lunedì 29 marzo 2010

Astori è un obiettivo di mercato del Milan

Davide Astori (23 anni), ex rossonero in comproprietà con il Cagliari, sta disputando una stagione stratosferica in Sardegna, nonostante sia meno pubblicizzato di altri difensori come Bonucci e Ranocchia. Il centrale ha inanellato una serie lunghissima di prestazioni eccellenti, con pochissime ombre e tante luci, riuscendo anche a siglare due gol stagionali. Il suo tecnico, Allegri, l'ha paragonato a Chiellini, segno che le qualità, nonostante la giovane età, sono decisamente importanti: Davide é un "gigante" di quasi 1.90, con ottime doti aeree e con una buona base tecnica. Non é un mistero che Galliani e Braida vogliano riportarlo alla base per la prossima stagione, andando a rinforzare il pacchetto arretrato con un giovanissimo di ottime prospettive. Sabato, al Sant'Elia, il Milan incontrerà sulla sua strada proprio il centrale bergamasco, probabilmente alla sua ultima partita da avversario. Nonostante le parole di Cellino, che ha dichiarato di voler riscattare il giovane difensore, i rossoneri potrebbero mettere sul piatto della bilancia, oltre a qualche milione di euro, un paio di ragazzi interessanti del settore giovanile, dando un seguito importante ad un'ottima "partnership" con i rossoblù.

Lo scudetto in sette giornate

Seicentotrenta minuti. Sette partite. Inter, Roma e Milan. Ma se l'ultimo turno ha esaltato i giallorossi portandoli a un solo punto dai nerazzurri, al tempo stesso ha confermato la debolezza dei rossoneri, a tre punti dalla squadra di Mourinho, ma alle prese con una serie di infortuni inenarrabile. Nella volata scudetto Inter e Roma devono anche fare i conti con gli impegni nelle coppe. I campioni d'Italia sono addirittura in corsa su tre fronti: Champions, campionato e Coppa Italia; i ragazzi di Ranieri su due. Al Milan non resta che sperare in un crollo fisico delle avversarie, ma il calendario gli è decisamente contro. Più malleabile il futuro di Inter e Roma, anche se il campionato ha sempre riservato clamorose sorprese. I nerazzurri ospiteranno Bologna, Juventus, Atalanta e Chievo; con tutto il rispetto, eccezion fatta per i bianconeri, tutte squadre abbordabili. In trasferta, Fiorentina, Lazio e Siena (ultimo turno). Ma a minare le sicurezze del gruppo è la Champions, a cominciare dal Cska Mosca. Oltre a un razionale turnover, a Mou spetta il compito di preparare psicologicamente la squadra apparsa fin troppo nervosa. Gli scogli più duri? Sicuramente la partita del Franchi contro la Fiorentina a caccia dell'Europa, ma anche l'impegno a San Siro contro una Juventus che cerca il quarto posto e, soprattutto, il riscatto. Forse potrebbe essere proprio la gara di Firenze lo snodo del campionato, perché la Roma nello stesso giorno ospita l'Atalanta.Davvero alla sua portata il calendario della Roma, eccezion fatta per il derby con la Lazio che cade alla 34ª giornata, mentre l'Inter ospita la Juventus. I giallorossi sabato giocheranno a Bari. E sull'onda dell'entusiasmo è prevista una vera mobilitazione. Questa mattina, in un vertice della Prefettura di Bari è stato infatti deciso di destinare ai tifosi romanisti l'intera Curva Sud: ben 15 mila posti. Nell'anno dell'ultimo scudetto (2001) i supporter furono 25 mila, con Cassano in maglia biancorossa ma in procinto di passare alla Roma. Riepilogando sono quattro le gare in trasferta per Ranieri: Bari, Lazio, Parma e Chievo (all'ultima giornata), mentre Atalanta, Samp e Cagliari le riceverà all'Olimpico. Infine il Milan. Cammino duro: a San Siro Catania, Fiorentina e Juventus (ultima 90'); in trasferta Cagliari, Samp, Palermo, Genoa. Considerate le ultime prestazioni, un calendario davvero proibitivo. Recuperi degli infortunati a parte, solo un tracollo delle due rivali potrebbe riportare il titolo in via Turati (non accade dal 2003) ma, come dice Leonardo, questo campionato riserverà ancora molte sorprese.E se dovessero arrivare tutte e tre a pari punti? L'Inter si aggiudicherebbe lo scudetto, perché nella classifica avulsa avrebbe la meglio. Così come prevarrebbe in caso di parità con il Milan, battuto due volte in campionato all'insegna dei gol (6 segnati e 0 subiti). Non avrebbe la meglio, invece, in caso di parità con la Roma, in vantaggio negli scontri diretti. E se al 90' della 38ª giornata la classifica finale vedesse Milan e Roma appaiate, allora sorriderebbe il Diavolo, grazie ai 4 punti su 6 ottenuti in 180 minuti di gare.

domenica 28 marzo 2010

Leonardo: "Siamo ancora in gioco"

Dalla sua ha mille ragioni e il pareggio con la Lazio che gli fa guadagnare solo un punto in classifica lo accetta senza fare drammi. Troppi assenti per pretendere di più e nonostante tutto una prestazione da salvare. Ricordando un piccolo particolare: Inter a 3 punti significa che per il Milan il campionato è ancora aperto. Il conto è facile: con 7 partite ancora da giocare tutto è possibile. E ribalta tutte le teorie, perché per lui il Milan resta in pole. "Favorita Roma o Inter? Milan, Milan, Milan...- risponde sorridendo -. In sette gare possono succedere ancora cose straordinarie".Analizza la gara: "La squadra ha fatto bene, non ho nulla da contestare ai ragazzi cui è mancato soltanto il guizzo finale. Abbiamo sfiorato il successo, che poteva anche starci". Ma la storia del campionato racconta che il Milan ha raccolto soltanto due punti in tre partite. "Sono stati match diversi. Questa sera abbiamo subito un gol sfortunato, poi nel secondo tempo abbiamo fatto molto bene". Poi dribblando le domande sul suo futuro e sulle dichiarazioni fatte in merito da Berlusconi ("parlerò del futuro solo quando sarà più importante del presente"), dimostra di credere ancora nello scudetto nonostante un'Inter "con una rosa capace di combattere su tutti i fronti" e una Roma "in stato di grazia". Il tutto perché "è un campionato strano e le tre squadre sono molto vicine" "Mino Raiola era presente allo stadio? Mi interessa poco, come non mi interessa del fatto di Berlusconi che ha detto che Balotelli ha una faccia da Milan". Leo risponde così a chi gli fa notare la presenza a S. Siro del nuovo procuratore del giocatore dell'Inter che Mourinho ha messo ai margini, e che non ha mai nascosto il proprio amore per i colori rossoneri. "Spero solo che Mario ritrovi le sue qualità e la forma migliore, perché è davvero un bene per tutti".Edy Reja dal canto suo si tiene strettissimo il punto conquistato. "Abbiamo fatto una grossa prestazione, e avuto anche un paio di opportunità nel secondo tempo. Siamo ripartiti sempre e sono molto soddisfatto, soprattutto per la determinazione e la voglia. Questa squadra ha ritrovato uno spirito straordinario, questa squadra ora ha un'anima". Il periodo peggiore sembra ormai alle spalle: "Ci sono giocatori molto importanti, di qualità - afferma -. Sarà difficile da qui alla fine perché abbiamo un calendario tremendo, ma stiamo crescendo e potremo dire la nostra nelle prossime gare". Reja ammette che "un po' di timore c'era", e per questo "ci siamo un po' fermati dopo il gol. Se continuavamo a giocare potevamo sperare di più. Al Milan mancavano diversi giocatori importanti, potevamo approfittarne ma comunque qualche occasione l'abbiamo creata".

Milan-Lazio 1-1

Il Milan fallisce l'ennesima possibilità di riportarsi sotto nella corsa scudetto. Dopo il pari con il Napoli e la sconfitta con il Parma, ecco l'1-1 con la Lazio che rimedia al rigore di Borriello grazie a Lichtsteiner, difensore con il vizio del gol. Non basta il cuore ai rossoneri, perché la squadra di Reja risponde per le rime cercando fino in fondo la vittoria. Inutili anche i tentativi di Leonardo che schiera quel che può, ma si deve accontentare. Il tecnico brasiliano resterà al Milan anche la prossima stagione. Lo ha assicurato Adriano Galliani nel prepartita. La conferma dell'amministratore delegato è ineccepibile. Leo rappresenta infatti la più bella realtà della stagione rossonera. Il demiurgo capace di plasmare la squadra, motivandola, inventando qua e là gli espedienti in grado di farla andare avanti. Contro la Lazio, con una marea di assenti, ha proposto il 4-4-2 con Abate e Seedorf esterni nel centrocampo, Flamini e Ambrosini in mezzo, e la coppia Inzaghi-Borriello in attacco. Avesse simili problemi Edy Reja il cui obiettivo è la salvezza. L'allenatore della Lazio ha confermato il solido 3-5-2, centrocampo imbottito per arginare il flusso rossonero sulle fasce, e Rocchi in compagnia di Zarate, spesso in gol contro il MilanQuantità e qualità delle assenze pesano troppo. Il Milan del primo tempo infila tutti i suoi limiti attuali e anche la Lazio diventa un osso duro. Il gioco rossonero ha pochi sbocchi perché Reja gli oppone una squadra quadrata e organizzata. Ripetitiva forse nel suo gioco, ma il contropiede che innesca puntalmente Zarate è la soluzione migliore. Mauri detta i tempi e Lichtsteiner è una spina nel fianco sinistro. Eppure il Milan costruisce gioco e già dopo pochi secondi potrebbe passare con Abate. Ma è evidente l'assenza di un regista; della mente sapiente in grado di aprire in due la difesa avversaria. Seedorf è l'elemento più ricercato, mentre Flamini e Ambrosini fanno diga davanti alla difesa. Anche perché Zarate è sempre in agguato e cerca la soluzione migliore per battere Dida. Ma senza esagerare i rossoneri riescono a passare, anche se l'intervento di Kolarov sui Flamini poco dentro l'area, che genera il rigore, non è poi così clamoroso. Ma Tagliavento non fa una piega. Batte Borriello e per poco Muslera non compie il miracolo. L'1-0 carica la Lazio che spinge con convinzione e trova meritatamente il pareggio al 32', pur con un pizzico di fortuna. Antonini sbaglia il rinvio e dopo un doppio rimpallo la palla finisce a Lichtsteiner che infila senza problemi. L'1-1 non fa una piega, ma sottolinea la difficoltà del Milan contro una lazio che medita il colpaccio. Il 4-4-2 e fantasia di Leonardo lascia spazio al gioco più operaio mai visto in questa stagione. Spirito di sacrificio e poche storie, perché la Lazio non scherza e cerca il risultato pieno. Eppure, così incerottato, il Milan sfonda e l'azione prepotente al 9' di Antonini che supera come birilli i giocatori della Lazio e colpisce dal limite la traversa, dimostra che il cuore non manca. La squadra di Reja rallenta e il tecnico effettua il primo cambio: Cruz per Rocchi. Il Milan invece non cambia e sfiora ancora il gol al 21'. Il grande lavoro lo fa Antonini che serve largo a Inzaghi: Pippo crossa nell'area piccola dove Borriello si esibisce in una girata al volo con stop, ma conclude alto. La replica laziale è di Dias: un piattone destro clamorosamente sprecato oltre la traversa davanti a Dida. La forza della disperazione obbliga Leonardo a togliere Inzaghi per l'esordiente Zigoni, 18 anni, figlio di Gianfranco. Spazio anche a Jankulovski per Zambrotta, a caccia del grande finale. Ma la stanchezza non fa ragionare e Abate al 37' perde la lucidità necessaria per infilare a porta vuota. Inutili gli affondo di Seedorf, anima della squadra: la Lazio porta a casa un buon punto. Il Milan ne perde 7 in tre gare: lo scudetto è sempre più un miraggio.

sabato 27 marzo 2010

Leonardo: "Con Berlusconi tutto ok"

Il futuro non è importante, ho sentito tante versioni di ciò che ha detto il Presidente ma io le persone le conosco bene ed è quello che conta. Ora voglio solo difendere quello che abbiamo fatto, facendo bene queste ultime 8 gare. Con lui ho un rapporto diretto ed è logico che ci siano discussioni, ma non ho nessun problema. Non ho nessuna preoccupazione, non lo so cosa succederà, io penso solo ad oggi, non riesco a pensare al futuro".Così il tecnico del Milan Leonardo ha commentato le dichiarazioni rilasciate ieri da Silvio Berlusconi. Quest'ultimo si è detto addolorato per i recenti risultati della squadra, tanto che molti hanno parlato di Milan passato di moda. "Noi siamo stati già stati fuori moda e tornati di moda parecchie volte quest'anno. La cosa bella è essere ancora lì. Io penso alle nostre partite, poi in questo weekend qualcosa succederà. Abbiamo avuto già dei momenti anche più difficili rispetto a questo, credo che la squadra reagirà. C'è la voglia di superare questo momento". Leonardo, poi, conferma l'assenza di Abbiati per il match contro la Lazio. "È un problema preoccupante, credo sia tendinite dovuta all'anno di inattività ed al fatto che poi sia tornato subito ad allenarsi con intensità". Leonardo non si sente escluso dalla volata scudetto e osserva che "all’Olimpico qualcosa di sicuro accadrà" e che quindi la sua squadra ha il dovere "di farsi trovare pronta". Alla vigilia del posticipo di San Siro contro la Lazio, il tecnico brasiliano è convinto che "la squadra reagirà" alla sconfitta di mercoledì sera in casa del Parma (1-0), che ha lanciato l’Inter a +4 e che ha provocato l’aggancio della Roma al secondo posto. "Contro il Parma non siamo stati brillanti, ma la squadra comunque ci ha provato. Si parla molto dell’allenatore, ma io non ho mai voluto concentrare l’attenzione su di me. La reazione è dentro la squadra, che non procede ad alti e bassi perché è molto matura, questa è la base su cui ci siamo aggrappati per fare cose importanti".

giovedì 25 marzo 2010

Yepes ha firmato con il Milan

La firma è già arrivata, manca solo l’annuncio delle società. Mario Yepes è un giocatore del Milan, il primo rinforzo di Leonardo per la stagione che verrà, anche se il club rossonero smentisce. Il difensore del Chievo ha consegnato la salvezza nelle mani dei gialloblù (anche se non ancora matematica, ma con 37 punti la squadra di Di Carlo è praticamente al sicuro) e poi ha messo nero su bianco il suo futuro. Guadagnerà 900 mila euro a stagione per due anni. Yepes è il capitano della nazionale colombiana, ha 34 anni ed era in scadenza di contratto con il Chievo. Lui stesso l’estate scorsa aveva scelto di firmare per un solo anno, con l’obiettivo di fare un ottimo campionato e di essere notato da una grande. E così è successo. Il Milan non si è lasciato scappare l’occasione di prendere a costo zero un centrale esperto per rinforzare la difesa che perderà pezzi importanti (di sicuro Favalli, forse Kaladze). Yepes non dovrà neppure fare le valigie, visto che la sua famiglia (moglie e due figli) abita già a Milano, in zona San Siro. A Verona Yepes era entrato nel cuore dei tifosi e anche del presidente Luca Campedelli, che è dispiaciuto ma convinto di poter trovare il sostituto all’altezza.

Leonardo:"Ora voglio la reazione"

Leonardo non si arrende. Incassa il colpo e pensa subito al futuro, perché crederci non si deve smettere mai. "Alla Lazio dobbiamo cominciare a pensare domani. Dobbiamo stare tranquilli, è vero che c'è meno brillantezza nel gioco, ma abbiamo la qualità per riprenderci velocemente. E poi, è stata la quinta sconfitta in trenta partite, siamo secondi assieme a una Roma in salute, a 4 punti da un'Inter che vince da tanto tempo e a undici dal quarto posto". Il tecnico del Milan cerca in tutti i modi di ricucine lo strappo. Violento e inaspettato; un macigno sui sogni rossoneri.Leo preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno dopo la sconfitta sul campo del Parma che ha permesso alla Roma l'aggancio al secondo posto e all'Inter di allontanarsi. "Abbiamo fatto un primo tempo sotto tono - sottolinea l'allenatore rossonero - facendo molta fatica a uscire dal pressing del Parma, bravo anche nelle ripartenze e nel fare tanto movimento. Anche quando avevamo palla noi, però, le idee erano poco chiare e abbiamo creato quasi niente". Un po' meglio la ripresa: "Si è visto un Milan con più voglia, creando anche delle occasioni e prendendo un gol alla fine, che forse meritavamo di incassare nel primo tempo". Leonardo ammette che aveva pensato a una partita diversa "ma non eravamo in una serata brillante, c'è andato tutto storto. Nella ripresa abbiamo cambiato un po' con Pirlo più alto e gli innesti di Inzaghi e Huntelaar, ma anche così abbiamo creato senza un gioco nitido".
Per Leonardo, però, la corsa al titolo del Milan non finisce a Parma: "Mi aspetto una reazione immediata della squadra, ne abbiamo passate tante. E poi sabato c'è lo scontro diretto tra Roma e Inter". Logico tifare giallorosso. E se la Roma dovesse passare, battendo la Lazio tutto tornerebbe in disxcussione. Ma guai a sognare a occhi aperti: il Tardini insegna

Parma-Milan 1-0

Al 90', quando il pareggio sta per prendere forma, Bojinov, subentrato a Crespo, trova la rete della vittoria e della gloria: l'1-0 che basta a un bel Parma per mettere in crisi il MIlan. Un colpo micidiale che mette in discussione la marcia rossonera verso un sempre più improbabile scudetto. Piscologicamente letale, anche perché poco dopo la rete subita, Pirlo viene espulso per un'entrata fallosa. Ma a conti fatti, il risultato finale premia chi ci crede di più nonostante la grande occasione capitata a Inzaghi prima della prodezza del bulgaro. La beffa per i rossoneri è che alla fine Bojinov dedica la sua rete pesantissima "A Mourinho e all'Inter che mi stanno simpatici".Leonardo si era affidato al cuore storico del Milan. Alla vigilia della sfida del Tardini ne aveva sottolineato la fondamentale importanza. Spazio quindi a Clarence Seedorf nel centrocampo, dove Ambrosini, non ancora al meglio, lascia il posto a Flamini, tra i rossoneri più in forma. Lo schema è l'ancelottiano 4-3-2-1, con l'olandese e Ronaldinho alle spalle di Borriello, di nuovo titolare nonostante i numeri dell'insaziabile Inzaghi. In difesa Leo riparte dalla ripresa della gara col Napoli, con Zambrotta a destra e Antonini a sinistra. Scelte precise per frenare la tanto temuta velocità del Parma. Guidolin conferma invece le previsioni e schiera il 4-3-1-2 con Jimenez dietro a Biabiany e all'ex Crespo.
emozione crespo — Uomini che garantiscono la manovra ideale per creare problemi al Milan. E la partenza è così devastante che dopo soli 10 secondi di gioco Crespo va a colpire clamorosamente la traversa con un diagonale. E' il segnale di un Parma che per un buon quarto d'ora non fa ragionare i rossoneri e non concede nulla. La squadra di Guidolin sfrutta la profondità con azioni sulle fasce, senza disdegnare le vie centrali dove Jimenez dialoga magnificamente con le punte. I gialloblù sanno far girare la palla e pressano a centrocampo.Valiani, Morrone e Galloppa chiudono gli spazi, pressando sui portatori di palla. Quando il Milan riesce finalmente a prendere le misure sfrutta con maggiore frequenza le fasce dove il Parma mostra il suo lato più debole, ma manca il peso in area e nonostante le buone di intenzioni di un Seedorf in spolvero e un Flamini pronto al sacrificio, i rossoneri non impensieriscono mai Mirante. Troppo brutto il primo tempo per essere vero. Quasi improbabile Ronaldinho, spento e confusionario. Assente anche Borriello, poco mobile e marcato a uomo. Allora Leonardo, all'inizio della ripresa, invita Pirlo a fare il trequartista. La mossa regala più spazi di manovra a Ronaldinho che sale di tono e potrebbe anche segnare al 3'. Pirlo è comunque il punto di riferimento: in quella posizione è illuminante. Leonardo decide però di aggiungere benzina sulla fascia destra, inserendo Abate al posto di Zambrotta. Ma il cambio a cui crede di più è quello del 20', quando Inzaghi prende il posto di Borriello. L'ingresso del centravanti equivale a una scheggia impazzita. Ma non basta. Entra anche Huntelaar per Gattuso, mentre Boijonv rileva Crespo.
ci pensa valeri — La gigantesca occasione capita a Inzaghi al 37', quando Pirlo gli serve sul filo del fuorigioco la palla perfetta. Pippo ci arriva di testa troppo debolmente e solo davanti a Mirante conclude fra le braccia del portiere gialloblù. Il Milan ci prova, ma è troppo molle per fare male ai ragazzi di Guidolin che alla fine ci credono e trovano anche il gol. Proprio con Bojinov che raccoglie una corta respinta di Abbiati sul tiro di Valiani. La rete scioglie il Milan che perde addirittura Pirlo espulso da Morganti per un fallo da tergo. Uno schiaffone micidiale ed eccessivo che toglie dai giochi il capitano per la sfida di domenica prossima con la Lazio, dove mancherà anche Ronaldinho che, ammonito e diffidato, sarà squalificato dal giudice sportivo.

martedì 23 marzo 2010

Leonardo: "Non molliamo"

A Parma per continuare a crederci. Ma con un tassello in meno: Pato. Quasi una maledizione dopo gli infortuni di Nesta e Beckham. Ma Leonardo non tradisce emozioni ed è pronto a sfidare il mondo. Di squadra arrivata al limite, che sta esaurendo la benzina, non ne vuol sentire parlare. Spiega: "Per disputare le prossime nove partite ci vogliono tante cose, ma il discorso vale per tutti. Saranno gare tirate, ma il Milan fin dall'inizio, con tutti gli uomini a disposizione, ha detto la sua e credo che siamo ancora in grado di farlo. Anzi, ci stiamo superando e questo è positivo". E a chi gli chiede se il merito sia suo risponde: "Mio? Semmai è dei ragazzi; sono stati bravissimi, anzi, di più. Hanno tirato fuori tutto. E' merito del cuore storico che ha tenuto in piedi la baracca in situazioni complicate".
L'emergenza infortuni è ormai all'ordine del giorno. Leo non si lamenta. "Sì, è vero, sono tanti e importanti. Come si gestiscono? Tutte le squadre vivono queste situazioni. E' il calcio che giochiamo oggi, l'intensità. A noi è successo molto. All'inizio era infortuni che siamo riusciti a gestire, adesso si sono accumulati, ma ho alternative valide". E Pato? "E’ una ricaduta, ma si deve ancora valutare tutto e andare all’origine per capire entro quando possiamo riaverlo". Ma il Parma non è da sottovalutare, e la gara di andata lo ha evidenziato: squadra che non molla mai. "Il gruppo di Guidolin ha nella corsa il suo punto di forza. Noi dobbiamo imporre il nostro gioco, creare occasioni e capitalizzarle. Loro cambiano molto, pressano e fanno valere la loro fisicità. Credo che giocheranno con una difesa a quattro".
lLeonardo punta sempre sullo stesso concetto: è la voglia della squadra a fare la differenza. "Trovarci a un punto dell'Inter ci rende felici, ricordando quello che era accaduto all’inizio è una grande cosa. Ma la valutiamo tranquillamente e la squadra è molto concentrata sul nostro gioco e sull’avversario, a prescindere di quello che accade agli altri".
Inevitabile la domanda su Balotelli, incalzato da Valerio Staffelli per "Striscia la notiozia". "Penso che sia stato uno scherzo - afferma Leonardo -. Non ho visto il programma. Ma conoscendo Striscia, credo sia stato uno scherzo. Non bisogna dare troppa importanza a questa vicenda". E si congeda con lezioni di ottimismo: "Abbiamo superato tanti problemi, non è un momento di drammi: la squadra c'è. Essere secondi è una grande cosa. Siamo lì, la squadra è concentrata: è la nostra linea. Penso al Parma e alla vittoria. Poi penseremo alla Lazio, ma sia ben chiaro: siamo pronti allo sprint finale".

lunedì 22 marzo 2010

Inzaghi: "Milan credici"

"Sento ancora dolore alla coscia destra; sento fastidio allo stesso punto". A parlare è Pato. Una frase raccolta a Milanello dove il brasiliano si sta sottoponendo alle terapie dopo l'infortunio che lo ha costretto a uscire ieri, appena 14' dopo l'inizio di Milan-Napoli. Il timore di una ricaduta era fondato. "L’A.C. Milan comunica che il calciatore Alexandre Pato è stato sottoposto a esami medici che hanno evidenziato una lesione di primo grado al bicipite femorale destro nella sua giunzione tendinea. Nei prossimi giorni Pato verrà sottoposto a ulteriori controlli" si legge sul sito ufficiale. Il Milan ha tenuto inoltre a precisare che nessuno in società pensa che Pato sia un malato immaginario e che "lo staff sanitario non è responsabile delle sue ricadute".
Pato si era arreso ieri, nella gara contro il Napoli, dopo soli dieci minuti di gioco, lasciando il posto a Mancini. Forfait che ha lasciato tutti a bocca aperta a cominciare Leonardo, sconcertato e "deluso" per l'ennesimo k.o. "Spesso ci troviamo a lavorare al limite" ha detto il tecnico, dilatando tutto il suo malumore. Il nuovo stop di Pato obbligherà il tecnico, come contro gli azzurri, a ridisegnare squadra e tattica proprio nel momento decisivo del campionato, in cui dovrà fare a meno anche di Nesta e Beckham, senza dimenticare i problemi fisici di Bonera, Borriello, Abate e Ambrosini. Per puntare ancora al sorpasso sull'Inter, mercoledì contro il Parma sarà obbligatorio vincere. Scontato il copione della gara, in cui i ragazzi di Guidolin sputeranno l'anima per fare bella figura e raccogliere gloria e punti per la definitiva salvezza. I problemi rossoneri sono legati ad attacco e difesa. In attacco, senza Pato, Leonardo potrebbe riproporre Mancini a destra, mentre in mezzo al tridente, in attesa di notizie su Borriello (reduce da un attacco influenzale), potrebbe ancora toccare al guastatore per eccellenza Inzaghi, reduce dalla splendida prova contro il Napoli. Lui ha la voglia di sempre: "Dobbiamo essere fieri di trovarci lì a lottare per il primato a nove giornate dalla fine - dice margine di un incontro (che ha definito "toccante") con i detenuti nel carcere milanese di San Vittore -: considerando le premesse era difficile crederci perché in estate abbiamo perso due giocatori insostituibili come Kakà e Maldini e un allenatore come Ancelotti che ha fato tantissimo al Milan". E poi, a proposito di se stesso: "Non nego di aver sofferto giocando poco, ma mi sono sempre fatto trovare pronto. Sono sempre stato abituato a essere un giocatore importante, l'intenzione mia e della società è di restare al Milan. Peraltro sono io il primo consapevole che quando non mio sentirò all'altezza di ciò che sono stato allora sarà il momento di smettere. Se rimango però voglio certe garanzie, che non dipendono dal fatto di giocare ma di essere considerato importante. Mi manca un solo gol per battere il record di reti nelle coppe europee di Gerd Muller ed è logico che lo faccia con la maglia del Milan".
Inattaccabile Ronaldinho, così come l'intoccabile Pirlo, non al meglio dalla forma, ma talmente dotato di classe da cambiare il corso della partita con un colpo di genio. Seedorf è apparso giù di tono, mentre Flamini ha disputato uno dei migliori incontri da quando indossa la maglia rossonera. Potrebbe essere il francese con Pirlo e Ambrosini l'uomo a destra suila linea dei centrocampisti. Quanto alla difesa, contro il Napoli ha mostrato alcune pecche ormai note, soprattuitto a destra dove era schierato Oddo, principale colpevole del gol di Campagnaro. Nessun problema per Thiago Silva, straordinario anche senza Nesta, e chapeau a Favalli che, grazie ai suoi 37 anni, sfoggia sicurezza ed esperienza. Con Antonini a sinistra e Zambrotta spostato a destra, le cose sono andate meglio. Ipotizzabile quindi questo schieramento contro i gialloblù.

domenica 21 marzo 2010

Milan-Napoli 1-1

Il sorpasso? Fallito. A invadere la corsia al Milan ci pensa il Napoli che impone l'1-1 ai rossoneri con una prova autorevole e da applausi. Il primo tempo, dove Inzaghi risponde a Campagnaro, è tutto azzurro. Mazzarri impone a Leonardo una squadra che nel primo tempo potrebbe andare in gol più volte, ma è nella ripresa che il Milan viene fuori con la stessa grinta. Il pari alla fine è il risultato più giusto: l'Inter resta più in su di un punto.
Le imprese hanno bisogno di coraggio. Ed è per questo che Leonardo, senza inutili tatticismi, schiera una formazione molto offensiva. La grande notizia è il ritorno (effimero) di Pato, ma anche quello di Inzaghi, titolare dal primo minuto, con la spinta del trentenne Ronaldinho alle spalle. Flamini, Pirlo e Seedorf giocano sulla linea dei centrocampisti, mentre gli esterni in difesa sono Oddo e Zambrotta. Mazzarri, che per tutta la vigilia ha iniettato adrenalina alla squadra, lancia Campagnaro a sinistra in marcatura su Pato e punta su Quagliarella e Lavezzi, con Hamsik trequartista. L'approccio alla gara del Napoli è buono. Gli azzurri attaccano con determinazione. Lavezzi fa valere la sua velocità, Hamsik la sua classe; Quagliarella apre gli spazi. Il Milan sviluppa la manovra alla sua maniera, ma la buona organizzazione difensiva del Napoli non concede nulla. Il filo diretto tra difensori e attaccanti funziona bene e il contropiede diventa spontaneo. Le prove generali del gol di Campagnaro le fa due volte Lavezzi che si scontra con la bravura di Abbiati. Ma al 13' quello che combina la difesa rossonera ha dell'incredibile. Il solito Lavezzi semina scompiglio; Abbiati esce ma viene travolto da Oddo e Thiago Silva. La palla finisce a Campagnaro che infila a porta vuota.
E' un Napoli choc, il gol è un uppercut doloroso: il Milan ne risente e deve fare i conti con il nuovo e inquietante problema muscolare di Pato che lascia il posto a Mancini. Il Napoli allora affonda per chiudere la partita, sfruttando la velocità nelle praterie della trequarti rossonera; Lavezzi e Quagliarella da bravi guastatori fanno impazzire Thiago Silva e Favalli e solo l'esperienza fa ritrovare ritmo e grinta ai rossoneri. Ronaldinho, dopo una serie di svarioni in fase di copertura, trova il guizzo giusto: un magnifico assist dalla sinistra per Inzaghi. Pippo vola come sa e con un'inzuccata violenta batte De Sanctis. Ma il gol non abbatte il Napoli. Anzi, gli azzurri pressano e mirano costantemente Abbiati che però risponde con freddezza. Più equilibrato l'inizio della ripresa. Le due squadre si affrontano a viso aperto. Il Milan, decisamente più alto, convince di più e va più volte vicino al gol. Ronaldinho dirige l'orchestra e si mette a disposizione della squadra con suggerimenti universitari. Strepitoso il numero per Inzaghi che al 14' batte a colpo sicuro: ma De Sanctis fa il miracolo. Leonardo cambia Oddo con Antonini e sposta Zambotta a destra, aumentando così l'apporto offensivo sulla fascia sinistra. I rossoneri fanno più pressing e alzano il ritmo, ma non per questo il Napoli si tira indietro. La manovra dei ragazzi di Mazzarri è sempre equilibrata e organizzata. Incisiva quando si tratta di aprire varchi nella difesa rossonera dove anche Inzaghi dà il suo decisivo apporto. Ma è un botta e risposta continuo. Al 24' Abbiati compie il miracolo su Quagliarella, al 29' tocca a De Sanctis su Mancini.
Ma c'è più Milan e Mazzarri corre ai ripari rinforzando il centrocampo: fuori Quagliarella, dentro Cigarini. Leonardo risponde con Huntelaar al posto di uno stremato Seedorf. Maggio invece lascia a Dossena per dare spessore alla fase difensiva perché il i rossoneri spingono con più convinzione. Il Napoli staziona nella sua trequarti con un 4-5-1 badando a chiudere i varchi. Il finale è tutto rossonero ed è De Sanctis a salire in cattedra con interventi goffi ma produttivi. Dietro la linea della palla gli azzurri reggono agli assalti dei rossoneri che devono accontentarsi di un punto. L'Inter resta ancora al comando.

sabato 20 marzo 2010

Leo: "Basta con i sospetti"

L'andata del San Paolo è l'esempio; guai a mollare la presa. Da 2-0 a 2-2; prestazione bellissima e la rimonta del Napoli sul Milan all'ultimo respiro. "E' stato un momento così - dice Leonardo in conferenza stampa -. Eravamo in dieci, poi la pressione del San Paolo. Il Napoli è una squadra che se la gioca fino in fondo; una premessa per un bella partita". Ma il passato non conta più: davanti c'è l'Inter a un punto e un sogno da realizzare. Sottolinea in proposito: "L'Inter avrà impegni importanti, ma noi non possiamo cambiare il nostro modo di ragionare. Penso solo alla partita di domani, mancano 30 punti e sono tantissimi e in questo la squadra è con me.". Il profilo è sempre basso; guai a lasciarsi trascinare dall'entusiasmo. "Non dimentico l'inizio di stagione - aggiunge - e questa deve essere la nostra forza. Analogie tra questo Milan e quello di Zaccheroni che rimontò la Lazio? Anche allora eravamo partiti senza l'obiettivo scudetto, poi siamo stati bravi a mantenere alto il livello di gioco grazie allo zoccolo duro che c'era e che vedo anche adesso". Le parole al veleno da Londra di Mourinho, che non ha voluto commentare quanto accaduto in campionato "perché se parlo resterò ancora 3 partite in tribuna", le commenta con garbo. "Io di Mourinho non so niente, me lo dite voi - risponde -. Io non so e allora sto zitto, però mi dispiace di questo casino da bar e spero si possa costruire un rispetto e un'etica simile a quello che c'è in Champions League". Le polemiche che riguardano il campionato italiano si vivono da parecchi anni. In passato ci sono stati problemi strutturali veri e ci sono state le giuste squalifiche. Mi dispiace che ci sia l’idea che esista qualcosa di sbagliato, ma io non ci voglio entrare. Non sono mai stato coinvolto in nulla e quindi sto zitto. A me interessa solo il gioco. Mi auguro nella costruzione di una nuova etica come quella che c’è in Champions League dove c’è il giusto rispetto per le organizzazioni. Mi auguro che il campionato italiano riesca a tornare a questi livelli. Sicuramente in seguito ai problemi come quelli che ci sono stati tre anni fa in Italia ci vuole un po’ di tempo per trovare equilibrio. La Champions League, invece, si è creata una credibilità a livello mediatico che l’Italia deve ancora ricostruire”. Ciò che conta adesso è il Napoli. "Ci sono diverse possibilità di formazione, ci sono alcuni giocatori che si sono infortunati, ma anche altri che stanno recuperando - spiega Leonardo -. Dovremo valutare bene la situazione nel corso dell’allenamento di questo pomeriggio, ma ci sono diverse alternative. La chiave tattica della partita sarà dettata da come Mazzarri schiererà la sua difesa. In questo campionato ha giocato quasi sempre una difesa a tre. E’ proprio dalla scelta della difesa che dipende come schierare tutta la squadra".

venerdì 19 marzo 2010

Becks: "Milan vinci lo scudetto"

"Al mister e a tutti i miei amici voglio augurare buona fortuna per il resto della stagione e spero che porterete a casa il titolo". Con queste parole si apre il messaggio che David Beckham ha inviato alla squadra pochi giorni dopo l'infortunio e l'operazione al tendine di Achille. Il campione inglese ha voluto rivolgere un sincero in bocca al lupo ai compagni per il finale di stagione. Il sito del Milan riporta il testo del messaggio che Leonardo ha letto alla squadra prima dell'allenamento mattutino. "Vorrei anche dire grazie a tutti voi per il sostegno e l'amore che tutti mi avete dimostrato dopo la partita con il Chievo, mi avete veramente emozionato e so che ho veri amici nella squadra - continua Beckham -. Spero di giocare con voi ancora e di essere parte di questo meraviglioso club. Ancora una volta grazie per il vostro affetto e in bocca al lupo". Intanto c'è chi sostiene che Beckham potrebbe recuperare in tempo per i Mondiali. Greg Whyte, il luminare di medicina sportiva, prima della Coppa del Mondo del 2002 rimise in piedi il giocatore dopo l’infortunio al metatarso e nel 1994 guarì il campione di pentathlon, James Greenwell, che tornò a correre appena 22 giorni dopo la rottura del tendine di Achille (lo stesso infortunio di Becks) e che tre mesi più tardi stabilì il suo record personale nella specialità. Il segreto della cura miracolosa di Whyte (un ex campione mondiale di pentathlon che è stato anche consulente per gli infortuni del Manchester United) sarebbe il collagene che, preso in dosi massicce sotto forma di pillola, accelererebbe notevolmente – almeno a suo dire - il rientro del centrocampista inglese, perché aiuterebbe la rigenerazione dei tessuti danneggiati. “Il ricorso al collagene è sicuramente qualcosa che mi sento di raccomandare a Beckham – ha spiegato il luminare al Sun – perché può aiutarlo a guarire in fretta per disputare la Coppa del Mondo”. “David ha l’assistenza e le cure migliori”, ha replicato il portavoce della stella dei Los Angeles Galaxy, in prestito al Milan.
E chissà se il riferimento è anche alla moglie Victoria, accorsa al capezzale finlandese dopo l’operazione subita dal marito con quella che il Daily Star definisce la vera “arma segreta” di Becks per recuperare dall’incidente: ovvero, una megascorta di Cheetos cheese puffs, gli snack al formaggio di cui David andrebbe letteralmente pazzo e che si troverebbero solo negli States. Da qui, il gesto carino della Posh di stipare una delle sue valigie Louis Vuitton con le patatine preferite dal campione “per regalargli un sorriso, visto il momentaccio che sta passando”, come ha raccontato un amico della coppia al tabloid.
Di certo, per ora il sorriso a David lo ha strappato la visione dello sketch televisivo per la trasmissione “Sport Relief” della Bbc che aveva registrato una settimana prima di farsi male con la star di “Gavin and Stacey”, James “Smithy” Corden, dove lo si vede immerso in una vasca da bagno e poi in accappatoio, in relax, mentre legge una copia del Corriere della Sera. Adesso, invece, Beckham è nella sua casa dell’Hertfordshire, altrimenti nota come “Beckingham Palace”, e fra qualche giorno lui e la Posh dovrebbero rientrare a Los Angeles, dove sono rimasti i tre figli. Tre figli che potrebbero presto diventare quattro, come insinua ancora il Daily Star, visto che Vic avrebbe deciso di sfruttare la convalescenza del maritino per mettere in cantiere il quarto erede, con la speranza che questa volta si tratti di una bambina.

lunedì 15 marzo 2010

Stagione finita per Beckham

Stagione finita per David Beckham. Crudele, conciso. È il verdetto dell'infortunio - la rottura del tendine d'Achille della gamba sinistra - che l'inglese ha patito ieri sera contro il Chievo, nel posticipo della 28ª giornata, quella che ha riportato il Milan a -1 dall'Inter. Ma la gioia di aver forse definitivamente riaperto il discorso in chiave scudetto in casa rossonera è offuscata dalla notizia del k.o. dell'esterno destro. Che oggi ha lasciato il suo albergo milanese attorno alle 11 per dirigersi all'aeroporto: da lì il decollo per Helsinki, dove si sottoporrà a intervento chirurgico. Una mazzata per David, accolto dall'ovazione del suo Old Trafford solo pochi giorni fa. Lì Leonardo lo aveva fatto partire dalla panchina, e nel giorno più buio della stagione del Milan, travolto dallo United, l'inglese era stato l'unico sorriso rossonero: acclamato dal pubblico, positivo in quelli spiccioli di minuti giocati. Ieri, a San Siro, tornato titolare, nel giorno della festa Milan - che ora può e deve credere nel tricolare, la sua è la nota stonata: stagione finita, Mondiale saltato, e sarebbe stato il quarto. Manca il lieto fine.
Il paradosso vale anche per il Mondiale, come spiega Adriano Galliani, che nel momento del bisogno ha teso la mano a Becks: "Probabilmente starà fuori per cinque o sei mesi. Nello spogliatoio l'ho abbracciato e gli ho detto che se vuole l'anno prossimo strà con noi. Lui è venuto al Milan per essere convocato da Capello, purtroppo è il calcio. Ma ha una grande forza d'animo". Il c.t. dell'Inghilterra ieri sera aveva lasciato la porta aperta al talento ex Manchester United: "Gli ho fatto gli auguri di pronta guarigione. Il Mondiale? Lo aspetto ancora". Stamani l'ultima sconsolata dichiarazione: "Sono molto triste per l'infortunio di David, sembra proprio che dovrà saltare i Mondiali, sarà un'assenza pesante".
In effetti c'è poco da fare. Parola del chirurgo che lo opererà stasera o domani, in Finlandia (l'arrivo di Beckham ad Helsinki è previsto a metà pomeriggio). "Per ricominciare a tirare calci e giocare ci vorranno circa tre mesi. Per la massima performance e il massimo di calci e salti, forse ci vorrà un mese in più: tre-quattro mesi prima che sia in grado di fare una partita leggera", ha detto Sakari Orava. Il luminare - che nel recente passato ha operato sportivi del calibro di Checi e Howe - ha anche spiegato l'intervento previsto: "Si tratta di una rottura totale del tendine di Achille. Se c'è una qualche debolezza può essere fatto un trapianto da un vitello per rendere la zona fratturata più forte". Il Mondiale in Sudafrica inizia l'11 giugno, tra meno di tre mesi. Troppo presto per Becks. Il Times riporta anche le parole del portavoce del giocatore, secondo il quale Victoria, la moglie di Beckham, "Sta tornando in Europa perchè è molto preoccupata per lui".
"Il suo infortunio - ha detto ieri sera un Leonardo scuro in viso - ci fa stare male. Questa è una vittoria emozionante, ma la mancanza di David non ci fa gioire appieno. Lui ha capito che si trattava di qualcosa di importante, ha sentito il muscolo salire, ed è qualcosa che succede quando ti fai male al tendine".
Dedica a Becks anche per l'autore del gol partita contro il Chievo: "Quando si fa male qualcuno è sempre molto brutto - ha detto -. Per lui e per tutti quelli che sono per ora infortunati dobbiamo cercare ora di dare il massimo".
l"Sto partendo per la Finlandia per vedere uno specialista e sottopormi a dei controlli. Sono triste ma voglio ringraziare tutti per i messaggi di supporto". Queste le prime parole post infortunio, dalle pagine del suo sito personale, di Beckham.

Nesta operato: si allena fra 30 giorni

È terminata l'operazione di Alessandro Nesta, a Villa Stuart. Il difensore centrale del Milan si è sottoposto all'intervento chirugico da parte parte del professor Mariani. Gli è stato intaccato il menisco esterno del ginocchio destro. Ma c'è una buona quanto inaspettata notizia. Il tendine popliteo non era staccato, come temuto dallo staff medico rossonero. E quindi l'infortunio è meno grave di quanto paventato. Tra 30 giorni il difensore potrà quindi riprendere ad allenarsi. Il suo campionato, dunque, potrebbe non essere finito, e Nesta potrebbe rientrare sul più bello della possibile volata scudetto. Il difensore del Milan - che ha rifiutato il ritorno in Nazionale - potrebbe dunque tornare papabile anche come candidato ad una maglia azzurra nel caso in cui il c.t. Lippi tornasse alla carica. Anche se le possibilità di vederlo in Sudafrica sono esigue.
"L'A.C. Milan comunica che oggi il calciatore Alessandro Nesta è stato sottoposto a intervento chirurgico presso la clinica Villa Stuart di Roma dal professor Pier Paolo Mariani alla presenza del medico sociale dottor Massimo Manara. L'esame artroscopico preliminare - si legge nella nota del club rossonero - ha evidenziato una rottura del menisco esterno, che è stata regolarizzata sempre per via artroscopica. Contestualmente, è stata eseguita in artrotomia una tenodesi del tendine popliteo e una capsuloplastica esterna. Alessandro Nesta verrà dimesso nei prossimi giorni e dovrà rimanere immobilizzato per due settimane con un tutore postoperatorio. Al termine di questo periodo inizierà un percorso rieducativo e si prevede un reinserimento alla sua attività atletica tra 30 giorni".

domenica 14 marzo 2010

Milan-Chievo 1-0

Ci siamo!!!! Il Milan perde pezzi, ma guadagna punti: al 91', con un destro pazzesco, di quelli doc che portano la firma sul pallone, Clarence Seedorf inventa il gol della vita. E' la rete che porta i rossoneri a un punto dall'Inter dopo una partita sofferta e disperata, contro un avversario, il Chievo, che se la gioca fino all'ultimo e che nel primo tempo va anche in gol, poi annullato. E' la vittoria del cuore, che non cancella tutti i problemi del Milan evidenziati con la lente di ingrandimento da un ottimo avversario. Anzi, la sfida lascia in eredità l'infortunio di Abate (distorsione al ginocchio) e il dramma di Beckham che, per la rottura del tendine d'Achille sinistro dice probabilmente addio al sogno Mondiale. Ripartire da Manchester è dura, ma l'impresa del Catania avrebbe stuzzicato la fantasia di chiunque. Leonardo deve però fare i conti con la realtà dopo una settimana di sconcertanti forfait. Così schiera una difesa un po' retrò, con Favalli e Zambrotta a fare da chioccia ad Abate e Thiago Silva; conseguenza dei degli infortuni di Nesta, Antonini e Bonera. Chi si aspetta Seedorf dietro il tridente rimane deluso. Leo si affida a Gattuso, Pirlo e Ambrosini, con Beckham avanzato sulla linea degli attaccanti.
Confermato il Chievo di Di Carlo. E' il consolidato 4-3-1-2, con Pinzi alle spalle di De Paula e Pellissier. Pressing a tutto campo e spinta sulle fasce sono i punti di forza, sommati a un'organizzazione difensiva che tiene a bada senza dannarsi più di tanto le intenzioni di Borriello e Ronaldinho. I primi 45 minuti ci raccontano di un Milan malaticcio e confuso; in affanno quando i veronesi spingono, con le idee poco chiare in fase offensiva. Il primo squillo è di Ronaldinho al 4', un rasoterra di poco a lato. Il Chievo non specula; anzi, fa pressing e affronta il nemico, spavaldo e senza timore reverenziale. Ma raccontare dei tentativi rossoneri è superfluo. A parte il colpo di testa di Borriello al 24' (parato in due tempi da Sorrentino) su cross perfetto di Beckham, sono gli ospiti a sorprendere e recriminare. Al 42' infatti, dopo avere colpito la traversa con Mantovani, i gialloblù vanno in vantaggio con Yepes che infila sulla corta respinta di Abbiati. Bandierina alzata e nemmeno una protesta, mentre Abate lascia sconsolato il campo, probabilmente per una distorsione al ginocchio. Un altro colpo alla difesa che ritrova dopo una vita anche Oddo.
Il Milan anemico e triste fatica maledettamente anche nella ripresa. A dare forti scossoni ci provano i leoni. Beckham lotta su ogni palla. Ambrosini sbrana gli avversari. Ma non c'è la lucidità necessaria per sfondare il muro del Chievo che all'8' si scatena in contropiede con la spina nel fianco Pellissier, oscurato dall'uscita di Abbati. Al 12' Ronaldinho confeziona la migliore occasione da gol del Milan, con un colpo di testa di poco a lato. Magico, poco dopo, è il destro a giro del Gaucho. La palla sibila e sembra dentro, ma va a sbattere sul palo. La spinta è maggiore e l'ingresso di Inzaghi per Gattuso convince il Chievo a chiudersi di più. Ma con la vista annebbiata non vai lontano. I veronesi lo capiscono e di tanto in tanto affondano grazie alla spinta di Marcolini e Luciano. Meno impetuoso rispetto al primo tempo, ma comunque pericoloso, come il destro al volo al 25' del brasiliano che si perde a lato. Incredibile, dopo la sostituzione di De Paula con Ariatti, il facile affondo nella molle difesa rossonera di Luciano che con un esterno destro dal limite conclude fuori.
Dinho sfiora ancora il gol, ma l'occasionissima capita a Beckham al 39'; sembra fatta, invece Sorrentino si immola come un kamikaze sui piedi dell'inglese. Ma il finale della partita prevede anche l'ultima mossa di Leonardo: quella dell'ingresso di Seedorf al posto di Pirlo. Illuminante: con un micidiale destro dal limite l'olandese infila nel sette opposto. Poco prima era uscito Beckham, dolorante e quasi in lacrime. Dopo aver appoggiato male il piede, l'inglese saltella zoppicando verso la panchina. La prima frammentaria diagnosi sarebbe rottura del tendine d'Achille. L'ultima brutta notizia di serata per il Milan. Perchè l'inter è a un punto.

sabato 13 marzo 2010

Leonardo: "Bello essere lì vicini"

Dalla delusione di Manchester alle buone notizie che arrivano da Catania: il Milan esce dalla Champions ma si ritrova in pienissima corsa per il campionato. Leonardo ci crede: "Non sarà determinante la sconfitta di ieri dell'Inter, mancano ancora troppe partite ma è bello essere lì vicino e in lotta per far diventare il campionato sempre più vivo. È bello essere lì presenti, specialmente dopo una partita come Manchester".
Alla vigilia della partita contro il Chievo impossibile non dare un occhio alla classifica: "Possiamo andare a -1, ma poi mancano altre dieci partite e sono tante. Dobbiamo essere costanti e continuare a pensare partita dopo partita, cercando di mantenere il gioco che abbiamo fatto per gran parte della stagione, che è poi ciò che ci ha portato alla situazione di oggi. Col Chievo ci vuole tutto da tutti. Ci sono tanti giocatori allo stesso livello, ci vuole tanta voglia di sacrificio e di soffrire perchè sarà una gara difficile". Sull'eliminazione in Champions, Leonardo ha ammesso che "visto lo 0-4 finale, di sbagli ce ne sono stati tanti. Ma è stato uno 0-4 diverso da quello con l'Inter. In quel derby c'era una squadra senza identità, a Manchester ci abbiamo provato, poi abbiamo preso il primo gol ed è stata tipo boxe, un colpo dopo l'altro". Per quanto riguarda Nesta, Leonardo ha ancora una piccola speranza che la stagione del suo difensore non sia chiusa: "Una piccola speranza mi rimane, vediamo se possiamo seguire una linea conservativa ma si tratta sicuramente di un problema importante". Spunta anche un'ipotesi di un futuro come c.t. del Brasile: "Penso solo alle 11 gare da giocare da adesso, non penso ad altro e non so niente. Berlusconi? Non è assolutamente disinteressato, anzi lo vedo molto interessato".
E se prima dell'andata della sfida fra Inter e Chelsea Leonardo aveva detto di tifare per l'amico Ancelotti, ora ha cambiato idea, anche per evitare il sorpasso della Germania nel ranking Uefa: " Questo ranking inizia a dar fastidio davvero, non è bello pensare che una grande squadra italiana possa stare fuori dalla Champions. A parte Carlo e a parte tutto, non so cosa fare. Forse vorrei che l'Inter andasse avanti".

Nesta: rottura del tendine

Non arrivano buone notizie da Roma. Alessandro Nesta ha infatti riportato la rottura del tendine popliteo del gionocchio destro. E' l'esito della visita effettuata a Villa Stuart dal professor Mariani. "Nei prossimi giorni dovremo valutare se il caso di fare l'operazione o meno - detto lo stesso Nesta -. Stagione finita? "Non lo so; anche nel caso dovessi operarmi potrei rientrare per la fine del campionato". Ottimismo moderato, poiché in realtà difficilmente potrà tornare a giocare nel finale di stagione. Anche nell'ipotesi si rinunci all'intervento i tempi di recupero sarebbero non meno di 45 giorni e rischiare un rientro per l'ultima di campionato non avrebbe senso. Svanisce anche il sogno di Marcello Lippi di portarlo al Mondiale. Il rossonero, tra l'altro, interpellato su un eventuale ritorno in Nazionale ha ribadito che per lui il discorso azzurro è chiuso da tempo. In proposito Alessandro è stato chiaro: "Per me è un discorso chiuso e basta".
Intanto Adriano Galliani è tornato sulle parole di Silvio Berlusconi, dopo il crollo di Manchester. "Quelle di Berlusconi sono dichiarazioni d'amore per il suo Milan, ben vengano. È chiaro che chi ha grandi amori le delusioni le sente. Io non ho potuto ancora parlarci, non so se ha davvero spento la televisione come ho letto su qualche giornale. Ma comunque si tratterebbe di un segno di amore. Io temo semmai il disinteresse, non certo il sentimento". L'a.d. rossonero ha voluto ringraziare i tifosi rossoneri che hanno applaudito la squadra all'aeroporto di Manchester. "La cosa migliore di questa trasferta - ha aggiunto - è stato il nostro pubblico, la meravigliosa curva che ha seguito la squadra all'Old Trafford, che l'ha applaudita alla fine. A differenza di quanto è accaduto in altre circostanze a squadre eliminate, ho sentito solo incoraggiamenti e applausi".
Il Milan, dunque, deve ripartire dal campionato. "Bisogna fare bene per riconquistare la qualificazione alla Champions del prossimo anno - ha affermato Galliani -. Certo, l'infermeria della squadra rossonera è piena di titolari. Non faccio il medico vediamo cosa diranno i medici. Di sicuro non c'è solo Nesta, ma anche Pato, Antonini, Bonera. È un peccato perché sono giocatori che avrebbero dovuto giocare a Manchester". A chi gli ha chiesto di un possibile approdo di Leonardo sulla panchina del Brasile, ha risposto seccamente: "Questa mi è nuova. Leonardo ha un contratto con noi. Abbiamo undici partite da giocare, al resto penseremo dopo".

giovedì 11 marzo 2010

Nesta a rischio campionato

E sul 2-0 di Rooney, Silvio Berlusconi ha spento la tv. Almeno nel racconto dei senatori invitati all'ormai tradizionale cena del mercoledì a Palazzo Grazioli. Il premier, nel vedere il "golden boy" infilare per la seconda volta Abbiati, ha pronunciato queste parole: "Chi è del Milan?". Alcuni dei presenti hanno confessato il loro credo rossonero. "Beh. Vi dispiace se spegniamo? E' meglio se chiudiamo il televisore..." è stata la replica del patron rossonero che non è apparso turbato dal risultato e non ha nemmeno chiesto il punteggio finale. Tutto al condizionale ovviamente. Ma al di là dei racconti e degli aneddoti, è innegabile che il rapporto tra il numero 1 del Milan e la società si è col tempo sbiadito. Un distacco evidente, sottolineato anche dalla decisione di mettere la parola fine a operazioni faraoniche. Adesso ci si domanda quali possano essere le ripercussioni psicologiche sulla squadra. Leonardo è sicuro che la reazione sarà immediata, proprio come accadde dopo i tonfi nei due derby con l'Inter. Ma la caduta degli dei coincide anche con la lunga serie di infortuni. In primo piano quello di Alessandro Nesta che tiene il Milan in ansia. Leonardo ieri sera, nel dopo gara, non ha nascosto la sua preoccupazione: "Il ginocchio destro è gonfio; temo che possa essere un infortunio serio". La società avrebbe escluso il menisco, ma non viene allontanata l'ipotesi di un intervento chirurgico. Un macigno che mette in discussione il finale di stagione, visto che mancano due mesi al 16 maggio, ultima di campionato. E sfuma anche il sogno del c.t. Marcello Lippi di convincerlo a rientrare in Nazionale per partecipare al Mondiale in Sudafrica. Se ne saprà di più domani mattina, quando il centrale rossonero "verrà visitato a Roma presso la clinica Villa Stuart dal prof. Mariani per gli esiti di un trauma al ginocchio destro a livello del comparto esterno", si legge sul sito web del Milan. Nesta k.o., ma anche Bonera (colpo a un polpaccio) e Antonini, per cui è stata fatale la rifinitura all'Old Trafford. Senza dimenticare, poi, che contro il Chievo non è garantita la presenza di Pato, come lui stesso ha ammesso nella notte all'aeroporto di Manchester prima di volare a Milano.
Leonardo dopo il crack ha ammesso che sarà impossibile dimenticare il flop di Manchester, convinto però che una sconfitta così netta fa a cazzotti con una stagione assolutamente all'altezza. Milan-Chievo in notturna (domenica alle 20.45) diventa quindi il primo banco di prova dopo il tracollo. In campo scenderà una squadra incerottata che deve trovare subito il riscatto se vuole davvero tenere testa all'Inter. Leo è il primo a crederci. Adriano Galliani conferma: il 4-0 è il nuovo punto di partenza.

mercoledì 10 marzo 2010

Manchester United-Milan 4-0

Rooney tre e quattro; i due dell'andata e i due del ritorno. Ma anche Park e Fletcher, tanto per arrotondare e fissare sul 4-0 il punteggio finale di Manchester United-Milan. Micidiale la voce sul tabellone: aggregate (totale gol nei due match) 7-2. Il grande sogno si frantuma in una notte da cancellare dopo una giornata di voci e supposizioni; di infortuni inaspettati. I Red Devils schiantano il Milan, che esce con le ossa rotte dal confronto. Nel futuro resta il campionato. Ma quanto peserànella testa il tracollo di Manchester?
Chissà quali tormenti Leonardo nel veder cadere come birilli, dopo Pato, anche Nesta e Antonini. Forfait che hanno dell'incredibile, dopo una vigilia scoppiettante. Ma c'è poco da versare lacrime. Prendere o lasciare. Ecco così comporsi una difesa inedita e assolutamente improponibile: Abate, Thiago Silva, Bonera e Jankulovski. Una difesa più debole e quindi un centrocampo più muscolare con Flamini a destra, mentre Beckham deve accontentarsi della panchina. Il tridente è quello noto senza Pato. Inevitabile il ghigno di Ferguson che però rinuncia a Rafael e schiera un difensore puro come Neville. Di Berbatov nemmeno l'ombra: basta Rooney.
Bastano infatti tre minuti al fuoriclasse per esaltare l'Old Trafford con un rasoterra dal limite che sfiora il palo alla destra di Abbiati. Wayne è micidiale; al 6', pur pressato, si aggiusta la palla anche se mira alto. Sessanta secondi dopo tocca a Gary Neville: alto di pochissimo. Da paura. Ma all'8' Ronaldinho apre una crepa sulle convinzioni dello United con un colpo di testa che pare dentro. Huntelaar al 10' non infila da due passi sul cross perfetto di Thiago Silva; Abbiati para su Nani. Difesa allegra. Che spiana la strada a Rooney: colpo di testa tagliato che Abbiati vede infilarsi sulla sua destra: è il 13'. L'Old Trafford diventa l'Everest.
Eppure il Milan il cuore ce lo mette, anche se ci vorrebbe ben altro per spaventare gli inglesi. Pirlo, particolarmente ispirato, al 20' impegna Van der Sar. Dal regista rossonero partono tutte le iniziative. Ma ci vorrebbero ben altri solisti al suo fianco. La serata non promette nulla di buono. Ambrosini non incide, obbligando Flamini a coprire le ripartenze dello United che, come a Milano, controlla agevolmente per poi innescare il ritmo assatanato di Park, le intuizioni geniali di Rooney e gli affondi sulla fascia di Neville, che sembra un ventenne. Al 45' tocca a Fletcher, con un destro dalla distanza ad accarezzare il palo. Borriello? Non pervenuto. Huntelaar? Al suo seguito; impacciato per tre volte nei pressi di Van der Sar. Poi i disastri in difesa.
Ci vorrebbe qualcosa di epocale per gridare al miracolo. Leonardo intanto deve accusare anche l'infortunio al polpaccio di Bonera. Inserisce Seedorf e arretra in difesa Ambrosini. Mentre Beckham si scalda e raccoglie l'applauso dei tifosi. Propositi di vendetta e invece, 49 secondi dopo, Nani con un lancio illuminato spiana la strada a Rooney, e battere Abbiati è un giochetto: 4 gol tra andata e ritorno. Strepitoso. Il 2-0 fa a pezzi i sogni del Milan e amplifica i meriti di un Manchester che domina al piccolo passo. Al 9' Abate mette sulla fronte di Huntelaar la palla del 2-1, ma l'olandese che ha il solo compito di spingere in avanti la fronte, conclude incredibilmente alto a un passo da Van der Sar. Roba da chiudere i battenti e andare subito a casa. Anche perché al 14' Scholes fa filtrare in area tra Ambrosini e Jankulovski per Park (bestia nera dai tempi del Psv) che batte per la terza volta Abbiati. L'ingresso di Beckham al posto di Abate sembra quasi una beffa in una notte da tregenda. Ma gli applausi dell'Old Trafford sono da brividi. Gli stessi rivolti a Rooney che lascia al 21' per Berbatov. Così forti da oscurare l'ingresso in campo di Inzaghi. E nella festa Becks diventa un eroe, anche quando al 29', con un bolide brucia le mani a Van der Sar. Lo stadio in piedi gli tributa tutto il suo amore. Ma si dimentica subito del passato per festeggiare il gran gol di Fletcher su invito di Rafael. The end. Il Milan crolla e volta pagina.

Allarme difesa: Antonini e Nesta si fermano

Adesso l'allarme è in difesa. Macigni su Leonardo che deve inventarsi un reparto a poche ore dalla sfida di Old Trafford. Due le grosse novità: Nesta ha un ginocchio gonfio (causa un problema al menisco) e Antonini è fuori dai giochi perché non ha smaltito il lieve infortunio subito sabato sera a Roma, al punto che potrebbe raggiungere Pato in tribuna. Andiamo per gradi. Se Nesta non dovesse farcela (proverà allo stadio prima della gara), Bonera si sposterebbe al fianco di Thiago Silva, lasciando libero il posto a destra ad Abate, mentre a sinistra potrebbe toccare a Zambrotta: assente da tempo, ma apparso in spolvero nella rifinitura di ieri sera. Se invece Nesta stringendo i denti dovesse scendere in campo, allora Bonera tornerebbe a sinistra
Come ha detto Leonardo, questa sera servirà un Milan "globale": gruppo compatto votato alla leggenda. Galliani incrocia le dita e sogna un ritorno in Italia con le bollicine. Il campionato gli interessa; eccome. Ma vuoi mettere la Champions? Ecco perché scegliere con oculatezza gli uomini da schierare contro la corazzata di Ferguson sarà il primo atto. Sale così in cattedra tutta l'intelligenza tattica di Leonardo, tormentato però da due dubbi.
La notte di Manchester gli avrà dato buoni consigli? A centrocampo dove solo Pirlo e Ambrosini sono sicuri di scendere in campo. Galliani ha detto: "Sulla destra abbiamo tre opzioni: Beckham, Gattuso, Flamini". L'inglese dal primo minuto nello stadio che lo ha fatto grande? Nella rifinitura Beck ha sfoderato una forma eccellente, ma anche Flamini farebbe a botte pur di giocarsela con Rooney. Un vero dilemma, perché anche in questo caso Leonardo ha molte alternative.
Ben diversa la situazione in attacco. La risposta definitiva l'ha data proprio Pato che nell'ultimo allenamento ha solo corso e niente più. Dirottamento in tribuna per il "Papero", quindi, mentre Huntelaar, nel tridente con Borriello e Ronaldinho, sogna una notte da leoni. Identica a quella di Filippo Inzaghi che immagina titoli a sei colonne e aspetta solo un cenno da Leonardo, a caccia di quello che gli riesce meglio: il gol. Magari della qualificazione.
rischi ranking — Adriano Galliani deve avere incassato malvolentieri l'eliminazione della Fiorentina a opera del Bayern Monaco. Questione di ranking Uefa; un tema a cui l'a.d rossonero è molto sensibile. In ballo c'è il famoso quarto posto Champions che proprio la Germania ci potrebbe soffiare. Manchester United-Milan diventa quindi fondamentale in chiave rossonera, ma anche per il calcio italiano che rischia di ridimensionarsi.

lunedì 8 marzo 2010

Leonardo convoca Pato

La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto questa mattina ha dato il via libera a Leonardo che lo ha inserito nella lista dei convocati. Pato domani volerà a Manchester; e con lui anche Clarence Seedorf. Ventidue rossoneri per continuare a sognare e per dare sostanza alle buone sensazioni di Leo. "Possiamo realizzare qualcosa di eterno" ha detto il tecnico dopo il pareggio di Roma. Resta da capire con quale attacco. La convocazione di Pato non è un'idea scaramantica. Il "papero" in questi due giorni continuerà ad allenarsi e a sottoporsi a terapie, piscina compresa. Ma la logica delle cose porta a pensare che la talentuosa punta brasileira dovrebbe partire da una comoda panchina e, in caso di mosse disperate, subentrare a partita in corso. All'Old Trafford, quindi, il Milan potrebbe iniziare con il tridente dell'Olimpico che a Leonardo è piaciuto tanto. A cominciare da Huntelaar esterno destro, con Borriello in mezzo e Ronadinho a sinistra. Insomma, ancora il doppio centravanti, perché contro i Red Devils ci sarà poco da speculare. E Beckham? Con la necessità di andare a rete, la sua presenza nel tridente sfuma, anche se a centrocampo resta una porta aperta. Ma serviranno muscoli e grinta per fare filtro. Probabile quindi l'impiego di Gattuso al fianco di Pirlo e Ambrosini.
Da definire, infine, gli esterni della difesa. Bonera è il più accreditato a destra, mentre a sinistra Leonardo ha solo l'imbarazzo della scelta: uno tra Antonini, Abate, Zambrotta e Jankulovski. Arbitrerà la partita il ticinese Massimo Busacca; fischietto tra i più accreditati. Considerato tra più affidabili al mondo. Ce ne sarà bisogno."Sarà una partita molto dura, ma niente è impossibile - spiega Ronaldinho a Uefa.com -. Sarà una gara molto bella. Abbiamo bisogno di un risultato positivo quindi giocheremo per la vittoria e anche loro, essendo in casa se la giocheranno, perché Ferguson li fa sempre giocare così". Ma il Gaucho assicura: "Il Milan ha una forte tradizione in Champions League, quando gioca in questa competizione tutti sanno che il Milan farà il Milan; so cosa vuol dire vedersi davanti le maglie del Milan e ora che indosso io questa maglia ne avverto la forza". "Sarebbe meraviglioso", quindi arrivare alla finale di Madrid e ripetere il successo coronato con il Barcellona nel 2006: "Resterà per sempre nella mia testa il momento in cui ho alzato la Champions accanto a Puyol".

sabato 6 marzo 2010

Roma-Milan 0-0

Fra Roma e Milan, vince l’Inter che se domani riuscirà a superare il Genoa aumenterà in maniera forse decisiva per lo scudetto il suo vantaggio sulle inseguitrici. Ai punti probabilmente vincerebbe la squadra di Leonardo, più in palla, più aggressiva e mobile sulle gambe. Ma gli ultimi brividi al match li regala la Roma, con un gran sinistro di Riise sul quale serve il miglior Abbiati. Su tutti Andrea Pirlo, che giganteggia in mezzo dove né Perrotta, né De Rossi riescono ad arginarlo. Proprio il compagno di Nazionale nel finale gli concede metri e palla per un cross al bacio che di testa Huntelaar spreca malamente. Leonardo dà un segnale forte alla Roma e anche ai suoi, schierando un tridente dal doppio centravanti. Vuole vincere, ma all’inizio i tre - Dinho a sinistra, con Borriello in mezzo e Huntelaar sempre molto vicino a destra - rimangono troppo alti e con la Roma che fa la partita, il Milan rimane spaccato in due tronconi e non riesce a far gioco. È il momento migliore per la Roma, quello iniziale. Pizarro, al rientro, è ispirato e Vucinic tocca di fino. Grande movimento e ne approfitta De Rossi per un inserimento in slalom palla al piede: molto bello il dribbling secco su un certo Nesta, ma il tiro da dentro l’area non è all’altezza della fama del capitano. L’unica parata complicata per Abbiati arriva poco dopo per un destro da fuori, carico d’effetto, di Baptista: deviato in angolo.
In mezzo al primo tempo però i rossoneri ritrovano equilibri. Grazie soprattutto ad Andrea Pirlo che con sagacia tattica, le qualità tecniche riconosciute dal mondo intero e un grande dinamismo, "accorcia" il Milan, chiama più centralmente Ronaldinho, fino a quel momento statico sulla fascia sinistra, e con palla che gira rapida a terra la difesa romanista - guidata da un attento Juan - fatica un po’. Proprio una iniziativa da trequartista del brasiliano Il primo quarto d’ora della ripresa è quasi un incubo per la Roma, costretta negli ultimi 20 metri, da una squadra davvero messa bene in campo, con gli attaccanti che pressano sui primi portatori di palla. È Borriello il più pericoloso. Il napoletano prima effettua un pericoloso tiro cross, sul quale Huntelaar è in ritardo, poi ha una grande occasione quando riesce a scavalcare pure Juan e sul sinistro secco trova la respinta di Julio Sergio, di piede. A questo punto Ranieri manda in campo Toni, assente dal 23 gennaio (Juventus-Roma) che si rivela un’ottima mossa. Perché il centravanti riesce a tener palla sui lanci lunghi dalla difesa e così consente ai suoi di salire e rifiatare, scavalcando il pressing milanista. Leonardo risponde rinforzando la fascia destra con i freschi innesti Beckham e Abate, spostando a sinistra Bonera. Riise se commette svarioni da brivido in fase difensiva, lì davanti confeziona un bel cross con Vucinic che piazza di testa sul palo più lontano, dove Abbiati non può arrivare: la palla sfila fuori. Ed è l’inglese a confezionare il cross teso sul quale Dinho salta con grande tempismo col pallone esce davvero di un soffio. Colpi da k.o. che non arrivano e Roma che ferma a 9 il suo filotto di vittorie consecutive in campionato all’Olimpico.
Riecco Tagliavento dopo il tanto discusso Inter-Sampdoria, tra l’altro diretto bene. Il direttore di gara umbro stavolta sbaglia soltanto una valutazione, proprio in avvio. Quando un intervento durissimo di Flamini, coi tacchetti sullo stinco di Perrotta, meriterebbe il giallo, che Tagliavento tirerà fuori correttamente per il francese alla mezz’ora per un’entrata scomposta su De Rossi. Avesse sventolato subito il cartellino Flamini sarebbe stato espulso e la partita tatticamente sarebbe parecchio cambiata. Perché Leonardo non avrebbe potuto permettersi il lusso di tenere tre attaccanti.

venerdì 5 marzo 2010

Leonardo: "Penso solo ai tre punti"

"Sono giorni interessanti" dice Leonardo in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Milan. Li chiama interessanti. Centottanta minuti che ti possono rivoltare una stagione e li chiama interessanti. Ma Leo è così. Mai squilli di tromba, mai frasi roboanti. Contenuto e garbato. Il tecnico rossonero sa bene di essere davanti al bivio, anche se dopo la Roma ci sarà ancora tanto da pedalare.
Obiettivo primario: vincere all'Olimpico; altro risultato non è contemplato. "Dobbiamo pensare solo alla vittoria - sottolinea -. È un confronto diretto che va al di là dei tre punti, che però possono creare un avvicinamento o un distacco importante tra le due squadre". Leonardo affila le unghie. Questa Roma non gli piace affatto. "Noi e i giallorossi abbiamo una storia simile - analizza -; due squadre che hanno iniziato con grandi difficoltà, poi hanno trovato gioco e risultati e ora sono lì, una seconda e l'altra terza. Sarà davvero una sfida spettacolare". Partitona davanti al tutto esaurito. Dodici contro undici. Leo avverte: "Con i rientri di Toni e Pizarro hanno di nuovo tutta la rosa a disposizione. A parte il risultato di Europa League, la Roma ha prodotto un ottimo gioco, dimostrandosi molto competitiva. Ha dimostraro tuitto il suo valore vincendo anche quando in situazioni difficili".
Pato? Assente. Ma la novità è la non convocazione di Mancini, ritenuto il sostituto ideale del giovane connazionale. "Mancini ha lavorato questa settimana dopo l'infortunio con l'Udinese, ma ha sentito ancora la fatica - spiega -; l'ho lasciato a casa per precauzione; per farlo recuperare al massimo. Deve guadagnare la condizione. Pato? Il suo infortunio è meno grave del previsto, ma è difficile ancora dare una valuitazione. Lunedì ne sapremo di più: una contusione muscolare anche se è piccola non deve essere trascurata".
Chi sarà allora il compagno di tridente con Borriello e Ronaldinho, ammesso che sarà tridente? Beckham o, addirittura, Abate? Sorride Leonardo: "Sinceramente abbiamo le alternative. Non ho ancora scelto, ma la notte porta buoni consigli". La Roma e il Manchester United. Su una cosa l'allenatore non ha dubbi: "Niente tatticismi. Dobbiamo vincere e quindi mantenere il nostro stile di gioco. Abbiamo perso e vinto senza mai cambiare il nostro atteggiamento tattico e sarà ancora così". Leo conosce bene i suoi ragazzi. Come loro vive questi giorni con grande attesa, "perché è bello giocare queste partite", anche se deve rinunciare a totem come Seedorf (solo ieri è tornato ad allenarsi con la palla) o Gattuso (squalificato). Un pensiero anche ad Alessandro Nesta, alle prese con il corteggiamento della Nazionale: "Credo che sia una cosa personale. E' difficile dire di no alla Nazionale. Va lasciato tranquillo; deve valutare lui. Sta giocando tanto; a volte lo ha fatto in condizioni difficili. Fantastico dopo quello che gli è successo; una fatica tremenda. Nesta è diventato un simbolo".

mercoledì 3 marzo 2010

Dunga chiude a Pato e Dinho

"Ronaldinho e Pato hanno avuto le loro chance di affermarsi nella Selecao durante le Olimpiadi, ma non è bastato". Lo ha dichiarato il c.t. brasiliano Dunga alla stampa brasiliana ieri notte dopo la vittoria del Brasile sull'Irlanda per 2-0 a Londra. Chiaro e deciso l'ex giocatore della Fiorentina: "Ognuno ha avuto la possibilità di mostrare cosa aveva da dare, ho dato a tutti i giocatori cinque o sei opportunità per giocare. Adesso spetta a me decidere chi andrà in Sudafrica. Quello che importa è l'impegno e ciò che si mostra in campo. Il primo criterio per andare ai Mondiali è questo, poi vengono l'entusiasmo, la passione per la Selecao, l'emozione di vestire la questa maglia".
Anche Pelè ha dato ieri il suo appoggio alle scelte di Dunga, con l'unica eccezione del giovanissimo astro del Santos, Neymar, che l'ex fuoriclasse vorrebbe tra i convocati per il Sudafrica. Pelè ha invece avuto parole dure per Ronaldo ("la sua epoca è passata"), mentre per Ronaldinho ha detto che c'è ancora tempo, anche se ha subito aggiunto: "È stato lo stesso Ronaldinho a sconvocarsi...Non serve a niente che giochi bene adesso se giocava male prima".