sabato 31 ottobre 2009

Milan-Parma 2-0

Due gol di Borriello, uno nel primo tempo e l'altro nel recupero(nella foto), regalano al Milan la vittoria sul Parma e torna ad annusare il profumo di Champions con il momentaneo quarto posto. Successo nel complesso meritato, l'undici di Guidolin è apparso lontano dalla bella squadra vista mercoledì sera contro il Bari, ma nella vittoria dei rossoneri non sono da dimenticare due fondamentali interventi di Dida, che nel primo tempo ha salvato prima su un gran tiro di Dzemaili, poi su un colpo di testa da distanza ravvicinata di Bojinov. Nel Milan c'è il rientrante Gattuso, che fa coppia in mezzo al campo con Pirlo; in difesa l'infortunato Nesta è sostituito da Kaladze, mentre sulla sinistra Leonardo concede un turno di riposo a Zambrotta schierando Antonini; Borriello torna al centro dell'attacco, supportato da Pato, Seedorf e Ronaldinho. Tante novità nel Parma: Guidolin preferisce Dellafiore a Paci nel cuore della difesa, completano il reparto Zaccardo a destra, Panucci al centro e Lucarelli a sinistra; centrocampo a quattro con Morrone, Dzemaili, Lunardini e Galloppa, mentre in attacco confermatissimi Bojinov e Paloschi. L'avvio degli ospiti è incoraggiante: al 10' Dzemaili ci prova con un gran destro dalla lunga distanza, Dida vola sulla sinistra e tocca con la punta delle dita deviando il pallone sulla traversa. Passano due minuti e il Milan trova il vantaggio: il Parma perde palla sulla trequarti avversaria, Pirlo lancia Ronaldinho in contropiede, il brasiliano si invola sulla sinistra sotto lo sguardo impaurito di Dellafiore, vede l'inserimento al centro di Borriello e lo serve con il contagiri, per l'ex genoano è un gioco da ragazzi battere Mirante. C'è una vita per recuperare, ma la reazione del Parma non è delle migliori: troppi velleitari tentativi dalla distanza, squadra lunga, Galloppa è molto attivo sulla sinistra ma tende ad accentarsi troppo lasciando praterie sulla destra per le sgroppate di Oddo, che però al cross ne azzecca poche. Al 23' il Parma va vicino al pareggio: cross dalla sinistra di Galloppa, testa di Bojinov e gran respinta di Dida, che toglie letteralmente la palla dalla linea di porta. Bojinov riesce a liberare il suo pericoloso sinistro al 29', ma la palla è a lato. Al 32' Oddo centra il suo primo traversone, ma Pato liberissimo in mezzo all'area riesce solo a sfiorare. Non accade più nulla fino al riposo: Leonardo rientra sereno negli spogliatoi, Guidolin scuro in volto e meditabondo. Il gioco riprende con un giallo, anzi due, quelli che l'arbitro Russo commina a Gattuso e Panucci nel tunnel che riporta le squadre campo: i due si prendono a male parole, il direttore di gara passa da quelle parti e per scongiurare la rissa ammonisce entrambi. Il Parma cerca di alzare il ritmo, ma non riesce a sfondare: la squadra resta lunga, i tanti (troppi) traversoni dalla tre quarti sono prevedibili per Thiago Silva e Kaladze. Il Milan, che perde Antonini per un problema alla coscia (al suo posto Zambrotta) controlla senza grattacapi e si fa vedere in contropiede: al 13' è Seedorf a impegnare Mirante con un destro da posizione angolata che il portiere gialloblù respinge di piede. Guidolin ci prova con le tre punte, inserendo Amoruso al posto di Dzemaili, poi cerca di ravvivare la manovra offensiva gettando nella mischia Lanzafame per Bojinov. Episodio dubbio al 24': Pato in contropiede entra in area, passa in mezzo a Lunardini e Lucarelli che si stringono e lo buttano giù, sembra rigore ma l'arbitro fa proseguire. Due minuti dopo il Parma ha la più ghiotta occasione per pareggiare: Morrone lancia Paloschi in contropiede, l'attaccante di scuola rossonera si ritrova solo davanti a Dida ma calcia alto. Poi ci prova Lanzafame con un tiro dalla lunga distanza indirizzato all'angolino alto alla destra di Dida, che blocca in due tempi. Viste le difficoltà degli ospiti, il Milan potrebbe fare qualcosa di più in contropiede, ma i rossoneri sembrano non credere troppo in quest'arma. Nel finale Leonardo manda in campo Ambrosini per Gattuso e Flamini per Seedorf per rinfrescare e rafforzare il centrocampo. Nei cinque minuti di recupero il Milan chiude in bellezza: numero di Ronaldinho sulla sinistra, il brasiliano supera due difensori, mette al centro per Borriello che in sforbiciata raddoppia. Due a zero e tutti negli spogliatoi. Il Milan ne esce rilanciatissimo (tredicesimo punto in quattro partite, tre vittorie e un pareggio), mentre il Parma, ridimensionato, domani rischia di essere scavalcato anche da Genoa (o Palermo) e Fiorentina.

venerdì 30 ottobre 2009

Leonardo a gennaio avrà Beckham

Leonardo a gennaio avrà David Beckham, anche se per lui non se n'è mai andato via. Giocatore importante, ma da qui al 2010 dovrà centellinare il turnover. Intanto, dopo la delusione del San Paolo, il tecnico del Milan ha pensato a ricompattare il gruppo. L'obiettivo? Battere domani sera il Parma: squadra da non sottovalutare con elementi di spicco. Inevitabile tornare al pari di Napoli. Leo è sincero: "Non è normale subire due gol così, ma l'espulsione di Abate inevitabilmente ci ha condizionati.Il Milan è una squadra costruita per provarcì sempre, quindi può lasciare qualche spazio. Quando abbiamo perso Abate per espulsione, all'85', il Napoli sembrava rassegnato. Poi lo stadio ha cominciato a spingere e a tifare, il Napoli ha accorciato le distanze con un gol straordinario. Noi siamo andati un po' in confusione ed è successo il resto". Ma avvisa: "Il 2-2 comunque non ha cambiato il nostro umore. La squadra è consapevole di ciò che può fare". Giusta l'analisi sugli avversari: "Il Parma rappresenta l'andamento di questo campionato, dove succede di tutto. Loro arrivano in un momento di forma importante: sarà un'occasione per entrambi. Ma dovremo fare molta attenzione. Paloschi lo conosciamo bene: si ispira a Inzaghi, ha fiuto del gol; così come dovremo badare a Bojinov: piedi buoni e grande tecnica". E a chi sostiene che il risultato con la squadra di Mazzarri potrebbe avere influito negativamente risponde: "L'autostima c'è sempre ed è molto forte. Siamo convinti di quello che stiamo facendo. Mi piace tutto della mia squadra; soprattutto la capacità di sacrificarsi". Pato, Seedorf, Pirlo, Nesta, ma alla fine il discorso cade su Ronaldinho, il genio e la sregolatezza. "Amore e odio? Non c'è nessun problema, anzi c'è molto amore. Il mio rapporto con lui è speciale. Per tanto tempo si è detto che tutti aspettavano Ronaldinho. Adesso lui c'è e vuole fare la sua parte. Io voglio che lui dia il massimo, perché se lo fa può garantire un contributo importante". Ma alla domanda se giocherà domani sera risponde: "Vorrei mantenere la mia linea, anche se un po' dovrò cambiare". Intanto Alessandro Nesta non ci sarà: "Ha un piccolo problema che dobbiamo verificare, ma l'obiettivo è di recuperarlo per il Real".
Ma torniamo a Beckham. "Sarà anche quest'anno David il primo acquisto dei rossoneri al mercato di gennaio. Forse prima, se oggi la Lega prenderà una decisione nel senso di anticiparla al primo gennaio. L'altro dovrebbe essere l'attaccante ghanese Dominic Adiyiah. Lo ha confermato al suo arrivo in Lega Calcio l'a.d. dei rossoneri Adriano Galliani. "Per quanto riguarda il Milan - ha detto Galliani - arriva David Beckham. Fra qualche ora noi e il Galaxy annunceremo questo accordo. Aspettiamo gli ultimissimi documenti per ufficializzare il prestito". Secondo Galliani "è evidente che deve essere anticipata la finestra di mercato perchè la data del 7 si riferiva all'anno scorso quando il campionato ricominciava. L'11 dopo la pausa. Ricominciando quest'anno il 6 sarà senz'altro anticipato il mercato che peraltro in tutti gli altri paesi europei si apre l'1 o il 2 gennaio". Alla domanda se vi saranno altre operazioni, Galliani ha lasciato intendere che non potrebbe essere così. "Il mercato finisce là...Più o meno". Il più o meno si riferisce al ghanese Dominic Adiyiah, 20 anni, capocannoniere del Mondiale Under 20 vinto dalla sua Nazionale con 17 gol in 16 gare. "Per il ghanese vedremo", ha tagliato corto Galliani. In realtà i contatti con l'entourage del giocatore proseguono e il Milan potrebbe chiudere l'accordo nelle prossime settimane.

giovedì 29 ottobre 2009

Leonardo: "La squadra è in salute"

Queste le dichiarazioni rilasciate da Mister Leonardo al termine di Napoli-Milan 2-2:
“Sono soddisfatto della prestazione della squadra di questa sera. il risultato ci lascia un gusto un po’ amaro, ma siamo scesi in campo bene, siamo partiti bene con il giusto spirito e l’idea era proprio quella di capitalizzare il più possibile. Nonostante il pareggio del Napoli nel finale, siamo stati bravi a gestire la partita, soprattutto nel primo quarto d’ora del secondo tempo. Poi è arrivato questo pareggio incredibile, ma sono episodi, come quello dell’espulsione di Abate. L’umore resta comunque alto perché ho visto la squadra in grande salute.”

mercoledì 28 ottobre 2009

Napoli-Milan 2-2

Bastano due acuti, quando il Napoli non ne ha più, per agguantare il Milan; quando ormai tutto sembra perduto. Annichiliti dopo soli cinque minuti di gioco per i gol di Inzaghi e Pato, gli azzurri ricuciono lo strappo, attaccano più con il cuore che con le gambe e dopo l'espulsione per doppia ammonizione di Abate all'86' raccolgono i frutti di una gara sofferta, accorciando prima con Cigarini al 90' e pareggiando al 93' di Denis.
L'autostima del Napoli si riconosce nell'entusiasmo di Walter Mazzarri che modella la squadra a piacere. C'è il Milan? Ecco quindi un più prudente 4-2-3-1, perché una punta sola (Quagliarella) non dà riferimenti e tre piedi buoni come quelli di Maggio, Lavezzi e Hamsik sanno fare tanto male. Per ostacolare senza limiti i rossoneri, piazza davanti alla difesa Pazienza e Gargano, uomini di rottura. L'autostima convince invece Leonardo a insistere sul 4-3-3, con quattro varianti rispetto a Verona: Abate per Oddo, Zambrotta per Antonini, Ambrosini al posto di Flamini e Inzaghi preferito a Huntelaar. E' la partita a scacchi ipotizzata dal tecnico rossonero che si riserva di correggere in corsa.
Ma le vie del calcio sono infinite e imprevedibili. Basta in fatti poco al Milan per cucirsi addosso la partita e pochi secondi a Inzaghi per infilare De Sanctis. Bravo Seedorf a tagliare verticalmente la distratta difesa del Napli e servire Inzaghi, pronto come un avvoltoio a raccogliere al limite, penetrare in area e battere di sinistro De Sanctis. Un pugno nello stomaco a cui si aggiunge il gancio destro micidiale di Pato quando scatta il 6'. Inzaghi allunga di testa dalla linea del centrocampo per lo straordinario "Papero" che fugge via: scatto bruciante e testa alta per metà campo, poi il bolide sicuro che incide il 2-0 sul tabellone. San Paolo ammutolito e Napoli che prima di riprendersi impiega una decina di minuti.
La volontà non manca. Mazzarri predica velocità e la squadra applica i consigli, ma regna troppa confusione nonostante l'impegno di Hamsik e Maggio. Il Milan, senza Nesta dall'8' per un problema all'adduttore della gamba destra, si difende e riparte, ma senza esagerare, badando semmai a rallentare il ritmo. A funzionare, e questa è la nuova idea, è la posizione di Seedorf nel vertice alto del centrocampo. L'olandese recupera palla e si sacrifica, alla stregua di Ronaldinho, il cui fuoco predicato da Leonardo è però ancora un'immagine allegorica. Il Napoli ci mette il cuore, ma si perde negli ultimi metri per mancanza di lucidità e distrazione.
Dopo il riposo il Milan in possesso palla congela il gioco perché capisce che il Napoli ha polmoni e passione per andare in gol. Gli azzurri sono treni che volano sulle fasce e a ripetizione Dida deve esaltare il suo garnde sopessore. Prima respingendo due volte su Lavezzi e Maggio al 2', poi chiudendo la strada all'11' Gargano, Hamsik e ancora Lavezzi. Leonardo corre ai ripari per non rovinare la festa e abbabndona il 4-3-3 per un compatto 4-4-2. Il sacrificato è Ronaldionho per l'interditotrere Flamini; il Gaucho non ci sta e manda a quel paese Leonardo. Mazzarri dal canto suo rivoluziona tutto: dentro Cigarini, Datolo e Denis, fuori Pazienza, Campagnaro e Quagliarella. Ma il passare del tempo coincide con il calo fisico degli azzurri che attaccano a folate, ma senza incidere. Il Milan ci mette poi del suo frammentando il ritmo con un possesso palla sapiente. Quello che poi fa ripartire l'azione e al 21' potrebbe regalare il 3-0 se Inzaghi, dopo avere evitato De Sanctis non alzasse troppo oltre la traversa. Al 40' è invece Grava ad anticipare Borriello al momento del tiro.
Dal 41' il Milan gioca in dieci per l'espulsione di Abate (doppia ammonizione) e l'uomo in più paga. Al 45' arriva infatti il gran gol di Cigarini: botta dalla distanza nel sette. E' proprio vero: le vie del calcio sono infinite e imprevedibili, perché al 48' arriva lo splendido colpo di testa di Denis a fil di palo su cui Dida non può nulla. Giustissimo per il Napoli e Mazzarri; velenoso e difficile da digerire per il Milan e Leonardo.

martedì 27 ottobre 2009

Leonardo: "Al San Paolo sarà una partita a scacchi"

Tre vittorie in otto giorni? Leonardo ci crede eccome, anche se non fa previsioni sul risultato come Aurelio De Laurentiis (3-2 per il Napoli). Anche con il 4-3-3: rischiosissimo al San Paolo. Soprattutto quando si ha a che fare con una squadra allenata da Walter Mazzarri, abituato a schierare un centrocampo a 4, spesso a 5. Leo ci ripenserà? Ipotesi difficile dopo le tre straordinarie rimonte all'insegna del tridente. Il 4-3-3, si sa, è sempre stato il pallino del tecnico rossonero, ma funzionale e micidiale quando si comanda la gara. Serviranno fiato, muscoli e tecnica. Leonardo non nasconde i suoi timori, perché il Napoli "è in forma e gioca con entusiasmo, tipico della piazza; basta poco per riaccandere la sua passione". "Dovremo fare attenzione - aggiunge -; sono versatili e impongono il ritmo. Troveremo un Napoli gasato".
Il modulo di Mazzarri, con la superiorità numerica a centrocampo, può mettere seriemente in pericolo il Milan, ma Leo non cambia idea: "Adattarci al Napoli? Potrebbero essere anche loro a modificare l'assetto in campo" sostiene con sicurezza. Quella del San Paolo la definisce una partita a scacchi. Teme fra tutti l'intelligenza tattica di Hamisk, ma anche la capacità di inserimento di Quagliarella. Inutile chiedere lumi sulla formazione, anche quando ammette che potrebbe modificare qualcosa sulle fasce: il suo punto fermo; la benzina del suo gioco. Sottolinea l'impegno dei giocatori, così esperti da non avere bisogno nemmeno dei suoi consigli. Che interpretano bene i loro ruoli, perché "il Milan appartiene ai giocatori". Ma attenzione: "Non c'è euforia generale - sottolinea -; c'è consapevolezza e allegria Si, viviamo un momento di allegria". Il segreto? Non fare drammi se le cose vanno male e non gasarsi troppo se vanno troppo bene: "La buccia di banana è sempre dietro l'angolo"
Leonardo cita il miracolo di Nesta e la sua ulteriore crescita. Quello di Dida che si inceppa a Madrid e poi diventa un mostro a Verona. E Antonini: "Ha giocato pochissimo e poi guardate che perstazione col Chievo". E poi il mistero Huntelaar, che sembra sempre di più un dilemma. Sospira: "Oggi il giudizio è scontato, ma basta poco. Il gol è fondamentale per un attaccante; ma questo modulo lo favorisce, avrà le sue opportunità. Non è un problerma, conosco il suo modo di giocare. Il gol arriverà". Lo difende, anche se ha davanti agli occhi i risultati del tridente con Pato, Boreriello e Dinho. Insomma, per Leo l'alternanza è la costante: Borriello, per esempio, ha caratteristiche che aiutano qualsiasi squadra, ma non ha ancora i 90' nelle gambe. Scudetto? "Viviamo per vincere ma io insisto: dobbiamo ragionare passo dopo passo". Ronaldinho? "Con Pato interpreta bene i meccanismi della squadra, ma Dinho può fare di più: mi aspetto di più. Gli manca ancora il fuoco; ci sono momenti in cui potrebbe fare più male perché ce l'ha dentro. Ora è ottimo, può diventare eccellente". Il mercato? "E' lontano. Beckham? E' come se fosse già qui. Come se non fosse mai andato via". E su Silvio Berlusconi che chiede di dare un taglio alla sofferenza risponde: "Non rinuncerei un secondo a queste emozioni".
Nel gennaio 1998 il Milan vinse la sua ultima partita al San Paolo. Il gol della vittoria lo segnò Leonardo. Un segno del destino?

lunedì 26 ottobre 2009

Galliani: "Obiettivo Champions"

E' un Adriano Galliani a tutto Milan quello che si concede ai microfoni dopo la consegna nella sede della Gazzetta del Premio Facchetti. Si comincia con gli obiettivi in campionato dopo la vittoria in extremis nel posticipo di ieri a Verona: "Vogliamo arrivare tra i primi posti. Questo non significa che vogliamo arrivare terzi... La qualificazione alla Champions League è imprescindibile per un club come il nostro. E poi, ovviamente, vogliamo fare più strada possibile in Champions".
Galliani però diffida dei facili entusiasmi: mercoledì il Milan è atteso da un impegnativo test a Napoli: "Una delle squadre più in forma, c' è tempo per gustarsi la striscia positiva". Su gli elogi al Milan ritrovato: "Questo è il calcio, ogni giorno si sentono mille voci, ma l'importante è non farsi condizionare. Milan meglio nel secondo tempo? Anche ieri alla fine del primo tempo speravo che ci fosse una reazione come contro la Roma e il Real". Galliani parla anche del portiere brasiliano, protagonista contro il Chievo. "Non sono parole mie, chiedete a William Vecchi. Dice che in allenamento è straordinario e anche contro il Real non ha coommesso un errore tecnico ma semplicemente voleva lanciare Pato e nella foga la palla ha sbattuto sul suo ginocchio. Con Dida serviva pazienza e noi lo abbiamo dimostrato dandogli fiducia anche dopo la partita con il Real". Parole al miele anche per Nesta, autore tra l'altro delle due reti contro il Chievo. "Uno dei più forti difensori centrali al mondo, è guarito dal problema fisico abbiamo ritrovato una persona migliorata anche come uomo".
L'ad rossonero conferma l'arrivo di David Beckham nella sessione invernale del mercato: "Non ho mai parlato di acquisti a gennaio. Arriverà un centrocampista inglese che si chiama David Beckham, è sicuro quasi al 100%. Se pensate a lui bene. Attaccanti esterni? Abbiamo Pato e Ronaldinho, poi abbiamo un giovane che si chiama Verdi, Abate, Seedorf, Di Gennaro che possono fare gli esterni, questa è l'assoluta realtà. Non mi pare di aver detto che ne carcavamo uno, se l'ho fatto mi scuso". Su Huntelaar: "Resta qui, non sarà sul mercato".
berlusconi — Così su Berlusconi: "Il presidente era felice per il terzo successo consecutivo. Mi ha detto che lo abbiamo fatto soffrire troppo ma era contento per la vittoria. Gli ho detto che cercheremo di farlo soffrire meno in futuro..."

domenica 25 ottobre 2009

Chievo-Milan 1-2

Il solito Milan: primo tempo inguardabile con gol subito dopo soli sette minuti, e ripresa sontuosa, con ribaltone finale ampiamente meritato. Il gol dell'illusione porta la firma di Pinzi. Nel secondo tempo Leonardo corregge in attacco con l'ingresso decisivo di Borriello, anche se l'eroe è il difensore di razza Alessandro Nestra, autentico leader della squadra: doppietta storica di testa che lancia il Milan al quarto posto in compagnia di Palermo e Fiorentina. L'ordine di Mimmo Di Carlo? Pressare i portatori di palla e aggredire con la velocità. Solo così puoi battere il Milan. Il tecnico gialloblù è orfano di Yepes in difesa e schiera Mandelli che ha nelle gambe soli tre minuti di campionato. Nel 4-3-1-2, Pinzi è un trequartista anomalo perché oltre a ispirare Pellissier e Bogdani, deve concentrarsi su Pirlo e Seedorf, con il compito di sbarrare la strada. Leonardo dal canto suo tira dritto e conferma il 4-3-3 del secondo tempo di Madrid, questa volta con Huntelaar tra Pato e Ronaldinho: l'olandese ariete di turno con i due brasiliani larghi e liberi di gestirsi a piacere. Jankulovski va invece a ingrossare la lista degli infortunati: ora sono otto; il ceco verrà sottoposto nei prossimi giorni a intervento chirurgico per la rimozione della placca alla caviglia sinistra, applicata dopo l'infortunio del maggio 2005 quando giocava nell'Udinese. Al suo posto Leo schiera Antonini. Ma chi si attende l'irriducibile Milan del Santiago Bernabeu si deve ben presto ricredere. Spavaldo e per nulla intimorito, il Chievo mette subito sotto i rossoneri e sfiora il gol a ripetizione. Sorpreso e pressato, il Milan capitola già al 7'. L'errore difensivo è evidente: Pinzi ha spazi aperti per ricevere al centro dell'area e battere Dida, incolpevole e preso in controtempo. La rete consapevolizza il Chievo che non molla un attimo la presa. Abile le mosse della squadra capace di compattarsi in fase di possesso palla e dare vita a un 4-4-2. Per il Milan sono quindici minuti di atroce sofferenza, dettati dalla bravura dei padroni di casa. Se i rossoneri attaccano, i gialloblù chiudono tutti gli spazi, trasformando il possesso palla del Milan in un noioso torello senza via d'uscita.L'ordine di Mimmo Di Carlo? Pressare i portatori di palla e aggredire con la velocità. Solo così puoi battere il Milan. Il tecnico gialloblù è orfano di Yepes in difesa e schiera Mandelli che ha nelle gambe soli tre minuti di campionato. Nel 4-3-1-2, Pinzi è un trequartista anomalo perché oltre a ispirare Pellissier e Bogdani, deve concentrarsi su Pirlo e Seedorf, con il compito di sbarrare la strada. Leonardo dal canto suo tira dritto e conferma il 4-3-3 del secondo tempo di Madrid, questa volta con Huntelaar tra Pato e Ronaldinho: l'olandese ariete di turno con i due brasiliani larghi e liberi di gestirsi a piacere. Jankulovski va invece a ingrossare la lista degli infortunati: ora sono otto; il ceco verrà sottoposto nei prossimi giorni a intervento chirurgico per la rimozione della placca alla caviglia sinistra, applicata dopo l'infortunio del maggio 2005 quando giocava nell'Udinese. Al suo posto Leo schiera Antonini.Ma chi si attende l'irriducibile Milan del Santiago Bernabeu si deve ben presto ricredere. Spavaldo e per nulla intimorito, il Chievo mette subito sotto i rossoneri e sfiora il gol a ripetizione. Sorpreso e pressato, il Milan capitola già al 7'. L'errore difensivo è evidente: Pinzi ha spazi aperti per ricevere al centro dell'area e battere Dida, incolpevole e preso in controtempo. La rete consapevolizza il Chievo che non molla un attimo la presa. Abile le mosse della squadra capace di compattarsi in fase di possesso palla e dare vita a un 4-4-2. Per il Milan sono quindici minuti di atroce sofferenza, dettati dalla bravura dei padroni di casa. Se i rossoneri attaccano, i gialloblù chiudono tutti gli spazi, trasformando il possesso palla del Milan in un noioso torello senza via d'uscita.
Seedorf e Pirlo lavorano il doppio: si sacrificano in difesa e fanno ripartire l'azione ed è proprio sui piedi dell'olandese la grande occasione che sfuma sulla doppia parata di Sorrentino. Poi un'infinita sequenza di cross senza buon fine, che sottolinea semmai una certa incompatibilità fra lo spento Huntelaar e Pato. Alla fine ha la meglio l'organizzazione del Chievo, mentre il Milan mette in archivio l'ennesimo incomprensibile primo tempo. Eppure Leonardo conferma l'olandese anche all'inizio del secondo tempo, in cui il Milan schiaccia il Chievo nella sua trequarti mancando a più riprese il gol. Nitide le occasioni capitate a Huntelaar, chiuso da Morero, e a Ronaldinho, il cui tocco ravvicinato viene miracolosamente respinto sulla linea di porta da Sorrentino. E' un altro Milan, ma incapace di metterla dentro. Così al 15', alla ricerca disperata di un finalizzatore, Leonardo è costretto a sostituire Huntelaar con Borriello che, come a Madrid, regala consistenza in attacco. Il pressing è a tutto campo, ma i rischi sono dietro l'angolo. Cosa spreca, infatti, Pellissier al 17', quando in fuga solitaria si impappina in area e viene sopraffatto da Nesta. Il Chievo accusa un calo fisico, ma riesce ugualmente a frenare la pressione rossonera che punge con Borriello. Ma è ancora una volta Sorrentino a compiere il miracolo su Seedorf al 31'. Magico il tocco dell'olandese, strepitosa la deviazione in angolo del portiere. Ma l'ottimo numero 1 di Di Carlo capitola 36'. Borriello colpisce la traversa con un colpo di testa. Sulla respinta raccoglie Nesta che ribadisce in rete. Il Milan pressa e potrebbe ribaltare il risultato, ma sul colpo di tacco ravvicinato di Inzaghi c'è ancora una volta uno straordinario Sorrentino. Il recupero è un thriller pazzesco. Al 46' Dida si guadagna il suo stipendio cancellando la papera di Madrid con una parata che ha dell'incredibile sul colpo di testa da due passi di Granoche. Non sbaglia invece Nesta, ancora lui: inzuccata da bomber puro al 47' dal vertice dell'area piccola. Sorrentino è ancora battuto. Il progetto di Leonardo prende il volo.

Pato, il predistinato

Vent'anni e poco più. Li ha compiuti il 2 settembre. Il "Predestinato", come lo definiscono al Milan, ha lasciato al Santiago Bernabeu due ricordi indelebili che sintetizzano gli straordinari numeri del ragazzo brasiliano. Frutto di opportunismo misto a velocità il primo, tecnico e implacabile il secondo. Vent'anni, ma già padrone di Madrid: annichilita in una notte pazzesca. Con la doppietta di Champions salgono così a 32 le reti segnate dall'attaccante da quando indossa la maglia rossonera. Chissà cosa avrà pensato il commissario tecnico della Selecao, Carlos Dunga, nel vedere l'uno-due del "Papero", relegato in panchina durante la ConfeLeonardo, invece, non ha mai perso la fiducia e nonostante il crollo fisico e mentale del giovane connazionale, ha sempre puntato su di lui. Logico il percorso del tecnico rossonero. Pato aveva iniziato con la doppietta di Siena per poi eclissarsi senza una spiegazione. Un'involuzione quasi irriverente; il ragazzino svogliato che non voleva impegnarsi. Poi il capolavoro di domenica sera con la Roma. Un numero da vecchi marpioni: stop di petto contro di destro utile a dribblare Doni e gol di sinistro. Per segnare reti così occorre esserederation Cup e poi ignorato per le ultime partite di qualficazione al Mondiale sudafricano. Trentadue gol in partite ufficiali con il Milan. La danza è iniziata il 13 gennaio 2008 a San Siro, in una notte folle contro il Napoli. Finì 5-2 per i rossoneri. Lui segnò la quinta rete. Geniale: assist di Favalli, controllo al limite di destro per evitare Domizzi e Iezzo e pattone sicuro ancora di destro. Meazza in delirio. Quella notte segnò una doppietta Ronaldo, il suo idolo assoluto. Pato aveva 18 anni. Il 27 gennaio, contro il Genoa (2-0) arrivò la sua prima doppietta. Indimenticabile il secondo gol alla Roma l'11 gennaio 2009. Pato volò via sulla fascia sinistra bruciando Mexes e presentadosi davanti a Doni che superò con un morbido pallonetto.
Pato ha fatto due gol importanti, per lui e per la squadra - ha dichiarato Andrea Pirlo a Milan Channel all'indomani del trionfo di Madrid -. E' un grandissimo campione e lo dimostrerà sempre più nel corso della stagione. Adesso sta giocando in una posizione nuova e da lì potrà fare molto male". Vent'anni. Spesso vittima della sua bravura. Spesso ansioso di voler strafare, tanto da fargli sbagliare i controlli di palla e i gol più facili. Ma ha ragione Pirlo: "...potrà fare molto male". Lo pensa anche Carlo Ancelotti, interrogato una paio di settimane fa a proposito della crisi del ragazzo. " Niente, come tutti i giovani campioni sta accusando un momento di flessione - il parere dell'allenatore del Chelsea -. Sono però certo che è lui il miglior giocatore del Milan".

giovedì 22 ottobre 2009

Real Madrid-Milan 2-3

Un Didastro, poi un lampo di Pirlo e la prova della maturità di Pato, che fa piangere il Santiago Bernabeu con una doppietta. Il Milan vince in casa Real. Paga la scelta di Leonardo di schierare una formazione d'attacco: per un tempo le punte non sfondano, nelle ripresa, anche grazie agli errori del Real, c'è la metamorfosi e la grande vittoria dei rossoneri, che potrebbero aver svoltato nella stagione. Real Madrid raggiunto in classifica: i presunti galattici sopno un abbozzo di squadra, con giocatori fermi e pochissime idee offensive. Kakà deve giocare da solo, e non basta il solito Raul. E' tornato Didastro. E lo ha fatto in grande stile: al Santiago Bernabeu, in Champions, contro il Real Madrid. Un errore incredibile del portiere brasiliano apre la porta al Real Madrid e concede a Raul, forse l'unico nello stadio a credere che Dida potesse perdere quel pallone, il gol dell'1-0. Il racconto della partita non può prescindere da quello che accade al 19': tiro debolissimo e centrale di Granero, il brasiliano praticamente lo blocca, senza apparenti difficoltà (non ce n'erano, del resto), poi si lascia sfuggire il pallone che carambola sul ginocchio e ritorna giocabile per Raul, che lo raccoglie, si allarga e fa 1-0. Nella ricca collezione di papere del portiere milanista questa rischia di salire di corsa al numero 1: dopo la tutto sommato positiva prova contro la Roma, Dida conferma di essere una totale incognita. Il Milan, che ha già i suoi problemi, forse non può permettersi di rischiare di fare questo genere di regali. Lo schieramento a tre punte del Milan, con Pato e Ronaldinho larghi dietro a Inzaghi, nel primo tempo non porta a una partita d'attacco, né crea grandi grattacapi per Casillas: Ronaldinho entra in campo come se dovesse "spaccare il mondo", prova con successo qualche giochino, ma poi la sua partita è all'insegna del "vorrei ma non posso". Parte largo a sinistra, riceve sempre palla spalla alla porta non riesce mai ad andar via dalla morsa Sergio Ramos-Lassana Diarra. Più pericoloso Pato sulla destra, perché nell'uno contro uno con Marcelo dà l'impressione di poter avere la meglio: lo farà nella ripresa. Il debutto al Bernabeu di Inzaghi non è quello sognato: mai pericoloso, mai sul pallone. La squadra non lo aiuta (0 tiri in porta nel primo tempo), ma Pippo si fa notare solo per alcuni offside. Il cambio con Borriello è inevitabile. Nel primo tempo manca Pirlo, nella ripresa si cambia assetto, e Pirlo cambia marcia: suo il primo lampo, con un tiro da 35 metri che sorprende Casillas. Poi il lancio di Ambrosini, che accende Pato: sull'uscita di Casillas lo salta e realizza il 2-1, sul cross di Seedorf, a 2' dalla fine, trova il piatto vincente per il 3-2. Se serviva una conferma delle doti del brasiliano, ecco il teatro giusto. nuovi galattici perdono Higuain, che non va nemmeno in panchina, e così sono con le scelte forzate in attacco. Insieme al monumento Raul, 363 gol complessivi, c'è Benzema, che però corricchia per tutta la gara senza costrutto, e ci prova al massimo da fuori. Il Real però non ha nemmeno un abbozzo di gioco fluido, ma si affida a giocate personali, per lo più di Kakà. Il grande ex ci prova, ma deve giocatre praticamente da solo: Granero latita a sinistra, Senza Cristiano Ronaldo le idee sono pochissime. Xabi Alonso dovrebbe essere il regista, ma con la palla fra i piedi non ha mai un compagno da cercare. Squadra blanca spesso ferma, con ritmi bassissimi. La fase migliore è quella difensiva, con Albiol su tutti, ma poi si sfalda anche il settore arretrato. Le spese di Florentino Perez non possono aver portato solo a questo, tanto più che a provare a salvare il Real sono il solito Raul e Drenthe, l'olandese che a Madrid hanno provato a cedere a chiunque. Senza Cristiano Ronaldo è durissima.
Vince il Milan, senza dominare ma approfittando delle debolezze degli avversari e colpendo come solo una squadra d'alto "rango" sa fare. Perde il Real, il cui progetto è ancora in alto mare. Finisce in parità sugli peisodi da moviola: c'era un rigore chiaro per Benzema nel primo tempo (fallo di Zambrotta), ma era buono l'autogol di Sergio Ramos nel finale: Thiago Silva non fa fallo. Poi una manata di Ronaldinho a Raul, non vista e a rischio prova tv.

Milan-Zurigo 0-1

A San Siro contro lo Zurigo il Milan avrebbe voluto fare un passo importante verso la qualificazione al turno successivo invece i rossoneri dopo soli 10 minuti di gioco hanno dovuto fare i conti con una partita in salita. Il gol di Tihinen ha infatti stravolto il volto di una gara iniziata con il passo giusto. Il cuore e la volontà dei giocatori in campo non sono bastati per cambiare il risultato, la fortuna non ha nemmeno aiutato Ambrosini e compagni che hanno colpito anche due pali.
Dopo il passo falso casalingo con il Bari Leonardo cerca il pronto riscatto in Champions. Per ripetere la prestazione di Marsiglia i rossoneri si affidano a Seedorf alle spalle di Pato e Inzaghi.
L'avvio di gara vede i rossoneri con voglia subito alla ricerca di un maggiore possesso palla nel tentativo di chiudere lo Zurigo nella propria metà campo. Al 7' un cross insidioso di Abate mette in imbarazzo il portiere avversario. Rimane questa l'unica azione pericolosa dei primi minuti di gioco perchè al 10' lo Zurigo passa clamorosamente in vantaggio. Dagli sviluppi di un calcio d'angolo Tihinen si inventa un colpo di tacco volante che sorprende Storari.
Il vantaggio svizzero è un autentico colpo di clava per l'umore rossonero. I ragazzi di Leonardo con rabbia al 15' sfiorano il gol con Inzaghi imbeccato da Jankulovski ma poi piano piano lasciano il campo ad una formazione, quella svizzera, galvanizzata da un inaspettato vantaggio. Al 23' Maragairez sfiora il palo di destra mentre al 33' la difesa milanista si lascia infilare da Djuric che non aggancia davanti a Storari.
Il Milan è poco brillante, il centrocampo rossonero fatica a contenere le folate offensive di uno Zurigo che al 45' viene fermato da Flamini che interviene su Okonkwo lanciato a rete.
Il primo tempo si chiude con la sensazione di un Milan ancora lento e poco incisivo in fase avanzata.
Nella ripresa dentro Zambrotta e Ronaldinho per Flamini e Seedorf con Abate che si sposta a centrocampo. I rossoneri sembrano avere più forza e convinzione ma si scontrano troppo spesso con la tattica ostruzionistica dell'avversario.
Dopo un battibecco tra Abate e Okonkwo al 14' Inzaghi colpisce di testa a botta sicura ma Leoni compie il miracolo. La difesa dello Zurigo appare spesso troppo alta e il Milan capisce di poter colpire con repentine verticalizzazioni. Dopo l'uscita di Nesta per leggero infortunio il Milan spinge.
Ronaldinho dai 30 metri inventa un assist fantastico per Pato che solo davanti a Leoni manda a lato. Il Milan ci crede e dopo pochi minuti impegna ancora Leoni con Inzaghi al 19'. Normale che con un Milan sbilanciato lo Zurigo provi a colpire in contropiede, al 20' è Storari ad opporsi alla grande a Margairaz.
Nel Milan c'è impegno e voglia di reagire ma la fortuna non sembra assistere i rossoneri. Ambrosini al 43' con un gran destro scheggia il palo mentre Inzaghi un minuto dopo in girata non trova la porta.
Lo Zurigo vistosamente calato fisicamente prova a colpire ancora in contropiede con Okonkwo nei minuti di recupero ma la partita si chiude con un'ulteriore beffa rossonera. Un gran tiro di Zambrotta nell'ultima azione di gioco centra in pieno il palo