domenica 28 febbraio 2010

Pato salta Roma e Manchester

Quando, al 34' del secondo tempo contro l'Atalanta, Pato, durante una delle sue volate in contropiede si è improvvisamente accasciato a centrocampo, sono stati in molti a pensare a uno strappo al bicipite femorale destro, o comunque a un infortunio muscolare gravissimo. In realtà l'uscita in barella è stata seguita da qualche passo sulle sue gambe, fino alla panchina rossonera, da cui il brasiliano ha seguito la gara sino al fischio finale. Da qui la sensazione che l'infortunio subito dall'attaccante possa essere meno grave rispetto alla prima impressione. Certo è, a questo punto, che Pato salterà comunque i due prossimi impegni rossoneri, e cioè le sfide con la Roma (sabato 6 marzo) e col Manchester United (mercoledì 10). Salvo miracolosi recuperi in extremis, naturalmente. In ogni caso, per avere una diagnosi e dunque una previsione più precisa dei tempi di recuperi saranno necessari un paio di giorni.
Intanto l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, dopo aver parlato con Pato poco dopo la fine del match co l'Atalanta, ha rivelato che il giocatore non dovrebbe essersi strappato. "Al momento - queste le parole dell'a.d. rossonero - non sente un dolore forte, quindi non dovrebbe trattarsi di uno strappo, ma di un crampo o uno stiramento". Secondo Galliani, comunque, "bisogna aspettare almeno 24/48 ore prima di capire l'entità dell'infortunio". Un'assenza, quella di Pato, che rischia di diventare pesante in vista dei prossimi impegni in campionato e Champions: "Non avere Pato - ha aggiunto Galliani - sarebbe terribile. Non c'è un suo sostituto, quindi senza di lui si tratterebbe di cambiare modulo". Soddisfatto del suo Milan, felice per la vittoria, ma preoccupato per Pato anche Leonardo. "Vedremo domani quali saranno le sue condizioni, il modo in cui è uscito ci fa pensare; si è fermato subito, è rientrato da poco dopo un problema muscolare e l'ultimo infortunio forse gli ha messo paura e preoccupazione, valuteremo meglio domani, oggi è difficile dire qualcosa, ma non si tratta di una ricaduta. Da quello che abbiamo visto non sembra che si sia strappato come invece era sembrato in un primo momento, di sicuro siamo dispiaciuti per questo stop, era in grande forma, ha fatto 5 gol in 5 partite".
Dall'infortunio di Pato alla vittoria sull'Atalanta, netta nel risultato e nel gioco, nonostante l'avvio sia stato tutt'altro che facile. "Oggi abbiamo chiuso una settimana pesantissima, eravamo reduci dalle trasferte di Bari e Firenze e la partita contro la Fiorentina è stata molto faticosa, perché abbiamo inseguito la vittoria fino alla fine spendendo tante energie - spiega il tecnico rossonero -. L'avvio è stato difficile, ma nella seconda metà del primo tempo ci siamo rimessi bene, abbiamo fatto girare la palla e il gol del vantaggio non è stato un caso. All'inizio l'Atalanta ha avuto il merito di pressarci alti e ci ha fatto soffrire, poi siamo venuti fuori". Leonardo ammette di "aver guardato il tabellone dopo il boato di San Siro nei primi minuti, ho visto che l'Udiense era passata in vantaggio, ma sapevamo che poteva ancora succedere di tutto". Con Pato, il migliore in campo è stato Pirlo. Ma il metronomo della Nazionale non gioisce fino in fondo. "Mi dispiace per l'infortunio di Pato, peccato aveva segnato due gol, speriamo che non sia nulla di grave" esordisce. Il centrocampista rossonero analizza la partita: un buon Milan, anche se all'inizio i bergamaschi hanno fatto tremare i rossoneri. "È vero - ammette Pirlo -, siamo partiti con meno aggressività del solito e abbiamo fatto giocare troppo l'Atalanta; poi il gol dell'1-0 di Pato ha cambiato la partita e ci ha permesso di far bene e vincere".

Milan-Atalanta 3-1

Il Milan batte l'Atalanta 3-1. Un mix di cinismo e tecnica contro un buon avversario che ce la mette tutta, ma che alla fine non può reggere il confronto. La conferma arriva da Pato che mette a segno una doppietta (12 i gol in campionato), prima del gol di Valdes e quello di Borriello. Ma il brasiliano dopo la gioia deve fare i conti con un infortunio muscolare alla coscia destra in un'azione di contropiede. Ronaldinho si esalta ancora, anche se si fa respingere un rigore da Consigli. Utile però a Borriello che si fa trovare al punto giusto per ribadire in rete.
Gioca chi sta meglio. La coerenza di Leonardo premia Bonera che viene confernato in difesa. Il tecnico recupera e schiera dal 1' Thiago Silva, con Jankulovski a sinistra. Gattuso rifiata e tocca a Beckham; Ambrosini, dopo i problemi di Firenze, non molla la fascia. Il tridente, quello invece non si tocca: Pato, Borriello e Ronaldinho. Bortolo Mutti cambia invece in difesa, dentro Bianco e Garics; poi il solito 4-4-1-1 con Doni alle spalle di Tiribocchi. Il Milan che passa in vantaggio su azione di contropiede la dice lunga sulla storia del primo tempo. Fino al primo gol di Pato, infatti, è l'Atalanta a fare la partita. I nerazzurri mettono pressione ai rossoneri con regole semplici: raddoppio sistematico sui portatori di palla e gli attaccanti e manovre veloci che scavalcano il centrocampo. Il Milan accetta passivamente il gioco dei bergamaschi e rilancia con azioni che non trovano sbocco nell'organizzata difesa avversaria.
L'Atalanta, insomma, fa l'Atalanta: chiude tutti gli spazi e mantiene un grande equilibrio senza mai perdere d'occhio Abbiati. Il primo guizzo rossonero lo firma al 23' Ronaldinho con una rovesciata nell'area piccola, spettacolare ma troppo centrale per battere Consigli. Al 26' è invece Borriello a mancare il gol calibrando male un facile diagonale su azione di contropiede. Del tutto simile a quella del vantaggio. Ronaldinho fa la magia di tacco smarcando a sinistra Ambrosini il cui cross viene intercettato da Pato: girata al volo di sinistro è palla sul primo palo. Rete fondamentale perché scuote un Milan decisamente lento. Alta e più veloce, la squadra di Leonardo pressa di più e al 41' raddoppia. Solito assist di Ronaldinho e palla a Pato che scavalca Consigli e con la porta vuota infila con un rimpallo mentre Manfredini cerca di rinviare. Un 2-0 eccessivo, ma che esalta le qualità tecniche dei rossoneri.
Il vantaggio facilita il compito del Milan, anche se l'Atalanta non offre il fianco. I rossoneri rallentano il gioco, ma non per questo limitano la manovra offensiva. I nerazzurri rispondono con il contropiede e all'11' trovano il gol con Valdes, abile a infilare Abbiati con un destro a giro dal limite sul secondo palo. Ma il tentativo di riaprire la partita viene vanificato da Borriello al 16' quando infila il 3-1. Il gol nasce da una rigore (assegnato per fallo di Manfredini su Bonera) calciato da Ronaldinho e respinto da Consigli. La sfera finisce sui piedi di Borriello che scarica sotto la traversa. Il centravanti lascia al 29' a Huntelaar; secondo cambio rossonero dopo quello di Ambrosini con Gattuso. Mutti invece regala più incisività con l'innesto di Volpi per De Ascentis e di Chevanton per il deludente Tiribocchi.
Il terzo cambio rossonero è invece doloroso, perché in una veloce azione di contropiede Pato si blocca per un infortunio muscolare alla coscia destra. Leonardo è costretto a sostituirlo con Abate. Una mazzata, a una settimana dal match dell'Olimpico con la Roma. Pesantissima, anche perché il diffidato Gattuso si fa ammonire è mancherà all'appuntamento. Cattivi presagi, anche se i giallorossi, fermati a Napoli, ora sono sotto di tre punti.

sabato 27 febbraio 2010

Leonardo: "L'arbitro non è decisivo"

Lo ha detto in modo molto educato, com'è nel suo stile. Pacato ma il concetto resta: "Non riesco a dare un peso ai fischi degli arbitri, non si vince un campionato con un fischio a favore o uno contro. Alla fine chi vince è perché ha affrontato tutte le squadre e ha fatto tanti punti giocando meglio delle altre". Queste le parole con cui Leonardo ha voluto rispondere alle polemiche innescate da Josè Mourinho. Il tecnico dell'Inter, con riferimento al rigore non fischiato alla Fiorentina, aveva detto di non voler parlare "se non mi becco altre giornate di squalifica". Leonardo ha replicato oggi alla vigilia di Milan-Atalanta, partita che in concomitanza con Udinese-Inter potrebbe consentire ai rossoneri di recuperare altri preziosi punti.
Esaurito il discorso Mourinho, il tecnico brasiliano ha sottolineato come "la squadra stia bene" e come l'Atalanta andrà affrontata con molta attenzione: "Finora tutto quello che di buono abbiamo fatto è arrivato perché abbiamo pensato partita per partita. Le difficoltà della partita di domani? Dipenderà da come l’avversario si proporrà. Potrebbero pensare a marcarci ma siccome hanno bisogno di punti cercheranno anche di attaccare, con gente come Amoruso e Tiribocchi ci può anche essere un’idea offensiva. Mancano ancora 13 partite, sono tante. Pensiamo giorno dopo giorno".
Leonardo preferisce mantenere i piedi per terra anche quando gli chiedono se vede analogie tra il suo MIlan scudettato dopo la rimonta sulla Lazio e quello di oggi in cui lui è allenatore "È troppo presto per dirlo. Abbiamo fatto strisce di risultati positive e adesso siamo sempre lì. Non credo sia una rimonta, è un campionato che ha momenti buoni e altri no. La cosa che conta è restare concentrati sull’Atalanta". Poi anche una battuta sull'attacco interno subìto da Kaladze: "Capisco il suo sfogo, è abituato a giocare tanto ma non è un problema, è normale essere amareggiati quando non si gioca. Posso solo rispondere che io devo fare le scelte pensando a vincere le partite, altri motivi non ce ne sono". Esattamente come accade per Abbiati e Dida: "Sono due portieri che quando si allenano ti mettono in difficoltà".
Parole dolci poi per Pato e Ronaldinho, in questo momento uomini chiave per i rossoneri. "Pato sta migliorando, sta bene. È un giocatore marcatissimo ma quando si libera colpisce. È per questo che stiamo lavorando molto per migliorare il suo inserimento senza palla, anche perché è impossibile fare 90 minuti super. Oltretutto le sue giocate sono spesso molto istintive". E Ronaldinho? "Ha una grande varietà di colpi, forse il migliore è la capacità di passare senza guardare, una giocata che sembra molto fatta per lo spettacolo ma poi consente di ottenere pure risultati pratici".

venerdì 26 febbraio 2010

Huntelaar: "Gesto liberatorio, non offensivo"

Klaas Jan Huntelaar chiarisce. Pizzicato a fare un gestaccio verso gli spalti dopo aver segnato il gol del pareggio a Firenze nel recupero di mercoledì, l'attaccante olandese del Milan oggi spiega il perchè di quello sfogo. Huntelaar, al termine dell'allenamento di oggi, ha parlato ai microfoni di "Milan Channel" per chiarire il motivo del "gesto dell'ombrello" esibito dopo il gol siglato in casa della Fiorentina, pochi minuti dopo il suo ingresso in campo. "Dopo il mio gol del pareggio a Firenze, sono letteralmente impazzito di gioia, era un gol molto importante in un momento difficile della gara - ha spiegato l'olandese -. Il mio gesto di esultanza era di gioia, di liberazione rispetto ai molti minuti in cui siamo stati in svantaggio, ma non era assolutamente offensivo verso i tifosi avversari. Mi spiace davvero sia stato visto in questo modo".

Kaladze-Milan: è divorzio

Alla prova del nove il rapporto fra il Kakha Kaladze e il Milan si è fortemente incrinato. Arrivato nel gennaio 2001 il difensore georgiano, dopo stagioni dense di tanti successi e di condivisione del progetto milanista (a Tblisi, proprio di fronte lo stadio nazionale c'è un Milan club intestato proprio al capitano della Georgia) la sua esperienza appare al capolinea. E lo dice abbastanza esplicitamente: "Diciamo che non sto giocando proprio, va bene. Questa è una scelta della società, del tecnico. Poi, a giugno vedrò quale sarà la situazione - lancia il messaggio dai microfoni di Sky sport24 -. Comunque, si deciderà tutto in estate. Avevo delle possibilità anche lo scorso anno, a giugno, ma la società non ha voluto vendermi, perciò sono rimasto ed ho fatto tutto con questa squadra. Comunque, se continuerà così, penso che cambierò squadra, perché non giocare non è proprio da me”.
Una situazione che sta decisamente stretta al giocatore orientale: “Assolutamente, non è piacevole. Poi, ci sono delle situazioni: mi hanno messo fuori dopo la partita con lo Zurigo, dopo essere stato uno dei migliori in campo. Adesso non voglio parlare di questa cosa, perché abbiamo delle partite molto importanti. Ma quello che sta succedendo intorno a me, è veramente una cosa molto sporca”. Parole dure, che coinvolgono Leonardo e la società, la quale dopo pochi minuti dalla messa in onda del servizio ha risposto dal proprio sito ufficiale: "Le dichiarazioni rese questa sera da Kakha Kaladze sono tanto ingiustificate quanto gravi. L’A.C. Milan agirà nei suoi confronti nei modi e nei termini previsti dall’ordinamento". Per il giocatore multa assicurata. E il divorzio da possibile diventa certo.

mercoledì 24 febbraio 2010

Leonardo: "Il rigore c'era"

Adriano Galliani a fine gara deve scappare. Durissima la contestazione dei tifosi della Fiorentina al momento di lasciare la tribuna d'onore. L'a.d. del Milan, protetto dalle guardie del corpo, viene insultato dai sostenitori viola ancora presenti per il presunto rigore non concesso da Rosetti alla Fiorentina nel finale del match. Una decisione che fa infuriare la Fiorentina: il club sceglie il silenzio stampa. Leonardo non cerca scuse e ammette davanti ai microfoni che il fallo c'era. "Rosetti secondo me ha dato il vantaggio per Keirrison (fermato da Abbiati, ndr)". L'allenatore del Milan ora si gode il secondo posto a quattro punti dall'Inter. Ora, lo sa, il campionato è riaperto. Per Leo è stata una prova di carattere al cospetto di una Fiorentina che ha giocato bene. "Abbiamo fatto fatica nel primo tempo, la Fiorentina è partita bene, facevamo fatica all'inizio dell'azione sul loro pressing alto, non avevamo l'ampiezza. Il secondo tempo è stato più movimentato, poi nel finale abbiamo messo in campo tanto carattere, tanta voglia, è una vittoria che arriva a prescindere dalla tattica e della tecnica. È stato lo spirito che ci ha portato a questa vittoria". Leonardo non premia uno o più giocatori, ma l'intera squadra. "Oggi c'è da scegliere la squadra - ha detto - l'ingresso di Flamini è stato eccezionale, ha fatto una grandissima gara, la difesa ha sofferto un po' ma è rimasta alta come volevamo, Ronaldinho è andato bene, Pirlo ha avuto difficoltà perchè era marcato, ma sapevamo che oggi c'era da soffrire".
"La Fiorentina ha fatto una grande partita ma abbiamo vinto. È bello vincere e conquistare questi punti così importanti. Rincorsa all'Inter? Dico sempre di pensare solo a vincere, tutti i risultati vengono per noi, siamo solo pronti a lavorare". Così Pato commenta la vittoria in extremis del Milan. "Il Milan gioca semplice e per fare gol. Leonardo? Siamo con lui e lui è con noi, siamo uniti - spiega il calciatore sudamericano - dobbiamo fare il meglio per tutti, per i tifosi che sono arrivati a Firenze. Questa squadra gioca e vince per tutti".

Fiorentina-Milan 1-2

Con un finale da infarto, il Milan conquista Firenze e balza al secondo posto del campionato portandosi a 4 punti dall'Inter. Il recupero del 17° turno sembra avviato verso la vittoria dei viola, grazie a un gol di Gilardino nel primo tempo, ma deve fare i conti con il coraggio di Leonardo che alla mezzora della ripresa inserisce Huntelaar, lancia il 4-2-4 e trova la vittoria con le reti dell'olandese e del solito Pato, subito dopo un fallo da rigore di Thiago Silva su Montolivo. In mezzo, ancora una volta, lo zampino di Ronaldinho.
L'albero di Natale - nell'era Ancelotti, culto rossonero - per aprire il Milan. Cesare Prandelli conviene che sia lo schema ideale per battere la squadra di Leonardo e tornare a sognare. La punta dell'ariete è Gilardino. Jovetic e Marchionni il supporto del bomber. Ma per frenare Pato opta per Felipe, difensore puro, mentre a centrocampo tocca a Donadel. Ma di sognare va anche a Leonardo. Il brasiliano rilancia: squadra che vince non si cambia. Dopo avere ipotizzato l'impiego di Jankulovski, si affida all'undici titolare di Bari, con Abate e Bonera esterni difensivi. Il pronti e via è spettacolare. Viola e rossoneri si affrontano a viso aperto. Squadre molto corte e difese alte. Il Milan al 2' costruisce una palla-gol: tiro di controbalzo di Pirlo dal limite ribattuto da Montolivo con Frey battuto. Borriello ci prova al 5' da identica posizione, ma il suo destro viene deviato in angolo. La Fiorentina risponde senza scomporsi. Prandelli ordina di pressare su Pirlo e alza ulteriormente il baricentro. I viola applicano alla lettera la lezione aggiungendo velocità e gioco aggressivo. Il raddoppio è sistematico. Soprattutto a destra dove Montolivo si alterna con Marchionni. Spettacolare il dialogo tra Vargas e il capitano viola. I due svariano e costruiscono il gioco, mentre Donadel va in copertura.
Per il Milan segnali inquietanti che si amplificano quando Ambrosini si procura una contusione al polpaccio sinistro. Il capitano regge, ma la Fiorentina passa. Al 14' Vargas crossa in mezzo; Jovetic prolunga e Gila, che sguscia come un assatanato nella difesa molle del Milan, la mette dentro di tacco con la furia dell'ex che non l'ha ancora mandata giù. Ma che buco la difesa rossonera, che apre un varco clamoroso. L'ex di turno potrebbe raddoppiare al 27', ma il bolide della punta viene murato da Bonera. Il Milan non regge il ritmo altissimo e molla le redini a centrocampo dove perde il totem Ambrosini. Tocca a Flamini, ma i rossoneri non riescono più a sviluppare la manovra, chiusi dall'organizzazione difensiva dei viola. L'unico guizzo è proprio del francese che al 44' con un rasoterra dal limite sfiora il palo. Troppo poco però per restituire entusiasmo a Leonardo che assiste impotente al decadimento dei suoi. La ripresa inizia con Gobbi al posto di Natali (stiramento al bicipite femorale). Stessa la musica; solisti i viola. Ma il Milan ribatte con più convinzione e riesce ad aprire un varco e liberarsi per il contropiede. Pato sale in cattedra. Numeri incredibili. Finte in fazzoletti di campo. Ci prova al 6', ma il suo diagonale sfiora il palo; e ancora al 10' quando, dopo un tocco di bacchetta magica, mette davanti a Frey, ma Borriello e Pirlo non ci arrivano. E' il Milan che piace a Leonardo: sicuro e veloce. Prandelli lo capisce al volo e rafforza il centrocampo: fuori Jovetic e dentro Zanetti. Si passa a un 4-4-2. Il tecnico viola aggiunge muscoli freschi e toglie anche Gilardino - acciaccato - per Keirrison. I rossoneri sembrano prevalere, tra l'altro con il valor aggiun to di Jankulovski inseiro al posto di Bonera. Ma i viola tengono e alla mezzora è Abbiati a dire di no a Montolivo con una grande parata a terra.
Non c'è più tempo e Leonardo aggiunge carne al fuoco: fuori Gattuso, dentro Huntelaar. Quattro attaccanti e poco equilibrio per sperare. Ma è una mossa vincente. L'olandese algido e implacabile monetizza con uno splendio gol sul primo palo, dopo un grande triangolo con Ronaldinho. Per il brasiliano è il 13° assist, per Huntelaar il sesto gol in campionato. La Viola reagisce e al 41' recrimina per un rigore non concesso da Rosetti. Chiaro l'intervento di Thiago Silva su Montolivo; la palla va a Keirrison, ma Abbiati gli sbarra la strada con uno strepitoso intervento. La replica arriva al 43' quando devia oltre la traversa il colpo da biliardo di Vargas. Abbiati da beattificare, perché spiana la vittoria dei rossoneri: con Pato che raccoglie in area e batte defintivamnete Frey.

martedì 23 febbraio 2010

Galliani: "Rimonta? Aspettiamo Firenze"

La bella vittoria di Bari non scalfisce Adriano Galliani che, come Leonardo, preferisce vivere alla giornata. Il tema è ormai noto: con la Roma a 5 punti dalla vetta, la caccia al titolo si è riaperta? "Cinque punti non sono tantissimi - spiega l'a.d. del Milan -, noi siamo a 7 lunghezze con una partita da recuperare, vediamo a quanti saremo mercoledì sera". Leonardo non ha dubbi: il Milan è in grado di ribaltare a Manchester il 3-2 subito a San Siro. Più facile che rimontare l'Inter? "Non faccio l'indovino" è la risposta di Galliani che poi torna a parlare delle parole di Berlusconi. "La frase del presidente era riferita a qualcuno che diceva che bisogna comprare altri giocatori, non c'era nessun attacco a Leonardo, mi rendo conto di essere ripetitivo - spiega -. Il Milan ha un gruppo che ha vinto tanto, cinque trofei internazionali in questo secolo, siamo gli unici, vuol dire che è un gruppo forte, coeso, che sa riprendersi". Ma un altro tema del giorno è il clima avvelenato in campionato. Galliani invita tutti i colleghi a evitare polemiche e stemperare le tensioni. "Io sono il presidente della serie A, questi gesti eccitano gli animi. Non ho mai visto un pubblico eccitato come al ritorno nel derby. Non c'è nessun attacco a Mourinho o all'Inter, inviterei gli addetti ai lavori ad abbassare i toni, altrimenti avremo allo stadio gente sovraeccitata. Non è un problema di inter e di Milan, ma generale".
Intanto aumentano i rischi per l'Italia di perdere un posto in Champions il prossimo anno. "Dico che noi stiamo rischiando di perdere già dal 2011 una squadra, quindi mentre in campionato siamo concorrenti, solo chi è autolesionista può tifare contro una italiana. Ancelotti è un mio amico, ma questo è un altro discorso". La battuta finale è su Abbiati che sembra essere tornato a grandi livelli e potrebbe aver soffiato il posto a Dida. "Sono scelte che farà Leonardo, abbiamo due grandi portieri, l'allenatore sceglie chi gioca e chi va in panchina. Col Bari non ha dovuto compiere grandi interventi, quando è stato impegnato a un minuto dalla fine ha parato il rigore: resterà ancora tanti anni al Milan".

domenica 21 febbraio 2010

Bari-Milan 0-2

Con esperienza e autorità il Milan conquista tre punti fondamentali a Bari dove vince 2-0; risultato che a Manchester porterebbe i rossoneri ai quarti. Di Borriello e Pato i gol della vittoria. Con la ciliegina finale di Abbiati che all'89' para un rigore a Barreto. L'Inter ora è a 7 punti, con la prospettiva di recuperare mercoledì al Franchi la gara con la Fiorentina e avvicinarsi ulteriormente ai nerazzurri. Marco Borriello e Christian Abbiati per ricominciare. Sotto l'egida di Leonardo, convinto più che mai del suo Milan. La punta centrale ritrova spazio nel tridente, mentre a staccare la spina è Dida dopo le indecisioni di Coppa. Giampiero Ventura, dopo l'esperienza di Cagliari, torna al 4-4-2 e schiera in attacco Barreto che al Sant'Elia era squalificato.Il Bari medita l'impresa, ma l'approccio alla gara è sconcertante. La squadra di Ventura adotta un atteggiamento attendista e non pressa i portatori di palla. Scelta tattica? Con il passare dei minuti è in realtà il Milan a marcare un gap tecnico esagerato, anche se per quasi mezzora i rossoneri dominano nel possesso, ma non trovano spazi negli ultimi venti metri dove i pugliesi erigono autentiche barricate. Il leit-motiv è costante: il Milan fa girare la palla e concentra il suo gioco sui brasiliani. Ronaldinho, proprio come piace a Berlusconi, spesso si accentra cercando l'uno-due con Pato, ma il giovane connazionale è molto lontano dal suo standard ideale. A fare la differenza è invece Ambrosini: gigantesco e implacabile a centrocampo; il punto di partenza del gioco rossonero.
Se il Milan interpreta la partita con pazienza e metodo, il Bari stupisce invece per il suo atteggiamento prudente. Occorrono 26 minuti per vedere finalmente all'opera i padroni di casa che giustamente protestano per un rigore non assegnato da Gava. Il fallo lo commette Bonera su Barreto. Inutili le proteste. Potrebbe essere la scossa per scuotere i biancorossi che perdono Meggiorini per infortunio (dentro Sforzini), invece è il Milan a riprendere il possesso della gara. Al 41' Borriello gira a porta vuota e Bonucci salva sulla linea di porta. E' la prova generale del gol che arriva al 43'. L'assist è di Ronaldinho, un cross tagliato e geniale da sinistra a destra, su cui si avventa il bomber rossonero che infila sul primo palo con la consueta mezza rovesciata al volo spettacolare. Il Bari inizia la ripresa con il pressing alto. Il Milan opta per la prudenza, ma sempre pronto a ripartire e ribadire il suo strapotere tecnico. Il possesso palla fa la differenza, ma anche l'organizzazione difensiva dei rossoneri, all'insegna del sacrificio. Ventura al 17' toglie Rivas per Almiron. L'ex juventino, nel vertice alto del rombo, dà la carica ai compagni. Ma il Milan regge e non si scompone. Leonardo però aggiunge mattoni alla difesa: toglie l'ammonito Bonera e inserisce Jankulovksi. Esattamente quando Pato raddoppia. Ambrosini sfonda e allarga a sinistra per Dinho: cross, Gillet allontana e palla al "Papero" che infila con sicurezza. Al 27' Borriello si lamenta per un problema muscolare; Leo lo accontenta e inserisce al suo posto Inzaghi. Il Bari prova a ragionare, ma manca la grinta. Probabilmente rassegnato dal doppio vantaggio dei rossoneri. C'è spazio anche per Beckham (fuori Gattuso). E soprattutto per Abbiati, fino all'89' disoccupato, perché para con classe un rigore a Barreto. E' il sigillo sul 2-0.

mercoledì 17 febbraio 2010

Milan-Manchester United 2-3

Il Manchester United, come una squadra italiana d'altri tempi, conquista San Siro per la prima volta nella sua storia e mette una seria ipoteca sulla qualificazione ai quarti di Champions. Lo fa battendo il Milan 3-2 al termine di una partita contraddittoria, dove subisce nel primo tempo i rossoneri e il gol di Ronaldinho, ma pareggia fortunosamente con Scholes. Nella ripresa il ribaltone: doppietta di Rooney, prima del gioiello di Seedorf. Come dire, Milan con un piede fuori dall'Europa. Tutto secondo le previsioni: il 4-3-3 di Leonardo e il 4-5-1 di Ferguson. Un ballottaggio a testa, entrambi alla destra della difesa: Bonera vince il suo con Abate; Rafael quello con Brown. Leo è chiaro: possesso palla e scambi veloci. Sir Alex ordina pressing alto e fasce sbarrate. Il Milan mette subito in pratica la lezione. Gioco nello stretto e aggressivo. Che dà subito buoni frutti. Al 3' San Siro esplode. Pato mette in mezzo dalla destra, Evra con una rovesciata rinvia, ma sui piedi di Ronaldinho che scarica un potente destro; Van der Sar battuto, complice una deviazione decisiva di Carrick. E' il Milan che piace a Leonardo: spettacolo e fantasia. Al 7' il Gaucho potrebbe raddoppiare dal vertice dell'area piccola, ma questa volta Van der Sar para. Al 10' tocca invece ad Antonini che riceve da Thiago Silva; l'urlo si ferma in gola, perché il destro è fuori di pochissimo. Ma la serata è di Dinho. Tocchi magici, finte; Fletcher non regge l'urto. Al 18' il brasiliano opta per la via centrale, ma al limite inciampa contrastato da Evans. La serata sembra premettere molto di buono, anche perché il Manchester fatica a costruire gioco e si ferma ai venti metri, respinto dai tempi giusti della difesa rossonera. Al 32' tocca a Huntelaar marcare visita. Prima con una girata di destro deviata in angolo da Evra, poi con un ottimo spunto da limite: destro in scivolata che si perde di un niente a lato. Occasioni nette che alla fine dei giochi risulteranno decisive. Al 36', infatti, il Manchester pareggia mentre Antonini è a bordo campo per infortunio. Cross teso di Fletcher dalla destra e gol di Scholes, fino a quel momento inesistente. Rete fortunosa, perché l'inglese infila con lo stinco del piede di appoggio, il sinistro, dopo avere ciccato col destro. La palla schizza lentamente sul palo interno alla stessa velocità di Dida che non ci arriva. Antonini intanto alza bandiera bianca e al 37' lo sostituisce Favalli. Il Milan reagisce. Lo fa con Ronaldinho; solito spunto elettrico: tiro dal limite respinto da Van der Sar. A conti fatti i rossoneri devono solo mangiarsi le mani: quattro occasioni nette sul conto oltre al gol. Dall'altra parte Manchester cinico e trapattoniano, pronto a punire al minimo errore. Ripresa ed è subito Milan. Al 3' Pato ci prova di testa, ma il contatto non è quello giusto: sopra la traversa. Al 7' Van der Sar devia una maledetta punizione di Pirlo. C'è cuore e passione in tutto quello che il Milan fa, mentre lo United attende al varco come un avvoltoio con propositi di contropiede. Compassato, senza forzare, quasi avesse in mano la chiave di tutti i segreti, il Manchester è abile a sfruttare la minima sbavatura rossonera che col passare dei minuti perde la necessaria convinzione. Rooney, per esempio, esibisce tutta la sua classe e la sua forza fisica destreggiandosi tra raddoppi e marcature. Al 14', però, Dinho ha un guizzo; bello il diagonale morbido che Van der Sar spedisce in corner. Ma Rooney, si diceva, ha mille vite. Dopo avere impegnato Dida al 19', porta in vantaggio lo United al 21'. Palombella di testa su cross di Valencia, subentrato a un inesistente Nani, in un vuoto di marcatura e il gioco è fatto.
ROOOOONEY — Il gol di Rooney spezza le gambe al Milan che non ne ha più. Leonardo gioca la carta Seedorf, rinunciando a Beckham; cambio azzardato perché il centrocampo perde equilibrio e sostanza. Ambrosini e Pirlo cedono e la difesa va al tappeto. Lo capisce anche Rooney che al 29' trova il solitario colpo di testa nella triste prateria davanti a Dida. Seedorf riaccende la speranza al 40' con un colpo di tacco di altri tempi, ma il 2-3 è un macigno implacabile e la girata al volo di Inzaghi (subentrato all'anemico Huntelaar) pochi secondi dopo è solo un'illusione. Il finale è da infarto. Ci provano tutti: Ambrosini, anche Nesta. Lotta furiosa su tutte le palle e espulsione nel recupero di Carrick per doppia ammonizione. "Do you remember?". Il 2 maggio 2007 resta un ricordo. Alla fine trionfa il Manchester United. Spietato e forte che azzecca tutto con una prestazione normale. Rimontarlo all'Old Trafford sarà impresa impossibile.

martedì 16 febbraio 2010

Leo: "Sarà un esame per tutti"

Kakà, Seedorf, Gilardino. L'intensità, la rabbia, la forza fisica, la classe, San Siro. Manchester United alle corde. Cristiano Ronaldo annullato. Sir Alex Ferguson allibito. Il 2 maggio 2007 è ancora negli occhi dei tifosi e di quei protagonisti: vincenti e perdenti. Carlo Ancelotti la definì "la partita perfetta". Flash incancellabili. Ma con la storia non si vive di rendita. Martedì sera alle 20.45, si volta pagina. Milan-Manchester United tre anni dopo è un'altra storia. Tanti gli assenti. Ancelotti, appunto, e poi Maldini e Kakà. Anche Cristiano Ronaldo. Ma con un tassello in più: David Beckham contro il suo passato. Leonardo se lo porta con sé nella tradizionale conferenza stampa alla vigilia della grande sfida. Gli chiedono come ha coltivato il fascino del Milan. "Buongiorno" esordisce. "E' meraviglioso giocare qui; è importante l'atmosfera che si respira". E avverte i suoi ex compagni: "Noi siamo pronti. Sempre. Sarà così anche domani. Sarà difficile, ma siamo pronti". Ed entra nel match; ne ipotizza l'andamento. "Sarà una partita molto emozionante per me. Negli ultimi sette anni non ho mai incontrato il Manchester United, ma farò di tutto per farlo perdere. Ripeto, sarà dura, ma abbiamo i numeri giusti per farcela. Loro sono bravi, hanno forti giocatori capaci di tenere palla. Rooney è il giocatore chiave; con il nostro possesso palla potremo fare la differenza". Leonardo è d'accordo e a un giornalista inglese spiega i motivi che lo hanno spinto a volere David in squadra. "Perché è importante; perché fa parte della linea del club; è stata un mia decisione riaverlo. E' importante nello spogliatoio. Ha carisma, è intelligente ed è un gran giocatore che può dare completezza al gioco del Milan". Leo è emozionato; comprensibile. La storia è dietro l'angolo. Conosce bene il Manchester. Lo ha studiato. "Ma ci conosciamo a vicenda - spiega -. E' una squadra che esce da un momento difficile; ora ha ritrovato la compattezza, è veloce e pericolosa nel contropiede". Centottanta minuti per passare ai quarti. Calcoli? I Red Devils non hanno mai segnato a Milano e non subire gol potrebbe essere fondamentale. "Ogni partita è diversa - spiega Leonardo -; con l'andata e il ritorno ci sono tante cose da considerare. Abbiamo 180' per decidere gli ottavi. Non subire gol e far male agli inglese sarebbe però l'ideale". Leonardo è d'accordo e a un giornalista inglese spiega i motivi che lo hanno spinto a volere David in squadra. "Perché è importante; perché fa parte della linea del club; è stata un mia decisione riaverlo. E' importante nello spogliatoio. Ha carisma, è intelligente ed è un gran giocatore che può dare completezza al gioco del Milan". Leo è emozionato; comprensibile. La storia è dietro l'angolo. Conosce bene il Manchester. Lo ha studiato. "Ma ci conosciamo a vicenda - spiega -. E' una squadra che esce da un momento difficile; ora ha ritrovato la compattezza, è veloce e pericolosa nel contropiede". Centottanta minuti per passare ai quarti. Calcoli? I Red Devils non hanno mai segnato a Milano e non subire gol potrebbe essere fondamentale. "Ogni partita è diversa - spiega Leonardo -; con l'andata e il ritorno ci sono tante cose da considerare. Abbiamo 180' per decidere gli ottavi. Non subire gol e far male agli inglese sarebbe però l'ideale". Beckham va oltre e pensa già alla gara di ritorno e giurà che nei 180' non si farà certo condizionare da ricordi e nostalgia. "Tornare all'Old Trafford mi farà venire in mente tanti ricordi: sono andato via quando avevo 27 anni, adesso sono una persona più matura e un calciatore più esperto. Le mie emozioni contano fino ad un certo punto. Nulla è importante del risultato. Si affrontano due grandi squadre, è splendido essere in campo in queste sfide ricche di fascino e tradizione. E perdere sarebbe una grossa delusione". Segnare un gol? Magari. "Ma se dovesse accadere non esulterò per rispetto nei confronti dei tifosi del Manchester". Però sottolinea: "Non mi importa se sarò titolare, vorrei solo avere un ruolo in questo confronto e passare il turno". Leonardo spiega il suo MIlan: "Questa squadra racchiude un po' di vecchio un po' di nuovo; quale di queste due facce sarà più importante domani? Bella domanda. Credo che non ci sia tanto un vecchio o un nuovo Milan. In questo momento c'è bisogno di tutto. Dobbiamo unire esperienza e qualità; tecnica, gruppo e divertimento". Non lo definisce un esame di maturità: "Tutti i giorni siamo sotto esame; credo sia una tappa molto importante, per chi ha vinto e per i giovani. E' un'opportunità per restare ad altissimi livelli. E' un misurarsi per il top: è un esame per tutti". E ricorda l'impresa di Madrid, perché servirà la stessa intensità. "Lì abbiamo tirato fuori tutto: non è stata solo una questione di orgoglio, ma la consapevolezza di giocarsela alla pari".

domenica 14 febbraio 2010

In dubbio Thiago e Borriello

Meno due. E i timori aumentano. Il rischio è alto: contro il Manchester, martedì sera, il Milan potrebbe presentarsi senza Thiago Silva e Borriello. Leonardo però non fa una piega. Bonera, che è in forma, è in grado di sostituire il brasiliano e giocare al fianco di Nesta, sostiene il tecnico, senza dimenticare poi un uomo d'esperienza come Favalli. Ma i Red Devils sono i Red Devils. Secondi in Premier League a un punto dal Chelsea, non sono di certo quelli di tre mesi fa, quando il sorteggio di Nyon li abbinò al Milan. Così come i rossoneri sembrano aver perso lo smalto della prima parte della stagione. Pericolo numero 1: la velocità dei britannici. Considerando i problemi vistosi evidenziati contro l'Udinese, che accadrà in Champions? Troppi gli errori contro i friulani. Imbarazzo totale quando Di Natale partiva sulla fascia affondando in area. Il problema, evidentemente, è a monte, anzi a metà. Il centrocampo spesso fatica a filtrare nonostante il super lavoro di Ambrosini e le sgroppate di Gattuso. Pericolo numero 2 (basta e avanza): Wayne Rooney, sempre più leader della squadra. La sua furia, si è visto in Inghilterra, è spesso letale.
Bastasse. Leonardo deve fare i conti anche con i problemi in attacco, dove l'assenza di Borriello non è da escludersi. Huntelaar, con la sua seconda doppietta in campionato, ha dimostrato di non avere mai perso la concentrazione nonostante l'impiego con il contagocce. Ma saprebbe replicare in Coppa? Ronaldinho non si discute, mentre Pato, rientrato con tanto di gol, deve ritrovare i tempi giusti, perché martedì sera segnare servirà come il pane.
Sir Alex Ferguson, dopo aver taciuto nel dopogara di venerdì sera a San Siro, ha finalmente detto la sua sul Milan. "Senza Kakà - ha detto - il vuoto è enorme". Non avevamo bisogno di questa dichiarazione per capirlo, ma è evidente che lo scozzese ha ancora ben impresse nella mente i numeri del brasiliano nel dopio confronto di tre anni fa. Fergsuon ha inoltre aggiunto: "Il Milan ha un bisogno disperato di Pato". Ottimo suggerimento, perché proprio il "Papero" potrebbe diventare il nuovo incubo per il Manchester United che, secondo tradizione, viene eliminato dal Milan. Ai rossoneri conviene, ancora una volta, inseguire il basso profilo. Alla vigilia di Real-Milan bookmaker, esperti del settore e critici ipotizzavano una mattanza, invece sappiamo come andò a finire.

venerdì 12 febbraio 2010

Milan-Udinese 3-2

Sorriso e vittoria ritrovati. Il Milan batte l'Udinese 3-2, scavalca momentaneamente al secondo posto la Roma e attende con buoni propositi il Manchester United di Sir Alex Ferguson, ospite in tribuna a San Siro, piombato nella tana del lupo per capirne di più. Che cosa? Che i rossoneri hanno valide alternative in attacco, che un Ronaldinho così fa davvero paura, che il recupero di Pato non ci voleva, ma che in difesa non sono più infallibili come tre anni fa. Di certo avrà apprezzato gli infortuni di Mancini e Thiago Silva. Per la cronaca, alla doppietta di Huntelaar e al gol di Pato alla Pato, l'Udinese replica con carattere e con le reti di Floro Flores e Di Natale. Trio d'attacco inedito per il Milan: tra Mancini (confermato) e Ronadinho c'è Huntelaar. Chissà Inzaghi, ma nella gerarchia c'è prima l'olandese. Si rivede Nesta, mentre Favalli copre la fascia sinistra. C'è anche Pato che parte dalla panchina. Spettatore per 13' soltanto, perché Mancini abbandona per problemi muscolari lasciando il posto al giovane connazionale. Con l'Udinese, che schiera il tridente Sanchez-Floro Flores-Di Natale, i rossoneri hanno un conto aperto dopo la sconfitta nella gara di andata e l'eliminazione in Coppa Italia, tra l'altro a San Siro. I presupposti ci sono tutti, perché dopo soli sette minuti sono già in vantaggio. Si capisce che è una serata da Ronaldinho. Il Gaucho dispensa palle pazzesche. Quella del vantaggio è miracolosa; uno pallonetto dopo una finta dal limite corto dell'area friulana. Bella anche l'inzuccata di Huntelaar che trafigge Handanovic.
Il Milan è bello, ma dura una ventina di minuti. L'Udinese infatti pressa e lo costringe ad arretrare. Fa bene Leonardo a perdere la pazienza. Troppo accessibile l'area di rigore rossonera, soprattutto quando è Di Natale a caricarsi addosso le sorti della squadra. Il capocannoniere del campionato gioca dappertutto e quando inventa dalla destra fa paura. Il Milan però sfrutta l'Udinese sbilanciata e al 39', dove accade di tutto, raddoppia. Ronaldinho da metà campo inventa un lancio chirurgico per Pato che irrompe in area, sfrutta un rimpallo, evita a sinistra Handonivic e infila il 2-0. Pochi secondi dopo Thiago Silva è costretto ad abbandonare per un nuovo problema muscolare. Non bene a cinque giorni dal Manchester. Entra Bonera. Sembra tutto deciso, almeno per i primi 45'. Invece, in pieno recupero, Di Natale scodella magicamente per Floro Flores; colpo violento di testa e palla sul corpo di Dida, con la sfera che schizza in rete. Un gol che aggiunge benzina e personalità all'Udinese, subito in pressing all'inizio della ripresa. I friulani attaccano, ma sempre accompagnati dall'estro di Di Natale che da solo non può salvare il mondo. L'assenza di D'Agostino pesa e la mancanza di profondità è un po' il limite della squadra di De Biasi. Il cinismo è invece quello che non manca al Milan che sfrutta al 13' una punizione. Il cross è di Ronaldinho; la palla va ad Ambrosini che di schiena fa da sponda a Huntelaar. Il "cacciatore" si gira e di destra fionda Handanovic. Ma non si spegne l'Udinese che sostituisce Inler con Lodi. Nel tentativo di riaprire la partita, i bianconeri pressano e fanno girare la palla, mentre il Milan agisce in contropiede. Schema prediletto la ripartenza di Ambrosini, straordinario, e l'assist di Ronaldinho. De Biasi che non ci sta carica l'attacco: fuori Floro Flores e Sammarco, dentro Geijo e Pepe. Ma sono i rossoneri a sfiorare tre volte il poker: prima con Huntelaar che sbaglia piede e conclude alto, poi con Gattuso che scarica su Huntelaar e infine con Dinho di testa: salva Pepe.
Proprio il brasiliano lascia il posto a Beckham. Mossa forse avventata, perché l'inglese non entra in partita. Prima sbaglia lanciando Di Natale che manca il gol per un'inezia. Ma Totò non fallisce al 41', quando sfrutta un errore di Favalli e batte Dida con un diagonale geometrico. Il finale è il consueto thriller con l'Udinese che assedia il Milan. Ma la resistenza funziona, anche se contro lo United servirà ben altro. In tre parole, velocità, cattiveria, pressing.

Galliani: "Nesta e Pato ci saranno"

"Pato sta abbastanza bene. Ve lo dirà Leonardo, ma dovrebbero giocare lui e Nesta domani". Adriano Galliani ufficializza il ritorno del brasiliano in attacco e del romano in difesa nel Milan che nelle ultime settimane sembra aver perso la brillantezza che l'aveva contraddistinta in precedenza. L'avversario di turno, l'Udinese, che il Milan affronterà in un insolito venerdì a causa dell'impegno in Champions contro il Manchester United, è una specie di bestia nera per i rossoneri. "L'ho detto al nostro allenatore. Abbiamo perso due volte su due, vediamo di evitare la terza" ha detto al riguardo Galliani prima dell'ingresso in Lega per una riunione informale.
"Inter scappata? Ma non lo so" ha detto Galliani che ha anche commentato la mancanta convocazione di Ronaldinho nella Seleçao. "No, non è una cosa negativa per il Milan, tutt'al più per il giocatore. Ma ogni c.t. fa le proprie scelte. Dunga ha fatto queste e Dinho è abbastanza maturo per andare avanti e far bene come ha fatto fino adesso. C'è sempre una giustificazione per ogni momento negativo di Dinho. Mi pare che si parli troppo, non ho più interesse a rispondere. Troppa confusione, troppe trasmissioni, troppa comunicazione". La conferenza stampa pre-Udinese di Leonardo parte invece dai rinnovi dei due esterni rossoneri fino al 2014, una notizia accolta bene da tutta l'ambiente: "Nell'anno del loro salto di qualità Antonini e Abate hanno meritato il prolungamento del contratto, è bello poter pensare al futuro con giocatori della cantera rossonera". Ha fatto piacere anche il pari di ieri dell'Inter, fermata a Parma: "Un pareggio che sorprende, abbiamo l'opportunità di accorciare la classifica, ma anche noi dobbiamo accumulare punti - spiega il tecnico rossonero -. Siamo in un periodo della stagione molto importante, credo che sia il mese decisivo, il più importante. È il momento di stare 'schisci' (tranquilli in dialetto milanese, ndr), non perdere mai la voglia di far bene e far male agli avversari, ritrovare il sorriso ma anche l'orgoglio e la rabbia, non possiamo buttare via tutto quello che abbiamo fatto fino oggi". E cita la canzone Father and son di Cat Stevens che ha ascoltato arrivando di primo mattino a Milanello. "Non è tempo di cambiamento - dice Leonardo - . Non si può dimenticare da dove siamo partiti e dove siamo ora, abbiamo lavorato bene e spesso in condizioni molto difficili e quindi - sorride - just relax, take it easy". Leonardo ammette di "essere preoccupato dalla Roma" e poi parla anche dell'Udinese, l'avversaria di domani dei rossoneri: "Affrontiamo una squadra che ha tanti giocatori in forma nello stesso momento, la loro posizione in classifica non rispecchia la realtà". Inevitabile l'argomento Ronaldinho: "Spero che la mancata convocazione in nazionale non abbia ripercussioni psicologiche, lui è felice qui al Milan e deve andare avanti così. C'è ancora tempo per tornare nella Seleçao". Leonardo si augura al contrario che l'esclusione da parte del ct verdeoro Carlos Dunga carichi il suo fantasista in vista delle prossime partite a cominciare da quella di domani con l'Udinese e di martedì con il Manchester United in Champions League.
A proposito dei match con friulani e red devils, Leonardo parla del possibile 11 di ggi: "Devo valutare oggi nella rifinitura le condizioni di molti giocatori, lo scenario è cambiato, Pato e Nesta si sono allenati con noi, anche Borriello è da valutare per un risentimento muscolare. Abbiamo quasi tutti a disposizione, ma non stanno tutti benissimo". Importante il recupero di Pato: "Sì perchè è un giocatore diverso rispetto agli altri, ha altre caratteristiche".

domenica 7 febbraio 2010

Bologna-Milan 0-0

Ha ragione Francesca Menarini, presidente del Bologna, a esultare alla fine della partita come se avesse vinto la finale di Champions League. Gli emiliani impongono infatti lo 0-0 al Milan che domina per novanta minuti al Dall'Ara dove i rossoblù erigono barricate. La squadra di Leonardo deve fare sì i conti con due traverse nella ripresa, ma anche con i problemi sotto porta che almeno fino al 4-0 al Siena sembravano sconosciuti. I rossoneri indossano pantaloncini rossi come il 24 gennaio 1999, anno dello scudetto di Zac. Di scaramantico non c'è nulla. Dicono. Comunque in porta non c'è Abbiati che quel giorno partiva per la prima volta titolare nel Milan. Il posto se lo riprende Dida dopo i problemi alla schiena. Ma la grande novità in casa rossonera è Mancini che Leonardo schiera dal primo minuto al posto di Beckham. Una risposta chiara a Berlusconi che aveva definito l'ex interista un acquisto inutile; come dire, alla formazione ci penso io. Ancora assente Nesta, in mezzo alla difesa con Thiago Silva c'è Bonera, che alla fine risulterà il migliore in campo. In attacco Ronaldinho promette dvendetta opo gli attacchi sulle notti pre-derby. Indizi poco rassicuranti per Franco Colomba che cerca punti e gloria con il consolidato 4-4-1-1 e Gimenez alle spalle di Di Vaio, mentre Moras vince il ballottaggio con Britos.
I presupposti per fare di Bologna-Milan una partita interessante ci sono tutti, ma l'attaggiamento dei rossoblù che erigono muraglie davanti a Colombo, concedono poco allo spettacolo e spengono i rossoneri che le provano tutte per abbattere mattoni. Occorre però sottolineare che la squadra di Colomba si difende bene, utilizzando raddoppi sistematici su Borriello e Ronaldinho. Il pressing del Milan è costante, ma si esaurisce negli ultimi venti metri. Eppure le risorse non mancano. Mancini taglia spesso verso l'interno, favorendo le scorribande di Abate, per poi fare i conti con l'aggressività del Bologna che non concede davvero nulla. La difficoltà è evidente, così Leonardo ordina ai suoi di attaccare centralmente. Ma il risultato non cambia, perché quando va a sbattere sulla muraglia il Milan va in confusione. Insomma, dominio totale, ma nessun tiro in porta.. Alla fine un brividino lo regala solo Di Vaio in uno dei rari contropiede, quando obbliga Dida alla parata in due tempi. Non ci sono invece notizie di Ronaldinho; il primo sussulto arriva al 16', ma è un passaggio sbagliato. Leonardo conferma tutto all'inizio della ripresa; Colomba invece cambia Gimenez con Adailton. Il brasiliano regala più movimento ai rossoblù, mentre al Milan manca la sapiente regia dei suoi uomini migliori. Ronaldinho è una luce intermittente. Ma quando si accende sono dolori. Come al 12': girata di destro che va a scheggiare sulla traversa. Ma della squadra 4-2 e fantasia sinceramente non c'è traccia. Seedorf arranca e sbaglia, Pirlo alterna a belle giocate, errori elementari, mentre Mancini mostra ancora limiti di preparazione fisica. Leonardo al 16' toglie proprio l'olandese per il connazionale Huntelaar, sbilanciando la squadra che diventa super offensiva. L'ingresso della punta aumenta il peso in attacco dei rossoneri che spingono soprattutto sulla fascia di Abate. Il difensore dispensa cross a volontà, ma il Bologna, tutto chiuso in difesa, regge.
Huntelaar potrebbe segnare, ma Colombo con un'uscita gli sbarra la strada. Il portiere rossoblù con l'assedio rossonero sono le costanti finale della gara. Il dominio del Milan è così eclatante da convincere Colomba a rinforzare la difesa con Britos (fuori Modesto). Leonardo innesta invece Beckham per Ronaldinho. L'inglese il suo dovere lo fa e mette a referto un cross per Borriello, girato al volo di sinistro e parato da Colombo, e un tiro dal limite fuori misura. Ma è la classica giornata in cui non entrerebbe in porta nulla. La traversa che respinge il colpo di testa di Ambrosini al 92' è il segno fatale più evidente. L'Inter ormai è una stella lontana 10 punti.

sabato 6 febbraio 2010

Leo: "Notizie false su Dinho"

Un Leonardo furioso. Soprattutto secondo quelli che lo conoscono, che sono abituati a vedere un uomo pacato, sorridente, sempre disponibile a dialogare in conferenze stampa che sembravano quasi sedute sociologiche. il brasiliano oggi ha detto basta: ha letto cose sui giornali che non gli sono affatto piaciute. "Questa settimana è mancato rispetto da parte della stampa, e quando si vivono queste situazioni il gruppo si rinforza. Credo al mio giocatore. Una notizia senza fondamento significa zero". Il tecnico brasiliano entra poi nello specifico, parlando di tutti i casi che hanno animato questa settimana: "Le notizie vanno documentate, non si può scrivere per sentito dire. Conosco Ronaldinho meglio di chiunque. Conosco quello che fa durante la settimana, ha fatto miliardi di errori in passato, e ha pagato. Noi facciamo gli esami, sappiamo se ha bevuto o no, e anche dove va. Ronaldinho ha fatto benissimo nella settimana prima del derby, poi ha sbagliato un rigore, ma cosa significa? La società ha parlato con Ronaldinho per sapere cosa è successo, e lo sappiamo. Punto e basta. Non mi arrabbio, ma se saltano le regole bisogna essere chiari: senza sorridere ma dicendo le cose come stanno".
Capitolo Mancini, anche sul brasiliano l'allenatore del Milan alza la voce, anche se rimane laconico quando deve commentare le parole di Berlusconi. "Arriva dall'Inter, una nostra rivale, e per questo se ne è parlato molto, ma è stata un'ottima opportunità di mercato. Mia mamma mi ha insegnato che devo combattere per le cose che posso cambiare. E avere pazienza: non posso sprecare energia su cose che non posso cambiare". E sulla possibilità di dare qualche giorno libero a Seedorf per un impegno umanitario in programma settimana prossima a Londra, Leonardo risponde seccato: "Sono cose importanti, la società deciderà, ma non ci sono problemi". Dopo lo sfogo, il brasiliano ha voluto parlare solo ed esclusivamente di calcio giocato e di Bologna. Domani, con i portieri entrambi disponibili per il match del Dall'Ara, verrà finalmente fatta una scelta: "Sia Dida che Abbiati hanno avuto piccoli fastidi nel corso della settimana, ma sono entrambi disponibili per la gara di domani. Nel corso della stagione le gerarchie sono saltate in tutti i ruoli. Valuto chi tra i miei ragazzi sta meglio, chi è più adatto alla partita specifica e poi faccio le mie scelte".
Il momento è delicato, anche perchè ora il Milan non può più permettersi di perdere ulteriore terreno dall'Inter, con la Roma al secondo posto assieme ai rossoneri: "Nella gara contro il Livorno ci è mancata la rabbia finale. Non siamo riusciti a segnare. Nonostante questo, però, c'è stato possesso palla da parte nostra per tutto il tempo, abbiamo dimostrato il nostro gioco, ma non siamo riusciti a concretizzare. Questa settimana è stata importante dal punto di vista del lavoro, nonostante ci siano state determinanti fattori che sono arrivati dall'ambiente esterno che avrebbero potuto infastidire".
Leonardo è preoccupato per la situazione infortunati, soprattutto in vista di Manchester: "Nesta non è ancora in condizione, ha trascorso un lungo periodo di inattività. Pato non è stato convocato perchè anche lui non è ancora in condizione, e in settimana si è aggiunto un problema al dente del giudizio. Anche Zambrotta non è tra i convocati: ha avuto un piccolo problema alla coscia dopo essere guarito al polpaccio. Per la partita contro l'Udinese speriamo di recuperarli tutti. Bonera, invece, è completamente disponibile, ha terminato il suo percorso di recupero, è già sceso in campo in Coppa Italia, sta bene".

giovedì 4 febbraio 2010

Ronaldinho nega: "Solo invenzioni"

Tre giorni di follia, conclusi sabato mattina alla vigilia del derby della Madonnina. La notizia, riportata l'altro ieri dal Corriere delle Sera, ha colpito sportivi e amanti del gossip in egual maniera: perché poi il Milan contro l'Inter ha perso 2-0, con anche un errore dal dischetto proprio di Dinho, e perché l'affitto della suite di uno degli alberghi più prestigiosi di Milano, location scelta dal brasiliano per la festa, sarebbe costato 75.000 euro. Insomma, la notizia non poteva passare inosservata.
E ora è arrivata la risposta del brasiliano, che smentisce tutto o quasi dalle pagine del suo sito web: nei giorni prima del derby "sono stato ospite di un hotel di Milano, ma non è vero che ho organizzato la festa e ancor meno veritieri sono i dettagli riportati". Letti i messaggi dei lettori del suo blog, Ronaldinho ha deciso "di sfogarmi e chiarire a tutti voi che mi seguite. Circola sui mezzi di comunicazione che io avrei organizzato una "mega festa" durante i giorni precedenti il derby Inter-Milan e, nonostante sia vero che sono stato ospite in un hotel di Milano, non è invece vero che ho organizzato la festa e ancor meno veritieri sono i dettagli riportati. Ho lavorato molto negli ultimi mesi - continua il fantasista brasiliano -, per raggiungere i miei obiettivi personali e quelli del Milan. Mi sembra ingiusto che vengano usate delle immagini molto vecchie e il fatto che ho ammesso pubblicamente che mi piace la musica, per spiegare un risultato negativo e inventare una storia su di me". "Mi sto dedicando col massimo impegno al progetto del Milan e lavoro molto per dare il meglio di me stesso, anche se non sempre i risultati sono positivi", sottolinea ancora il brasiliano, assicurando che "queste notizie non distoglieranno la mia concentrazione e continuerò a lavorare per offrire sempre un eccellente calcio!".

lunedì 1 febbraio 2010

Amantino Mancini al Milan fino a giugno

Il Milan dal suo sito ha ufficializzato l'ingaggio in prestito di Amantino Mancini. Pochi minuti prima anche dal sito dell'Inter l'ufficialità. Emergono altri particolari: il diritto di riscatto sulla comproprietà il Milan deve esercitarlo obbligatoriamente e si tratta di una cifra intorno ai 4 milioni. Un rinforzo importante, un giocatore importante. Amantino Mancini approda al Milan per dare imprevedibilità alla manovra rossonera in alternativa a Ronaldinho e Pato, nelle partite in cui uno dei due campioni brasiliani non può essere schierato. Il colpo dell'ultima ora del mercato rossonero si aggregherà alla squadra nel pomeriggio di domani, dopo la presentazione ufficiale in programma alle 13.00.Alessandro Faiolhe Amantino Mancini, nato l'1 Agosto 1980 a Belo Horizonte (Brasile), ha iniziato la sua carriera nel proprio Paese con l'Atlético Mineiro, la squadra della sua città natale. Nel 2002 lo scopre la Roma. La prima mossa della società giallorossa è quella di girarlo in prestito al Venezia per una stagione. Il bilancio: 13 presenze e da un gran gol con pallonetto contro il Vicenza.
La Roma riscatta il suo cartellino con la speranza di fare di lui il nuovo Cafu che, nel frattempo, aveva lasciato la Capitale proprio per raggiungere il Milan dove avrebbe vinto lo scudetto 2003-2004. Intanto Mancini ricambia la fiducia datagli dall'allenatore giallorosso Fabio Capello e si rende uno dei protagonisti di una stagione molto importante per la Roma, sostituendo più che egregiamente Cafu e segnando un bellissimo gol di tacco nel derby contro la Lazio.
Nei due anni successivi, una serie di infortuni gli impediscono di essere continuo, ma Mancini nella seconda parte della stagione 2005-2006 torna ad esprimersi su livelli ottimi, riuscendo a reintegrarsi nella formazione della Roma alla perfezione e a segnare gol decisivi. Col tempo diventa una delle colonne portanti del centrocampo romanista e una pedina essenziale del gioco di Spalletti.
Nella stagione 2006-2007 vince la Coppa Italia con la maglia giallorossa e il 19 agosto successivo la Supercoppa italiana ai danni dell'Inter di Roberto Mancini. In quella stagione Amantino si fa notare anche per un gol segnato negli ottavi di UEFA Champions League contro il Lione, finalizzando un'azione di contropiede iniziata da Francesco Totti con una serie di doppi passi in area che sorprendono il difensore Réveillère: gol all'incrocio dei pali. Nella stagione 2007-2008 il bilancio di Mancini è: 46 presenze totali e 13 gol (8 in serie A, 2 in Champions League e 3 in Coppa Italia).Il 15 luglio 2008 l'Inter ufficializza l'acquisto del giocatore dalla Roma. Mancini segna la prima rete in maglia nerazzurra il 16 settembre 2008 nella trasferta di Atene in Champions League contro il Panathinaikos, terminata 2-0. Con la Nazionale brasiliana, Mancini ha vinto la Coppa America del 2004.Con Amantino Mancini, in questo momento, sono cinque i brasiliani della rosa rossonera. Lui con Dida, Thiago Silva, Ronaldinho e Pato. In carriera contro il Milan ha segnato un gol decisivo, nell'ultima gara di andata del torneo 2005-2006: era il gennaio 2006 e la rete di Amantino nell'1-0 a favore della Roma segnò l'inizio di una grande rimonta in campionato da parte della formazione giallorossa.