Vedere Clarence Seedorf nella prossima stagione in Brasile è più di un'ipotesi. Almeno secondo Ronaldo, ex attaccante di Inter e Milan che ora si occupa della sua "9ine", agenzia di marketing sportivo. Il Fenomeno si è mosso per conto del Corinthians per provare a convincere il 35enne olandese, in scadenza di contratto col Milan, a prendere in considerazione la possibilità di accasarsi al Timao. "Non ho fatto altro che avvicinare il Corinthians a Seedorf - racconta a SporTv -. Lui è sposato con una brasiliana, parla bene la lingua ed è molto tentato da questa avventura. Ma nel caso di Seedorf o di qualsiasi altro giocatore della sua età, quello che conta è la volontà del giocatore stesso. Al termine della stagione si libererà dal Milan, credo che gli siano state fatte delle offerte e lui le sta analizzando. Sembra che anche il Flamengo stia trattando con Seedorf". Se però la dovesse spuntare per il Corinthians, per Ronaldo sarebbe il secondo colpo in pochi mesi visto che dietro l'arrivo di Adriano al Timao c'è la sua mano. "Non gli ho chiesto di firmare un contratto con la mia "9ine" ma gli ho detto che l'avrei aiutato, perché è un grande amico - racconta ancora il Fenomeno -. Quando ci siamo visti era triste e gli ho chiesto se voleva una mano, se voleva tornare al top. E Adriano mi ha detto di sì". "Prima voglio conquistare lo scudetto, solo dopo arriverà il momento per pensare al mio futuro". Non aggiunge altro Seedorf in una dichiarazione al sito olandese Voetbal International, ma il suo contratto con il Milan scade a giugno e non è un mistero che stia valutando diverse proposte, compresa quella del Corinthians. A fare da mediatore si è impegnato in prima persona Ronaldo, che nelle scorse settimane in un suo blitz milanese ha incontrato l'ex compagno di squadra.
martedì 26 aprile 2011
lunedì 25 aprile 2011
Galliani: "Abbiati è stato decisivo"
Adriano Galliani è un lombardo napoletano. Anche chi non lo sopporta non può non riconoscergli una notevole conoscenza del calcio. Che spesso si accompagna a riti scaramantici. La cravatta gialla, i rituali pre-partita. E l'a.d. del Milan dopo la vittoria di Brescia si è per la prima volta sbilanciato su uno scudetto che la sarta del pallone sta già cucendo sulle maglie rossonere. Classifica alla mano, ma non solo. CI sono anche altri segnali: "La parata di Abbiati su Diamanti nel finale - ha ammesso Galliani dopo Brescia - mi ha ricordato quella che Christian fece nel '99 su Bucchi col Perugia. L'ho presa come un segno del destino".
I tifosi di Milan e Lazio ce l'hanno stampata in testa. E' l'ultima giornata di un campionato che ha visto l'entusiasmante duello tra la Lazio di Sven Goran Eriksson e il Milan di Alberto Zaccheroni. Non proprio il migliore di sempre. Quello degli Helveg, dei Sala e dei Guglielminpietro per capirci. Del trequartista inserito per volere di Silvio Berlusconi alla faccia del 3-4-3 zaccheroniano. Con Leonardo e Zorro Boban a fare staffetta. La Lazio, in testa dalla ventiduesima giornata, cede il primato pareggiando 1-1 a Firenze alla penultima di campionato, mentre i rossoneri spazzano via 4-0 un Empoli già in B. E' il 23 maggio 1999, siamo all'ultima giornata: i biancocelesti ricevono un Parma che a quei tempi valeva le prime 4, il Milan va a Perugia. Su un campo di una squadra ancora in lotta per salvarsi. Si mette bene per il Milan: Guly di destro e Bierhoff di testa fanno 2-0 nel primo tempo. Poi il giapponese Hide Nakata accorcia su rigore. Nella ripresa il Milan sembra gestire la partita, ma Christian Bucchi, entrato per l'ecuadoriano Kaviedes, a 10' dalla fine dal limite fa partire un destro dall’area di rigore, calciando la palla verso l’incrocio opposto dei pali. Una gran conclusione. Ma Abbiati si distende e con il braccio destro la toglie dal sette con un intervento prodigioso. Decisivo all'esordio. Sì, perchè tra le molte scelte azzeccate da Zaccheroni in quella stagione, ci fu quella di accantonare Sebastiano Rossi, un'istituzione a Milanello, a favore di questo ragazzo di poche parole ma che non tremava mai. Christian, tu guarda il calcio, aveva debuttato in serie A proprio nel match di andata di quel campionato con la squadra del presidente Luciano Gaucci al 92', a causa dell'espulsione di Rossi. Da lì in poi non uscirà più, e sarà uno dei grandi protagonisti della rimonta ai danni della Lazio. Non c'è dubbio che la vittoria con il Brescia significhi molto nella stagione rossonera. E anche qui Abbiati ci ha messo parecchio del suo. Stavolta il malcapitato è stato Alessandro Diamanti, toscano dalla lingua lunga e dal sinistro divino. Robinho ha appena segnato. Il fantasista del Brescia si presenta in area, rientra sul destro e indirizza sul secondo palo. Sembra gol. Sembra. Perchè Abbiati si allunga sulla sinistra e para. Un intervento forse meno spettacolare di quello di 12 anni fa, ma comunque molto pesante. Galliani rende giustamente merito al suo portiere. Che nella sua carriera, dopo l'esplosione di Nelson Dida, ha dovuto cercare gloria anche in Spagna (una stagione all'Atletico Madrid), oltre che alla Juve e al Toro. Da vero professionista ha saputo aspettare il suo turno, dopo essere tornato all'ovile nel 2008. E ha riscritto altre pagine importanti una volta contribuito al pensionamento anticipato del brasilano triste. La sua stagione è stata eccellente. Lo dicono i voti Gazzetta: con 6.29 nel ruolo è dietro solo a Julio Cesar e Storari. E anche tra i compagni solo Ibra e Thiago Silva hanno fatto meglio. Sempre sicuro nell'ordinaria amministrazione, a quasi 34 anni ha tirato fuori alcune prodezze da fuoriclasse. Come quella sul colpo di testa di Thiago Motta nel derby di ritorno, la vera svolta di questo campionato, nel momento in cui un Inter ancora in undici stava premendo per arrivare all'1-1. Fino al sigillo del sabato di Pasqua a Brescia. Il tutto senza mai una parola fuori posto. Sì, sarà lo scudetto di Ibra. Di Pato. Di Binho e Thiago Silva. Ma i punti portati dal portiere di Abbiategrasso hanno pesato. E tanto.
Robinho: "Gol dedicato a mio figlio"
sabato 23 aprile 2011
Brescia-Milan 0-1
venerdì 22 aprile 2011
Allegri: "Brescia sarà decisiva"
Brescia uguale scudetto. O poco ci manca. Ne è convinto Massimiliano Allegri alla vigilia della sfida del Rigamonti. Il proclama è chiaro: "Quella di domani è la partita del campionato, perché è la più importante e può decidere il campionato". Sguardo fiero e certezze: "Ago e filo pronti? No, ma vincere significherebbe fare un bel balzo in avanti". Insomma, chiamiamola la madre di tutte le partite: per il Milan che cerca lo slancio decisivo, per il Brescia all'ultimo appello. Sfida dura, Anzi, durissima. Dice il tecnico: "Non abbiamo avuto molto tempo per preparare la gara, ma la squadra sa già cosa fare. Dovremo avere attenzione e non sottovalutare la partita, perché il Brescia nonostante gli ultimi due risultati negativi sta bene fisicamente. Dovremo giocare alla grande perché mi aspetto un avversario che metterà in campo qualità fisiche e tecniche. Hanno davanti giocatori importanti come Eder, Caracciolo Diamanti e in mezzo corsa e tecnica, con l'esperienza di Zanetti. Ci aggrediranno: si giocano gran parte della stagione". Allegri pesa le diverse motivazioni. Ripete: "Sarà difficilissima; dobbiamo interpretarla nel migliore dei modi giocando facendo valere la nostra qualità: dovremo avere la presunzione di chiuderla subito". Poi qualche accenno sulla formazione: "Van Bommel è a disposizione. Nesta è rientrato ieri; non ce la fa: spero di averlo per il Bologna. Abbiati invece dovrebbe farcela". Scontata comunque, con Yepes dietro, con Gattuso, Van Bommel e Seedorf e Boateng alle spalle di Cassano e Robinho. L'assenza di Pato e Ibra? "Allegri non è minimamente preoccupato: "Abbiamo il migliore attacco per affrontare il Brescia; è il più indicato e sono sereno: Antonio, Robinho e Boateng si completano". Per poi stendere tappeti davanti a Cassano: "Sta attraversando un buon momento, è normale che da lui ci si aspetti sempre il meglio. Come tutti i grandi spesso viene messo in discussione, ci si aspetta che faccia tutte partite importanti, ma questo non è possibile. E a chi dice che non può giocare dal primo minuto rispondo che sono solo eresie". Per poi rivelare: "Pato lavorerà a Pasqua e Pasquetta per tentare un recupero in vista del Bologna". Una pianificazione che darebbe ulteriore smalto alla volata finale. E non chiedetegli di Ganso: "E' un grande giocatore, ma in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri".
giovedì 21 aprile 2011
A Brescia tocca a Cassano e Robinho
mercoledì 20 aprile 2011
Milan-Palermo 2-2
martedì 19 aprile 2011
Allegri: "Dobbiamo vincere campionato e coppa"
Mai accontentarsi. L'Inter insegna. Soprattutto nella passata stagione in cui vinse tutto quello che c'era da vincere, con una rabbia di rara efficacia. Ecco perché Massimiliano Allegri, oltre allo scudetto che si può perdere a questo punto solo con un suicidio di massa, vuole portarsi a casa anche la Coppa Italia. Prima della finale, però, bisogna eliminare il Palermo in semifinale, il cui primo atto andrà in scena domani sera a San Siro (ore 20.45). Ostacolo molto scomodo che, non a caso, non più tardi di un mese fa (era il 19 marzo) con un gol di Goian fece traballare i rossoneri, artefici poi delle tre vittorie consecutive che ne hanno consolidato la leadership in campionato. Proprio per questo, alla vigilia della sfida, Allegri lancia il suo proclama: "Poche storie: vogliamo vincere questo trofeo. Abbiamo il dovere di cercare di raggiungere la finale di coppa italia e lo scudetto. Domani metterò in campo la migliore formazione possibile, giocherà Ibra con Cassano e Pirlo probabilmente dall'inizio, Nesta non ce la fa". Pato troppo fragile? "Non sono preoccupato, si è fatto male in un gesto tecnico come il colpo di tacco e la casistica dimostra che questo tipo di giocata può comportare questo tipo di problemi" spiega. Allegri non ama le dichiarazioni plateali e alla valanga di complimenti che arrivano da tutte le parti risponde: "Troppi elogi, ma non abbiamo ancora vinto nulla. Non sarei qui se non avessi trovato la disponbilità di grandi giocatori". Poi torna al Palermo che stima e teme. "I ragazzi di Rossi hanno grandi individualità equalità e l'ultima partita vinta in casa della Roma lo ha dimostrato. Anche loro cercheranno di arrivare in finale". Come arrivarci? "Noi vogliamo onorare questa Coppa - sostiene Allegri - e i ragazzi ci tengono molto perché è da tanto che non vincono. Dobbiamo giocare bene la gara di andata per poi conquistarci la finale nel ritorno del Barbera (il 10 maggio, ndr)". Poi accenna ancora alla formazione: "In difesa dovrebbero giocare Oddo, Thiago Silva, Sokratis e Antonini". Infine una battuta sul campionato e una dichiarazione forte: "Quello di Brescia è il crocevia fondamentale della stagione, con un risultato obbligato: la vittoria".
lunedì 18 aprile 2011
Pato fermo 2-3 settimane per stiramento ai flessori
Ci vorranno 2 o 3 settimane per il completo recupero di Pato, fermato da un infortunio al 40' del pirmo tempo di Milan-Sampdoria. Il Milan, attraverso il responsabile sanitario Gianluca Melegati, ha reso noto attraverso il suo sito che il giocatore è stato sottoposto a esami medici che hanno evidenziato uno stiramento ai flessori della coscia destra. Qualora servissero tre settimane per smaltire l'infortunio, l'attaccante rischierebbe di saltare anche la partita contro la Roma all'Olimpico (7 maggio), e il suo rientro potrebbe avvenire o in occasione del ritorno della semifinale di Coppa Italia a Palermo (10 maggio), oppure per la partita contro il Cagliari, penultima giornata del campionato, che per il Milan si chiude il 22 maggio al Friuli contro l'Udinese. "Tutto perfetto se non ci fossero notizie un po' poco confortanti su Pato che ci hanno un po' rovinato la mattina - ha ammesso Adriano Galliani -. Adesso poi i medici faranno i loro comunicati ufficiali, però insomma lui sarà fuori due o tre settimane minimo e quindi ci mancherà Pato. Non è una ricaduta dell'ultimo infortunio, è la gamba dell'anno scorso. Facendo un colpo di tacco l'altra sera ha sentito qualcosa, è un po' come quando in una macchina scali dalla quarta alla prima. Era in azione e ha sentito tirare dietro".
domenica 17 aprile 2011
Berlusconi: "Cara Inter, ora tocca a noi"
sabato 16 aprile 2011
Milan-Sampdoria 3-0
venerdì 15 aprile 2011
Allegri: "Con la Samp sarà dura"
Poi Allegri protegge ed elogia Ibrahimovic. "Soprattutto nei primi 5 mesi ha fatto cose straordinarie e continuerà a farle - aggiunge Allegri -. Credo che lui voglia rimanere al Milan e che la sua stagione, indipendentemente da questo mese dove credo abbia pagato oltremodo comportamenti non idonei, sia stata esemplare. È dispiaciuto e arrabbiato, credo volesse sdebitarsi dopo le due giornate di stop che aveva appena scontato, per lui adesso non esserci è un grande dispiacere, ma non è assolutamente nervoso. A Firenze tecnicamente, come disposizione al sacrificio e lavoro per la squadra, ha fatto una delle migliori partite dell'anno. Ha imprecato nel finale contro se stesso ed è stato punito da arbitro e assistente in quel modo che sappiamo". Verso la Samp, comunque, torna a disposizione Pirlo "Sarà convocato - conclude Allegri -. È un giocatore straordinario che quest'anno ha avuto una stagione disastrosa per gli infortuni, ma il suo recupero è molto importante perchè manca ancora più di un mese alla fine della stagione tra campionato e Coppa Italia". Da Pirlo a Cassano, da ieri papà. "Per lui è stata una settimana molto importante. Sono molto contento di quello che ha fatto fin qui per il Milan, è stato determinante in tante partite e nel calcio di oggi sono decisivi i giocatori che giocano di meno e che si fanno trovare pronto al momento del bisogno. Il fatto di essere diventato papà lo farà ancora crescere e lo responsabilizzerà di più".
giovedì 14 aprile 2011
Galliani: "Dobbiamo resistere fino alla fine in testa"
mercoledì 13 aprile 2011
Ibra: "Tre giornate a me? A altri dovrebbero dare una squalifica a vita"
Zlatan Ibrahimovic è ancora arrabbiato. Non con sé stesso, come giura di essere stato durante la sfida con la Fiorentina, quando una parola di troppo gli è costata il secondo cartellino rosso della sua vita al Milan, ma con la Giustizia Sportiva, che per quel cartellino gli ha inflitto tre turni di stop. "Mi hanno dato tre giornate perché parlavo con me stesso - ha raccontato mentre riceveva il tapiro d'oro di Striscia la Notizia -. Ero arrabbiato perchè ho perso il pallone. Ma se a me hanno dato tre turni di squalifica, altri andrebbero squalificati a vita. Il Milan comunque è una grande squadra e anche senza di me vincerà". Per lo svedese, la consegna del premio della trasmissione di Antonio Ricci è stata un po' tormentata, con tanto di inseguimento per le vie di Milano e scontro tra le guardie del corpo dell'attaccante e l'inviato del tg satirico. Intanto il Milan sta preparando il ricorso per ridurre i 3 turni di stop (due per gli insulti, uno perché, già diffidato, si è fatto ammonire) allo svedese, che salterà la sfida di sabato contro la Sampdoria e le due successive con Brescia e Bologna. "«Nessuno meglio di Ibrahimovic può sapere come sono andate le cose - ha spiegato l'avvocato Leandro Cantamessa, legale del Milan -. La parola incriminata resta quella, il destinatario però può incorrere in un equivoco. È verosimile pensare che si sia rivolto a se stesso. Recidiva? Sono comportamenti diversi. Nella precedente espulsione, quella contro il Bari, gli è stato attribuito un comportamento violento. In questo caso, invece, si tratta di espressione ingiuriosa"
lunedì 11 aprile 2011
Ibra fermato di nuovo per 3 giornate
domenica 10 aprile 2011
Fiorentina-Milan 1-2
Traferta decisiva, lo dice Allegri e Inter e Napoli confermano
venerdì 8 aprile 2011
Thiago Silva: "Meritiamo questo scudetto"
Thiago Silva non ha dubbi: "Dobbiamo vincere questo scudetto, siamo sempre stati avanti in classifica e non è facile nel campionato italiano". Il difensore del Milan è carico. La vittoria nel derby sull'Inter, in cui è stato uno dei migliori in campo, ha dato morale e convinzione. Agli avversari per la corsa al titolo pensa, ma neanche troppo. "Ce la giochiamo con Napoli ed Inter - dice ai microfoni di Sky Sport 24 - ma meritiamo quanto di buono stiamo facendo. E poi io voglio a tutti costi vincere il primo titolo della mia carriera, sogno di vedere piazza del Duomo piena di bandiere del Milan". L'anno scorso sulla panchina del Milan c'era Leonardo, adesso Allegri: "Allegri mi piace perché ha una filosofia un po' brasiliana, attacca senza aver paura di nessuno. È un po' diverso da Leonardo. Al suo primo anno da allenatore Leo qualcosa sbagliava, ma ha fatto anche molte cose positive. All'Inter sta facendo meglio, ha più esperienza. Ma deve pensare anche alla difesa...". Thiago Silva gioca accanto a Nesta, al centro della difesa. E solo a sentirlo nominare gli si illumina lo sguardo: "Nesta è troppo importante per me, mi dà sicurezza". E la prossima stagione dovrebbe arrivare Mexes: "Mi piace tanto e sono rimasto molto male per il suo infortunio. Spero torni presto, sono certo che ci potrà aiutare tanto". Da brasiliano Thiago Silva commenta il momento magico di Pato: "Può diventare forte come Ronaldo, lo chiameremo Fenomeno". E sul possibile arrivo di Ganso: "Sono certo che verrà da noi. È uno dei giocatori più forti in circolazione": Il brasiliano ha poi parlato del suo futuro: "Io sono nella fase decisiva della mia carriera, sento la responsabilità di essere il successore di un calciatore come Paolo Maldini, un fenomeno. Spero che alla fine della mia carriera io abbia vinto anche la metà di quanto ha conseguito lui nella sua splendida vita sportiva. E come lui voglio rimanere qui per fare la storia del Milan".
mercoledì 6 aprile 2011
Nesta: "Non mi ritiro"
Alessandro Nesta riprende le scarpe che aveva appeso al chiodo. O meglio, in realtà non le aveva mai appese. "Sono stato interpretato male l'altra volta - ha detto il difensore del Milan -. Non ho detto che volevo smettere a fine stagione. Mi hanno chiesto a che punto della carriera fossi ed ho risposto che ho 35 anni e sono quasi alla fine, ma non proprio alla fine". Intanto rimbalza dal Brasile, con alcune dichiarazioni rese a Rede tv, l'interessamento di Clarence Seedorf a finire la propria, di carriera, proprio nel Paese dei cinque volte campioni del mondo. Probabilmente al Corinthians. Magari un impiego part-time. In sostanza, non più di 30 partite l'anno. Intervistato oggi da Milan Channel, Nesta ha parlato del momento della squadra dopo il derby, della trasferta che attende il Milan a Firenze e del suo futuro in rossonero. "Io spero di poter giocare ancora, anche se forse non potrò fare tutte le partite come quest'anno - spiega il difensore romano -. Anzi, quest'anno sono molto soddisfatto perchè ho giocato molto, però forse non riesco a giocare ogni 3 giorni. Vedremo cosa succederà, io sono sempre a disposizione e ce la metterò sempre tutta finche poi un giorno, come tutti, smetterò. Ma non a fine stagione". Prosegue il difensore del Milan: "Ho anche la fortuna di avere un allenatore che mi lascia gestire abbastanza: dopo le partite ho un po' di dolori che nei giorni dopo cerco di mandare via stando un pò in più a riposo, per poi dopo forzare di più in allenamento quando si avvicina la partita". Sul derby vinto sabato scorso: "Venivamo da un brutto momento, però neanche l'Inter l'avevamo vista così brillante, perciò l'occasione era importante e non potevamo farci superare in questo momento della stagione, per questo siamo entrati in campo molto determinati". Domenica il Milan fa visita alla Fiorentina: "Penso sia una delle partite decisive: se vinciamo poi dopo abbiamo delle partite almeno sulla carta abbordabili - conclude Nesta -. Speriamo di entrare in campo con la stessa mentalitá che abbiamo avuto con l'Inter. Se entriamo in campo con quella mentalitá potremo fare risultato e dare un bello strattone al campionato". Intanto Clarence Seedorf ammette i primi contatti con il club paulista e la possibilità di trasferirsi in Brasile dalla prossima estate. "Io e Ronaldo abbiamo parlato di questa possibilità, ma per adesso è solo un'ipotesi. Al momento penso solo a vincere il campionato con il Milan, dopodiché si vedrà e valuterò tanto l'eventuale offerta del Milan quanto quelle provenienti da altri club", ha detto il centrocampista rossonero all'emittente brasiliana Rede TV, confessando il suo debole per il Brasile. "E' un posto che amo e vorrei trascorrere una parte della mia vita lì, anche se è presto per dire quando". Seedorf ha una moglie brasiliana e in passato si è dichiarato tifoso del Flamengo, ma la mediazione di Ronaldo potrebbe convincerlo a trasferirsi al Corinthians.
martedì 5 aprile 2011
Berlusconi: "Voglio Cristiano Ronaldo"
Il Milan può sognare ad occhi aperti. Non solo lo scudetto, che sembra più vicino dopo la vittoria nel derby, ma anche un nuovo grande campione: Cristiano Ronaldo. Parola del presidente Silvio Berlusconi, che alla sua cerchia più ristretta avrebbe confidato: "Sogno di avere il portoghese in squadra". La sbandata di Berlusconi per Ronaldo non è comunque nuova: "Da grande innamorato del Milan sin da bambino non mi tirerò indietro se ci sarà da comprare un grande campione che ci fa fare il salto di qualità: allora gli italiani capirebbero. Un grande campione, in grado di fare la differenza, uno come Ronaldo". E già nel 2009, quando il portoghese allora a Manchester perse a Roma la finale di Champions League contro il Barcellona, Berlusconi gli aveva annunciato che un giorno lo avrebbe portato a Milanello. "Ho dato carta bianca a Galliani" avrebbe confessato il presidente. Il portoghese a Milano potrebbe arrivare presto, ma non per giocare a calcio. Ronaldo è infatti inserito nei 78 testimoni citati dalla difesa di Silvio Berlusconi in vista del processo a carico del premier sul caso Ruby, che comincia domani a Milano. L'attaccante del Real Madrid dovrebbe parlare della sua storia con Ruby, rivelata dalla marocchia che ha messo nei guai il premier.
lunedì 4 aprile 2011
Galliani: "Gattuso resta con noi fino al 2012"
sabato 2 aprile 2011
Milan-Inter 3-0
Amarissimo il boccone riservato al "Giuda" Leonardo nell'Ultima cena srotolata dalla Curva rososnera. L'Inter fallisce l'operazione sorpasso contro un Milan arrabbiato che vince 3-0 e stacca i cugini di 5 punti in classifica. Eroe della serata Pato che infila una storica doppietta, con la ciliegina finale di Cassano che chiude i conti su rigore, per poi farsi espellere clamorosamente nel recupero per un doppio giallo. Ma tutti i rossoneri si esaltano nella serata più importante della stagione impedendo all'Inter di fare la partita; penalizzata poi per l'espulsione di Chivu nella ripresa per un fallo da ultimi uomo. Quarantasei secondi per scaricare la tensione; nemmeno lo straccio di un minuto, e la partenza da cani rabbiosi si materializza nel gol di Pato. Sbattuto alle spalle di Julio Cesar dopo un rocambolesco rimpallo tra Julio Cesar e Robinho. Lo accusa il colpo l'Inter, presentato da Leonardo con l'annunciato 4-2 e fantasia; con Sneijder dietro al tridente Pandev-Pazzini-Eto'o. Il Milan, con Van Bommel vertice basso del rombo e Seedorf regista, gioca molto alto e imprime un pressing che i nerazzurri impiegano una ventina di minuti a metabolizzare. Al 9' Maicon respinge in area con le mani il bolide ravvicinato di Seedorf; Rizzoli lo considera involontario. Lo scampato pericolo compatta però l'Inter che al 19' spreca la prima grande occasione della serata nerazzurra: Pazzini conquista una grande palla in area, ma si fa ipnotizzare e tira in bocca ad Abbiati. Il guizzo dell'attaccante scuote la formazione di Leonardo, inevitabilmente sbilanciata e a rischio contropiede. Ma nelle frequenti ripartenze rossonere, manca il passo decisivo. Pato è il punto inequivocabile di riferimento. Ed è straordinario il duello con Zanetti che, nonostante i suoi 37 anni, regge alla grande il confronto con recuperi da ventenne. Al 37' Van Bommel scarica dalla lunga distanza e la palla colpisce la traversa complice la deviazione di Chivu. Ma è l'Inter a spingere di più allargando il gioco sulle fasce, preferendo il corridoio di Maicon. La difesa rossonera chiude bene gli spazi, ma deve sudare sette camice perché l'Inter gioca bene e sfiora il pareggio. Al 38' Abbiati con un colpo di reni pazzesco respinge il colpo di testa ravvicinato di Thiago Motta; i nerazzurri gridano al gol, ma l'assistente Calcagno dice di no. La sensazione è che la palla non oltrepassi interamente la linea. Non è tutto. Al 43', in un batti e ribatti confuso, Eto'o sbaglia la più facile delle conclusioni a un metro dalla porta tiracchiando a lato. Errore pazzesco che nella filosofia di Leonardo è un dettaglio su cui costruire una grande ripresa. Vera bagarre. Ma al 5' del secondo tempo il derby perde Gattuso, vittima di uno stiramento. Allegri lo sostituisce con Flamini. Il secondo forfait è invece nerazzurro. Quando al 9' Pato vola via centralmente e costringe Chivu a stenderlo al limite: rosso inevitabile. Leo toglie Pandev per Cordoba. La punizione concessa per il fallo del romeno esalta le doto di Julio Cesar che respinge con bravura il potente bolide di Van Bommel. Ma l'inferiorità numerica, con il gol di vantaggio, fa il gioco del Milan che sfrutta gli spazi a caccia del raddoppio. Servito su un vassoio d'argento da Abate al 17' con un assist accarezzato, con un messaggio per Pato: colpo di piena fonte e 2-0. E' un Milan straripante che sfiora a ripetizione il 3-0. Al 21' Julio Cesar lo nega a Robinho; al 22' Ranocchia si immola su Seedorf. A centrocampo non c'è partita e Leonardo decide di sostituire Cambiasso con Stankovic, poco prima del salvataggio di Cordoba che nega ancora il gol allo scatenato Robinho. Ma l'attaccante brasiliano se le cerca, perché riesce a farsi respingere dal suo amico Julio Cesar anche la conclusione ravvicinata al 33'. Robinho lascia il posto a Cassano, giusto in tempo per procurarsi il rigore per il fallo di Zanetti sul barese che infila dal dischetto, si toglie la maglia, si fa ammonire per poi beccarsi il rosso per uno stupido fallo. Ma accade nel recupero. Il Milan trionfa e vola.
venerdì 1 aprile 2011
Allegri: "Derby difficile, non decisivo"
Allegri poi si toglie un sassolino dalla scarpa: "In queste due settimane ho sentito tante cose. Mi dà fastidio sentire che siamo in crisi, ogni tanto guardo il giornale per capire se siamo ancora in testa. Per raggiungere certi risultati bisogna giocare da squadra e il Milan lo ha fatto per quasi tutto il campionato. Domani giocheremo per fare risultato davanti a 70 mila milanisti che ci inciteranno. A livello di motivazione i ragazzi non avranno problema a trovarle, a livello fisico la squadra sta bene, sotto l'aspetto psicologico è impossibile pensare che i ragazzi scendano in campo con poche motivazioni; anzi, dobbiamo rimanere il più sereni possibile. Il Milan deve giocare una partita tecnicamente valida senza concedere molti spazi. Noi siamo pronti a giocarla con serenità e da squadra; non sarà decisivo Pato o Bateng, ma tutta la squadra". La formazione? Tutto sommato prevedibile, ma Allegri mette sul piatto due dubbi: il ruolo di terzino sinistro, Antonini o Zambrotta, e quello del vertice basso del rombo, Seedorf o Van Bommel; favoriti Zambrotta e Seedorf. "Ho tempo fino a domani" dice in proposito. Ma ormai ha già registrato tutto: "Sarà una partita equilibrata dove ci vorrà molta testa; dovremo rimanere compatti perché loro in attacco hanno grandi potenzialità. Le reazioni dei giocatori davanti all'ex Leonardo? "I ragazzi saranno concentrati su quello che dovranno fare in campo; troppo importante per pensare ad altro". E a chi gli chiede se sarebbe capace di fare il salto come è accaduto al suo predecessore risponde: Sono da otto mesi al Milan, difficile passare da una sponda all'altra, le situazioni cambiano. Non giudico Leonardo, se è andato all'Inter è perché se lo sentiva, però sarebbe difficile passare sull'altra sponda". L'ultima battuta riguarda il grande assente: "Ibra dice che lo scudetto lo possiamo perdere solo noi? Siamo in testa e abbiamo il dovere di portare fino in fondo questo scudetto. E io sono fiducioso".