giovedì 31 marzo 2011

Seedorf: "Il derby è decisivo"

Allegri lo ha provato in allenamento; vertice basso del rombo, proprio davanti alla difesa, fra Gattuso e Flamini. Questione di esperienza e classe. Per l'orange sarà l'ennesimo derby, vissuto su due sponde diverse, anche se le più grandi soddisfazioni le ha ottenute in rossonero. E se mezzo mondo non ritiene fondamentale per il campionato l'ennesima stracittadina, Clarence Seedorf va controcorrente: "Io dico che questo derby è decisivo - sostiene nella conferenza stampa di Milanello -. A livello psicologico conta molto, chi dice il contrario è un bugiardo. Lo dico in generale, non in risposta a dichiarazioni di nessuno. Noi calciatori sappiamo che è decisivo, poi non sarà la fine, non vorrà dire che non si può recuperare, ma nessun giocatore delle due squadre vuol tornare a casa con zero punti. Ricordo che nel 2003-2004 il derby che abbiamo vinto 3-2 (sua la terza rete dei rossoneri, ndr) ci diede la spinta giuta verso lo scudetto, anche se il derby più teso di tutti è stato quello di ritorno nel 2003 nella semifinale di Champions League". Sui nerazzurri massimo rispetto. "L'Inter è una squadra molto forte - dice Seedorf -, sono i campioni in carica, perciò tocca a noi mostrare con i fatti che quest'anno lo scudetto deve venire da noi. E basta. Se all'esterno c'è un ambiente che ci sottovaluta mi fa piacere, perché vuol dire che ci temono e ci rispettano. Anche se la nostra concentrazione deve essere su di noi, sulla nostra compattezza, sulla nostra unione. E' questo che deve fare la differenza". Clarence fa i conti: "Sono sette anni che non vinciamo lo scudetto e questo gruppo non ha ancora conquistato nulla. Per quanto visto in allenamento, stiamo bene. Anche loro stanno benissimo: mi aspetto una grandissima avversaria. So anche, però, come sarà il Milan e in questo senso sono molto carico e molto ottimista. Abbiamo perso troppi punti nelle altre partite, ma adesso è nel faccia a faccia che dobbiamo dimostrare di che pasta siamo fatti. Tutto quello che c'è di positivo in questo gruppo dobbiamo esibirlo sabato sera". Su Leonardo ha le idee chiare: "Noi giochiamo contro i giocatori dell'Inter, non contro Leonardo - sottolinea -. A lui dico in bocca al lupo. L'Inter merita rispetto, ma anche noi lo meritiamo. Ricordo che siamo primi in classifica. Insomma, "per questa partita ci vogliono poche chiacchiere e tanti fatti". Approfondisce: "Credo che il Milan sia in grado di capire cosa serve per affontare questa partita nel modo giusto. Oggi ho visto Galliani abbastanza sereno, ha assistito a un allenamento fatto con intensità. E' venuto per dimostrare la sua vicinanza alla squadra. Posso capire che dopo gli ultimi due risultati ci siano delle preoccupazioni, ma noi abbiamo la giusta tensione senza preoccupazione". Se poi la squadra dovrà fare ancora a meno di Ibra la ricetta è semplice: "Dobbiamo fare qualcosa in più per essere pericolosi, dobbiamo essere stimolati ancora di più. Nelle ultime gare anche lui ha accusato un po' di stanchezza; noi dovremo essere bravi a fargli trovare l'Inter ancora alle nostre spalle".

mercoledì 30 marzo 2011

Robinho: "Non possiamo sbagliare"

Mister 10 gol non vede l'ora di affrontare l'Inter per novanta interi minuti. Nella gara di andata Allegri lo sacrificò al 16' della ripresa per sopperire all'espulsione di Abate, sostituendolo con Antonini. Senza lo squalificato Ibrahimovic, la sua presenza è scontata; lui al fianco di Pato e una promessa: "Se segno il gol decisivo ballo il samba". Robinho al suo secondo derby ha un solo obiettivo in mente: vincerlo. Per un semplice motivo: "E' un momento fondamentale in cui non possiamo più permetterci di sbagliare - sottolinea a Milan Channel il brasiliano -; dobbiamo solo vincere, solo così possiamo pensare di conquistare lo scudetto". La stella brasiliana sente il derby: "Sappiamo che è una partita importantissima; noi dobbiamo giocare come sappiamo. Stiamo lavorando bene e concentrati per fare una grande partita, anche se secondo me non sarà decisiva: il campionato è lungo. Tutto dipende da noi. Abbiamo una grande opportunità e dipendiamo solo da noi". Robinho non ha dubbi sulla forza del Milan e assegna gran parte del merito ad Allegri. "Con lui si gioca a calcio come piace a me. Il mister ama la manovra verticale e veloce; giochiamo con la palla al piede e sempre vicini alla porta. Tra i tanti allenatori che ho avuto, come concetto di calcio, è il migliore; per la mia crescita, invece, è stato molto importante Fabio Capello (al Real Madrid ndr): un vero comandante che non fa preferenze, che parla a tutti allo steso modo". Su Leonardo, probabilmente uno dei protagonisti più attesi della serata per via dei suoi trascorsi rossoneri, Robinho afferma di non conoscerlo tanto bene. "Ma è stata una sua scelta quella di andare ad allenare l'Inter, posso capire però la delusione dei tifosi rossoneri. È giusto che accetti le conseguenze delle sue azioni" sostiene il brasiliano che esalta l'amico Pato. "Con lui mi trovo benissimo. Ha qualità eccezionali, è molto tecnico e velocissimo. Con lui gioco anche in Nazionale e c'è molta affinità". E si congeda, oltre a promettere la samba in caso di gol, con un desiderio: "Sarà bello giocare contro Julio Cesar, spero di riuscire a segnargli un gol. Sarebbe il primo nella mia carriera. Farò di tutto per metterli in difficoltà".

martedì 29 marzo 2011

Galliani: "Derby importante, ma ci sono 7 partite"

Per Adriano Galliani non ci sono dubbi: il derby sarà "importante ma non decisivo". L'amministratore delegato del Milan ha inquadrato il derby di sabato, a cui i rossoneri si presentano in testa alla classifica con due punti di vantaggio sull'Inter. "Questo derby è molto importante ma non decisivo, perché dopo mancheranno ancora sette partite con 21 punti in palio - ha osservato Galliani -. Chi lo vince avrà un vantaggio: sarà un vantaggio molto importante se lo conquisteremo noi, un po' meno se lo farà l'Inter, perché salirebbe solo a più uno. E poi ci sono anche Napoli e Udinese". Secondo Galliani non bisogna dimenticare infatti due importanti particolari: l'Inter giocherà a Napoli nella penultima giornata e il Milan a Udine nell'ultima. Insomma: "E' un campionato che si risolverà sul filo di lana". Intanto Massimiliano Allegri ritrova Andrea Pirlo. Il centrocampista rossonero, infatti, assente da mesi, questa mattina si è allenato in gruppo con la squadra per l'intera seduta, partecipando anche alla partitella finale. Con il regista rossonero si sono allenati anche Kevin Prince Boateng e Mark Van Bommel, entrambi a disposisione per la sfida-scudetto di sabato. Ancora a parte, invece Ambrosini, Inzaghi e Bonera.

lunedì 28 marzo 2011

Intervista con Ibra: "Se perdiamo lo scudetto è colpa nostra"

"Il Milan è la miglior squadra d'Italia. Ma ha sbagliato tanto". Queste le parole di Zlatan Ibrahimovic. "Se non vinciamo lo scudetto è tutta colpa nostra". Il campione del Milan si trova in ritiro con la nazionale svedese e domani sera scende in campo come capitano nella partita contro la Moldavia. Ieri un Ibrahimovic tranquillo e sereno ha parlato per venti minuti, di tutto tranne che della squalifica di tre giornate (poi ridotte a due) che ha avuto dopo il cartellino rosso preso contro il Bari. Il Milan gli ha detto prima di lasciare Milano di non rilasciare assolutamente dichiarazioni riguardo alle decisioni della giustizia sportiva. "Mi hanno dato l'ordine di non parlarne, quindi non posso dire nulla", ha spiegato ieri Ibrahimovic. Dopo l'allenamento e il pranzo con la squadra, in una Stoccolma fredda e ancora poco primaverile, Ibra ha parlato a lungo e molto apertamente.

Che cosa significa per lei la squalifica dal punto di vista fisico, visto che era stanco. Si potrà riposare un po' di più, no?
"Non cambia nulla, mi alleno come sempre, l'unica differenza è che non gioco il fine settimana ma allora mi alleno. Poi, come ho detto, non posso parlare di questo".

Alcuni giornali hanno scritto che lei è "bruciato" anche mentalmente per colpa della stanchezza fisica. É vero o no?
"No, no, mi sento benissimo, la forma è molto buona, tutto bene".

Come vede il derby che non potrà giocare. E la situazione nella Serie A? Sarà una gara dura fino alla fine?
"Penso di sì. Rimangono otto partite. Visto che l'Inter ha vinto l'ultima partita e noi abbiamo perso, ora è veramente dura. Se non vinciamo lo scudetto è tutta colpa nostra. Perché noi siamo la migliore squadra d'Italia".

E il derby, quanto sarà importante vincere?
"È importante perché il derby è più di una partita normale. Ho giocato tanti derby e questo lo so. Per cui sarebbe bello ed importante vincere".

Ora ci sono di nuovo delle voci che dicono che potrebbe andare al Manchester City e che la cercano tante altre squadre. Che ne dice di tutte queste ipotesi di mercato?
"Mah, non dico niente. Ho ancora tre anni da giocare nel Milan, poi vedo la fine della carriera. Non ho la forza di cambiare e muovermi ancora una volta". Fa una pausa e sorride. "Ma... nel calcio le cose possono cambiare velocemente".

Ha detto che il calcio svedese non si è sviluppato negli ultimi dieci anni.
"È vero, basta dare un'occhiata ai risultati che le nostre squadre ottengono in Europa. Per svilupparsi ci vuole l'ambiente giusto, anche per i giocatori, per i talenti. Ma poi non basta sempre. Guardate Balotelli, aveva tanto talento, l'ambiente giusto, ma non è salito all'ultimo livello".

Ha detto che vede la fine della sua carriera. Quando smetterà di giocare allora?
"Smetterò quando sarò ancora al top, non starò a giocare quando sarò al cinquanta per cento".

E quando sarà al top?
"Ora. Ci sono stato gli ultimi dieci anni". Ride.

Quindi quando avrà 35 anni non giocherà più?
"No, no. A quel punto staremo in un bel posto rilassati a fumare". Ibrahimovic sorride ed aggiunge: "Forse non il miglior esempio per i giovani... Ma sarà bello".

Da Gazzetta.it

domenica 27 marzo 2011

Allegri: "Campionato più importante del derby"

A tutto derby. Nonostante la pausa di campionato, i pensieri di Massimiliano Allegri sono tutti per la supersfida che attende il suo Milan alla ripresa: la sfida contro l'Inter di sabato 2 aprile. "Ci giochiamo tantissimo e credo che l’attesa sia tanta - conferma l'allenatore rossonero a Sky Sport -. Credo sia uno dei derby più importanti degli ultimi anni, ma bisogna essere sereni. Alla fine, è una partita importante e credo che il Milan abbia nel dna la forza per giocare queste partite e credo che i numeri siano dalla nostra parte. Siamo in testa da 21 giornate, quindi, non dobbiamo essere assolutamente preoccupati nel giocare questa partita, anche se sappiamo che l’Inter era la netta favorita per lo scudetto al 29 agosto. Se a questo punto siamo davanti noi, credo che in questo momento ce lo meritiamo. E’ normale che per vincere il campionato dobbiamo fare delle vittorie". "Credo che questa partita, questo derby, sia molto importante in chiave scudetto più per loro, che per noi. Abbiamo il terzo attacco del campionato, in questo momento abbiamo anche la migliore difesa e, quindi, non sono assolutamente preoccupato. Ci sta, durante l’arco di un campionato, due o tre partite dove l’attacco possa anche non segnare. Credo sia anche una cosa normale e fisiologica. Però i gol nelle gambe li hanno e da qui alla fine dell’anno ci porteranno altri gol. Credo che, 4-3-1-2 o 4-3-3, l’importante è avere un giusto equilibrio, soprattutto una buona fase offensiva, cosa che, ultimamente, non tanto per la mancanza di gol, abbiamo fatto un po’ peggio. Con Ibrahimovic fuori, ho solo tre attaccanti, Cassano, Robinho e Pato. Quindi, di questi tre ne giocheranno due. L’importante sarà giocare una partita da squadra, come il Milan ha sempre fatto fino a questo momento, cercando di ridurre al minimo gli errori, perché l’Inter davanti ha sicuramente un grande potenziale. Ma alla fine quello che conta è vincere lo scudetto. Il derby è una grande partita, però, ripeto, ai fini della classifica è molto più determinante per loro che per noi". Visti gli ultimi due risultati, questa pausa non potrà farci altro che bene. L’unica cosa è che, purtroppo, abbiamo avuto molti nazionali e quindi si sono allenati solamente in dieci. Soprattutto, questa settimana è servita a riordinare le idee, rasserenarsi, anche se secondo me non ce n’era assolutamente bisogno". "Abbiamo giocato tutto l’anno senza Pirlo (un giocatore straordinario, di grande qualità, che ha un grande piede) e senza Ambrosini. Quindi, credo che queste siano state assenze importanti. Lo stesso Inzaghi, che in molte partite poteva tornarci utile. Però, non possiamo stare a pensare a quelli che, purtroppo, mancano, anche perché la società, con tutto il mercato di gennaio, quando ha visto che c’era bisogno di qualche innesto, lo ha fatto prontamente". "L’Inter ha molti giocatori da portare al gol, Thiago Motta, Cambiasso, Stankovic, Sneijder, Eto’. Quindi, bisognerà fare una grande partita, ma credo che verrà fuori una bella partita". Su Ibra: "Abbiamo accettato la decisione del giudice, l’importante è che almeno a Firenze ci sia. Non ha senso dire se è stata un’ingiustizia, o meno. Credo che bisognerà giocare questo derby e credo che i giocatori che avrò a diposizione, anche senza Ibrahimovic, che fino a questo momento nel Milan ha fatto tantissimo, faranno un grande derby".

venerdì 25 marzo 2011

Squalifica per Ibra ridotta da 3 a 2 giornate, ma salta il derby...

La Corte di giustizia federale ha deciso uno sconto da tre a due della squalifica di Zlatan Ibrahimovic dopo l'espulsione per gioco violento in Milan-Bari. Il centravanti dunque non potrà comunque giocare il derby del 2 aprile contro l'Inter. "Il reclamo del Milan è parzialmente accolto - scrive la Corte di giustizia federale - e, per l’effetto, riduce la sanzione della squalifica inflitta al calciatore Ibrahimovic Zlatan a 2 giornate effettive di gara". Così l’arbitro Brighi aveva spiegato il rosso diretto, l’espulsione: "Al 28' del secondo tempo il n° 11 (Milan) Ibrahimovic Zlatan, poiché a gioco in svolgimento colpiva con una manata un avversario fra il fianco e l'addome, facendo cadere l'avversario che lo stava marcando il quale, comunque, non aveva bisogno dei sanitari". E soprattutto, a richiesta del Giudice sportivo, ha poi aggiunto: "In occasione della espulsione del calciatore Ibrahimovic Zlatan della società Milan, sono a precisare che in seguito a un contrasto di gioco fra il calciatore in oggetto e il calciatore della società Bari Rossi Marco, durante la contesa del pallone il pallone stesso schizzava a circa 3 metri dai calciatori stessi e in quel momento il calciatore Ibrahimovic, da dietro e senza la possibilità di giocare il pallone che era in gioco, ma non più a distanza di gioco, colpiva il calciatore del Bari, Rossi Marco, con una manata fra il fianco e l'addome, in maniera volontaria". L’avvocato del Milan Leandro Cantamessa ha insistito sul fatto che la lontananza della palla sia stata una "valutazione soggettiva" dell’arbitro e che il calciatore rossonero avrebbe potuto avere la volontà di allontanare Rossi dalla traiettoria del pallone nella speranza di riconquistarlo. Ma la sua tesi, per quanto efficace, non ha comportato uno sconto superiore che avrebbe consentito all'attaccante di giocare il derby, decisivo per lo scudetto.

giovedì 24 marzo 2011

Abbiati e Pato rassicurano i tifosi in vista del Derby

Se lo dice il portiere, allora il Milan può prepararsi alla sfida con l'Inter con più tranquillità. "C'è molta fiducia in vista del derby, ci mancherebbe altro". Caricato al massimo e ottimista, Cristian Abbiati oltre alle sue certezze è convinto che non sarà poi così determinante l'assenza di Zlatan Ibrahimovic. "Probabilmente delle tre giornate di squalifica una è di troppo e molti giocatori sono stati puniti nello stesso modo di Ibra - ha spiegato Abbiati, che ha partecipato in veste di testimonial alla presentazione della campagna 'Buon compenso del diabete' -. Speriamo che gli tolgano almeno una giornata di squalifica, ma anche se Zlatan è molto importante per noi, abbiamo grandissimi campioni e penso che la sua assenza non sia un grosso problema". Derby uguale Inter ma anche Leonardo, affrontato per la prima volta da avversario. Deluso? Affatto. "Ho avuto un rapporto stupendo con il mister", ha risposto Abbiati che guarda con ottimismo alla corsa scudetto: "Ci siamo un po' fermati fra Bari e Palermo, raccogliendo un pareggio e una sconfitta, ma abbiamo ancora due punti di vantaggio a otto giornate dal termine". Al derby il Milan si presenterà con la miglior difesa del campionato. "Questo però non è solo per merito del portiere - ha osservato - ma anche dei difensori e di tutta la squadra". Chi non vuole mancare al grande appuntamento è anche Pato: "Voglio giocare il derby, farò i controlli medici con lo staff medico della nazionale brasiliana, ma contro l'Inter voglio esserci", ha dichiarato il brasiliano, in partenza per Londra dove il Brasile affronterà la Scozia in amichevole. L'attaccante rossonero è infortunato, ma raggiungerà comunque il ritiro della Seleçao per sottoporsi ai controlli medici. Con la mente Pato è già alla sfida di sabato 2 aprile contro i nerazzurri. "Sarà una partita difficile, ma sappiamo qual è il nostro valore e sono sicuro che faremo una grande partita, i tifosi non devono preoccuparsi. Leonardo? - sintetico e diplomatico il 'Papero' -. L'ho sentito, sono contento che sia felice all'Inter, lui mi è sempre stato vicino".

domenica 20 marzo 2011

Pato fermo 10 giorni

Il derby di Pato è salvo. Il 21enne attaccante del Milan, uscito al 19' della ripresa della sfida col Palermo, si fermerà per circa 10 giorni, tornando quindi a disposizione per il rendez-vous con l'Inter programmato per il 2 aprile. ll brasiliano, fa sapere la società rossonera in un comunicato, "ha riportato una lieve distorsione alla caviglia sinistra". Allegri può quindi tirare un sospiro di sollievo: se i tempi di recupero di Pato fossero stati più lunghi, il tecnico rossonero avrebbe dovuto fare i conti con l'emergenza attacco, visto che per la sfida con l'Inter sa già di non poter contare sullo squalificato Ibrahimovic. Allegri era comunque ottimista subito dopo la sfida col Palermo: "Ale ha preso solo una botta - aveva detto di Pato -: avrà tempo di recuperare". Rischia di essere più lungo invece lo stop di Marek Jankulovski. Il ceco è uscito dal campo al 17': "Ha riportato una distorsione al ginocchio sinistro con stiramento sia del collaterale mediale sia del crociato anteriore.- fa sapere il Milan -. Jankulovski verrà ulteriormente valutato nel prossimi giorni".

sabato 19 marzo 2011

Palermo-Milan 1-0

Adesso il gioco si fa davvero duro. Con una prova senza personalità, il Milan viene sopraffatto dalla voglia di vincere del Palermo che interrompe la striscia negativa di cinque sconfitte consecutive e inguaia i rossoneri, incappati in una serata no e in partita solo nella ripresa. Tre punti che salvano il futuro di Cosmi ed esaltano la rincorsa di Inter e Napoli che hanno ora la possibilità di portarsi a due e tre punti dai rossoneri. Fatale, con il senno di poi, l'assenza per squalifica di Ibra. In campo dal primo minuto Antonio Cassano che parte insieme a Pato con Seedorf a supporto. Serse Cosmi, rinuncia invece al suo pupillo Miccoli (che al Milan in passato aveva già segnato 5 reti) e punta su Ilicic, schierato al fianco di Pastore con Pinilla punta unica. Schema dunque ridisegnato che passa dal 3-4-1-2 al 3-4-2-1. Mancano Bovo e Cassani, assenze non da poco. Il tecnico li rimpiazza con Goian e Darmian e confida nella voglia di riscatto della squadra. E sono sufficienti i primi minuti per tastare con mano la voglia di spaccare il mondo dei rosanero. Con un pressing alto e ordinato, il Palermo riesce a capitalizzare già al 10' grazie alla dabbenaggine della difesa milanista. Incredibile l'azione del gol, scaturita da un tiro dalla bandierina che esalta l'immobilità dei rossoneri; quasi non ci crede nemmeno Goian nel vedere quella palla rimbalzare nell'area piccola pronta da recuperare e spingere in rete mentre Nesta e compagni alzano il braccio alla ricerca di un inesistente fuorigioco. La reazione del Milan è tanto superficiale quanto anemica. Squadra scollegata che non riesce a comunicare. Seedorf, che ci mette classe e cuore, non riesce a trovare il dialogo, mentre Cassano e Pato non incidono partendo dalla trequarti per poi infrangersi sul muro rosanero. Perso Jankulovski per una distorsione al ginocchio sinistro (dentro Antonini), il Milan arranca e non riesce a dare continuità alla pressione. Ecco allungarsi l'ombra di Ibra. La sua assenza pesa eccome, perché lo svedese oltre a creare panico tra gli avversari, allarga il gioco e regala più penetrazione alla squadra. Così il Palermo gongola limitandosi a difendersi e ripartire lungo l'asse Pinilla-Pastore-Ilicic. I rossoneri sembrano avere attimi di risveglio, ma la lentezza della manovra è così esasperata da renderla prevedibile e permettere così ai ragazzi di Cosmi di chiudere tutti gli spazi per scatenarsi poi in pericolosi contropiede. Allegri all'inizio della ripresa fa ripartire il Milan con la stessa formazione e come nel primo tempo la musica non subisce variazioni sul tema. Rossoneri in attacco e ripartenze micidiali del Palermo pronto a colpire. Solo nei primi quattro minuti ci provano Ilicic e Pinilla, quasi a voler sottolineare quanto sia facile bucare i primi della classe. Lo capisce anche Allegri che finalmente all'8' toglie il confusionario Van Bommel per Boateng. Come se nulla fosse. Il bel Palermo sfugge ai rossoneri nelle consuete ripartenze che getta al vento per troppa euforia. Le difficoltà del Milan aumentano quando al 19' perde Pato per un colpo duro alla caviglia sinistra; tocca a Robinho. L'ex City è una ventata d'aria fresca e già un minuto dopo consegna a Flamini la palla da spingere in rete, ma il destro al volo del francese viene respinto con bravura da Sirigu. Cosmi intuisce il pericolo e inserisce Miccoli per Pastore, confidando nelle capacità penetrative del suo pupillo. Ma il Palermo preferisce proteggere il vantaggio, rischiando a più riprese, ma difendendo con il cuore il prezioso gol di Goian. Ci prova anche Gattuso con un colpo di testa strepitoso respinto ancora da Sirigu. Entrano anche Acquah e Hernandez per Bacinovic e Pinilla, utili per dare più copertura e penetrazione. Proprio Hernandez potrebbe raddoppiare, ma può bastare: il Palermo risorge, Cosmi salva il posto, il Milan rischia la rimonta dell'Inter proprio ai confini del derby. Allegri e i suoi ragazzi avranno due settimane per riflettere.

venerdì 18 marzo 2011

Allegri: "Servirà un grande Milan"

E' l'ora della verità. Senza Ibra per 270 minuti, il Milan dovrà lanciare un segnale forte: essere in grado di fare la differenza anche senza lo svedese. Senza il punto di riferimento. Senza il totem che accentra tutto. Massimiliano Allegri chiede allora una prova di grande maturità perché a Palermo sarà durissima. Con l'Inter ancora di più; a Firenze idem. I rossoneri non vincono al Barbera da cinque anni, inoltre i rossoneri in trasferta non hanno mai battuto le squadre di Serse Cosmi. Il tecnico del Milan si è documentato e davanti ai microfoni di Milanello elenca tre buoni motivi per alzare l'attenzione: "Serse (Cosmi, ndr) è un allenatore preparato che sa gestire il gruppo. Sarà difficile - sostiene infatti Allegri - perché il Palermo arriva da cinque sconfitte consecutive, gioca in casa ed è in possesso di indubbie qualità tecniche a centrocampo e in attacco. Troveremo un avversario che ci creerà grosse difficoltà". Il livornese non si aggrappa al filotto negativo dei rosanero. "Sappiamo - dice - che in attacco non scherzano. Sì, i numeri dicono che a livello difensivo concedono qualcosa, ma le partite sono tutte diverse. Al Milan servirà una grande prestazione tecnica. Dovremo giocarla nel migliore dei modi. Il Palermo ha uomini che fanno la differenza come Pastore, Miccoli, Pinilla, ma non vorrei dimenticare che noi abbiamo Nesta (in campo nonostante la diffida), Thiago Silva, Pato, Seedorf. La squadra sta bene e se al Barbera se riusceremo a essere sereni e concentrati faremo una grande prestazione". Sfida di grande importanza. Anzi, Allegri rincara la dose: "La partita di Palermo è fondamentale per il campionato e per lavorare con tranquillità durante la sosta in vista del derby". E proprio per questo, senza Ibra, servirà studiare una formazione equilibrata. "Ho già le idee chiare. E' più facile che schieri Seedorf come trequartista con Boateng che anche se partirà dalla panchina potrà essere determinante, e quindi Flamini sulla mediana con Gattuso e Van Bommel. Prince arriva da una settimana di differenziato; valuterò". L'assenza di Ibra rivoluzionerà quindi il gioco del Milan che solo con il Cagliari dovette rinunciare al suo fuoriclasse, fermato anche in quella occasione dal giudice sportivo. "Spero nel ricorso, ma dobbiamo accettare le decisioni del giudice. Comunque mi è sembrato una squalifica eccessiva, non è stato un gesto così plateale, ma non possiamo farci niente. In attacco avremo comunque Pato e Cassano, uomini di punta delle loro rispettive nazionali".Ma anche se prima c'è il Palermo l'argomento Inter è inevitabile, soprattutto dopo la prova di Monaco e il sorteggio di Champions. "Non dobbiamo pensare ai destini dei nerazzurri, pensiamo solo a noi stessi. E poi fisicamente e tecnicamente stiamo bene; tra Londra e Bari abbiamo creato 15/16 palle gol. Sono realista; 5 punti sono molti e a 9 giornate dalla fine non è male; siamo in testa da venti giornate, siamo la migliore difesa e siamo la squadra che ha perso di meno, insomma bisogna essere fiduciosi. E poi si parla sempre dell'Inter dimenticandoci del Napoli; starà a noi non farci raggiungere". "Non ho assolutamente gufato l'Inter - aggiunge Allegri -. Per il calcio italiano, è importante che le nostre squadre vadano avanti. L'invidia non fa parte di me, credo che l'Inter nei momenti di difficoltà abbia sofferto. Poi, da grande squadra, ha trovato la forza per rimontare. E' normale, in certi momenti serve l'episodio a favore. Fa parte del calcio". I nerazzurri in caso di vittoria nel doppio confronto con lo Schalke 04 e, nell'eventuale semifinale, se la vedranno con la vincente di Manchester United-Chelsea. La conclusione è chiara: "Per me è difficile fare un pronostico sulla prossima partita del Milan, figuriamoci se posso dire chi vincerà la Champions. Credo però che il Chelsea abbia buone possibilità di arrivare in fondo".

Nesta: "A fine stagione valuterò il mio futuro"

"La mia carriera? Siamo quasi alla fine". Alessandro Nesta, il cui contratto col Milan scade il 30 giugno, ammette che il ritiro è un'ipotesi che sta considerando alla vigilia del suo 35° compleanno (il 19 marzo). "Non voglio trascinarmi per il campo - ha spiegato il difensore a sportmediaset.it - e uno deve essere onesto con se stesso e valutare le condizioni fisiche. Arriviamo a fine stagione, poi deciderò cosa fare. Dal calcio ho avuto tantissimo, vincendo cose che altri si sognano, e questo mi fa vivere gli ultimi mesi di contratto con serenità. Il bilancio della mia carriera è molto positivo. Quello che verrà sarà guadagnato. Vediamo cosa succederà nei prossimi mesi". Nesta ha parlato anche della sfida all'Inter in campionato: "Il fatto che loro siano andati ai quarti di Champions non cambia nulla. La qualificazione darà loro entusiasmo, ma il cammino europeo toglie qualcosa. Ibrahimovic? Tre giornate sono troppe per quello che ha fatto, ma ad altri hanno dato la stessa pena e si sono dovuti adeguare. Il Milan è cambiato molto rispetto a un anno fa e sta ricostruendo una squadra forte per giocarsela con tutti".

giovedì 17 marzo 2011

Flamini: "Non abbiamo paura dell'Inter"

La Milano nerazzurra è tutta in fermento. La vittoria da film contro il Bayern ha dato nuova carica all'Inter, che ha ritrovato convinzione ed è pronta a dire la sua anche in campionato. Perfetto, ma in testa alla classifica c'è il Milan. Lo ribadisce senza troppi complimenti Mathieu Flamini: "L'Inter fa paura? Paura no, siamo primi con cinque punti di vantaggio, questo non lo possiamo dimenticare. Sono contento della loro qualificazione ai quarti di Champions, per loro e per il calcio italiano. E non credo che questo possa essere un ostacolo per il loro cammino in campionato. L'importante - conclude ai microfoni di Sky Sport - è continuare a pensare alle nostre partite, non a quelle altrui". Per il centrocampista francese il Milan ha tutto per conquistare il titolo. Vista pure l'eliminazione dall'Europa. "È un peccato perché contro il Tottenham, che è una buona squadra, abbiamo fatto una grande partita. Non abbiamo fatto gol, è stato un po' più difficile perché avevamo perso all'andata. Adesso però possiamo concentrarci sul campionato, che è un obiettivo molto importante per questo club. E posso dire che abbiamo le qualità per vincerlo, il successo è nelle nostre mani". Partendo dalla sfida di sabato con il Palermo: "Prima affrontiamo i rosanero, poi la pausa e poi l'Inter: il derby è una partita importante ma siamo noi ad essere davanti. Il pareggio con il Bari fa già parte del passato".

Flamini parla anche di Ibrahimovic, che sabato sconterà la prima delle tre giornate di squalifica rimediate per il pugno a Rossi: "È un grande giocatore e non averlo sicuramente cambia tanto. Ma c'è molta qualità in questa squadra e dobbiamo trovare una soluzione anche senza di lui. Il suo gesto? Sinceramente non ho visto quello che ha fatto, tre giornate è un po' dura ma è così e dobbiamo accettarlo".

lunedì 14 marzo 2011

Ibra fermato per 3 giornate

Zlatan Ibrahimovic salterà il derby contro l'Inter. Lo svedese è stato squalificato per tre giornate dal giudice sportivo dopo l'espulsione rimediata ieri durante la partita col Bari (fallo di reazione su Marco Rossi). Ibra, dunque, non giocherà a Palermo sabato prossimo, poi nel derby contro la sua ex squadra - probabilmente la sfida decisiva per lo scudetto - e anche contro la Fiorentina. Il Milan, comunque, ha già comunicato ufficialmente che farà ricorso contro questa decisione. "A.C. Milan - si legge sul sito web rossonero - comunica che verrà presentato ricorso avverso il provvedimento disciplinare inflitto dal Giudice Sportivo al proprio tesserato Zlatan Ibrahimovic".

domenica 13 marzo 2011

La festa per i 25 anni del Presidente

"Adesso altri 25 anni che devono fare il paio con i primi". Così il presidente del Consiglio e del Milan, Silvio Berlusconi, arrivando alla festa per i 25 anni della sua presidenza del Milan. "Sono tanti i bei ricordi di una storia molto lunga che si affollano nella mente - ha aggiunto -, non ce n'è uno un particolare". Berlusconi è arrivato in serata al teatro Manzoni di Milano, dove si sta svolgendo la celebrazione tra le stelle del passato (oltre a tutta la squadra attuale) e i tecnici che hanno scritto la storia del club rossonero. Per i 25 anni dell'era berlusconiana al Milan, sono settecento gli invitati, tra cui molti uomini dello spettacolo, delle istituzioni e della politica.Berlusconi, che nel 1986 divenne il proprietario del Milan, festeggia le sue nozze d'argento, anche se in questa settimana i colori rossoneri gli hanno dato più dolori che gioie, con l'eliminazione in Champions e il pareggio di oggi col Bari che sa di occasione persa per allungare sull'Inter. "Ho visto il secondo tempo - racconta il patron rossonero -, siamo stati molto sfortunati e forse ci sarebbe da recriminare su certe decisioni della terna arbitrale ma il calcio è bello anche per questo, dà spunto per le polemiche anche se io non le ho mai fatte. Che giornatona, comunque... pari col Bari e perso Ibra per l'espulsione". Berlusconi, però, non ha dubbi sul valore della squadra di Allegri: "A me sembra sia all'altezza di altre formazioni del Milan - riflette -. Ci vuole tempo per integrarsi, per capirsi ma siamo in testa alla classifica, abbiamo sbagliato una partita in Europa ma c'è la possibilità di continuare a centrare grandi successi e grandi traguardi". Con Allegri in panchina, ovviamente. Il tecnico toscano in pochi mesi ha conquistato la fiducia di Berlusconi, secondo il quale "si è integrato bene nello stile Milan, ha un rapporto sportivo con i giocatori ottimo e rappresenta bene il Milan nei contatti con la stampa. Credo che possa pensarsi per lui un futuro qui, coronato da tanti successi". Successi a cui contribuirà Ibrahimovic, che il presidente rossonero difende dalle critiche dopo le pessime prestazioni con Tottenham e Bari. Berlusconi non vuole sentir parlare di "sindrome da Europa" per lo svedese: "Non credo proprio, è un grande giocatore indipendentemente dal campionato in cui si trova - è il commento -. Non si può sempre vincere, non si è sempre al meglio e poi ci sono anche gli arbitri, gli avversari. Ibrahimovic ha dato così tante prove di essere un campione che nessuno può dubitare che lo sia davvero". Il presidente del Milan, insomma, mostra di avere grande stima per Ibra, così come ne ha nei confronti di chi ha lasciato la squadra a gennaio. "Sono ancora addolorato per la partenza di Ronaldinho, è una cosa che mi è dispiaciuta molto - confessa Berlusconi, che non esclude però un ritorno di Kakà -. Se ci fosse una possibilità, noi lo accoglieremmo a braccia aperte. È un grande, anche come uomo". Guardando a questi suoi 25 anni di presidenza, il ricordo più bello è "Barcellona '89, la prima vittoria in Coppa dei Campioni. C'era stata la traslazione 'biblica' di 80mila tifosi del Milan al Camp Nou e alla fine della partita (4-0 allo Steaua Bucarest, ndr) si accesero migliaia e migliaia di luci che trasformarono lo stadio in un teatro straordinario. Fu la mia prima emozione per una grande vittoria". Dal passato al futuro, la filosofia del Milan non deve cambiare. Questo è quello che chiede Berlusconi: "Andare in campo, essere lì sempre con la voglia di essere padroni del campo e del gioco, di comportarsi lealmente e mettere in campo un gioco spettacolare, per segnare, segnare e segnare, prendendo meno gol di quelli che facciamo. Dobbiamo essere sempre protagonisti in Italia e in Europa".

Allegri: "Siamo ancora a +5"

L'occasione perduta infastidisce dopo l'eliminazione In Champions. L'Inter resta a 5 punti, ma l'1-1 con il Bari è un piccolo campanello d'allarme perché mette a nudo un momento poco lucido della squadra. La vera nota stonata è però Ibrahimovic. Irriconoscibile con il Tottenham, come spesso gli capita in Champions, lo svedese si è fatto espellere per un colpo proibito a Rossi, mostrando un nervosismo che rischia di costargli il derby. "Purtroppo ha avuto questo mezzo fallo di reazione; eppure nel secondo tempo si era mosso meglio che nel primo - commenta Allegri -. Nervoso? Era abbastanza tranquillo, ha cercato di tornare al gol su azione che gli manca da un po' di tempo, non c'è riuscito ma deve rimanere sereno e tranquillo. Ha fatto tantissimo per il Milan e sta facendo tanto, possono capitare questi periodi, non deve innervosirsi". E il derby? "Vediamo...", conclude Allegri. Il tecnico livornese però non nasconde la sua rabbia e spiega i suoi motivi con precisi dettagli tattici: "Sapevamo che non era una partita vinta in partenza e l'abbiamo complicata giocando un brutto primo tempo; poco mobili, poca profondità, abbiamo allargato poco il gioco, cosa che abbiamo fatto meglio nel secondo tempo. Sono partite in cui devi avere la sicurezza difensiva e invece sul gol del Bari ci siamo un po' addormentati. Quando parte un uomo bisogna seguirlo e bisogna stare più svegli anche sul primo uomo in barriera". Nella ripresa, dopo la strigliata nella pausa del té. il Milan è cresciuto. "Nell'intervallo ho detto di cominciare a giocare, di allargare il gioco, mantenendo quella serenità che serve per affrontare una partita di calcio" racconta Allegri che invita i suoi a mantenere la calma di chi comanda il campionato: "C'è amarezza, dispiacere - spiega -, questa settimana però dobbiamo vederla in maniera positiva nel senso che abbiamo giocato due partite ottime, anzi diciamo una e mezza visto il primo tempo di oggi, raccogliendo meno di quanto potevamo raccogliere". Resta il fatto che se non ci fosse stato Cassano staremmo qui a raccontare un clamoroso flop. "Queste partite alla fine rischi di perderle - ammette il tecnico che vede il bicchiere mezzo pieno - La squadra in dieci ha pareggiato, ha avuto anche l'occasione per vincere, dispiace. Tutti si aspettavamo, compreso me, una vittoria che avrebbe allungato la classifica, ma abbiamo sempre 5 punti di vantaggio sull'Inter che non sono pochi a questo punto del campionato".

Milan-Bari 1-1

Sì il Milan è pazzo. Allegri aveva allertato i suoi dopo il pari dell'Inter: "Se falliamo siamo matti". Così, in un pomeriggio grigio e arruginito, si fa imbrigliare dal Bari concedendo un pareggio ottenuto tra l'altro in inferiorità numerica dopo, udite udite, l'espulsione di Ibrahimovic per un colpo proibito a Rossi; rosso che mette a rischio la sua partecipazione al derby. Dopo il gol nel primo tempo di Rudolf, i rossoneri dominano la ripresa, ma colgono l'1-1 dopo l'uscita di Zlatan, grazie a una prodezza di Cassano che contro i suoi ex non festeggia. Macchinoso e poco lucido, il Milan perde la grande occasione di staccare i nerazzurri, ma soprattutto sottolinea il momento no di Ibra che oltre a sbagliare sottoporta conferma stanchezza e una buona dose di nervosismo. Per dimenticare Londra serve la vittoria. Allegri non rinuncia a Pato che oltre a fare cose determinanti garantisce più movimento di Cassano. Senza Boateng, sulla sinistra del centrocampo schiera Merkel che può contare sul raddoppio di Antonini. Sulla mediana si affida alla solidità di Van Bommel e Gattuso, perché non bisogna sottovalutare l'avversario anche quando è dietro di 45 punti. Bortolo Mutti, infatti, ha voglia di fare uno scherzo alla prima della classe con un aggressivo 4-4-2 dove le punte sono Ghezzal e Rudolf. Ma per quasi tutto il primo tempo, il Bari preferisce giocare di copertura, rintandandosi davanti a Gillet e concedendosi di tanto in tanto il contropiede. Di fronte ha però un Milan sdentato e senza cuore. Il pressing è costante, ma le occasioni latitano. I biancorossi si chiudono bene e non concedono il minimo spazio con una fase difensiva apprezzabile. A dare una mano ai pugliesi sono comunque i rossoneri che corrono poco e non fanno prevalere la loro superiorità tecnica. Il pressing del Milan si sintetizza tutto nella punizione terrificante di Ibra al 27', respinta non si sa come da Gillet e dal mancato aggancio dello svedese sul delizioso lancio di Thiago Silva al limite. Zlatan è lento come tutta la squadra che soccombe quando meno se lo aspetta. Proprio perché snobba la posizione di Rudolf al 39' sulla punizione di Almiron. Il tocco sulla destra dell'argentino è perfetto come il diagonale imparabile dell'ungherese. Servirebbe più cattiveria per ribaltare il risultato. Allegri corregge all'inizio della ripresa inserendo Emanuelson per Merkel. L'olandese apre spazi, Robinho segna subito, ma in fuorigioco, il Milan spinge con rabbia, ma il gol non arriva. La foga è deleteria e proprio il brasiliano cede il passo a Cassano all'11'. Il barese contro il suo passato esibisce talento, ma viene subito accerchiato. Segna anche Ibra, ma tocca con la mano, mentre il Bari, modificato da Mutti con gli inserimenti di Rinaldi, Husekleep e Kopunek (fuori Masiello, Alvarez e Rudolf), resiste eroicamente con grande organizzazione. Al 27' Ibra conferma di attraversare un brutto momento allargando troppo un facile diagonale per poi vedersi sventolare il cartellino rosso per un colpo proibito su Rossi. L'inferiorità numerica permette al Bari di scatenare pericolosi contropiede, ma allo stesso tempo caricano il Milan che, come contro il Catania, assedia l'avversario. Allegri toglie Gattuso per Seedorf con lo scopo di regalare più ordine nel finale di gara e subito arriva il pareggio. Emanuelson trova il varco a sinistra per Antonini che coglie in mezzo all'area Cassano; destro di controbalzo del fantasista che batte Gillet. Il gol è benzina e scatena i rossoneri che mancano il 2-1 con Thiago Silva, Pato, Emanuelson e Seedorf. Non bastano però i 240 secondi di recupero per il miracolo. L'Inter tira un sospiro di sollievo: la sfida continua.

sabato 12 marzo 2011

Max Allegri: "E' ancora lunga"

Massimiliano Allegri non pensa al passo falso dell'Inter a Brescia e si concentra sul cammino del Milan, atteso da un impegno sulla carta agevole col Bari. "Dobbiamo fare la corsa su noi stessi. Il calendario che ci attende non è dei più agevoli e non bisogna assolutamente sottovalutare il Bari dal punto di vista mentale. I valori tecnici sono diversi, ma loro valgono più della loro classifica e vengono da due-tre buone prestazioni. Sarà importante partire subito forte. Ibra è stanco, è normale a questo punto dell'anno. Anche perché le ha giocate praticamente tutte. Ma resto dell'idea che sia la sua miglior stagione e credo che giocherà. Poi avrà modo di riposare la settimana prossima e in occasione della sosta per le nazionali. Pato? Sta benissimo e davanti è l'unico veramente sicuro di giocare. Per il resto ho dei dubbi a centrocampo (tra Flamini, Merkel ed Emanuelson,ndr) e sulla fascia sinistra in difesa". Inevitabile tornare sull'eliminazione negli ottavi di Champions contro il Tottenham: "Avrei voluto andare avanti, non vedo nessun vantaggio ad uscire. Avremmo anche meritato, ma se è passato il Tottenham vuol dire che noi abbiamo sbagliato qualcosa. Anche se non credo che mercoledì, nella singola gara, avremmo potuto fare di più. Perché siamo stati bravi in ogni aspetto. Avessi avuto Pirlo e Ambrosini, oltre agli acquisti di gennaio, forse sarebbe cambiato qualcosa. Berlusconi? Non l'ho sentito dopo l'eliminazione in Champions. So che è dispiaciuto, ma so che ha apprezzato il modo in cui i ragazzi hanno interpretato la partita". La chiusura è dedicata ad Antonio Cassano: "Sono contento di quello che ha fatto e di come sta lavorando. In avanti abbiamo 4 giocatori super importanti e magari ha trovato meno spazio di quello che poteva avere, ma veniva comunque da due mesi di inattività".

venerdì 11 marzo 2011

Micidiale terremoto in Giappone

Il Giappone si è svegliato sotto i colpi di un terribile terremoto.
Magnitudo 8,9 della scala Richter, il terremoto è stato registrato a 150 chilometri dalla costa del Giappone e tremendo è stato lo tsunami con onda anomala di almeno sei metri da esso generato. Inizialmente la potenza del terremoto era stata fissata a 7.9 ed è stata portata poi ad 8.8 dallo Us Geological Survey Said. Al momento sono 50 i morti accertati e centinaia i dispersi registrati soprattutto nella parte nord orientale del Paese. Si sono verificati numerosi incendi a Tokyo mentre gli aeroporti della regione sono stati chiusi. Il timore a cui si cerca di far fronte in queste ore è il pericolo atomico anche se, al momento, il governo di Tokyo ha assicurato che non si sono verificate fughe radioattive delle centrali. Le istituzioni stanno monitorando in modo forsennato tutte le centrali nucleari, tutte bloccate per sicurezza. La prima scossa del terremoto in Giappone si è registrata alle 14.45 locali ed ha seguito quella di mercoledi scorso di magnitudo 7,3. Si parla di danni ingenti e del peggior sisma della storia del Paese. Attualmente sono state attivate trenta squadre di soccorso delle Nazioni Unite e per tutti gli italiani che vogliano avere notizie circa i propri conoscenti presenti a Tokyo è stata attivata una linea telefonica: 055/2779254

Col Bari vietato sbagliare

Sfumato il sogno Champions, il Milan può dedicarsi anima e corpo al campionato. Ma è innegabile che l'eliminazione dall'Europa brucia maledettamente, perché il Tottenham era alla portata dei rossoneri. E' evidente la frustrazione della squadra di Allegri di non essere riuscita in 180 minuti a segnare un gol agli Spurs, autentica sorpresa del prestigioso torneo. Quasi una contraddizione, potendo contare in attacco su elementi del calibro di Pato, Ibra e Robinho. Ovviamente contro il Bari sarà vietato sbagliare; tre punti con la squadra di Bortolo Mutti, oltre a mantenere un buon distacco dall'Inter, darebbero nuova linfa in vista della difficile trasferta di Palermo e del micidiale derby con i nerazzurri. Massimiliano Allegri confida nel riscatto del gruppo come da tradizione. Motivo ricorrente della stagione, a uno stop in Champions ha infatti sempre corrisposto una reazione in campionato con gol di Robinho. Il tecnico ha essenzialmente due dubbi: uno in attacco e uno a centrocampo. Zlatan Ibrahimovic è stanco; la prova a White Hart Lane ha evidenziato i problemi dello svedese che forse avrebbe bisogno di staccare la spina. Ma è impensabile che Allegri rinunci a lui: orgoglioso com'è, dopo le critiche il fuoriclasse avrà voglia di spaccare il mondo. Semmai il dilemma riguarda chi affiancargli: Pato e o Cassano? Col Bari, fanalino di coda in odore di B, Jankulovksi rifiaterà e sarà Antonini il cursore di sinistra, in un reparto che, con 20 gol subiti, è il più forte del campionato. A centrocampo rientrano Gattuso e Van Bommel, mentre dovrebbe essere Merkel a completare la linea mediana. Allegri, infatti, deve valutare il problema alla caviglia destra di Boateng, che ha svolto il riscaldamento con i compagni, per poi essere sottoposto a terapie specifiche. Probabile un ditottamento in panchina, perché contro Palermo e Inter la sua capacità di "spaccare le partite" (Allegri dixit) sarà fondamentale.

giovedì 10 marzo 2011

Allegri: "Meritavamo noi"

Massimiliano Allegri chiude la sua prima esperienza in Champions da allenatore con un'eliminazione agli ottavi. Che lascia l'amaro in bocca, perchè arriva dopo una prestazione molto positiva. "Ci è mancato il gol. Stiamo commentando - ammette Allegri - un risultato bugiardo vista la prestazione. Ora buttiamoci in campionato e nella Coppa Italia. Stasera abbiamo fatto un'ottima prestazione cercando di ribaltare il risultato attraverso un buon calcio, E inoltre non abbiamo concesso nemmeno un tiro in porta. Forse c’è stata qualche scelta sbagliata nell’ultimo passaggio, in alcune situazioni. Però, durante l’arco della partita ci può stare, perché non era assolutamente facile giocare una partita del genere contro questa squadra, in casa loro. Peccato perchè in 180 minuti abbiamo concesso poco, ma se non fai gol non vinci. Dovevamo fare qualcosa di più nella partita d'andata. Da domani ripartiamo dal campionato. Questa prestazione ci dà grande forza". Sulla stessa linea Adriano Galliani: "Non saprei cosa rimproverare alla squadra. Dobbiamo avere la maturità di accettare la sconfitta, che è arrivata dopo una partita buonissima. Ci è mancato solo il gol. Non abbiamo mai subìto un tiro in porta. Non sono pessimista perchè ho visto una squadra in grande condizione fisica. Poi c'è stato il salvataggio di Gallas, l'avevamo anche preso poi non è venuto al Milan". Rispondendo ad una domanda sulla crisi del calcio italiano a livello europeo, Galliani ha detto: "Non dimentichiamo che in questi 10 anni abbiamo vinto 3 Champions League. Quest'anno gira così, ma non è il caso di fare i disfattisti. Abbiamo una squadra di club campione del mondo. Piuttosto penso che Europa League e Champions League dovrebbero avere due ranking separati perchè non è giusto che se si va male in una competizione se ne debbano subire le conseguenze anche nell'altra". Quanto a Kakà, Galliani è categorico: "È impossibile che venga in Italia - ha concluso - ha un tipo di stipendio impossibile per il calcio italiano". Tanto rammarico anche nella parole di Mathieu Flamini: "Eravamo venuti per qualificarci, ma non ci siamo riusciti. Siamo tutti un po’ tristi, abbiamo dato tanto, ma il gol non è venuto. Adesso dobbiamo andare avanti, andandoci a prendere questo scudetto. La Champions League era l’obiettivo principale? Diciamo che era uno degli obiettivi, ma è andata male. Adesso abbiamo un altro grande obiettivo, che è di vincere lo scudetto, l’obiettivo numero uno".

"Uscire così è dura - spiega Pato - abbiamo dominato la partita, ma non siamo riusciti a far gol. Abbiamo provato in tutti i modi, abbiamo avuto diverse occasioni. Adesso dobbiamo dimenticare questa partita e pensare a campionato e Coppa Italia. La mia prestazione? Ho provato a fare del mio meglio, quando si vince lo si fa tutti insieme". Zlatan Ibrahimovic ha le idee molto chiare, nonostante l'ennesima delusione europea della sua carriera: "Non è sempre il migliore che vince. L'unica cosa che è mancata questa sera è stato il gol. In due partite il Tottenham ha fatto un tiro e un gol, questa è la differenza. Ma il Milan sta bene. Mi dispiace per l'eliminazione, ma ci restano ancora campionato e Coppa Italia". A chi gli domanda se è soddisfatto della sua prestazione, lo svedese risponde: "Tutti hanno giocato bene e abbiamo provato a fare gol, abbiamo giocato con grande fiducia. Ma il pallone non entrava".

mercoledì 9 marzo 2011

Tottenham-Milan 0-0

Ha ragione José Mourinho quando afferma che la Champions League è la coppa dei dettagli. Basta un errore per rovinarti una stagione (la rete di Crouch a San Siro); oppure due clamorose occasioni da gol, senza dimenticare la bella prova dei rossoneri nel rovente White Hart Lane di Londra. Alla fine lo 0-0 premia il Tottenham che passa ai quarti pensando più a difendersi che a esibire un buon calcio. A Prince Boateng, Allegri non ha rinunciato; anche con una caviglia a mezzo servizio. Di Gareth Bale, Redknapp ha potuto anche farne a meno per buona parte della gara, ostentando una sicurezza invidiabile. Al ghanese il tecnico rossonero chiedeva profondità e spinta; il lasciapassare per Pato, Ibra e Robinho. Utile anche a dare spessore alla cerniera di centrocampo e contrastare le veloci offensive del Tottenham. Perché dopo soli due minuti Van der Vaart spaventa Abbiati con un sinistro dal limite di poco a lato. Al 3’ Seedorf risponde con una palla in profondità per Ibra spazzata in angolo da Dawson. Gli Spurs pressano con la consueta spavalderia, ma il Milan risponde per le rime. Atteggiamento scontato non avendo nulla da perdere, tra l’altro favorito dai londinesi che non speculano e lasciano giocare. Il Milan se la gioca e fa la partita con un possesso palla veloce e insistente. Al 16’ Gomes deve volare con i pugni per deviare in corner una punizione maligna di Ibra. Il tam-tam rossonero è ritmato e accende la spia rossa degli inglesi che giocano a intermittenza, subendo il martellante forcing di Seedorf e compagni. Così, al 26’, la sfida registra la gigantesca occasione da gol di Robinho, sventata con un prodigioso salvataggio sulla linea da Gallas. E’ l'incerto portiere Gomes l'anelloil punto debole degli Spurs e il Milan lo punta. Il brasiliano esalta le sue incertezze al 32’ quando in un modo o nell’altro respinge il sinistro di Pato. Redknapp allora corre ai ripari e chiede dalla squadra di avanzare di qualche metro, spingendo di più sulle fasce. Ma la mossa non rende. E fa una certa impressionare vedere Lennon arretrare per dare un aiuto alla difesa. Agli Spurs viene concesso solo un bolide centrale di Van der Vaart che Abbiati blocca con sicurezza. Per i rossoneri, quindi, un primo tempo esemplare; alla ricerca costante del gol, con un possesso palla devastante che ipnotizza il Tottenham. Ma il riposo giova ai britannici. Già al 1’ Crouch con un inspiegabile colpo di testa mira di tutto tranne che la porta. C’è più Tottenham in campo, ma il Milan si fa subito notare con un diagonale di Flamini a lato dopo un'iniziativa di Pato. Le risposte degli inglesi, pur scontate come i cross per Crouch, sono però efficaci, perché spezzano la manovra del Milan. Dal canto suo la formazione rossonera, con Seedorf in prima fila, è impeccabile fino agli ultimi venti metri, dove si perde per la mancanza di lucidità di Ibra e l’attenzione nella marcatura su Pato. Eppure il gol è a portata di mano al 21’ quando Gomes smanaccia una conclusione ravvicinata di Robinho. Il 21’ è anche il minuto dell’ingresso di Bale (fuori l’opaco Van der Vaart) in partita (in realtà una sgambata), seguito a ruota da Antonini per Jankulovski e da Jenas che rileva l’evanescente Pienaar. Pesante l’uscita di Boateng al 31’; la caviglia non regge più e Allegri lo sostituisce con Merkel. Il Tottenham si aggrappa allo 0-0 che Pato potrebbe correggere con un potente tiro a fil di palo che fa gridare al gol. Come il fendente di Robinho nel recupero, alto sopra la traversa. Proprio una questione di dettagli: gli Spurs chiudono in difesa caricati dai cori del White Hart Lane, il vero uomo in più della serata.

martedì 8 marzo 2011

Allegri: "Io ci credo"

Lo sa bene, sarà durissima. Ma il Milan può permettersi di guardare oltre gli ottavi, perché al di là di quel disgraziato gol di Crouch che ha assegnato al Tottenham la pesante vittoria a San Siro, il gap tecnico fra rossoneri e londinesi è in realtà minimo, se non inesistente. Massimiliano Allegri conta i feriti. Come sempre. Sa che dovrà fare i salti mortali per ricucire un centrocampo al minimo. Così, conti alla mano, con Seedorf toccherà a Flamini, il più inglese dei rossoneri, ad arginare gli Spurs che ritrovano il cavallo di razza Bale. Ma anche il Milan può sorridere: Boateng, il cui recupero sembrava impossibile, si è allenato col gruppo ed è stato inserito tra i convocati. Difficile dire come lo utilizzerà Allegri. Se "il principe" non ce la facesse, Allegri ripescherà il gioiellino Merkel supportato sulla fascia da Antonini, escludendo l’ipotesi di far avanzare Thiago Silva sulla mediana perché davanti ad Abbiati ci sarà bisogno della massima attenzione. Il tecnico non si abbandona a voli pindarici: sa bene di poter contare su un gruppo unito che ha voglia di sbalordire ancora una volta e a chi fa ironia sull’esito della gara risponde: “Non vedo perché dovremmo andare la pensando di non vincere”. Niente squilli di tromba, ma una certezza: “Il Milan farà di tutto per conquistare i quarti di finale. Bale? Troveremo il modo di fermarlo; abbiamo studiato molto in proposito”. Ottimismo, quindi, a Milanello. La partenza è prevista per le ore 16 con arrivo a Londra alle 16.56 locali. Subito dopo la conferenza stampa della vigilia di Allegri al White Hart Lane, la casa del Tottenham. Parla anche Pato, ristabilitosi dal virus influenzale che lo ha costretto a saltare la sfida con la Juventus. "Sono di nuovo al 100 per cento, è stato giusto fermarsi per recuperare - le parole del brasiliano a Milan Channel -. A Londra sarà una gara difficile, ma dopo aver battuto la Juve siamo ancora più motivati. Siamo forti, tecnicamente e mentalmente, non possiamo sbagliare. Dobbiamo restare tranquilli, io ci sarò per aiutare i compagni, conta passare il turno, non fare gol per forza".

sabato 5 marzo 2011

Juventus-Milan 0-1

Se è stato il gol scudetto ce lo diranno le prossime e ultime 10 giornate di campionato, ma di sicuro quello di Gattuso, a Torino contro la Juve, è stato un gol pesante come un macigno. Piantato sulle ambizioni di rimonta di Inter e Napoli, che domani scenderanno in campo - con una partita in meno - rispettivamente a -8 e -9 dal Milan capolista. Ma ancor di più piantato sulla stagione disgraziata della Juventus, sconfitta per la nona volta in campionato e terza consecutiva, e chissà, forse un colpo definitivo per la panchina di Delneri, contestato dai tifosi e incapace di spremere almeno una prestazione di buon livello dai suoi ragazzi: la Juve non ha mai impensierito Abbiati in 95 minuti. Il primo tempo è modesto. Entrambe le squadre provano ad aspettare l’avversaria, a stanarla ed a ripartire in contropiede. Nessuno vuole lasciare spazi. La Juve è confusionaria, ci mette l’anima, la foga, ma ordine e qualità sono non pervenute. Melo pasticcia a metà campo, dove l’assenza delle geometrie di Aquilani si fa sentire, mentre davanti Toni corre come un dannato su tutto il fronte d’attacco, sgomita, inciampa e riparte con quei trampoloni di gambe, ma di occasioni nitide la Juve in 45’ non ne crea neanche mezza, con Matri che da seconda punta non convince, perchè non sa creare per gli altri. L’emblema delle difficoltà della formazione di Delneri, che manca di talento puro, è data da tre punizioni tre calciate da altrettanti bianconeri: Krasic, Melo e Traorè. Il risultato? Lo stesso: palla sulla barriera. E Il Milan? Non sfavilla, l’assenza di Pato, il suo attaccante più "caldo" e non solo per la temperatura causata dalla febbre, si fa sentire, ma almeno un paio di occasioni le crea. E’ più lineare nella manovra, più incisivo. Sfiora il gol prima con Ibrahimovic, che si fa anticipare da Traorè con la porta spalancata e conferma di patire la sfida da ex della Vecchia Signora, cui a Torino non ha mai segnato, poi con Cassano, che alza troppo il sinistro. Tutto qua. All’intervallo è 0-0. Milan meglio ai punti, ma era lecito attendersi di più. Si riparte con Robinho al posto di Boateng, acciaccato. Con Ibra che tira un missile su punizione: Buffon non è elegante, ma efficace, e smanaccia via. Ma la Juve soffre, perchè il Milan alza il baricentro, accettando - come dovere di capolista - il fare la partita. Per forza. E i bianconeri ripartono solo con qualche fiammata più coreografica che efficace di Krasic. E così non può sorprendere che arrivi il vantaggio rossonero. Semmai sorprende il marcatore, Gattuso, che approfitta di una sponda di un Ibra, cresciuto nella ripresa, e di una difesa bianconera che si apre come un ventaglio. Il mediano rossonero colpisce sporco di sinistro, quanto basta per ingannare un Buffon poco reattivo. Milan avanti 1-0. E dopo lo svantaggio dalla curva sud bianconera si alza il grido "Luciano Moggi", cantato a squarciagola. Seguito a ruota da "Andate a lavorare". Assolto solo Del Piero, che langue in panchina, mentre intanto è entrato Iaquinta, per Toni. Cori offensivi per Delneri, redo di non riuscire proprio a mettere in pratica quanto scritto nello striscione esposto dall’altra curva: "Alla Juventus non è importante vincere è l’unica cosa che conta". E invece vince il Milan, ancora, per la 18a volta in campionato: l’anima del Diavolo è Gattuso, che porta il Milan in Paradiso.

venerdì 4 marzo 2011

Allegri: "Noi saremo all'altezza"

All'Inter Benitez è saltato, alla Juve la posizione di Delneri è a rischio e allora delle tre grandi l'unico certo di arrivare fino alla fine è Massimiliano Allegri. Ma il tecnico rossonero, alla vigilia della gara con la Juve, divide i meriti con club e giocatori. "Quest'anno ho avuto il vantaggio che la società ha fatto un'ottima campagna acquisti - spiega - Poi ho trovato uno spogliatoio con uno zoccolo duro che ha vinto tantissimo e tutti ci siamo messi in discussione avendo delle grandi motivazioni". Milan in testa ma l'altro ieri Moratti ha sottolineato che l'Inter è la prima squadra di Milano. "Cosa ho pensato quando l'ha detto? Che dopo la partita col Palermo ci sono 15 giorni con la sosta in mezzo per arrivare al derby... Sono battute simpatiche", sorride Allegri, che ha anche un occhio al ritorno col Tottenham: "Mercoledì abbiamo buone possibilità di passare il turno ma intanto pensiamo alla gara di domani".Massimiliano Allegri non si fida. Il Milan fa visita alla Juventus, reduce dalle sconfitte con Lecce e Bologna. Una Juve che però i rossoneri non possono sottovalutare nonostante il momento di difficoltà. "Siamo a 11 partite dalla fine e ogni partita è quella più importante, ma in questo momento quella di domani vale molto in chiave scudetto per noi, e vale molto anche per loro, per cercare di riavvicinarsi alla zona Champions - le parole del tecnico alla vigilia -. La Juventus è una squadra fisica, caratteriale, che sui calci piazzati è molto pericolosa e che quando è ferita, come lo è in questo momento, sa giocare partite importanti. Non sarà una Juve dimessa ma agguerrita, che giocherà una grande partita e per fare risultato dovremo essere altrettanto grandi. Noi dobbiamo essere all'altezza e lo saremo sicuramente, stiamo bene e vogliamo andare a Torino per fare risultato". In avanti, al fianco di Ibra, dovrebbe esserci Pato, decisivo contro il Napoli. "I gol li ha sempre fatti ma è cambiato l'atteggiamento, è molto più sereno, sta bene fisicamente - aggiunge -. Ci sono buone probabilità che parta dall'inizio ma chi va in panchina può essere ancora più determinante di quanto è stata fino ad ora".

giovedì 3 marzo 2011

Big Bang Boateng!

Conti da chiudere. Contro la Juventus, a San Siro, Kevin Prince Boateng giocò una delle sue peggiori partite in campionato e si meritò il voto più basso della sua finora breve carriera italiana: cinque. Con il Tottenham aveva esordito a vent’anni in Premier League, ma non è stata un’esperienza sportivamente riuscita: a Londra il ghanese ha giocato poco, si è ritrovato nella squadra riserve, poi ha deciso di tornare in prestito in Germania, poi è stato ceduto al Portsmouth. "Il calcio italiano è bello e difficile quanto quello inglese", ha detto Prince appena arrivato al Milan. Adesso di certo gli piace un po’ di più il negletto campionato di Serie A. Perché quella di Boateng a Milanello è per ora una storia felice, anche se a un certo punto interrotta: Prince è stato fuori due mesi per infortunio, eppure le partite giocate sono state sufficienti per sorprendere. Pochi in Italia immaginavano di vedere il ghanese trequartista nel Milan, visto che era conosciuto soprattutto come un buon centrocampista con un grande fisico. Invece Allegri lo ha riportato alle origini: da ragazzino, Boateng amava fare il trequartista. Gli piace il calcio di qualità, gli piace tentare la giocata a effetto, anche se a tante signore l’effetto lo ha fatto soprattutto quando si è tolto la maglia esultando dopo il gol al Napoli. Ma la qualità e l’utilità per il gioco del Milan è indiscutibile quanto i suoi muscoli. "Boateng ha tutto: potenza, forza, velocità, resistenza", racconta il responsabile dei preparatori atletici Daniele Tognaccini. "Non c’è stato proprio bisogno di programmare nulla di specifico. É un atleta, lo mandi in campo e sa cosa fare". Boateng piace ai tifosi perché è un lottatore, ma deve imparare a disciplinarsi. Deve dosare certe entrate (è stato ammonito 6 volte), ma Allegri lo apprezza per il dinamismo e la capacità di inserirsi, per questo a volte gli ha dato le chiavi dell’attacco. E lui lo ha ripagato finora con 3 gol, tanta corsa e un rendimento più che sufficiente (media 6,14). Boateng pesa (1,86 per 84 chilogrammi) anche per la personalità e Allegri sta cercando di disciplinarlo a livello tattico: più difesa che attacco per lui nel Ghana al Mondiale, ma il tecnico ha scommesso di trasformarlo in trequartista in modo definitivo e ora che l’infiammazione agli adduttori è stata domata l’addestramento può riprendere. Contro la Juve Boateng potrebbe avere il posto di Robinho nel caso che Allegri decidesse un po’ di turnover in vista Champions, a Londra invece servirà a centrocampo. Senza Boateng, considerando le partite intere, il Milan ha una media punti di 1,9, con Boateng in campo 90 minuti la media sale a 2,3. Sono solo numeri, ma raccontano una storia iniziata più che bene.

mercoledì 2 marzo 2011

Mexes ha scelto il Milan: pronto il contratto

L'ultimo treno partito dalla Roma, nell'estate 2003, portò Marcos Cafu in rossonero. Non c'era ancora il Freccia Rossa, ma il brasiliano con le sue veloci incursioni sulla fascia destra divenne presto un beniamino di San Siro. Da allora il Milan non ha più voluto disturbare i lavori in casa giallorossa. Quell'affare a parametro zero, infatti, rischiò d'incrinare i rapporti con la famiglia Sensi e in via Turati ci hanno sempre tenuto a mantenere certi rapporti. Ma l'ormai prossimo cambio al vertice della società giallorossa ha indotto i vertici rossoneri a voltar pagina su Philippe Mexes, il difensore francese a scadenza di contratto con la Roma. Anche al mercato di gennaio c'era stato un contatto tra i due club. Se non ci fossero stati dei gravi infortuni in altri ruoli il club rossonero avrebbe anche provato a prenderlo subito. Poi s'è optato per la soluzione estiva, quindi, a parametro zero. Per il difensore centrale è pronto un quadriennale da 4 milioni all'anno: più incentivi e premi, ovviamente. Gli annunci a tempo debito. No al Real La riprova della mossa rossonera è arrivata nelle ultime settimane. Il centrale di Tolosa (che a fine marzo compirà 29 anni) è stato avvicinato dal Real Madrid: Mourinho lo conosce bene e avrebbe dato l'okay al suo ingaggio. Tuttavia il contatto è andato a vuoto. Non si può dire che il francese abbia detto no agli uomini di Florentino Perez, ma è vero che non ha potuto approfondire il discorso per l'impegno già preso con i dirigenti milanisti. Ovviamente l'ingaggio di Mexes presuppone scelte significative per il pacchetto arretrato. Il Milan ha ben otto giocatori in scadenza di contratto e l'appuntamento per tutti è ad aprile. Nel limbo c'è, quindi, anche Alessandro Nesta, il giocatore a cui evidentemente Mexes più somiglia per caratteristiche tecniche. Il trentaquattrenne centrale romano deve fondamentalmente decidere se continuare o meno. La sua è più che altro una scelta di vita (almeno in questo caso l'aspetto economico passa in secondo piano) e il Milan tifa perché continui un'altra stagione, in modo da accompagnare al meglio l'inserimento di Mexes. I passi più importanti riguardano, però, il ruolo di esterno sinistro.