domenica 31 maggio 2009

Ciao Ancelotti!

Queste le dichiarazioni dell'Amministratore Delegato rossonero, Adriano Galliani, al termine di Fiorentina-Milan:
'E' stata una grandissima partita, ma del resto con Carlo in panchina difficilmente abbiamo sbagliato le gare importanti, ci siamo sempre allenati al meglio per affrontarle. Ora pensiamo già all'urna dei sorteggi della prossima Champions League, saremo sicuramente in quella delle prime otto d'Europa, e questa è una cosa che dovrebbe riempire di orgoglio tutti i nostri tifosi, prima ancora che noi dirigenti'.
'In questo momento sono molto emozionato per l'addio di Paolo Maldini e per l'arrivederci a Carlo Ancelotti: già, quest'ultimo sarà un arrivederci, perchè gli allenatori possono sempre tornare, mentre i giocatori dell'età di Paolo no, anche se io continuo a cercare di convincerlo a non smettere'.
'Con Carlo Ancelotti sono stati anni fantastici, meravigliosi: 8 anni, 8 trofei. Di comune accordo, abbiamo deciso di anticipare di un anno la scadenza naturale del suo contratto ma la nostra amicizia e la sua vicinanza al club continueranno ancora. Speriamo, tra qualche anno, di rivederlo ancora in panchina con noi e magari di vincere altre Champions League con Carletto allenatore. Una cosa è certa: quando tornerà dovrà fare meglio di Sacchi e Capello!'.
'Noi non abbiamo mai contattato nessun altro allenatore, ci siamo detti che le alternative sarebbero state solo due: o continuare con Ancelotti o con Leonardo. Quanto al brasiliano, noi amiamo gli allenatori di casa nostra, e Leonardo ha svolto lo stesso percorso professionale di Capello. Gli auguro altrettanta fortuna, capacità e successi di Capello! La presentazione del nuovo tecnico domani a San Siro alle 12'.

Fiorentina-Milan 0-2

Una partita di ritorno, decisiva, dopo aver vinto l'andata: con questo spirito il Milan scende in campo al Franchi per l'ultima di campionato contro la Fiorentina.
La formazione scelta da Carlo Ancelotti per provare a consolidare il terzo posto, e dunque garantirsi l'accesso diretto alla prossima Champions League, è composta da Dida; Zambrotta, Maldini, Favalli, Jankulovski; Beckham, Pirlo Flamini, Seedorf; Kakà, Inzaghi. Gattuso e Nesta in panchina, e quest'ultima è una piacevolissima notizia in vista della prossima stagione. I viola rispondono con Frey; Comotto, Gamberini, Zauri, Pasqual; Donadel, Montolivo; Semioli, Jovetic, Vargas; Gilardino.
E' l'ultima partita di Paolo Maldini, che dopo 25 anni dà l'addio alla maglia del Milan e al calcio giocato. Dopo la contestazione di una piccolissima parte del pubblico di San Siro, domenica scorsa contro la Roma, questa volta a Firenze è una standing ovation per il nostro Capitano, che riceve anche una targa da parte della società viola per mano di Frey. In curva Fiesole, intanto, campeggia uno striscione che recita "Maldini, onore alla tua carriera".
Motivatissimo nelle battute iniziali l'ex della partita, Gilardino, che insieme a Jovetic è l'avversario più temuto oggi dai difensori rossoneri. Ma è tutta la Fiorentina ad essere particolarmente brillante. Il Milan non sta certo a guardare, e all'8' si affaccia alla porta difesa da Frey con Jankulovski: il suo tiro è potente, ma viene deviato sul fondo. Da chi? Per la terna arbitrale da un difensore viola, ma con grande fair play Kakà ammette di essere stato lui a toccare per ultimo il pallone e ottiene il ringraziamento dell'arbitro Rizzoli. Al 16' occasione per la Fiorentina: Gamberini colpisce di testa da centro area sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Dida blocca sicuro. Al 19' bella idea di Pirlo per la corsa di Jankulovski, ma il lancio in profondità è leggermente troppo lungo. Al 22' splendida la girata di testa di Gilardino servito da Jovetic, che però si spegne sul fondo. Al 24' occasionissima per il Milan: appoggio all'indietro di Kakà per Flamini, il tiro del francese è potente ma si stampa sull'incrocio dei pali. Al 28' Frey risponde in tuffo ad una insidiosa conclusione di sinistro dal limite di Zambrotta. Al 42' la Fiorentina protesta per un presunto calcio di rigore per fallo di Favalli su Gilardino: per Rizzoli, invece, a commettere una scorrettezza è l'ex rossonero. Si riparte con una punizione per il Milan.
A inizio secondo tempo, al 3' di gioco, viola pericolosi con Gilardino, che con la punta del piede mette fuori di pochissimo alla destra di Dida. Un minuto più tardi, sugli sviluppi di un corner per il Milan, Inzaghi alza di testa poco sopra la traversa. Al 10' arriva il gol del Milan: Kakà arriva a rimorchio sull'azione portata avanti da Zambrotta, che crossa in mezzo per Inzaghi, la difesa respinge, Ricky insacca di piatto destro. Al 17' altra occasione per i rossoneri: Kakà serve Inzaghi, che vince un paio di rimpalli e poi conclude alto di poco. Ora è il Milan a fare il gioco, la Fiorentina ha abbassato notevolmente il ritmo. I primi due cambi viola, entrambi al 20': Gobbi per Vargas e Jorgensen per Jovetic. L'ultimo a disposizione per Cesare Prandelli arriva al 25': entra Kuzmanovic, esce Pasqual. La prima sostituzione per il Milan al 24': esce Inzaghi, entra Pato. Al 31' raddoppio del Milan su contropiede Kakà-Pato: palla in profondità di Ricky, colpo sotto del Papero a scavalcare Frey. Al 32' secondo cambio rossonero: entra Nesta, alla sua prima apparizione in campionato, esce Favalli. E dal 36' c'è spazio anche per Gattuso, al ritorno in campo in partite ufficiali dopo l'intervento chirurgico dello scorso dicembre: prende il posto di Beckham. La partita non offre più spunti di gioco. Resta il tempo solo per la passerella di Paolo Maldini, che scrive la parola fine sulla sua fantastica carriera con l'abbraccio di tutti i compagni, degli avversari e di tutto il pubblico del Franchi. Il Milan è in Champions, il Capitano nella leggenda.

giovedì 28 maggio 2009

Il Bordeaux riscatta Gourcuff

Era nell’aria da giorni. Almeno da domenica, quando tutto il calcio francese gli ha reso omaggio premiandolo come il miglior giocatore del campionato e anche come autore del gol più bello. Un corteggiamento su scala nazionale che ha finito per convincerlo a rimanere a Bordeaux. Yoann Gourcuff rinuncia al Milan definitivamente con un contratto di quattro anni in Gironda. Sulla decisione sono pesati vari elementi. In primis, la fiducia di Laurent Blanc che lo ha messo al centro del gioco del Bordeaux, contrariamente alle scelte di Ancelotti al Milan. Fiducia ripagata finora con 12 reti, 10 assist, una supercoppa nazionale e in una di lega in bacheca, che, salvo imprevisti, saranno affiancate dallo scudetto sabato. Ma, il fantasista arrivato in prestito da Milano la scorsa estate, ha puntato anche sul fattore sicurezza in vista della coppa del Mondo del 2010. Giocare da titolare in patria è la vetrina migliore per blindare il posto in nazionale, conquistato quest’inverno con una serie di prestazioni decisive. Secondo l’Equipe, Galliani aveva tentato un’ultima volta di convincere il giocatore a tornare al Milan, presentandosi a Bordeaux di persona e portando il giocatore a cena. Non è bastato. Il club della Gironda ha messo mano al portafogli non solo pagando i 15 milioni di euro richiesti dal club rossonero, ma accogliendo anche le richieste economiche del francese che dovrebbe guadagnare ormai 300mila euro netti al mese, secondo le ultime indiscrezioni. “C’erano offerte economiche più importanti delle nostre – hanno precisato i dirigenti –, ma Gourcuff ha privilegiato il nostro progetto sportivo”. “A Milano – ha aggiunto il giocatore – ho imparato molto e ringrazio dirigenti e giocatori del Milan per la formazione ai massimi livelli”. Il Milan però appartiene al passato. Il presente è sabato, a Caen, per l'ultima giornata di campionato. Basta un punto per festeggiare lo scudetto. E meglio di così, Gourcuff non poteva cominciare.

lunedì 25 maggio 2009

La curva: "Maldini in passato ci ha mancato di rispetto"


Continuano le polemiche in casa Milan, dopo la sconfitta con la Roma e la contestazione a Paolo Maldini. L'attesa conferenza stampa del capitano a S.Siro è stata rinviata a dopo la partita con la Fiorentina, quando i rossoneri dovranno evitare di perdere con due gol di scarto per evitare la grana del preliminare di Champions. La Curva sud del Milan non ha contestato Paolo Maldini durante la sua ultima gara a San Siro, ieri contro la Roma. Gli ultrà hanno solo "puntualizzato" che il capitano rossonero in passato non è stato sempre rispettoso, sostiene uno dei leader della tifoseria del Milan, avvicinato a pochi metri dalla sede del club in via Turati. "Ma siamo qui per caso, per andare al bar", dice Lombardi. Accanto a lui c'è Giancarlo Capelli, detto il Barone, uno dei capi storici della tifoseria rossonera. Entrambi non erano al Meazza ieri perchè sottoposti a Daspo. Il problema nasce dalla posizione assunta da Maldini prima della finale di Champions ad Atene 2007, quando qualche pezzo grosso della curva ebbe qualche problema con la giustizia e Paolo Maldini ne prese le distanze. "I ragazzi - racconta Lombardi - si sono fatti prendere la mano - dice Lombardi - ma la sostanza resta: Berlusconi deve investire nella squadra e non deve vendere i campioni come Kakà". Quanto a Maldini, invece, nessuna vera contestazione, solo il ricordo di screzi passati. "Dopo la finale di Champions persa a Istanbul ci definì pezzenti per averli fischiati - aggiunge Lombardi - salvo poi dire che erano stati i giornali a strumentalizzare". E anche ieri, secondo il capo tifoso, il bandierone con il nome di Franco Baresi, capitano prima di Maldini, è stato srotolato "solo dopo che lui ci aveva rivolto gesti offensivi. Del resto non mi pare che la società abbia organizzato chissà quali festeggiamenti per Maldini". Mi dispiace per Paolo, non meritava questo", così Franco Baresi commenta quanto accaduto ieri a San Siro. Sulla stessa linea Gianluca Zambrotta: "La sconfitta di ieri contro la Roma e le contestazioni dei tifosi al capitano Paolo Maldini non sono state una bella situazione. Sono amareggiato e un po' arrabbiato, anche per un rigore che sicuramente c'era". E mentre anche il presidente federale Giancarlo Abete interviene in difesa di Paolo Maldini, il presidente del Palermo Zamparini, che ha pregio della sincerità e il dono della sintesi, liquida così la questione: "Maldini è il calcio. Purtroppo gli stupidi sono dappertutto".

domenica 24 maggio 2009

Maldini contestato dalla curva




La festa dopo l'ultima partita al Meazza di Paolo Maldini si è conclusa con una contestazione nei confronti del capitano, che tra una settimana lascerà il calcio giocato, da parte della curva sud rossonera.
Dopo la fine della gara, mentre Maldini faceva il suo giro di campo per salutare il pubblico del Meazza, la curva sud ha esposto uno striscione con scritto: «Sentiti ringraziamenti da chi hai definito mercenari e pezzenti», sopra il quale è stata srotolata un'enorme maglietta rossonera con il numero 6 che apparteneva a Franco Baresi, il capitano da cui Maldini ha ereditato la fascia. Per finire, il tifo ha iniziato a scandire il coro «Franco Baresi, c'è solo Franco Baresi».
In mezzo al campo, Maldini è apparso visibilmente contrariato e a poco o nulla è servito l'abbraccio di Leonardo che lo invitava a non dare retta alla contestazione. A quanto pare, lo striscione esposto dalla curva sud si riferiva a un piccolo battibecco avuto da Maldini dopo la finale di Champions League a Istanbul. La contrarietà di Maldini si è poi concretizzata nel momento di lasciare lo stadio con poche ma lapidarie parole: «Sono orgoglioso di non essere uno di loro».
La contestazione ha meravigliato molto anche Spalletti: «Me l'hanno detto i miei giocatori che sono rimasti particolarmente colpiti. Se è vero questo, quelli che vengono al campo per offendere e picchiare sono quelli che non amano questo sport e lo usano, devono restare a casa. Se si offende uno come Maldini si è passati oltre il limite del lecito sotto tutti gli aspetti». E pensare che anche la Roma, avversaria di turno si era impegnata per festeggiare: «Grazie Paolo, grande capitano», con questa scritta rossa su maglia bianca la squadra di Spalletti ha fatto il suo ingresso in campo. Gli spalti di San Siro invece sono ricoperti di bianco, il colore delle sciarpe (consegnate fuori dallo stadio) con sopra scritto in rosso Paolo Maldini, mentre in nero, sopra e sotto il nome del giocatore rossonero, venivano riportati i trofei vinti dal capitano. Accompagnato in campo dai figli Cristian e Daniel, Maldini è apparso visibilmente emozionato.

Milan-Roma 2-3

Peccato salutarlo così. Peccato che il grande capitano Paolo Maldini si congedi da San Siro con il cuore colmo di rabbia, lui che si sente ancora calciatore, ancora capitano vivo di un Milan costretto a soffrire. L'ultima gara a San Siro di una leggenda rossonera è una partita ricca di emozioni ma putroppo di altrettante sviste arbitrali. Il Milan esce sconfitto 3-2 contro la Roma, il Milan sarà costretto a giocarsi a Firenze un posto in Champions League. Ma la grandezza di un uomo, di un grandissimo Capitano sta nel suo sorriso, quello concesso a tifosi e compagni nel giorno più emozionante nonostante il negativo risultato sportivo. Un sorriso, simbolo di semplicità e allo stesso tempo di umana grandezza, quella inavvicinabile di Paolo Maldini.
In un clima torrido, circa 40 gradi percepiti, il Milan si gioca la matematica presenza in Champions League, senza passare da pericolosi preliminari. Contro la squadra di Spalletti Carlo Ancelotti propone Pato e Inzaghi in avanti supportati da Kakà. I giallorossi, privi di Perrotta, De Rossi e Julio Baptista si schierano con un 4-4-1-1 con Taddei e Cassetti larghi e Vucinic alle spalle di Totti.
Dopo un inizio al piccolo trotto da parte di entrambe le squadre è il capitano della Roma a spezzare gli indugi con un assist geniale per Taddei che in area di rigore colpisce solo l'esterno della rete. Il ritmo partita nelle prime fasi della gara rimane molto basso ma sono i giallorossi ad avere una maggiore supremazia del campo. Il Milan fatica a trovare Kakà che si muove tra le linee e Pato e Inzaghi rimangono piuttosto isolati. La prima conclusione rossonera verso la porta di Artur arriva al 16' con una conclusione alta di Kakà.
E' la Roma ad essere più intraprendente, a destra si muove bene Taddei mentre Totti e Vucinic in velocità sembrano avere più spazi di Kakà che viene costantemente fermato con tempismo da Mexes. Al 29' tuttavia dopo alcune azioni insistite della Roma arriva la prima vera fiammata milanista. Pato pescato sul filo del fuorigioco con uno splendido lancio dalle retrovie si presenta davanti alla porta di Artur ma il suo diagonale finisce a lato.
Una reazione rossonera che rimane tuttavia isolata. La Roma infatti al 36' passa in vantaggio. Vicinic al limite dell'area guadagna un calcio di punizione che Riise con incredibile potenza trasforma battendo Dida.
Il Milan appare squadra stanca, Kakà è poco ispirato, gli unici giocatori più tonici appaiono Beckham, Pirlo e Pato. Il brasiliano al 42' sembra colpire a botta sicura in area di rigore ma Motta con la testa toglie il pallone indirizzato in rete. Un paio di minuti dopo la Roma avrebbe a disposizione il colpo del 2-0 ma Vucinic fallisce solo davanti a Dida.
Nella ripresa in campo Seedorf per l'acciaccato Beckham. Il Milan prova a giocare con più ritmo, ma la Roma è abile a controllare le offensive rossonere. Nelle ripartenze i giallorossi tuttavia continuano ad essere pericolosi e Vicinic al 10' liscia clamorosamente un buon pallone al limite dell'area. Il Milan al 12' reclama invece per un calcio di rigore con Juan che scivola in area e ostacola la corsa di Inzaghi.
Carlo Ancelotti prova a cambiare l'inerzia della gara con altre due sostituzioni. Dentro infatti Ronaldinho e Zambrotta per Pato e Jankulovski. La reazione è fulminea con Pirlo che sfiora il gol dal limite dell'area al 20'. Al 23' è Kakà a provarci ma Artur compie un autentico miracolo. Il Milan reagisce con l'orgoglio alla ricerca del pareggio. Ronaldinho semina panico in area di rigore e serve Ambrosini ma il colpo di testa del centrocampista è ancora respinto da Artur. Non sbaglia tuttavia Ambro al 31' che su ribattuta di Artur dopo una conclusione di Inzaghi deposita la palla in rete per un meritatissimo pareggio.
La Roma tuttavia continua ad essere vive e pericolosa quando riparte. Al 34' infatti una splendida azione in velocità dei giallorossi porta Menez a siglare la rete del vantaggio romanista. Un vantaggio che dura pochi secondi perchè ancora Ambrosini, l'ultimo dei rossoneri a mollare, su assist di Kakà riporta in equilibrio la gara.
Il finale della gara è una autentica serrata di emozioni complici le due squadre lunghe e stanche. Al 40' la Roma ancora su calcio di punizione trova la rete del vantaggio firmata Francesco Totti. Al 44' il Milan si riversa in area di rigore e Motta atterra clamorosamente Zambrotta nella totale indifferenza dell'arbitro che lascia correre. Scoppia la rabbia di Ambrosini che viene allontanato dal campo nel nervosismo generale.

sabato 23 maggio 2009

Ancelotti: "Rimango al 100%"

"Cento per cento". Chiedono ad Ancelotti in che percentuale si sente di restare al Milan e lui non lascia fuori nemmeno lo 0,1 per cento di Mourinho. Ma quello sul suo futuro è un gioco di mezze risposte, pause e occhiate sorridenti. Gli fanno le domande in inglese, e lui risponde come un diplomatico: "La risposta sul mio futuro può essere posticipata di una decina di giorni o di qualche anno...".
Insomma, Chelsea o Milan? "Non ho mai parlato col Chelsea. L'ho fatto l'anno scorso, quest'anno no. Capisco che tutti vogliono conoscere la fine del libro - dice il tecnico rossonero - ma per me le cose sono molto chiare, anche per la società. E coincidono... Ma non ci sono segreti. Non vedo nebbia, sono io che voglio creare un po' di fumo per farvelo vedere, perché sono un po' stanco di parlare di questo. Quando i conti saranno fatti, ci incontreremo con la società e troveremo la soluzione giusta. Le strade saranno sempre insieme, perché no?". Si prepara a salutare i tifosi? "Assolutamente no, io sono l'allenatore del Milan fino a giugno - pausa - del 2010". È pronto a un cambiamento? "Io sono pronto a tutto". È accerchiato, ma non molla: "Non ho nessuna situazione aperta con il Chelsea, e i soldi non sono la componente principale con me. Al Milan non ho mai chiesto mille lire di aumento. Non ci ho mai pensato, sono importanti i soldi per una questione di valutazione delle capacità, ma non è una priorità nel fare una scelta". Ha incontrato Berlusconi? "Non ci sono stati contatti con lui". Magari a Berlusconi diede fastidio quell'incontro in passato con Abramovich... "Non credo, visto che avvertii la società". Per un eventuale post-Ancelotti vedrebbe meglio Tassotti, Leonardo o van Basten? "Non sono la persona indicata per scegliere il mio eventuale sostituto". La squadra vorrebbe che restasse: "Una grande società non dà retta ai calciatori... Le loro parole non determinano le strategie di un club". I giornalisti inglesi gli chiedono se ha imparato la lingua: "Sì, ma magari non ho un buon insegnante... Sono due anni che sto studiando inglese. Two years... Perché quando andavo in vacanza mi dava fastidio avere difficoltà con la lingua. Ma in Inghilterra non sono mai stato in vacanza". Insomma non c'è verso: "Io ho le idee chiare, sono molto molto molto sereno...".
"I tifosi dovranno abituarsi al calcio senza Maldini e chi gioca al Milan da più anni dovrà prendersi le proprie responsabilità perchè il suo esempio va seguito con i fatti, non con le chiacchiere". Maldini più grande di Baresi? "Non ha senso fare questi paragoni, nè - spiega Ancelotti - è giusto dire che si tratta di una perdita importante: Maldini ha fatto ciò che doveva fare e ha lasciato una traccia importante". Inutile distinguere tra l'uomo e il calciatore, il tecnico racconta che "in questi 8 anni al Milan ho avuto un bel aiuto dal capitano. Non in un momento preciso ma tutti i giorni, in cui ha dato un grande esempio: mai un ritardo, mai soft in allenamento ma sempre serio e intenso, con un'incredibile costanza".

giovedì 21 maggio 2009

Domenica con le nuove maglie

Ancora una volta adidas e A.C. Milan scelgono di presentare la nuova divisa in modo innovativo: la maglia rossonera per la stagione 2009/10 verrà infatti indossata, in anteprima, domenica 24 Maggio, nel match contro la Roma, ultimo incontro interno del Campionato di Serie A che coincide con il saluto di Maldini al pubblico di San Siro.
A partire da oggi, tutti i supporter milanisti hanno la possibilità di vedere la nuova maglia su www.adidas.com/acmilan. I tifosi potranno entrare in un sito interattivo diviso in due sezioni: nella prima scopriranno i dettagli e le linee della nuova casacca; nella seconda sezione potranno partecipare invece ad un divertente quiz sulla storia del Club di via Turati. Saranno proprio Kaká, Seedorf, Bonera e Kaladze a porre le domande e a giocare con gli utenti: in palio il titolo di “12° uomo rossonero”!
“Ancora una volta abbiamo puntato sul coinvolgimento dei tifosi, scegliendo di mostrare la maglia a San Siro in occasione di una gara importante come quella contro la Roma - ha dichiarato Winand Krawinkel, Direttore Marketing di adidas Italia – Il progetto si basa anche sul digital che diventa per adidas sempre più uno strumento di comunicazione chiave, in perfetto allineamento con le strategie del nostro partner A.C. Milan!”
“Il ‘debutto in società’ della nuova divisa è sempre un momento eccezionale per noi e per i nostri tifosi. Ancora più emozionante sarà ammirare per l’ultima volta la maglia numero 3 del Capitano nel giorno del suo saluto a San Siro - ha dichiarato Adriano Galliani, Vice Presidente Vicario e Amministratore Delegato dell’A.C. Milan – Ogni anno insieme ad adidas ci impegniamo perchè diventi una festa collettiva. Questa volta tutto il pubblico di S.Siro e tutti i navigatori del Web potranno vedere le nuove divise in anteprima. E non potevamo scegliere giornata più signifitica di questa ”.
La prima maglia ha 5 bande rosse e 4 nere sul fronte, le maniche sono invece nere con le 3 strisce rosse. La novità più importante è il colletto bianco con bordino rosso, mentre sul retro è ricamata la scritta A.C. MILAN, in oro, su fondo rosso. All’interno del colletto c’è una stampa con 2 bandiere: la prima rossonera e la seconda con una croce rossa su fondo bianco, oltre alla scritta Forza Milan in oro.
La maglia da trasferta è, come da tradizione, bianca, si tratta infatti della casacca portafortuna indossata in occasione delle grandi Finali internazionali disputate dal Club di via Turati. Per questo motivo il colletto bianco con una striscia nera e una rossa si ispira a quello della maglia del primo trionfo europeo del 1963, quando il Milan piegò il Benfica nella finale di Coppa dei Campioni.
La terza maglia è completamente nera con le tre strisce rosse, e presenta all’interno del collo la stessa stampa delle altre due.
La tecnologie sono, come sempre, le migliori applicate da adidas all’abbigliamento calcio: l’integrazione di adidas ClimaCool™ e adidas FlowMapping™ assicura la migliore traspirabilità e consente ai calciatori rossoneri di mantenere una temperatura corporea ideale anche sotto sforzo. L’utilizzo di ForMotion™, invece, prevede l’inserimento di tessuti tridimensionali ed elastici per adattarsi perfettamente al corpo del calciatore e migliorare ulteriormente la vestibilità della maglia allo scopo di ottimizzare i movimenti, la comodità e aumentare la libertà di azione.Le nuove maglie saranno in vendita a partire da sabato 23 maggio.

Galliani: "Lunedi il nome del tecnico"

Ci siamo. O quasi. Se il Milan domenica batterà la Roma, assicurandosi così la Champions League, lunedì sarà svelato l'arcano. Approfondiamo. "Al Milan non c'è caos ma idee chiarissime, che verranno comunicate a Champions acquisita" ha infatti affermato l'amministratore delegato Adriano Galliani. Insomma, l'a.d. ha provato a mettere ordine tra le voci sul futuro della panchina rossonera. "Tra me e Berlusconi le decisioni sono sempre condivise, non c'è una posizione del presidente diversa da quella dell'amministratore delegato e spero di poterla rivelare questo lunedì", ha spiegato Galliani. Perché l'annuncio arrivi lunedì, Galliani ha avvertito che "il Milan deve assolutamente vincere con la Roma per andare poi tranquillo a Firenze, dove altrimenti pareggiare o vincere per forza diventerebbe complicato". L'a.d. milanista ha poi dribblato con un sorriso anche le voci di un trasferimento di Kakà al Real Madrid che tra poco sarà presieduto dal suo amico Florentino Perez. "È un grande amico, ci siamo visti e parlati anche nei tre anni in cui non è stato presidente". E un parere sull'ipotesi Mourinho sempre al Real? "Quello che mi dice Florentino non lo riferisco - è stata la risposta -, non dico nulla, il che non vuol dire né sì, né no". Dovevano essere mesi di purgatorio al Bordeaux e invece sono diventati il paradiso. Yoann Gourcuff "ora è diventato una star" e ad Adriano Galliani farebbe piacere il ritorno del giovane centrocampista al Milan. "Mi piacerebbe, è un nostro giocatore, il Bordeaux ha la possibilità di riscattarlo entro il 31 maggio - dice l'a.d. rossonero -. Se non lo farà, dal 1° giugno tornerà al Milan e resterà con il grande rispetto e l'attenzione che merita un giocatore che abbiamo scovato pressochè sconosciuto e adesso è diventato una star. Sui giornali si parla sempre degli acquisti sbagliati. Io mi auguro che resti, ma se andrà via il Milan avrà fatto una grande plusvalenza, un acquisto azzeccato".

mercoledì 20 maggio 2009

Società al bivio. Emergenti o senatori?

Mai c’è stata tanta incertezza sul futuro del regno Milan, dove tutto viene programmato, concordato, limato e, infine, deciso all’unanimità. L’immagine che esce, dopo quest’ultimo mese di polemiche, accuse e smentite (ritardate), è perlomeno indebolita. Non più la società che segue le direttive del proprietario leader e le applica, ma un gruppo di persone che naviga a vista e, per non dire che cosa accadrà, si aggrappa alla tesi: "Aspettiamo di conquistare la certezza di essere in Champions e poi decidiamo". Come se i progetti fossero figli del risultato di una partita. La verità è che ora, al Milan, ci sono molte idee e non tutte portano nella stessa direzione. A confermare questa teoria, due dichiarazioni. Galliani sulla mancata conquista dello scudetto: "La nostra stagione è stata penalizzata dai tanti infortuni. Non li avessimo avuti, saremmo più vicini all’Inter". Berlusconi sullo stesso argomento: "Il Milan, con l’organico che ha, poteva tener testa all’Inter. Se non ha vinto lo scudetto la colpa è di Ancelotti". Le frasi vengono poi smentite, ma senza porre molta attenzione al problema. E Galliani si tuffa in un tentativo di mediazione tra l’allenatore e il presidente che difficilmente avrà successo. Sulla questione del futuro, stesso discorso: liquidata l’era Ancelotti, chi in panchina? Galliani tira da una parte e Berlusconi, generalmente da una località di mare (Taormina di recente), manda messaggi di segno opposto. Galliani, che in questi anni è stato il motore della società (con Berlusconi impegnato in politica) e l’ha portata sul tetto del mondo, dopo essere stato tentato dall’ingaggio di Spalletti spinge per la soluzione interna, la coppia Tassotti-Galli, magari con Leonardo, che però ha più volte declinato l’invito. Berlusconi, invece, ha dichiarato che il nuovo tecnico sarà "un allenatore giovane ed emergente". Facile individuare Massimiliano Allegri in questo ritratto, molto più di Tassotti e Filippo Galli che emergenti non sono e stanno nel Milan ormai da una vita. Il desiderio di Berlusconi, comunque, prima ancora di Allegri, è Marco van Basten: questione di immagine, di emozioni, di feeling

martedì 19 maggio 2009

Udinese-Milan 2-1

Allo stadio Friuli il Milan affronta l'Udinese per i 3 punti che valgono la qualificazione matematica alla prossima Champions League. La formazione è quella classica con le due punte più il trequartista, e vede Dida tra i pali, al rientro dopo aver saltato la Juventus; difesa con Zambrotta, Senderos, Maldini e Jankulovski; a centrocampo Flamini, Pirlo e Ambrosini; in avanti, supportati da Seedorf, Kakà e Pato che torna titolare dopo quasi un mese. Inzaghi parte dalla panchina, così come Ronaldinho e Shevchenko. Capitan Maldini festeggia le 900 partite con la maglia del Milan.
Quanto all'Udinese, il tecnico Pasquale Marino preferisce il solo Floro Flores a Sanchez. Per il resto, rispetto alle ipotesi della vigilia, confermati i 10/11 della formazione bianconera con Handanovic, Isla, Zapata, Felipe (al rientro dopo aver saltato la Lazio), Pasquale, Inler, D'Agostino, Asamoah, Pepe, Quagliarella e, appunto, Floro Flores.
Avvio di primo tempo senza particolari sussulti al Friuli. Al 16' occasione per il Milan, con una serie di passaggi in area, quindi il tocco di testa di Pato per Ambrosini che conclude a lato. Al 19' bella girata di Inler, deviata in angolo dalla difesa rossonera. Al 22' il primo brivido per la porta milanista, con il colpo di testa di Quagliarella (pescato - per la verità in fuorigioco - in area piccola da Pepe): Dida blocca in due tempi. Al 30' il signor Rizzoli assegna un calcio di rigore, molto discutibile, all'Udinese per una presunta trattenuta di Maldini su Floro Flores. Sul dischetto D'Agostino che non sbaglia: palla sotto la traversa alla destra di Dida, e per il regista bianconero sesta rete nelle ultime 6 giornate. Il primo tempo si conclude su ritmi piuttosto blandi, con un Milan forse troppo fermo che non riesce ad affondare i colpi.
Un cambio per il Milan a inizio secondo tempo: dentro Inzaghi per Flamini, Seedorf arretra a centrocampo, Kakà si sposta dietro le due punte in posizione di trequartista.
Ma subito in avvio di ripresa (4') la doccia fredda per i rossoneri è frutto della lestezza di Zapata, che infila di destro da due passi sugli sviluppi di un calcio d'angolo e dell'assist involontario di Maldini. Poco prima, episodio a dir poco dubbio in area fiulana: Pato in mezzo per Ambrosini che cade a terra, ma Rizzoli fa continuare. Prima ancora, calcio di punizione per i friulani battuto da Pepe, fuori di pochissimo.
Al 15' gol di Inzaghi annullato per un netto fuorigioco e secondo cambio per il Milan: esce Seedorf, entra Ronaldinho a comporre un 4-2-3-1 super offensivo, con Kakà a destra, Pato a sinistra e il Gaucho centrale dietro a Superpippo. Al 20' bella cavalcata di D'Agostino, che ruba palla a centrocampo e si invola verso la porta difesa da Dida: il brasiliano blocca, non senza problemi.
Al 28' terzo e ultimo cambio per il Milan, con Shevchenko che prende il posto di Pato, e primo per l'Udinese: fuori Floro Flores, dentro Sanchez. Il finale di partita è emozionante: i rossoneri spingono, in pieno recupero Inzaghi va vicinissimo al gol, poi Ambrosini va a segno con uno splendido colpo di testa su assist di Kakà, e qualche secondo dopo Quagliarella colpisce un palo. Finisce 2-1 per l'Udinese e si interrompe la striscia positiva del Milan che era cominciata lo scorso 8 marzo. L'Inter vince il suo 17° scudetto senza neanche scendere in campo. Per il prossimo anno servirà una campagna acquisti molto più...."sontuosa".

giovedì 14 maggio 2009

Le parole di Pato

Alexandre Pato, da Siena a Udine. L'ultimo gol del "papero" brasiliano risale infatti al 15 marzo quando i rossoneri si imposero contro i bianconeri toscani per 5-1. Adesso sulla strada dell'attaccante milanista ancora una squadra a strisce bianconere e chissà che gli stessi colori non gli portino fortuna:

"E' vero, non segno da parecchio tempo - ha detto Alexandre ai microfoni di Milan Channel - devo in sostanza fare gol, ma in ogni caso sono contento per il lavoro che faccio qui al Milan e mi metto sempre a disposizione. Quella contro l'Udinese sarà una partita difficile, una gara che dobbiamo assolutamente vincere per essere sicuri di andare in Champions League. Il nostro non è stato un brutto Campionato e chiudere al meglio queste ultime tre partite sarebbe una buona cosa".


Obiettivo Champions naturalmente, ma Pato non ha mai pensato di poter vincere lo scudetto scavalcando l'Inter?


"Certo che ci ho pensato, ma ad essere sinceri in diverse partite abbiamo perso punti quando invece avremmo dovuto chiuderle".


Nelle ultime gare disputate il campione brasiliano come ogni calciatore ha sperato di poter essere in campo dal primo minuto, ma le scelte di Carlo Ancelotti non hanno comunque mai compromesso il rapporto con Alexandre:


"Il Mister è sempre il Mister, a me piace tutto di lui, è un grandissimo. Le prossime partite vanno vinte anche per lui, ma anche per tutti coloro che ci sono vicini. Dobbiamo essere tranquilli e fare quello che sappiamo, come detto il nostro obiettivo è la Champions. Poi è chiaro che io voglio sempre giocare ma quale giocatore penserebbe il contrario?.


Infine un pensiero per Ronaldinho, compagno e amico che recentemente ha trovato poco spazio in squadra:


"Lo stesso discorso vale anche per lui, vorrebbe sempre giocare, ma in ogni caso io lo vedo felice. Lui lavora al massimo ed è sempre pronto per essere chiamato a giocare".


Tanta sincerità vale ancora domanda: "Scusa Ale, ma il fallo di Legrottaglie su di te contro la Juve era da rigore?


"Eh si, io ho visto la palla e Legrottaglie mi è venuto addosso facendomi fallo. Ero sicuro del rigore ma non è andata così. La prossima volta devo farmi trovare pronto nella sessa situazione, così almeno questa volta me lo danno il rigore!".

martedì 12 maggio 2009

Albania-Milan 7-8 dcr

Allo stadio nazionale Qemal Stafa di Tirana il Milan ha conquistato 2° Trofeo Taci Oil battendo la Nazionale albanese per 8-7 dopo i calci di rigore. Al termine dei novanta minuti la gara si era conclusa 3-3 con le reti di Ronaldinho, Shevchenko e Inzaghi. Dopo cinque mesi si è rivisto in campo Gattuso per un tempo con la fascia di capitano.
Questo il racconto della partita:
Carlo Ancelotti schiera Kalac tra i pali; in difesa Mattioni e Antonini sulle fasce, con Senderos e Thiago Silva centrali. Centrocampo a tre con Gattuso, Pirlo e Jankulovski; Pato e Ronaldinho alle spalle di Shevchenko.
A disposizione del tecnico rossonero: Perucchini, Albertazzi, Darmian, Zambrotta, Cardacio, Flamini, Seedorf, Inzaghi e Kakà.
Questa invece la formazione schierata dal tecnico della Nazionale albanese, Bushati: Ujkani; Beqiri, Yangjeli, Lila, Bulkw; Mbmelli, Duro, Bakaj, Bylykbashi; Salili, Yrapi.
Parte subito il Milan in avanti con il primo pallone toccato da Gattuso: in verticale per Shevchenko, ma l’ucraino è in fuorigioco. Stesso fallo per Pato che lanciato da Pirlo viene fermato dal guardalinee.Nella prima frazione di gioco sono sempre i rossoneri a portarsi in avanti: Ronaldinho prova a lanciare Pato, ma viene chiuso dai difensori albanesi.La prima azione offensiva dei padroni di casa arriva all’8’ con Salili che viene chiuso bene da Mattioni al limite dell’area.Al 10’ il Milan va in gol con Antonini lanciato da Jankulovski, ma l’arbitro annulla per fuorigioco.Al 13’ Mattioni lancia sulla destra Shevchenko, ma l’ucraino viene chiuso da Bulkw.L’Albania al 15’ ci prova con Salili lanciato sulla destra dal Yrapi, ma la sua conclusione ad incrociate termina alta sopra la traversa. Riparte il Milan con la rimessa dal fondo di Kalac da cui scaturisce il primo calcio d’angolo della sfida a favore dei rossoneri. Pirlo dalla bandierina, ma il Milan non riesce a gestire il pallone e il portiere albanese esce e blocca la sfera. E’ poi Memelli a provare il cross dalla destra, ma il compagno Yrapi si fa trovare in posizione irregolare. Risponde subito il Milan: Ronaldinho si inserisce sulla sinistra e scambia con Jankulovski al limite dell’area, ma il brasiliano viene fermato ancora una volta in posizione irregolare. Al 20’ un problema alla caviglia destra per Pato, che si è fatto male forse per colpa di una buca, ma il brasiliano riprende a giocare senza problemi. Al 22’ una bellissima azione rossonera con Shevchenko e Pato che scarica all’indietro per Ronaldinho, il Gaucho dal limite supera col destro Ujkani e porta il Milan sull’1-0.La partita segue poi su un ritmo basso con le due squadre che fanno circolare palla a centrocampo.Al 30’ ci provano gli albanesi con il sinistro dal limite di Duro, ma la conclusione del numero dieci è fuori dallo specchio della porta e non impensierisce Kalac. Il Milan ci prova ancora al 32’ con Pato lanciato da Shevchenko, ma il portiere Ujkani in uscita anticipa il brasiliano.Al 35’ è capitan Gattuso a provarci dalla distanza col destro, ma Ujkani blocca senza problemi la conclusione centrale di Rino.Al 45’ Pato subisce fallo quasi al limite e conquista un calcio di punizione. E’ proprio il brasiliano a portarsi sul punto di battuta, ma la palla termina alta sopra la traversa. Ancora una punizione per i rossoneri nel minuto di recupero concesso dal direttore di gara per un fallo subito da Ronaldinho. E’ Sheva che da posizione defilata batte col destro: palla tesa che viene bloccata dal portiere albanese. Il primo tempo si conclude così con il vantaggio rossonero per 1-0.
Nella ripresa Carlo Ancelotti inserisce il giovane Perucchini al posto di Kalac, Zambrotta per Antonini e Darmian per Senderos in difesa, a centrocampo Gattuso lascia il posto a Flamini, Cardacio e Seedorf scendono in campo per Pirlo e Jankulovski e davanti Kakà subentra a Pato. Shevchenko indossa la fascia di capitano al posto di Gattuso.
In avvio di secondo tempo, Milan in avanti sulla sinistra con Zambrotta che prova il cross in area per i compagni, ma la palla viene bloccata da Ujkani in uscita.Al 50’ il Milan trova subito la rete del raddoppio: Kakà si inserisce centralmente e serve in area Shevchenko che col sinistro fa tunnel al portiere albanese e porta il Milan sul 2-0.I rossoneri conquistano poi un calcio di punizione sulla sinistra per un fallo ai danni di Shevchenko. E’ Ronaldinho che si porta sul punto di battuta: palla tesa in mezzo all’area e la difesa albanese spazza via. Il Milan insiste:al 56’ ci prova Flamini con un destro violento, ma Ujkani respinge.Sono poi i padroni di casa a crederci e al 64’ l’Albania accorcia le distanze con Vila che su un lancio lungo dalle retrovie riesce ad anticipare Thiago Silva e a superare Perucchini con un pallonetto. E’ l’1-2.Carlo Ancelotti effettua poi un doppio cambio al 69’: Shevchenko e Ronaldinho lasciano il posto a Inzaghi e Albertazzi. L’Albania comincia a crederci e riesce a trovare la rete del pareggio al 71’ con un gran numero di destro di Muzaka servito dalla sinistra da Agolli.Il Milan prova a reagire e cerca di rendersi pericoloso al 74’ con Kakà che apre sulla sinistra per Seedorf, ma l’olandese non riesce a trovare lo spazio per l’inserimento in area. Rispondono subito i padroni di casa che al 76’ con un cross dalla destra di Hyka per Salihi conclude di testa e capovolge la partita: è il 3-2.I ragazzi di Ancelotti si rendono poi pericolosi all’83’ con una punizione dal limite di Seedorf, ma la conclusione dell’olandese sorvola di poco la traversa. Il pareggio arriva poi all’88’ con il gol di Inzaghi che viene servito dalla sinistra da Kakà dopo una bella azione personale del brasiliano, Pippo sul secondo palo con il destro porta la gara sul 3-3. Dopo novanta minuti di gioco il risultato resta così in parità e si va ai calci di rigore per assegnare il Trofeo Taci Oil.Questa la sequenza dei rigori: Kakà (M) gol; Pisha (A) gol; Seedorf (M) gol; Muzaka (A) gol; Flamini (M) gol; Vila (A) gol; Thiago Silva (M) gol; Vrapi (A) gol; Inzaghi (M) gol; Beqiri (A) fuori.E’ quindi il Milan a conquistare il 2° Trofeo Taci Oil battendo per 8-7 dcr l’Albania.

IL TABELLINO

ALBANIA-MILAN 7-8 dcr (3-3)

Marcatori: 22' Ronaldinho (M), 48' Shevchenko (M), 64' Vila (A), 71' Muzaka (A), 76' Salihi (A), Inzaghi (M)

Sequenza rigori: Kakà (M) gol; Pisha (A) gol; Seedorf (M) gol; Muzaka (A) gol; Flamini (M) gol; Vila (A) gol; Thiago Silva (M) gol; Vrapi (A) gol; Inzaghi (M) gol; Beqiri (A) fuori

ALBANIA: Ujkani; Beqiri, Yangjeli, Lila, Bulkw; Memelli, Duro, Bakaj, Bylykbashi; Salili, Yrapi. All. Bushati.

MILAN: Kalac (Perucchini); Mattioni, Thiago Silva, Senderos (Darmian), Antonini; Gattuso, Pirlo, Jankulovski; Ronaldinho (Albertazzi), Pato (Kakà); Shevchenko (Inzaghi). All. Ancelotti.

Berlusconi: "Colpa di Ancelotti se abbiamo perso"

Repubblica lo definisce "il caso". Leggere per credere: Berlusconi, Colpa di Ancelotti se abbiamo perso lo scudetto". In visita in Egitto, il presidente del Milan attacca il tecnico rossonero "Potevamo tenere testa benissimo all'Inter". Numerose le punzecchiature del premier all'indirizzo del tecnico di Reggiolo: "Molte volte abbiamo davvero sbagliato la tattica. Noi abbiamo tanti calciatori bravissimo nel palleggio, sono dei gran palleggiatori e allora dovevamo puntare su questo. E invece abbiamo fatto il contrario". Chiaro il riferimento all'utilizzo limitato di Ronaldinho. E ancora: "Troppe volte abbiamo preso gol nella parte finale della partita".
Apriti cielo, è arrivata immediata la reazione di via Turati: "Per regola l'amministratore delegato non commenta mai quanto dice il presidente e poi io al mattino inizio da altri giornali" ha affermato Adriano Galliani evitando ogni commento sull'articolo di Repubblica. Comunque Galliani ribadisce che "del futuro si parlerà soltanto quando avremo ottenuto l'accesso diretto alla Champions League, dopo il 31 maggio. Con una vittoria con la Juventus l'avremmo ottenuto, invece - ha spiegato Galliani a Malpensa, da dove la squadra è partita per Tirana dove giocherà in amichevole stasera -, dobbiamo fare altri tre punti". L'ad rossonero concorda invece con Berlusconi nel rendere merito all'Inter: "Era irraggiungibile prima e lo sarebbe stata anche se domenica fossimo andati a -5. L'Inter è stata la squadra più continua, quindi si merita lo scudetto. Sicuramente non ha espresso più bel gioco di noi ma è stata più continua e i punti si fanno con la continuità". Galliani ha anche replicato ai tifosi che domenica al Meazza hanno esposto striscioni polemici. "Quest'anno sono state contestate tutte le squadre, Inter, Milan, Juve, Fiorentina e Roma. Credo che debba finire questa moda perchè all'estero non succede".
Intanto, a proposito di allenatori, Johan Cruijff, in un'intervista alla Gazzetta,. non ha dubbi: "Milan, l'uomo giusto per te è Marco Van Basten". E' il consiglio dell'ex campione olandese alla società rossonera che, a fine stagione, potrebbe cambiare allenatore. Del connazionale Cruijff sottolinea la capacità di tenere unito lo spogliatoio: "Sì, credo che sia proprio preparato; anche di Guardiola si diceva che non fosse pronto", sostiene nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport oggi in edicola.
Catenaccio, ma di quelli di una volta. Con il passare delle ore, il vicepresidente del Milan Adriano Galliani mantiene la sua posizione riguardo alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi. Il muro del no comment si alza anche a Tirana, nel corso di una fluviale conferenza stampa incentrata sui progetti Unicef e della Fondazione Dominic Scaglione che il Milan sostiene giocando in Albania per la seconda volta. E quando, dopo oltre quaranta minuti di discorsi ufficiali, i giornalisti italiani chiedono a Ancelotti un parere sulle dichiarazioni di Berlusconi, Galliani interviene in tackle, microfono alla mano: "Rispondo io per conto del mio amico Carlo. Un solo giornale italiano ha riportato quelle frasi. Non ho parlato con il presidente né ieri né oggi, non abbiamo conferme di quanto avrebbe detto, quindi nessuna risposta da parte di nessuno". Altrettanto netta la risposta a un giornalista albanese che chiedeva conto delle indiscrezioni sul futuro dell’allenatore e di Kakà: "Ricordo a tutti che Ancelotti ha un contratto con il Milan fino al 2010, e Kakà fino al 2013". Sintetico il commento del fuoriclasse brasiliano: "Ho detto che credo nei progetti del Milan perché il Milan ha storia, successi, titoli. Per questo credo nei suoi progetti. Poi, spero che anche per la prossima stagione nel progetto ci sia Carlo Ancelotti".

lunedì 11 maggio 2009

Kaka crede nel progetto del Milan

Il rammarico c'è: tre punti con la Juve avrebbero fatto comodo. Ma archiviato l'1-1 con la Juve conviene pensare al futuro. Kakà lo fa in rossonero e quindi difende la causa, ipotizzando il suo Milan che verrà. "Siamo qualificati per la Champions League, e questo mi rende felice. Nel giro di pochi mesi ritroveremo la competizione: mi è molto mancata. Ma tutti sanno che abbiamo bisogno di ringiovanire la squadra e di potenziarla: Maldini chiuderà la sua carriera, Emerson non c'è più, ma ho fiducia: il Milan è un grande club e credo nel suo progetto". E a proposito di mercato, il brasiliano confessa di fare il tifo per Yoann Gourcuff, giovane talento del Bordeaux in prestito. "Sono molto felice di vedere che sta facendo una grande stagione, segna tanti gol e ha anche giocato con la nazionale francese. So che il suo periodo con noi non è stato facile, ha sofferto, ma se ritorna non succederà la stessa cosa. E lui appartiene già al Milan". Resta da capire, invece, chi si accomoderà sulla panchina nella prossima stagione. Ieri sera, dopo la sfida con i bianconeri, Carlo Ancelotti ha ribadito che non ha intenzione di andarsene, "anche perché, ha sottolineato, per vincere la Champions League conviene restare con chi lo fa spesso: il Milan". Mauro Tassotti, ex compagno di squadra e "secondo" storico del tecnico di Reggiolo, guarda con un po' di tristezza al passato, riferendosi agli infortuni che hanno limitato la prima parte della stagione rossonera. "Abbiamo avuto una serie di infortuni lunghissimi, Pirlo, Gattuso, Nesta, non solo Kakà - commenta -; troppi problemi per lottare fino in fondo. Abbiamo anche avuto dei momenti di difficoltà, ma siamo stati bravi a superarli e a centrare la Champions anche se ci manca ancora un passettino". E per il futuro allenatore si fa anche il suo nome, ma lui nicchia. "Credo che mi conoscono abbastanza, sono a Milano dal 1980 per cui quello che devo sapere su di me lo sanno - aggiunge -. Non sta a me decidere, se Ancelotti mi chiedesse di seguirlo altrove? Ho un contratto con il Milan per un altro anno e devo parlare con la società, sentire le proposte, per ora non mi ha chiesto niente nessuno, se ne parlerà a fine campionato". "Resterò sicuramente al Milan, con la società condividiamo un progetto". Carlo Ancelotti è sulla stessa linera di Kakà a proposito del suo futuro. "Sto pianificando con i dirigenti la prossima annata e questa squadra è competitiva. Lo è adesso e lo sarà soprattutto l'anno prossimo quando recupereremo Nesta, Kaladze e Borriello. Non c'è bisogno di rivoluzioni e l'Inter non è così distante. Non è detto che sia il Milan a dover fare la corsa sull'Inter". Nessuna dietrologia dietro il suo contratto in scadenza nel 2010, nessun ciclo è finito con la società rossonera. "Non ho bisogno di essere blindato perchè ho un altro anno di contratto. Il rinnovo propostomi dal Milan fino al 2012? Quando arriverà ve lo dirò. Ora pensiamo a conquistare i tre punti che ci servono per assicurarci la partecipazione alla prossima Champions League, l'obiettivo minimo di una stagione comunque positiva".

Ancelotti: "Mancano tre punti"

Dopo il risultato di parità tra Milan e Juventus il commento dell'allenatore Carlo Ancelotti:

"Sul gol subito abbiamo messo poca pressione all'avversario, non siamo riusciti a mantenere il vantaggio che ci avrebbe creato più spazi nel corso della partita. Il loro atteggiamento compatto non ci ha fatto giocare in velocità. La difesa si è comportata comunque bene contro due attaccanti forti. Maldini è stato super, noi abbiamo sbagliato in diverse soluzioni, avremmo dovuto più allargare il gioco e magari evitare troppi lanci lunghi ed essere meno frenetici nelle palle in verticale. La sostituzione di Inzaghi? Avevo il timore che la stanchezza allungasse la nostra squadra e ho optato per un centrocampo più compatto. Adesso ci mancano tre punti per arrivare in Champions, dobbiamo fare il possibile a partire da Udine contro una squadra molto forte, reduce da 5 vittorie consecutive. Il Milan con le grandi ha fatto la sua parte, non credo che con le squadre di blasone questa formazione perda punti sistematicamente. A livello di determinazione il Milan questa sera ha fatto la sua parte, abbiamo pagato la disposizione della Juve e una nostra poca lucidità. Un pareggio con la Juve ci può stare anche se siamo un po' rammaricati per non aver mantenuto il pareggio".

domenica 10 maggio 2009

Milan-Juventus 1-1

Nella sfida tra Milan e Juventus predomina l'aspetto tattico nel primo tempo e la foga e la grinta nel secondo. I rossoneri in vantaggio con Seedorf vengono raggiunti da Iaquinta e danno vita nel finale ad un autentico assalto alla porta di Buffon. In dieci per l'espulsione di Favalli i rossoneri provano a tenere aperto il campionato ma si ritrovano solo con un vantaggio inalterato sui bianconeri. Per il Milan una gara vera e difficile da sbrogliare ma giocata con grande cuore contro una Juventus ritrovata
Con il miglior Kakà e i gol del fantastico Inzaghi il Milan prova a mettere nel congelatore il secondo posto in classifica e ad alimentare residui sogni di gloria dopo il pareggio dell'Inter a Chievo, ma la Juventus ha la rabbia di chi vuole reagire ad un momento molto delicato. Ranieri per l'occasione lascia in panchina Del Piero e si affida alle torri Iaquinta e Amauri.
Nel Milan invece recupera Beckham, Flamini si conferma pedina inamovibile mentre Kalac si schiera tra i pali dopo i fastidi alla schiena di Dida.
Con Nedved squalificato e Del Piero in panchina per scelta tattica la Juventus in avvio dimostra di voler costruire la propria partita sulle fasce laterali. Camoranesi ispirato e Marchionni in continuo raddoppio con De Ceglie creano fin dai primi minuti di gioco problemi ai terzini bassi rossoneri che faticano a tenere l'uno contro uno con l'avversario. La prima occasione del match viene confezionata proprio da Camoranesi ben smarcato da una torre di Amauri al 12'.
Il Milan fatica a reggere la foga juventina e i rossoneri subiscono gli assalti di una Juventus trasformata. Al 15' Marchionni si invola libero sulla destra e solo un salvataggio in scivolata di Flamini evita il peggio. Il francese si ripete due minuti dopo braccando Iaquinta lanciato a rete dopo due dribbling riusciti in velocità.
La Juventus è cortissima e compatta e per il Milan diventa difficile trovare spazio, solo al 20' i rossoneri si affacciano pericolosamente alla porta di Buffon con una conclusione alta di Inzaghi.
Il Milan tuttavia inizia a farsi più pericoloso quando attacca palla a terra per vie centrali con gli inserimenti di Kakà e Seedorf. Le verticalizzazioni dei rossoneri complicano la vita alla Juventus che dopo l'avvio prepotente inizia ad abbassarsi più timorosa.
Gli uomini di Ranieri tuttavia riescono a rimanere ordinati e al 26' provano a pungere Kalac con una combinazione tra Amauri e Iaquinta. Al 36' è invece Poulsen ad avere l'opportunità di puntare la porta rossonera ma la conclusione del centrocampista finisce a lato.
Dopo un primo tempo molto tattico e bloccato le due squadre nella ripresa si ripresentano con le stesse formazioni. La Juventus attacca molto bene gli spazi e Iaquinta e Amauri sono sempre molto pericolosi.
Il Milan non trova spazi dove lanciare Kakà e la Juventus opta spesso per palloni lunghi da consegnare alle torri avanzate. Solo una ripartenza veloce consente al Milan di portarsi in vantaggio. Inzaghi infatti al 57' corre sul filo del fuorigioco e legge molto bene il movimento di Ambrosini che in area conclude debolmente. Sulla traiettoria del pallone tuttavia è bravo a farsi trovare pronto Seedorf che batte Buffon.
Il vantaggio dei rossoneri dura però solo 4 minuti perchè Iaquinta su perfetta imbeccata di Camoranesi batte sul fisico Flamini e riesce a staccare di testa battendo l'incolpevole Kalac.
Carlo Ancelotti dopo la ristabilità parità cambia atteggiamento togliendo Beckham per inserire Pato. La formazione rossonera prova ad aumentare il ritmo del gioco costringendo la Juve ad abbassarsi. Al 75' Pato serve un bel pallone per Inzaghi in area ma la girata del bomber finisce alta.
Nel Milan dentro anche Ronaldinho al posto di Inzaghi con i rossoneri che allargano il gioco per favorire gli inserimenti di Kakà e Seedorf nel mezzo. Con il passare dei minuti Pato diventa intraprendente nell'area avversaria ma un intervento scomposto di Favalli costa al difensore il secondo giallo e la conseguente espulsione.
I minuti finali della gara sono un autentico e continuo cambio di fronte con le due squadre desiderose di fare bottino pieno. All'85' una bella conclusione di Pato viene rimpallata in area mentre sul fronte opposto Iaquinta è sempre molto pericoloso. Ci provano Ronaldinho e Pirlo ma il colpo da tre punti non arriva.

sabato 9 maggio 2009

Ancelotti: "Siamo in condizione di aggredire il match"

Eccolo di nuovo. Rino Gattuso torna dopo il lungo stop per l'intervento al legamento crociato del ginocchio destro. "Sì, sarà convocato: andrà in panchina e se ci sarà bisogno darà il suo contributo", annuncia Carlo Ancelotti in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Juventus. Il totem rossonero torna così a ruggire proprio in occasione del match contro i bianconeri: sfida da prendere con le molle, anche se il Milan sta bene. "La Juve sta vivendo un periodo di difficoltà, questo sarà uno stimolo in più. I bianconeri cercheranno di reagire, affrontiamo una squadra pericolosa" è il pensiero di Ancelotti.
Chiedersi se sarà l'ultimo Milan-Juve per il tecnico di Reggiolo è superfluo: solo a fine campionato verrà svelato l'arcano, ma in ogni caso sarà una partita studiata a tavolino. "Il Milan è in un buon momento - sostiene Ancelotti -. Domani è la serata ideale per fare una grande gara, c'è molto entusiasmo. Siamo in condizione di aggredire il match e vogliamo farlo: se riusciamo a farlo sin dall'inizio, potremmo avere grandi vantaggi. In questo momento, giocare contro il Milan è dura", dice Ancelotti. L'allenatore conferma il recupero totale di Kakà e Dida e conta di avere a disposizione David Beckham. "In settimana ha avuto un problema alla caviglia e non è al meglio della condizione. Flamini è pronto a prenderne il posto. Se invece David ce la farà, il francese si gioca il posto con Jankulovski in difesa" sottolinea. E si congeda ricordando la parentesi in bianconero tra il 1999 e il 2001, quando allenò la Juventus ottenendo due secondi posti in campionato. "Ho fatto una bella esperienza professionale. Società e giocatori mi sono stati molto vicini, il resto dell'ambiente no per via del mio passato da giocatore romanista e milanista". Ancelotti si appresta a sfidare la Juventus in una partita che potrebbe costare la panchina a Ranieri. E proprio al collega, il tecnico rossonero esprime la sua vicinanza. "Generalmente ho la tendenza a essere solidale con tutti gli allenatori - dice - so quanto è difficile questo lavoro e a maggior ragione lo sono con Ranieri perchè credo che la Juve, da quando c'è lui, ha fatto ottime cose, forse al di là delle più rosee aspettative, ed è stata fatta contro di lui una campagna mediatica eccessiva".

lunedì 4 maggio 2009

Inzaghi: "Ho ancora fame"

A quasi 36 anni, Filippo Inzaghi torna sulla cresta dell'onda con undici gol nelle ultime otto partite: "Il fatto di giocare in una grande squadra mi agevola molto- confessa Inzaghi a Sky-. Ottenere queste medie e questi successi alla mia età è motivo di grande soddisfazione".
Ma non ditegli che in inverno va in letargo di gol: "In quel periodo ho giocato e segnato in Coppa Uefa. In campionato, invece, non giocavo molto. Ho aspettato il mio momento, continuando a lavorare bene in allenamento e quando mi è stata data fiducia mi sono fatto trovare pronto. Non ho mai pensato di andare via, perchè qui ho sempre giocato tanto. Poi con gli anni che passano è normale che vengano provati altri nel mio ruolo. Ma dopo tutti i bei momenti vissuti con questa maglia, io voglio chiudere la carriera col Milan".
Milan che è la squadra più in forma del campionato, ma per lo scudetto "non c'è più speranza. Pensiamo invece a tenere lontana la Fiorentina: vogliamo tornare in Champions League, perchè lì ci siamo tolti tante soddisfazioni". Inzaghi parla anche del futuro, a cominciare da Carlo Ancelotti: "Sono convinto che rimanga. Tutta la squadra è con lui, è amato da tutti, perciò è difficile che vada via. Il mercato? Ci pensa la società. Io posso dire che per l'anno prossimo spero di recuperare tutti gli infortunati: da quando ci siamo tutti, siamo molto competitivi". Domenica c'è il big match contro la sua ex squadra, la Juventus: "Sono convinto che rialzeranno la testa, perchè sono un gruppo di persone eccezionali, come calciatori e come uomini".


domenica 3 maggio 2009

Catania-Milan 0-2

E' un Milan molto concentrato e determinato quello che si presenta a Catania per la prima di quelle che sono state ribattezzate "le cinque giornate", cioè i cinque appuntamenti di un finale di stagione al cardiopalma, che per i rossoneri vale il sospirato ritorno in Champions League.
Il Milan conferma la formazione scesa in campo contro il Palermo, con l'eccezione di Mathieu Flamini, squalificato, che lascia il posto a Jankulovski. Zambrotta torna dunque sulla fascia destra, mentre in attacco Kakà e Inzaghi sono supportati, sulla trequarti, da Clarence Seedorf. Pato parte dalla panchina, con lui Ronaldinho. A disposizione anche Daniele Bonera, al ritorno dopo la sua ultima apparizione datata 8 marzo, Milan-Atalanta 3-0.
Poco prima del fischio d'inizio un problema muscolare sembra costringere Kakà a dare forfait, ma Ricky stringe i denti e ce la fa. Quanto al Catania, lo squalificato Walter Zenga lascia il posto di comando al suo secondo, Giuseppe Irrera, dopo aver scelto un 11 titolare composto da Kosicky, Silvestri, Silvestre, Stovini, Capuano, Carboni, Biagianti, Izco, Mascara, Martinez e Morimoto.
Piove a dirotto sul Massimino, il campo è molto scivoloso, sugli spalti il tifo rossazzurro è assordante, arbitra De Marco di Chiavari.
Ad eccezione di un'occasione fortunata al 7', quando Favalli cerca di mandare il pallone sul fondo e colpisce invece il palo della porta presidiata da Dida, rischiando un clamoroso autogol, i padroni di casa lasciano far fare il gioco al Milan. Milan che si porta vicino al vantaggio all'11' con un bel colpo di testa di Maldini, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, ma è bravo Izco a salvare sulla linea.
Al 27' Milan a segno con Pippo Inzaghi: Kakà conquista il pallone a centrocampo, serve Inzaghi che stoppa e, di destro, fulmina Kosicky. Per Superpippo è il 13° gol in campionato.
Poco dopo, al 30', su un'azione di contropiede del Catania, Dida è bravo nel distendersi a terra, neutralizzando il sinistro dalla distanza di Mascara. Al 39' il Catania reclama un fallo di mano in area di Favalli, ma per De Marco è involontario. Sul ribaltamento di fronte, splendida azione Kakà-Pirlo, con Andrea che serve magicamente sulla testa di Inzaghi a due passi da Kosicky, ma questa volta Superpippo spreca sul fondo.
Il primo tempo si chiude dunque sullo 0-1. Un solo cambio durante l'intervallo: per il Catania, Tedesco prende il posto di Izco per alzare un po' più il baricentro della squadra etnea. Nessuna sostituzione, invece, per il Milan.
Ed è proprio il nuovo entrato, dopo appena un minuto, a creare un brivido alla porta milanista, con un bolide di sinistro dalla lunga distanza che si spegne di pochissimo alla sinistra di Dida, comunque ben piazzato. Il Catania è ora più spavaldo, più sfrontato: è il gioco che ha sempre chiesto Walter Zenga, sia che di fronte ci sia un'avversaria piccola, sia una grande.
Ma, purtroppo per loro, i sogni di rimonta dei rossazzurri si spengono al 7' della ripresa: Ambrosini crossa dal fondo, colpo di testa di Beckham, Kosicky non trattiene ed è troppo facile per Kakà ribattere in rete per il gol dello 0-2.
Al 17' ancora un'occasione d'oro sprecata da Inzaghi, che vanifica un cross di Kakà spedendo sul fondo a pochi passi dalla porta del Catania. Subito dopo, un altro cambio tra le fila rossazzurre: entra Llama, esce Carboni. Al 21' la sfortuna si accanisce ancora sul nostro numero 9: questa volta a negargli il gol dello 0-3 è il palo. E nemmeno un minuto dopo, secondo legno in pochi secondi per il Milan. A colpirlo è Kakà, protagonista di un numero d'alta classe: destro a giro delizioso sul palo lontano, esecuzione perfetta, ma la porta del Catania dice no. Al 29' primo cambio per i rossoneri: dentro Pato, che così può festeggiare la sua 50esima presenza in serie A, fuori il vero protagonista della partita, Inzaghi. Poco dopo, spazio anche a Bonera, al ritorno in campo dopo quasi due mesi d'assenza al posto di Beckham, e al giovane Mattioni, al debutto in campionato, che va a sostituire Kakà. Ultimo cambio anche per gli etnei: fuori Mascara, dentro Spinesi.
I minuti finali vedono il Milan sempre all'attacco. E' un vero assedio all'area rossazzurra, ma il match si chiude sullo 0-2: un risultato che ci sta addirittura stretto, ma che ci proietta sempre più verso la Champions League.

sabato 2 maggio 2009

Ancelotti: "Normale avere tanti rigori"

Ancora scintille sull'asse Milan-Inter. Non bastasse il tentativo di rimonta rossonero, la polemica tra le due milanesi vive di continue punzecchiature. L'ultima è di Carlo Ancelotti, che nella conferenza stampa che precede la sfida al Catania, torna sulla questione dei rigori rossoneri e dei pochi rigori nerazzurri
"È logico che il Milan abbia avuto tanti rigori a favore - racconta Ancelotti -. Questo perchè siamo una squadra votata ad un gioco d'attacco e quindi siamo spesso in area avversaria". Dopo la difesa arriva l'attacco: "La stessa cosa vale per chi ha una buona difesa e non ha rigori contro da quarantacinque partite".
Ancelotti poi si chiama fuori dalla polemica innescata dal presidente Berlusconi sul gol di Adriano nel derby di ritorno: "Io non guardo al passato, ma al futuro - si limita a dire il tecnico -. È stata una partita decisiva in chiave scudetto? Non rispondo". Stessa soluzione per la querelle Mourinho-Ambrosini: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere".
"Il nostro obiettivo rimane quello di entrare nelle prime tre il più presto possibile. Non ci interessano i risultati di Inter e Juve, ma quelli di Genoa e Fiorentina. La qualificazione in Champions sarà un obiettivo piccolo ma è troppo importante per noi e vogliamo raggiungerlo il prima possibile" dice Ancelotti sul finale di stagione. Prossimo avversario il Catania: "Zenga è uno dei pochi tecnici che si è davvero fatto le ossa e non ha avuto regalata una panchina in serie A".
Poi Ancelotti parla del suo futuro: "Non c'è nessuna novità, raggiunta la qualificazione in Champions si faranno i programmi insieme, come ha detto il presidente. Quella di giovedì sera non è stata l'ultima cena. Ce ne saranno molte altre. Credo a quello che mi viene detto dalla società, ossia che il Milan non ha cercato nessun allenatore".