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Il modulo di Mazzarri, con la superiorità numerica a centrocampo, può mettere seriemente in pericolo il Milan, ma Leo non cambia idea: "Adattarci al Napoli? Potrebbero essere anche loro a modificare l'assetto in campo" sostiene con sicurezza. Quella del San Paolo la definisce una partita a scacchi. Teme fra tutti l'intelligenza tattica di Hamisk, ma anche la capacità di inserimento di Quagliarella. Inutile chiedere lumi sulla formazione, anche quando ammette che potrebbe modificare qualcosa sulle fasce: il suo punto fermo; la benzina del suo gioco. Sottolinea l'impegno dei giocatori, così esperti da non avere bisogno nemmeno dei suoi consigli. Che interpretano bene i loro ruoli, perché "il Milan appartiene ai giocatori". Ma attenzione: "Non c'è euforia generale - sottolinea -; c'è consapevolezza e allegria Si, viviamo un momento di allegria". Il segreto? Non fare drammi se le cose vanno male e non gasarsi troppo se vanno troppo bene: "La buccia di banana è sempre dietro l'angolo"
Leonardo cita il miracolo di Nesta e la sua ulteriore crescita. Quello di Dida che si inceppa a Madrid e poi diventa un mostro a Verona. E Antonini: "Ha giocato pochissimo e poi guardate che perstazione col Chievo". E poi il mistero Huntelaar, che sembra sempre di più un dilemma. Sospira: "Oggi il giudizio è scontato, ma basta poco. Il gol è fondamentale per un attaccante; ma questo modulo lo favorisce, avrà le sue opportunità. Non è un problerma, conosco il suo modo di giocare. Il gol arriverà". Lo difende, anche se ha davanti agli occhi i risultati del tridente con Pato, Boreriello e Dinho. Insomma, per Leo l'alternanza è la costante: Borriello, per esempio, ha caratteristiche che aiutano qualsiasi squadra, ma non ha ancora i 90' nelle gambe. Scudetto? "Viviamo per vincere ma io insisto: dobbiamo ragionare passo dopo passo". Ronaldinho? "Con Pato interpreta bene i meccanismi della squadra, ma Dinho può fare di più: mi aspetto di più. Gli manca ancora il fuoco; ci sono momenti in cui potrebbe fare più male perché ce l'ha dentro. Ora è ottimo, può diventare eccellente". Il mercato? "E' lontano. Beckham? E' come se fosse già qui. Come se non fosse mai andato via". E su Silvio Berlusconi che chiede di dare un taglio alla sofferenza risponde: "Non rinuncerei un secondo a queste emozioni".
Nel gennaio 1998 il Milan vinse la sua ultima partita al San Paolo. Il gol della vittoria lo segnò Leonardo. Un segno del destino?
1 commento:
ragazzi c'è un video di Santon Pozzi e Paloschi per il contendimento di campione giovanile
http://www.youtube.com/watch?v=26gurU1SBWc
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