All'Inter Benitez è saltato, alla Juve la posizione di Delneri è a rischio e allora delle tre grandi l'unico certo di arrivare fino alla fine è Massimiliano Allegri. Ma il tecnico rossonero, alla vigilia della gara con la Juve, divide i meriti con club e giocatori. "Quest'anno ho avuto il vantaggio che la società ha fatto un'ottima campagna acquisti - spiega - Poi ho trovato uno spogliatoio con uno zoccolo duro che ha vinto tantissimo e tutti ci siamo messi in discussione avendo delle grandi motivazioni". Milan in testa ma l'altro ieri Moratti ha sottolineato che l'Inter è la prima squadra di Milano. "Cosa ho pensato quando l'ha detto? Che dopo la partita col Palermo ci sono 15 giorni con la sosta in mezzo per arrivare al derby... Sono battute simpatiche", sorride Allegri, che ha anche un occhio al ritorno col Tottenham: "Mercoledì abbiamo buone possibilità di passare il turno ma intanto pensiamo alla gara di domani".Massimiliano Allegri non si fida. Il Milan fa visita alla Juventus, reduce dalle sconfitte con Lecce e Bologna. Una Juve che però i rossoneri non possono sottovalutare nonostante il momento di difficoltà. "Siamo a 11 partite dalla fine e ogni partita è quella più importante, ma in questo momento quella di domani vale molto in chiave scudetto per noi, e vale molto anche per loro, per cercare di riavvicinarsi alla zona Champions - le parole del tecnico alla vigilia -. La Juventus è una squadra fisica, caratteriale, che sui calci piazzati è molto pericolosa e che quando è ferita, come lo è in questo momento, sa giocare partite importanti. Non sarà una Juve dimessa ma agguerrita, che giocherà una grande partita e per fare risultato dovremo essere altrettanto grandi. Noi dobbiamo essere all'altezza e lo saremo sicuramente, stiamo bene e vogliamo andare a Torino per fare risultato". In avanti, al fianco di Ibra, dovrebbe esserci Pato, decisivo contro il Napoli. "I gol li ha sempre fatti ma è cambiato l'atteggiamento, è molto più sereno, sta bene fisicamente - aggiunge -. Ci sono buone probabilità che parta dall'inizio ma chi va in panchina può essere ancora più determinante di quanto è stata fino ad ora".
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