lunedì 30 novembre 2009
Galliani: "Grande Milan ma straordinaria Inter"
domenica 29 novembre 2009
Catania-Milan 0-2
Tema ben chiaro quello della partita. Il Catania in tutti i primi 45 minuti cerca di mantenere la difesa alta per bloccare alla fonte la manovra rossonera, ma nonostante la frizzante partenza dei rossoneri, ben presto si adegua al ritmo pacato del Milan. Mancano i tempi di Pirlo, le sue verticalizzazioni, i suoi cambi di gioco e a risentirne è la tanto decantata fase offensiva in cui a funzionare sono solo Borriello, sempre pronto a scalare in difesa con successo, e Ronaldinho, che regala numeri incredibili, ma purtroppo fine a se stessi. Pato invece non incide: avulso dalla manovra come è già successo con il Marsiglia. E' il Milan statico che non piace a Leonardo che cerca il gol con conclusioni dalla distanza. Il Catania ha il pregio di coprire bene, diretto da un Carboni irresistibile: autentico direttore d'orchestra della squadra di casa. Ma non bastano le magie di Dinho; nemmeno i recuperi di Ambrosini, tantomeno le flebili intuizioni di Mascara. Catania-Milan sprofonda nella noia. E si riparte con lo stesso ritmo nella ripresa, anche se il Catania cerca di sorprendere un Milan poco tonico. I rossoneri cercano di far valere classe ed esperienza ma senza mai creare problemi ad Andujar. Insomma, catanesi prudenti oltre ogni misura, perché il Milan non sembra in serata di grazia. Primi cambi: nel Catania Izco per Llama, tra i rossoneri Antonini per Zambrotta. La sostituzione fa bene ai siciliani che provano ad alzare il ritmo e ad aumentare il pressing. Nulla di trascendentale, anche se al 25' Spolli si ritrova una palla da trasformare uin oro: la deviaione di testa è troppo debole. Al 29' Inzaghi prende il posto di Borriello, con il compito di creare più profondità. E ci riesce. Ad alzare il tasso qualitativo ci prova anche Huntelaar che rileva Flamini. Ecco quindi una sorta di 4-2-4. Atzori lancia invece Potenza al posto di Mascara per rinforzare la difesa. Ma il vento gira quando meno te lo aspetti. Al 93' Inzaghi appoggia al limite per l'olandesino che di sinistro batte Andujar, beffato un minuto dopo da uno splendido pallonetto ancora dell'orange. L'oggetto misterioso si è tolto finalmente la maschera.
venerdì 27 novembre 2009
L'incontro Gattuso-Galliani
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giovedì 26 novembre 2009
Gattuso medita l'addio
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Tra le possibili destinazioni si era anche parlato di un approdo al Chelsea dell'amico Ancelotti: "Mi sento spesso con lui, ma parliamo della nostra salute e basta. Il mio rapporto con Leonardo? Ho avuto un grande rapporto con tutti gli allenatori perché fa parte del mio carattere, con Leonardo non ho alcun problema, non ho mai litigato, lui deve fare le scelte e lui si 'gioca il culo' ogni partita. Ho un grande rispetto verso di lu". Gattuso rivendica giustamente il suo passato glorioso, ma anche presente e futuro. "Io sono Gattuso e non l'ultimo arrivato. Non devo aspettare che qualcuno giochi male o che qualcuno si faccia male prima di essere utilizzato. Penso di essere ancora forte per giocare a calcio. I Mondiali? Mi sento spesso con Lippi e questo mio stato d'animo non dipende dai Mondiali. Ne ho sentite di cotte e di crude, ma il c.t. mi ha assicurato che mi porterà anche se dovessi giocare poco". E Pirlo e Ambrosini? Sono gli amici e compagni di sempre, anche se in questo momento sono ghli intoccabili titolari. "Stanno giocando molto bene, ho grande rispetto per loro ma io devo confrontarmi con il mio stato d'animo e ci devo convivere. Io mi sento ancora forte e mi spiace non poterlo dimostrare" ha concluso Ringhio.
mercoledì 25 novembre 2009
Milan-Marsiglia 1-1
domenica 22 novembre 2009
Leonardo: "Poco equilibrio ma tanto carattere"
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Squilibrati ma spettacolari e felici. Del resto, come osserva Adriano Galliani, "è l'ultimo che dà il cazzotto a vincere. E noi abbiamo vinto. Non ci sono alternative a questo modulo: concediamo ma poi puniamo, preferisco soffrire così".
Anche Ronaldinho è realista sull'Inter: "Pensiamo a noi, loro sono fortissimi e ci sono tanti punti di differenza" ammette con dignità. Al Gaucho interessa i numeri. "Pensiamo a fare bene, a mantenere i piedi per terra. Adesso, avremo un'altra grande partita". Il brasiliano è ormai un giocatore ritrovato: "Cosa è cambiato? Non lo so. Ho avuto due settimane per lavorare bene, mi sento benissimo fisicamente e gioco in un ruolo nel quale sono abituato a giocare perché l'ho fatto tanti anni a Barcellona. Posso anche giocare mezza punta, posso fare l'attaccante, ma in questo ruolo mi trovo bene, e non bisogno di tempo per adattarmi".
Milan-Cagliari 4-3
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Ma Massimiliano Allegri, che ha le "phisique du role" (per allenare il Milan) sempre secondo Galliani, ha insegnato ai suoi a giocare bene al calcio. Il Cagliari ha personalità e crede nel suo gioco; ha qualità, attacca senza timori ed è esemplare la ricerca immediata del pareggio. Azione insistita e voluta. Matri, che poco prima aveva subito un'uscita discutibile di Dida, sfrutta l'immobilità di Kaladze e batte il portiere brasiliano nell'angolino. Il Milan va in tilt e i rossoblù, che tengono bene il campo e corrono molto di più, danno spettacolo. Dida, non fa più notizia, diventa super dicendo di no prima a Jeda poi a Matri. Nulla però può al 30' sull collo pieno di Lazzari da distanza ravvicinata. L'analisi sulla difesa rossonera è spietata: corridoi e spazi liberi; una vera manna per chi sente a distanza il profumo del gol. Lo schiaffone è salutare. Il Milan rialza la testa e accelera. I punti di riferimento sono Ronaldinho e Pato, su cui è sistematico il raddoppio. Tatticamente rischioso perché apre corsie laterali ai rossoneri. Zambrotta sfrutta un varco e conquista un angolo. Pirlo mette in mezzo dove Pato vola più di tutti e colpisce di testa; Marchetti respinge ma su Borriello che ribadisce in rete per il 2-2. L'adrenalina carica il MIlan che trova subito il gol del vantaggio. Magie brasiliane, come l'assist dalla sinistra per Pato che infila da fenomeno sotto l'incrocio dei pali.
Tutte le lucine del Milan tornano a funzionare; Ronaldinho (soprattutto) e Pato fanno i numeri. Ma di fronte c'è un Cagliari splendido che non molla la presa e cerca il pareggio. I rossoneri il gol lo mancano in un paio di occasioni. Dinho, in formato Barcellona, regala perle di rara bellezza: stop, finte, colpi di tacco, palle da spingere in rete. Spettacolo puro che precede la rete del 4-2. Borriello, anche lui rinato, con il suo movimento allarga la manovra del Milan e catalizza l'attenzione dei difensori del Cagliari. Come capita al 17' ad Astori, costretto a stendere in area l'attaccante. Rigore ineccepibile che Ronaldinho trasforma con un tiro angolato. Allegri non si arrende e regala ancora più muscoli all'attacco: fuori Biondini, dentro Nené. Cambio azzeccato, perché il portoghese accorcia al 24' sfruttando il più classico dei contropiede. L'illuminazione è di Jeda che pesca centralmente il nuovo entrato, abile a infilare Dida con un rasoterra tagliente. Leonardo lo aveva predetto: troppo sbilanciati per non subire. Così toglie Seedorf per Abate, mentre Pisano rileva Canini. E c'è chi ha speso davvero tanto come Borriello; Inzaghi ne prende volentieri il posto. L'ultimo quarto d'ora è un affare rossoblù, perché la squadra di Allegri ne ha di più e attacca sperando in un black out rossonero. La difesa del Milan non è granitica e se non ci fosse Thiago Silva sarebbero dolori. Nel Cagliari entra anche Larrivey per Matri, mentre Strasser sostituisce Pato, vittima di un problema muscolare. Insomma, Leo si chiude lasciando Inzaghi solitario in attacco. Con un limitato peso offensivo è il Milan ad attendere e subire. Larrivey al 41' manca il pari con un colpo di testa in tuffo. Ma i rossoneri riescono a contenere i rossoblù e incassare la terza vittoria consecutiva in campionato e un secondo posto virtuale in attesa del posticipo Juve-Udinese.
sabato 21 novembre 2009
Leo: "Dinho recupera"
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In conferenza stampa il tecnico puntualizza spesso questo concetto. Resta da capire se la sosta è servita o se esiste il rischio di un rilassamento. "Le risposte si danno in ogni partita - spiega -. Ci deve essere la concetnrazione assoluta in quello che stiamo facendo. Con il Cagliari dobbiamo scendere in campo con lo stesso spirito e la stessa concentrazione di due settimane fa".
Leo, semmai, ama esaltare le qualità del gruppo: "Mi piace l'atteggiamento dei ragazzi; sono sempre pronti e umili. Entrano a partita in corso e subito si adattano al gioco con una disponibilità assoluta. E' successo a Kaladze quando è entrato a Napoli al posto di Nesta, è accaduto a Inzaghi e Zambrotta. Questo è un Milan con grande entusiasmo; i ragazzi sono coinvolti: se andiamo avanti così possiamo pensare in grande". Leonardo parla di "metamorfosi ambulante"; cioè quella capacità di adattarsi al momento. "E' possibile quando c'è lo spirito. Poi il risultato deve essere lo stesso: la squadra deve sempre avere voglia di fare male".
Leonardo augura a David Beckham di vincere la finale di Mls e quando gli chiedono del fallo di mano di Henry si fa cupo. "Stiamo andando verso qualcosa di diverso; non esiste un regolamento che possa permettere all'arbitro di essere più incisivo in certe situazione. Oggi va così, è complicato. Ripetere la partita è impossibile, ma prima o poi accadrà qualcosa, come la moviola in campo".
Teme il Cagliari, ma lo affronterà con la consueta mentalità offensiva. Fa il punto della situazione. "Flamini nion ci sarà per un problema alla caviglia, ma ci sarà per la Champions. Gattuso va verso la guarigione; non voglio mettergli fretta". Questione portieri: "Se ci sarà Dida in porta?. Ho parlato con Abbiati: è guarito. Ma ora deve tornare in forma; troveremo qualche partita dove utilizzarlo, magari con la Primavera". Insomma, Nelson sarà tra i pali. Infine a chi gli chiede di lanciare un appello per la campagna bis risponde: "L'appello sarà il gioco; noi siamo il riflesso di quello che abbiamo. Se ci crederemo i nostri tifosi ci penseranno da soli".
Teme il Cagliari, ma lo affronterà con la consueta mentalità offensiva. Fa il punto della situazione. "Flamini nion ci sarà per un problema alla caviglia, ma ci sarà per la Champions. Gattuso va verso la guarigione; non voglio mettergli fretta". Questione portieri: "Se ci sarà Dida in porta?. Ho parlato con Abbiati: è guarito. Ma ora deve tornare in forma; troveremo qualche partita dove utilizzarlo, magari con la Primavera". Insomma, Nelson sarà tra i pali. Infine a chi gli chiede di lanciare un appello per la campagna bis risponde: "L'appello sarà il gioco; noi siamo il riflesso di quello che abbiamo. Se ci crederemo i nostri tifosi ci penseranno da soli".
martedì 17 novembre 2009
Pato: "Sono felice"
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Dopo il Cagliari il Milan affronterà a San Siro il Marsiglia per la decisiva sfida di Champions League. "Devo prima pensare al campionato, poi dovrò giocare bene per trovare gli stimoli giusti per fare bene contro il Marsiglia": batterlo significherebbe conquistare gli ottavi di finale con un turno di anticipo. Guai a mollare la presa, quindi. Un messaggio che trasmette al gruppo, Huntelaar compreso. L'olandese che non sboccia preoccupa la società rossonera, ma Pato è ottimista: "Tutti hanno visto che lui è stato il migliore giocatore in Olanda e ha fatto tanti gol quando giocava all'Ajax. Ha fatto bene al Real Madrid e sono sicuro che anche qui riuscirà a dare il suo contributo al Milan. Noi siamo con lui e siamo qui per aiutarlo, sono felice di vedere che in allenamento fa molto bene". E ricorda: "Anch'io quando sono arrivato trovavo difficoltà nel parlare l'italiano e sia in campo che fuori non riuscivo a comunicare con gli altri, avevo paura di sbagliare. Sono sicuro che lui darà tanto al Milan".
Ma Pato protegge tutti. Anche un marpione come Inzaghi, utilizzato col contagocce da Leonardo. "Pippo ha fatto tanti gol in Champions League e in campionato, credo che farà ancora tanti gol con la maglia del Milan perché lui nell'area di rigore è il numero uno, quando ha la palla riesce sempre a segnare - spiega -. L'ho visto realizzare tanti gol qui al Milan e siamo felici che lui sia con noi, speriamo che resti per tanto tempo".
sabato 14 novembre 2009
Milan-Milan Primavera 2-0
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I ragazzi di Leonardo hanno affrontato in amichevole i giovani della Primavera. Dopo il classico riscaldamento pre-partita, il calcio d'inizio è stato fischiato da Mauro Tassotti alle ore 15.30 sul campo centrale del centro sportivo di Carnago.
Questa la formazione schierata da Leonardo nel primo tempo: Abbiati; Abate, Kaladze, Favalli, Antonini; Ambrosini, Flamini; Pato, Seedorf, Ronaldinho; Borriello.
Dall'altra parte, questi i giovani schierati da Giovanni Stroppa a cui si è unito Marco Storari tra i pali: Ghiringhelli, De Vito, Romagnoli, Pedrocchi, Meregalli, Oduamadi, Novinic, Gaeta, Merkell e Schenetti.
Il primo tempo si è chiuso sul risultato di 2-0 a favore della prima squadra grazie alla doppietta realizzata da Alexandre Pato al 1' e al 18'.
Nella ripresa Leonardo ha inserito Inzaghi al posto di Borriello mentre per la Primavera rossonera quattro le sostituzioni effettuate da Stroppa: Motta per De Vito, Di Lauri, Aquilante per Oduamadi e Scampini al posto di Novinic.
Nel secondo tempo tanto possesso palla per i ragazzi di Leonardo. Da sottolineare un palo colpito da Filippo Inzaghi.
La gara è terminata sul risultato di 2-0.
mercoledì 11 novembre 2009
La scomparsa di Robert Enke: il cordoglio di Milan per Sempre
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Robert Enke, il portiere della nazionale tedesca e dell'Hannover suicidatosi ieri gettandosi sotto un treno, era affetto da una profonda depressione. E' stato rivelato stamattina in una commovente conferenza stampa indetta dal club tedesco, cui hanno partecipato la vedova Theresa e lo psicoterapeuta Valentin Markser che lo aveva in cura. Particolarmente commovente la testimonianza della vedova, che ha ricordato come la depressione fosse comparsa in lui dopo gli insuccessi sportivi a Barcellona ed ad Istanbul: "Quando era nella fase acuta di depressione sono stati momenti molto difficili, perché gli mancava ogni motivazione e speranza". Già nel 2003 Enke si era rivolto allo specialista, dopo alcuni mesi sembrava guarito, ma negli ultimi tempi la depressione era ritornata a farsi sentire profondamente. Soprattutto dopo la sua non ancora chiarita infezione batterica, che lo aveva tenuto lontano dal calcio per molto tempo: "Il calcio per lui era tutto - ha detto la moglie - e ora temeva di perderlo a causa della depressione e di perdere anche la nostra figlioletta adottiva Leila, quando avesse capito di avere un padre depresso". Teresa ha aggiunto di aver fatto di tutto per stargli vicina, per convincerlo che il calcio non era tutto nella vita. Il dottor Markser, dopo aver precisato che il portiere aveva recentemente rifiutato l'invito a farsi ricoverare per un trattamento specifico in clinica, ha anche aggiunto che nella lettera di addio il giocatore si scusava "per avere consapevolmente ingannato tutti, per poter portare a compimento il suo piano di suicidarsi". Questa mattina in segno di lutto il c.t. Loew ha annullato il previsto allenamento. E nel pomeriggio è stato deciso di rimandare l'amichevole di sabato sera a Colonia tra la Germania e il Cile. "La squadra è sotto shock - ha spiegato il presidente federale Theo Zwanziger - non c'è tempo di rielaborare il lutto in queste condizioni non è possibile giocare". E Oliver Bierhoff, team manager della Nazionale, ha commosso tutti mettendosi a piangere durante la conferenza, incapace di proseguire dopo aver spiegato "che mai avevamo avuto sentore che la situazione potesse essere così grave". Tutta la squadra è stata messa in libertà: il ritiro riprenderà domenica, dopo che i giocatori avranno partecipato ai funerali di Enke. All'indomani dei festeggiamenti per il ventennale della caduta del Muro di Berlino il Paese si è risvegliato questa mattina con un senso di dolore e di angoscia generale. Anche la Cancelliera Angela Merkel, si è voluta unire al cordoglio del Paese, inviando una lettera alla vedova di Robert Enke in cui ha espresso il suo sgomento per la morte del portiere. Lo ha detto oggi a Berlino il vice portavoce del governo, Christoph Steegmans, sottolineando che si tratta di una "lettera molto privata, che deve rimanere privata".
Dopo che i notiziari della tarda serata di ieri avevano già dato il tragico annuncio ai tedeschi, tutti i telegiornali della mattinata di ieri hanno aperto con le citazioni dei numerosi attestati di dolore e cordoglio, da parte di personalità del calcio, dello sport, della politica. Attonito Franz Beckenbauer, il vate del calcio tedesco: "Provo un dolore senza fine, quando si riceve una notizia del genere, tutti i gli altri problemi diventano piccolissimi". Profondo il dolore, accanto all'incredulità, ad Hannover, la città nella cui squadra Enke giocava. I tifosi si sono radunati già nella tarda serata di martedì, subito dopo che la triste notizia era stata diffusa, davanti alla sede della società. Mano a mano sono stati deposti mazzi di fiori, accese candele, le cui fiammelle hanno formato sulla strada un grande numero "96", quello che fa parte del nome ufficiale della squadra, ricordando la sua data di fondazione, il 1896. Anche stamattina numerosi tifosi erano davanti alla sede del club. In una prima conferenza stampa della polizia di Hannover, già nella tarda serata di martedì, sono stati resi noti alcuni dettagli che hanno confermato, come ribadito dagli inquirenti stessi, il suicidio. Il calciatore, dopo aver lasciato nella tarda mattinata il campo dove aveva regolarmente effettuato un allenamento con il preparatore dei portieri dell'Hannover, Joerg Sievers, non è tornato a casa. Il suo procuratore, Joerg Neblung lo ha cercato a lungo al cellulare, ma non ha avuto risposta: "Abbiamo avuto paura - ha detto - ho mandato sua moglie Theresa a cercarlo in giro ed ho allarmato la polizia". Evidentemente anche chi gli stava più vicino sapeva che Robert stava attraversando un momento poco felice. Secondo il quotidiano Bild il giocatore, figlio di uno psicologo, da qualche tempo si stava sottoponendo ad una psicoterapia: "Un paio di giorni fa abbiamo parlato molto insieme - ha riferito il medico della squadra, Wego Kregehr - gli ho detto che dopo l'infezione batterica che l'aveva colpito ormai tutto era tornato a posto. Non mi ha mai detto o fatto capire di avere problemi psicologici". Oggi in conferenza stampa si è presentata la moglie Theresa, visibilmente scossa, con lo psichiatra che aveva in cura il portiere. Theresa ha confermato i problemi psicologici: "Era molto depresso. Non lo sapevano in molti, ma era in cura da uno psichiatra da tempo". Enke non è tornato a casa. Ha diretto la sua Mercedes fuoristrada verso una stradina ai lati della ferrovia, vicino alla stazione di Elvese, ad un paio di chilometri dalla sua casa, nel paese di Empede, vicino ad Hannover. Su uno dei sedili dell'auto il portiere ha lasciato il suo portafogli e non ha chiuso a chiave le portiere, prima di allontanarsi per raggiungere la linea ferroviaria e percorrere a piedi qualche decina di metri lungo la massicciata. Alle 18.47 è stato travolto dal regionale che da Brema andava ad Hannover, ad una velocità di 160 km orari. Il macchinista si è accorto, ma ovviamente troppo tardi, che una persona, pochi metri davanti la sua cabina, si stava gettando sui binari. Vigili del fuoco e polizia sono stati allertati subito e in pochi minuti hanno raggiunto il treno, che nel frattempo aveva frenato la sua corsa. La polizia ha subito avvertito la moglie Theresa, che si è recata sul luogo della tragedia e non ha resistito allo choc dopo aver visto il corpo del marito, tanto che è stata subito soccorsa da una equipe medica. "Prima che uno venga portato a una situazione che può diventare ancora più infelice, è meglio darci un taglio definitivo": queste parole di Rober Enke, ricordate dal sito del settimanale Focus, risalgono al 2003 e suonano, adesso, come un tragico presagio. Enke e sua moglie Theresa, nel 2006 avevano perso la loro figlioletta Lara, due anni, dopo un calvario di operazioni per una malattia cardiaca. Nello scorso maggio i coniugi avevano adottato Leila, che oggi ha otto mesi. Ma forse il dolore per la perdita della prima figlia era rimasto incolmabile. Il luogo dove Enke si è tolto la vita è a breve distanza dal cimitero ove è sepolta la piccola Lara
Dopo che i notiziari della tarda serata di ieri avevano già dato il tragico annuncio ai tedeschi, tutti i telegiornali della mattinata di ieri hanno aperto con le citazioni dei numerosi attestati di dolore e cordoglio, da parte di personalità del calcio, dello sport, della politica. Attonito Franz Beckenbauer, il vate del calcio tedesco: "Provo un dolore senza fine, quando si riceve una notizia del genere, tutti i gli altri problemi diventano piccolissimi". Profondo il dolore, accanto all'incredulità, ad Hannover, la città nella cui squadra Enke giocava. I tifosi si sono radunati già nella tarda serata di martedì, subito dopo che la triste notizia era stata diffusa, davanti alla sede della società. Mano a mano sono stati deposti mazzi di fiori, accese candele, le cui fiammelle hanno formato sulla strada un grande numero "96", quello che fa parte del nome ufficiale della squadra, ricordando la sua data di fondazione, il 1896. Anche stamattina numerosi tifosi erano davanti alla sede del club. In una prima conferenza stampa della polizia di Hannover, già nella tarda serata di martedì, sono stati resi noti alcuni dettagli che hanno confermato, come ribadito dagli inquirenti stessi, il suicidio. Il calciatore, dopo aver lasciato nella tarda mattinata il campo dove aveva regolarmente effettuato un allenamento con il preparatore dei portieri dell'Hannover, Joerg Sievers, non è tornato a casa. Il suo procuratore, Joerg Neblung lo ha cercato a lungo al cellulare, ma non ha avuto risposta: "Abbiamo avuto paura - ha detto - ho mandato sua moglie Theresa a cercarlo in giro ed ho allarmato la polizia". Evidentemente anche chi gli stava più vicino sapeva che Robert stava attraversando un momento poco felice. Secondo il quotidiano Bild il giocatore, figlio di uno psicologo, da qualche tempo si stava sottoponendo ad una psicoterapia: "Un paio di giorni fa abbiamo parlato molto insieme - ha riferito il medico della squadra, Wego Kregehr - gli ho detto che dopo l'infezione batterica che l'aveva colpito ormai tutto era tornato a posto. Non mi ha mai detto o fatto capire di avere problemi psicologici". Oggi in conferenza stampa si è presentata la moglie Theresa, visibilmente scossa, con lo psichiatra che aveva in cura il portiere. Theresa ha confermato i problemi psicologici: "Era molto depresso. Non lo sapevano in molti, ma era in cura da uno psichiatra da tempo". Enke non è tornato a casa. Ha diretto la sua Mercedes fuoristrada verso una stradina ai lati della ferrovia, vicino alla stazione di Elvese, ad un paio di chilometri dalla sua casa, nel paese di Empede, vicino ad Hannover. Su uno dei sedili dell'auto il portiere ha lasciato il suo portafogli e non ha chiuso a chiave le portiere, prima di allontanarsi per raggiungere la linea ferroviaria e percorrere a piedi qualche decina di metri lungo la massicciata. Alle 18.47 è stato travolto dal regionale che da Brema andava ad Hannover, ad una velocità di 160 km orari. Il macchinista si è accorto, ma ovviamente troppo tardi, che una persona, pochi metri davanti la sua cabina, si stava gettando sui binari. Vigili del fuoco e polizia sono stati allertati subito e in pochi minuti hanno raggiunto il treno, che nel frattempo aveva frenato la sua corsa. La polizia ha subito avvertito la moglie Theresa, che si è recata sul luogo della tragedia e non ha resistito allo choc dopo aver visto il corpo del marito, tanto che è stata subito soccorsa da una equipe medica. "Prima che uno venga portato a una situazione che può diventare ancora più infelice, è meglio darci un taglio definitivo": queste parole di Rober Enke, ricordate dal sito del settimanale Focus, risalgono al 2003 e suonano, adesso, come un tragico presagio. Enke e sua moglie Theresa, nel 2006 avevano perso la loro figlioletta Lara, due anni, dopo un calvario di operazioni per una malattia cardiaca. Nello scorso maggio i coniugi avevano adottato Leila, che oggi ha otto mesi. Ma forse il dolore per la perdita della prima figlia era rimasto incolmabile. Il luogo dove Enke si è tolto la vita è a breve distanza dal cimitero ove è sepolta la piccola Lara
Galliani: "Il Milan riapre la campagna abbonamenti"
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Poi parla con soddisfazione dei singoli, da Thiago Silva ("è un grande giocatore, appena avrà fatto 4/5 finali di Champions ne parleremo") a Nelson Dida: "Mi viene un po' da ridere perché fino a due mesi fa ero quello che aveva sperperato il denaro facendo il contratto a Dida. Di contratti non ne voglio più parlare". Così per Inzaghi ("Il Milan farà la sua politica, andrà avanti e i tifosi giudicheranno"), mentre a gennaio non sono previste sorprese in uscita. "Huntelaar? È confermatissimo come tutti i giocatori della rosa". Infine la domanda fatale: "Meglio uno scudetto sul filo di lana su Inter e Juve o l'ottava Champions?", Galliani non ci pensa un secondo: "Non ci sono dubbi in proposito, in nessuno sport del mondo il titolo di campione d'Italia vale più di quello di campione d'Europa".
Anche Gianluca Zambrotta si allinea a Leonardo e dimostra grande fiducia nelle risorse del Milan. "Stiamo bene fisicamente e le cose ci girano bene - ha detto il terzino della Nazionale in conferenza stampa alla Borghesiana dove si trova in ritiro -. Il cambio di modulo ci ha giovato, anche se con tanti giocatori offensivi corriamo sempre dei rischi, come è accaduto nei secondi tempi contro Napoli e Lazio. È cambiata però anche la nostra testa e ciò è di buon auspicio per lottare per i primi posti".
martedì 10 novembre 2009
Leonardo: "Crediamo nello scudetto"
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Poi Ronaldinho: ancora un assist perfetto e ancora una buona prestazione. "La mia vita calcistica non è mai stata quella di un goleador - sostiene il brasiliano -, non sono uno che fa gol tutte le partite, ho sempre fatto più assist che gol. Sono felice perché adesso tutto va bene e voglio continuare così per aiutare la squadra". "Ronaldinho è un uomo che sa fare la differenza - ha intanto ammesso l'allenatore del Brasile Carlos Dunga. - ma dipenderà solo da lui se vorrà far parte dei 23 che andranno in Sudafrica".
domenica 8 novembre 2009
Lazio-Milan 1-2
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Il Milan fa girare molto il pallone nell'attesa di trovare lo spazio per affondare, ma è la Lazio ad avere la prima palla gol della partita, al 2' del primo tempo, con Rocchi che in solitudine prova il sinistro a girare, ma la palla finisce di poco a lato. Dopo un avvio molto tattico e accorto, al 21' arriva il vantaggio del Milan con la bella punizione battuta da Pirlo sul primo palo e la deviazione a rete di testa di Thiago Silva, al suo primo gol ufficiale con la maglia rossonera. Ma non è finita: è un Milan in crescita, tonico e concentrato, quello che al 35' trova il raddoppio con lo splendido assist dalla sinistra di Ronaldinho e il colpo di testa di Pato. Sesto assist per il Gaucho, quinto gol in campionato per il Papero (settimo stagionale) che si conferma sempre più bomber decisivo.
Nessun cambio per il Milan tra il primo e il secondo tempo, mentre Mister Ballardini decide di inserire un altro attaccante, Cruz, al posto di Mauri. Ed è proprio il nuovo entrato, da due passi, a creare subito un pericolo per la porta difesa da Dida: sulla sua pressione Thiago Silva sfiora l'autogol, con la palla che sfiora la traversa. Passano i minuti e la Lazio scesa in campo nella ripresa sembra molto più determinata, ma il Milan si difende bene. Al 19' i biancocelesti concretizzano il loro buon momento con il tiro di Zarate, che viene deviato da Thiago Silva alla destra di Dida: 1-2. Il Milan risponde con un destro potente di Pato dalla distanza ma la palla finisce di poco sopra la traversa. La Lazio insiste: Meghni crossa dalla sinistra e Rocchi conclude a lato di testa. Al 38' e al 47' due autentici miracoli di Muslera: il primo è la deviazione in angolo dello splendido tiro al volo di Flamini, il secondo su un missile di Pato.
Si chiude così Lazio-Milan: ottimo primo tempo dei rossoneri, un po' più di sofferenza nella parte centrale della ripresa, 3 punti che valgono oro a conclusione di un ciclo terribile. Standing ovation per risultati, prestazioni e per il 3° posto conquistato in classifica.
sabato 7 novembre 2009
Leonardo ritrova Christian Abbiati
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venerdì 6 novembre 2009
Galliani: "Il Milan di Leo fa impazzire Berlusconi"
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mercoledì 4 novembre 2009
Milan-Real Madrid 1-1
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Ronaldinho contro Kakà, l'idolo rossonero che torna a casa, in quello che era il suo stadio, Borriello alla prova della maturità, Pato contro tutti. Milan-Real Madrid davanti ad uno stadio gremito in ogni ordine di posto inizia con tante sfide più o meno personali, ma tutte egualmente affascinanti. Per Ricky Kakà il ritorno a Milano da avversario rappresenta si una forte emozione, ma questa non impedisce al brasiliano di giocare con le consuete sgroppate e di pungere la difesa milanista. Rispetto alla gara di andata il Real appare più equilibrato e deciso. Higuain, preferito a Raul, Benzema e lo stesso Kakà formano continui triangoli che portano spesso i "blancos" davanti alla porta di Dida.
Al 29' Benzema dopo una conclusione di Kakà respinta da Nelson interrompe un'astinenza da gol che durava da sei partite nel momento più delicato del primo tempo. Il Milan dopo lo svantaggio continua tuttavia a rimanere in partita. Le puntate del Real portano ancora una volta un Thiago Silva sugli scudi, con il brasiliano sempre pronto e deciso nello sventare le continue puntate degli avanti avversari. Rispetto al Milan il Real gestisce sicuramente meglio gli spazi e i rossoneri vivi e pericolosi solo al 21' con Ambrosini raggiungono il pareggio.
Tocco di braccio di Pepe mentre si oppone a un cross in area di Zambrotta; secondo l'arbitro è calcio di rigore: batte Ronaldinho, il tiro secco e preciso è imparabile. Il Milan segna ancora, questa volta con Pato, ma il gol viene annullato per un dubbio fallo di mano.
Nella ripresa è un altro Milan, Ronaldinho sradica palloni dai piedi degli avversari, Ambrosini in mezzo al campo è sontuoso, Seedorf e Pirlo corrono per quattro. Con il Real tuttavia non bisogna mai mollare, anche se i rossoneri, a differenza del primo tempo, aggrediscono con più efficacia. Arbeloa subisce costantemente le accelerazioni di Pato che in diverse occasioni crea scompiglio davanti a Casillas.
Al 34' entra in campo Inzaghi come una furia. Il bomber provoca subito un angolo. Pippo apre i varchi e va vicino al colpo grosso su un lancio perfetto di Pato. Il Real, con Van Nistelrooy subentrato a Benzema, ci prova con Marcelo al 44' dalla lunga distanza. Allo scadere è ancora una volta Nelson Dida a salvare la partita respingendo in angolo su tiro di Raul.
lunedì 2 novembre 2009
Beckham di nuovo rossonero
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Sarà la seconda esperienza del 34enne inglese in maglia rossonera: tesserato in prestito già lo scorso gennaio, Beckham ha giocato per sei mesi con il Milan, prima di ritornare al Los Angeles Galaxy. A fine stagione le presenze di Beckham con il Milan sono state 20 (18 in Serie A e 2 in Coppa Uefa) con 2 reti, entrambe realizzate in campionato. Arriva il commento dell'ad Adriano Galliani: "Siamo molto felici di rivedere con la maglia rossonera David Beckham dopo la splendida esperienza della scorsa stagione. Siamo sicuri che questo periodo in Europa aiuterà il giocatore a partecipare ai prossimi Campionati del Mondo e a proseguire successivamente la carriera nei Los Angeles Galaxy, ai quali va il nostro ringraziamento per la disponibilità dimostrata".
"Ho bisogno della migliore chance possibile per partecipare alla Coppa del Mondo e giocare in prestito al Milan mi aiuterà a farlo", ha commentato David Beckham dopo l'ufficialità del suo ritorno in prestito al Milan a partire da gennaio. "Mi sono davvero divertito al Milan e aspetto di unirmi di nuovo alla squadra - si legge sul sito dei Galaxy -. Ringrazio Tim Leiweke and Bruce Arena che mi hanno dato questa opportunità. Io sono sotto contratto con il Galaxy e con la MLS nel lungo periodo a sono interessato come prima a far crescere il calcio in America. Voglio a tutti i costi finire la stagione in un modo molto positivo con il mio club vincendo la MLS Cup".
domenica 1 novembre 2009
Borriello: "Pippo, ci sono anch'io"
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Si chiamano entusiasmo e consapevolezza nei propri mezzi, ma l'attaccante non ha asolutamente intenzione di pestare i piedi a Sua Maestà Pippo, tantomeno alle decisioni del suo tecnico. "Non è un mio problema, c'è un allenatore pagato per fare delle scelte - ha spiega ai microfoni di Sky -, io sono pronto e spero di giocare". Da incorniciare la serata di ieri e dopo i tanti guai fisici, Borriello l'aspettava da tanto tempo. "Desideravo e sognavo una serata come quella di ieri - ha aggiunto -. Dentro la mia testa immaginavo di fare un gol come quello del 2-0 contro il Parma, anche perché, sapendo che Ronaldinho cerca sempre il secondo palo, mentalmente mi ero preparato a una palla come quella che mi ha servito Dinho".
Intanto Pellegrini ha diramato la lista dei convocati per la gara di San Siro. Rispetto alla apartita di Liga contro il Getafe, ha convocato Drenthe; prima convocazione europea stagionale, invece, per Ruud Van Nistelrooy. Assenti, oltre a Cristiano Ronaldo, l'infortunato Garay (problema al tendine d'achille), Guti e Metzelder, per scelta tecnica. Questi i giocatori che raggiungeranno Milano: Casillas, Dudek, Adan, Arbeloa, Pepe, Sergio Ramos, Marcelo, Drenthe, Albiol, Gago, Kaká, Lass, Xabi Alonso, Van der Vaart, Diarra, Granero, Raúl, Benzema, Higuaín, Van Nistelrooy.
Dominic Adiyah è rossonero
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"Ronaldinho sta facendo molto bene, questo modulo tattico da spazio al brasiliano con Pato che gioca largo a destra. La squadra gioca un calcio "alla spagnola" con due mediani e la qualità delle nostre mezze punte. Arrivano tanti gol, qualcuno lo prendiamo ma dobbiamo avere coraggio e andare avanti così. Il Parma ha fatto un gran primo tempo, meglio di noi. C'è anche un rigore non dato a Pato da segnalare, ma preferisco non polemizzare. Peccato per il calo di pubblico non giustificato, ma accettiamo queste prese di posizione anche se il dato è preoccupante. Cercheremo di fare il possibile per recuperare i nostri tifosi. Sembrava tutto finito, tutti cotti e poco motivati io dico non ti curar di loro ma guarda e passa. Ho parlato con Berlusconi, abbiamo parlato dei nostri trenta anni di calcio, nessuno di noi due vuole andare in pensione. Sul mercato ci stiamo muovendo e posso dire in assoluta anteprima agli abbonati di Milan Channel che abbiamo acquistato il giovane ganese Dominic Adiyah. L'accordo con la società norvegese del Fredrikstad FK c'è. Adesso deve avere il permesso per entrare in Italia e noi lo tessereremo il primo di gennaio. Deve naturalmente superare le visite mediche e poi sarà un nostro giocatore. L'abbiamo preso perchè è una punta esterna che può giocare al posto di Pato e Ronaldinho. Il nostro modulo adesso è cambiato, avevamo bisogno di una punta esterna che potesse alternarsi con chi già c'è e ci siamo mossi. A ore spero di poter annunciare anche il ritorno di David Beckham".
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