro di perdita, causata prevalentemente dalla mancata partecipazione alla Champions League 2008/09.

Il Milan, per primo in Italia e in Europa, pubblica il “bilancio tecnologico” sul sito http://www.acmilan.com/

I singoli dati di bilancio saranno disponibili in una versione web interattiva e dinamica con note analitiche di approfondimento.

Ancelotti: "Ho ancora un anno di contratto"

"Se non vado a Londra non è colpa del mio inglese. Beckham pensasse agli affaracci suoi...". Carlo Ancelotti ci scherza su, ma alla fine ribadisce: "Ho un altro anno di contratto al Milan, poi si vedrà- dice il tecnico rossonero- Ieri ho letto che avrei firmato per il Chelsea. A me non risulta, come non risulta ci siano state richieste vere da parte di qualcuno. Io non ho mai incontrato nessuno. Carta canta. Se ne parla solo l'anno prossimo. E anche il Chelsea sa che io ho un altro anno di contratto qui al Milan. Per il futuro poi si parlerà con la società. Sono decisioni che si prendono insieme. Si troverà un accordo. Però non è il caso di quest'anno. Se ne è parlato e scritto tanto. Ma io ne ho parlato anche con la società e per noi è tutto molto chiaro". Tutto rimandato quindi alla scadenza naturale degli accordi: giugno 2010. "Non mi aspetto segnali dal Milan. Assolutamente non ho chiesto il rinnovo del contratto: non c'è bisogno di rinnovare. Non ho bisogno di garanzie per lavorare bene. E non voglio fare pressioni".
"Allo scudetto non ci pensiamo". Carlo Ancelotti non si fa illusioni. Alla vigilia del match di campionato contro il Palermo il tecnico del Milan conferma l'obiettivo secondo posto: "Abbiamo sempre in mente l'obiettivo che è il terzo posto, poi sará ancora meglio se arriveremo secondi. Il colpo del ko alla Juventus? Avremo una grande opportunitá di darlo nello scontro diretto che giochiamo in casa fra due settimane. Contro il Palermo è in forte dubbio il brasiliano Pato: "C'è un 30% di possibilitá che ci sia domani. Pato è un giocatore importante, ma la squadra ora sta attraversando un buon momento. All'andata è stata una delle partite in cui abbiamo subìto di più il gioco dell'avversario. Ma questo è un Milan diverso. Ballardini? Ha seguito le orme di Sacchi, ha fatto molto bene l'anno scorso a Cagliari e si sta confermando con il Palermo".
Non sarà un mercato di grandi colpi nè in entrata ma neanche in uscita. Le squadre italiane terranno i giocatori bravi. Kakà ha già rifiutato un contratto importante a gennaio col Manchester City e non ha esigenza di andare via. Il mio futuro non è legato a Kakà". Nessuno Ronaldinho o Beckham in arrivo quindi. Meglio puntare sulle giovani leve. "Penso a Kjaer del Palermo e ad Astori ora a Cagliari. Kjaer è un difensore molto giovane, che ha dimostrato grandi qualità. Mi piace molto. Seguiamo molto anche Astori: è un giocatore nostro che non ha fatto tante partite quest'anno, ma che ha evidenziato chiari miglioramenti. Per la prossima stagione, comunque, penso che il reintegro completo di Gattuso e il pieno recupero di Nesta e Borriello, in aggiunta a Thiago Silva che è già nostro e pronto a giocare, ci eviterà di andare in giro a prendere chissà chi".

giovedì 23 aprile 2009

Beck boccia Ancelotti: "In inglese non fa progressi"

Dura la vita per David Beckham in Italia. Perché, ammette, il suo italiano non migliora, ma anche l'inglese di Carlo Ancelotti non progredisce, nonostante lo stia studiando da mesi. Paolo Maldini, invece, secondo quando afferma il nazionale di Capello in un'intervista al Giornale ripresa anche dal tabloid The Sun, si esprime da gentleman. Gennaro Gattuso parla una lingua tutta sua. "Quando sono arrivato al Milan, Ancelotti stava già studiando inglese - spiega il centrocampista arrivato a dicembre in rossonero -. Ogni volta provo a correggerlo, ma lui continua a fare errori e finiamo a ridere", dice Beckham descrivendo al tabloid The Sun le conversazioni multilingue a Milanello. Ancelotti, secondo la stampa inglese, è candidato ad accomodarsi sulla panchina del Chelsea nella prossima stagione: "Non so nulla del Chelsea", taglia corto Beckham.
Anche i suoi progressi linguistici, a dire la verità, non sono stati rilevanti. "Ammetto che non ho fatto molti passi avanti con l'italiano - ammette -. Riesco solo a dire "congratulazioni" all'arbitro o "bel gol" a Pippo Inzaghi". In squadra, comunque, non mancano i giocatori che conoscono l'inglese. "Paolo Maldini lo parla bene e poi c'è Gennaro Gattuso che parla una lingua tutta sua: ma riesco a capirlo". "Una cosa è sicura - conclude Beckham -: in Europa e nel mondo ci sono tanti calciatori che pagherebbero di tasca propria per giocare in un club come il Milan. Ecco perché avrei fatto di tutto per rimanere qui fino alla fine della stagione".

mercoledì 22 aprile 2009

Hungarian League Team-Milan 2-5

Al Puskas Stadium di Budapest il Milan ha battuto per 5-2 in amichevole una Selezione del campionato ungherese denominata Hungarian League Team. Andriy Shevchenko realizza una doppietta. In rete anche Kaka' (che ha festeggiato cosi' il suo 27esimo compleanno), Seedorf e il giovane uruguayano Viudez. Presente in panchina al fianco di Carlo Ancelotti, l'Amministratore Delegato rossonero, Adriano Galliani.
Questo il racconto della partita:
Carlo Ancelotti schiera Kalac tra i pali; in difesa Mattioni e Jankulovski sulle fasce, con Senderos e Thiago Silva centrali. Centrocampo a tre con Beckham, Ambrosini e Seedorf; Kakà e Ronaldinho alle spalle di Shevchenko.
A disposizione del tecnico rossonero: Perucchini (50), Darmian, Flamini, Cardacio, Viudez, Strasser (51), Furlan (52), Pasini (53), Osuji (54).
Questa invece la formazione schierata dal tecnico dell'Hungarian League Team, Mesoly Geza: Nemeth; Miskolczi; Meszaros, Horvat, Laczko; Tisza, Horvath, Farkas, Sipos; Rajczi, Kabat.
Pochi minuti prima del fischio d'inizio al Puskas Stadium di Budapest, dove erano presenti circa quaranta mila spettatori, è stata portata una torta a Kakà, che oggi festeggia il suo 27° compleanno.E' la Selezione ungherese a fare il gioco nei primi minuti della partita: al 3’ Kalac anticipa in uscita Kabat. Ancora i padroni di casa a mantenere il possesso palla. Al 7’, infatti, la Selezione ungherese parte in contropiede e si porta in vantaggio con Rajczi, solo davanti a Kalac.La risposta del Milan è immediata al 9’ con Seedorf che tenta la conclusione di destro dalla distanza, ma il suo tiro termina alla sinistra del portiere Nemeth.I rossoneri insistono e al 14’ è Shevchenko a provare la conclusione che viene parata dal portiere ungherese.Al 17’ gli ungheresi conquistano un calcio di punizione dalla destra: è Tisza a portarsi sul punto di battuta e a crossare sul secondo palo, ma Horvat non ci arriva e la palla si perde sul fondo. Al 18’ un altro tentativo dei rossoneri con un tiro-cross di Kakà sul quale nessuno riesce a intervenire.Bell'azione del Milan, conclusa da Beckham ma la palla termina in fallo laterale.Il Milan continua a spingere: al 24’ una bellissima azione di Kakà che si libera e prova la conclusione, Nemeth devia la palla, ma Shevchenko non riesce a chiudere in porta.Risposta immediata dei padroni di casa che provano a rendersi pericolosi dalla sinistra, ma è Senderos a liberare il cross di Laczkò.Al 30’ i rossoneri ci provano con il pallone filtrante di Kakà per Seedorf, l’olandese scarica il destro, palla centrale e ancora una volta il portiere ungherese blocca in due tempi.Poi Sheva serve dentro l’area piccola Ronaldinho che viene messo a terra da un difensore ungherese e reclama il rigore, ma l’arbitro Plautz non è d’accordo. Al 36’ ancora Ronaldinho, dopo un bel traversone di Beckham, ci prova di destro, ma conclude mette sopra la traversa. Il pareggio del Milan arriva al 37’ con la rete di Kakà pescato in area da un tiro morbido di Beckham supera Nemeth con un diagonale dalla destra. Ricky porta così il risultato sull’1-1 e realizza la rete per festeggiare il suo 27’ compleanno. Dopo il pareggio insistono i padroni di casa: al 41’ un tiro potente di Horvat da 35 metri con Kalac che devia sulla traversa.Le squadre vanno così negli spogliatoi sul risultato di parità.
Nella ripresa Carlo Ancelotti inserisce in difesa Darmian al posto di Senderos e a centrocampo Flamini per Ambrosini. E’ Clarence Seedorf ad indossare la fascia da capitano. Avvio scoppiettante dei rossoneri che al 47’ si portano sul 2-1 grazie alla splendida triangolazione Ronaldinho-Seedorf-Kakà ed è poi Shevachenko a siglare la rete del vantaggio rossonero. Al 53’ la Selezione ungherese prova a rendersi pericolosa con Tokoli, ma l’attaccante viene fermato in posizione irregolare davanti a Kalac dal guardalinee. I padroni di casa non si arrendono e approfittano di un’incertezza difensiva di Darmian al 57’ e trovano la rete del 2-2 con Tokoli. La reazione del Milan arriva al 63’ con Ronaldinho che pesca libero sulla destra Sheva che non spreca e di destro realizza la sua doppietta personale. E’ il 3-2 per i rossoneri. Al 65’ Carlo Ancelotti effettua un doppio cambio: Kakà esce tra l’ovazione del pubblico al posto di Pasini e Beckham lascia il posto all’uruguaiano Cardacio. Il momento magico di Sheva prosegue: Andriy col destro appoggia morbido dentro l’area piccola per Seedorf che è riuscito a liberarsi, ma l’olandese non riesce a concludere in porta perché anticipato dal portiere ungherese. Il Milan continua ad insistere e al 70’ una bellissima conclusione di Ronaldinho che dalla sinistra si accentra e prova il pallonetto, ma la palla colpisce la traversa. L’azione successiva ha come protagonista ancora Sheva che al limite dell’area impegna il portiere ungherese in uscita, lo dribbla, ma non riesce a concludere nello specchio della porta.La Selezione ungherese riparte subito in contropiede, ma Ferenczi conclude sopra la traversa. I rossoneri riescono a sfruttare bene gli spazi e al 74’ Seedorf con un destro potente realizza la rete del 4-2. Al 77’ Carlo Ancelotti inserisce il giovane portiere Perucchini per Kalac, Viudez e Strasser per Jankulovski e Seedorf che lascia la fascia di capitano a Shevchenko. All’81’ i rossoneri conquistano un calcio di rigore per un fallo ai danni di Mattioni, dal dischetto Ronaldinho colpisce la traversa. Il finale di partita è tutto a senso unico con il Milan che prosegue il suo assedio: all’85’ è di Viudez il quinto gol rossonero su assist di Thiago Silva.La gara termina così con il risultato di 2-5.

IL TABELLINO:

HUNGARIAN LEAGUE TEAM-MILAN 1-0

Hungarian League Team: Nemeth; Miskolczi; Meszaros, Horvat, Laczko; Tisza, Horvath, Farkas, Sipos; Rajczi, Kabat.

Milan: Kalac; Mattioni, Thiago Silva, Senderos, Jankulovski; Beckham, Ambrosini, Seedorf; Kakà, Ronaldinho; Shevchenko.

Arbitro: Plautz (Aut)

Marcatori: 7' Rajczi (H), 37' Kakà (M), 47' Shevchenko (M), 57' Tokoli (H), 62' Shevchenko (M), 73 Seedorf (M), 85' Viudez (M).Ammoniti: -Espulsi: -

Auguri Kakà!

La prima volta che Ricky Kakà ha compiuto gli anni a Milano, da milanista, era quasi campione d’Italia. Lo sarebbe diventato dieci giorni dopo fornendo a Shevchenko l’assist del gol tricolore a San Siro contro la Roma. Era il primissimo Ricky milanese, quello della maglietta I belong to Jesus, reduce da una grande stagione d’esordio. Il 22 Aprile 2004, era un giovedì, la Società fece pervenire a casa sua una torta di quelle giuste. Insomma, uno di quegli attimi in cui il giovane Ricky capisce di non essere arrivato in un Club come gli altri.La stessa torta attorno alla quale, un anno fa, Milan Channel ha costruito un’intera ora di diretta con Kakà a Milanello per la trasmissione Segni Particolari, ricca di dediche e ringraziamenti.In occasione del sesto compleanno milanese e milanista di Kakà, il sesto di una traversata iniziata nel 2003 e pienamente in corso nel 2009, il fuoriclasse brasiliano sarà a Budapest, nello stadio del grande Ferenc Puskas, dove Ricky prenderà parte all’amichevole contro l’Hungarian League Team, una Selezione dei migliori giocatori della serie maggiore magiara.A Budapest è amichevole, ma Kakà è abituato a concepire il suo compleanno come una data vicina a grandi impegni di Champions League. Nel 2005 il 22 aprile anticipava la semifinale di Champions League con il Psv Eindhoven, nel 2006 precedeva il quarto di finale con il Lione e nel 2007 la semifinale perfetta con il Manchester United. E’ facile immaginare che, con gli auguri e le manifestazioni d’affetto dei dirigenti, dell’allenatore, dei suoi compagni di squadra e dei tifosi il Milan toccherà una volta di più il cuore di Ricky anche oggi, giorno del suo 27esimo compleanno, e che per ricambiare il pensiero del Cannibale dei premi e delle Coppe sarà uno e solo uno: fra un anno, aprile 2010, in Champions, con il Milan.

martedì 21 aprile 2009

Emerson va, Gattuso torna

Emmanuel Adebayor, in cima ai sogni dei tifosi del Milan, può aspettare. Lo ha fatto intendere Silvio Berlusconi, atteso da un gruppo di ragazzini all'esterno di un negozio del centro di Roma. "Siamo fortissimi anche così" ha risposto il patron rossonero a chi chiedeva lumi sul possibile arrivo dell'attaccante togolose dell'Arsenal. "Avete voluto Ronaldinho e ora non vi basta e io pago...", ha aggiunto sorridendo il premier. Berlusconi sorriderà molto di più nel sapere che Rino Gattuso, uno dei suoi pupilli, è tornato ad allenarsi con la squadra.
Il centrocampista si è unito al resto dei compagni a quattro mesi dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, subita nella partita con il Catania del 7 dicembre scorso. Il rossonero ha partecipato alla seduta pomeridiana, lasciando intendere che il suo recupero è clamorosamente vicino. Si è rivisto sul campo anche Marco Borriello, che si è dedicato a una leggera corsa. Bonera, Kaladze e Abbiati si sono dedicati ad allenamenti sopecifici. Chi non si è visto, invece, è stato Emerson. Nessun infortunio, ma solo la fine di un rapporto che non è mai stato felice.
Il Milan, come si legge sul sito ufficiale, ha infatti comunicato che Ferreira Da Rosa Emerson ha chiesto e ottenuto di risolvere con effetto immediato, causa motivi personali, il rapporto con la società. "Nel ringraziarlo - si legge nella nota - per quanto ha dimostrato nel corso dell'esperienza in rossonero, il Milan formula a Emerson i migliori auguri per il futuro".

lunedì 20 aprile 2009

Gioie e rimpianti

Dopo la bella vittoria sul Torino Adriano Galliani con soddisfazione commenta la bella serata e i favorevoli risultati del week end:

"Questa sera proviamo tanta gioia e rimpianti. Abbiamo fatto piu gol di tutti in serie A e in casa siamo la miglior squadra. Io continuo ancora a pensare a Nesta e Kaladze. Se avessimo avuto loro e anche altri infortunati illustri oggi staremmo lottando con l'Inter. In ogni caso godiamoci questo buon week end con 7 punti sulla quarta e il secondo posto raggiunto. Flamini? Credo che Flamini sia una soluzione sulla destra anche per il futuro. Nelle ultime ore si era bloccato Favalli e Ancelotti mi aveva parlato di questa ipotesi del francese sulla destra, idea che io ho sposato subito. Chissà che non sia davvero un esterno per il futuro. Nel calcio bisogna avere coraggio e inventare e in questo senso Ancelotti è molto bravo. Bene anche Senderos, dicono che noi non lo riscatteremo, ma lui come tutti aspetta la fine del campionato per conoscere il suo futuro così come Massimo Ambrosini sa di dover stare tranquillo per il rinnovo del contratto. Pippo? Non credo abbia conti in sospeso con Camolese. Questa sera poi ci ha fatto molto piacere la visita del CT Carlos Dunga. Tra noi e il Brasile ci sono ottimi rapporti, Dunga è stato negli spogliatoi e visto e considerato che ci ha portato bene può sempre essere nostro ospite. E' un amico non ci sono problemi con lui nè con il dottor Runco. Adesso però avviso ai naviganti perchè domenica è tosta. Bisogna fare molta, molta attenzione, il Palermo ha un organico di prim'ordine.

Dopo l'amministratore delegato Adriano Galliani anche il commento dell'allenatore Carlo Ancelotti:

" Rispetto ad altre partite questa sera siamo stati più energici e volitivi nel voler recuperare la palla in avanti. Abbiamo giocato bene e Flamini è stata una bella sorpresa. Lui predilige il ruolo di centrocampista centrale ma ha grande vitalità e forse la esprime meglio sulla fascia dove ci sono più spazi aperti. Bene ha fatto anche Filippo Inzaghi ma una alternativa a Pippo dobbiamo averla, l'importanza di avere Borrilelo e fondamentale. Inzaghi ha passioni e motivazioni straordinarie, ma anche lui ha i suoi anni e non sempre può giocare a questi livelli. Sul campionato cosa dire: in casa abbiamo sempre fatto il nostro dovere, fuori abbiamo lasciato qualcosa di troppo dove la pressione su i nostri difensori è maggiore. Per questo penso che l'assenza di Nesta sia stata fondamentale. Kakà è tornato ai suoi livelli ed è stato determinate per la velocità del gioco questa sera. Ogni partita ha una sua storia, dobbiamo essere più continui e ora ci siamo ritrovati anche fisicamente. Gli attaccanti a turno hanno fatto tutti molto bene, è un ottimo mix di giocatori, una risorsa anche per il futuro. Abbiamo dato una bella spallata alla classifica ma gli impegni sono ancora duri a partire dal Palermo".

domenica 19 aprile 2009

Milan-Torino 5-1

E' il peggior incubo per le difese, ma per Giancarlo Camolese Filippo Inzaghi rischia di diventare una autentica maledizione. Il bomber rossonero infatti ancora una volta giustizia senza pieta l'allenatore granata e regala al Milan tre punti fondamentali in chiave Champions League, dopo gli stop di Genoa e Fiorentina, e il secondo posto in classifica. La sfida con il Torino riporta alle ultime giornate di Campionato un Milan ad altissimo livello di gioco nonostante le assenze tuttavie rese impalpabili dalle ottime prestazioni di Flamini e compagni.
Una sorta di nuvola fantozziana segue infatti il Milan fino a pochi minuti dall'inizio del match con il Torino. Come se già non bastessero le assenze di Jankulovski, Antonini, Bonera e Nesta all'infermeria rossenera si aggiunge anche Favalli con problemi alla schiena.
In campo dunque contro il Torino di Camolese il Milan porta Flamini basso a destra e dirotta Zambrotta a sinistra con Senderos e Maldini centrali. Il ballottaggio tra Ronaldinho e Inzaghi viene invece vinto dal bomber che si conferma vicino a Pato con Kakà trequartista.
La partita in avvio vede un Torino aggressivo ed in pressione sui portatori di palla milanisti con gli esterni pronti a salire e a sovrapporsi. I primi veri sussulti tuttavia hanno una chiara impronta rossonera con Inzaghi subito in rete su imbeccata di Beckham ma fermato in fuorigioco dall'arbitro Banti.
Nemmeno il tempo di rammaricarsi ed il Milan si porta in vantaggio ancora grazie alla coppia Pippo-Becks. L'inglese al 12' batte dalla destra un corner con parabola perfetta che trova la testa di Superpippo in area di rigore ed il gioco è fatto.
Per i rossoneri dunque partita subito in discesa con un Torino che precedentemente racchiuso in 30 metri con il passare dei minuti si allunga concedendo spazio ai rossoneri. Inzaghi praticamente mai marcato e Flamini e Beckham sulla destra creano i maggiori problemi ai granata.
Il francese ex Arsenal costituisce un' autentica spina nel fianco per Diana e Rubin che vengono costantemente aggrediti dalla foga del rossonero bilanciato molto bene sull'out opposto dal lavoro di Zambrotta.
Al 37' ancora grazie al tandem perfetto Beckham-Inzaghi il Milan trova il raddoppio. L'inglese libero di alzare la testa e calibrare i giri della palla vede Inzaghi in area di rigore e con un passaggio morbido trova per la seconda volta la testa del rapace bomber rossonero.
Il primo tempo si chiude con un gran pallone calciato in porta da Flamini e leggermente fuori misura e con la sensazione generale di un Milan finalmente ritrovato nel gioco e nella rapidità di manovra.
Nella ripresa dentro Ronaldinho per Pato costretto a rimanere negli spogliatoi per un piccolo fastidio fisico. Camolese invece richiama Dzemaili e rilancia Saumel.
Nonostante le prime sostituzioni l'atteggiamento della partita non cambia con il Milan più propositivo ma secondo il proprio allenatore con ritmo più lento e meno aggressività. In questo senso vanno visti i primi cenni di nervosismo da parte di Carlo Ancelotti che tuttavia non deve mai subire il ritorno del Torino.
A dir la verità l'incubo di Camolese deve ancora materializzarsi e porta ancora una volta il nome di Pippo Inzaghi. Al 60' infatti Superpippo legge perfettamente un invito in profondità di Ronaldinho e batte per la terza volta Sereni. Per l'allenatore dei granata è la terza tripletta subita in carriera da Filippo Inzaghi.
Ogni possibile tentativo di reazione del Torino viene annichilito definitivamente. Nel Milan c'è spazio per Sheva e al 68' arriva anche gloria per Kakà. Il brasiliano infatti trasforma un calcio di rigore concesso per un fallo subito da Ambrosini lanciato a rete.
I minuti finali della partita regalano una passerella importante per Matteo Darmian e per un Torino ferito la piccola soddisfazione di una minima impennata d'orgoglio firmata Francheschini all'80'. Chiude tutto Ambrosini al 90' con il quinto gol rossonero.

mercoledì 15 aprile 2009

Kaka: "Sta finendo un ciclo"

Quando parla Kakà occorre sempre drizzare le orecchie. Pronto a giurare fedeltà al Milan per l'ennesima volta, invita però il club di via Turati a rinforzare l'organico. Il segnale è chiaro. "Sta finendo un ciclo, ne comincerà un altro, forse è arrivato questo momento storico, è arrivata l'ora di rinnovare un gruppo in cui ci sono tanti giocatori che vanno in scadenza di contratto e altri che possono arrivare. Si può fare un mix di gente esperta e di giocatori giovani con tanta voglia di vincere" ha sottolineato a Sky.
Un Kakà che veste volentieri i panni di manager. Il brasiliano sa che per il "Diavolo" è un momento particolare, che bisogna abbassare l'età media della squadra e sostituire grandi campioni come per esempio capitan Maldini che a fine stagione lascerà il calcio. Monumeti che vanno, magari da sostituire con altri totem internazionali. "Mi piace il calcio moderno, mi piacciono i giocatori che sanno attaccare e difendere - spiega Kakà -, se dipendesse da me prenderei uno come Gerrard che per me è un calciatore completo, può giocare ovunque, fa il trequartista, il centrocampista basso, il laterale destro, al Milan lo vedrei benissimo".

Intanto Ronaldinho sembra aver superato i momenti più complicati da quando è al Milan e guarda al suo futuro con ottimismo. "Quello che stiamo vivendo - ha dichiarato il Gaucho a Milan Channel - è un momento importantissimo della stagione. Sono contento di sentirmi bene in un momento come questo per la squadra e di aver recuperato dopo l'infortunio". Il brasiliano, insomma, vuole dare un forte contributo al gruppo. "Mi sento pronto e spero di poter dare una mano alla squadra. La condizione del Milan sta salendo, stiamo conquistando punti importanti e io ne sono felice. L'obiettivo di tutta la nostra squadra è la qualificazione alla Champions League, il mio personale è quello di giocare sempre meglio".
L'occasione è quella giusta, perché il Milan giocherà due partite in casa consecutivamente: prima contro il Torino poi con il Palermo. "Con l'aiuto dei nostri tifosi dobbiamo approfittare a tutti i costi delle due gare, fondamentali per continuare sulla nostra strada verso il ritorno in Champions League. A maggio, poi, avremo partite-chiave, su tutte Milan-Juventus, ma per arrivare alla grande sfida nel modo migliore, per prepararla al meglio, dobbiamo dare il massimo nelle prossime tre partite. Qui al Milan abbiamo tutti una grande voglia di tornare a giocare la Champions".

sabato 11 aprile 2009

Chievo-Milan 0-1

Soffre, lotta e alla fine raccoglie il massimo. Il Milan espugna il Bentegodi grazie a un gol di Seedorf nella ripresa su assist di Inzaghi, che quando non segna si rende utile alla causa. Partita difficile contro un Chievo sempre pericoloso, che cala il ritmo solo nel finale. Clamorosa la traversa colpita da Pinzi nel primo tempo, poco prima dell'espulsione di Carlo Ancelotti per proteste; la prima volta da quando allena il Milan. Tre punti d'oro in funzione Champions, per mantenere inalterate le distanze dalla Fiorentina, in attesa della sfida tra Genoa e Juve. Per il Chievo uno stop prevedibile, anche se il gioco conferma che la salvezza è a portata di mano.
Il Chievo di Mimmo Di Carlo impone riflessioni. Soprattuto sulle fasce. In campionato il ruolino impeccabile di marcia lo ha costruito sui corridoi laterali. Luciano e Marcolini sono pendolini che riforniscono le punte con precisione spesso letale. Così Carlo Ancelotti, che era partito con propositi di 4-3-1-2, mischia le carte dalla cintura in su e propone un 4-2-3-1. Vale a dire Beckham in panchina, Pirlo e Ambrosini davanti alla difesa e una linea di trequartisti composta da Kakà, Seedorf e Pato alle spalle di Inzaghi.
Le trame dei gialloblù sono ormai famose. Velocità e pressing sono le sue armi migliori, anche se la difesa fa un figurone, limitando i danni, con la regia di Yepes e Morero. E' il solito Chievo offensivo che fa venire il fiatone al Milan già dopo pochi secondi sul diagonale di Pellissier che gabba come un pollo Senderos. I rossoneri non brillano. Mancano lucidità e fantasia. E', insomma, il solito retorico Milan, lento e ripetitivo, che cerca Inzaghi bersagliato dalla doppia marcatura. Kakà è intermittente. Quando si distende in attacco con le sue ampie falcate dà l'impressione di regalare magie per poi incepparsi negli ultimi venti metri. Pato è il solito noto; colui che semina il panico quando ingrana la quarta, ostinandosi però a cercare la soluzione personale.
Il Milan riesce a placare per una buona decina di minuti i veronesi, ma senza mai rendersi pericoloso. Micidiale, semmai, è il contropiede del Chievo che al 33' sfiora il vantaggio con una clamorosa traversa colpita da Pinzi. Un segnale forte che obbliga il Milan a spingere alzando il ritmo. Kakà allunga il passo e penetra in area e in un contrasto con Yepes cade a terra. Ancelotti protesta. Ma il tecnico perde la pazienza al 37' quando critica la decisione di Saccani di far battere una punizione al limite per i rossoneri lontano dal punto del fallo. Saccani non ci sta e invita l'allenatore a lasciare il campo.
Giocare contro il Chievo non è facile. Il Milan lo sapeva. Così Ancelotti telecomanda i suoi: più velocità e palla a terra; rimandando i cambi. Il primo infatti lo fa Di Carlo: fuori Luciano per Colucci. Chievo quindi più coperto, perché il Milan è avanzato di metri e ha velocizzato il suo gioco. Kakà e Pato fanno più paura e scoprono che il lato debole dei gialloblù è la fascia sinistra. E' da lì che nasce all'8' il gol di Seedorf. Il lancio di Jankulovski finisce a Inzaghi che se non segna si dà all'assist: quello per Seedorf che infila con un violento rasoterra. Inzaghi lascia a Flamini, perché c'è da fare diga sulla reazione del Chievo: immediata e pericolosa. Con tanto di gol su punizione, ma annullato da Saccani. Entra Langella per Marcolini, mentre Ronaldinho rileva lo spento Kakà.
L'assedio del Chievo è da Fort Apache. Batti e ribatti e sacrificio totale. Dida compreso che al 34' si ricorda come si fa compiendo un miracolo con i piedi sul tocco ravvicinato di Colucci. Di Carlo aggiunge passione in attacco con Esposito (fuori Mantovani), il Milan cambia Pato con Shevchenko. Il Chievo ci mette il cuore, i rossoneri mettono pezze in difesa e concludono palla al piede.

venerdì 10 aprile 2009

In cima alla lista mercato c'è Neymar

Se il presidente Berlusconi volesse fare una follia e regalare una stella ai tifosi del Milan, il nome c’è: Neymar da Silva Santos, 17 anni, attaccante del Santos. Il suo cartellino, dopo una lunga trattativa di rinnovo con il club brasiliano, costa circa 30 milioni di euro. Per capire chi è questo ragazzino bastano le parole di Pelè: "Neymar può diventare più forte di me". Se lo dice "O Rei" ci si può credere, anche se l’investimento sarebbe davvero fuori mercato: quale società, con la crisi economica e finanziaria che coinvolge tutto il pianeta, può permettersi di spendere tanti soldi? Berlusconi, inoltre, che sta a Palazzo Chigi e deve chiedere sacrifici alle famiglie italiane, difficilmente si potrebbe buttare in una simile operazione.
In ogni caso gli osservatori rossoneri continuano a seguire i progressi di Neymar e di un altro giovane attaccante brasiliano: Keirrison del Palmeiras. Classe 1988, quest’ultimo costa un po’ meno del connazionale, però si tratta sempre di un affare superiore ai 20 milioni di euro. Quindi, stando a quello che dichiarano i dirigenti di Via Turati, fuori portata almeno per quest’anno. Restando nel parco attaccanti, e cercando qualcuno con un prezzo più abbordabile, ci sono due elementi che vengono osservati con molta attenzione. Si tratta delle coppia di punte del Wolfsburg: il brasiliano Edinaldo Batista Libano, meglio conosciuto come Grafite, e il bosniaco Edin Dzeko. Il primo, classe 1989, è un attaccante di movimento; il secondo, classe 1986, è il classico pivot però dotato di buona tecnica. Un attaccante il Milan lo acquisterà se, come pare, Shevchenko non verrà riconfermato.
In mezzo i rossoneri sono a posto: Flamini, Pirlo, Gattuso, Ambrosini e Seedorf garantiscono qualità e quantità. Tuttavia non si trascurano altre piste: nell’ultimo periodo è stato visionato più di una volta McDonald Mariga, classe 1987, del Parma. Ottima corsa, grande grinta, potente tiro da fuori area. Altro elemento sul taccuino rossonero è Luca Cigarini, classe 1986, ora all’Atalanta. E’ un classico regista che, sotto la guida di Del Neri, quest’anno è migliorato anche nella fase difensiva. Mesut Ozil, classe 1986, mezzala sinistra del Werder Brema, ha ben impressionato nel doppio confronto con il Milan e viene tenuto sotto osservazione.
La priorità dei rossoneri, tuttavia, è acquistare un difensore centrale. Detto che a Thiago Silva il posto di titolare non lo toglie nessuno, si tratta di cercare sul mercato il suo compagno di reparto. Nel gruppo c’è sempre Bonera, che è una garanzia, e devono essere valutate la condizioni fisiche di Nesta e Kaladze. I nomi più accreditati sono quelli di Kjaer del Palermo, Agger del Liverpool e Joao Miranda del San Paolo. Ma il sogno (ripetiamo: sogno) gioca nel Chelsea e si chiama Alex.

giovedì 9 aprile 2009

La stampa inglese: "Ancelotti-Chelsea: ok"

"That’s your Lotti" titola quasi a tutta pagina il Daily Mirror. "Lotti says yes" replica il Sun. Parole più o meno simili per esprimere lo stesso concetto: l’uomo di Reggiolo ha detto sì. Insomma, Carlo Ancelotti sarebbe pronto a prendere il posto di Guus Hiddink al Chelsea e lo avrebbe già comunicato a Roman Abramovich, dandogli la sua parola che l’affare – questa volta – si farà (a differenza di quanto, invece, successo lo scorso anno).
E per meglio rafforzare la tesi che i due tabloid vanno sostenendo da tempo, vengono citate non meglio precisate fonti milaniste, secondo le quali il tecnico rossonero avrebbe già raggiunto anche l’accordo economico con i Blues sulla base di un contratto triennale da 6,4 milioni di euro a stagione, e ora mancherebbe solo la firma in calce, prevista per giugno.
A detta del Sun, ora il solo ostacolo alla felice conclusione dell’operazione sarebbe l’eventuale buonuscita che potrebbe chiedere il Milan, visto che Ancelotti verrebbe meno all’accordo che lo lega al club fino al prossimo anno. Ma l’esistenza di un gentleman’s agreement fra il tecnico e il proprietario della squadra, Silvio Berlusconi, secondo cui Carletto potrebbe lasciare il Milan quest’estate con la sua benedizione, dovrebbe mettere al riparo il Chelsea da qualunque brutta sorpresa, permettendogli così, chiosa il Mirror, di ingaggiare uno dei più vincenti e meglio preparati allenatori che ci sono in circolazione, quanto mai necessario per uno spogliatoio che è ancora strenuamente legato al fantasma di José Mourinho.

Kaka: "Al Milan a vita"

Fra Zidane e il Puma, Kakà preferisce il Puma. "Magari chiedo a lui". Puma Emerson porta al Milan il numero 5 che è stato di Costacurta e anche di un creatore di calcio come Fernando Redondo che, caso strano, l’ha indossato anche a Madrid. Ricardo ride, la pressione è tanta ma la parola Real non lo rende nervoso: però lo spinge, dopo mesi di emozioni e silenzi, a dire la sua verità. Una verità che ruota intorno al Milan e non contempla la maglia che il Real avrebbe preparato per lui: con il 5 di Zidane, appunto.

Kakà, questa stagione è stata diversa da come se la immaginava...
"Sì, ho avuto tanti problemi: il ginocchio, la pubalgia, il piede. Non ho mai trovato la continuità e non sono al 100 per 100 neppure adesso. Spero di arrivarci prima della fine, spero di poter dare la spinta per assicurare al Milan il posto in Champions League".

Un regalo d’addio?
"Penso che in questi giorni abbia parlato troppa gente, ora parlo io. Non ho avuto contatti con il Real, nessuno mi ha cercato e penso di aver già dichiarato il mio piacere e la mia voglia di stare qui".

Ci sta dando il titolo? Milan a vita?
"Per la quinta volta, mi pare. Ormai ho più vite di un gatto".

martedì 7 aprile 2009

Ronaldinho: "Quel gol me lo sentivo"

Un presentimento: Ronaldinho, domenica sera, quando è subentrato a Seedorf al 53' della gara contro il Lecce, sentiva in cuor suo che sarebbe servito alla causa rossonera. "Ero motivato e volevo che il Milan conquistasse la vittoria. Quando sono entrato in campo, non so come spiegare, ma ho avuto la certezza che avrei aiutato la squadra a ottenerla. Era un presentimento" racconta sul suo nuovo blog, ronaldinhoguacho.Com/blog/ in cui ha parlato delle sue sensazioni prima del match che lo ha visto protagonista. "La partita si stava concludendo quando ho battuto quella punizione e ho pensato che il portiere del Lecce non sarebbe arrivato sul pallone. Ci è arrivato... Ho quasi messo in dubbio il mio presentimento..." aggiunge il brasiliano. "Quando Pirlo ha battuto una punizione mettendo il pallone in mezzo all'area, sono corso verso la palla e non ho quasi visto Senderos arrivare veloce e saltare molto alto davanti a me. Sbilanciato, ho inclinato la testa, ho raggiunto il pallone che ha cambiato traiettoria, fuori dalla portata del portiere. Inoltre, per confermare le mie certezze e i miei presagi, ho fatto un passaggio a Shevchenko che ha effettuato un cross che Inzaghi non si è lasciato sfuggire e ha segnato il nostro secondo gol. La serata si è conclusa esattamente come volevo e il mio ritorno a Milano non poteva essere così perfetto" conclude il funambolo di Porto Alegre.

Galliani: "Kaka è incedibile"

E’ riaperta la caccia a Kakà. Tre mesi dopo il clamoroso "no" ai 105 milioni del Manchester City, ora è la volta del Real Madrid. A farsi sotto per la stella brasiliana più lucente del Milan è quel Florentino Perez che già nel 2001 era riuscito a portar via Zidane dalla Juve per l’equivalente di 75 milioni di euro. Adesso quanto ha messo a budget l’imprenditore spagnolo?
Secondo il quotidiano madrileno Marca addirittura ci sarebbe già un pre-accordo per 60 milioni. Ci sarebbe anche la data dell’incontro, il 16 marzo scorso. Dettagli gettati lì per dare credibilità allo scoop. Ovviamente la notizia giunge subito in via Turati. Ma per tutta la giornata non arrivano reazioni dal club rossonero. Un silenzio inconsueto se paragonato alle polemiche degli ultimi tre anni. Ricordate? L’a.d. rossonero Adriano Galliani più una volta era entrato a gamba tesa su Juan Ramon Calderon, l’allora numero uno madridista, mandante di tutte quelle avances. Ma ora su quella scrivania sta per risiedersi Florentino Perez. E con l’imprenditore spagnolo i rapporti d’amicizia sono consolidati.
Lo ammette lo stesso Galliani: "Abbiamo fondato insieme il G14, c’è un rapporto che va al di là del calcio. Quindi non voglio polemizzare con Florentino, anche perché sono tranquillo. Perez non è stato ancora eletto presidente del Real e non può prendere alcun impegno. Con nessuno. Comunque sono certo che se un giorno Florentino volesse acquistare Kakà verrebbe direttamente da me, senza fare altri giri. Perciò sono tranquillo. Kakà è incedibile per il Milan e Florentino se ne convincerà".
L’argine posto da Galliani, però, può resistere sino ad un certo punto. Anche perché siamo solo all’inizio di una storia in cui il Real non ha ancora scelto il suo tecnico. Logico credere, dunque, che il prezzo di 60 milioni è solo una base di partenza.
In queste settimane il Real sta provando a definire con il Manchester United per Cristiano Ronaldo e con risultati incerti. 80 milioni per il portoghese potrebbero non bastare. E allora Florentino potrebbe anche cambiare obiettivo, cioè puntare sul solo Kakà. Di sicuro a Madrid sanno di non avere concorrenze particolari. In questo momento forse solo il Chelsea può fare ombra al ricco club spagnolo. Quindi Florentino cerca di tenere bassi i prezzi. Ci riuscirà? E’ difficile. Anche perché il Milan terrà duro e Kakà non vuole fare sgarbi ai rossoneri dopo il patto di gennaio. Aspettiamoci, allora, nuove puntate della telenovela. Siamo solo all’inizio.

lunedì 6 aprile 2009

Marca: "Accordo Kakà-Real"

Sono passati 3 anni ma il tempo sembra essersi fermato. Il Real Madrid torna alla carica con Kakà, e se Ramon Calderon se n’è andato scornato, sbeffeggiato e lasciando in materia un epitaffio da lui stesso coniato ("Sulla mia lapide sarà scritto: 'Quello che non ha portato Kakà"), oggi le cose stanno diversamente. La crisi sembra far sì che qualsiasi giocatore abbia un prezzo, e i rapporti tra il futuribile presidente del Real Madrid, Florentino Perez, e la controparte rossonera, Adriano Galliani e il suo uomo di mercato Ernesto Bronzetti, sono ottimi. Sembra doveroso ricordare che Galliani arrivò a definire Calderon "un bandito".
La situazione è cambiata, l’interesse no: "Florentino ha già il si di Kakà", è il titolo che riempie la prima di Marca in edicola questa mattina. E se il concetto non fosse chiaro a pagina 2 viene ribadito: "Florentino ha già l’accordo per l’acquisto di Kakà". Il quotidiano madrileno racconta che Galliani e Perez si sarebbero incontrati a Milano il 16 marzo scorso fissando il prezzo del cartellino a 60 milioni da pagare in 4 anni. Cifra molto lontana da quei 110 milioni di euro sparati da Mansour bin Zayed Al Nahyan, proprietario del Manchester City, anche se poi smentita dallo sceicco. A differenza del suo predecessore l’uomo che ha creato il marchio "Galactico" ha bussato prima alla porta del club e poi a quella del giocatore, invertendo l’ordine del toc-toc secondo un codice di cortesia e buone maniere che ovviamente ha il suo peso. Se l’affare si dovesse fare sarà su basi di cordialità. Secondo Marca a Milano danno l’accordo come già chiuso mentre a Madrid Florentino sarebbe più cauto: teme la possibile incursione dei "milionarios" inglesi, Chelsea e Manchester City su tutti.
Al quadro vanno aggiunte due cose. La prima è che pur occupando in pianta stabile metri e metri di giornali ormai da mesi Perez non ha ancora detto una sola parola sul suo ritorno alla guida del Madrid. La riapparizione appare comunque scontata e l’annuncio verrà fatto quando si aprirà ufficialmente il processo elettorale, cosa prevista tra un paio di settimane al massimo. La seconda è che naturalmente presentarsi con sotto il braccio il giocatore che doveva guidare la rinascita del Real di Calderon costituirebbe un colpo molto ben assestato a un avversario che nonostante sia uscito dal club dalla porta di dietro, solo 10 giorni fa ha detto pubblicamente che potrebbe anche ripresentarsi alle elezioni.
L’idea di Perez sarebbe quella di rispolverare una vecchia abitudine: l’acquisto di almeno un "Galactico" all’anno. Per la prima stagione magari si può fare anche di più, visto che sempre secondo Marca gli altri obiettivi immediati sono Cesc Fabregas e Xabi Alonso. Intorno a tutte questi voci resta la nebulosa situazione dell’allenatore. Praticamente esclusa la conferma di Juande Ramos nonostante i 40 punti su 42 disponibili fatti nelle ultime 14 giornate, in calo le quotazioni di Ancelotti, restano Wenger (affare complicato) e il cileno Pellegrini, attualmente sulla panchina del Villarreal e sponsorizzato da Jorge Valdano, un altro che tornerebbe al Madrid con Florentino.

domenica 5 aprile 2009

Milan-Lecce 2-0

Il Lecce che stava ormai pregustando un nuovo punto strappato al Milan, viene rocambolescamente battuto 2-0 nel recupero. Gol di Ronaldinho al 91' e di Inzaghi, guarda un po', al 93'. Due reti strappate con le unghie e con i denti che puniscono eccessivamente i salentini. Ma questo è il calcio; quasi una sottile vendetta dopo quell'1-1 della gara di andata dove Esposito all'89' regalò un pareggio insperato e immeritato alla sua squadra. Tre punti d'oro che tengono lontane Genoa e Fiorentina a caccia di posti Champions.
Kakà dal primo minuto: non accadeva dal lontano 7 febbraio. Carlo Ancelotti ritrova il suo figliol prodigo a tempo pieno, anche se i messaggi che Ricardo ha inviato dal Brasile non sono stati per niente rassicuranti sul futuro in rossonero del fuoriclasse. David Beckham, dopo gli elogi di Fabio Capello, parte per la prima volta dalla panchina, lasciando la piazza a Flamini. Luigi De Canio, in missione salvezza, ma appiedato dal giudice sportivo, cambia a centrocampo: fiducia a Giacomazzi e Munari. Ma il fiore all'occhiello è la coppia centrale Esposito-Fabiano, abile sulle palle alte; praticamente una maledizione per Inzaghi e Pato nella prima frazione di gioco, in cui i salentini controllano a piacere un Milan poco spettacolare e noioso.
Pavese, vice di De Canio, dà poche indicazioni, ma sufficienti: copertura totale davanti a Benussi, massima velocità e pressing nella ripartenza. Il Milan, che perde Maldini per un problema fisico al 40' (dentro Senderos) per un tempo gioca praticamente senza Seedorf e Kakà, latitanti di lusso, mai in partita, nonostante le premesse di Ancelotti nella vigilia. Inzaghi un paio di spunti li trova, ma è Pato e regalare qualcosa di simile a un'emozione. Soprattutto quando decide di giocare a sinistra dove diventa devastante. Su quel corridoio, al 44', mette in piedi l'azione più bella dei rossoneri, con un diagonale di poco a lato dopo una progressione straordinaria da metà campo.
Ma di fronte c'è un bel Lecce, ordinato, che non spreca energie. Tutto funziona alla perfezione nel giocattolo pugliese. Dove ognuno fa il suo dovere senza schiacciare i piedi agli altri. Sufficiente per creare grattacapi a un Milan senza idee che riparte nella ripresa con gli stessi uomini. Kakà spinge sull'acceleratore e rifornisce Inzaghi con suggerimenti d'autore, ma il raddoppio su Pippo è letale. Ma sono fuochi di paglia. I rossoneri fanno girare troppo lentamente la palla. Difetto che Ancelotti cerca di correggere all'8' con l'inserimento di Ronaldinho al posto di Seedorf. Il Gaucho regala qualche chilometro in più, ma la serata sembra pendere dalla parte del Lecce che controlla e si permette il lusso di ripartire e tentare il colpo: vedi Munari che si fa parare da Dida un colpo di testa ravvicinato al 17'.
La differenza la fa Pato. Bellissimo il guizzo al 26' quando evita un uomo e tira sul primo palo. Il talento brasiliano si carica addosso i destini della squadra, anche perché Kakà si è defilato. Ancelotti gioca la carta Shevchenko che rileva proprio il brasiliano. Cambi fatalmente decisivi perché quando tutto sembra finito arrivano le reti di Dinho e quella di Pippo, quest'ultimo servito da, sentite sentite, da Sheva.

sabato 4 aprile 2009

Periodo Importante

Queste le dichiarazioni rilasciate dal tecnico rossonero Carlo Ancelotti, intervenuto oggi in conferenza stampa a Milanello, alla vigilia della sfida contro il Lecce:
SUL MOMENTO DEL MILAN IN CAMPIONATO E SULLA STAGIONE
“Dovremo sfruttare questo periodo che ci attende in cui disputeremo tre partite su quattro in casa per consolidare il terzo posto in campionato. E’ un periodo importante perché più si andrà avanti e più le partite diventeranno delicate, dobbiamo cercare di incrementare il vantaggio sul quarto posto in classifica. Questa stagione difficile può rappresentare le basi per il prossimo anno in cui vogliamo tornare a disputare la Champions. Dovremo quindi vivere queste partite bene, facendo del nostro meglio.Senza infortuni avremmo fatto meglio in campionato, ma alcuni infortuni ci hanno fortemente penalizzato. L’idea di squadra che è stata fatta a luglio era differente perché alcuni giocatori come per esempio Nesta sarebbero stati fondamentali.”
SULLA GARA DI ANDATA CONTRO IL LECCE
“Rispetto alla gara di andata a Lecce si sono aggiunte molte difficoltà nel nostro cammino in campionato e l’inizio coincide proprio con quella partita. E’ stata una bella gara, una delle più belle tra quelle che abbiamo giocato in trasferta, adesso però siamo in una posizione di classifica diversa con anche obiettivi differenti. Viviamo altri momenti adesso, e li vogliamo vivere facendo del nostro meglio.”
SUL LECCE
“E’ una squadra che ha da poco cambiato allenatore e non la conosco perfettamente. Di Canio ha modificato l’assetto della squadra rispetto al tecnico precedente e vista la posizione in classifica del Lecce non ci possiamo aspettare un atteggiamento superficiale da parte loro.”
SUI SINGOLI E SULLA FORMAZIONE DI ANTI LECCE
“Kakà ha recuperato completamente.I giocatori che sono stati qui hanno lavorato bene e se ci dovessero essere delle scelte da fare darei la priorità certamente a loro perché sono più freschi rispetto ai nazionali.Inzaghi sta bene e giocherà. Poi dopo l’allenamento di rifinitura deciderò se schierare un attaccante in più.Bonera ha un problema legato ad un’infiammazione del pube. E’ il più vicino al rientro, dovrebbe essere a disposizione per la partita contro il Chievo.Flamini si sta rivelando il motivo per cui è stato preso cioè essere un’ottima alternativa a Gattuso, Pirlo , Ambrosini. All’inizio ha avuto delle difficoltà, ma è comprensibile, adesso sta bene è un giocatore giovane e per nel futuro sarà certamente una pedina importante.Borriello l’abbiamo preso perché lo consideravamo un attaccante particolare, con determinate caratteristiche e avevamo la curiosità di giocare con un attaccante differente. Purtroppo questa curiosità per il momento rimane, ma nel Milan del futuro ci sarà sicuramente Borriello. Sta recuperando molto bene.Emerson ha avuto un problema al piede fino a martedì però si è allenato, quindi potrebbe essere disponibile.Nesta, dopo la delicata operazione a cui è stato sottoposto non stiamo forzando la mano, ma facendo le cose con calma per metterlo a posto per la prossima stagione. In estate svolgerà un lavoro particolare.”
SULLA POSIZIONE IN CAMPO DI PIRLO
“Con la maglia della nazionale Pirlo gioca in una posizione differente rispetto a quella in cui gioca nel Milan. Nella gara contro il Montenegro aveva più libertà di azione rispetto alla sua solita posizione. Sette anni fa lui si è proposto come ruolo di centrocampista centrale e se adesso vuole proporsi in un ruolo differente io lo ascolto, ma Andrea è un giocatore talmente intelligente che non verrà mai a farmi questo discorso. E’ diventato il giocatore più forte al mondo in quella posizione e credo che sia il suo desiderio che il mio sia quello che lui continui a stare davanti ala difesa.La scelta di Lippi di sostituirlo nell’intervallo contro l’Irlanda ci poteva stare, anche se Pirlo è in un buon momento di forma, ha recuperato completamente.”
SUI BRASILIANI IN NAZIONALE
“Sono sorpreso del poco impiego di Pato in nazionale, ma faccio fatica ad entrare nella testa di Dunga. Anche qui all’inizio Pato è stato utilizzato meno, per una questione di esperienza, ma poi ha dimostrato le sue qualità e ha trovato il suo spazio.Sulle dichiarazioni di Kakà dal Brasile posso solo dire di non aver ancora parlato con Kakà e non mi fido di quello che arriva dal Brasile. Comunque a livello medico ogni giocatore è libero di fare le proprie scelte, il Milan può consigliare, ma è il giocatore stesso a decidere.Per quanto riguarda le condizioni di Ronaldinho solitamente succede che un allenatore quando è interessato alle condizioni di un giocatore chiama, come succede con Lippi, con Dunga no.”
SUL SUO FUTURO
“Sono molto contento delle dichiarazioni rilasciate da Adriano Galliani nei miei confronti, ha parlato in questi termini paragonandomi a Coppi. Personalmente non ho mai chiesto nessun tipo di rinnovo, ho un contratto fino a giugno 2010 che intendo rispettare.”