mercoledì 29 dicembre 2010
Prosegue il lavoro a Dubai
Seedorf: "Cassano ci aiuterà a vincere"
martedì 28 dicembre 2010
Cassano già in palla
lunedì 27 dicembre 2010
Cassano parte per Dubai
Ronaldinho: oggi si decide
venerdì 24 dicembre 2010
Intervista con Allegri
Stessa spiaggia, i bagni Fiume, dove d’estate ogni tanto fa "la gabbionata dei matti (partita 4 contro 4, ndr), dall’una alle due". Intendendosi ore pomeridiane e non serali, il consiglio è portarci qualcuno dei suoi, che si asciughi un po’. Stesso ristorante, da Oscar, dove gli fanno vedere ogni lupicante prima di buttarlo in pentola; crudele, però almeno con i forestieri funziona. Stesso bar in Coteto, "ci sono cresciuto e i miei amici sono sempre gli stessi". Il fido Federico, interista in crisi di identità, si imbarazza tanto quanto può imbarazzarsi un livornese, cioè poco. Benvenuti nel magico mondo di Massimiliano Allegri, dove succede perfino che qualcuno prenda decisioni contro i pupilli di Berlusconi senza andare a strombazzarle in giro diventando un simbolo di opposizione culturale. Il che per l’allenatore del Milan sarebbe eccessivo.
Allegri, partiamo da Cassano: come si vede ad allenarlo?
"Bene. I grandi giocatori sono adatti a qualsiasi squadra e a qualsiasi situazione. Cassano deve essere inserito in uno spogliatoio che ha forti valori morali grande disponibilità. Dovrà avere l’umiltà di mettersi a disposizione".
Come lo impiegherà?
"Può fare la prima punta, visto che l’unica che avevamo, Inzaghi, purtroppo si è fatto male".
Cambierà modulo?
"Credo che la squadra, per le caratteristiche che ha e i risultati ottenuti, debba andare avanti con il 4-3-1-2".
Per uno che arriva, uno sul piede di partenza: Ronaldinho. Berlusconi come l’ha presa in tutti questi mesi?
"Lo sento tutte le settimane e lo informo di come lavorano i giocatori. Credo sia contento di come vanno le cose".
Ronaldinho non è più adatto al campionato italiano?
"Il punto non è questo. Ma ci sono esigenze di squadra che vengono prima di tutto".
Per settimane e settimane si è parlato dei minuti che gli concedeva: scocciato?
"No, divertito. Ronaldinho è un campione, capisco che ci sia un grande interesse intorno a lui".
Questa squadra ha problemi quando arriva ai grandi appuntamenti?
"Quando si perde si dicono e scrivono tante cose. Mi rompe le scatole aver chiuso l’anno con una sconfitta, ma con Roma e Juve non meritavamo di perdere".
Vincerete lo scudetto?
"Se si continua a lavorare con questa intensità si può fare".
Che cosa serve a questo Milan?
"Niente. Inutile comprare perché in questo momento ci sono tanti infortunati. Poi saremmo troppi".
Perché lo spogliatoio l’ama così tanto?
"Credo che i risultati che abbiamo ottenuto abbiano contribuito. Ma già dal primo giorno c’era davvero tanta fiducia nei miei confronti. E c’è un bel rapporto di rispetto reciproco".
La partita più brutta?
"Quella contro il Cesena. Era difficile in quel momento affrontarli, ma devo dire che noi ci abbiamo messo del nostro per perdere".
La partita perfetta?
"Ero convinto che avremmo fatto una grande gara a Madrid, mi sono sbagliato. Ma il ritorno ha dimostrato che possiamo giocarcela anche col Real".
Il giocatore ideale?
"Gattuso. Quando lo vedo fare certe cose con la palla penso: allora tutto è possibile"
Con lei è rinato anche Pirlo.
"E’ tornato giovane. Spostato a sinistra può incidere e finalizzare di più".
Una pazza idea?
"Non credo di averne. La cosa migliore è utilizzare i giocatori nel loro ruolo".
La prima cosa bella che ha avuto dal Milan?
"La disponibilità di tutti, e l’educazione".
Che cosa le piace di più di questa squadra?
"Lo spirito di sacrificio, anche in allenamento. Avevo bisogno di un po’ di tempo per capire il gruppo, e il gruppo per capire me. Ora c’è equilibrio".
All’inizio sembrava esserci soltanto Ibrahimovic...
"Credo che sia normale, Ibra è un grande accentratore e non ha portato solo la sua classe, ma anche il carattere. Ora stiamo giocando meglio".
Ha litigato con qualcuno a Milanello?
"Ho discusso, ho spiegato certe decisioni. Mi pare normale".
Spiega anche ai giocatori perché li esclude?
"Spiegare ogni volta sarebbe un esercizio inutile, e falso. Questa sì sarebbe una mancanza di rispetto. I miei ragazzi mi stimano, credo, perché faccio scelte leali".
Se è diventato Allegri, è merito di...
"Dei miei genitori, degli amici, di mia figlia, della mia donna, di tutti quelli che mi sono stati vicini. E di Cellino che mi ha tenuto in Serie A dopo cinque sconfitte consecutive, e del presidente della Aglianese che mi ha dato la possibilità di cominciare ad allenare".
Il suo rapporto con Livorno è sempre uguale, dice. Com’è cresciuto?
"Mi sono divertito. Ho avuto il mare, la montagna d’estate. Sono cresciuto con lo sport, ho imparato a giocare in cortile, cosa che ora non si può fare più, e le ore di scuola calcio non bastano a imparare. Tutto quello che so sul pallone l’ho imparato in cortile".
A Livorno, città di Armando Picchi e dello stadio che porta il suo nome, moltissimi sono interisti.
"Ma credo che un po’ siano orgogliosi di me. Questa città ha prodotto Lucarelli, Balleri, Chiellini. Io ho giocato un po’ nel Livorno e ora sono allenatore. Penso siano contenti".
Anche se lavora per Berlusconi?
"Penso proprio di sì".
Che cosa pensa di Leonardo all’Inter?
"Le scelte vanno rispettate".
C’è una cosa che la infastidisce davvero: quando tirano fuori i suoi trascorsi sentimentali un po’ movimentati, e la vita da playboy.
"Mah, playboy non so. Comunque non ho fatto del male a nessuno, e gli errori li ho pagati".
Che cosa farà in questi giorni?
"Sono vacanze attive. Voglio rilassarmi un paio di giorni, ma non bisogna mai fermarsi".
Un voto al suo 2010?
"Tra il 7 e l’8. Poteva essere un anno perfetto, non aver finito la stagione a Cagliari resta un cruccio".
Si aspettava di mangiare il panettone da primo in classifica?
"Diciamo che a inizio campionato ero fiducioso, e alla fine avete visto che l’ho mangiato... Il pasticcere mi ha dato il panettone un paio di mesi fa: si vede che era ottimista".
La partita dell’anno?
"Ne dico due: la finale di Champions giocata perfettamente dall’Inter e Barcellona-Real Madrid".
Il giocatore dell’anno?
"Sneijder aveva tutto per prendersi il Pallone d’oro".
Allegri, dopo aver mangiato il panettone da primo in classifica si vede anche in maggio a Wembley o è troppo?
"Nel calcio non c’è mai nulla che sia troppo. Io sono contento anche di quello che abbiamo fatto in Europa, essere in lotta per lo scudetto ti mantiene nella tensione giusta per puntare al resto. Dunque, si dia lei una risposta. E buon Natale a tutti".
--Gazzetta.it--
Leonardo all'Inter dopo Natale
giovedì 23 dicembre 2010
Galliani: "Nel 2011 spero di vincere"
Intanto Paulo Odone, presidente del Gremio, ha annunciato di aver definito l'accordo per riportare Ronaldinho nella società da cui ha spiccato il volo per l'Europa nel 2001. Secondo i media brasiliani Dinho avrebbe scelto il Gremio per tentare l'assalto alla Coppa Libertadores. Ora resta da convincere il Milan, ma la trattativa dovrebbe decollare da lunedì, visto che Galliani andrà in vacanza proprio in Brasile. Sul 30enne ex Pallone d'oro c'è l'interesse anche di Palmeiras e Flamengo.
mercoledì 22 dicembre 2010
Dinho pensa al futuro
Da leader a emarginato. Per Silvio Berlusconi, l'assoluto, il migliore al mondo. Poi lo scollamento. Improvviso; come nessuno avrebbe mai immaginato. "Peccato per Ronaldinho, in questo momento non è sempre reattivo in campo e negli allenamenti", sarebbe stato il commento del patron rossonero. Ora è il momento di Antonio Cassano, preso dalla Samp "per tornare a vincere". E Dinho? In partenza. Al contrario da quanto dichiarato dal fratello procuratore Roberto de Assis, anche nella finestra mercato di gennaio e non a giugno come aveva spesso sottolineato.Probabilmente con destinazione Brasile. Pare che a contendersi il Gaucho siano tre club: Palmeiras, Gremio e Flamengo. Secondo Lance e Globoesporte, tutte e tre avrebbero già avuto contatti con il procuratore del fantasista, presentando offerte molto vicine alle sue attuali condizioni contrattuali. In particolare il presidente del Palmeiras sarebbe pronto a garantirgli lo stesso stipendio percepito al Milan. Il suo principale sponsor è l'ex c.t. del Brasile Felipe Scolari, ora tecnico del club di San Paolo; pronto a fare follie pur di riabbracciarlo. Felipao, che con Dinho ha vinto il Mondiale nippocoreano del 2002, deve però vedersela con i californiani del Galaxy e con il Gremio: la squadra dove il funambolo di Porto Alegre cominciò a giocare e il cui presidente Odone si dice convinto del successo dell'operazione.
lunedì 20 dicembre 2010
Antonio Cassano è rossonero!
Antonio Cassano al Milan: ormai è cosa fatta. Domani arriverà la firma che legherà il giocatore barese alla società rossonera fino al 2014. Il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, ha accettato la proposta del Milan: la clausola di 5 milioni di euro da versare al Real Madrid verrà suddivisa in parti uguali tra il Milan, la società blucerchiata e lo stesso giocatore. L'accordo fatto tra Cassano e il Milan blocca una situazione che, dopo mesi di voci, aveva subito un'accelerazione forte giovedì. Nel pomeriggio la sentenza del Collegio Arbitrale, che negava alla Sampdoria la rescissione del contratto, ma dimezzava lo stipendio del barese e lo sospendeva fino al 31 gennaio. In serata la cena tra Galliani, Braida e Bozzo, procuratore di Cassano: sul tavolo una bozza di accordo fino al 2014, anche se restava da risolvere la questione della clausola da versare al Real Madrid, ora sistemata. Cassano il 27 dicembre sarà a Dubai, dove i rossoneri svolgeranno qualche giorno di preparazione in vista della ripresa del campionato. Il trasferimento diventerà ufficiale solo il 3 gennaio, giorno dell'apertura del mercato di gennaio, ma Sampdoria e Real Madrid hanno già autorizzato il barese ad allenarsi con la nuova maglia. FantAntonio è sceso per l'ultima volta in campo il 24 ottobre, nell'1-1 della Sampdoria contro l'Inter: in Serie A quest'anno ha giocato 7 partite, segnando 4 gol e servendo 2 assist. Il primo obiettivo per lui sarà ritrovare il ritmo partita.
domenica 19 dicembre 2010
Un mese di stop per Pirlo
sabato 18 dicembre 2010
Milan-Roma 0-1
Come a Bologna Allegri dà il via libera a Pirlo che svaria a tutto campo, mentre Ambrosini ha il compito di proteggere la difesa. Ed è proprio Pirlo, al 4’, a scuotere la partita con una magia: un tocco morbido per Boateng che manca l’aggancio davanti a Doni: Al 5’ Robinho mette una “x” sulla colonna delle occasioni mancate. Splendido il suo inserimento in area e il destro delicato da posizione defilata che sfiora il lato opposto. Il gol lo sbaglia anche Gattuso al 10’: servito in area dalla linea di fondo da Robinho alza troppo il suo destro. Segnali di un Milan che domina i giallorossi, troppo statici per spaventare i primi della classe. Solo Menez prova a regalare movimento, senza essere ascoltato dai compagni. Al 20’, alla seconda entrata dura, prima di Mexes poi di Menez, Pirlo è costretto a dare forfait: tocca a Seedorf che va a coprire lo stesso ruolo. Spenta la luce al Milan, la Roma cerca di guadagnare metri e pressare con più convinzione, ma senza trovare una soluzione in grado di impensierire i rossoneri. Ci prova anche con il possesso palla. Al 30’ nuova palla gol per il Milan, ma Burdisso si fa trovare al posto giusto per respingere davanti a Doni il tiro di Boateng. Nello stesso minuto in cui, nel veloce contropiede Menez alza troppo dal limite. Ma l’errore grossolano lo fa Ibra al 35’: lo svedese parte sul filo del fuorigioco, irrompe in area, ma controlla male favorendo l’uscita di Doni. Non sembra una serata da Zlatan. Ingabbiato e marcato come una bella donna, il rossonero non ingrana, in un contesto in cui si sbaglia molto e il ritmo è calante. Sul fronte opposto Borriello, che si sfila la maschera protettiva, soffre la marcatura stretta, mentre Adriano funziona di più quando prova ad attaccare centralmente. Vittime entrambi dell’attenta difesa rossonera che può avvalersi del contributo muscolare di Ambrosini e Gattuso. La ripresa fatica a decollare. Il pallino del gioco resta al Milan, anche se nelle rare puntate verso Doni, i rossoneri infilano troppi errori di comunicazione. Manca il filo conduttore e non è certo Seedorf a cambiare lo stato delle cose. La Roma controlla bene e può organizzare il contropiede. Al 15’ grande palla di De Rossi per Borriello, fermato da Nesta in scivolata. Occasione replicata al 20’ con un tentativo di Adriano che scatena un batti e ribatti nell’area rossonera. Al 22’ Nesta giganteggia e si immola su Brighi che catapulta dal limite. La Roma, insomma, capisce che il momento è buono. E non è un caso che riesca a trovare anche il gol proprio con l’ex di turno. Menez fa quel che vuole sulla destra, mette in mezzo una palla bassa che Abate svirgola proprio sullo stinco dell’ex compagno di brigata: niente da fare per Abbiati. A Borriello non replica al 26’ e al 29’ Ibra che conferma di trovarsi altrove, sbagliando ciò che di norma gli riesce a occhi chiusi davanti a Doni. A Menez sostituito con Taddei, Allegri risponde al 41’ con Ronaldinho per Boateng; un po’ in ritardo a dire il vero. Il finale ghiacciato regala un paio di brividi: una rovesciata di Dinho e un tiro sporco di Ambrosini. Reazione troppo timida per riassestare la partita. La Roma vince; il Milan incassa la sua seconda sconfitta in casa nel momento più bello della sia stagione.