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La Roma contro un Milan offensivo come mai si era visto. Non solo Beckham dall'inizio, ma anche Pirlo e Seedorf. E poi Kakà con Ronaldinho alle spalle di Pato. Gli incontristi Flamini e Ambrosini vengono dirottati in panchina; un azzardo anche se la Roma deve rinunciare al totem Totti. Spalletti riesce però a recuperare Taddei che schiera al fianco di Baptista, rinunciando a Pizarro.
La lunga sosta del campionato è una macchia d'olio che si dilata con il passare dei minuti. Roma e Milan gestiscono la gara all'insegna di un ritmo lento ed esasperato, dove sono i rossoneri a impressionare di più, ma solo per la loro capacità di far girare la palla. Con tanti piedi buoni parrebbe addirittura bel calcio. In verità il pressing rossonero è tedioso e ripetitivo e alla Roma tutto sommato non spiace perché, oltre ad adeguarsi, riesce a organizzare il contropiede sfruttando soprattutto la fascia sinistra dove Riise detta legge, approfittando della staticità fisica di Beckham. L'inglese sforna molti cross, un po' bassi a dire il vero, ma niente più. Il problema del Milan è semmai la partenza falsa di Kakà e Ronaldinho, poco propensi alla lotta e sempre fuori tempo.
La Roma dal canto suo non incanta, ma impiega poco a sfruttare l'unica palla gol che gli capita tra i piedi, cogliendo al volo il tragico errore di marcatura di Jankulovski in area. La difesa del Milan è ben piazzata, ma il ceco si fa gabbare come un dilettante da Vucinic che impallina con classe Abbiati. La reazione della compagnia milanese non è adeguata. Impressiana invece Pato che fa numeri da giocoliere, ma poi si impappina, complice un po' di egoismo e la buona marcatura dei difensori della Roma.
Che ci sia ancora Beckham all'inizio della ripresa non è uno scandalo; l'inglese il suo dovere lo ha fatto. Chiedere semmai ad altri "desaparecidos". Ma l'orgoglio ha il suo valore. Chiedere a Kakà. Il ragazzo decide di aumentare il ritmo e dopo tre minuti, dopo un'irruzione in area sulla sinistra, mette dentro per Pato che da due passi infila l'1-1. Il gol è vitamina e il Milan sfrutta l'impossibile. Con la Roma sconvolta per il pari, ne approfitta Pato che mette la quarta, si invola sulla sinistra e sforna un gol antologico, con pallonetto finale a superare il connazionale e colpevole Doni. L'uno-due è micidiale e permette ai rossoneri di gestire bene la partita, sfruttando la serata di grazia del suo piccolo brasiliano. Il vantaggio fa bene a tutti e anche il lavoro diligente di Beckham risalta.
Kakà sfiora il terzo gol e questo Spalletti proprio non lo manda giù; ordina quindi ai i suoi di alzare il baricentro e il gioco funziona. Anche perché in mezzo innesta la freschezza di Pizarro al posto dello spento Taddei, mentre tra i rossoneri Ambrosini rileva Ronaldinho. C'è più brio e il Milan viene assediato. La conseguenza è il pareggio di Vucinic, straordinario per la sua capacità di sfruttare colpi di ogni tipo: come un colpo di testa in tuffo, con palla nell'angolo dove Abbiati non può arrivare. Lunghe e stanche le squadre si accontentano del giusto 2-2. Anche David Beckham che lascia a Flamini dopo 89' di gioco, all'insegna della sufficienza piena. Reti di Vucinic al 22' , Pato al 49' e al 53' e ancora Vucinic al 72'.
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