lunedì 30 novembre 2009

Galliani: "Grande Milan ma straordinaria Inter"

Neanche dopo la vittoria di ieri sul Catania e la conquista del secondo posto Adriano Galliani si lascia andare all'entusiasmo: "Il Milan ha un buon rendimento, ma davanti c'è un'Inter straordinaria. Abbiamo sogni, come tutti. Ma non siamo l'anti di nessuno. Non siamo l'anti-Inter". Intervistato a "La politica nel pallone" su GR Parlamento, il vicepresidente del Milan ha fatto il punto sul momento della sua squadra, tornata a livelli d'eccellenza dopo un tormentato avvio di stagione. — "Nelle ultime 7 gare abbiamo vinto 6 partite e ne abbiamo pareggiata una senza recuperare punti. Non abbiamo tormenti, pensiamo solo alla nostra squadra. I nostri 28 punti, come i 27 della Juve, sembrano pochi perché davanti c'è un'Inter straordinaria. Abbiamo perso occasioni all'inizio del torneo? Abbiamo avuto buona sorte in altre circostanze. Ieri abbiamo segnato due gol dopo il 90', a Napoli ne abbiamo subiti 2 nel recupero. Il nostro campionato è diviso in due parti: 9 punti nelle prime 7 partite, 19 nelle seconde 7". Ma la giornata di sabato potrebbe costituire segnare una svolta: il Milan ospiterà la Samp, reduce da un derby tutt'altro che brillante, ma soprattutto a Torino andrà in scena una Juventus-Inter che potrebbe riaprire la stagione: "Dopo la nostra gara con la Sampdoria, se potessi sedermi tranquillo davanti alla tv tiferei Juventus". Una stagione a due volti, quella del Milan, capace di risalire la china dopo una partenza problematica. Il merito di questa trasformazione, secondo il dirigente rossonero, è da attribuire tutto a Leonardo: "Ha cambiato completamente la pelle di questo Milan. Credo che quest'estate abbiamo avuto coraggio. È la prima volta che una big del calcio europeo sceglie come allenatore una persona che non era mai stata in panchina nemmeno nel settore giovanile. Ieri quando è entrato Huntelaar abbiamo cominciato a giocare con un 4-1-1-4. In settimana Leonardo mi ha detto che aveva visto molto bene questo ragazzo, mi fa molto piacere". Parte del merito va anche a due brasiliani, il ritrovato Ronaldinho e Pato: "Ronaldinho gioca con continuitá e sta dando un buon contributo. Non è ancora al massimo ma è un buon Ronaldinho. Pato è incedibile. Ha 20 anni, è molto richiesto. Abbiamo perso Kakà, non possiamo perdere altri giocatori. Abbiamo venduto Kakà al Real Madrid ma siamo andati a vincere al Santiago Bernabeu: una storia molto bella". Tra i pali inoltre è tornato a brillare un altro brasiliano, Nelson Dida: "È fortissimo mentalmente. Può superare qualsiasi cosa, ha una psicologia particolarissima. Con lui abbiamo fatto 3 finali di Champions League vincendone 2: è uno de giocatori che resterà nella nostra storia". Durante l'intervista radiofonica, Galliani ha parlato anche dei recenti episodi di razzismo negli stadi: "Non siamo un paese razzista. Nei nostri stadi si sentono cori di ogni genere contro chiunque, c'è molta maleducazione. C'è una piccola frangia di stupidi, più stupidi che razzisti secondo me". L'altro dibattito tema del momento è quello degli arbitri, soprattutto dopo il clamoroso fallo di mano di Henry costato la qualificazione al Mondiale all'Irlanda di Trapattoni: "Qualcosa va fatto, ci sono troppi errori perché l'occhio umano è così. Siamo esseri umani e non abbiamo venti telecamere. Personalmente sono per la moviola in campo, sono appassionato di basket e sappiamo che c'è l'instant-replay. Nel rugby abbiamo visto che hanno fermato per vedere le azioni. Non capisco perché non possa avvenire tutto questo nel calcio. Mettiamo almeno un arbitro dietro le porte. Avrebbe visto di sicuro il fallo di mano di Henry in Francia-Irlanda".

domenica 29 novembre 2009

Catania-Milan 0-2

Il calcio è follia. Catania-Milan basta e avanza. Mentre i rossazzurri già pregustano la conquista di un punto d'oro con i rossoneri, in pieno recupero, nella più brutta partita della quattordicesima giornata, Klaas-Jan Huntelaar, inserito all'84' al posto di Flamini, infila una doppietta da favola catapultando così la formazione di Leonardo al secondo posto, a sette lunghezze dall'Inter. Fino a quel momento erano prevalsi ritmo blando e tatticismo; viatico per il classico 0-0 che ai padroni di casa avrebbe fatto molto comodo. Gianluca Atzori e Leonardo sono stati compagni di scuola al master di Coverciano per diventare allenatori. Del calcio hanno la stessa visione: velocità applicata alla manovra offensiva. Poi dipende dai giocatori che hai in mano. Ma il tecnico del Catania, pur con molte precauzioni, non si fa spaventare dal colosso e schiera un tridente con Morimoto avanzato rispetto a Mascara e Martinez. L'ordine è chiaro: correre e sfruttare il più possibile il contropiede. Il Milan va invece sulla sua strada: il solito 4-2-1-3 con le varianti Abate e Flamini: il primo in difesa al posto di Oddo, il francese per Pirlo, squalificato.
Tema ben chiaro quello della partita. Il Catania in tutti i primi 45 minuti cerca di mantenere la difesa alta per bloccare alla fonte la manovra rossonera, ma nonostante la frizzante partenza dei rossoneri, ben presto si adegua al ritmo pacato del Milan. Mancano i tempi di Pirlo, le sue verticalizzazioni, i suoi cambi di gioco e a risentirne è la tanto decantata fase offensiva in cui a funzionare sono solo Borriello, sempre pronto a scalare in difesa con successo, e Ronaldinho, che regala numeri incredibili, ma purtroppo fine a se stessi. Pato invece non incide: avulso dalla manovra come è già successo con il Marsiglia. E' il Milan statico che non piace a Leonardo che cerca il gol con conclusioni dalla distanza. Il Catania ha il pregio di coprire bene, diretto da un Carboni irresistibile: autentico direttore d'orchestra della squadra di casa. Ma non bastano le magie di Dinho; nemmeno i recuperi di Ambrosini, tantomeno le flebili intuizioni di Mascara. Catania-Milan sprofonda nella noia. E si riparte con lo stesso ritmo nella ripresa, anche se il Catania cerca di sorprendere un Milan poco tonico. I rossoneri cercano di far valere classe ed esperienza ma senza mai creare problemi ad Andujar. Insomma, catanesi prudenti oltre ogni misura, perché il Milan non sembra in serata di grazia. Primi cambi: nel Catania Izco per Llama, tra i rossoneri Antonini per Zambrotta. La sostituzione fa bene ai siciliani che provano ad alzare il ritmo e ad aumentare il pressing. Nulla di trascendentale, anche se al 25' Spolli si ritrova una palla da trasformare uin oro: la deviaione di testa è troppo debole. Al 29' Inzaghi prende il posto di Borriello, con il compito di creare più profondità. E ci riesce. Ad alzare il tasso qualitativo ci prova anche Huntelaar che rileva Flamini. Ecco quindi una sorta di 4-2-4. Atzori lancia invece Potenza al posto di Mascara per rinforzare la difesa. Ma il vento gira quando meno te lo aspetti. Al 93' Inzaghi appoggia al limite per l'olandesino che di sinistro batte Andujar, beffato un minuto dopo da uno splendido pallonetto ancora dell'orange. L'oggetto misterioso si è tolto finalmente la maschera.

venerdì 27 novembre 2009

L'incontro Gattuso-Galliani

L'atteso incontro Galliani-Gattuso c'è stato. Oggi. Il centrocampista della Nazionale voleva chiarimenti circa il suo futuro. Attualmente è acciaccato, ma nel nuovo modulo di Leonardo, con due soli centroampisti "bassi", Pirlo e Ambrosini, rischia di non trovare spazio. E invece lui vuole giocare con continuità per garantirsi un posto tra i 23 di Lippi per Sudafrica 2010. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma fonti interne alla società riferiscono di un incontro cordiale e costruttivo. Del resto i due si stimano, non da oggi. Non sono state prese decisioni immediate, e quindi i tifosi del Milan non rischiano di veder partire Ringhio in prestito a breve. Galliani e Gattuso hanno deciso di rivedersi quando l'infortunio del mediano rossonero sarà smaltito completamente. Allora, magari tenendo presente la realtà dei fatti, cioè delle future decisioni tecniche di Leonardo, decideranno insieme quale strada intraprendere nell'immediato futuro. Insomma, se per Gattuso potrà essere ancora rossonero, o meno.

giovedì 26 novembre 2009

Gattuso medita l'addio

Mi chiamo Gattuso e da undici anni sono una colonna del Milan. Come dire, esigo rispetto. Rino la pensa così. Questa mattina il centrocampista rossonero si è lasciato andare e ha risposto a 360 gradi, evidenziando un disagio ormai netto. "Fin quando non ritorno in campo le chiacchiere se le porta via il vento. Spero di far parlare il campo e di recuperare in fretta. Sarei bugiardo se dicessi di essere contento, non lo sono né per il poco utilizzo né per l'infortunio". Questo si chiama malumore. Rino osserva da fuori gli accadimenti, a cominciare dal nuovo modulo che sta portando risultati importanti e che non gli permetterebbe il posto fisso sulla linea mediana. Ergo: meglio migrare, perché a giugno c'è il Mondiale. Non ho parlato con Galliani, ho parlato con Leonardo. Il Milan fino a tre mesi fa era casa mia, lo è ancora - ha esclamato -. Undici anni non si dimenticano. Io mi ritengo una persona vera e quindi è giusto che tiri fuori i miei malumori. Rancore? Il Milan mi paga profumatamente e non ho nessun rancore". Insomma, nessuna voglia di fare polemiche o di far diventare un caso quello che è un suo problema. "Ci dovremo sedere per parlare meglio di me, ma adesso ci sono gare importanti a cui pensare. Quando ci saranno novità lo saprete, prima devo parlare con Galliani" ha aggiunto. E subito l'a.d. rossonero ha comunicato che a breve incontrerà il giocatore.
Tra le possibili destinazioni si era anche parlato di un approdo al Chelsea dell'amico Ancelotti: "Mi sento spesso con lui, ma parliamo della nostra salute e basta. Il mio rapporto con Leonardo? Ho avuto un grande rapporto con tutti gli allenatori perché fa parte del mio carattere, con Leonardo non ho alcun problema, non ho mai litigato, lui deve fare le scelte e lui si 'gioca il culo' ogni partita. Ho un grande rispetto verso di lu". Gattuso rivendica giustamente il suo passato glorioso, ma anche presente e futuro. "Io sono Gattuso e non l'ultimo arrivato. Non devo aspettare che qualcuno giochi male o che qualcuno si faccia male prima di essere utilizzato. Penso di essere ancora forte per giocare a calcio. I Mondiali? Mi sento spesso con Lippi e questo mio stato d'animo non dipende dai Mondiali. Ne ho sentite di cotte e di crude, ma il c.t. mi ha assicurato che mi porterà anche se dovessi giocare poco". E Pirlo e Ambrosini? Sono gli amici e compagni di sempre, anche se in questo momento sono ghli intoccabili titolari. "Stanno giocando molto bene, ho grande rispetto per loro ma io devo confrontarmi con il mio stato d'animo e ci devo convivere. Io mi sento ancora forte e mi spiace non poterlo dimostrare" ha concluso Ringhio.

mercoledì 25 novembre 2009

Milan-Marsiglia 1-1

Un punto solo, mentre il Real Madrid vola a dieci ipotecando la vittoria nel girone. Il Milan non va al di là dellì1-1 contro il Marsiglia rimandando notizie sulla sua qualificazione all'8 dicembre quando affronterà fuori casa lo Zurigo. Risultato a conti fatti da accettare senza rimpianti, dopo il finale al fulmicotone dei francesi che sfiorano la vittoria con tanto di palo. Un risultato che è figlio dell'impostazione voluta da Leonardo con giocatori che sanno garantire la loro efficacia solo in fase offensiva, rischiando poi l'inverosimile in quella difensiva. Squadra folle e vincente infatti non si cambia. Leonardo si sta divertendo. L'ossessione del Brasile '82 ormai si è così impossessata di lui da non poterne più fare a meno. Al Marsiglia di Didier Deschamps oppone la stessa formazione che ha battuto il Cagliari, ma con una variante fondamentale: Nesta al posto di Kaladze. Per i francesi un avversario ben diverso da quello che vinse al Velodrome con una doppietta di Inzaghi. Ma Deschamps non bada a spese e rilancia con gli stessi crismi: velocità, pressing, raddoppi. Squadra alta e spesso sbilanciata, affida le sue giocate a un 4-3-3 con un tridente composto da Abriel, Brandao, Niang. Ma ad aprire le danze al 6' è il Milan con un'azione devastante. Bella la proiezione in area di Zambrotta che incontra sulla sua strada Mandanda; sulla respinta arriva Boriello, ma Diawara devia in angolo il violento tiro del centravanti. Bel biglietto da visita dopo alcuni minuti dedicati allo studio degli avversari. E' il Milan che piace a Leonardo. Così offensivo e sfacciato da trovare sull'onda dell'entusiasmo il gol del vantaggio. Borriello, che sembrava destinato alla panchina per lasciare posto a Inzaghi, irrompe in area al 10', si mangia Heinze e di piatto sinistro infila fra le gambe di Mandanda. Lo splendido gol meriterebbe ben altra considerazione da parte dei compagni rossoneri che, ben presto, spezzano l'equilibrio fra attacco e difesa. Chiedere a Niang: una saetta. Apre i corridoi; ci si infila dentro che è una bellezza; arma letale per la fragile retroguardia rossonera. L'allarme lo lancia e al 16', dopo avere saltato Oddo, spara dentro. Dida devia come può, ma sui piedi di Lucho che sfonda e pareggia. Al 19' ancora Lucho cerca la prodezza dalla distanza. Alto di pochissimo. E al 24' Dida para in due tempi il botto di Niang. Insomma c'è più Marsiglia, mentre il Milan ha l'affanno e deve anche sostituire Oddo per infortunio. E' il 28', tocca ad Abate. Abili le mosse di Deschamps che piazza i suoi come pedine su una scacchiera. Pato e Ronaldinho non trovano spazi, anche se Thiago Silva mette sui piedi di Borriello una palla strepitosa che va a sbattere su Mandanda, senza dimenticare al 38' il pallonetto di Pato che sfiora la traversa con la porta vuota. Stessi uomini. E cuore in gola. Il Marsiglia può permettersi di attendere e sfruttare le sue ali veloci nel contropiede, sfruttando la mancanza di collegamento fra i reparti rossoneri. Il Milan che ha bisogno dei tre punti come il pane per conquistare la leadership in classifica, alza il baricentro e affida il suo destino ai piedi di Ronaldinho. Il Gaucho macina gioco, dispensa palle, ma avrebbe bisogno dell'aiuto di altri solisti. Ma non è serata per Seedorf, tantomeno per Pirlo: flosci e poco ispirati. Magico al 16' il tacco splendido di Dinho che pesca Borriello: sinistro radente, ma poco potente che si perde a lato. E' il momento migliore dove occorre capitalizzare. Ma il Marsiglia impiega poco a capovolgere il fronte e al 20' sfiora il vantaggio con Brandao che scheggia la traversa da posizione ravvicinata. Deschamps al 21' cambia: dentro Konè per Lucho; mentre al 28' scocca il minuto di Ben Arfa (fuori Niang). Leonardo non si adatta e sbaglia. Il Marsiglia ci prova e spaventa San Siro. Il Milan invece è più sporadico, ma al 37' getta via la palla del 2-1. Al 38' il cross del solito Ronaldinho viene smorzato di testa dall'ariete per eccellenza Borriello; un errore pazzesco. Dietrofront ed è Abate a fare il miracolo spedendo in angolo la palla che Koné sta per calciare a rete. Ma arriva anche il palo di Diawara, a dimostrazione di quanto sia facile arrivare a Dida. Ma finisce 1-1. A Zurigo servirà usare la testa.

domenica 22 novembre 2009

Leonardo: "Poco equilibrio ma tanto carattere"

L'Inter? Di un altro pianeta. Leonardo non fa fatica ad ammetterlo. Ciò che conta è mantenere il passo, anche se il gap dai nerazzurri, nonostante i 16 punti conquistati nelle ultime 6 partite, è rimasto intatto. "L’Inter è forte - afferma con molto realismo - e il Milan viaggia a livelli altissimi". Ma aggiunge che "il campionato è molto competitivo e la classifica è corta". Il tecnico comunque gongola, anche se non dimentica l'equilibrio: quello che permetterebbe alla squadra di non soffrire maledettamente a ogni partita e che eviterebbe di subire molti gol. Lo ammette: "Se avessimo equilibrio saremmo perfetti; noi giochiamo sempre nello stesso modo in ogni situazione. Hanno segnato tutti e quattro gli attaccanti. E’ vero che abbiamo avuto difficoltà a difendere e a coprire, ma è una cosa che sappiamo. Questa è una squadra che ha imparato a soffrire e a recuperare lo svantaggio velocemente". "Abbiamo ribaltato il risultato velocemente, e di questo sono contento. Il Cagliari vinceva da quattro partite e non prendeva gol da tre. È sempre una specie di gioco a scacchi, e oggi è venuta fuori una partita straordinaria" aggiunge. A Leonardo è piaciuto molto il gol di Pato: "È stato meraviglioso, non solo per il gran tiro, ma anche per l'azione, sul corto, contro una difesa schierata in un momento molto difficile della partita". Elogi anche a Ronaldinho: "Sta giocando molto bene per tanti motivi, anche per la posizione che ha in campo. L'equilibrio in fase offensiva lo fa rendere al meglio. Sul piano della disciplina fa tutte le cose che sono richieste e questo è molto bello da vedere". Leonardo infine esclude le voci sulla presunta volontà di Gattuso di lasciare il Milan: "Parlo sempre con Rino, e non credo che sia vero, mi auguro che recuperi dall'infortunio il più velocemente possibile. Se fosse vera sarebbe difficile mantenere sopita la notizia, ma credo proprio che non sia vera".
Squilibrati ma spettacolari e felici. Del resto, come osserva Adriano Galliani, "è l'ultimo che dà il cazzotto a vincere. E noi abbiamo vinto. Non ci sono alternative a questo modulo: concediamo ma poi puniamo, preferisco soffrire così".
Anche Ronaldinho è realista sull'Inter: "Pensiamo a noi, loro sono fortissimi e ci sono tanti punti di differenza" ammette con dignità. Al Gaucho interessa i numeri. "Pensiamo a fare bene, a mantenere i piedi per terra. Adesso, avremo un'altra grande partita". Il brasiliano è ormai un giocatore ritrovato: "Cosa è cambiato? Non lo so. Ho avuto due settimane per lavorare bene, mi sento benissimo fisicamente e gioco in un ruolo nel quale sono abituato a giocare perché l'ho fatto tanti anni a Barcellona. Posso anche giocare mezza punta, posso fare l'attaccante, ma in questo ruolo mi trovo bene, e non bisogno di tempo per adattarmi".

Milan-Cagliari 4-3

Paradiso, inferno, paradiso. A caccia di quella stella lassù (l'Inter) il Milan conquista l'ennesima vittoria in campionato e ben 16 punti su 18 nelle ultime sei gare, e balza alle spalle dei nerazzurri, in attesa del posticipo bianconero. Lo fa battendo 4-3 un bel Cagliari che non si dà mai per vinto. Salgono in cattedra i brasiliani, ma anche i giovani irriducibili di Allegri e lo spettacolo è garantito. Apre Seedorf, pareggia Matri, allunga Lazzari, poi piombano Borriello e Pato. Nella ripresa Ronaldinho segna dal dischetto e Nenè regala inutili speranze ai suoi.Chi è più offensivo tra Milan e Cagliari? Entrambe. Questioni di schemi: 4-2 e fantasia come lo chiama Galliani quello rossonero; 4-3-1-2 il modulo rossoblù. Seedorf alle spalle di Pato, Borriello e Ronaldinho da una parte, Nenè e Jeda davanti a Lazzari. Ma il segreto di un buon attacco è la difesa, capace di coprire e garantire sicurezza. Vale per i sardi, compatti e organizzati. Un po' meno per il Milan, che soffre a dismisura l'assenza dello squalificato Nesta. Eppure la partenza dei rossoneri con rete del vantaggio al 5' sembra presagio di goleada. Azione splendida, un triangolo tra Seedorf e Borriello che restituisce all'olandese in mezzo all'area: piattone imparabile e rete gonfia.
Ma Massimiliano Allegri, che ha le "phisique du role" (per allenare il Milan) sempre secondo Galliani, ha insegnato ai suoi a giocare bene al calcio. Il Cagliari ha personalità e crede nel suo gioco; ha qualità, attacca senza timori ed è esemplare la ricerca immediata del pareggio. Azione insistita e voluta. Matri, che poco prima aveva subito un'uscita discutibile di Dida, sfrutta l'immobilità di Kaladze e batte il portiere brasiliano nell'angolino. Il Milan va in tilt e i rossoblù, che tengono bene il campo e corrono molto di più, danno spettacolo. Dida, non fa più notizia, diventa super dicendo di no prima a Jeda poi a Matri. Nulla però può al 30' sull collo pieno di Lazzari da distanza ravvicinata. L'analisi sulla difesa rossonera è spietata: corridoi e spazi liberi; una vera manna per chi sente a distanza il profumo del gol. Lo schiaffone è salutare. Il Milan rialza la testa e accelera. I punti di riferimento sono Ronaldinho e Pato, su cui è sistematico il raddoppio. Tatticamente rischioso perché apre corsie laterali ai rossoneri. Zambrotta sfrutta un varco e conquista un angolo. Pirlo mette in mezzo dove Pato vola più di tutti e colpisce di testa; Marchetti respinge ma su Borriello che ribadisce in rete per il 2-2. L'adrenalina carica il MIlan che trova subito il gol del vantaggio. Magie brasiliane, come l'assist dalla sinistra per Pato che infila da fenomeno sotto l'incrocio dei pali.
Tutte le lucine del Milan tornano a funzionare; Ronaldinho (soprattutto) e Pato fanno i numeri. Ma di fronte c'è un Cagliari splendido che non molla la presa e cerca il pareggio. I rossoneri il gol lo mancano in un paio di occasioni. Dinho, in formato Barcellona, regala perle di rara bellezza: stop, finte, colpi di tacco, palle da spingere in rete. Spettacolo puro che precede la rete del 4-2. Borriello, anche lui rinato, con il suo movimento allarga la manovra del Milan e catalizza l'attenzione dei difensori del Cagliari. Come capita al 17' ad Astori, costretto a stendere in area l'attaccante. Rigore ineccepibile che Ronaldinho trasforma con un tiro angolato. Allegri non si arrende e regala ancora più muscoli all'attacco: fuori Biondini, dentro Nené. Cambio azzeccato, perché il portoghese accorcia al 24' sfruttando il più classico dei contropiede. L'illuminazione è di Jeda che pesca centralmente il nuovo entrato, abile a infilare Dida con un rasoterra tagliente. Leonardo lo aveva predetto: troppo sbilanciati per non subire. Così toglie Seedorf per Abate, mentre Pisano rileva Canini. E c'è chi ha speso davvero tanto come Borriello; Inzaghi ne prende volentieri il posto. L'ultimo quarto d'ora è un affare rossoblù, perché la squadra di Allegri ne ha di più e attacca sperando in un black out rossonero. La difesa del Milan non è granitica e se non ci fosse Thiago Silva sarebbero dolori. Nel Cagliari entra anche Larrivey per Matri, mentre Strasser sostituisce Pato, vittima di un problema muscolare. Insomma, Leo si chiude lasciando Inzaghi solitario in attacco. Con un limitato peso offensivo è il Milan ad attendere e subire. Larrivey al 41' manca il pari con un colpo di testa in tuffo. Ma i rossoneri riescono a contenere i rossoblù e incassare la terza vittoria consecutiva in campionato e un secondo posto virtuale in attesa del posticipo Juve-Udinese.

sabato 21 novembre 2009

Leo: "Dinho recupera"

"Ronaldinho ha recuperato totalmente, ieri ha avuto la febbre, ma domani sarà in campo". Leonardo tranquilliza il popolo rossonero e annuncia alla vigilia della sfida con il Cagliari che nel tridente con Pato e Borriello il Gaucho avrà il suo posto. E vai quindi con il "4-2 e fantasia", come lo ha chiamato Adriano Galliani. Non ci sarà Nesta, squalificato, (Kaladze è pronto) ma Leonardo è convinto che ci sarà lo stesso entusiasmo.
In conferenza stampa il tecnico puntualizza spesso questo concetto. Resta da capire se la sosta è servita o se esiste il rischio di un rilassamento. "Le risposte si danno in ogni partita - spiega -. Ci deve essere la concetnrazione assoluta in quello che stiamo facendo. Con il Cagliari dobbiamo scendere in campo con lo stesso spirito e la stessa concentrazione di due settimane fa".
Leo, semmai, ama esaltare le qualità del gruppo: "Mi piace l'atteggiamento dei ragazzi; sono sempre pronti e umili. Entrano a partita in corso e subito si adattano al gioco con una disponibilità assoluta. E' successo a Kaladze quando è entrato a Napoli al posto di Nesta, è accaduto a Inzaghi e Zambrotta. Questo è un Milan con grande entusiasmo; i ragazzi sono coinvolti: se andiamo avanti così possiamo pensare in grande". Leonardo parla di "metamorfosi ambulante"; cioè quella capacità di adattarsi al momento. "E' possibile quando c'è lo spirito. Poi il risultato deve essere lo stesso: la squadra deve sempre avere voglia di fare male".
Leonardo augura a David Beckham di vincere la finale di Mls e quando gli chiedono del fallo di mano di Henry si fa cupo. "Stiamo andando verso qualcosa di diverso; non esiste un regolamento che possa permettere all'arbitro di essere più incisivo in certe situazione. Oggi va così, è complicato. Ripetere la partita è impossibile, ma prima o poi accadrà qualcosa, come la moviola in campo".
Teme il Cagliari, ma lo affronterà con la consueta mentalità offensiva. Fa il punto della situazione. "Flamini nion ci sarà per un problema alla caviglia, ma ci sarà per la Champions. Gattuso va verso la guarigione; non voglio mettergli fretta". Questione portieri: "Se ci sarà Dida in porta?. Ho parlato con Abbiati: è guarito. Ma ora deve tornare in forma; troveremo qualche partita dove utilizzarlo, magari con la Primavera". Insomma, Nelson sarà tra i pali. Infine a chi gli chiede di lanciare un appello per la campagna bis risponde: "L'appello sarà il gioco; noi siamo il riflesso di quello che abbiamo. Se ci crederemo i nostri tifosi ci penseranno da soli".

martedì 17 novembre 2009

Pato: "Sono felice"

Si riparte. E l'obiettivo è condiviso da tutti: batte il Cagliari per non mollare l'Inter. Pato la mette giù dura: "Cominciamo oggi una settimana importante perché domenica ci aspetta una partita contro una grande squadra". Il brasiliano punta al gol; l'ultimo lo ha segnato alla Lazio prima della pausa. Voglia di strafare: "Nella settimana di sosta ho lavorato tanto per cominciare al meglio questa settimana e poter giocare bene domenica" confessa a Milan Channel. Pato ha già segnato 7 gol in campionato: ben 5 in più rispetto alla passata stagione. La conferma che la posizione pensata da Leonardo funziona. "Sì, mi trovo bene nel ruolo in cui sto giocando, sono molto contento - ammette -. Forse sono più tranquillo perché Leonardo mi ha dato serenità e perché ho imparato tante cose rispetto all'anno scorso. Posso dire che giocare a destra mi piace molto e posso anche aiutare i miei compagni nella fase difensiva". Adesso è necessario mantenere il ritmo per non perdere contatto dall'Inter e dalla Juventus. "Abbiamo fatto bene in molte partite, dobbiamo fare ancora di più per raggiungere il primo posto e poter tornare a disputare la Champions League il prossimo anno. Dobbiamo solo essere concentrati per giocare bene e vincere, poi vedremo alla fine cosa accadrà".
Dopo il Cagliari il Milan affronterà a San Siro il Marsiglia per la decisiva sfida di Champions League. "Devo prima pensare al campionato, poi dovrò giocare bene per trovare gli stimoli giusti per fare bene contro il Marsiglia": batterlo significherebbe conquistare gli ottavi di finale con un turno di anticipo. Guai a mollare la presa, quindi. Un messaggio che trasmette al gruppo, Huntelaar compreso. L'olandese che non sboccia preoccupa la società rossonera, ma Pato è ottimista: "Tutti hanno visto che lui è stato il migliore giocatore in Olanda e ha fatto tanti gol quando giocava all'Ajax. Ha fatto bene al Real Madrid e sono sicuro che anche qui riuscirà a dare il suo contributo al Milan. Noi siamo con lui e siamo qui per aiutarlo, sono felice di vedere che in allenamento fa molto bene". E ricorda: "Anch'io quando sono arrivato trovavo difficoltà nel parlare l'italiano e sia in campo che fuori non riuscivo a comunicare con gli altri, avevo paura di sbagliare. Sono sicuro che lui darà tanto al Milan".
Ma Pato protegge tutti. Anche un marpione come Inzaghi, utilizzato col contagocce da Leonardo. "Pippo ha fatto tanti gol in Champions League e in campionato, credo che farà ancora tanti gol con la maglia del Milan perché lui nell'area di rigore è il numero uno, quando ha la palla riesce sempre a segnare - spiega -. L'ho visto realizzare tanti gol qui al Milan e siamo felici che lui sia con noi, speriamo che resti per tanto tempo".

sabato 14 novembre 2009

Milan-Milan Primavera 2-0

Dopo la doppia seduta di giovedì, il Milan è tornato al lavoro ieri pomeriggio presso il centro sportivo rossonero di Milanello.
I ragazzi di Leonardo hanno affrontato in amichevole i giovani della Primavera. Dopo il classico riscaldamento pre-partita, il calcio d'inizio è stato fischiato da Mauro Tassotti alle ore 15.30 sul campo centrale del centro sportivo di Carnago.

Questa la formazione schierata da Leonardo nel primo tempo: Abbiati; Abate, Kaladze, Favalli, Antonini; Ambrosini, Flamini; Pato, Seedorf, Ronaldinho; Borriello.

Dall'altra parte, questi i giovani schierati da Giovanni Stroppa a cui si è unito Marco Storari tra i pali: Ghiringhelli, De Vito, Romagnoli, Pedrocchi, Meregalli, Oduamadi, Novinic, Gaeta, Merkell e Schenetti.

Il primo tempo si è chiuso sul risultato di 2-0 a favore della prima squadra grazie alla doppietta realizzata da Alexandre Pato al 1' e al 18'.
Nella ripresa Leonardo ha inserito Inzaghi al posto di Borriello mentre per la Primavera rossonera quattro le sostituzioni effettuate da Stroppa: Motta per De Vito, Di Lauri, Aquilante per Oduamadi e Scampini al posto di Novinic.
Nel secondo tempo tanto possesso palla per i ragazzi di Leonardo. Da sottolineare un palo colpito da Filippo Inzaghi.
La gara è terminata sul risultato di 2-0.

mercoledì 11 novembre 2009

La scomparsa di Robert Enke: il cordoglio di Milan per Sempre

L'intero sito si unisce al dolore che ha colpito i congiunti, gli amici, i dirigenti e i compagni di squadra di Robert Enke. Il 32enne portiere dell'Hannover, scomparso ieri sera, è stato avversario leale del Milan in occasione dell'amichevole disputata con i tedeschi lo scorso 21 gennaio all'AWD Arena di Hannover.

Robert Enke, il portiere della nazionale tedesca e dell'Hannover suicidatosi ieri gettandosi sotto un treno, era affetto da una profonda depressione. E' stato rivelato stamattina in una commovente conferenza stampa indetta dal club tedesco, cui hanno partecipato la vedova Theresa e lo psicoterapeuta Valentin Markser che lo aveva in cura. Particolarmente commovente la testimonianza della vedova, che ha ricordato come la depressione fosse comparsa in lui dopo gli insuccessi sportivi a Barcellona ed ad Istanbul: "Quando era nella fase acuta di depressione sono stati momenti molto difficili, perché gli mancava ogni motivazione e speranza". Già nel 2003 Enke si era rivolto allo specialista, dopo alcuni mesi sembrava guarito, ma negli ultimi tempi la depressione era ritornata a farsi sentire profondamente. Soprattutto dopo la sua non ancora chiarita infezione batterica, che lo aveva tenuto lontano dal calcio per molto tempo: "Il calcio per lui era tutto - ha detto la moglie - e ora temeva di perderlo a causa della depressione e di perdere anche la nostra figlioletta adottiva Leila, quando avesse capito di avere un padre depresso". Teresa ha aggiunto di aver fatto di tutto per stargli vicina, per convincerlo che il calcio non era tutto nella vita. Il dottor Markser, dopo aver precisato che il portiere aveva recentemente rifiutato l'invito a farsi ricoverare per un trattamento specifico in clinica, ha anche aggiunto che nella lettera di addio il giocatore si scusava "per avere consapevolmente ingannato tutti, per poter portare a compimento il suo piano di suicidarsi". Questa mattina in segno di lutto il c.t. Loew ha annullato il previsto allenamento. E nel pomeriggio è stato deciso di rimandare l'amichevole di sabato sera a Colonia tra la Germania e il Cile. "La squadra è sotto shock - ha spiegato il presidente federale Theo Zwanziger - non c'è tempo di rielaborare il lutto in queste condizioni non è possibile giocare". E Oliver Bierhoff, team manager della Nazionale, ha commosso tutti mettendosi a piangere durante la conferenza, incapace di proseguire dopo aver spiegato "che mai avevamo avuto sentore che la situazione potesse essere così grave". Tutta la squadra è stata messa in libertà: il ritiro riprenderà domenica, dopo che i giocatori avranno partecipato ai funerali di Enke. All'indomani dei festeggiamenti per il ventennale della caduta del Muro di Berlino il Paese si è risvegliato questa mattina con un senso di dolore e di angoscia generale. Anche la Cancelliera Angela Merkel, si è voluta unire al cordoglio del Paese, inviando una lettera alla vedova di Robert Enke in cui ha espresso il suo sgomento per la morte del portiere. Lo ha detto oggi a Berlino il vice portavoce del governo, Christoph Steegmans, sottolineando che si tratta di una "lettera molto privata, che deve rimanere privata".
Dopo che i notiziari della tarda serata di ieri avevano già dato il tragico annuncio ai tedeschi, tutti i telegiornali della mattinata di ieri hanno aperto con le citazioni dei numerosi attestati di dolore e cordoglio, da parte di personalità del calcio, dello sport, della politica. Attonito Franz Beckenbauer, il vate del calcio tedesco: "Provo un dolore senza fine, quando si riceve una notizia del genere, tutti i gli altri problemi diventano piccolissimi". Profondo il dolore, accanto all'incredulità, ad Hannover, la città nella cui squadra Enke giocava. I tifosi si sono radunati già nella tarda serata di martedì, subito dopo che la triste notizia era stata diffusa, davanti alla sede della società. Mano a mano sono stati deposti mazzi di fiori, accese candele, le cui fiammelle hanno formato sulla strada un grande numero "96", quello che fa parte del nome ufficiale della squadra, ricordando la sua data di fondazione, il 1896. Anche stamattina numerosi tifosi erano davanti alla sede del club. In una prima conferenza stampa della polizia di Hannover, già nella tarda serata di martedì, sono stati resi noti alcuni dettagli che hanno confermato, come ribadito dagli inquirenti stessi, il suicidio. Il calciatore, dopo aver lasciato nella tarda mattinata il campo dove aveva regolarmente effettuato un allenamento con il preparatore dei portieri dell'Hannover, Joerg Sievers, non è tornato a casa. Il suo procuratore, Joerg Neblung lo ha cercato a lungo al cellulare, ma non ha avuto risposta: "Abbiamo avuto paura - ha detto - ho mandato sua moglie Theresa a cercarlo in giro ed ho allarmato la polizia". Evidentemente anche chi gli stava più vicino sapeva che Robert stava attraversando un momento poco felice. Secondo il quotidiano Bild il giocatore, figlio di uno psicologo, da qualche tempo si stava sottoponendo ad una psicoterapia: "Un paio di giorni fa abbiamo parlato molto insieme - ha riferito il medico della squadra, Wego Kregehr - gli ho detto che dopo l'infezione batterica che l'aveva colpito ormai tutto era tornato a posto. Non mi ha mai detto o fatto capire di avere problemi psicologici". Oggi in conferenza stampa si è presentata la moglie Theresa, visibilmente scossa, con lo psichiatra che aveva in cura il portiere. Theresa ha confermato i problemi psicologici: "Era molto depresso. Non lo sapevano in molti, ma era in cura da uno psichiatra da tempo". Enke non è tornato a casa. Ha diretto la sua Mercedes fuoristrada verso una stradina ai lati della ferrovia, vicino alla stazione di Elvese, ad un paio di chilometri dalla sua casa, nel paese di Empede, vicino ad Hannover. Su uno dei sedili dell'auto il portiere ha lasciato il suo portafogli e non ha chiuso a chiave le portiere, prima di allontanarsi per raggiungere la linea ferroviaria e percorrere a piedi qualche decina di metri lungo la massicciata. Alle 18.47 è stato travolto dal regionale che da Brema andava ad Hannover, ad una velocità di 160 km orari. Il macchinista si è accorto, ma ovviamente troppo tardi, che una persona, pochi metri davanti la sua cabina, si stava gettando sui binari. Vigili del fuoco e polizia sono stati allertati subito e in pochi minuti hanno raggiunto il treno, che nel frattempo aveva frenato la sua corsa. La polizia ha subito avvertito la moglie Theresa, che si è recata sul luogo della tragedia e non ha resistito allo choc dopo aver visto il corpo del marito, tanto che è stata subito soccorsa da una equipe medica. "Prima che uno venga portato a una situazione che può diventare ancora più infelice, è meglio darci un taglio definitivo": queste parole di Rober Enke, ricordate dal sito del settimanale Focus, risalgono al 2003 e suonano, adesso, come un tragico presagio. Enke e sua moglie Theresa, nel 2006 avevano perso la loro figlioletta Lara, due anni, dopo un calvario di operazioni per una malattia cardiaca. Nello scorso maggio i coniugi avevano adottato Leila, che oggi ha otto mesi. Ma forse il dolore per la perdita della prima figlia era rimasto incolmabile. Il luogo dove Enke si è tolto la vita è a breve distanza dal cimitero ove è sepolta la piccola Lara

Galliani: "Il Milan riapre la campagna abbonamenti"

"La cosa che mi dispiace molto è aver perso 16.000 abbonati rispetto all'anno scorso". Lo dice Adriano Galliani con molto rammarico dopo anni di autentico splendore. Il dirigente annuncia: "Voglio scrivere loro, che sono innamorati delusi, e annunciare che faremo un abbonamento speciale a partire dalla prima partita del girone di ritorno. Voglio scrivere non tanto per qualche milione di euro in più, ma perché non è possibile vedere solo 40.000 spettatori a San Siro per Milan-Roma". L'amministratore delegato del Milan lo afferma sulla scia del buon momento della squadra, rilanciata in campionato dopo la conquista del terzo posto, applaudita in Champions League, dove ha sottratto al Real Madrid 4 punti su 6. Risultati che sono la conseguenza del gioco spregiudicato e divertente voluto da Leonardo. Spiega Galliani: "Con quattro giocatori d'attacco questo Milan rischia molto e concede parecchio agli avversari, ma facciamo molto anche noi. E Berlusconi è entusiasta di questo modo di giocare".
Poi parla con soddisfazione dei singoli, da Thiago Silva ("è un grande giocatore, appena avrà fatto 4/5 finali di Champions ne parleremo") a Nelson Dida: "Mi viene un po' da ridere perché fino a due mesi fa ero quello che aveva sperperato il denaro facendo il contratto a Dida. Di contratti non ne voglio più parlare". Così per Inzaghi ("Il Milan farà la sua politica, andrà avanti e i tifosi giudicheranno"), mentre a gennaio non sono previste sorprese in uscita. "Huntelaar? È confermatissimo come tutti i giocatori della rosa". Infine la domanda fatale: "Meglio uno scudetto sul filo di lana su Inter e Juve o l'ottava Champions?", Galliani non ci pensa un secondo: "Non ci sono dubbi in proposito, in nessuno sport del mondo il titolo di campione d'Italia vale più di quello di campione d'Europa".
Anche Gianluca Zambrotta si allinea a Leonardo e dimostra grande fiducia nelle risorse del Milan. "Stiamo bene fisicamente e le cose ci girano bene - ha detto il terzino della Nazionale in conferenza stampa alla Borghesiana dove si trova in ritiro -. Il cambio di modulo ci ha giovato, anche se con tanti giocatori offensivi corriamo sempre dei rischi, come è accaduto nei secondi tempi contro Napoli e Lazio. È cambiata però anche la nostra testa e ciò è di buon auspicio per lottare per i primi posti".

martedì 10 novembre 2009

Leonardo: "Crediamo nello scudetto"

Ha ragione Leonardo dopo la sesta vittoria del Milan, terza fuori casa, quando afferma che il Milan ha imparato a soffrire. "Abbiamo vinto una partita difficile che però abbiamo approcciato nel modo giusto - spiega l'allenatore rossonero -. Non è stato facile affrontare una Lazio che soprattutto nel secondo tempo ha fatto benissimo". Inevitabilmente sono riapparsi i fantasmi di Napoli, quel 2-0 diventato negli ultimi minuti un 2-2. Analisi precisa: "Il rischio c’è. Nelle scorse partite è mancato l’equilibrio dopo essere passati in vantaggio, c’è un calo di concentrazione. Oggi però il Milan ha dimostrato che ha imparato a soffrire". E' il tema fondamentale di questo nuovo Milan che non si nasconde più. "La parola scudetto nello spogliatoio c'è, ci proveremo anche quest'anno, ma la strada è quella dell'umiltà e della disponibilità".Adriano Galliani invece preferisce non parlare di scudetto perché "porta male" farlo. Di modulo alla brasiliana sì: "Questo schema piace tantissimo, soprattutto al nostro allenatore: lui, da quando andai a prenderlo nel Paris Saint-Germain, mi ha sempre parlato di questo mito del Brasile di Tele Santana dell'82. Noi siamo riusciti finalmente a giocare con quattro attaccanti, come Ronaldinho, Pato, Borriello e Seedorf" sottolinea soddisfatto. E sulla mancata convocazione di Pato nel Brasile afferma: "Lui sta facendo molto bene e Dunga può chiamare chi vuole". Leonardo si gode il momento e benedice l'abbondanza, anche se ammette: "È difficile fare delle scelte, dovere lasciare qualcuno fuori, da non dormirci la notte...". Ma ciò che conta è lo spirito di sacrificio, forse il vero fiore all'occhiello del gruppo. "Mi piace l'atteggiamento della squadra; mi piace come sta rispondendo e la disponibilità mostrata da chi entra volta per volta". Ora occorre trovare il giusto equilibrio per eviatre fibnali di partita con il cuore in gola. Spiega Leonardo: "Nel secondo tempo la Lazio con un attaccante in più spingeva tanto, ma il nostro primo tempo è stato straordinario. Nella ripresa abbiamo sofferto la pressione della Lazio, ma con i cambi ci siamo assestati. La squadra si propone di giocare un certo tipo di calcio, dobbiamo trovare ancora più equilibrio, ma siamo sempre propensi ad attaccare".
Poi Ronaldinho: ancora un assist perfetto e ancora una buona prestazione. "La mia vita calcistica non è mai stata quella di un goleador - sostiene il brasiliano -, non sono uno che fa gol tutte le partite, ho sempre fatto più assist che gol. Sono felice perché adesso tutto va bene e voglio continuare così per aiutare la squadra". "Ronaldinho è un uomo che sa fare la differenza - ha intanto ammesso l'allenatore del Brasile Carlos Dunga. - ma dipenderà solo da lui se vorrà far parte dei 23 che andranno in Sudafrica".

domenica 8 novembre 2009

Lazio-Milan 1-2

E' un Milan ancora molto offensivo, che ripropone lo stesso modulo e gli stessi interpreti della partita contro il Real Madrid, quello che si presenta all'Olimpico per la sfida contro la Lazio. Marco Borriello ancora preferito a Inzaghi; alle sue spalle Seedorf, Pato e Ronaldinho. Tra i biancocelesti Rocchi, e non Cruz, con Zarate in attacco e Matuzalem trequartista. Partita delicata per il tecnico Ballardini, momento difficile per l'intero ambiente laziale. C'è invece entusiasmo in casa Milan per gli ottimi risultati dell'ultimo mese, sia in Italia sia in Europa.
Il Milan fa girare molto il pallone nell'attesa di trovare lo spazio per affondare, ma è la Lazio ad avere la prima palla gol della partita, al 2' del primo tempo, con Rocchi che in solitudine prova il sinistro a girare, ma la palla finisce di poco a lato. Dopo un avvio molto tattico e accorto, al 21' arriva il vantaggio del Milan con la bella punizione battuta da Pirlo sul primo palo e la deviazione a rete di testa di Thiago Silva, al suo primo gol ufficiale con la maglia rossonera. Ma non è finita: è un Milan in crescita, tonico e concentrato, quello che al 35' trova il raddoppio con lo splendido assist dalla sinistra di Ronaldinho e il colpo di testa di Pato. Sesto assist per il Gaucho, quinto gol in campionato per il Papero (settimo stagionale) che si conferma sempre più bomber decisivo.
Nessun cambio per il Milan tra il primo e il secondo tempo, mentre Mister Ballardini decide di inserire un altro attaccante, Cruz, al posto di Mauri. Ed è proprio il nuovo entrato, da due passi, a creare subito un pericolo per la porta difesa da Dida: sulla sua pressione Thiago Silva sfiora l'autogol, con la palla che sfiora la traversa. Passano i minuti e la Lazio scesa in campo nella ripresa sembra molto più determinata, ma il Milan si difende bene. Al 19' i biancocelesti concretizzano il loro buon momento con il tiro di Zarate, che viene deviato da Thiago Silva alla destra di Dida: 1-2. Il Milan risponde con un destro potente di Pato dalla distanza ma la palla finisce di poco sopra la traversa. La Lazio insiste: Meghni crossa dalla sinistra e Rocchi conclude a lato di testa. Al 38' e al 47' due autentici miracoli di Muslera: il primo è la deviazione in angolo dello splendido tiro al volo di Flamini, il secondo su un missile di Pato.
Si chiude così Lazio-Milan: ottimo primo tempo dei rossoneri, un po' più di sofferenza nella parte centrale della ripresa, 3 punti che valgono oro a conclusione di un ciclo terribile. Standing ovation per risultati, prestazioni e per il 3° posto conquistato in classifica.

sabato 7 novembre 2009

Leonardo ritrova Christian Abbiati

C'è anche Christian Abbiati fra i venti convocati del Milan per il match di domani all'Olimpico contro la Lazio. Il portiere rossonero era assente dal 15 marzo scorso, quando si infortunò al ginocchio destro, subendo una distorsione con interessamento dei legamenti a causa di uno scontro fortuito con Favalli durante Siena-Milan. Il 30 marzo fu poi operato ad Anversa dal professor Martens per la ricostruzione del legamento crociato anteriore. Una convocazione psicologicamente importante, anche se Abbiati guarderà la partita dalla tribuna: "L'ho convocato come terzo portiere" ammette Leonardo in conferenza stampa. "Ora chi sta meglio è Dida; non si può fare turnover in porta". Nessun problema anche per Ronaldinho, bloccato ieri da un affaticamento: domani scenderà regolarmente in campo. Soddisfatto Leo perché fra i pali ritrova un punto di riferimento rossonero e tira un sospiro di sollievo sulle condizioni del brasiliano, che ieri si era sottoposto a massaggi e terapie varie saltando l'allenamento, mentre oggi è apparso in spolvero. Dinho quindi immediatamente recuperato e schierato con Pato all'Olimpico, giocatore essenziale. "Pato si sente sempre dire dai compagni e dalla gente che lo circonda che può diventare il migliore del mondo e che può vincere il Pallone d'oro - spiega il tecnico -; è normale che queste cose può cominciare anche a pensarle lui. Il talento e l'esplosività che ha possono portarlo veramente in alto". Ma chi sarà il terzo attaccante? Borriello potrebbe rifiatare nel più classico dei turnover e cedere il posto a Inzaghi che non ha ancora digerito l'esclusione di martedì contro il Real Madrid. E Huntelaar? Mistero sempre più fitto. Leonardo fa un po' di luce e afferma: "L'amichevole Italia-Olanda potrebbe rilanciare Klaas. Ha pagato un inizio difficile; è partito male e ha pagato un po' il giudizio su di lui. Ma sono sicuro, ripeto: dimostrerà il suo valore".Sulla Lazio ha idee molto chiare. Non sarò un momento positivo per la Lazio, ma Leonardo non si fida. "Ha un potenziale incredibile e giocatori di grandissimo spessore - spiega -. Sarà una bellissima partita per loro e per noi". Sul Milan mantiene il basso profilo: "Nelle ultime partite ha sempre aggiunto qualcosa dopo il difficile inizio stagione. Vedo un entusiasmo che ci dà tanto ottimismo per mantenerci a un certo livello". E l'Inter che sempra imprendibile? "Il campionato non è chiuso: loro giocano bene, dimostranlo forza, ma è lunga e mancano troppe partite. Dal secondo al quinto posto, possono tutte puntare allo scudetto. Per una società come il Milan comunque è impossibile non pensarci, è nel nostro Dna - spiega Leo -. Io penso a migliorare e a mantenere un certo livello di gioco, poi dentro di noi entriamo sempre in campo per vincere". Poi una pausa di riflessione e la conclusione che a Galliani piace tantio: "L'obiettivo societario è molto chiaro ed è la Champions, il resto va valutato poco alla volta".

venerdì 6 novembre 2009

Galliani: "Il Milan di Leo fa impazzire Berlusconi"

Il vento sta girando dalla parte giusta: il Milan sembra avere trovato una sua identità e i risultati arrivano. Il progetto Leonardo piace e non mancano gli apprezzamenti a cominciare da quelli del patron rossonero. Lo rivela Adriano Galliani: "La doppia sfida con il Real non lo porta a fare proclami, ma il modulo 'spagnolo' della squadra piace molto al presidente Berlusconi: abbiamo sempre avuto una vocazione offensiva e abbiamo un allenatore che ci fa giocare bene al calcio". E sorride Galliani, perché finalmente può affermare dopo un lungo periodo di mugugni, che il Milan "sta giocando bene al calcio". Arrivando in Lega Calcio questa mattina, l'amministratore delegato approfondisce: "Sono molto contento del lavoro di Leonardo che ha trovato un bell'assetto tattico", con Seedorf alle spalle del tridente; molto simile alla Roma di Luciano Spalletti: "Infatti a me - confessa Galliani - piaceva Spalletti come allenatore e continua a piacermi. Mi piacciono quelli che hanno vocazione offensiva". Poi gli elogi a Leonardo: "È stato molto bravo ad avere l'idea. Ma qualche tempo fa anche Dunga mi aveva detto che Pato poteva giocare a destra e Ronaldinho a sinistra. Tutti e due sulla sinistra si pestavano un po' i piedi, adesso va benissimo". Una soddisfazione enorme avere quindi puntato su Leonardo. "Credo che il presidente e il sottoscritto abbiano scelto in maniera intelligente - rivendica Galliani -: non c'è bisogno di aver fatto una grande sperienza precedente prima di allenare una grandissima squadra. Sacchi non aveva mai fatto una panchina di A, Capello stava facendo il manager e Leonardo pure. È una speranza per tutti i manager di poter diventare allenatore del Milan...". Galliani esalta il tridente formato Leo. "E' bellissimo. Uno sta a destra, l'altro a sinistra e in mezzo Pippo, Borriello o Huntelaar. Ma l'altra mossa buona di Leonardo è Seedorf centrale e non esterno". Galliani infine si sofferma sull'ormai certo acquisto del giovane ghanese Adiyah. "È qui da due giorni. Lui è un ragazzino che sta zitto, fa quello che dicono i suoi procuratori. Prima chiedevano troppo per cui abbiamo rotto le trattative, poi sono ritornati e hanno accettato l'offerta del Milan. Oggi - spiega - il ragazzo sta facendo le visite mediche, se le supera stasera o domattina firmerà i contratti con validità due gennaio. È un'opportunità. È un ragazzo che ha ancora tutto da dimostrare. Abbiamo pensato che il costo del cartellino e quello dello stipendio erano un'operazione fattibile. Se per la terza volta il capocannoniere del Mondiale Under 20 fosse un nuovo Aguero o Messi sarebbe 'troppa grazia Sant'Antonio'".

mercoledì 4 novembre 2009

Milan-Real Madrid 1-1

Spettacolo a San Siro. Il Milan contro un Real più equilibrato e trascinato da un ottimo Kakà dimostra di essere squadra vera, in continua crescita. Gli uomini di Leonardo dopo il vantaggio di Benzema reagiscono con grande orgoglio e non rinunciano mai a giocate spettacolari. Pareggia su calcio di rigore Ronaldinho con un tiro secco e preciso agli incroci. Ristabilità la parità il Milan non va mai sotto il piano del ritmo e risponde alle stoccate avversarie. Uno strepitoso Pato mette scompiglio più volte nella difesa delle "merengues" e segna anche un gol validissimo annullato poi dall'arbitro. I rossoneri dunque mantengono la testa del girone C di Champions League a due giornate dal termine della prima fase.
Ronaldinho contro Kakà, l'idolo rossonero che torna a casa, in quello che era il suo stadio, Borriello alla prova della maturità, Pato contro tutti. Milan-Real Madrid davanti ad uno stadio gremito in ogni ordine di posto inizia con tante sfide più o meno personali, ma tutte egualmente affascinanti. Per Ricky Kakà il ritorno a Milano da avversario rappresenta si una forte emozione, ma questa non impedisce al brasiliano di giocare con le consuete sgroppate e di pungere la difesa milanista. Rispetto alla gara di andata il Real appare più equilibrato e deciso. Higuain, preferito a Raul, Benzema e lo stesso Kakà formano continui triangoli che portano spesso i "blancos" davanti alla porta di Dida.
Al 29' Benzema dopo una conclusione di Kakà respinta da Nelson interrompe un'astinenza da gol che durava da sei partite nel momento più delicato del primo tempo. Il Milan dopo lo svantaggio continua tuttavia a rimanere in partita. Le puntate del Real portano ancora una volta un Thiago Silva sugli scudi, con il brasiliano sempre pronto e deciso nello sventare le continue puntate degli avanti avversari. Rispetto al Milan il Real gestisce sicuramente meglio gli spazi e i rossoneri vivi e pericolosi solo al 21' con Ambrosini raggiungono il pareggio.
Tocco di braccio di Pepe mentre si oppone a un cross in area di Zambrotta; secondo l'arbitro è calcio di rigore: batte Ronaldinho, il tiro secco e preciso è imparabile. Il Milan segna ancora, questa volta con Pato, ma il gol viene annullato per un dubbio fallo di mano.
Nella ripresa è un altro Milan, Ronaldinho sradica palloni dai piedi degli avversari, Ambrosini in mezzo al campo è sontuoso, Seedorf e Pirlo corrono per quattro. Con il Real tuttavia non bisogna mai mollare, anche se i rossoneri, a differenza del primo tempo, aggrediscono con più efficacia. Arbeloa subisce costantemente le accelerazioni di Pato che in diverse occasioni crea scompiglio davanti a Casillas.
Al 34' entra in campo Inzaghi come una furia. Il bomber provoca subito un angolo. Pippo apre i varchi e va vicino al colpo grosso su un lancio perfetto di Pato. Il Real, con Van Nistelrooy subentrato a Benzema, ci prova con Marcelo al 44' dalla lunga distanza. Allo scadere è ancora una volta Nelson Dida a salvare la partita respingendo in angolo su tiro di Raul.

lunedì 2 novembre 2009

Beckham di nuovo rossonero

Adesso è ufficiale: David Beckham torna ad indossare la maglia del Milan da gennaio. La conferma arriva dalla squadra americana e sul sito del club rossonero: "Ufficiale il ritorno di David Beckham. Il Milan e il campione inglese regalano ai tifosi altri sei mesi di una bella avventura".
Sarà la seconda esperienza del 34enne inglese in maglia rossonera: tesserato in prestito già lo scorso gennaio, Beckham ha giocato per sei mesi con il Milan, prima di ritornare al Los Angeles Galaxy. A fine stagione le presenze di Beckham con il Milan sono state 20 (18 in Serie A e 2 in Coppa Uefa) con 2 reti, entrambe realizzate in campionato. Arriva il commento dell'ad Adriano Galliani: "Siamo molto felici di rivedere con la maglia rossonera David Beckham dopo la splendida esperienza della scorsa stagione. Siamo sicuri che questo periodo in Europa aiuterà il giocatore a partecipare ai prossimi Campionati del Mondo e a proseguire successivamente la carriera nei Los Angeles Galaxy, ai quali va il nostro ringraziamento per la disponibilità dimostrata".
"Ho bisogno della migliore chance possibile per partecipare alla Coppa del Mondo e giocare in prestito al Milan mi aiuterà a farlo", ha commentato David Beckham dopo l'ufficialità del suo ritorno in prestito al Milan a partire da gennaio. "Mi sono davvero divertito al Milan e aspetto di unirmi di nuovo alla squadra - si legge sul sito dei Galaxy -. Ringrazio Tim Leiweke and Bruce Arena che mi hanno dato questa opportunità. Io sono sotto contratto con il Galaxy e con la MLS nel lungo periodo a sono interessato come prima a far crescere il calcio in America. Voglio a tutti i costi finire la stagione in un modo molto positivo con il mio club vincendo la MLS Cup".

domenica 1 novembre 2009

Borriello: "Pippo, ci sono anch'io"

Era lì che scalpitava. Probabilmente avrà anche mugugnato quando a Milanello è sbucato Klaas Jan Huntelaar: "Ma come? E io?". Tempo e carattere gli hanno dato ragione. I suoi ingressi a partita in corso hanno cambiato il destino delle gare. A cominciare proprio dalla partita di Madrid. Poi la splendida doppietta al Parma. E adesso? Marco Borriello non si tira indietro: "Inzaghi sta bene, qualsiasi giocatore al mondo ci tiene a giocare contro il Real Madrid, è così anche per me, spero di esserci e non lo nascondo, poi tocca a Leonardo decidere".
Si chiamano entusiasmo e consapevolezza nei propri mezzi, ma l'attaccante non ha asolutamente intenzione di pestare i piedi a Sua Maestà Pippo, tantomeno alle decisioni del suo tecnico. "Non è un mio problema, c'è un allenatore pagato per fare delle scelte - ha spiega ai microfoni di Sky -, io sono pronto e spero di giocare". Da incorniciare la serata di ieri e dopo i tanti guai fisici, Borriello l'aspettava da tanto tempo. "Desideravo e sognavo una serata come quella di ieri - ha aggiunto -. Dentro la mia testa immaginavo di fare un gol come quello del 2-0 contro il Parma, anche perché, sapendo che Ronaldinho cerca sempre il secondo palo, mentalmente mi ero preparato a una palla come quella che mi ha servito Dinho".
Intanto Pellegrini ha diramato la lista dei convocati per la gara di San Siro. Rispetto alla apartita di Liga contro il Getafe, ha convocato Drenthe; prima convocazione europea stagionale, invece, per Ruud Van Nistelrooy. Assenti, oltre a Cristiano Ronaldo, l'infortunato Garay (problema al tendine d'achille), Guti e Metzelder, per scelta tecnica. Questi i giocatori che raggiungeranno Milano: Casillas, Dudek, Adan, Arbeloa, Pepe, Sergio Ramos, Marcelo, Drenthe, Albiol, Gago, Kaká, Lass, Xabi Alonso, Van der Vaart, Diarra, Granero, Raúl, Benzema, Higuaín, Van Nistelrooy.

Dominic Adiyah è rossonero

Dopo la vittoria sul Parma Adriano Galliani giudica la prestazione della squadra e annuncia in anteprima ai microfoni di Milan Channel l'acquisto del giovane Dominic Adiyah:

"Ronaldinho sta facendo molto bene, questo modulo tattico da spazio al brasiliano con Pato che gioca largo a destra. La squadra gioca un calcio "alla spagnola" con due mediani e la qualità delle nostre mezze punte. Arrivano tanti gol, qualcuno lo prendiamo ma dobbiamo avere coraggio e andare avanti così. Il Parma ha fatto un gran primo tempo, meglio di noi. C'è anche un rigore non dato a Pato da segnalare, ma preferisco non polemizzare. Peccato per il calo di pubblico non giustificato, ma accettiamo queste prese di posizione anche se il dato è preoccupante. Cercheremo di fare il possibile per recuperare i nostri tifosi. Sembrava tutto finito, tutti cotti e poco motivati io dico non ti curar di loro ma guarda e passa. Ho parlato con Berlusconi, abbiamo parlato dei nostri trenta anni di calcio, nessuno di noi due vuole andare in pensione. Sul mercato ci stiamo muovendo e posso dire in assoluta anteprima agli abbonati di Milan Channel che abbiamo acquistato il giovane ganese Dominic Adiyah. L'accordo con la società norvegese del Fredrikstad FK c'è. Adesso deve avere il permesso per entrare in Italia e noi lo tessereremo il primo di gennaio. Deve naturalmente superare le visite mediche e poi sarà un nostro giocatore. L'abbiamo preso perchè è una punta esterna che può giocare al posto di Pato e Ronaldinho. Il nostro modulo adesso è cambiato, avevamo bisogno di una punta esterna che potesse alternarsi con chi già c'è e ci siamo mossi. A ore spero di poter annunciare anche il ritorno di David Beckham".