sabato 6 agosto 2011

Milan-Inter 2-1


Il Milan conquista il primo trofeo della stagione battendo a Pechino l’Inter 2-1. Supercoppa strappata ai nerazzurri grazie a dieci minuti di fuoco nella ripresa, dopo un primo tempo più nerazzurro che rossonero, gestito grazie al gran gol di Sneijder su punizione. Nel secondo tempo, con un pressing devastante la squadra di Allegri ribalta il risultato con i gol di potenza di Ibrahimovic e Boateng. Sfida comunque poco tecnica, risolta dai guizzi dei singoli. Il Bird’s Nest ribolle di tifo; settantamila supporter di rara efficacia che nel grande spot del calcio italiano fanno una figurone. Venuti da Pechino e dintorni per vedere Stankovic, pienamente recuperato nel centrocampo a 5, dove Gasperini inserisce anche Alvarez e Obi, aiutati nel compito da Zanetti e Motta. La difesa è a tre: Ranocchia, Samuel e Chivu. Poi Sneijder alle spalle di Eto’o. Tifosi con il mugugno, perché al fianco di Ibra, Allegri piazza Robihno, preferito all’amatissimo Pato che sembra non garantire una partita intera. Poi il Milan di sempre, con la solita difesa, Abate, Nesta, Thiago Silva e Zambrotta, e il centrocampo olandese, Van Bommel e Seedorf, con l’aggiunta di Gattuso. Il primo tempo ribalta i timori della vigilia legati alla sommaria preparazione atletica e al caldo. Invece il ritmo è subito alto e le milanesi fanno subito capire di tenerci troppo. Il primo squillo è di Robinho al 6’, ma il brasiliano scrive la prima ”x” nella casella delle occasioni fallite, dopa una veloce triangolazione con Ibra. Ma l’Inter reagisce velocemente e per una mezzora buona addomestica a suo piacere la partita. I nerazzurri applicano alla perfezione tutti i dettami di Gasp: velocità sulle fasce e penetrazioni centrali, mettendo in chiara difficoltà i rossoneri. Al 10’ Obi si distingue per una penetrazione bruciante e un cross in mezzo all’area che viene neutralizzato da Nesta. Al 18’ Stankovic con una giocata brasiliana al limite conclude alto. Poi il gol, anzi, lo splendido gol di Sneijder, una punizione a fil di palo nel sette che Abbiati sfiora appena. L’olandese in odore di partenza va ad abbracciare Gasperini, mentre la curva nerazzurra va in delirio. Gambe di legno e confusionario in fase di costruzione del gioco, il Milan che subisce a tratti la manovra e lo strapotere fisico dell’Inter, si sveglia al 39’, quando Robinho pesca dalla sinistra Boateng in mezzo all’area, ma il ghanese arriva in ritardo. Al 40’ Ibra colpisce di testa il palo, a confermar ancora una volta che il tocco decisivo può passare da lui.

All’inizio della ripresa Gasp arretra furbescamente Zanetti in difesa, dando per scontata la reazione del Milan. I rossoneri infatti partono forte e al 7’ con Seedorf sfiorano il pari. Snejider ci prova un minuto dopo, sfuggendo ancora una volta alla marcatura di Van Bommel. Le squadre si allungano, la fatica sale, ma i rossoneri sembrano avere molta rabbia più in corpo. In successione arrivano infatti i gol di Ibra e di Boateng. In pressing, al 15’, Robinho serve a destra Seedorf che mette in mezzo; lo svedese si abbatte sulla palla e insacca. Inutili le proteste nerazzurre per un presunto fuorigioco del milanista. Replica al 24’ con il ghanese che alla stessa maniera infila in rete la palla respinta dal palo sul rasoterra di Pato, entrato al posto di Robinho sette minuti prima. L’ingresso del brasiliano regala più velocità alla manovra del Milan che si permette il lusso di colpire in contropiede l’Inter a caccia del pari. Entrano anche Ambrosini e Emanuelson (fuori Gattuso e Boateng) da una parte, Faraoni, Pazzini e Castaignos (out Alvarez, Stankovic e Obi) dall’altra. L’olandesino nerazzurro si mette subito in evidenza con un cross calibrato dalla destra per Eto’o, il cui colpo al volo è fuori misura, mentre il suo gol del 94’ viene annullato per offside. Il Milan riesce a gestire il risultato: il primo derby della stagione è suo; l’Inter saluta ancora una volta Pechino a mani vuote.

MILAN-INTER 2-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Sneijder (I) al 22’ p.t.; Ibrahimovic (M) al 13’, Boateng (M) al 24’ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso (dal 30’ s.t. Ambrosini), Van Bommel, Seedorf; Boateng (dal 37’ s.t. Emanuelson); Robinho (dal 17’ s.t. Pato), Ibrahimovic (Amelia, Bonera, Yepes, Cassano). All: Allegri .
INTER (3-5-1-1): Julio Cesar; Ranocchia, Samuel, Chivu; Zanetti, Thiago Motta, Stankovic (dal 29’ s.t. Pazzini), Alvarez (dal 18’ s.t. Faraoni), Obi (dal 37’ s.t. Castaignos); Sneijder; Eto’o. (Castellazzi, Bianchetti, Muntari, Pandev). All: Gasperini.
ARBITRO: Rizzoli. Assistenti Copelli-Grilli.
NOTE: spettatori 70.000 circa. Ammoniti Gattuso, Zambrotta per gioco scorretto, Motta e Ambrosini per proteste. Recuperi :1’ p.t., 5’ s.t.

mercoledì 27 luglio 2011

Milan-Internacional Porto Alegre 2-4 d.c.r.


L'Inter batte il Milan ai rigori. Non è un pronostico per la Supercoppa, ma un risultato. L'Inter però è l'Internacional di Porto Alegre e si tratta della finale per il terzo posto dell'Audi Cup. Dopo aver perso ai rigori coi padroni di casa del Bayern, i rossoneri bissano la sconfitta dal dischetto. Pessime le esecuzioni, con quattro rigori su quattro ssbagliati. Renan para quelli di Valoti, Cassano e Pato, Oddo calcia sul palo. Non bastano i gol di Ibrahimovic (bel colpo di tacco) e e Pato (dopo una bella azione corale). Fra le note positive le buone trame in attacco di Ibra Pato e Robinho, fra quelle negative qualche disattenzione di troppo in difesa e la "maledizione" rigori. Il Milan chiude al quarto posto, ma contava soprattutto migliorare la forma in vista di Pechino. Come già contro il Bayern il Milan parte forte, e trova presto il gol: segna ancora Ibrahimovic, e lo fa con un bel tocco di tacco su un cross basso di Robinho, che aveva chiuso un triangolo con Seedorf su azione d'angolo. Dopo il vantaggio c'è ancora parecchio Milan, ma pian piano l'Internacional prende coraggio e trova il pareggio al 23' con Leandro Damiao, 22enne centravanti. A inizio ripresa l'occasione migliore per il Milan: all'8' Pato servito da Robinho ha la porta spalancata ma centra il palo. La rete personale è solo rinviata: al 15' l'azione parte con Robinho, che trova il triangolo con Ibrahimovic: entrato in area attira i difensori e scarica per il connazionale. Tocco facile e 2-1. Sembra tutto in discesa per i rossoneri, che però falliscono il 3-1 e subiscono il pareggio da D'Alessandro, che sfrutta un rimpallo e si infila in area fra difensori un po' distratti. Rispetto alla gara di ieri Allegri conferma il modulo (4-3-1-2), ma solo tre uomini nell'undici iniziale: restano Abbiati, che farà posto a Roma a inizio ripresa, Gattuso a centrocampo e Ibrahimovic in attacco. Lo svedese stavolta fa coppia con Pato, con Robinho a ispirare. Il più in palla è sempre Zlatan, ma anche Binho fa vedere qualche giocata, mentre Pato non sfrutta un paio di occasioni prima di trovare il gol e sbloccarsi (meglio nel secondo tempo). A centrocampo insieme a Ringhio ci sono Ambrosini e Seedorf, tutta nuova la difesa con Zambrotta, Thiago Silva, Yepes e Antonini. La difesa ogni tanto si fa sorprendere, come in occasione del gol brasiliano quando Gilberto scappa in velocità a Yepes, mentre Thiago Silva ed Abbiati sono in ritardo sul tocco di Leandro Damiao. I "titolari" restano in campo poco più di un'ora, poi iniziano i cambi con Valoti, Boateng e Cassano (una occasione a testa) che rilevano Gattuso, Robinho e Ibra.

Bayern Monaco-Milan 6-4 d.c.r.

Per una eventuale sfida ai campioni d'Europa bisognerà aspettare. Il Milan perde ai rigori contro i padroni di casa del Bayern e domani si dovrà accontentare della finale per il terzo posto della Audi Cup, contro l'Internacional di Porto Alegre (sconfitto dal Barça). La prima sfida internazionale della stagione si chiude con un pareggio 1-1 nei tempi regolamentari, e con un 6-4 dopo i calci di rigore: segnano tutti i rigoristi tedeschi (l'ultimo è quello di Schweinsteiger), segno Robinho, Oddo e Thiago Silva per i rossoneri, ma è decisivo l'errore di Paloschi. Undici metri a parte, la squadra di Allegri, priva di Seedorf e Inzaghi, soffre parecchio nel primo tempo, ma si consola con la buona forma di Abbiati e Ibrahimovic, già pronto al derby. Il Milan parte meglio dei tedeschi, dimostrandosi subito pericoloso in contropiede anche grazie a un Ibrahimovic già in palla. Al 4' un lancio da centrocampo lo pesca solo di fronte a Neuer: lo svedese addomestica bene il pallone e fa 1-0. Ibra è in gran forma, i rossoneri sono veloci nelle ripartenze: al 12' Zlatan fa un gran numero e lancia Cassano solo di fronte al portiere. Il barese non è altrettanto freddo e si fa stoppare. Sono lampi, perché il Bayern pian piano prende possesso del campo: la squadra bavarese ha due settimane di lavoro in più nelle gambe e si vedono tutti: Robben fa impazzire il nuovo acquisto Taiwo, Gomez mette in difficoltà la coppia centrale (Nesta-Bonera, con Abate sulla sinistra), Kroos è molto attivo e si libera bene al tiro. E' proprio lui a trovare il pareggio al 34': gli concedono lo spazio per la conclusione e lui di sinistro infila nell'angolino basso: 1-1. Alla fine il migliore dei rossoneri risulterà Abbiati, che dopo il pareggio salva più volte il risultato. I cambi si susseguono, destrutturando la squadra che era partita con il solito 4-3-1-2, con Gattuso, Van Bommel e Emanuelson a centrocampo e Boateng a ispirare le due punte. Nel corso della ripresa Allegri ritrova alcuni dei protagonisti della Coppa America con gli ingressi di Robinho, Thiago Silva e nel finale di Pato. Col passare dei minuti cala anche la pressione del Bayern, nonostante il pubblico, numerosissimo, provi a spingere i suoi verso la finale col Barcellona. Arriverà comunque, dal dischetto.

mercoledì 20 luglio 2011

Solbiatese-Milan 0-12

Dodici gol (tripletta di Ibrahimovic), tanti spunti positivi ma anche parecchie cose da rivedere. E’ finita così, com’era logico visto che era la prima uscita di stagione, la partita del Milan con la Solbiatese. Grande protagonista Zlatan Ibrahimovic: diciamo insomma che il Milan ha ricominciato la stagione più o meno come l’aveva finita. Lo svedese aveva nelle gambe soltanto un giorno e mezzo di allenamento, eppure è partito sparato. La Solbiatese, certo, rappresentava uno sparring partner ideale per un giocatore della sua classe e del suo fisico, ma ugualmente la partenza a razzo sorprende, soprattutto se paragonata alle prestazioni di alcuni compagni di squadra. Ancora indietro Cassano, bene Van Bommel e Seedorf nel primo tempo, mentre in quello del secondo hanno brillato soprattutto i ragazzini, De Sciglio e Comi. Paloschi e Inzaghi, coppia d’attacco non bene assortita visto le caratteristiche di tutti e due, ha prodotto meno gol degli attaccanti che avevano giocato i primi 45 minuti. Inzaghi, il più applaudito, ha segnato il gol numero 11, che ha acceso l’entusiasmo dei tifosi, 4.500 circa. La rete più bella però è probabilmente quella segnata da Urby Emanuelson, il giocatore che più di tutti sta lottando contro il fantasma di mister X: Allegri lo ha utilizzato nel secondo tempo come mezzala sinistra al posto di Seedorf, e il ragazzo si è dato molto da fare dimostrando di possedere le doti tecniche e fisiche che servono per ricoprire quel ruolo. Ma la via del posto in squadra è lunga e piena di ostacoli. Emanuelson non sarà l’unico a dover lottare per una maglia da titolare in questo Milan.

A margine del test, tiene banco l'argomento mercato. "Al momento non ci sono operazioni - ha spiegato Galliani - nè in entrata nè in uscita, poi il mercato chiude il 31 agosto e tutto può succedere". Per esempio, può succedere che un certo mister X lasci la misteriosa penombra nella quale Galliani l'ha astutamente relegato. "Mister X potrebbe arrivare come potrebbe non arrivare - ha detto Galliani - comunque è bene identificato. Non si sa se è lontanissimo o vicinissimo, vediamo se negli ultimi giorni di mercato si presenta o si volatilizza".

FORMAZIONE E RETI Milan (4-3-1-2): Abbiati (31' pt Amelia, 15' st Roma); Antonini (1 st Abate), Nesta (1' st Ferreira, 29' De Sciglio), Oddo (1' st Bonera), Taiwo (1' st Zambrotta, 37' st Fossati); Flamini (1' st Gattuso), Van Bommel (1' st Ambrosini), Seedorf (1' st Emanuelson); Valioti (1' st Boateng); Cassano (1' st Paloschi, 37' st Comi), Ibrahimovic (1' st Inzaghi). All: Allegri. Marcatori: nel pt, 3' Seedorf; 5' Ibrahimovic, 6' Cassano, 12' Valoti, 13' Flamini, 29' e 40' Ibrahimovic; nel st, 4' Paloschi, 14' Zambrotta, 24' Emanuelson, 31' Inzaghi, 39' Comi.

lunedì 27 giugno 2011

Hamsik: "Il Milan sarebbe una svolta"

Marek Hamsik è uscito allo scoperto. Lo ha fatto dalle colonne della Pravda, rivelando il suo desiderio di vestire la maglia del Milan: "Sarebbe una svolta per la mia carriera, so che Galliani e Allegri mi hanno elogiato. Io sono giovane, ma al momento non ho vinto nulla e direi che adesso è arrivata l’ora di cominciare a farlo". Parole che fanno tremare i tifosi del Napoli e finalizzate a mettere De Laurentiis davanti a un bivio: trattenere un giocatore che vuole cambiare aria o reinvestire i soldi di un’eventuale cessione di Hamsik su un altro campione? Una domanda cui il presidente azzurro dovrà rispondere nei prossimi giorni: "De Laurentiis non vuole cedermi? Si, è vero – ammette Hamsik -. Nulla, però, è certo e io so che posso parlare di qualsiasi cosa con lui perché è un uomo generoso". Di sicuro, però, per lasciar partire il suo gioiello il presidente del Napoli chiederà una cifra importante. Marek, tuttavia, sembra deciso a trasferirsi altrove, pur volendo rimanere nel nostro Paese: "E’ sempre difficile capire il momento giusto per andar via – continua lo slovacco -. Non so con quale squadra giocherò nella prossima stagione, ma ho voglia di cambiare maglia. Ritengo concluso il mio ciclo a Napoli, però non voglio muovermi dall’Italia. Sono qui da sette anni, ho imparato la lingua e fatto conoscere il mio nome. Per me sarebbe un passo importante approdare in un club come il Milan. A metà luglio si conoscerà il mio futuro”. A Napoli le dichiarazioni di Hamsik hanno già fatto rumore, lui però nei confronti dei tifosi si dimostra molto riconoscente: "Il pubblico del San Paolo è molto esigente, in casa lo stadio è sempre pieno. L'ambiente è fantastico, i napoletani meritano grandi successi". Quelli che lui sembra voler provare a conquistare altrove.


sabato 25 giugno 2011

Ufficiale El Shaarawy!

"E' andato tutto bene, dal 12 luglio si comincia a lavorare. Non vedo l'ora". A parlare è il nuovo attaccante del MilanStephan El Shaarawy, al termine delle visite mediche sostenute questa mattina. A chi gli ha chiesto cosa ha provato a indossare per la prima volta i pantaloncini e la maglia di allenamento dei rossoneri, il giocatore ha raccontato le sue emozioni. "Indossare questa maglia è una grandissima soddisfazione - ha osservato -; sono contento, onorato ed emozionato. Un esordio proprio contro l'Inter di Gasperini? Il nuovo tecnico nerazzurro è stato un grandissimo allenatore per me, mi ha fatto esordire al Genoa e mi ha insegnato tante cose sia dal lato calcistico che dal lato umano". A proposito del numero di maglia, infine, l'attaccante ha già le idee chiare: "Prenderò il 92; proprio quello che avevo a Padova. Terrò quello". "Galliani gli ha detto che deve prendere il posto di Kakà e questa cosa gli ha riempito il cuore". E' questo il retroscena svelato dall'agente di Stephan, Roberto La Florio. "Galliani gli ha detto: 'va bene che dici di volere giocare con lui, ma adesso non può venire al Milan. Per cui devi dire che devi prendere il suo posto'. Il ragazzo è carico al massimo. Ha fatto le visite mediche ed è rimasto colpito dalle parole dei dottori Meersseman e Tavana che gli hanno detto che per modo di fare e modo di muoversi ha proprio lo stile Milan".

giovedì 26 maggio 2011

Galliani: "Serve una mezz'ala"

La Gazzetta dello Sport di oggi illustra come si svilupperà il colpo del mercato: il passaggio di Marek Hamsik dal Napoli al Milan. Silvio Berlusconi ha dato il via libera. Pronti 20 milioni di euro, al massimo 25, per far indossare la maglia rossonera allo slovacco. Ma Adriano Galliani ama tenere tutti sulle spine con suoi chissà, magari, forse. "Abbiamo finalmente finito di discutere i contratti con i giocatori in rosa; a questo punto rimangono 11 calciatori ai quali scadrà il contratto nel 2012. Fino alla fine del prossimo campionato quindi non parlatemi più di rinnovi" sottolinea l'a.d. rossonero al suo arrivo in Lega per la riunione della commissione incaricata di trovare una soluzione per la ripartizione dei diritti tv. Rinnovi ok. Ma adesso ci vuole la famosa mezz'ala sinistra. Conferma: "Si, ci manca solo una mezz'ala sinistra", una sorta di "mister X" su cui non si sbilancia. Dice solo che "difficilmente sarà un giocatore proveniente da un grande team europeo" e che "piuttosto sarà un emergente". "Un po' come lo fu Kakà quando lo acquistammo per 7 milioni di euro" spiega Galliani. "Ganso? Non mi risulta che sia una mezz'ala sinistra come del resto Pastore" precisa. Per poi aggiungere: "Asamoah lo è, come del resto anche Hamsik, Fabregas, Bale e Van Der Vaart, sbizzarritevi per tutta l'estate per scoprire chi sarà". Il solito Galliani, insomma, che si congeda con una battuta su Cassano: "Con Antonio non ci sono problemi, resta con noi perché ha un contratto fino al 2014, lui non ha problemi con il Milan e noi non abbiamo problemi con lui".

Da Napoli nel pomeriggio è arrivata la risposta di De Laurentiis, che ha invitato Berlusconi a farsi avanti se è davvero interessato al 23enne slovacco: "Non siamo un supermercato, eventualmente una gioielleria. Berlusconi mi conosce, e eventualmente mi chiama". Galliani allora corregge il tiro: "Noi non vogliamo Hamsik" dice uscendo dalla riunione di Lega. Ma il dubbio rimane.

mercoledì 25 maggio 2011

Nesta: "Per la Champions bisogna comprare"

Fresco di rinnovo, Alessandro Nesta fa un bilancio sulla stagione del Milan e delle sue prospettive in un'intervista rilasciata a Sky. "Il Milan - commenta il difensore rossonero -. ha vinto lo scudetto perché la società ha speso tanto. Avevamo un gap importante nei confronti dell’Inter. Quest’anno il Milan ha investito molto, loro sono un po’ calati e alla fine credo sia stato uno scudetto meritato perché siamo stati sempre in testa e abbiamo vinto gli scontri diretti con Inter e Napoli. Allegri la chiave? Il mister è arrivato con molta umiltà, mettendo delle regole e facendosi rispettare. Poi credo abbia fatto anche un grande lavoro tattico, inserendo i nuovi nel modo giusto. La sua importanza in questo scudetto è notevole. Il derby di ritorno e la partita a Torino con la Juventus sono state quelle decisive". Nesta parla poi della scelta di rinnovare il contratto. "Ci sono degli obiettivi importanti. Mi auguro di giocare e di stare bene fisicamente, visto che ne ho passate tante. E poi, di vincere ancora perché chi è abituato a vincere non s’accontenta mai. Pirlo alla Juve? Andrea è uno degli ultimi geni del calcio perché quello che ho visto fare a lui in questi anni l’ho visto fare a pochi. Anche alla Juve farà la differenza. Mi mancherà perché sono stato in camera con lui per nove anni, è un amico importante". Il difensore affronta il tema Champions, competizone che ha respinto abbastanza seccamente il Milan quest'anno. "Bisogna comprare qualche campione perché dobbiamo confrontarci con Barcellona e Real Madrid. Penso che la società abbia le idee chiare. Leonardo? Con lui ho avuto un bel rapporto. Non lo vedo come un traditore. E’ un professionista che ha fatto le sue scelte, è stato coraggioso e da me avrà sempre rispetto". Nesta elogia poi il suo compagno di reparto Thiago Silva. "Nel suo ruolo credo sia il più forte in questo momento. Non so se io dopo questa stagione continuerò, vedremo come sto mese dopo mese. Certo, chiudere con un'altra Champions non guasterebbe..."

martedì 24 maggio 2011

Udinese-Milan 0-0

"I preliminari sono importanti" recitava lo striscione di un gruppo di tifosi friulani. Accontentati. E' sufficiente il punto conquistato grazie allo 0-0 con il Milan per permettere all'Udinese di tornare a respirare aria di Champions. Bella la prestazione contro i campioni d'Italia che giocano un vivace primo tempo, sfiorando un paio di gol, e oppongono una resistenza nella ripresa in cui sale in cattedra Amelia che para un rigore a Di Natale e compie parate decisive che evitano la sconfitta ai rossoneri. Amelia schierato all'ultimo momento fra i pali, con l'esordiente Didac Vilà alla sinistra della difesa dal primo minuto, potrebbe far pensare a un Milan sazio e dimesso, poco propenso alla battaglia; per nulla intenzionato a sostenere il probabile gran ritmo dell'Udinese a caccia del preliminare Champions. Francesco Guidolin infatti schiera il meglio, con quei due lì davanti che farebbero paura a chiunque. Di Natale e Sanchez, infatti, sono i terminali offensivi sempre sul pezzo, supportati da un centrocampo pesante, dove Asamaoh e Inler fanno la differenza. I bianconeri partono bene, macinano chilometri a gran ritmo; i rossoneri non perdono però la testa e rispondono con la solita difesa ben organizzata. Parrebbe un monologo friulano e il palo di Di Natale, al 19' su punizione, ha il suono del segnale decisivo. Invece a quel punto l'Udinese si sgonfia, subendo il possesso palla avvolgente del Milan che ipnotizza e riparte, creando occasioni con Boateng, Pato e Cassano. Le fiammate del Diavolo fanno paura all'Udinese che proprio non ha voglia di rischiare e rovinare tutto all'ultimo minuto. Le notizie che arrivano da Lecce tengono in tensione la squadra di Guidolin, perché la Lazio domina a suon di gol. Allora a salire in cattedra sono di Natale e Sanchez che però devono fare i conti con un Amelia pronto a rispondere con grandi interventi; soprattutto sul cileno, che irrompe in area e sfodera un diagonale degno del suo nome. Ma il Milan non ci sta a perdere, anche se si limita a moderare il ritmo. Perde però Pato, per un infortunio alla spalla sinistra: tocca a Robinho. Al 28' Sanchez inaugura i cinque minuti più spettacolari della partita. L'attaccante che piace a mezzo mondo fa scintille portandosi dietro tutto il Milan e in area subisce il fallo di Seedorf. Il rigore è netto. Tira Di Natale, ma Amelia devia la palla sul palo. E' senza dubbio la serata del portiere che devia incredibilmente al 31' la palla a giro calciata da Di Natale dalla bandierina. E se non è Amelia a fare i miracoli, ci pensano addirittura traversa e palo insieme a dire di no a Inler al 32'. Sono gli ultimi fuochi, perché Guidolin ordina ai suoi di fare possesso e accontentarsi del pari. L'Europa che conta è conquistata. Si festeggia al Friuli, mentre i rossoneri sollevano in trionfo Andrea Pirlo che saluta dopo dieci anni di successi.

mercoledì 18 maggio 2011

Pirlo dice addio mentre Pippo e Nesta rinnovano

Andrea Pirlo e il Milan si separano. Il centrocampista col contratto in scadenza il 30 giugno 2011, è stato intercettato da Sky Sport 24 all'ingresso della sede rossonera in via Turati 3 a Milano. "Sono qui per i saluti. Sono stati 10 anni indimenticabili quelli vissuti al Milan. E' stata una decisione consensuale. Non ho parlato con la Juve" ha detto il centrocampista, che proprio domani compie 32 anni. La Juventus avrebbe offerto a Pirlo un triennale. Alessandro Nesta e Flippo Inzaghi saranno nella rosa del Milan anche nel 2011-12. Il difensore 35enne e l'attaccante 37enne hanno firmato i rinnovi di contratto anche per la prossima stagione. Nesta, 35 anni compiuti lo scorso 19 marzo, è arrivato al Milan nel 2002 e in rossonero ha disputato in totale 296 partite, segnando 9 gol. Inzaghi, che il prossimo 9 agosto taglierà il traguardo dei 38 anni, è arrivato al Milan nell'estate 2011: in rossonero ha giocato in tutto 290 partite segnando 125 gol. I rinnovi del difensore e dell'attaccante campioni del Mondo nel 2006 seguono quelli di Mark Van Bommel e Flavio Roma, sempre fino al 30 giugno 2012, siglati ieri, e al prolungamento fino al 2016 del contratto di Thiago Silva, che proprio in coppia con Nesta ha reso la difesa del Milan la meno battuta della Serie A quest'anno. Il Milan ha ancora 4 giocatori in scadenza di contratto al 30 giugno 2011: Massimo Ambrosini, Clarence Seedorf, Marek Jankulovski e Nicola Legrottaglie. Intanto è iniziata l'avventura col Milan di Taye Taiwo, esterno sinistro difensivo che i rossoneri hanno prelevato dal Marsiglia. Il 26enne nigeriano, in Francia dal 2005, ha sostenuto le visite mediche: "Sono molto contento, per me è un onore giocare con la maglia del Milan - ha spiegato a Sky Sport -. Il mio giocatore preferito? Zlatan Ibrahimovic".

martedì 17 maggio 2011

Thiago Silva rinnova fino al 2016!

Thiago Silva prolunga, Van Bommel e Roma resteranno anche l'anno prossimo, per Seedorf fumata grigia. E' l'esito della prima giornata di incontri in via Turati tra il Milan e i 9 giocatori in scadenza di contratto. Con un comunicato apparso sul sito ufficiale, il Milan ha fatto sapere di aver prolungato fino al 30 giugno 2016 il contratto di Thiago Silva, e rinnovato fino al 30 giugno 2012 quelli di Mark Van Bommel e del terzo portiere Flavio Roma. Restano da valutare le posizioni di Massimo Ambrosini, Alessandro Nesta, Andrea Pirlo (su cui è forte l'interesse della Juventus), Filippo Inzaghi, Nicola Legrottaglie e Marek Jankulovski. Resta incerto anche il futuro di Clarence Seedorf, nella lista dei giocatori col contratto in scadenza il 30 giugno. L'olandese è stato a colloquio con la società in via Turati, e all'uscita ha raccontato come era andata: "E' tutto rimandato alla prossima settimana - ha detto il 35enne sbarcato per la prima volta in Italia nel 1995 -. Prima vogliamo vincere domenica a Udine, poi ne riparleremo. Comunque sono soddisfatto: io vorrei restare perché con questa società c'è un bel rapporto".

Silvio Berlusconi lo aveva invitato a tornare dopo la festa scudetto rossonera ("E' un uomo straordinario, siamo pronti ad accoglierlo a braccia aperte se volesse tornare al Milan" le parole del patron). Ma Ricardo Kakà di Milan per ora non ne vuole sapere. Il 29enne brasiliano, a Londra per un evento organizzato dal suo sponsor, ha chiuso la porta in faccia alla squadra che lo ha lanciato nell'Olimpo del calcio mondiale. "Sono a Madrid e voglio restare qui - ha detto il brasiliano, ospite del suo sponsor assieme a Montolivo, Llorente, Van Persie e Nani -. Non è vero che penso all'Inghilterra o all'Italia. Voglio vincere con il Real e nella mia testa, oltre alle merengues, c'è solo il Brasile". Kakà, arrivato al Milan nel 2003, con i rossoneri si è consacrato campione, arrivando anche al Pallone d'oro 2007, prima di lasciare Milano per Madrid nell'estate 2009.

sabato 14 maggio 2011

Milan-Cagliari 4-1

Tutta la classe del Milan e per il Cagliari non c'è scampo. Nella serata che più rossonera non si può, i neo campioni d'Italia, nonostante le bollicine e un po' di pancia piena, festeggiano nel migliore dei modi il diciottesimo scudetto con un 4-1 ineccepibile. Ancora più godereccio perché pennellato da una spettacolare doppietta di Robinho e da un gol di Gattuso, il beniamino per eccellenza. Fissata poi da Cossu, che regala un gioiellino d'alta scuola, e da Seedorf che firma il poker suggellando una stagione strepitosa. Ma come coniugare l'euforia con la concentrazione? Difficile davanti a ottantamila spettatori, venuti da ogni dove per festeggiare il titolo, la maggioranza a piedi, dopo un pomeriggio di assoluta gloria e una settimana galleggiante tra lampi tricolori e fulmini rosanero. Massimiliano Allegri, contro il suo passato un po' gli rode per l'uscita dalla Coppa Italia, e per l'ultima a San Siro e per la consacrazione fa sul serio, anche se non schiera tra i titolari Pirlo e Ibrahimovic, quest'ultimo spedito in tribuna per il noto problema alla caviglia destra. E' la serata di Emanuelson e Yepes, ma anche del Cagliari di Roberto Donadoni, che torna sul "suo" campo in una serata anche per cuori teneri, inaugurata dalla sfilata dei rossoneri con prole a carico fra il delirio del popolo rossonero. Clima festaiolo che Nainggolan scuote al 3' con un bel tiro dalla distanza che sorvola di poco la traversa, quasi a voler sottolineare che è il caso di giocare anche a pallone. Lazzari lo ribadisce cinque minuti più tardi, Acquafresca al 14' quando manca in scivolata il più facile dei gol nell'area piccola. Forse un po' troppo per lo stadio che ribolle e chiede gol. Così al 16' Robinho pesca Pato ben piazzato in area, il cui colpo di testa è troppo debole per impensierire Agazzi che poco dopo deve usare il grande istinto per alzare in angolo un fendente di Robinho. E' il colpo di frusta che spacca la partita. Il Milan vestito di nuovo (con le righe sottili come tantissimi anni fa) alza il ritmo e comincia a divertirsi regalando spettacolo puro: al 22' quando Robinho intravede sullo sfondo la spiaggia di Ipanema e sfonda centralmente scaricando un destro a giro che buca Agazzi sul secondo palo; al 24', allorché Gattuso (la seconda volta quest'anno) capitalizza di testa da fuori area una corta respinta del portiere rossoblù. Al 34' Seedorf consegna a Pato una palla pazzesca che il brasiliano conclude male, ma ritardando di poco il 3-0. Bello e magistrale il contropiede con assist di Pato all'amico Robinho, troppo in palla per sbagliare e bissare nello stesso angolo. Quanta roba! Ma il primo tempo si congeda con un po' di gloria per il Cagliari che accorcia con Cossu, dopo avere gabbato Yepes e infilato con eleganza Abbiati. La seconda parte della gara, che inizia con Pirlo al posto di Ambrosini, è inevitabilmente inebriata dai fumi della festa, ma non per il Cagliari che ci mette un po' di pepe e manca la rete all'11' quando Perico da distanza siderale impegna seriamente Abbiai. Intanto tra i sardi Ragatzu rileva Missiroli, mentre Flamini sostituisce Gattuso. Al 24' Robinho si mangia il quarto gol, proprio mentre Inzaghi si scalda e fa impazzire la Curva, ormai carica e in delirio perché prima del suo ingresso, Pato consegna l'assist anche a Seedorf per poi cedere il passo a Pippo. Ora la festa è completa...

venerdì 13 maggio 2011

Allegri: "Dopo le vittorie al Milan si guarda avanti"

E' un Massimiliano Allegri sorridente e rilassato quello che si presenta davanti ai cronisti, anche con un certo ritardo vista la quantità di impegni a Milanello alla vigilia della festa-scudetto: "Contro il Cagliari dovrebbero giocare tutti, dobbiamo fare il nostro dovere fino alla fine. I ragazzi tengono a chiudere la stagione, in casa davanti al proprio pubblico, nel migliore dei modi. La concentrazione non sará quella delle partite migliori però domani non vogliamo fare brutta figura. Inzaghi? Mi fa piacere che si sia allenato con la squadra, lo impiegherò quando starà bene". Sul Cagliari"Mi fa piacere rivedere il presidente e i ragazzi che mi hanno dato la possibilitá di arrivare al Milan. Sia per me che per loro sará bello rivedersi in questo momento, noi festeggiamo lo scudetto e anche loro, anche se è da tanto che si sono assicurati la salvezza, possono festeggiare". "Mi girano ancora un po' le scatole per martedì, ci tenevo ad andare in finale di Coppa Italia. Ma domani è giusto festeggiare, sono due-tre anni che una squadra non vinceva lo scudetto con questo anticipo, abbiamo condotto il campionato dalla decima, è una soddisfazione per noi e per i tifosi. Comunque al Milan ho imparato che quello che hai fatto conta per la bacheca, ma l'indomani bisogna pensare subito ai nuovi traguardi". Sui giobani: "I ragazzi che hanno giocato non sono stati solo utili, ma decisivi come Strasser. Ne utilizzeremo ancora, visto che l'anno prossimo tre dei nostri andranno in Coppa America". Gli chiedono del caso Gattuso: "E' chiuso guardiamo avanti, aspettiamo il prossimo caso...". Poi il mercato: "Parleremo con la società la prossima settimana, io farò le mie valutazioni, raggiungeremo un accordo, ma sono convinto che la società mi metterà a disposizione una rosa adeguata. Scambio Ibra-Kakà? Non ne so nulla"."Credo di aver sbagliato e anche abbastanza, ma è stato un anno importante perchè abbiamo vinto e perchè ho avuto la possibilità di conoscere tutto l'ambiente e lo spogliatoio - spiega Allegri -, l'anno prossimo sicuramente partirò avvantaggiato perchè già conosco quasi tutti". "Ringrazio quelli della vecchia guardia perché hanno aiutato me e anche i ragazzi nuovi, facendogli capire come si deve stare al Milan".

giovedì 12 maggio 2011

Berlusconi: "Kakà sarebbe accolto a braccia aperte"

Silvio Berlusconi è tornato a parlare dello scudetto conquistato a sette anni di distanza dal titolo firmato Ancelotti: "E meritato - ha dichiarato a Radio Kiss Kiss - e al Milan siamo felici perché ci siamo confermati come squadra più titolata al mondo. Nel corso della stagione abbiamo passato momenti drammatici, con tanti infortunati, soprattutto tra gli attaccanti, ma alla fine siamo riusciti a vincere". Ancora una volta ha citato Santiago Bernabeu, "il numero due della storia del calcio". Ma è andato oltre: "A lui i tifosi hanno dedicato lo stadio, a me basterebbe che mi dedicassero un'ala, una piccola iscrizione nello stadio di San Siro in cui si dice 'Il Milan ebbe a vincere tutte queste cose, sotto la presidenza Berlusconi', mi farebbe piacere, mi accontenterei di questo. Vincere non è facile, bisogna fare tanti sacrifici economici e avere la fortuna dalla propria parte". Ma Berlusconi ne ha approfitato per dire la sua anche sul caso Gattuso-Leonardo: "Non ho mai pensato male di Leo; ho risposto a tutti coloro che dicevano tradimento, spiegando che il calcio è un settore professionistico e che ha fatto bene ad accettare un'offerta generosa". Quindi, dopo avere sottolineato la sua simpatia per il capitano della Roma Francesco Totti, il patron rossonero ha parlato anche di Kakà e del mercato: "Ricardo è un uomo straordinario, siamo pronti ad accoglierlo a braccia aperte se volesse tornare al Milan. Hamsik? Non penso che il Napoli sia intenzionato a cedere una sua star, anche in considerazione dei traguardi futuri ai quali ambisce" Ma quella di oggi è stata anche la giornata di Clarence Seedorf. Dopo tanti anni gli orizzonti dell'olandese potrebbero cambiare e a breve la società affronterà tutti i rossoneri con i contratti in scadenza. "Il mio rapporto con il Milan? Per tutti credo sia importante la chiarezza, purtroppo sono nella situazione che alle domande che mi rivolgono sul mio futuro dico che ho un appuntamento con il Milan. Non ci sono altre parole pronunciate rispetto a quelle che ho detto nell'ultima settimana" ha affermato il fuoriclasse a Sky Sport 24, a proposito del suo futuro in maglia rossonera. "Non ho chiesto e non voglio che sia un discorso legato al fatto che rimanga o meno. Non voglio sentire le voci dei media; ho un ottimo rapporto con Galliani e se ha qualcosa da dirmi me lo dirà. Ancora non è successo, sto ricevendo offerte da sei mesi, ma non ho fatto nulla per rispetto del Milan". Seedorf ci tiene a sottolinearlo senza risparmiare la sua autorevole ed educata critica: "Ci sono tante proposte, ma a differenza di altri non uso questo contro il Milan; voglio sapere qual è la posizione di Galliani per poter decidere. I grandi club, come Juve o Manchester, possono arrivare a un momento in cui si pensa che è meglio lasciarsi o sotoscrivere un nuovo contratto, ma è importante parlarsi. Ho sempre detto questo: avere Nesta, Ambrosini, Pirlo che a due settimane dalla fine della stagione non hanno avuto un chiarimento completo è una strategia che non condivido. Nel gioco del Milan si restringono gli spazi per qualcuno di noi? Ognuno può parlare per sé. Non parlo per gli altri. Non c'è nessuna polemica, rispondo solo alle domande che mi fanno. Se mi chiedono del contratto rimando tutto a Galliani perché non so nulla". Poi le voci sul Corinthians. Clarence sorride: "Anche questa è una storia vecchia, venuta fuori due mesi e mezzo fa. Così come ci sono altre situazioni. Ripeto, non è nel mio interesse usare qualcosa contro il Milan. Non ho parlato con nessuno per il rispetto che nutro per la società e Galliani. Oggi abbiamo vinto lo scudetto, sono una persona felice, abbiamo raggiunto un obiettivo importante. Poi ci penseranno il Milan e l'allenatore a valutare con chi andare avanti. Ci vuole chiarezza. Se fosse per le cifre andrei via subito in Russia o in Qatar dove sono pronti a fare spese folli. Oguno ha il diritto di lottare per quello che merita. Vediamo cosa mi verrà a dire il Milan. Non ho mai fatto scelte per soldi. Quando sono andato via dall'Inter ne ho lasciato davvero tanti per sposare un progetto".

martedì 10 maggio 2011

Palermo-Milan 2-1

La stagione del Milan si ferma allo scudetto conquistato aritmeticamente con la Roma. Il sogno della finale di Coppa Italia svanisce al Barbera dove il Palermo vince 2-1 e si conferma bestia nera del gruppo di Allegri: unica squadra italiana capace di battere due volte il Milan dall'inizio dell'anno. Decisivo il secondo tempo dei rosanero che passano con un colpo di testa di Migliaccio e raddoppiano su rigore con Bovo: penalty che costa anche l'espulsione a Van Bommel, subito imitato dallo stesso Bovo che ristabilisce la parità numerica. Inutile, anche se splendido, il gol di Ibra in pieno recupero. Delio Rossi non aveva alcuna intenzione di prolungare la festa del Milan e forte del 2-2 conquistato nell'andata di San Siro, ha scelto la partita d'attesa con uno schema ad albero di Natale in cui ha sacrificato Pinilla. Il tecnico romagnolo schiera infatti i due trequartisti Pastore e Ilicic a supporto di Hernandez. La parola d'ordine? Controllare i rossoneri che devono fare la partita a tutti i costi e puntare sul contropiede. Previsione facilmente azzeccata, perché i rossoneri scattano come velocisti sul fischio d'inizio di Rocchi. Massimiliano Allegri recupera Nesta in difesa, ma deve rinunciare a Zambrotta affidandosi ad Antonini. La gara-scudetto dell'Olimpico, però, lascia in eredità anche i problemi di Boateng e Ibra che il tecnico risolve piazzando Seedorf alle spalle di Robinho e Pato, e Pirlo alla sinistra del centrocampo, con Flamini a destra e Van Bommel vertice basso del rombo. Milan, come si diceva, subito in partita con la prima grande occasione fallita da Robinho al 3'. Pirlo scodella perfettamente al limite per il brasiliano che stoppa bene, ma poi mira alto con il solo Sirigu davanti. Un pressing che si concretizza all'8' quando il portiere rosanero respinge d'istinto sulla linea un violento tiro cross di Flamini, e al 14' con Seedorf che con il piede sbagliato (il sinistro), mira alto da splendida posizione. Il Palermo impiega un buon quarto d'ora per capirci qualcosa e solo Pastore con una conclusione dal limite spezza l'egemonia rossonera. A dire il vero con qualità e possesso palla il Milan fa la differenza imponendo una pressione costante che la difesa rosanero spesso risolve spazzando via la palla senza mezzi termini. E quando il Palermo si distende salgono in cattedra le magistrali coperture di Thiago Silva. Insomma neo campioni in evidenza che vogliono la finale, ma che faticano a trovare varchi tra i rosanero in difficoltà. Così tanto da indurre Delio Rossi a sostituire al 34' l'incerto Acquah con Bacinovic. Cambio a cui segue al 45' quello di Bonera che rileva Antonini, travolto involontariamente da Thiago Silva nel tentativo di fermare Ilicic; forfait causato da una distorsione al ginocchio destro. Il Palermo, bacchettato da Rossi, parte con più convinzione nella ripresa. Con un baricentro alto e più votato al pressing, cerca di spaventare il Milan, ma, eccetto un tentativo di Hernandez al 3', con poca lucidità. Pato risponde con un diagonale che allarga troppo al 5'. Affiora però la stanchezza e i neo campioni al 18' abdicano sulla consueta palla inattiva: angolo che Migliaccio sfrutta in tuffo di testa, approfittando di una pausa del migliore: Thiago Silva. Dopo il gol, Allegri corre ai ripari al 20' togliendo Seedorf per Ibra (forse in ritardo) e spostando nel ruolo di trequartista Robinho. Ma dopo la grande occasione capitata a Pastore, Van Bommel abbassa il sipario sulla partita commettendo fallo su Ilicic in area: una trattenuta che si traduce in espulsione e rigore che Bovo trasforma. Lo stesso Bovo che sessanta secondi dopo si fa cacciare per una scorretteza su Pato e che costringe Rossi a togliere Pastore per Munoz. Disperata la mossa di Allegri che sostituisce addirittura Nesta per fare spazio a Cassano, poco prima del doppio palo colpito con lo stesso tiro da Ibra. Che però non sbaglia al 49' lo splendido e inutile esterno destro del 2-1. In finale, contro la vincente di Inter-Roma, va meritatamente il Palermo, che a questo punto è quasi certo di tornare in Europa. Sicura già domani se si qualificherà l'Inter. Altrimenti dovrà attendere la fine del campionato, perché se la Roma arriverà fra i primi 6, il posto sarà comunque dei siciliani. Con la Juve spettatrice.

Galliani: "Presi Mexes e Taiwo"

"Visto che siamo una società e teniamo alla comunicazione, oggi ve la do io una notizia: abbiamo ingaggiato Mexes e Taiwo, due difensori sui quali punteremo molto". Parola di Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, che parlando con i giornalisti a bordo della nave da crociera sponsor del club rossonero aggiunge: "Cercheremo di rinforzare ulteriormente una squadra che va già bene così e non a caso ha vinto lo scudetto, ma non mi va di fare dei nomi. Posso però dire che faremo qualcosa in difesa". Su Pastore, prossimo avversario del Milan in Coppa Italia col Palermo, solo un commento: "Somiglia un po' a Kakà, ma in quel ruolo abbiamo già ottimi giocatori". Nessun riferimento esplicito, invece, al giovane brasiliano Ganso. L'acquisto del nigeriano Taiwo, in particolare, comporterà per il Milan la rinuncia a tesserare ulteriori extracomunitari in questa stagione. Come conferma il d.g. Braida, il terzino del Marsiglia ha avviato soltanto da poco le pratiche per acquisire il passaporto francese, dunque non potrà essere messo in lista come comunitario, operazione che non potrà nemmeno avvenire a campionato in corso. Sull'argomento, Galliani aggiunge di non aver ancora parlato col nuovo presidente dell'Aic Damiano Tommasi (al quale fa gli auguri), ma di volerlo sensibilizzare sulla necessità di aggiungere ulteriori posti per gli extracomunitari nei club, allo scopo di non penalizzare le squadre italiane nel confronto con la concorrenza europea. Intanto, però, c'è da festeggiare uno scudetto atteso a lungo, ma con un occhio già proiettato sul futuro. "Il nostro obiettivo di questa stagione era quello di interrompere l'egemonia in Italia dell'Inter e, come vedete, ci siamo riusciti - spiega Galliani -. Però, pur considerando lo scudetto un obiettivo di assoluta importanza, posso annunciare che, nella prossima stagione, il Milan tornerà alla sua naturale gerarchia di priorità e punterà alla riconquista della Champions League". Per farlo, però, non potrà seguire la strada dello stadio di proprietà, almeno nel breve periodo: "Sarebbe un sogno, ma fino al 2016 ci siamo impegnati con l'Inter e col Comune di Milano a giocare a San Siro - ricorda Galliani -, ottenendo che una parte più consistente del canone d'affitto venga destinata al miglioramento del prato e dell'impianto". Poi arrivano altre lodi per Massimiliano Allegri: "Uno dei nostri punti di forza di questa vittoria è stata la scelta dell'allenatore - sottolinea Galliani -, sceglierlo non è mai facile e comporta delle difficoltà, ti affidi all'intuito. Il presidente Berlusconi pensava che Allegri avesse il 'phisique du role', noi normalmente puntiamo a tecnici che prediligono il bel gioco, è questa la nostra costante in 25 anni di gestione della società rossonera. Era accaduto con Sacchi, appunto 25 anni fa, quando vedemmo giocare per quattro volte bene il Parma contro di noi, ed è accaduto con Allegri. Ho visto giocare bene il Sassuolo e poi anche il Cagliari, possiamo dire di aver indovinato, considerata la sua abilità tattica e la duttilità negli schemi utilizzati". Unica nota stonata le polemiche sui cori anti-Leonardo sentiti a Roma, con Gattuso tra i più "attivi", fatto che ha indotto la procura federale ad aprire un fascicolo. Galliani la vede così: "Credo che Rino sia stato trasportato dall'atmosfera e dai tifosi. E' una cosa che non va bene, ma non drammatizzerei. Io comunque a Leonardo voglio bene e non mi va di dire altro". Silenzio ribadito anche dopo la richiesta del tecnico interista di una presa di posizione ufficiale sull'episodio da parte del Milan.

domenica 8 maggio 2011

E adesso si tratta con i senatori

Ci sono quelli sicuri di partire, quelli che resteranno senz'altro e quelli del partito del "non so". Il Milan dell'anno prossimo dipenderà anche dai tanti giocatori in scadenza di contratto che Adriano Galliani incontrerà nei prossimi giorni e, se per alcuni il destino è già chiaro, ci sono senatori come Gattuso, Pirlo e Seedorf tutt'altro che sicuri del loro futuro a Milano. Dopo lo scudetto, Silvio Berlusconi ha garantito che "la rosa verrà arricchita" per tornare a vincere la Champions ma il punto di partenza è un bilancio 2010 chiuso con un passivo di 70 milioni di euro che deve fare i conti con il fair play finanziario. Ciò non toglie che la dirigenza rossonera farà il possibile per arrivare a Paulo Henrique Ganso. "Dovremo abbassare i costi ma non attraverso cessioni eccellenti", ha assicurato Galliani che ha già rinforzato la difesa, in attesa di mettere mano al centrocampo, bloccando due nomi importanti in arrivo a costo zero. Philippe Mexes servirà ad allungare la carriera di Alessandro Nesta, uno dei giocatori in scadenza di contratto che resterà. Se ne andrà invece Marek Jankulovski e il suo posto di terzino sinistro verrà preso da Taye Taiwo, nigeriano dell'Olympique Marsiglia, che a breve dovrebbe ottenere il passaporto francese, risolvendo così anche l'ultimo scoglio rigurdante il suo status da extracomunitario. A centrocampo, invece, ci sono 4 "senatori" che devono decidere il loro futuro. Tre sono in scadenza di contratto: "Non so", continuano a rispondere Clarence Seedorf e Andrea Pirlo alle domande su dove giocheranno l'anno prossimo mentre Massimo Ambrosini resterà in rossonero. Diversa la situazione di Gattuso: "Pensavo di essere su 'Scherzi a parte' e invece è tutto vero. A 33 anni e mezzo e con quelle cifre non puoi non pensarci", ha detto ieri. Perché "quelle cifre" sono davvero altissime e, anche se arrivano dal Daghestan, non possono lasciarlo indifferente. Per portarlo all'Anzhi di Makhachkala, Suleiman Kerimov, quarto uomo più ricco di Russia, è pronto a offrigli uno stipendio alla Cristiano Ronaldo, oltre a garantire alle casse rossonere milioni che nessuno spenderebbe per un giocatore di quell'età. Resterà Kevin Prince Boateng, per il quale c'è "un gentlemen agreement con i dirigenti del Genoa", come ha assicurato Galliani, ma nel caso partissero sia Gattuso che Pirlo, è ovvio che, oltre a van Bommel, ci sarà bisogno di qualcun altro. Infine, per quanto riguarda i portieri, dovrebbe arrivare Federico Marchetti, disponibile a fare il vice del confermatissimo Abbiati. Amelia non verrà riscattato e tornerà quindi al Genoa. "Niente tagli, per Pirlo è stata una annata sfortunata, ma è ancora giovane e può fare tanto". Il giorno dopo la vittoria dello scudetto, il tecnico del Milan Massimiliano Allegri assicura che non ci saranno tagli per l'anno prossimo e ammette di volersi tenere stretto il suo playmaker. "Pirlo a Bologna a sinistra aveva fatto una grande gara, poi con la Roma si è fatto male. Per Andrea è stata un'annata sfortunata, può fare ancora tanto, per 5-6 anni ha giocato 50-60 gare più la Nazionale, diciamo che questo per lui è stato un anno sabbatico".

"Voglio ringraziare Moratti che stamattina mi ha telefonato complimentandosi ed è stato molto carino e cortese". Lo ha riferito Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, su Premium Calcio. "Abbiamo finito di festeggiare - ha detto ancora - perché la squadra si sta subito allenando per vincere al Palermo e centrare la finale di coppa Italia, indipendentemente dalla possibilità di un altro derby contro l'Inter. Siamo arrivati al 27° trofeo dell'era Berlusconi: un traguardo fantastico, il palmares per noi è molto importante. Per quanto riguarda lo scudetto l'unico momento in cui ho temuto qualcosa è in occasione del derby di ritorno: vinto quello ho capito che ormai non poteva fermarci nessuno, è stato il momento decisivo della stagione". Quanto ai prossimi eventuali sforzi economici, "dico solo che fino a che il proprietario del Milan sarà Silvio Berlusconi cercherà di mantenere sempre la squadra ai vertici. Se è vero che c'è l'idea di costruire uno stadio nostro? Abbiamo fatto un accordo, fino al 2016 rimarremo sicuramente a San Siro".

sabato 7 maggio 2011

Roma-Milan 0-0 E' scudetto!!!

Tutti al Milan party. Perché basta lo 0-0 all’Olimpico per conquistare lo scudetto numero 18, l’ottavo dell’era Berlusconi. Titolo meritato, frutto di una cavalcata irresistibile. La Roma ci prova a guastare la festa soprattutto nel primo tempo, ma con una grande ripresa e un possesso palla magistrale, i rossoneri conquistato un punto che vale una montagna d’oro. L’aria di festa è l’ultima cosa che Vincenzo Montella ha voglia di respirare. Con il basso profilo, senza squilli di tromba, mette insieme una formazione priva di De Rossi e Perrotta, senza per questo rinunciare ai suoi numeri preferiti, a cominciare da Totti punta unica, con un tridente alle sue spalle composto da Taddei, Simplicio, Vucinic. Massimiliano Allegri schiera il solito blocco, quel 4-3-1-2 che si è fatto largo in campionato. La solita difesa, il centrocampo di sempre, con Gattuso recuperato e Ibrahimovic finalmente liberato dalle catene, schierato al fianco di Robinho. Turn over? Nemmeno per sogno. Boateng il trequartista, con Robinho al fianco di Ibra. Un mix di muscoli e fantasia che non spaventa la Roma.

Infatti i giallorossi partono forte, mentre il Milan cerca di addomesticare la partita con il possesso palla. Eccezion fatta per la bella combinazione al 10’ tra Seedorf e Boateng con tiro del ghanese che supera la traversa, è evidente come la testa dei primi della classe non sia sgombra da responsabilità. La Roma risponde con un buon calcio e una manciata di secondi dopo sfiora il gol con Taddei che confeziona un diagonale di pochissimo alto dalla destra. Il tamburo dei giallorossi è insistente e crea problemi al Milan che fatica a contenerli soprattutto sulla fascia destra. Come al 14’ quando Cassetti pennella il cross perfetto per Vucinic. Il montenegrino stoppa di petto nell’area piccola e calcia a colpo sicuro, senza fare i conti però con Abbiati che si oppone con il corpo. L’occasione pazzesca aumenta i giri del motore giallorosso, anche se Montella al 17’ perde Brighi per un problema al ginocchio. Entra Rosi, e la Roma passa al 4-4-1-1, con Taddei che scala a sinistra. Il senso però non cambia, perché al 23’ solo un prodigioso intervento in scivolata di Nesta impedisce a Vucinic di assestare la zampata vincente. Il Milan si compatta e riesce ad arginare l’impeto della Roma, puntando però sulla partita difensiva. Il rischio infatti è dietro l’angolo per la capacità della Roma di ritagliarsi gli spazi giusti. Vale come esempio, al 37’, la parata di Abbiati che si oppone a Rosi sul primo palo. Di Milan invece c’è davvero poco, eccezion fatta, al 39’, del primo guizzo di Ibra che perde il contrasto con Juan. Scintille a parte fra Totti e Van Bommel, il primo tempo si congeda con l’uscita di Abbiati che anticipa Simplicio. La firma del portiere ancora una volta decisivo. Allegri comprende le difficoltà dei suoi ragazzi e parte nella ripresa con Ambrosini al posto di Gattuso. E la partenza è rumorosa. Come il palo colpito al 1’ da Robinho e il gol sfuggito poco dopo ad Ambrosini che si vede deviare in angolo la sua girata ravvicinata. Il concetto è semplice: quando i rossoneri alzano il ritmo la Roma va in sofferenza; appena la tensione dei rossoneri cala, i giallorossi ne approfittano. Ma è sicuramente un Milan diverso; che pressa con più convinzione e che chiede il rigore per un’uscita di Doni su Ibra. Montella intanto decide di rinunciare a Vucinic per Borriello. La partita però è decollata, e vi partecipano tutti. Abate al 12’ toglie la palla dai piedi di Taddei pronto a colpire; Van Bommel prima pasticcia, ma poi con rabbia risolve una pericolosa situazione in area. E al 15’ Boateng spreca l’impossibile. Servito da Ambrosini, il ghanese, a tu per tu con Doni, calcia un pallonetto a lato. Non è tutto: al 18’ Doni respinge la punizione violenta di Ibra a caccia della gloria personale.Sono evidenti minuti di passione che il Milan divora con gran possesso palla e affondi improvvisi, concedendo di tanto in tanto campo alla Roma, per futili disattenzioni. Allegri però pensa a dare vigore all’attacco, togliendo Robinho per Pato. Piccoli sussulti per il brasiliano, ma utili per concentrare giallorossi su di sé. La tensione sale inevitabilmente, soprattutto quando la Roma accelera, trascinata da un Totti inesauribile, quasi volesse scacciare l’idea della festa rossonera. Ma la fame non la controlli; la voglia di spaccare il mondo non la plachi. Quando dopo cinque lunghissimi minuti di recupero Morganti fischia la fine, esplode la gioia: incontenibile e infinita. Il Milan è campione!

venerdì 6 maggio 2011

Allegri porta tutta la rosa a Roma per festeggiare

Tutti a Roma. Massimiliano Allegri convoca l'intera rosa (con l'eccezione di Jankulovski) per il doppio impegno contro la Roma, sabato sera, e il Palermo in Coppa Italia, martedì. Gruppo unito per trovare le motivazioni più forti e centrare l'obiettivo scudetto e la qualificazione alla finalissima del 29 maggio. "Stiamo tutti insieme perché potrebbe diventare una giornata importante" spiega Massimiliano Allegri nella conferenza stampa di Milanello prima di volare verso la Capitale. Il tecnico non ama fare i calcoli, ma tra le probabilità ci mette un'impresa della Fiorentina contro l'Inter (domenica alle 15). "Manca solo un punto e potrebbe anche non servire" sostiene infatti l'allenatore del Milan. E prova a immaginare lo scenario: "Sarebbe una gioia immensa, una soddisfazione importante per questo gruppo". Ma mette in fila anche i rischi: "Roma per noi è una gara molto difficile. Loro hanno un'occasione importante per centrare per lo meno i preliminari di Champions League, soprattutto dopo la sconfitta della Lazio domenica scorsa. Troveremo una squadra carica che farà una partita importante. Per le motivazioni e perché è dotata di molta tecnica. Non dimentichiamoci che era una delle pretendenti finali al titolo". Teme e rispetta i giallorossi, perché sa bene che contro di loro i rossoneri dovranno disputare una partita tecnicamente perfetta. Teme Francesco Totti, la sua incredibile media-gol, la sua classe, il suo momento straordinario. Così forte da far sentire meno la mancanza di Perrotta e De Rossi. “In queste gare chi li sostituirà sarà sicuramente all'altezza – afferma in questo senso Allegri -; le motivazioni adesso contano molto. Manca ancora un punto a noi per vincere il campionato, mentre loro hanno l’obiettivo fondamentale del quarto posto che significa preliminare di Champions”. Granitico, difficilmente vittima delle emozioni, Allegri sente però di essere vicino a qualcosa di grande. “La squadra si è allenata bene durante la settimana, ben consapevole che la vittoria di domenica scorsa, nonostante un po’ di ruggine, ha permesso di mantenere inalterato il vantaggio con una gara in meno e che manca un punto allo scudetto, ma c’è anche il Palermo.Sicuramente in questo momento visto il risultato dell'andata l'Inter ha più possibilità di andare in finale, anche se il Milan ha carte in regola per vincere a Palermo”. Tornando all'Olimpico, Allegri conosce solo un modo per contrastare la Roma: "E' una partita molto difficile e noi dobbiamo avere la cattiveria per conquistare i punti o il punto per il titolo, mettendoci insieme anche tanta tecnica perché loro ne hanno molta". Sulla formazione anti-Roma, difesa a parte (giocheranno Abate, Nesta, Thiago Silva e Zambrotta), ammette di avere dubbi solo a centrocampo, dove però Gattuso è in assoluta pole visto che a Palermo non potrà giocare in quanto squalificato. “Le scelte di domani - spiega - le farò valutando e tenendo in considerazione la gara di martedì e chi andrà in tribuna dovrà accettare le mie scelte". Escluso Ibra che torna in gioco dopo tre giornate di squalifica, tra lp'altro ancora una volta diretto da Morganti che lo ha espulso a Firenze. "Ibra ha solo tanta voglia di giocare; deve fare una grande partita. Ma torna anche Pato: ho tutti i quattro attaccanti a disposizione". E si congeda su un paio di punzecchiature del patron Silvio Berlusconi: "Il presidente ha detto che la squadra contro il Bologna non ha gestito bene il possesso palla. Ha detto una cosa giusta e la accetto tranquillamente".

giovedì 5 maggio 2011

E adesso il "double"!

Massimiliano Allegri al "double" tiene molto, ma se lo scudetto è ormai una questione di dettagli, la qualificazione alla finale della Coppa Italia è complicata dal 2-2 dell'andata ottenuto dal Palermo a San Siro. Un pari pesante per i rosanero che possono gestire con più tranquillità la gara di ritorno in programma martedì al Barbera. Ma andiamo per gradi e partiamo dalla sfida di sabato sera all'Olimpico contro la Roma; partita che potrebbe consegnare, al fischio finale di Emidio Morganti, il tricolore ai rossoneri. Ammesso che il Milan non perda, ovviamente. Ma si apre un altro scenario. Anche in caso di sconfitta, se domenica pomeriggio Inter e Fiorentina non dovessere andare oltre il pari allora Allegri e la sua banda potrebberro festeggiare lo scudetto nel dorato ritiro della Borghesiana, dove la squadra alloggerà fino a lunedì prima di volare verso la Sicilia. Proprio una questione di dettagli. Ma per far quadrare il cerchio, Massimiliano Allegri dovrà centellinare le forze, molto provate dopo la sofferta vittoria contro il Bologna. Il tecnico ritrova però tre pedine eccezionali: Pato reduce dall'infortunio, Ibrahimovic e Van Bommel dalle rispettive squalifiche. Allegri dovrà valutare come impiegare Pato, ma è verosimile che il brasiliano parta dalla panchina, gettando subito nella mischia Ibra al fianco di Robinho e con Boateng a supporto. Il "Papero" sarà titolare contro la squadra di Delio Rossi: il terminale offensivo in grado di fare la differenza e lanciare i rossoneri in finale dove potrebbero affrontare ancora una volta l'Inter (che sfiderà la Roma battuta 1-0 all'Olimpico), già sconfitta due volte in campionato.Intanto Allegri sorride, perché Rino Gattuso è tornato a sua disposizione e può essere impiegato contro i giallorossi. Seduta regolare anche per Ignazio Abate, dopo il lavoro personalizzato di ieri. Insomma, un gruppo quasi al completo, utile per sognare il "double". Come lo scudetto, termine sconosciuto ad Adriano Galliani. Ma solo per scaramanzia.

mercoledì 4 maggio 2011

Mercato: Ganso o Lamela

Silvio Berlusconi promette acquisti costosi? Tocca all’a.d. Adriano Galliani la delicata gestione del fare, come sempre. E ieri mattina in Lega il manager rossonero ha ribadito che nella prossima stagione il Milan "proverà di nuovo a primeggiare in Europa". E per questo il suo mercato anche quest’estate sarà da prima pagina. Senza Cristiano Ronaldo, visto che lo stesso Berlusconi ha frenato dopo aver espresso il sogno di vestire di rossonero il portoghese. Ma con un target ugualmente alto. l nome in cima alla sua lista, invece, è quello di Paulo Henrique Ganso. E' chiaro che il trequartista del Santos naviga le acque rossonere, nonostante il Santos continui a fare ostruzione, puntando sull’esosa clausola da 50 milioni. Così l’arrivo potrebbe slittare. Perciò non va mai dimenticata l’alternativa argentina: Erik Lamela, 19 anni, stella del River Plate con la dote del passaporto italiano. Il suo ingaggio pesa sui 15 milioni e sulle sue tracce ci sono anche altri club italiani. E il club di via Turati non molla la presa in attesa di vedere cosa accade per Ganso.

Proprio Galliani ha ammesso che gli piace l’erede di Maicon, quel Danilo del Santos su cui ha puntato gli occhi pure l’Inter. Anche per lui, però, c’è il problema del passaporto, come del resto per l’attaccante Hulk del Porto. Così il Milan s’è portato avanti sul mercato dei parametri zero: Mexes ha sottoscritto un quadriennale, mentre Taiwo ha firmato un triennale. Nel frattempo il Milan ha messo le mani su altri due pupilli di Max Allegri. Aspettando di chiudere la pratica con il Genoa per il riscatto di Boateng (e Amelia) Galliani sa che Marchetti costa 5,3 milioni e per Lazzari il Cagliari può cedere anche la metà. E l’ingaggio del mancino potrebbe servire ad aspettare Ganso se dovesse davvero arrivare a gennaio. Ma serve anche sfoltire la rosa. "Per colpa degli infortuni - osserva Galliani - l'organico del Milan è arrivato quest'anno a 31 giocatori e si dovrà tornare a 25-26". Di sicuro andrà a giocare qualcuno dei giovani ora in rosa: Strasser, Merkel, Beretta e Oduamadi hanno bisogno di fare esperienza. E pure Didac Vilà potrebbe cambiar maglia, anche perché nel mirino rossonero è entrato un altro talento olandese con passaporto portoghese: si chiama Bruno Indi, ha 19 anni ed è già protagonista nella massima serie olandese insieme a quel Luc Castaignos che l’Inter ha già preso. Anche Bruno può venir via a un buon prezzo... Andrà via qualcuno dei senatori, ma se ne parlerà solo a scudetto cucito. Per ora siamo alle ipotesi. Ambrosini, Pirlo e Seedorf sono in paziente attesa di una chiamata e se anche uno solo dei tre non rinnova, allora, Galliani dovrà correre ai ripari per la sostituzione. Il monte stipendi da 180 milioni va contenuto. E più Galliani risparmia sugli ingaggi più soldi ha da spendere per i nuovi. Perciò i lavori sono top secret.

lunedì 2 maggio 2011

Milan e Adidas presentano le nuove maglie 2011/2012

Osama Bin Laden è stato ucciso

Osama Bin Laden è stato ucciso. Sono passate da poco le cinque in Italia quando Barack Obama dà l'annuncio ufficiale al mondo: la mente dell'11 settembre, l'uomo più ricercato del pianeta è morto durante un blitz di un commando statunitense condotto contro la residenza del leader di Al Qaeda a una cinquantina di chilometri a nord di Islamabad, in Pakistan. La prova del Dna condotta in Afghanistan confrontando con il codice genetico prelevato dal corpo della sorella, morta negli Usa anni fa, ha confermato: il cadavere riportato dalle forze speciali da Abbottabad era Osama bin Laden. C'è soddisfazione nelle parole del presidente: "Molti mesi fa sono stato informato che avevamo indizi circa la possibile posizione di Bin Laden. Ho incontrato molte volte i miei consulenti dei servizi segreti. Finalmente la settimana scorsa ho deciso che avevamo sufficienti informazioni per agire. Oggi per mio ordine gli Stati Uniti hanno lanciato un'operazione contro quel compound. Una piccola unità di agenti americani ha agito con grande coraggio, facendo attenzione a evitare vittime civili. Dopo uno scontro a fuoco, hanno ucciso Osama Bin Laden e hanno in custodia il suo corpo. Come Paese, non tollereremo mai minacce alla nostra sicurezza. Giustizia è fatta". Per gli Stati Uniti si tratta di una notizia attesa da quasi dieci anni e la reazione della gente è incontenibile. Migliaia di persone si sono riversate nella notte nelle piazze di tutta l'America, in particolare a Washington e a New York, tra Ground Zero e Times Square, per festeggiare la notizia e ricordare le vittime degli attentati dell'11 settembre. Scandiscono il coro "U-S-A", cantano l'inno nazionale e sventolano bandiere a stelle e strisce. C'è euforia e commozione, come se si trattasse della fine di un incubo. Mentre il resto del mondo - a partire dal premier Berlusconi - si complimenta con gli americani, ma raccomanda di tenere alta l'attenzione. La tv pachistana Geo Tv dalle prime ore del mattine aveva iniziato a mostrare le immagini del cadavere di Bin Laden. Un volto insanguinato, con un foro di proiettile sopra il sopracciglio, decisamente somigliante a quello del leader di Al Qaeda. La fotografia è stata subito ripresa dalla stampa di tutto il mondo, ma presto sono emersi dubbi sull'originalità dell'immagine. Alla fine la stessa tv satellitare che per prima aveva diffuso la foto ha ammesso che si tratta di un falso. Secondo la Cnn la salma di Bin Laden sarebbe stata sepolta in mare, per non creare un luogo di culto per gli estremisti islamici. Il terrorista, ha confermato il Pentagono, è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco alla testa. La missione prevedeva infatti di eliminare Bin Laden, non di catturarlo. Il blitz è stato compiuto da un'unità di 14 Navy Seals, le forze speciali d'elite della U.S. Navy, con il contributo operativo della Cia. L'operazione, nella città di Abbottabad, sarebbe durata non più di 15 minuti. Osama ha opposto resistenza armata quando le forze speciali americane sono entrate nel suo rifugio. Nella sparatoria è stato ucciso ed il suo corpo è stato prelevato dai militari americani giunti in elicottero sul luogo dell'operazione. In tutto sono state cinque le persone uccise nel blitz, tra queste un figlio di Bin Laden. "È stata un'operazione particolarmente pericolosa", spiega uno dei responsabili del blitz, sottolineando anche i problemi tecnici che hanno costretto il commando a scendere da uno degli elicotteri utilizzati, a causa di un "guasto meccanico". Intanto la Cia lancia un allarme: "Osama bin Laden è morto. Ma Al Qaeda è ancora in vita - ha dichiarato il direttore della Cia, Leon Panetta, che a breve prenderà il posto di Robert Gates alla guida del Pentagono - i terroristi cercheranno quasi sicuramente di vendicarlo, noi dobbiamo restare vigilanti e risoluti". L'annuncio dell'uccisione di Osama ha avuto conseguenze immediate anche sull'economia: il dollaro è risalito sui mercati asiatici, mentre il petrolio è in calo sui mercati internazionali. Gli operatori scommettono sull'alleggerimento delle tensioni nel Medio Oriente e sul minore rischio attentati agli impianti petroliferi come conseguenza della scomparsa del leader di Al Qaeda.

Seedorf: "Ci siamo"

Vietato pronunciare ufficialmente la parola scudetto, ma in casa Milan ci si prepara già a festeggiare. L'occasione è quella giusta, la presentazione delle maglie per la prossima stagione. Adriano Galliani indica nel derby di ritorno la svolta decisiva "Quei tre punti - commenta l'a.d. rossonero - sono stati decisivi. Se l'Inter avesse vinto ci avrebbe sorpassato dopo una grande rimonta. E il gol di Pato dopo 40" ci ha consentito di impostare la partita in un certo modo e e di vincerla. Fondamentali anche gli innesti di gennaio: Cassano, Van Bommel ed Emanuelson sono arrivati in un momento in cui eravamo falcidiati dagli infortuni e ci hanno dato una grande mano. Ma senza gli investimenti del presidente Berlusconi, che ci ha messo altri soldi in prima persona nonostante i 70 milioni di rosso del 2010, tutto questo non sarebbe stato possibile. Mercato e rinnovi dei giocatori in scadenza? E' ancora presto, prima vogliamo anche la finale di Coppa Italia. E per questo qualunque cosa succederà sabato sera, resteremo in ritiro alla Borghesiana per provare poi ad andare a vincere a Palermo". "Lo scudetto sulle nuove maglie? Manca poco...". Clarence Seedorf ha ben chiari gli ultimi obiettivi stagionalii: "Vincere lo scudetto e possilmente la coppa Italia poi fare una buona vacanza, poi vedremo. Anch'io credo che il secondo derby sia stato decisivo. Abbiamo vinto con convinzione e buon gioco. Questo lo abbiamo portato avanti con qualità nelle altre partite. Il mio futuro? Non ci sono certezze, finchè il Milan non mi fa un'offerta non c'è chiarezza. Non è arrivata la proposta e sto verificando tutto con molta calma. Per me ora è importante continuare a fare il mio dovere professionale con il Milan. Voglia di vestire la maglia con lo scudetto del Milan l'anno prossimo? Non sto pensando all'anno prossimo in questo momento". L'olandese ribadisce di avere un ottimo rapporto con Massimiliano Allegri: "C'è rispetto reciproco. È stato dimostrato durante tutta la stagione, senza nessun problema. Del pubblico se ne parla anche troppo, su quasi 400 gare fatte col Milan le 10 volte che hanno fischiato un po' mi sembra esagerato parlarne ancora. I rivali? Inter e Napoli hanno dimostrato di essere due squadre che hanno combattuto più a lungo. Il Napoli ha fatto una stagione impressionante per i mezzi che hanno, diversi da quelli di Milan ed Inter. Quale partita della stagione vorrei rigiocare se fosse possibile? Con il Real Madrid fuori casa o la partita con il Tottenham in casa".

domenica 1 maggio 2011

Allegri: "Sarà lo scudetto di tutti"

La festa del non scudetto, visto che al Milan manca ancora un punto, è andata nel migliore dei modi per Allegri, che ha sfatato il tabù delle quattro vittorie consecutive proprio nel momento più importante. "E’ stata una vittoria sofferta, ma credo meritata. C’è stato tanto dispendio di energie perché eravamo coscienti che con una vittoria avremmo chiuso o quasi chiuso il campionato". Dopo la partita Silvio Berlusconi è sceso negli spogliatoi a complimentarsi con tutti i giocatori. Era arrivato a partita già iniziata, perché in mattinata era impegnato a Roma con la beatificazione di Karol Woijtila. E allo stadio ha trovato una grande atmosfera, 75 mila persone pronte alla festa e apparentemente non deluse per averla dovuta rimandare a causa della vittoria dell’Inter. Ha sentito grandi applausi quando un documentario sul papa polacco è apparso sul grande schermo. E alla fine se n’è andato anche lui contento nonostante manchi ancora un punto al traguardo. "Che per noi quest’anno era lo scudetto lo abbiamo dichiarato subito e confermato con il mercato di gennaio", dichiara l’amministratore delegato Galliani."La squadra deve molto a Silvio Berlusconi e i tifosi devono sapere che senza il suo impegno economico il gap con l’Inter non sarebbe mai stato colmato. Come vivo questo momento? E’ come la famosa pubblicità, crema e gusto, ogni momento è quello giusto", ha scherzato. "E vivo questo bel periodo come un pazzo, da non confondere con il Pazzo che ieri ha segnato due gol al Cesena". Poi parole importanti, sul futuro della vecchia guardia: "Per quanto riguarda la questione dei rinnovi di contratto - continua il dirigente rossonero - non ho ancora parlato con nessuno, per paura che esplodesse lo spogliatoio: ci ho pensato tanto, è stata una scelta rischiosa, ma ho giocatori per bene con procuratori altrettanto per bene. Sono convinto che nessun giocatore del Milan si sia già accasato altrove e il Milan sarà la società che per prima affronterà queste questioni a fine campionato". Un Pazzini che però, secondo Allegri, ha quasi fatto un favore al Milan. "Così riusciamo a tenere alta la tensione. Cercheremo di andare a prendere un punto a Roma. Contro il Bologna non abbiamo chiuso la partita e abbiamo rischiato nel finale su tre calci d’angolo. Perché non ho cambiato prima qualche giocatore? I cambi fatti tanto per cambiare non mi piacciono. Abbiamo rischiato di subitre il pareggio solo su calci d’angolo, era importante cercare di fare 2 a 0 e come attaccante avevo solo Beretta che fra l’altro ha fatto molto bene. Ho messo Pirlo perché poteva gestirmi la palla in altro modo, stavamo perdendo troppi palloni. Perché non l’ho fatto giocare titolare? E’ stato purtroppo quattro mesi fuori, nella partita di oggi, con Van Bommel e Ibra fuori, non era il momento adatto per fare cambiamenti, visto che Seedorf stava interpretando molto bene quel ruolo di regista sulla sinistra". Per la prima volta si sono sentiti cori lunghi e decisi per Allegri, e in curva è comparso anche uno striscione: Senza troppe parole, grazie mister Allegri. "Devo ringraziare i tifosi per quello che hanno fatto oggi per me, ma soprattutto per quello che hanno fatto per la squadra, ci sono stati vicini anche all’inizio, quando le cose non andavano bene. Se questo scudetto arriverà, e spero proprio che riusciremo a fare un punto in tre partite, credo che sarà lo scudetto di tutti". Galliani ha confermato che la squadra resterà a prepararsi a Roma, all’Acqua Acetosa, anche se dovesse arrivare lo scudetto sabato sera contro la Roma. "Ci dobbiamo preparare per il Palermo in coppa Italia, per la baldoria ci sarà tempo". E Allegri, riguardo a quella che potrebbe davvero essere la partita dell’ultimo sforzo per raggiungere il traguardo, se la cava con una battuta: "Per Roma credo che recupereremo Ibrahimovic, sempre che non lo squalifichino in settimana. Per Pato vedremo, Boateng è solo un po’ affaticato".