Tutti ma non Inzaghi. José Mourinho lo aveva detto. Ibra, Pato, Dinho, Binho, ma non Pippo. Assaporava già la vittoria il tenebroso portoghese. Primo tempo antologico e gol di Higuain. La partenza della ripresa lascia presupporre altra succosa cronaca madridista. Invece al 59’ Allegri toglie Ronaldinho per Inzaghi e il trentasettenne centravanti rivolta la partita come un calzino, con una doppietta storica: 1-1 e 2-1. Gol numero 69 e 70 in Europa: re dei re. Più di Gerd Muller e Raul fermi a 69. Ma a rovinargli la festa è Pedro Leon che al 94’ trova il gol del pari. Il risultato più giusto. Aver deciso all’ultimo istante di impiegare Thiago Silva non è certo una notizia rassicurante. Ma l’intervento al 5’ nell’area piccola del brasiliano su Higuain lanciato a rete scaccia le paure. E’ comunque un Mìlan già sotto pressione, perché due minuti prima Abbiati aveva deviato in angolo un rasoterra da fuori area di Gonzalo. Al 9’, poi, Pepe schiaccia di testa ma fuori misura; nulla di fatto, ma indizi che la dicono lunga. E’ il Real che ti aspetti. Votato al pressing, veloce e molto compatto. Undici solisti molto affiatati che alzano subito la voce e aggrediscono. Cristiano Ronaldo parte a sinistra; lo marca con le unghie affilate Abate. Ed è dura. Ma il Real è anche altro. Se non è CR7 ci pensa Ozil, oppure lo splendido Di Maria. Ma anche Khedira e Xabi Alonso. E pensare che al 10’ Boateng ha la palla gol: piattone destro, ma centrale. Troppo poco per uno come Casillas. Un lampo nella notte. Il Real si ricompone. A mangiarsi il gol al 12’ è anche Di Maria che fa faville, penetra in area, supera abilmente Zambrotta, ma poi spreca a lato. E’ un Real straripante, a cui il Milan oppone una tenace resistenza dedicandosi esclusivamente alle ripartenze. C’è Ronaldinho dietro Pato e Ibra; Boateng e Gattuso lottano come leoni. Ma i ragazzi di Mourinho hanno una marcia in più. Corrono e danno spettacolo con il marchio del portoghese impresso sulla pelle. La cronaca parla chiaro. Al 20’ Pirlo si guadagna lo stipendio salvando due volte di testa sulla linea. Prima su Higuain, poi su Ozil. Ai rossoneri non resta che cogliere l’attimo, sfruttare il minimo errore. Accade al 23’ quando Boateng recupera una palla e allarga a sinistra per Ibra che iscrive una “x” sulle occasioni mancate tirando addosso a Casillas. La seconda al 37’. Servito magicamente in area da Ronaldinho, tenta il pallonetto con la porta vuota, ma il risultato è solo una palla vagante. Preoccupante. Un po’ come la parata di Abbiati al 39’ sulla bordata dalla distanza di Xabi Alonso. Non può durare molto. Al 45’, infatti, il Milan va sotto. Nesta fa la frittata. Palla filtrante (una delle tante) di Di Maria per Higuain che solo davanti ad Abbiati non può sbagliare. L’inizio della ripresa è un film già visto. Al 2’ CR7 fa bruciare le mani ad Abbiati con un destro elegante dal limite. Dominio costante. Da padroni di casa. Mica facile andare in superiorità numerica, tantomeno trovare varchi nella fitta rete del possesso palla madridista. Il Real, insomma, fa quello che vuole. Ci vorrebbe una scossa. Magari Inzaghi. Allegri lo fa entrare al 14’ al posto di Ronaldinho. Pippo è energia pura, semina adrenalina. Ma ha accanto fantasmi sperduti nella notte. Pato è inesistente. Ibra, invece, oppresso da una feroce marcatura, si spreme e lotta come un leone. E al 23’ sfruttando un varco sulla sinistra mette davanti a Casillas che Inzaghi, proprio lui, devia in rete. “Alta tensione” è un’iradiddio. Cambia volto alla partita e trascina tutta la squadra, fino a mettere dentro anche il 2-1, anche se con un fuorigioco di partenza. Ma al 94’ arriva la mazzata: il pareggio di Pedro Leon (entrato al posto di Pepe) che infila fra le gambe di Abbiati. Esulta Mou alla sua maniera. La sua mezza soddisfazione se l’è tolta, perché alla fine ottiene quello che vuole. Allegri mette in saccoccia una mezza impresa e tutto sommato può dormir sonni tranquilli: l’Ajax ha perso. Il secondo posto è salvo.
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