lunedì 29 marzo 2010
Astori è un obiettivo di mercato del Milan
Lo scudetto in sette giornate
domenica 28 marzo 2010
Leonardo: "Siamo ancora in gioco"
Milan-Lazio 1-1
sabato 27 marzo 2010
Leonardo: "Con Berlusconi tutto ok"
giovedì 25 marzo 2010
Yepes ha firmato con il Milan
Leonardo:"Ora voglio la reazione"
Per Leonardo, però, la corsa al titolo del Milan non finisce a Parma: "Mi aspetto una reazione immediata della squadra, ne abbiamo passate tante. E poi sabato c'è lo scontro diretto tra Roma e Inter". Logico tifare giallorosso. E se la Roma dovesse passare, battendo la Lazio tutto tornerebbe in disxcussione. Ma guai a sognare a occhi aperti: il Tardini insegna
Parma-Milan 1-0
emozione crespo — Uomini che garantiscono la manovra ideale per creare problemi al Milan. E la partenza è così devastante che dopo soli 10 secondi di gioco Crespo va a colpire clamorosamente la traversa con un diagonale. E' il segnale di un Parma che per un buon quarto d'ora non fa ragionare i rossoneri e non concede nulla. La squadra di Guidolin sfrutta la profondità con azioni sulle fasce, senza disdegnare le vie centrali dove Jimenez dialoga magnificamente con le punte. I gialloblù sanno far girare la palla e pressano a centrocampo.Valiani, Morrone e Galloppa chiudono gli spazi, pressando sui portatori di palla. Quando il Milan riesce finalmente a prendere le misure sfrutta con maggiore frequenza le fasce dove il Parma mostra il suo lato più debole, ma manca il peso in area e nonostante le buone di intenzioni di un Seedorf in spolvero e un Flamini pronto al sacrificio, i rossoneri non impensieriscono mai Mirante. Troppo brutto il primo tempo per essere vero. Quasi improbabile Ronaldinho, spento e confusionario. Assente anche Borriello, poco mobile e marcato a uomo. Allora Leonardo, all'inizio della ripresa, invita Pirlo a fare il trequartista. La mossa regala più spazi di manovra a Ronaldinho che sale di tono e potrebbe anche segnare al 3'. Pirlo è comunque il punto di riferimento: in quella posizione è illuminante. Leonardo decide però di aggiungere benzina sulla fascia destra, inserendo Abate al posto di Zambrotta. Ma il cambio a cui crede di più è quello del 20', quando Inzaghi prende il posto di Borriello. L'ingresso del centravanti equivale a una scheggia impazzita. Ma non basta. Entra anche Huntelaar per Gattuso, mentre Boijonv rileva Crespo.
ci pensa valeri — La gigantesca occasione capita a Inzaghi al 37', quando Pirlo gli serve sul filo del fuorigioco la palla perfetta. Pippo ci arriva di testa troppo debolmente e solo davanti a Mirante conclude fra le braccia del portiere gialloblù. Il Milan ci prova, ma è troppo molle per fare male ai ragazzi di Guidolin che alla fine ci credono e trovano anche il gol. Proprio con Bojinov che raccoglie una corta respinta di Abbiati sul tiro di Valiani. La rete scioglie il Milan che perde addirittura Pirlo espulso da Morganti per un fallo da tergo. Uno schiaffone micidiale ed eccessivo che toglie dai giochi il capitano per la sfida di domenica prossima con la Lazio, dove mancherà anche Ronaldinho che, ammonito e diffidato, sarà squalificato dal giudice sportivo.
martedì 23 marzo 2010
Leonardo: "Non molliamo"
L'emergenza infortuni è ormai all'ordine del giorno. Leo non si lamenta. "Sì, è vero, sono tanti e importanti. Come si gestiscono? Tutte le squadre vivono queste situazioni. E' il calcio che giochiamo oggi, l'intensità. A noi è successo molto. All'inizio era infortuni che siamo riusciti a gestire, adesso si sono accumulati, ma ho alternative valide". E Pato? "E’ una ricaduta, ma si deve ancora valutare tutto e andare all’origine per capire entro quando possiamo riaverlo". Ma il Parma non è da sottovalutare, e la gara di andata lo ha evidenziato: squadra che non molla mai. "Il gruppo di Guidolin ha nella corsa il suo punto di forza. Noi dobbiamo imporre il nostro gioco, creare occasioni e capitalizzarle. Loro cambiano molto, pressano e fanno valere la loro fisicità. Credo che giocheranno con una difesa a quattro".
lLeonardo punta sempre sullo stesso concetto: è la voglia della squadra a fare la differenza. "Trovarci a un punto dell'Inter ci rende felici, ricordando quello che era accaduto all’inizio è una grande cosa. Ma la valutiamo tranquillamente e la squadra è molto concentrata sul nostro gioco e sull’avversario, a prescindere di quello che accade agli altri".
Inevitabile la domanda su Balotelli, incalzato da Valerio Staffelli per "Striscia la notiozia". "Penso che sia stato uno scherzo - afferma Leonardo -. Non ho visto il programma. Ma conoscendo Striscia, credo sia stato uno scherzo. Non bisogna dare troppa importanza a questa vicenda". E si congeda con lezioni di ottimismo: "Abbiamo superato tanti problemi, non è un momento di drammi: la squadra c'è. Essere secondi è una grande cosa. Siamo lì, la squadra è concentrata: è la nostra linea. Penso al Parma e alla vittoria. Poi penseremo alla Lazio, ma sia ben chiaro: siamo pronti allo sprint finale".
lunedì 22 marzo 2010
Inzaghi: "Milan credici"
Pato si era arreso ieri, nella gara contro il Napoli, dopo soli dieci minuti di gioco, lasciando il posto a Mancini. Forfait che ha lasciato tutti a bocca aperta a cominciare Leonardo, sconcertato e "deluso" per l'ennesimo k.o. "Spesso ci troviamo a lavorare al limite" ha detto il tecnico, dilatando tutto il suo malumore. Il nuovo stop di Pato obbligherà il tecnico, come contro gli azzurri, a ridisegnare squadra e tattica proprio nel momento decisivo del campionato, in cui dovrà fare a meno anche di Nesta e Beckham, senza dimenticare i problemi fisici di Bonera, Borriello, Abate e Ambrosini. Per puntare ancora al sorpasso sull'Inter, mercoledì contro il Parma sarà obbligatorio vincere. Scontato il copione della gara, in cui i ragazzi di Guidolin sputeranno l'anima per fare bella figura e raccogliere gloria e punti per la definitiva salvezza. I problemi rossoneri sono legati ad attacco e difesa. In attacco, senza Pato, Leonardo potrebbe riproporre Mancini a destra, mentre in mezzo al tridente, in attesa di notizie su Borriello (reduce da un attacco influenzale), potrebbe ancora toccare al guastatore per eccellenza Inzaghi, reduce dalla splendida prova contro il Napoli. Lui ha la voglia di sempre: "Dobbiamo essere fieri di trovarci lì a lottare per il primato a nove giornate dalla fine - dice margine di un incontro (che ha definito "toccante") con i detenuti nel carcere milanese di San Vittore -: considerando le premesse era difficile crederci perché in estate abbiamo perso due giocatori insostituibili come Kakà e Maldini e un allenatore come Ancelotti che ha fato tantissimo al Milan". E poi, a proposito di se stesso: "Non nego di aver sofferto giocando poco, ma mi sono sempre fatto trovare pronto. Sono sempre stato abituato a essere un giocatore importante, l'intenzione mia e della società è di restare al Milan. Peraltro sono io il primo consapevole che quando non mio sentirò all'altezza di ciò che sono stato allora sarà il momento di smettere. Se rimango però voglio certe garanzie, che non dipendono dal fatto di giocare ma di essere considerato importante. Mi manca un solo gol per battere il record di reti nelle coppe europee di Gerd Muller ed è logico che lo faccia con la maglia del Milan".
Inattaccabile Ronaldinho, così come l'intoccabile Pirlo, non al meglio dalla forma, ma talmente dotato di classe da cambiare il corso della partita con un colpo di genio. Seedorf è apparso giù di tono, mentre Flamini ha disputato uno dei migliori incontri da quando indossa la maglia rossonera. Potrebbe essere il francese con Pirlo e Ambrosini l'uomo a destra suila linea dei centrocampisti. Quanto alla difesa, contro il Napoli ha mostrato alcune pecche ormai note, soprattuitto a destra dove era schierato Oddo, principale colpevole del gol di Campagnaro. Nessun problema per Thiago Silva, straordinario anche senza Nesta, e chapeau a Favalli che, grazie ai suoi 37 anni, sfoggia sicurezza ed esperienza. Con Antonini a sinistra e Zambrotta spostato a destra, le cose sono andate meglio. Ipotizzabile quindi questo schieramento contro i gialloblù.
domenica 21 marzo 2010
Milan-Napoli 1-1
Le imprese hanno bisogno di coraggio. Ed è per questo che Leonardo, senza inutili tatticismi, schiera una formazione molto offensiva. La grande notizia è il ritorno (effimero) di Pato, ma anche quello di Inzaghi, titolare dal primo minuto, con la spinta del trentenne Ronaldinho alle spalle. Flamini, Pirlo e Seedorf giocano sulla linea dei centrocampisti, mentre gli esterni in difesa sono Oddo e Zambrotta. Mazzarri, che per tutta la vigilia ha iniettato adrenalina alla squadra, lancia Campagnaro a sinistra in marcatura su Pato e punta su Quagliarella e Lavezzi, con Hamsik trequartista. L'approccio alla gara del Napoli è buono. Gli azzurri attaccano con determinazione. Lavezzi fa valere la sua velocità, Hamsik la sua classe; Quagliarella apre gli spazi. Il Milan sviluppa la manovra alla sua maniera, ma la buona organizzazione difensiva del Napoli non concede nulla. Il filo diretto tra difensori e attaccanti funziona bene e il contropiede diventa spontaneo. Le prove generali del gol di Campagnaro le fa due volte Lavezzi che si scontra con la bravura di Abbiati. Ma al 13' quello che combina la difesa rossonera ha dell'incredibile. Il solito Lavezzi semina scompiglio; Abbiati esce ma viene travolto da Oddo e Thiago Silva. La palla finisce a Campagnaro che infila a porta vuota.
E' un Napoli choc, il gol è un uppercut doloroso: il Milan ne risente e deve fare i conti con il nuovo e inquietante problema muscolare di Pato che lascia il posto a Mancini. Il Napoli allora affonda per chiudere la partita, sfruttando la velocità nelle praterie della trequarti rossonera; Lavezzi e Quagliarella da bravi guastatori fanno impazzire Thiago Silva e Favalli e solo l'esperienza fa ritrovare ritmo e grinta ai rossoneri. Ronaldinho, dopo una serie di svarioni in fase di copertura, trova il guizzo giusto: un magnifico assist dalla sinistra per Inzaghi. Pippo vola come sa e con un'inzuccata violenta batte De Sanctis. Ma il gol non abbatte il Napoli. Anzi, gli azzurri pressano e mirano costantemente Abbiati che però risponde con freddezza. Più equilibrato l'inizio della ripresa. Le due squadre si affrontano a viso aperto. Il Milan, decisamente più alto, convince di più e va più volte vicino al gol. Ronaldinho dirige l'orchestra e si mette a disposizione della squadra con suggerimenti universitari. Strepitoso il numero per Inzaghi che al 14' batte a colpo sicuro: ma De Sanctis fa il miracolo. Leonardo cambia Oddo con Antonini e sposta Zambotta a destra, aumentando così l'apporto offensivo sulla fascia sinistra. I rossoneri fanno più pressing e alzano il ritmo, ma non per questo il Napoli si tira indietro. La manovra dei ragazzi di Mazzarri è sempre equilibrata e organizzata. Incisiva quando si tratta di aprire varchi nella difesa rossonera dove anche Inzaghi dà il suo decisivo apporto. Ma è un botta e risposta continuo. Al 24' Abbiati compie il miracolo su Quagliarella, al 29' tocca a De Sanctis su Mancini.
Ma c'è più Milan e Mazzarri corre ai ripari rinforzando il centrocampo: fuori Quagliarella, dentro Cigarini. Leonardo risponde con Huntelaar al posto di uno stremato Seedorf. Maggio invece lascia a Dossena per dare spessore alla fase difensiva perché il i rossoneri spingono con più convinzione. Il Napoli staziona nella sua trequarti con un 4-5-1 badando a chiudere i varchi. Il finale è tutto rossonero ed è De Sanctis a salire in cattedra con interventi goffi ma produttivi. Dietro la linea della palla gli azzurri reggono agli assalti dei rossoneri che devono accontentarsi di un punto. L'Inter resta ancora al comando.
sabato 20 marzo 2010
Leo: "Basta con i sospetti"
venerdì 19 marzo 2010
Becks: "Milan vinci lo scudetto"
E chissà se il riferimento è anche alla moglie Victoria, accorsa al capezzale finlandese dopo l’operazione subita dal marito con quella che il Daily Star definisce la vera “arma segreta” di Becks per recuperare dall’incidente: ovvero, una megascorta di Cheetos cheese puffs, gli snack al formaggio di cui David andrebbe letteralmente pazzo e che si troverebbero solo negli States. Da qui, il gesto carino della Posh di stipare una delle sue valigie Louis Vuitton con le patatine preferite dal campione “per regalargli un sorriso, visto il momentaccio che sta passando”, come ha raccontato un amico della coppia al tabloid.
Di certo, per ora il sorriso a David lo ha strappato la visione dello sketch televisivo per la trasmissione “Sport Relief” della Bbc che aveva registrato una settimana prima di farsi male con la star di “Gavin and Stacey”, James “Smithy” Corden, dove lo si vede immerso in una vasca da bagno e poi in accappatoio, in relax, mentre legge una copia del Corriere della Sera. Adesso, invece, Beckham è nella sua casa dell’Hertfordshire, altrimenti nota come “Beckingham Palace”, e fra qualche giorno lui e la Posh dovrebbero rientrare a Los Angeles, dove sono rimasti i tre figli. Tre figli che potrebbero presto diventare quattro, come insinua ancora il Daily Star, visto che Vic avrebbe deciso di sfruttare la convalescenza del maritino per mettere in cantiere il quarto erede, con la speranza che questa volta si tratti di una bambina.
lunedì 15 marzo 2010
Stagione finita per Beckham
Il paradosso vale anche per il Mondiale, come spiega Adriano Galliani, che nel momento del bisogno ha teso la mano a Becks: "Probabilmente starà fuori per cinque o sei mesi. Nello spogliatoio l'ho abbracciato e gli ho detto che se vuole l'anno prossimo strà con noi. Lui è venuto al Milan per essere convocato da Capello, purtroppo è il calcio. Ma ha una grande forza d'animo". Il c.t. dell'Inghilterra ieri sera aveva lasciato la porta aperta al talento ex Manchester United: "Gli ho fatto gli auguri di pronta guarigione. Il Mondiale? Lo aspetto ancora". Stamani l'ultima sconsolata dichiarazione: "Sono molto triste per l'infortunio di David, sembra proprio che dovrà saltare i Mondiali, sarà un'assenza pesante".
In effetti c'è poco da fare. Parola del chirurgo che lo opererà stasera o domani, in Finlandia (l'arrivo di Beckham ad Helsinki è previsto a metà pomeriggio). "Per ricominciare a tirare calci e giocare ci vorranno circa tre mesi. Per la massima performance e il massimo di calci e salti, forse ci vorrà un mese in più: tre-quattro mesi prima che sia in grado di fare una partita leggera", ha detto Sakari Orava. Il luminare - che nel recente passato ha operato sportivi del calibro di Checi e Howe - ha anche spiegato l'intervento previsto: "Si tratta di una rottura totale del tendine di Achille. Se c'è una qualche debolezza può essere fatto un trapianto da un vitello per rendere la zona fratturata più forte". Il Mondiale in Sudafrica inizia l'11 giugno, tra meno di tre mesi. Troppo presto per Becks. Il Times riporta anche le parole del portavoce del giocatore, secondo il quale Victoria, la moglie di Beckham, "Sta tornando in Europa perchè è molto preoccupata per lui".
"Il suo infortunio - ha detto ieri sera un Leonardo scuro in viso - ci fa stare male. Questa è una vittoria emozionante, ma la mancanza di David non ci fa gioire appieno. Lui ha capito che si trattava di qualcosa di importante, ha sentito il muscolo salire, ed è qualcosa che succede quando ti fai male al tendine".
Dedica a Becks anche per l'autore del gol partita contro il Chievo: "Quando si fa male qualcuno è sempre molto brutto - ha detto -. Per lui e per tutti quelli che sono per ora infortunati dobbiamo cercare ora di dare il massimo".
l"Sto partendo per la Finlandia per vedere uno specialista e sottopormi a dei controlli. Sono triste ma voglio ringraziare tutti per i messaggi di supporto". Queste le prime parole post infortunio, dalle pagine del suo sito personale, di Beckham.
Nesta operato: si allena fra 30 giorni
"L'A.C. Milan comunica che oggi il calciatore Alessandro Nesta è stato sottoposto a intervento chirurgico presso la clinica Villa Stuart di Roma dal professor Pier Paolo Mariani alla presenza del medico sociale dottor Massimo Manara. L'esame artroscopico preliminare - si legge nella nota del club rossonero - ha evidenziato una rottura del menisco esterno, che è stata regolarizzata sempre per via artroscopica. Contestualmente, è stata eseguita in artrotomia una tenodesi del tendine popliteo e una capsuloplastica esterna. Alessandro Nesta verrà dimesso nei prossimi giorni e dovrà rimanere immobilizzato per due settimane con un tutore postoperatorio. Al termine di questo periodo inizierà un percorso rieducativo e si prevede un reinserimento alla sua attività atletica tra 30 giorni".
domenica 14 marzo 2010
Milan-Chievo 1-0
Confermato il Chievo di Di Carlo. E' il consolidato 4-3-1-2, con Pinzi alle spalle di De Paula e Pellissier. Pressing a tutto campo e spinta sulle fasce sono i punti di forza, sommati a un'organizzazione difensiva che tiene a bada senza dannarsi più di tanto le intenzioni di Borriello e Ronaldinho. I primi 45 minuti ci raccontano di un Milan malaticcio e confuso; in affanno quando i veronesi spingono, con le idee poco chiare in fase offensiva. Il primo squillo è di Ronaldinho al 4', un rasoterra di poco a lato. Il Chievo non specula; anzi, fa pressing e affronta il nemico, spavaldo e senza timore reverenziale. Ma raccontare dei tentativi rossoneri è superfluo. A parte il colpo di testa di Borriello al 24' (parato in due tempi da Sorrentino) su cross perfetto di Beckham, sono gli ospiti a sorprendere e recriminare. Al 42' infatti, dopo avere colpito la traversa con Mantovani, i gialloblù vanno in vantaggio con Yepes che infila sulla corta respinta di Abbiati. Bandierina alzata e nemmeno una protesta, mentre Abate lascia sconsolato il campo, probabilmente per una distorsione al ginocchio. Un altro colpo alla difesa che ritrova dopo una vita anche Oddo.
Il Milan anemico e triste fatica maledettamente anche nella ripresa. A dare forti scossoni ci provano i leoni. Beckham lotta su ogni palla. Ambrosini sbrana gli avversari. Ma non c'è la lucidità necessaria per sfondare il muro del Chievo che all'8' si scatena in contropiede con la spina nel fianco Pellissier, oscurato dall'uscita di Abbati. Al 12' Ronaldinho confeziona la migliore occasione da gol del Milan, con un colpo di testa di poco a lato. Magico, poco dopo, è il destro a giro del Gaucho. La palla sibila e sembra dentro, ma va a sbattere sul palo. La spinta è maggiore e l'ingresso di Inzaghi per Gattuso convince il Chievo a chiudersi di più. Ma con la vista annebbiata non vai lontano. I veronesi lo capiscono e di tanto in tanto affondano grazie alla spinta di Marcolini e Luciano. Meno impetuoso rispetto al primo tempo, ma comunque pericoloso, come il destro al volo al 25' del brasiliano che si perde a lato. Incredibile, dopo la sostituzione di De Paula con Ariatti, il facile affondo nella molle difesa rossonera di Luciano che con un esterno destro dal limite conclude fuori.
Dinho sfiora ancora il gol, ma l'occasionissima capita a Beckham al 39'; sembra fatta, invece Sorrentino si immola come un kamikaze sui piedi dell'inglese. Ma il finale della partita prevede anche l'ultima mossa di Leonardo: quella dell'ingresso di Seedorf al posto di Pirlo. Illuminante: con un micidiale destro dal limite l'olandese infila nel sette opposto. Poco prima era uscito Beckham, dolorante e quasi in lacrime. Dopo aver appoggiato male il piede, l'inglese saltella zoppicando verso la panchina. La prima frammentaria diagnosi sarebbe rottura del tendine d'Achille. L'ultima brutta notizia di serata per il Milan. Perchè l'inter è a un punto.
sabato 13 marzo 2010
Leonardo: "Bello essere lì vicini"
Dalla delusione di Manchester alle buone notizie che arrivano da Catania: il Milan esce dalla Champions ma si ritrova in pienissima corsa per il campionato. Leonardo ci crede: "Non sarà determinante la sconfitta di ieri dell'Inter, mancano ancora troppe partite ma è bello essere lì vicino e in lotta per far diventare il campionato sempre più vivo. È bello essere lì presenti, specialmente dopo una partita come Manchester".
Alla vigilia della partita contro il Chievo impossibile non dare un occhio alla classifica: "Possiamo andare a -1, ma poi mancano altre dieci partite e sono tante. Dobbiamo essere costanti e continuare a pensare partita dopo partita, cercando di mantenere il gioco che abbiamo fatto per gran parte della stagione, che è poi ciò che ci ha portato alla situazione di oggi. Col Chievo ci vuole tutto da tutti. Ci sono tanti giocatori allo stesso livello, ci vuole tanta voglia di sacrificio e di soffrire perchè sarà una gara difficile". Sull'eliminazione in Champions, Leonardo ha ammesso che "visto lo 0-4 finale, di sbagli ce ne sono stati tanti. Ma è stato uno 0-4 diverso da quello con l'Inter. In quel derby c'era una squadra senza identità, a Manchester ci abbiamo provato, poi abbiamo preso il primo gol ed è stata tipo boxe, un colpo dopo l'altro". Per quanto riguarda Nesta, Leonardo ha ancora una piccola speranza che la stagione del suo difensore non sia chiusa: "Una piccola speranza mi rimane, vediamo se possiamo seguire una linea conservativa ma si tratta sicuramente di un problema importante". Spunta anche un'ipotesi di un futuro come c.t. del Brasile: "Penso solo alle 11 gare da giocare da adesso, non penso ad altro e non so niente. Berlusconi? Non è assolutamente disinteressato, anzi lo vedo molto interessato".
E se prima dell'andata della sfida fra Inter e Chelsea Leonardo aveva detto di tifare per l'amico Ancelotti, ora ha cambiato idea, anche per evitare il sorpasso della Germania nel ranking Uefa: " Questo ranking inizia a dar fastidio davvero, non è bello pensare che una grande squadra italiana possa stare fuori dalla Champions. A parte Carlo e a parte tutto, non so cosa fare. Forse vorrei che l'Inter andasse avanti".
Alla vigilia della partita contro il Chievo impossibile non dare un occhio alla classifica: "Possiamo andare a -1, ma poi mancano altre dieci partite e sono tante. Dobbiamo essere costanti e continuare a pensare partita dopo partita, cercando di mantenere il gioco che abbiamo fatto per gran parte della stagione, che è poi ciò che ci ha portato alla situazione di oggi. Col Chievo ci vuole tutto da tutti. Ci sono tanti giocatori allo stesso livello, ci vuole tanta voglia di sacrificio e di soffrire perchè sarà una gara difficile". Sull'eliminazione in Champions, Leonardo ha ammesso che "visto lo 0-4 finale, di sbagli ce ne sono stati tanti. Ma è stato uno 0-4 diverso da quello con l'Inter. In quel derby c'era una squadra senza identità, a Manchester ci abbiamo provato, poi abbiamo preso il primo gol ed è stata tipo boxe, un colpo dopo l'altro". Per quanto riguarda Nesta, Leonardo ha ancora una piccola speranza che la stagione del suo difensore non sia chiusa: "Una piccola speranza mi rimane, vediamo se possiamo seguire una linea conservativa ma si tratta sicuramente di un problema importante". Spunta anche un'ipotesi di un futuro come c.t. del Brasile: "Penso solo alle 11 gare da giocare da adesso, non penso ad altro e non so niente. Berlusconi? Non è assolutamente disinteressato, anzi lo vedo molto interessato".
E se prima dell'andata della sfida fra Inter e Chelsea Leonardo aveva detto di tifare per l'amico Ancelotti, ora ha cambiato idea, anche per evitare il sorpasso della Germania nel ranking Uefa: " Questo ranking inizia a dar fastidio davvero, non è bello pensare che una grande squadra italiana possa stare fuori dalla Champions. A parte Carlo e a parte tutto, non so cosa fare. Forse vorrei che l'Inter andasse avanti".
Nesta: rottura del tendine
Non arrivano buone notizie da Roma. Alessandro Nesta ha infatti riportato la rottura del tendine popliteo del gionocchio destro. E' l'esito della visita effettuata a Villa Stuart dal professor Mariani. "Nei prossimi giorni dovremo valutare se il caso di fare l'operazione o meno - detto lo stesso Nesta -. Stagione finita? "Non lo so; anche nel caso dovessi operarmi potrei rientrare per la fine del campionato". Ottimismo moderato, poiché in realtà difficilmente potrà tornare a giocare nel finale di stagione. Anche nell'ipotesi si rinunci all'intervento i tempi di recupero sarebbero non meno di 45 giorni e rischiare un rientro per l'ultima di campionato non avrebbe senso. Svanisce anche il sogno di Marcello Lippi di portarlo al Mondiale. Il rossonero, tra l'altro, interpellato su un eventuale ritorno in Nazionale ha ribadito che per lui il discorso azzurro è chiuso da tempo. In proposito Alessandro è stato chiaro: "Per me è un discorso chiuso e basta".
Intanto Adriano Galliani è tornato sulle parole di Silvio Berlusconi, dopo il crollo di Manchester. "Quelle di Berlusconi sono dichiarazioni d'amore per il suo Milan, ben vengano. È chiaro che chi ha grandi amori le delusioni le sente. Io non ho potuto ancora parlarci, non so se ha davvero spento la televisione come ho letto su qualche giornale. Ma comunque si tratterebbe di un segno di amore. Io temo semmai il disinteresse, non certo il sentimento". L'a.d. rossonero ha voluto ringraziare i tifosi rossoneri che hanno applaudito la squadra all'aeroporto di Manchester. "La cosa migliore di questa trasferta - ha aggiunto - è stato il nostro pubblico, la meravigliosa curva che ha seguito la squadra all'Old Trafford, che l'ha applaudita alla fine. A differenza di quanto è accaduto in altre circostanze a squadre eliminate, ho sentito solo incoraggiamenti e applausi".
Il Milan, dunque, deve ripartire dal campionato. "Bisogna fare bene per riconquistare la qualificazione alla Champions del prossimo anno - ha affermato Galliani -. Certo, l'infermeria della squadra rossonera è piena di titolari. Non faccio il medico vediamo cosa diranno i medici. Di sicuro non c'è solo Nesta, ma anche Pato, Antonini, Bonera. È un peccato perché sono giocatori che avrebbero dovuto giocare a Manchester". A chi gli ha chiesto di un possibile approdo di Leonardo sulla panchina del Brasile, ha risposto seccamente: "Questa mi è nuova. Leonardo ha un contratto con noi. Abbiamo undici partite da giocare, al resto penseremo dopo".
Intanto Adriano Galliani è tornato sulle parole di Silvio Berlusconi, dopo il crollo di Manchester. "Quelle di Berlusconi sono dichiarazioni d'amore per il suo Milan, ben vengano. È chiaro che chi ha grandi amori le delusioni le sente. Io non ho potuto ancora parlarci, non so se ha davvero spento la televisione come ho letto su qualche giornale. Ma comunque si tratterebbe di un segno di amore. Io temo semmai il disinteresse, non certo il sentimento". L'a.d. rossonero ha voluto ringraziare i tifosi rossoneri che hanno applaudito la squadra all'aeroporto di Manchester. "La cosa migliore di questa trasferta - ha aggiunto - è stato il nostro pubblico, la meravigliosa curva che ha seguito la squadra all'Old Trafford, che l'ha applaudita alla fine. A differenza di quanto è accaduto in altre circostanze a squadre eliminate, ho sentito solo incoraggiamenti e applausi".
Il Milan, dunque, deve ripartire dal campionato. "Bisogna fare bene per riconquistare la qualificazione alla Champions del prossimo anno - ha affermato Galliani -. Certo, l'infermeria della squadra rossonera è piena di titolari. Non faccio il medico vediamo cosa diranno i medici. Di sicuro non c'è solo Nesta, ma anche Pato, Antonini, Bonera. È un peccato perché sono giocatori che avrebbero dovuto giocare a Manchester". A chi gli ha chiesto di un possibile approdo di Leonardo sulla panchina del Brasile, ha risposto seccamente: "Questa mi è nuova. Leonardo ha un contratto con noi. Abbiamo undici partite da giocare, al resto penseremo dopo".
giovedì 11 marzo 2010
Nesta a rischio campionato
Leonardo dopo il crack ha ammesso che sarà impossibile dimenticare il flop di Manchester, convinto però che una sconfitta così netta fa a cazzotti con una stagione assolutamente all'altezza. Milan-Chievo in notturna (domenica alle 20.45) diventa quindi il primo banco di prova dopo il tracollo. In campo scenderà una squadra incerottata che deve trovare subito il riscatto se vuole davvero tenere testa all'Inter. Leo è il primo a crederci. Adriano Galliani conferma: il 4-0 è il nuovo punto di partenza.
mercoledì 10 marzo 2010
Manchester United-Milan 4-0
Chissà quali tormenti Leonardo nel veder cadere come birilli, dopo Pato, anche Nesta e Antonini. Forfait che hanno dell'incredibile, dopo una vigilia scoppiettante. Ma c'è poco da versare lacrime. Prendere o lasciare. Ecco così comporsi una difesa inedita e assolutamente improponibile: Abate, Thiago Silva, Bonera e Jankulovski. Una difesa più debole e quindi un centrocampo più muscolare con Flamini a destra, mentre Beckham deve accontentarsi della panchina. Il tridente è quello noto senza Pato. Inevitabile il ghigno di Ferguson che però rinuncia a Rafael e schiera un difensore puro come Neville. Di Berbatov nemmeno l'ombra: basta Rooney.
Bastano infatti tre minuti al fuoriclasse per esaltare l'Old Trafford con un rasoterra dal limite che sfiora il palo alla destra di Abbiati. Wayne è micidiale; al 6', pur pressato, si aggiusta la palla anche se mira alto. Sessanta secondi dopo tocca a Gary Neville: alto di pochissimo. Da paura. Ma all'8' Ronaldinho apre una crepa sulle convinzioni dello United con un colpo di testa che pare dentro. Huntelaar al 10' non infila da due passi sul cross perfetto di Thiago Silva; Abbiati para su Nani. Difesa allegra. Che spiana la strada a Rooney: colpo di testa tagliato che Abbiati vede infilarsi sulla sua destra: è il 13'. L'Old Trafford diventa l'Everest.
Eppure il Milan il cuore ce lo mette, anche se ci vorrebbe ben altro per spaventare gli inglesi. Pirlo, particolarmente ispirato, al 20' impegna Van der Sar. Dal regista rossonero partono tutte le iniziative. Ma ci vorrebbero ben altri solisti al suo fianco. La serata non promette nulla di buono. Ambrosini non incide, obbligando Flamini a coprire le ripartenze dello United che, come a Milano, controlla agevolmente per poi innescare il ritmo assatanato di Park, le intuizioni geniali di Rooney e gli affondi sulla fascia di Neville, che sembra un ventenne. Al 45' tocca a Fletcher, con un destro dalla distanza ad accarezzare il palo. Borriello? Non pervenuto. Huntelaar? Al suo seguito; impacciato per tre volte nei pressi di Van der Sar. Poi i disastri in difesa.
Ci vorrebbe qualcosa di epocale per gridare al miracolo. Leonardo intanto deve accusare anche l'infortunio al polpaccio di Bonera. Inserisce Seedorf e arretra in difesa Ambrosini. Mentre Beckham si scalda e raccoglie l'applauso dei tifosi. Propositi di vendetta e invece, 49 secondi dopo, Nani con un lancio illuminato spiana la strada a Rooney, e battere Abbiati è un giochetto: 4 gol tra andata e ritorno. Strepitoso. Il 2-0 fa a pezzi i sogni del Milan e amplifica i meriti di un Manchester che domina al piccolo passo. Al 9' Abate mette sulla fronte di Huntelaar la palla del 2-1, ma l'olandese che ha il solo compito di spingere in avanti la fronte, conclude incredibilmente alto a un passo da Van der Sar. Roba da chiudere i battenti e andare subito a casa. Anche perché al 14' Scholes fa filtrare in area tra Ambrosini e Jankulovski per Park (bestia nera dai tempi del Psv) che batte per la terza volta Abbiati. L'ingresso di Beckham al posto di Abate sembra quasi una beffa in una notte da tregenda. Ma gli applausi dell'Old Trafford sono da brividi. Gli stessi rivolti a Rooney che lascia al 21' per Berbatov. Così forti da oscurare l'ingresso in campo di Inzaghi. E nella festa Becks diventa un eroe, anche quando al 29', con un bolide brucia le mani a Van der Sar. Lo stadio in piedi gli tributa tutto il suo amore. Ma si dimentica subito del passato per festeggiare il gran gol di Fletcher su invito di Rafael. The end. Il Milan crolla e volta pagina.
Allarme difesa: Antonini e Nesta si fermano
Come ha detto Leonardo, questa sera servirà un Milan "globale": gruppo compatto votato alla leggenda. Galliani incrocia le dita e sogna un ritorno in Italia con le bollicine. Il campionato gli interessa; eccome. Ma vuoi mettere la Champions? Ecco perché scegliere con oculatezza gli uomini da schierare contro la corazzata di Ferguson sarà il primo atto. Sale così in cattedra tutta l'intelligenza tattica di Leonardo, tormentato però da due dubbi.
La notte di Manchester gli avrà dato buoni consigli? A centrocampo dove solo Pirlo e Ambrosini sono sicuri di scendere in campo. Galliani ha detto: "Sulla destra abbiamo tre opzioni: Beckham, Gattuso, Flamini". L'inglese dal primo minuto nello stadio che lo ha fatto grande? Nella rifinitura Beck ha sfoderato una forma eccellente, ma anche Flamini farebbe a botte pur di giocarsela con Rooney. Un vero dilemma, perché anche in questo caso Leonardo ha molte alternative.
Ben diversa la situazione in attacco. La risposta definitiva l'ha data proprio Pato che nell'ultimo allenamento ha solo corso e niente più. Dirottamento in tribuna per il "Papero", quindi, mentre Huntelaar, nel tridente con Borriello e Ronaldinho, sogna una notte da leoni. Identica a quella di Filippo Inzaghi che immagina titoli a sei colonne e aspetta solo un cenno da Leonardo, a caccia di quello che gli riesce meglio: il gol. Magari della qualificazione.
rischi ranking — Adriano Galliani deve avere incassato malvolentieri l'eliminazione della Fiorentina a opera del Bayern Monaco. Questione di ranking Uefa; un tema a cui l'a.d rossonero è molto sensibile. In ballo c'è il famoso quarto posto Champions che proprio la Germania ci potrebbe soffiare. Manchester United-Milan diventa quindi fondamentale in chiave rossonera, ma anche per il calcio italiano che rischia di ridimensionarsi.
lunedì 8 marzo 2010
Leonardo convoca Pato
Da definire, infine, gli esterni della difesa. Bonera è il più accreditato a destra, mentre a sinistra Leonardo ha solo l'imbarazzo della scelta: uno tra Antonini, Abate, Zambrotta e Jankulovski. Arbitrerà la partita il ticinese Massimo Busacca; fischietto tra i più accreditati. Considerato tra più affidabili al mondo. Ce ne sarà bisogno."Sarà una partita molto dura, ma niente è impossibile - spiega Ronaldinho a Uefa.com -. Sarà una gara molto bella. Abbiamo bisogno di un risultato positivo quindi giocheremo per la vittoria e anche loro, essendo in casa se la giocheranno, perché Ferguson li fa sempre giocare così". Ma il Gaucho assicura: "Il Milan ha una forte tradizione in Champions League, quando gioca in questa competizione tutti sanno che il Milan farà il Milan; so cosa vuol dire vedersi davanti le maglie del Milan e ora che indosso io questa maglia ne avverto la forza". "Sarebbe meraviglioso", quindi arrivare alla finale di Madrid e ripetere il successo coronato con il Barcellona nel 2006: "Resterà per sempre nella mia testa il momento in cui ho alzato la Champions accanto a Puyol".
sabato 6 marzo 2010
Roma-Milan 0-0
In mezzo al primo tempo però i rossoneri ritrovano equilibri. Grazie soprattutto ad Andrea Pirlo che con sagacia tattica, le qualità tecniche riconosciute dal mondo intero e un grande dinamismo, "accorcia" il Milan, chiama più centralmente Ronaldinho, fino a quel momento statico sulla fascia sinistra, e con palla che gira rapida a terra la difesa romanista - guidata da un attento Juan - fatica un po’. Proprio una iniziativa da trequartista del brasiliano Il primo quarto d’ora della ripresa è quasi un incubo per la Roma, costretta negli ultimi 20 metri, da una squadra davvero messa bene in campo, con gli attaccanti che pressano sui primi portatori di palla. È Borriello il più pericoloso. Il napoletano prima effettua un pericoloso tiro cross, sul quale Huntelaar è in ritardo, poi ha una grande occasione quando riesce a scavalcare pure Juan e sul sinistro secco trova la respinta di Julio Sergio, di piede. A questo punto Ranieri manda in campo Toni, assente dal 23 gennaio (Juventus-Roma) che si rivela un’ottima mossa. Perché il centravanti riesce a tener palla sui lanci lunghi dalla difesa e così consente ai suoi di salire e rifiatare, scavalcando il pressing milanista. Leonardo risponde rinforzando la fascia destra con i freschi innesti Beckham e Abate, spostando a sinistra Bonera. Riise se commette svarioni da brivido in fase difensiva, lì davanti confeziona un bel cross con Vucinic che piazza di testa sul palo più lontano, dove Abbiati non può arrivare: la palla sfila fuori. Ed è l’inglese a confezionare il cross teso sul quale Dinho salta con grande tempismo col pallone esce davvero di un soffio. Colpi da k.o. che non arrivano e Roma che ferma a 9 il suo filotto di vittorie consecutive in campionato all’Olimpico.
Riecco Tagliavento dopo il tanto discusso Inter-Sampdoria, tra l’altro diretto bene. Il direttore di gara umbro stavolta sbaglia soltanto una valutazione, proprio in avvio. Quando un intervento durissimo di Flamini, coi tacchetti sullo stinco di Perrotta, meriterebbe il giallo, che Tagliavento tirerà fuori correttamente per il francese alla mezz’ora per un’entrata scomposta su De Rossi. Avesse sventolato subito il cartellino Flamini sarebbe stato espulso e la partita tatticamente sarebbe parecchio cambiata. Perché Leonardo non avrebbe potuto permettersi il lusso di tenere tre attaccanti.
venerdì 5 marzo 2010
Leonardo: "Penso solo ai tre punti"
"Sono giorni interessanti" dice Leonardo in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Milan. Li chiama interessanti. Centottanta minuti che ti possono rivoltare una stagione e li chiama interessanti. Ma Leo è così. Mai squilli di tromba, mai frasi roboanti. Contenuto e garbato. Il tecnico rossonero sa bene di essere davanti al bivio, anche se dopo la Roma ci sarà ancora tanto da pedalare.
Obiettivo primario: vincere all'Olimpico; altro risultato non è contemplato. "Dobbiamo pensare solo alla vittoria - sottolinea -. È un confronto diretto che va al di là dei tre punti, che però possono creare un avvicinamento o un distacco importante tra le due squadre". Leonardo affila le unghie. Questa Roma non gli piace affatto. "Noi e i giallorossi abbiamo una storia simile - analizza -; due squadre che hanno iniziato con grandi difficoltà, poi hanno trovato gioco e risultati e ora sono lì, una seconda e l'altra terza. Sarà davvero una sfida spettacolare". Partitona davanti al tutto esaurito. Dodici contro undici. Leo avverte: "Con i rientri di Toni e Pizarro hanno di nuovo tutta la rosa a disposizione. A parte il risultato di Europa League, la Roma ha prodotto un ottimo gioco, dimostrandosi molto competitiva. Ha dimostraro tuitto il suo valore vincendo anche quando in situazioni difficili".
Pato? Assente. Ma la novità è la non convocazione di Mancini, ritenuto il sostituto ideale del giovane connazionale. "Mancini ha lavorato questa settimana dopo l'infortunio con l'Udinese, ma ha sentito ancora la fatica - spiega -; l'ho lasciato a casa per precauzione; per farlo recuperare al massimo. Deve guadagnare la condizione. Pato? Il suo infortunio è meno grave del previsto, ma è difficile ancora dare una valuitazione. Lunedì ne sapremo di più: una contusione muscolare anche se è piccola non deve essere trascurata".
Chi sarà allora il compagno di tridente con Borriello e Ronaldinho, ammesso che sarà tridente? Beckham o, addirittura, Abate? Sorride Leonardo: "Sinceramente abbiamo le alternative. Non ho ancora scelto, ma la notte porta buoni consigli". La Roma e il Manchester United. Su una cosa l'allenatore non ha dubbi: "Niente tatticismi. Dobbiamo vincere e quindi mantenere il nostro stile di gioco. Abbiamo perso e vinto senza mai cambiare il nostro atteggiamento tattico e sarà ancora così". Leo conosce bene i suoi ragazzi. Come loro vive questi giorni con grande attesa, "perché è bello giocare queste partite", anche se deve rinunciare a totem come Seedorf (solo ieri è tornato ad allenarsi con la palla) o Gattuso (squalificato). Un pensiero anche ad Alessandro Nesta, alle prese con il corteggiamento della Nazionale: "Credo che sia una cosa personale. E' difficile dire di no alla Nazionale. Va lasciato tranquillo; deve valutare lui. Sta giocando tanto; a volte lo ha fatto in condizioni difficili. Fantastico dopo quello che gli è successo; una fatica tremenda. Nesta è diventato un simbolo".
Obiettivo primario: vincere all'Olimpico; altro risultato non è contemplato. "Dobbiamo pensare solo alla vittoria - sottolinea -. È un confronto diretto che va al di là dei tre punti, che però possono creare un avvicinamento o un distacco importante tra le due squadre". Leonardo affila le unghie. Questa Roma non gli piace affatto. "Noi e i giallorossi abbiamo una storia simile - analizza -; due squadre che hanno iniziato con grandi difficoltà, poi hanno trovato gioco e risultati e ora sono lì, una seconda e l'altra terza. Sarà davvero una sfida spettacolare". Partitona davanti al tutto esaurito. Dodici contro undici. Leo avverte: "Con i rientri di Toni e Pizarro hanno di nuovo tutta la rosa a disposizione. A parte il risultato di Europa League, la Roma ha prodotto un ottimo gioco, dimostrandosi molto competitiva. Ha dimostraro tuitto il suo valore vincendo anche quando in situazioni difficili".
Pato? Assente. Ma la novità è la non convocazione di Mancini, ritenuto il sostituto ideale del giovane connazionale. "Mancini ha lavorato questa settimana dopo l'infortunio con l'Udinese, ma ha sentito ancora la fatica - spiega -; l'ho lasciato a casa per precauzione; per farlo recuperare al massimo. Deve guadagnare la condizione. Pato? Il suo infortunio è meno grave del previsto, ma è difficile ancora dare una valuitazione. Lunedì ne sapremo di più: una contusione muscolare anche se è piccola non deve essere trascurata".
Chi sarà allora il compagno di tridente con Borriello e Ronaldinho, ammesso che sarà tridente? Beckham o, addirittura, Abate? Sorride Leonardo: "Sinceramente abbiamo le alternative. Non ho ancora scelto, ma la notte porta buoni consigli". La Roma e il Manchester United. Su una cosa l'allenatore non ha dubbi: "Niente tatticismi. Dobbiamo vincere e quindi mantenere il nostro stile di gioco. Abbiamo perso e vinto senza mai cambiare il nostro atteggiamento tattico e sarà ancora così". Leo conosce bene i suoi ragazzi. Come loro vive questi giorni con grande attesa, "perché è bello giocare queste partite", anche se deve rinunciare a totem come Seedorf (solo ieri è tornato ad allenarsi con la palla) o Gattuso (squalificato). Un pensiero anche ad Alessandro Nesta, alle prese con il corteggiamento della Nazionale: "Credo che sia una cosa personale. E' difficile dire di no alla Nazionale. Va lasciato tranquillo; deve valutare lui. Sta giocando tanto; a volte lo ha fatto in condizioni difficili. Fantastico dopo quello che gli è successo; una fatica tremenda. Nesta è diventato un simbolo".
mercoledì 3 marzo 2010
Dunga chiude a Pato e Dinho
"Ronaldinho e Pato hanno avuto le loro chance di affermarsi nella Selecao durante le Olimpiadi, ma non è bastato". Lo ha dichiarato il c.t. brasiliano Dunga alla stampa brasiliana ieri notte dopo la vittoria del Brasile sull'Irlanda per 2-0 a Londra. Chiaro e deciso l'ex giocatore della Fiorentina: "Ognuno ha avuto la possibilità di mostrare cosa aveva da dare, ho dato a tutti i giocatori cinque o sei opportunità per giocare. Adesso spetta a me decidere chi andrà in Sudafrica. Quello che importa è l'impegno e ciò che si mostra in campo. Il primo criterio per andare ai Mondiali è questo, poi vengono l'entusiasmo, la passione per la Selecao, l'emozione di vestire la questa maglia".
Anche Pelè ha dato ieri il suo appoggio alle scelte di Dunga, con l'unica eccezione del giovanissimo astro del Santos, Neymar, che l'ex fuoriclasse vorrebbe tra i convocati per il Sudafrica. Pelè ha invece avuto parole dure per Ronaldo ("la sua epoca è passata"), mentre per Ronaldinho ha detto che c'è ancora tempo, anche se ha subito aggiunto: "È stato lo stesso Ronaldinho a sconvocarsi...Non serve a niente che giochi bene adesso se giocava male prima".
Anche Pelè ha dato ieri il suo appoggio alle scelte di Dunga, con l'unica eccezione del giovanissimo astro del Santos, Neymar, che l'ex fuoriclasse vorrebbe tra i convocati per il Sudafrica. Pelè ha invece avuto parole dure per Ronaldo ("la sua epoca è passata"), mentre per Ronaldinho ha detto che c'è ancora tempo, anche se ha subito aggiunto: "È stato lo stesso Ronaldinho a sconvocarsi...Non serve a niente che giochi bene adesso se giocava male prima".
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