martedì 26 aprile 2011

Seedorf verso il Brasile: "Ma prima lo scudetto"

Vedere Clarence Seedorf nella prossima stagione in Brasile è più di un'ipotesi. Almeno secondo Ronaldo, ex attaccante di Inter e Milan che ora si occupa della sua "9ine", agenzia di marketing sportivo. Il Fenomeno si è mosso per conto del Corinthians per provare a convincere il 35enne olandese, in scadenza di contratto col Milan, a prendere in considerazione la possibilità di accasarsi al Timao. "Non ho fatto altro che avvicinare il Corinthians a Seedorf - racconta a SporTv -. Lui è sposato con una brasiliana, parla bene la lingua ed è molto tentato da questa avventura. Ma nel caso di Seedorf o di qualsiasi altro giocatore della sua età, quello che conta è la volontà del giocatore stesso. Al termine della stagione si libererà dal Milan, credo che gli siano state fatte delle offerte e lui le sta analizzando. Sembra che anche il Flamengo stia trattando con Seedorf". Se però la dovesse spuntare per il Corinthians, per Ronaldo sarebbe il secondo colpo in pochi mesi visto che dietro l'arrivo di Adriano al Timao c'è la sua mano. "Non gli ho chiesto di firmare un contratto con la mia "9ine" ma gli ho detto che l'avrei aiutato, perché è un grande amico - racconta ancora il Fenomeno -. Quando ci siamo visti era triste e gli ho chiesto se voleva una mano, se voleva tornare al top. E Adriano mi ha detto di sì". "Prima voglio conquistare lo scudetto, solo dopo arriverà il momento per pensare al mio futuro". Non aggiunge altro Seedorf in una dichiarazione al sito olandese Voetbal International, ma il suo contratto con il Milan scade a giugno e non è un mistero che stia valutando diverse proposte, compresa quella del Corinthians. A fare da mediatore si è impegnato in prima persona Ronaldo, che nelle scorse settimane in un suo blitz milanese ha incontrato l'ex compagno di squadra.

lunedì 25 aprile 2011

Galliani: "Abbiati è stato decisivo"

Adriano Galliani è un lombardo napoletano. Anche chi non lo sopporta non può non riconoscergli una notevole conoscenza del calcio. Che spesso si accompagna a riti scaramantici. La cravatta gialla, i rituali pre-partita. E l'a.d. del Milan dopo la vittoria di Brescia si è per la prima volta sbilanciato su uno scudetto che la sarta del pallone sta già cucendo sulle maglie rossonere. Classifica alla mano, ma non solo. CI sono anche altri segnali: "La parata di Abbiati su Diamanti nel finale - ha ammesso Galliani dopo Brescia - mi ha ricordato quella che Christian fece nel '99 su Bucchi col Perugia. L'ho presa come un segno del destino".

I tifosi di Milan e Lazio ce l'hanno stampata in testa. E' l'ultima giornata di un campionato che ha visto l'entusiasmante duello tra la Lazio di Sven Goran Eriksson e il Milan di Alberto Zaccheroni. Non proprio il migliore di sempre. Quello degli Helveg, dei Sala e dei Guglielminpietro per capirci. Del trequartista inserito per volere di Silvio Berlusconi alla faccia del 3-4-3 zaccheroniano. Con Leonardo e Zorro Boban a fare staffetta. La Lazio, in testa dalla ventiduesima giornata, cede il primato pareggiando 1-1 a Firenze alla penultima di campionato, mentre i rossoneri spazzano via 4-0 un Empoli già in B. E' il 23 maggio 1999, siamo all'ultima giornata: i biancocelesti ricevono un Parma che a quei tempi valeva le prime 4, il Milan va a Perugia. Su un campo di una squadra ancora in lotta per salvarsi. Si mette bene per il Milan: Guly di destro e Bierhoff di testa fanno 2-0 nel primo tempo. Poi il giapponese Hide Nakata accorcia su rigore. Nella ripresa il Milan sembra gestire la partita, ma Christian Bucchi, entrato per l'ecuadoriano Kaviedes, a 10' dalla fine dal limite fa partire un destro dall’area di rigore, calciando la palla verso l’incrocio opposto dei pali. Una gran conclusione. Ma Abbiati si distende e con il braccio destro la toglie dal sette con un intervento prodigioso. Decisivo all'esordio. Sì, perchè tra le molte scelte azzeccate da Zaccheroni in quella stagione, ci fu quella di accantonare Sebastiano Rossi, un'istituzione a Milanello, a favore di questo ragazzo di poche parole ma che non tremava mai. Christian, tu guarda il calcio, aveva debuttato in serie A proprio nel match di andata di quel campionato con la squadra del presidente Luciano Gaucci al 92', a causa dell'espulsione di Rossi. Da lì in poi non uscirà più, e sarà uno dei grandi protagonisti della rimonta ai danni della Lazio. Non c'è dubbio che la vittoria con il Brescia significhi molto nella stagione rossonera. E anche qui Abbiati ci ha messo parecchio del suo. Stavolta il malcapitato è stato Alessandro Diamanti, toscano dalla lingua lunga e dal sinistro divino. Robinho ha appena segnato. Il fantasista del Brescia si presenta in area, rientra sul destro e indirizza sul secondo palo. Sembra gol. Sembra. Perchè Abbiati si allunga sulla sinistra e para. Un intervento forse meno spettacolare di quello di 12 anni fa, ma comunque molto pesante. Galliani rende giustamente merito al suo portiere. Che nella sua carriera, dopo l'esplosione di Nelson Dida, ha dovuto cercare gloria anche in Spagna (una stagione all'Atletico Madrid), oltre che alla Juve e al Toro. Da vero professionista ha saputo aspettare il suo turno, dopo essere tornato all'ovile nel 2008. E ha riscritto altre pagine importanti una volta contribuito al pensionamento anticipato del brasilano triste. La sua stagione è stata eccellente. Lo dicono i voti Gazzetta: con 6.29 nel ruolo è dietro solo a Julio Cesar e Storari. E anche tra i compagni solo Ibra e Thiago Silva hanno fatto meglio. Sempre sicuro nell'ordinaria amministrazione, a quasi 34 anni ha tirato fuori alcune prodezze da fuoriclasse. Come quella sul colpo di testa di Thiago Motta nel derby di ritorno, la vera svolta di questo campionato, nel momento in cui un Inter ancora in undici stava premendo per arrivare all'1-1. Fino al sigillo del sabato di Pasqua a Brescia. Il tutto senza mai una parola fuori posto. Sì, sarà lo scudetto di Ibra. Di Pato. Di Binho e Thiago Silva. Ma i punti portati dal portiere di Abbiategrasso hanno pesato. E tanto.

Robinho: "Gol dedicato a mio figlio"

Benvenuti nella nursery rossonera dei papà goleador. Ormai il nesso è automatico: chi diventa (o ridiventa) padre, la butta dentro. Il primo a festeggiare, con dedica filiale, era stato Cassano contro la Sampdoria. Poi l’ha seguito a ruota Emanuelson, in Coppa Italia col Palermo. Ieri è arrivato il turno di Robinho, che mercoledì scorso aveva salutato l’arrivo di Gianluca — classico nome brasiliano —, il suo secondogenito. Binho si era preparato tutto con cura, visto che dopo la festa di Cassano aveva profetizzato: "In settimana nascerà anche mio figlio, a Brescia sarò io a far gol con una dedica speciale". I tre punti che accompagnano il Milan a braccetto verso il tricolore hanno gli occhi pieni di gioia di Robi ma anche lo sguardo un po’ affranto di Cassano, uscito dal campo mormorando un "ho sbagliato tutto questa sera". Tutto tranne l’imbeccata che ha lanciato Robinho in gol: e per come è finita la partita, è tanta roba. La strana coppia di punte si è cercata spesso, e spesso si è pure trovata, salvo smarrirsi al momento di concludere. È stata una sagra dell’errore a lieto fine, che ha certificato l’importanza di Robinho, al 12° gol in campionato —molti dei quali molto pesanti —, e la "Ibra-indipendenza", come piace sottolineare spesso ad Allegri: nell’ultimo mese Zlatan ha saltato quattro partite per squalifica, e il Milan ha vinto tre volte. A fine gara Robinho pronuncia la parola tabù: "Un gol importantissimo che vale lo scudetto. Sono davvero felice, lo dedico a mio figlio. Giocare con Cassano non è difficile, lui ha una tecnica impressionante, avevamo giocato insieme già al Real Madrid e adesso stiamo facendo molto bene. Ma dobbiamo sbagliare di meno sotto porta. Ganso? Spero che possa giocare con noi presto. Lui preferisce il Milan". Intanto, in vista del Bologna c’è qualche problema a centrocampo: Van Bommel sarà squalificato e Gattuso ieri sera ha dovuto arrendersi durante il riscaldamento per un dolore ai flessori, e sarà quindi da valutare. La buona notizia è il rientro di Ambrosini, riapparso in campo dopo quasi tre mesi di assenza. Da segnalare un divertente siparietto andato in scena all’ultimo minuto del primo tempo: in area bresciana Boateng ha cercato di divincolarsi dalla marcatura di Berardi, che lo teneva per la maglia, e nell’abbassare testa e busto la maglia gli si è sfilata completamente. Tanto che il nazionale ghanese è andato al tiro in canottiera, fra le risate del Rigamonti. Pochi istanti dopo Mazzoleni ha fischiato la fine del tempo e Prince ha concluso il momento comico regalando la sua maglia numero 27 all’avversario. Omaggio accettato.

sabato 23 aprile 2011

Brescia-Milan 0-1

Il Milan vince "La partita", quella che secondo le teorie di Massimiliano Allegri dovrebbe spianare la strada verso lo scudetto. Con l'esperienza e una grande prova difensiva nella ripresa, i rossoneri vincono a Brescia 1-0, con il più classico dei contropiede, innescato da Cassano e rifinito da Robinho. Vittoria sofferta, anzi soffertissima, perché il Brescia con l'acqua alla gola gioca un secondo tempo con la bava alla bocca sfiorando anche l'impresa. E adesso, se l'Inter non vince a Cesena, il Milan battendo domenica prossima il Bologna può cucirsi sul petto lo scudetto, anche se ci saranno da giocare altri tre turni. Thiago Silva fa spaventare Allegri durante il riscaldamento. Attimi di tensione, ma il brasiliano stringe i denti e va a fare reparto in difesa con Yepes risultando alla fine il migliore dei suoi. Cede il passo, invece, Gattuso, vittima del riacutizzarsi di un problema a flessori della coscia destra. Il francese, Van Bommel e Seedorf garantiscono ripartenza a centrocampo; ma anche copertura, perché Beppe Iachini stravolge le previsioni schierando un modulo speculare al Milan; un 4-3-1-2 con Diamanti alle spalle di Eder e Caracciolo, esattamente come temeva Allegri: gli uomini con più talento e fiuto del gol. Il tema offensivo rossonero è invece certificato da Boateng, schierato alle spalle di Cassano e Robinho. Il primo tempo è il prevedibile copione di un regista con poca fantasia: Milan padrone del gioco che riesce a domare il pressing alto del Brescia, collezionando nitide palle-gol. Già al 7' Robinho si fa ribattere il tiro da due passi; al 10', invece, Cassano con un gesto tecnico superbo serve il brasiliano che spreca al volo di piatto destro. Quella di Robinho che fallisce gol a grappoli è una costante; spesso in controtempo, permette agli avversari di riorganizzarsi e chiudere i varchi. Iachini dal canto suo invita i suoi alla cautela, perché Cassano è in serata di grazia e infila numeri eccezionali. Il Milan gestisce il gioco con esterma calma, ribattendo al Brescia che pare sì offensivo, ma che in realtà difende con tutti i suoi giocatori dietro la linea del pallone. Ma è sempre il barese a dettare i tempi; suo, al 38'. il tocco per il solito Robinho il cui destro in area viene respinto con bravura da Arcari. Nel Brescia il solo Eder fa valere le sue doti; sue le migliori manovre del Brescia, mentre Caracciolo è defilato e Diamanti è costretto a un efficace lavoro di sacrficio e copertura su Boateng. Il primo tempo si congeda con l'ennesima occasione per il Milan, ma questa volta, al 42', è Cassano di testa solo davanti a Arcari a sfiorare la traversa. A tratti leziosi, i rossoneri vengono presi letteralmente in contropiede all'inizio della ripresa. Al 3', infatti, Eder ha la palla gol, ma dal dischetto la spreca oltre la traversa. Il Brescia applica un feroce pressing che mette in difficoltà i rossoneri. Il Milan risponde con la qualità e all'8' Cassano spreca clamorosamente la rete, ancora di testa sul cross di Seedorf. Il tempo vola e Iachini per limitare il gap tecnico in campo toglie Vass per Baiocco. L'idea è buona, perché l'ex cavallo di battaglia di Cosmi conferisce ordine in campo. Il Brescia ci prova e al 17' Caracciolo di testa impegna Abbiati ben piazzato sul secondo palo. Ma c'è subito la replica e questa volta Robinho fa tutto bene, ma il suo sinistro dal limite viene deviato da Arcari a pugni uniti in angolo. Constatata che la serata di Boateng non è tra le migliori, Allegri lo sostituisce con Emanuelson confidando nella capacità di penetrare dell'olandese. Dentro anche Jonathas e Filippini nel Brescia, il primo per Caracciolo, il secondo per l'infortunato Zanetti. Nomi che ragalano energie impensabili al Brescia, abile a cogliere l'attimo sfuggente del Milan. La squadra di Iachini prende in mano la partita e negli ultimi venti minuti mettono sotto i primi della classe. Al 36' Diamanti su punizione colpisce la traversa con il contributo di Abbiati. Ma al 37' Zebina commette l'errore più grossolano e scatena il contropiede di Cassano che pesca Robinho libero a sinistra. Il brasiliano questa volta non può sbagliare e battere Arcari è facile. Allegri non vuole correre rischi e toglie Cassano per Ambrosini: la grinta del capitano per placare la voglia di un Brescia commovente che non molla. E al 44' è Abbiati a metterci una pezza con una deviazione in angolo pazzesca sul gran diagonale di Diamanti. Un gesto che rischia di diventare un'icona, un po' come la grande parata del portiere a Perugia nello scudetto di Zaccheroni. In evidente riserva il Milan riesce a reggere al gran finale dei padroni di casa: "La partita" è vinta.

venerdì 22 aprile 2011

Allegri: "Brescia sarà decisiva"

Brescia uguale scudetto. O poco ci manca. Ne è convinto Massimiliano Allegri alla vigilia della sfida del Rigamonti. Il proclama è chiaro: "Quella di domani è la partita del campionato, perché è la più importante e può decidere il campionato". Sguardo fiero e certezze: "Ago e filo pronti? No, ma vincere significherebbe fare un bel balzo in avanti". Insomma, chiamiamola la madre di tutte le partite: per il Milan che cerca lo slancio decisivo, per il Brescia all'ultimo appello. Sfida dura, Anzi, durissima. Dice il tecnico: "Non abbiamo avuto molto tempo per preparare la gara, ma la squadra sa già cosa fare. Dovremo avere attenzione e non sottovalutare la partita, perché il Brescia nonostante gli ultimi due risultati negativi sta bene fisicamente. Dovremo giocare alla grande perché mi aspetto un avversario che metterà in campo qualità fisiche e tecniche. Hanno davanti giocatori importanti come Eder, Caracciolo Diamanti e in mezzo corsa e tecnica, con l'esperienza di Zanetti. Ci aggrediranno: si giocano gran parte della stagione". Allegri pesa le diverse motivazioni. Ripete: "Sarà difficilissima; dobbiamo interpretarla nel migliore dei modi giocando facendo valere la nostra qualità: dovremo avere la presunzione di chiuderla subito". Poi qualche accenno sulla formazione: "Van Bommel è a disposizione. Nesta è rientrato ieri; non ce la fa: spero di averlo per il Bologna. Abbiati invece dovrebbe farcela". Scontata comunque, con Yepes dietro, con Gattuso, Van Bommel e Seedorf e Boateng alle spalle di Cassano e Robinho. L'assenza di Pato e Ibra? "Allegri non è minimamente preoccupato: "Abbiamo il migliore attacco per affrontare il Brescia; è il più indicato e sono sereno: Antonio, Robinho e Boateng si completano". Per poi stendere tappeti davanti a Cassano: "Sta attraversando un buon momento, è normale che da lui ci si aspetti sempre il meglio. Come tutti i grandi spesso viene messo in discussione, ci si aspetta che faccia tutte partite importanti, ma questo non è possibile. E a chi dice che non può giocare dal primo minuto rispondo che sono solo eresie". Per poi rivelare: "Pato lavorerà a Pasqua e Pasquetta per tentare un recupero in vista del Bologna". Una pianificazione che darebbe ulteriore smalto alla volata finale. E non chiedetegli di Ganso: "E' un grande giocatore, ma in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri".

giovedì 21 aprile 2011

A Brescia tocca a Cassano e Robinho

Robinho e Cassano. Cassano e Robinho. Gira e rigira saranno il brasiliano e il barese a comporre l'attacco del Milan sabato pomeriggio a Brescia. Anche perchè Allegri non ha altre scelte: con Pato infortunato (stiramento al flessore della coscia destra) e Ibrahimovic che deve ancora scontare due turni di squalifica, senza contare l'assenza del lungodegente Inzaghi, il tecnico rossonero punterà sul tandem tutto fantasia, supportato alle spalle da Boateng, e manderà in panchina il primavera Beretta, aggregato alla prima squadra. on è la prima volta Cassano e Robinho partono titolari. Nella seconda giornata del girone di ritorno, alla quarta partita del barese in maglia rossonera dopo il tormentato divorzio dalla Sampdoria, giocarono entrambi dal primo minuto contro il Cesena, con Cassano che mise lo zampino nell'autogol di Pellegrino. Titolari anche nella trasferta di Verona (settima di ritorno), i due furono determinanti nel vantaggio rossonero: cross di Cassano, torre di Ibrahimovic e gol di Robinho. Fra campioni dai piedi buoni ci si intende e i due hanno dimostrato di trovarsi alla grande. Come in Milan-Parma, quando Cassano segnò il gol del 2-0 e regalò a Robinho, entrato nella ripresa, due assist per il terzo e il quarto gol rossonero. Oppure domenica scorsa: nel 3-0 alla Samp il barese, dopo aver realizzato su rigore, ha servito a Robinho l'assist del 3-0. Anche le statistiche sembrano promuovere la coppia: nelle dieci partite nelle quali i due hanno giocato insieme anche per pochi minuti, il Milan ha messo insieme 7 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta. In vista della trasferta di Brescia, il Milan è tornato al lavoro già questa mattina dopo il pareggio in Coppa Italia con il Palermo. Sabato torneranno a disposizione Gattuso e Van Bommel, tenuti a riposo ieri: a completare il reparto ci sarà Seedorf. In difesa niente da fare per Nesta, ancora out per un problema al ginocchio destro: sarà ancora Yepes ad affiancare Thiago Silva al centro. Ci suono buone possibilità che Abbiati possa recuperare dal problema al ginocchio destro avvertito contro la Sampdoria: in caso di forfait, spazio ad Amelia. Domani seduta rifinitura e partenza in treno per Brescia dalla stazione di Gallarate.

mercoledì 20 aprile 2011

Milan-Palermo 2-2

Ibra, che rientra e va subito in gol, non basta: il Palermo nell'andata della semifinale di Coppa Italia esce da San Siro con un pesante 2-2, mentre il Milan, con la testa altrove, fatica a dismisura. Lo svedese, già al 4', sembra inaugurare una serata da prima della classe. Invece vengono fuori i rosanero che pareggiano con Pastore e raddoppiano con Hernandez. Solo al 76' Emanuelson riesce a raccogliere il 2-2 finale. Massimiliano Allegri ritrova Ibrahimovic contro il quale la Corte di giustizia federale ha confernato le tre giornate di squalifica. Il tecnico lo affianca a Cassano con Boateng a supporto. La novità è a centrocampo dove Pirlo e Seedorf partono insieme con i muscoli di Flamini. Tanto turnover in difesa: con Thiago Silva ci sono Oddo, Sokratis e Antonini. Delio Rossi schiera la migliore formazione: sulla linea mediana si affida a Migliaccio, Acquah e Nocerino, mentre in attacco propone Pastore alle spalle di Pinilla ed Hernandez. L'allenatore del Palermo punta soprattutto alla copertura, ma la partenza veemente del Milan è così imprevedibile da scombinarne i piani. Al 4', infatti, sfruttando un calibrato assist di Oddo, Ibra con esperienza beffa Cassani e di piatto destro infila Sirigu. Frizzanti e veloci, pare che i rossoneri non abbiano intenzione di concedere qualcosa ai rosanero. Invece i ragazzi di Rossi si ritrovano e mettono pressione ai padroni di casa. Il segnale lo lancia Pinilla al 10' con un tiro troppo centrale per preoccupare Amelia. Ma nell'occasione è evidente lo smarrimento di Sokratis che al 14' conferma il suo stato confusionale concedendo lo spazio per il pareggio a Pastore. Il greco non chiude un triangolo sulla sinistra e permette all'argentino di battere Amelia sul suo palo. Funziona bene il centrocampo del Palermo che fa pressing sui portatori di palla rossoneri. Pirlo fatica più di tutti, ma è proprio nelle intenzioni di Rossi bloccare la fonte del gioco milanista. Con Boateng e Ibra, soltanto Seedorf fa la differenza dispensando il consueto gioco brillante, mentre Cassano è defilato e poco partecipe al gioco. Al 28' Ibra in un eccesso d'altruismo invece di mettere in rete la più facile di occasioni decide di toccare a destra per Boateng che viene anticipato. Non è il Milan del campionato; assenze a parte, l'atteggiamento a tratti svogliato della squadra di Allegri non fa decollare il gioco, anche per merito del Palermo che pressa sull'uomo e riparte contando sulla velocità del suo reparto offensivo. La parte finale del primo tempo regala alla cronaca un diagonale di Pastore deviato in angolo e un tiro al volo di Ibra deviato in angolo da Sirigu sul passaggio di Oddo. La ripresa inizia con Ilicic al posto di Pinilla; evidente mossa che regala più protezione al Palermo. La squadra di Rossi infatti abbassa il ritmo, con il contropiede sempre in canna. E il Milan in questo la aiuta, perché i rossoneri in evidente serata no concedono metri e tanta disattenzione. Come all'8' quando Hernandez inventa il 2-1, ancora con lo zampino del disastroso Sokratis. L'uruguaiano riceve a sinistra, irrompe in area e da posizione defilata insacca nel sette opposto. Allegri perde le staffe e prova a scuotere la squadra inserendo Emanuelson per Seedorf. Ma non c'è la convinzione giusta per tentare un ribaltone. Tra l'altro la difesa del Palermo, protetta dal centrocampo, non perde un colpo sbarrando la strada a Ibra e Robinho, subentrato a Cassano. Troppi gli indizi a sfavore del Milan. Basta e avanza il contropiede al 28' dei rosanero con il bolide al volo da fuori area di Bovo alto di poco per realizzare quanto ci sia poco in campo della prima del campionato. I rossoneri giocano più con il cuore che con la testa e il pareggio di Emanuelson al 31', dopo un doppio tentativo di Ibra, disegna con precisione (botta sotto la traversa) la confusione in campo. Entra anche Gattuso per Boateng e il Milan rischia di nuovo, ma ci pensa Amelia con un miracolo a dire di no a Pastore. Al 40' è il Milan a mancare il vantaggio, prima con Pirlo - palla respinta da Sirigu - poi con Robinho che tira in tribuna. Poi nulla più. Palermo e Milan si rivedranno al Barbera il 10 maggio.

martedì 19 aprile 2011

Allegri: "Dobbiamo vincere campionato e coppa"

Mai accontentarsi. L'Inter insegna. Soprattutto nella passata stagione in cui vinse tutto quello che c'era da vincere, con una rabbia di rara efficacia. Ecco perché Massimiliano Allegri, oltre allo scudetto che si può perdere a questo punto solo con un suicidio di massa, vuole portarsi a casa anche la Coppa Italia. Prima della finale, però, bisogna eliminare il Palermo in semifinale, il cui primo atto andrà in scena domani sera a San Siro (ore 20.45). Ostacolo molto scomodo che, non a caso, non più tardi di un mese fa (era il 19 marzo) con un gol di Goian fece traballare i rossoneri, artefici poi delle tre vittorie consecutive che ne hanno consolidato la leadership in campionato. Proprio per questo, alla vigilia della sfida, Allegri lancia il suo proclama: "Poche storie: vogliamo vincere questo trofeo. Abbiamo il dovere di cercare di raggiungere la finale di coppa italia e lo scudetto. Domani metterò in campo la migliore formazione possibile, giocherà Ibra con Cassano e Pirlo probabilmente dall'inizio, Nesta non ce la fa". Pato troppo fragile? "Non sono preoccupato, si è fatto male in un gesto tecnico come il colpo di tacco e la casistica dimostra che questo tipo di giocata può comportare questo tipo di problemi" spiega. Allegri non ama le dichiarazioni plateali e alla valanga di complimenti che arrivano da tutte le parti risponde: "Troppi elogi, ma non abbiamo ancora vinto nulla. Non sarei qui se non avessi trovato la disponbilità di grandi giocatori". Poi torna al Palermo che stima e teme. "I ragazzi di Rossi hanno grandi individualità equalità e l'ultima partita vinta in casa della Roma lo ha dimostrato. Anche loro cercheranno di arrivare in finale". Come arrivarci? "Noi vogliamo onorare questa Coppa - sostiene Allegri - e i ragazzi ci tengono molto perché è da tanto che non vincono. Dobbiamo giocare bene la gara di andata per poi conquistarci la finale nel ritorno del Barbera (il 10 maggio, ndr)". Poi accenna ancora alla formazione: "In difesa dovrebbero giocare Oddo, Thiago Silva, Sokratis e Antonini". Infine una battuta sul campionato e una dichiarazione forte: "Quello di Brescia è il crocevia fondamentale della stagione, con un risultato obbligato: la vittoria".

lunedì 18 aprile 2011

Pato fermo 2-3 settimane per stiramento ai flessori

Ci vorranno 2 o 3 settimane per il completo recupero di Pato, fermato da un infortunio al 40' del pirmo tempo di Milan-Sampdoria. Il Milan, attraverso il responsabile sanitario Gianluca Melegati, ha reso noto attraverso il suo sito che il giocatore è stato sottoposto a esami medici che hanno evidenziato uno stiramento ai flessori della coscia destra. Qualora servissero tre settimane per smaltire l'infortunio, l'attaccante rischierebbe di saltare anche la partita contro la Roma all'Olimpico (7 maggio), e il suo rientro potrebbe avvenire o in occasione del ritorno della semifinale di Coppa Italia a Palermo (10 maggio), oppure per la partita contro il Cagliari, penultima giornata del campionato, che per il Milan si chiude il 22 maggio al Friuli contro l'Udinese. "Tutto perfetto se non ci fossero notizie un po' poco confortanti su Pato che ci hanno un po' rovinato la mattina - ha ammesso Adriano Galliani -. Adesso poi i medici faranno i loro comunicati ufficiali, però insomma lui sarà fuori due o tre settimane minimo e quindi ci mancherà Pato. Non è una ricaduta dell'ultimo infortunio, è la gamba dell'anno scorso. Facendo un colpo di tacco l'altra sera ha sentito qualcosa, è un po' come quando in una macchina scali dalla quarta alla prima. Era in azione e ha sentito tirare dietro".

domenica 17 aprile 2011

Berlusconi: "Cara Inter, ora tocca a noi"

"Mi piace molto Mourinho, mi piace quando dice agli avversari quel suo 'zero tituli'". A parlare, in un passaggio del suo intervento alla convention elettorale a Milano, è il premier Silvio Berlusconi. Mourinho, ha aggiunto il patron del Milan, "è un allenatore straordinario". Nel suo intervento il premier si è soffermato a lungo su Inter e Milan: "Che risate cara Letizia (riferito al sindaco di Milano) dei tuoi cognati quando dissi che volevo fare del Milan la squadra più titolata al mondo, perché la mia mamma è stata la segretaria di papà Moratti che aveva i suoi uffici a Milano. Abbiamo una amicizia antica". Così "l'anno scorso gli abbiamo lasciato vincere tutto", ma quest'anno "abbiamo detto: adesso basta, state tranquilli per un po' ". Poi anche una barzelletta sui nerazzurri: "Un mio amico aveva un cagnolino, lo portava sempre allo stadio, era diventato interista anche lui. Quando l'Inter pareggia guaiva, quando perdeva andava sotto il letto e piangeva. E quando vince? ho chiesto al questo mio amico. E lui: 'non lo so, ce l'ho da dieci anni...'".

sabato 16 aprile 2011

Milan-Sampdoria 3-0

Il Milan avanza al ritmo dei tre punti verso lo scudetto. Questa volta la vittima sacrificata è la Sampdoria, sconfitta 3-0 in una serata comunque oscurata dagli infortuni di Pato (contrattura ai flessori della coscia destra) e Abbiati (contusione al ginocchio) che abbandonano la gara nel primo tempo. Partita senza storia, dominata dai rossoneri che non concedono nulla ai blucerchiati, ormai in crisi profonda. E’ Seedorf a portare in vantaggio il Milan su punizione. E’ il neo padre Antonio Cassano, subentrato a Pato, a regolare i suoi conti nella ripresa segnando il 2-0 su un discusso rigore e offrendo a Robinho l’assist per il 3-0 finale che equivale a una festa perché l’Inter sconfitta a Parma precipita a otto punti, mentre il Napoli scende momentaneamente a sei. Ma ci sono ancora sei partite: 540 minuti di passione. Allegri fa cerchio attorno alla squadra; sa di dovere rinunciare ancora a Ibra, ma può contare su Robinho che schiera al fianco di Pato come nel derby. A differenza di Firenze rientra Gattuso, mentre tocca ancora a Yepes giocare al centro della difesa con Thago Silva. Lo ha detto Allegri, “guai a perdere l’attenzione”. La Samp cerca punti come il pane. Cavasin affida a Maccarone e Pozzi le sorti dell’attacco, con una retroguardia massiccia che ha il compito di tamponare la cavalleria pesante rossonera, nel tentativo di trovare varchi nel contropiede. Ma l’angolo conquistato da Pato dopo 16 secondi è un presagio. La partenza del Milan è una scheggia impazzita che la Samp non controlla. I blucerchiati impiegano 5 minuti per superare la metà campo, ma solo di una decina di metri. Si gioca a senso unico, ma i rossoneri vanno a sbattere contro il mucchio schierato da Cavasin nella sua trequarti. Il Milan a caccia di una soluzione cambia spesso passo e varia nella manovra, alternando al gioco verticale quello orizzontale, ma senza trovare spazi utili. Al 16’ la Samp al suo primo vero affondo conquista il suo primo angolo, da cui scaturisce il colpo di testa di Tissone che Abbiati addomestica. Molto più pericoloso l’esterno destro di Pozzi alto sopra la traversa; come dire: guai a perdere l’attenzione. Due tentativi che incidono probabilmente nel nuovo infortunio di Abbiati costretto a cedere i pali ad Amelia al 19’; sostituzione che precede il vantaggio del Milan. Lo firma Seedorf su punizione dal limite: tiro a effetto che si infila tra il secondo palo e l’impacciato Curci. Rete meritata che dilata lo straordinario momento dell’olandese, autentico leader della squadra. La Samp dal canto suo ammazza il gioco erigendo barricate che non permettono ai rossoneri di regalare un ritmo costante alla manovra. E nel gioco spezzettato, dopo Abbiati, salta anche Pato che al 41’, nello stadio ammutolito e preoccupato, lascia il posto a Cassano. Il passaggio del testimone viene illuminato al 5’ della ripresa dallo straordinario passaggio del barese a Robinho che spreca tutto spedendo alle stelle a tu per tu con Curci la palla del 2-0. Il brasiliano ci riprova a botta sicura, ma Curci si supera respingendo la palla con un volo plastico. Gol che è comunque nell’aria anche se arriva su un rigore concesso da Celi per un fallo di mano di Volta su colpa di testa di Yepes. La Samp non ci sta e digrigna i denti davanti all’arbitro; per i ragazzi di Cavasin il fallo ci sarebbe stata una irregolarità di Yepes. Fischietto che non traballa e Cassano infila sotto la traversa. E’ la sua serata. Trippi indizi: tocchi morbidi, palla addomesticata. Al 17’ Seedorf pesca papà FantAntonio sulla linea di fondo: pallonetto smorzato da Gastaldello e palla spinta in rete da Robinho che non può fallire. Il gol spezza definitivamente le reni alla Samp e permette ad Allegri di concedere spazi alla gloria: per Van Bommel, ancora una volta impeccabile, che cede il posto a Pirlo, accolto da un boato dopo la lunga assenza. Il play partecipa al gioco e al 34’ innesca l’azione di Cassano che scambia con Boateng per poi concludere su Curci. Poi è solo possesso palla dei rossoneri con il gol fallito da Cassano al 90’ dopo uno stop di petto da antologia. Per la Samp, invece, un nuovo salto nel buio.

venerdì 15 aprile 2011

Allegri: "Con la Samp sarà dura"

Adriano Galliani ha definito queste ultime sei partite di campionato, in maniera diversa dal solito, degli "ottavi di finale". Il Milan giocherà il primo domani in casa contro la Sampdoria, in crisi di risultati e affamata di punti. Massimiliano Allegri non vuole sottovalutare, comunque, i blucerchiati: "Domani sarà una partita più importante di quella precedente e non sarà facile", dice il tecnico rossonero, che torna anche sulla squalifica a Ibrahimovic: "E' stato punito oltre misura". Sulla partita di domani l'allenatore livornese è cauto: "Bisognerà avere un approccio importante, sarebbe un grave errore dire che sarà una partita facile. In questo momento le differenze sono nelle motivazioni, noi ne abbiamo abbastanza. Credo che tutti devono aver capito come giocare e ora dobbiamo solo rimanere concentrati. Quanti punti servono per lo scudetto? Prendiamo i tre punti domani, poi vediamo cosa fanno gli altri. L'Inter lotterà fino alla fine insieme a noi e al Napoli".

Poi Allegri protegge ed elogia Ibrahimovic. "Soprattutto nei primi 5 mesi ha fatto cose straordinarie e continuerà a farle - aggiunge Allegri -. Credo che lui voglia rimanere al Milan e che la sua stagione, indipendentemente da questo mese dove credo abbia pagato oltremodo comportamenti non idonei, sia stata esemplare. È dispiaciuto e arrabbiato, credo volesse sdebitarsi dopo le due giornate di stop che aveva appena scontato, per lui adesso non esserci è un grande dispiacere, ma non è assolutamente nervoso. A Firenze tecnicamente, come disposizione al sacrificio e lavoro per la squadra, ha fatto una delle migliori partite dell'anno. Ha imprecato nel finale contro se stesso ed è stato punito da arbitro e assistente in quel modo che sappiamo". Verso la Samp, comunque, torna a disposizione Pirlo "Sarà convocato - conclude Allegri -. È un giocatore straordinario che quest'anno ha avuto una stagione disastrosa per gli infortuni, ma il suo recupero è molto importante perchè manca ancora più di un mese alla fine della stagione tra campionato e Coppa Italia". Da Pirlo a Cassano, da ieri papà. "Per lui è stata una settimana molto importante. Sono molto contento di quello che ha fatto fin qui per il Milan, è stato determinante in tante partite e nel calcio di oggi sono decisivi i giocatori che giocano di meno e che si fanno trovare pronto al momento del bisogno. Il fatto di essere diventato papà lo farà ancora crescere e lo responsabilizzerà di più".

giovedì 14 aprile 2011

Galliani: "Dobbiamo resistere fino alla fine in testa"

Sei giornate al termine; 540 minuti di passione. Sale la tensione e Adriano Galliani tasta il polso alla squadra. "Siamo in testa da 22 turni - ha detto l'amministratore delegato del Milan intervistato da Sky a Milanello -; dobbiamo rimanerci fino alla fine". Il clima è quello giusto. Galliani è fiducioso. Dice: "La squadra è concentrata e sta bene. Sono tre settimane che vengo a vedere gli allenamenti; i ragazzi sono determinati. Poi le partite si vincono e si perdono. Il Napoli? Non faccio previsioni, il futuro non lo conosco. Noi qualunque cosa accada nel weekend saremo in testa per gli scontri diretti e saranno 23 gare di fila davanti a tutti. Dobbiamo resistere fino alla fine". Domani c'è attesa per il ricorso contro la squalifica di Ibrahimovic. L'a.d. è sintetico: "Ibra l'ho visto bene domenica sera, sul ricorso aspettiamo il giudizio, ma non faccio previsioni". Galliani ringrazia l'ex c.t. della Nazionale Marcello Lippi per le parole dedicate ad Allegri: "Il nostro tecnico sarà contento. In tempi non sospetti avevo detto che aveva le physique du role, che poteva fare l'allenatore del Milan: se dovesse vincere il campionato sarebbe l'ideale". E poi Cassano neo padre. "E' molto felice. Gli ho fatto gli auguri e i complimenti. Allegri gli ha detto che se avesse voluto poteva andare a dormire vista la nottata, invece lui ha voluto fare l'allenamento. Gli ho fatto i complimenti e gli auguri". Il numero due del Milan preferisce rimandare ogni discorso su Cristiano Ronaldo e ne approfitta per sottolineare quanto potrebbe fare male ilFair play finanziario al calcio italiano: "Non ci potranno essere più i mecenati che intervengono con i loro capitali - spiega -. Le squadre italiane, che non hanno stadi di proprietà e non hanno agevolazioni fiscali, fatturano molto meno rispetto alle big europee e per questo saranno molto penalizzate da queste nuove norme introdotte dall'Uefa. Il Real fattura 450 milioni, il Barca 430, il Manchester 360, il Milan 200-220. Fino ad ora ci sono stati i Berlusconi e i Moratti che supplivano, in futuro non sarà più possibile" aggiunge. E a proposito di un possibile avvento di Ancelotti alla guida della Roma, Galliani dichiara: "Carlo so che ama molto la Roma, ma non voglio parlare di cose che riguardano altri. Lui ama sicuramente due squadre, una è la Roma, l'altra non ve la dico....". Un Milan, insomma, pronto alla grande volata. Rino Gattuso in prima fila. "Io spero che lo vinciamo noi. Siamo da 22, 23 giornate in testa, abbiamo battuto per due volte sia il Napoli che l'Inter, che sono seconde e terze in classifica. Penso che ce lo meritiamo questo scudetto. Ma mancano sei partite, speriamo bene" risponde il rossonero a Silvia Toffanin che lo ha intervistato per Verissimo. Sul suo futuro, il centrocampista del Milan ha le idee molto chiare: "Sono quasi al capolinea. Manca poco per appendere le scarpe a chiodo. Ho 33 anni e per il ruolo in cui gioco posso ancora andare avanti due anni ma poi lascerò. Sono orgoglioso di non avere rammarichi, ho fatto tutto quello che volevo fare. In futuro mi piacerebbe allenare i ragazzini". Gattuso dedica anche un paio di battute a Cassano e Ibra. "Antonio lo conoscevo già prima che venisse a giocare nel Milan. È un bravissimo ragazzo ma quando sbrocca...Sbrocca. Diciamo che devi essere bravo a non farlo sbroccare. Quando vedi che gli sta partendo l'embolo, gli stai vicino e lo calmi". Sulle tre giornate di squalifica inflitte a Ibrahimovic, scherzando, fuori onda, confida: "Ma hai visto quanto è grosso? A Ibra non ho detto niente perché avevo paura di prenderle!".

mercoledì 13 aprile 2011

Ibra: "Tre giornate a me? A altri dovrebbero dare una squalifica a vita"

Zlatan Ibrahimovic è ancora arrabbiato. Non con sé stesso, come giura di essere stato durante la sfida con la Fiorentina, quando una parola di troppo gli è costata il secondo cartellino rosso della sua vita al Milan, ma con la Giustizia Sportiva, che per quel cartellino gli ha inflitto tre turni di stop. "Mi hanno dato tre giornate perché parlavo con me stesso - ha raccontato mentre riceveva il tapiro d'oro di Striscia la Notizia -. Ero arrabbiato perchè ho perso il pallone. Ma se a me hanno dato tre turni di squalifica, altri andrebbero squalificati a vita. Il Milan comunque è una grande squadra e anche senza di me vincerà". Per lo svedese, la consegna del premio della trasmissione di Antonio Ricci è stata un po' tormentata, con tanto di inseguimento per le vie di Milano e scontro tra le guardie del corpo dell'attaccante e l'inviato del tg satirico. Intanto il Milan sta preparando il ricorso per ridurre i 3 turni di stop (due per gli insulti, uno perché, già diffidato, si è fatto ammonire) allo svedese, che salterà la sfida di sabato contro la Sampdoria e le due successive con Brescia e Bologna. "«Nessuno meglio di Ibrahimovic può sapere come sono andate le cose - ha spiegato l'avvocato Leandro Cantamessa, legale del Milan -. La parola incriminata resta quella, il destinatario però può incorrere in un equivoco. È verosimile pensare che si sia rivolto a se stesso. Recidiva? Sono comportamenti diversi. Nella precedente espulsione, quella contro il Bari, gli è stato attribuito un comportamento violento. In questo caso, invece, si tratta di espressione ingiuriosa"

lunedì 11 aprile 2011

Ibra fermato di nuovo per 3 giornate

Il giudice sportivo non ha creduto alle parole di Zlatan Ibrahimovic ("ho offeso me stesso") e lo ha squalificato per tre giornate: una per l’ammonizione (era in diffida), due per le paroline di troppo al guardalinee che gli sono costate il cartellino rosso diretto nel finale di gara a Firenze. Lo svedese salterà Sampdoria, Brescia e Bologna e rientrerà giusto in tempo per la trasferta dell'Olimpico contro la Roma. La squalifica arriva, si legge nel comunicato della Lega, "per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (ottava sanzione); per avere inoltre, al 42^ del secondo tempo, rivolto a un assistente un'espressione ingiuriosa". Immediata la reazione del Milan che presenterà ricorso davanti alla Caf. "A.C. Milan - si legge in una nota pubblicata sul sito rossonero - comunica che verrà presentato ricorso avverso il provvedimento disciplinare inflitto dal giudice sportivo al proprio tesserato Zlatan Ibrahimovic".

domenica 10 aprile 2011

Fiorentina-Milan 1-2

Il Milan non si ferma: vince a Firenze 2-1 e lancia un messaggio forte e chiaro a Napoli e Inter che tornano sotto rispettivamente a 3 e 5 punti. Una vittoria meritata all'insegna del sacrificio, perché Ibrahimovic, al suo rientro dopo la squalifica, nel momento più delicato del match, dopo il gol di Vargas che riaccende le speranze della Fiorentina, si fa espellere per avere offeso l'assistente di gioco, decretando così un nuovo inspiegabile stop al suo campionato. Ma Allegri sorride: ancora una volta i rossoneri reggono in inferiorità numerica e passano l'esame viola. Decisive le reti di Seedorf e Pato, migliori in campo e uomini simboli della squadra. Senza lo squalificato Mutu, Sinisa Mihajilovc punta su Ljajic schierato in coppia con Gilardino e Santana trequartista. Fiorentina speculare al Milan che nel 4-3-1-2 è costretto a rinunciare all'infortunato Nesta (dentro Yepes) e a Gattuso, spedito in panchina con Robinho. A centrocampo c'è spazio infatti per Flamini, mentre davanti a Boateng si riprende il posto l'ingenuo e nervoso Ibra a caccia di una ragionevole intesa con Pato. Ma è proprio sulla mediana che si sviluppa tutta la creatività rossonera, perché se Van Bommel garantisce copertura, Seedorf giostra a tutto campo esaltando il suo grande momento. Sono infatti sufficienti tre minuti ai rossoneri per sfiorare il gol. Prima Boruc respinge con bravura un bolide dagli undici metri di Seedorf, poi Natali toglie la palla dal piede di Pato pronto a infilare. I viola reagiscono aggredendo i portatori di palla, eseguendo alla lettera gli ordini di Mihajlovic. La squadra gioca con la difesa molto alta, rischiando però le taglienti ripartenze del Milan che trova il vantaggio al 9' proprio con Seedorf, abile a infilare nel sette sull'assist di testa di Pato. All'11' il "Papero" si mangia il 2-0 facendosi chiudere lo specchio della porta da Boruc. Il copione è fin troppo chiaro: rossoneri rabbiosi come nel derby; disposti a tutto pur di chiudere in anticipo il match. Ma la Fiorentina ha la forza di tenere il campo con un pressing furioso costringendo i primi della classe a difendersi con i denti per un buon quarto d'ora. Notevoli i cross dalla sinistra di Vargas, l'unico viola però ad avere i piedi buoni. La sfuriata dei padroni di casa si riassume in un tentativo di Ljaijc dalla distanza, ma Abbiati gli nega il gol deviando in angolo sul primo palo. Il Milan guadagna metri e finalmente ritrova le scintille di Ibra e Boateng, fino a quel momento poco reattivi. Il gol del 2-0 è infatti un congegno spettacolare di movimenti e classe: il colpo di tacco di Prince per Ibra, la palla che torna al ghanese pronto a mettere in mezzo all'area per Pato che questa volta non sbaglia. Sotto di due gol, Mihajlovic prova a dare uno scossone alla squadra inserendo all'inizio della ripresa Babacar per il fragile Ljaijc. Il giovane senegalese classe 1993, inaugura la serata con un contrpiede che esaurisce con un debole rasoterra a lato. Il Milan dal canto suo amministra il gioco. Ragiona e poi scatena tutta la sua classe. Nel giro di due minuti, al 7' e al 9', Ibra manca il 3-0 abbastanza clamorosamente; in entrambi i casi allargando troppo il diagonale a tu per tu con Boruc. Resta in ogni caso da antologia la triangolazione con Pato in occasione della seconda occasione fallita dallo svedese. Nella Fiorentina entrano anche Kroldrup e Behrami (out Natali e Donadel), utili per chiudere gli spazi. I viola non si tirano indietro, anche se collezionano solo cross. Protestano poi per un presunto fallo di Seedorf su Comotto, con il risultato di guadagnare grinta e il gol che riapre la partita. Lo segna Vargas con un tiro dal limite, sulla grande respinta di Abbiati, complice una deviazione di Gattuso, subentrato poco prima a Boateng. Ma il pasticciaccio lo combina ancora una volta Ibra: prima si fa ammonire per un fallo stupido, poi addirittura espellere al 42' con un rosso diretto per qualche parolina sgradevole all'assistente Nicoletti. Gli ultimi minuti sono da infarto, ma i rossoneri, non è la prima volta, gestiscono con il sacrificio gli ultimi minuti e conquistano tre punti meritati in inferiorità numerica. Il Napoli torna sotto di tre punti; l'Inter di cinque. La marcia-scudetto continua.

Traferta decisiva, lo dice Allegri e Inter e Napoli confermano

Ieri è scattato l'allarme, stamattina sono arrivate le conferme: schiena e ginocchio destro di Alessandro Nesta non sono al top, il difensore del Milan salta la trasferta di Firenze, dove i rossoneri giocheranno domani alle 20.45. Nessun infortunio lo ha fermato, ma i "soliti fastidi", quelli che già in precedenza avevano indotto lo staff rossonero a programmare per Nesta allenamenti più leggeri, alternati a quelli in gruppo. Ieri il difensore non aveva portato a termine la seduta, saltando anche la partitella finale, oggi le sue condizioni sono state verificate e la conclusione è stata una scelta di prudenza, in vista del rush finale della stagione. Anche Pirlo resta a casa: rientrerà per la Samp o il Brescia. Allegri: "Con sole 7 gare da giocare tre punti al Franchi sarebbero fondamentali": così Massimilano Allegri nella conferenza pre partita. Sull'avversaria: "La Fiorentina ha una grande tecnica e una buona organizzazione, ed è in questo momento una delle squadre più in forma del campionato. Sicuramente per loro l'assenza di Mutu è pesante, ma noi dobbiamo tenere alta la concentrazione e fare una gara di grande intensità. Penso che sarà una partita aperta: anche loro vorranno fare la gara e cercare di batterci. Dovremo fornire una prestazione dello stesso valore di quella del derby, perché abbiamo il Napoli dietro e anche l'Inter. Non possiamo permetterci di sbagliare partita e sono sicuro che i ragazzi non lo faranno". Sul Milan: "Per noi quella di Firenze è la trasferta più importante di quelle che ci restano. Sarà una gara fondamentale per il nostro campionato. Con solo 7 gare un risultato importante in casa della Fiorentina ci darebbe una bella spinta". Assenti e presenti: "Rientra Ibra, Nesta si ferma, Pirlo tornerà molto probabilmente con la Samp. Gioca Yepes, Gattuso è a disposizione. Saranno importanti gli undici titolari, ma anche chi parte in panchina. Ad esempio Robinho: è stata una scelta difficile, ma ha già dimostrato di essere decisivo anche entrando a gara in corso. A loro chiedo di tenere bene in testa l'obiettivo comune finale, lasciando in secondo piano le esigenze personali". "Mazzarri? Sta facendo bene, sta ottenendo sempre i risultati prefissati con la società e non ho nulla da dire. Spero che si fermi, così vinciamo noi lo scudetto". Sul presunto sostegno di Prandelli al Napoli: "Siamo il Milan e di tifosi ne abbiamo abbastanza e siamo felici di averli. Non so se il c.t. si è spiegato male o se le sue dichiarazioni sono state forzate, ma per me questo è l'ultimo dei problemi, per me conta solo rimanere in testa al campionato fino alla fine". Dopo il derby il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, ha parlato di clima ostile, Allegri non è d'accordo e precisa: "All'interno dello stadio, dentro il campo e dentro lo spogliatoio, non è successo nulla, c'è stato solo lo sfogo dei tifosi verso Leonardo, ma niente di più". Su Balotelli: "Mario è giovane, ma educazione e rispetto credo siano alla base di ogni gruppo e per stare dentro una società ci vogliono queste caratteristiche. È normale che i giovani possano sbagliare ma siccome i calciatori oggi sono un esempio, questo deve essere sempre positivo. Credo che da questi errori capirà diverse cose e credo che lo facciano crescere più rapidamente: può diventare un campione ma per esserlo deve anche migliorare sotto l'aspetto mentale".

venerdì 8 aprile 2011

Thiago Silva: "Meritiamo questo scudetto"

Thiago Silva non ha dubbi: "Dobbiamo vincere questo scudetto, siamo sempre stati avanti in classifica e non è facile nel campionato italiano". Il difensore del Milan è carico. La vittoria nel derby sull'Inter, in cui è stato uno dei migliori in campo, ha dato morale e convinzione. Agli avversari per la corsa al titolo pensa, ma neanche troppo. "Ce la giochiamo con Napoli ed Inter - dice ai microfoni di Sky Sport 24 - ma meritiamo quanto di buono stiamo facendo. E poi io voglio a tutti costi vincere il primo titolo della mia carriera, sogno di vedere piazza del Duomo piena di bandiere del Milan". L'anno scorso sulla panchina del Milan c'era Leonardo, adesso Allegri: "Allegri mi piace perché ha una filosofia un po' brasiliana, attacca senza aver paura di nessuno. È un po' diverso da Leonardo. Al suo primo anno da allenatore Leo qualcosa sbagliava, ma ha fatto anche molte cose positive. All'Inter sta facendo meglio, ha più esperienza. Ma deve pensare anche alla difesa...". Thiago Silva gioca accanto a Nesta, al centro della difesa. E solo a sentirlo nominare gli si illumina lo sguardo: "Nesta è troppo importante per me, mi dà sicurezza". E la prossima stagione dovrebbe arrivare Mexes: "Mi piace tanto e sono rimasto molto male per il suo infortunio. Spero torni presto, sono certo che ci potrà aiutare tanto". Da brasiliano Thiago Silva commenta il momento magico di Pato: "Può diventare forte come Ronaldo, lo chiameremo Fenomeno". E sul possibile arrivo di Ganso: "Sono certo che verrà da noi. È uno dei giocatori più forti in circolazione": Il brasiliano ha poi parlato del suo futuro: "Io sono nella fase decisiva della mia carriera, sento la responsabilità di essere il successore di un calciatore come Paolo Maldini, un fenomeno. Spero che alla fine della mia carriera io abbia vinto anche la metà di quanto ha conseguito lui nella sua splendida vita sportiva. E come lui voglio rimanere qui per fare la storia del Milan".

mercoledì 6 aprile 2011

Nesta: "Non mi ritiro"

Alessandro Nesta riprende le scarpe che aveva appeso al chiodo. O meglio, in realtà non le aveva mai appese. "Sono stato interpretato male l'altra volta - ha detto il difensore del Milan -. Non ho detto che volevo smettere a fine stagione. Mi hanno chiesto a che punto della carriera fossi ed ho risposto che ho 35 anni e sono quasi alla fine, ma non proprio alla fine". Intanto rimbalza dal Brasile, con alcune dichiarazioni rese a Rede tv, l'interessamento di Clarence Seedorf a finire la propria, di carriera, proprio nel Paese dei cinque volte campioni del mondo. Probabilmente al Corinthians. Magari un impiego part-time. In sostanza, non più di 30 partite l'anno. Intervistato oggi da Milan Channel, Nesta ha parlato del momento della squadra dopo il derby, della trasferta che attende il Milan a Firenze e del suo futuro in rossonero. "Io spero di poter giocare ancora, anche se forse non potrò fare tutte le partite come quest'anno - spiega il difensore romano -. Anzi, quest'anno sono molto soddisfatto perchè ho giocato molto, però forse non riesco a giocare ogni 3 giorni. Vedremo cosa succederà, io sono sempre a disposizione e ce la metterò sempre tutta finche poi un giorno, come tutti, smetterò. Ma non a fine stagione". Prosegue il difensore del Milan: "Ho anche la fortuna di avere un allenatore che mi lascia gestire abbastanza: dopo le partite ho un po' di dolori che nei giorni dopo cerco di mandare via stando un pò in più a riposo, per poi dopo forzare di più in allenamento quando si avvicina la partita". Sul derby vinto sabato scorso: "Venivamo da un brutto momento, però neanche l'Inter l'avevamo vista così brillante, perciò l'occasione era importante e non potevamo farci superare in questo momento della stagione, per questo siamo entrati in campo molto determinati". Domenica il Milan fa visita alla Fiorentina: "Penso sia una delle partite decisive: se vinciamo poi dopo abbiamo delle partite almeno sulla carta abbordabili - conclude Nesta -. Speriamo di entrare in campo con la stessa mentalitá che abbiamo avuto con l'Inter. Se entriamo in campo con quella mentalitá potremo fare risultato e dare un bello strattone al campionato". Intanto Clarence Seedorf ammette i primi contatti con il club paulista e la possibilità di trasferirsi in Brasile dalla prossima estate. "Io e Ronaldo abbiamo parlato di questa possibilità, ma per adesso è solo un'ipotesi. Al momento penso solo a vincere il campionato con il Milan, dopodiché si vedrà e valuterò tanto l'eventuale offerta del Milan quanto quelle provenienti da altri club", ha detto il centrocampista rossonero all'emittente brasiliana Rede TV, confessando il suo debole per il Brasile. "E' un posto che amo e vorrei trascorrere una parte della mia vita lì, anche se è presto per dire quando". Seedorf ha una moglie brasiliana e in passato si è dichiarato tifoso del Flamengo, ma la mediazione di Ronaldo potrebbe convincerlo a trasferirsi al Corinthians.

martedì 5 aprile 2011

Berlusconi: "Voglio Cristiano Ronaldo"

Il Milan può sognare ad occhi aperti. Non solo lo scudetto, che sembra più vicino dopo la vittoria nel derby, ma anche un nuovo grande campione: Cristiano Ronaldo. Parola del presidente Silvio Berlusconi, che alla sua cerchia più ristretta avrebbe confidato: "Sogno di avere il portoghese in squadra". La sbandata di Berlusconi per Ronaldo non è comunque nuova: "Da grande innamorato del Milan sin da bambino non mi tirerò indietro se ci sarà da comprare un grande campione che ci fa fare il salto di qualità: allora gli italiani capirebbero. Un grande campione, in grado di fare la differenza, uno come Ronaldo". E già nel 2009, quando il portoghese allora a Manchester perse a Roma la finale di Champions League contro il Barcellona, Berlusconi gli aveva annunciato che un giorno lo avrebbe portato a Milanello. "Ho dato carta bianca a Galliani" avrebbe confessato il presidente. Il portoghese a Milano potrebbe arrivare presto, ma non per giocare a calcio. Ronaldo è infatti inserito nei 78 testimoni citati dalla difesa di Silvio Berlusconi in vista del processo a carico del premier sul caso Ruby, che comincia domani a Milano. L'attaccante del Real Madrid dovrebbe parlare della sua storia con Ruby, rivelata dalla marocchia che ha messo nei guai il premier.

lunedì 4 aprile 2011

Galliani: "Gattuso resta con noi fino al 2012"

Gattuso in Russia? Adriano Galliani non ci pensa nemmeno e dal sito della società tranquiliizza il popolo rossonero. "Il Milan e Rino Gattuso hanno un contratto fino al 30 giugno 2012 - le parole dell'amministratore delegato - e né la società né il giocatore pensano di non rispettarlo. Anche nella prossima stagione saremo insieme, noi con Gattuso e Gattuso con noi. Ci tengo molto a chiarirlo, una volta di più, a tutti e soprattutto ai nostri tifosi". Un messaggio forte e chiaro che rinforza il legame fra via Turati e il senatore, approdato al Milan nel 1999, quando ad allenarlo c'era Alberto Zaccheroni fresco di scudetto. E' dei giorni scorsi l'offerta dell'Anzhi, club del Daghestan, pronto a vincolare il giocatore fino al 2014 con un ingaggio complessivo di 20 milioni di euro. Galliani aveva finora utilizzato il basso profilo, ricordando che Gattuso è legato al Milan da un altro anno di contratto. Questa mattina, infine, il comunicato sul sito rossonero.

sabato 2 aprile 2011

Milan-Inter 3-0

Amarissimo il boccone riservato al "Giuda" Leonardo nell'Ultima cena srotolata dalla Curva rososnera. L'Inter fallisce l'operazione sorpasso contro un Milan arrabbiato che vince 3-0 e stacca i cugini di 5 punti in classifica. Eroe della serata Pato che infila una storica doppietta, con la ciliegina finale di Cassano che chiude i conti su rigore, per poi farsi espellere clamorosamente nel recupero per un doppio giallo. Ma tutti i rossoneri si esaltano nella serata più importante della stagione impedendo all'Inter di fare la partita; penalizzata poi per l'espulsione di Chivu nella ripresa per un fallo da ultimi uomo. Quarantasei secondi per scaricare la tensione; nemmeno lo straccio di un minuto, e la partenza da cani rabbiosi si materializza nel gol di Pato. Sbattuto alle spalle di Julio Cesar dopo un rocambolesco rimpallo tra Julio Cesar e Robinho. Lo accusa il colpo l'Inter, presentato da Leonardo con l'annunciato 4-2 e fantasia; con Sneijder dietro al tridente Pandev-Pazzini-Eto'o. Il Milan, con Van Bommel vertice basso del rombo e Seedorf regista, gioca molto alto e imprime un pressing che i nerazzurri impiegano una ventina di minuti a metabolizzare. Al 9' Maicon respinge in area con le mani il bolide ravvicinato di Seedorf; Rizzoli lo considera involontario. Lo scampato pericolo compatta però l'Inter che al 19' spreca la prima grande occasione della serata nerazzurra: Pazzini conquista una grande palla in area, ma si fa ipnotizzare e tira in bocca ad Abbiati. Il guizzo dell'attaccante scuote la formazione di Leonardo, inevitabilmente sbilanciata e a rischio contropiede. Ma nelle frequenti ripartenze rossonere, manca il passo decisivo. Pato è il punto inequivocabile di riferimento. Ed è straordinario il duello con Zanetti che, nonostante i suoi 37 anni, regge alla grande il confronto con recuperi da ventenne. Al 37' Van Bommel scarica dalla lunga distanza e la palla colpisce la traversa complice la deviazione di Chivu. Ma è l'Inter a spingere di più allargando il gioco sulle fasce, preferendo il corridoio di Maicon. La difesa rossonera chiude bene gli spazi, ma deve sudare sette camice perché l'Inter gioca bene e sfiora il pareggio. Al 38' Abbiati con un colpo di reni pazzesco respinge il colpo di testa ravvicinato di Thiago Motta; i nerazzurri gridano al gol, ma l'assistente Calcagno dice di no. La sensazione è che la palla non oltrepassi interamente la linea. Non è tutto. Al 43', in un batti e ribatti confuso, Eto'o sbaglia la più facile delle conclusioni a un metro dalla porta tiracchiando a lato. Errore pazzesco che nella filosofia di Leonardo è un dettaglio su cui costruire una grande ripresa. Vera bagarre. Ma al 5' del secondo tempo il derby perde Gattuso, vittima di uno stiramento. Allegri lo sostituisce con Flamini. Il secondo forfait è invece nerazzurro. Quando al 9' Pato vola via centralmente e costringe Chivu a stenderlo al limite: rosso inevitabile. Leo toglie Pandev per Cordoba. La punizione concessa per il fallo del romeno esalta le doto di Julio Cesar che respinge con bravura il potente bolide di Van Bommel. Ma l'inferiorità numerica, con il gol di vantaggio, fa il gioco del Milan che sfrutta gli spazi a caccia del raddoppio. Servito su un vassoio d'argento da Abate al 17' con un assist accarezzato, con un messaggio per Pato: colpo di piena fonte e 2-0. E' un Milan straripante che sfiora a ripetizione il 3-0. Al 21' Julio Cesar lo nega a Robinho; al 22' Ranocchia si immola su Seedorf. A centrocampo non c'è partita e Leonardo decide di sostituire Cambiasso con Stankovic, poco prima del salvataggio di Cordoba che nega ancora il gol allo scatenato Robinho. Ma l'attaccante brasiliano se le cerca, perché riesce a farsi respingere dal suo amico Julio Cesar anche la conclusione ravvicinata al 33'. Robinho lascia il posto a Cassano, giusto in tempo per procurarsi il rigore per il fallo di Zanetti sul barese che infila dal dischetto, si toglie la maglia, si fa ammonire per poi beccarsi il rosso per uno stupido fallo. Ma accade nel recupero. Il Milan trionfa e vola.

venerdì 1 aprile 2011

Allegri: "Derby difficile, non decisivo"

Massimiliano Allegri innesca il suo derby: "Due risultati su tre a disposizione?". Preferisce glissare. "E' la partita attesa da tutto il calcio italiano, media e giocatori compresi: è una partita dentro la partita. Sono convinto che valga più per loro che per noi. E' un derby, quindi una partita a sé. Noi indipendentemente da domani, anche se sento parlare che in caso di sconfitta saremmo fuori, siamo sempre in gioco. In caso di vittoria e pareggio tutto volgerebbe a nostro favore. Ma sarà difficile". Allegri è pensieroso, non lo nasconde, ma fa parte del gioco. L'allenatore livornese opta per la via di mezzo: importante sì, ma non decisivo. L'esatto contrario di quanto affermato da Seedorf secondo cui è bugiardo chi non ritiene fondamentale il match con i nerazzurri. Da San Siro, dopo la conferenza stampa di Leonardo, il tecnico del Milan parte con una certezza: "Sarà una partita bellissima da giocare. Con il Bari abbiamo steccato solo nel primo tempo; a Palermo forse non abbiamo giocato una bellissima partita, ma ci può stare. Non doveva starci in quel momento, ma ci può stare: la classica buccia di banana. Adesso, derby compreso, mancano 8 partite e quindi è tutto aperto. L'Inter ha vinto lo scudetto l'anno scorso a venti minuti dalla fine. Bisogna pensare alla partita di domani che è straimportante, ma nello stesso tempo non pensiamo che dopo il derby si possa chiudere il campionato: lo vinci solo quando la matematica ti dà ragione".

Allegri poi si toglie un sassolino dalla scarpa: "In queste due settimane ho sentito tante cose. Mi dà fastidio sentire che siamo in crisi, ogni tanto guardo il giornale per capire se siamo ancora in testa. Per raggiungere certi risultati bisogna giocare da squadra e il Milan lo ha fatto per quasi tutto il campionato. Domani giocheremo per fare risultato davanti a 70 mila milanisti che ci inciteranno. A livello di motivazione i ragazzi non avranno problema a trovarle, a livello fisico la squadra sta bene, sotto l'aspetto psicologico è impossibile pensare che i ragazzi scendano in campo con poche motivazioni; anzi, dobbiamo rimanere il più sereni possibile. Il Milan deve giocare una partita tecnicamente valida senza concedere molti spazi. Noi siamo pronti a giocarla con serenità e da squadra; non sarà decisivo Pato o Bateng, ma tutta la squadra". La formazione? Tutto sommato prevedibile, ma Allegri mette sul piatto due dubbi: il ruolo di terzino sinistro, Antonini o Zambrotta, e quello del vertice basso del rombo, Seedorf o Van Bommel; favoriti Zambrotta e Seedorf. "Ho tempo fino a domani" dice in proposito. Ma ormai ha già registrato tutto: "Sarà una partita equilibrata dove ci vorrà molta testa; dovremo rimanere compatti perché loro in attacco hanno grandi potenzialità. Le reazioni dei giocatori davanti all'ex Leonardo? "I ragazzi saranno concentrati su quello che dovranno fare in campo; troppo importante per pensare ad altro". E a chi gli chiede se sarebbe capace di fare il salto come è accaduto al suo predecessore risponde: Sono da otto mesi al Milan, difficile passare da una sponda all'altra, le situazioni cambiano. Non giudico Leonardo, se è andato all'Inter è perché se lo sentiva, però sarebbe difficile passare sull'altra sponda". L'ultima battuta riguarda il grande assente: "Ibra dice che lo scudetto lo possiamo perdere solo noi? Siamo in testa e abbiamo il dovere di portare fino in fondo questo scudetto. E io sono fiducioso".