venerdì 25 giugno 2010

Allegri-Milan: ufficiale

Ora è tutto definito e sottoscritto dalle parti, ossia il Milan e Massimiliano Allegri. Stamattina l'ex allenatore del Cagliari e Adriano Galliani si sono incontrati nella sede del Milan e hanno trovato l'accordo: per il tecnico contratto biennale. Risolti anche tutti i problemi contrattuali con il Cagliari relativi ai collaboratori dell'allenatore (Landucci, Grani e Folletti), come ha confermato il d.g. del Cagliari Francesco Marroccu uscendo dalla sede rossonera in mattinata. Altra conferma: la compartecipazione per Astori è stata rinnovata, e dunque il difensore resterà a Cagliari. Quanto alla presentazione del nuovo tecnico rossonero, sarà probabilmente rimandata al 20 luglio, data del raduno e della presentazione della squadra. Alle ore 13 circa è stato pubblicato il comunicato ufficiale sul sito del Milan: "L' A.C. Milan comunica che Massimiliano Allegri è il nuovo allenatore della Prima Squadra. Il tecnico ha firmato un contratto fino al 30 Giugno 2012". Alle 13,20 Massimiliano Allegri è uscito dalla sede con Adriano Galliani: primo pranzo di lavoro da nuovo allenatore del Milan. La firma sul contratto e poi il pranzo in un noto ristorante milanese: "Sono molto contento di questo giorno", ha detto il neo tecnico rossonero uscendo dal locale, accompagnato da un Adriano Galliani che però non ha rilasciato dichiarazioni. "È stato un mese un po' lungo - ha proseguito Allegri - però sono contento. Ora avremo tutto il tempo per preparare la stagione". Per Allegri "bisogna cercare di lavorare nel miglior modo possibile per ottenere il massimo" ma non ha parlato di mercato: "Non abbiamo parlato di niente - ha detto - però abbiamo mangiato bene, quindi si può dire che l'avventura è cominciata bene". Lo spogliatoio del Milan "non mi spaventa - ha concluso Allegri - lo staff tecnico è già tutto con me. Ora un po' di vacanza".

Tributo a Michael Jackson

Il 25 giugno 2009 mentre si trovava nella sua casa diHolmby Hills (Los Angeles), Michael Jackson ebbe un malore. Immediatamente soccorso dal suo staff venne trasportato alla clinica dell'UCLA Medical Center di Los Angeles, dove morì a causa di un arresto cardiaco, a pochi giorni dalle ultime prove dei concerti che si sarebbero dovuti tenere alla O2 Arena di Londra dal 13 luglio 2009: le immagini video delle prove svoltesi allo Staples Center mostravano un Jackson in ottima forma. Jacko raggiunse la fama mondiale soprattutto grazie a Thriller, l'album, uscito nel 1982, ancora oggi più venduto della storia della musica. Gli altri album furono Off The Wall (1979), Bad (1987), Dangerous (1991), HIStory (1995) e Invincible (2001). Nel 1985Michael Jackson scrisse insieme a Lionel Richie il singolo benefico We Are the World, che servì a raccogliere fondi di beneficenza contro la fame nell'Africa Orientale. Diventò immediatamente uno dei singoli più venduti nella storia della musica con circa 18 milioni di copie mosse nel mondo. Inoltre la canzone fu anche premiata con un prestigiosoGrammy, in qualità di "Canzone dell'anno. Michael Jackson ha avuto tre figli. Il primogenito Michael Joseph Jackson Jr (dopo il divorzio da Debbie, avvenuto nel 1998, il nome del piccolo venne cambiato in Prince Michael Jackson), avuto dalla sua seconda moglie Deborah Jeanne Rowe, nacque il 13 Febbraio 1997. Poi, circa un anno dopo, il 3 Aprile 1998, venne alla luce Paris Michael Katherine Jackson, avuta sempre con Deborah Rowe. Il 21 Febbraio 2002, Michael ebbe il suo terzo figlio: Prince Michael Jackson II, soprannominato semplicementeBlanket. Sua madre è tuttora sconosciuta.

A differenza di molti altri artisti, Jackson realizzava i suoi brani direttamente in sala di registrazione anziché scriverli su carta. Il suo approccio a più stili sonori si può già osservare dal suo primo album da adulto, Off the Wall, prodotto da Quincy Jones, che spaziava dal funk e al disco pop di "Don't Stop 'Til You Get Enough", "Workin' Day and Night" e "Get on the Floor", passando per soul, soft rock, jazz, rhythm and blues e ballate come "She's Out of My Life" o "Girlfriend".

Con l'album best-seller Thriller, anch'esso prodotto da Jones, Michael mise praticamente a punto le intuizioni musicali di Off the Wall; i brani dance, rock e funk ("Baby Be Mine", "P.Y.T. (Pretty Young Thing)", "Billie Jean", "Wanna Be Startin' Somethin'") si caratterizzarono per una maggiore forza interpretativa, mentre le canzoni pop e le ballate ("The Lady in My Life", "Human Nature", "The Girl Is Mine") furono più leggere e introspettive. In "Billie Jean" Jackson cantava di una fan che affermava di aver avuto un figlio da lui, mentre in "Wanna Be Startin' Somethin'" criticava le pressioni dei media e del gossip. Il brano "Beat It", dedicato alla violenza di strada, fu anche uno dei primicrossoverrock/pop a scalare le classifiche, mentre la title track "Thriller" era dedicata al soprannaturale, tematica che avrebbe poi caratterizzato i brani dei tempi successivi. Nel 1985 Jackson e Lionel Richie scrissero insieme la canzone di beneficenza "We Are the World" e da allora i temi umanitari sarebbero stati anch'essi al centro dei suoi testi e della sua stessa attività artistica. Michael è stata una personalità importante anche per l'emancipazione afroamericana negli USA; difatti è stato il primo artista di colore il cui videoclip sia stato trasmesso da MTV e un tributo alla musica africana è presente nei titoli di coda del suo filmMoonwalker in cui i Ladysmith Black Mambazocantano la loro The Moon Is Walking.

In Bad, terzo ed ultimo album con Quincy Jones alla produzione, fu rivisitato il discorso musicale diThriller, ma con brani di maggior successo in classifica. In "Dirty Diana", altro brano contaminato dal rock, Jackson immaginava di affrontare un amore "maledetto"; vi era poi la ballata d'amore classica "I Just Can't Stop Loving You", mentre "Man in the Mirror" riprendeva i temi di altruismo e beneficenza già presenti in "We Are the World"; "Smooth Criminal" evocava addirittura un episodio immaginario di rapimento estupro.

Con Dangerous, pubblicato nel 1991, Michael riuscì a catturare fette più ampie di pubblico, con canzoni dedicate perlopiù a tematiche sociali. Le prime tracce del disco sono canzoni molto new jack swing come "Jam" e "Remember the Time". "Why You Wanna Trip on Me" parla di problemi come la fame nel mondo, l'AIDS, la povertà e la droga. Vi sono però anche canzoni più ardite come "In the Closet", una canzone dedicata ad amore, desiderio, solitudine, vita privata, mentre la title track "Dangerous" riaffrontava il tema dell'amore dannato già presente in "Dirty Diana". Altri brani come "Will You Be There", "Heal the World" e "Keep the Faith" invece si avvicinano più al gospel e sono dedicati ai problemi personali dello stesso Jackson; infine "Gone Too Soon" è una ballata dedicata ad un amico del cantante, Ryan White, e alla grave condizione di chi soffre di AIDS. Nell'album Dangerous sono palesi le incursioni di musicarap e hip hop che contribuirono alla diffusione dello stile.

HIStory, che crea una vera e propria atmosfera di paranoia, è incentrata sui problemi di Jackson con pubblico e stampa. Con i pezzi new jack swing-funk-rock "Scream" e "Tabloid Junkie", ma anche con la ballata R&B "You Are Not Alone", Jackson critica le ingiustizie e l'isolamento che il suo successo gli ha procurato, e se la prende in particolare con i media, come già aveva fatto col brano Leave Me Alone; nella ballata "Stranger in Moscow" parla del personaggio mediatico in cui è stato trasformato; vi sono anche brani pop più elaborati come "Earth Song", "Childhood", "Little Susie" e "Smile".

Invincible, prodotto insieme a Rodney Jerkins, fu pubblicato nell'ottobredel 2001 ed è stato l'ultimo album di inediti del cantante; il disco contiene brani di matrice soul come "Cry" e "The Lost Children", le ballate "Speechless", "Break of Dawn" e "Butterflies", il singolo ballabile "You Rock My World", e mescola hip hop, pop e rap in "2000 Watts", "Heartbreaker" e la title track "Invincible".

Milan Per Sempre non si dimenticherà di quello che Michael ha fatto di bene per il mondo. Addio King of Pop.

giovedì 24 giugno 2010

Le prime dichiarazioni di Amelia milanista

Arrivato a Milanello nella giornata di ieri, queste le prime dichiarazioni rilasciate da Marco Amelia, ieri pomeriggio, intervenuto telefonicamente ai microfoni di 'Milan Channel', nel corso della trasmissione 'Milanello Oggi':

Sono contento di essere arrivato in Rossonero perché per me rappresenta un’occasione unica. Far parte di una società come il Milan che è tra le più grandi e le più ambiziose non solo d’Italia, ma d’Europa e del Mondo, è per me motivo di grande orgoglio e un grande stimolo. Sentivo il bisogno di fare il salto in una grande squadra. Sono partito dalle giovanili della Roma, ho conquistato lo scudetto con i giallorossi da terzo portiere, poi sono andato al Livorno, al Palermo e al Genoa. Il mio obiettivo era quello di riuscire ad arrivare in una grande società con queste squadre.

Conoscendo la realtà Milan, ma anche osservando altre squadre di grande spessore come Roma, Juventus, Inter, le migliori squadre d’Italia, mi sono accorto che non è facile fare il salto di qualità con una società che non possiede la storia di grande squadra perché ci vogliono le basi e sono necessari anche molti anni per crearle. Palermo e Genoa, con tutto il rispetto, stanno iniziando adesso. Cercherò di sfruttare al meglio questa opportunità che ho con il Milan.

Nel momento in cui sono arrivato, da martedì mattina che ho iniziato a fare le visite mediche, mi sono accorto che il Milan è una grandissima società con le persone che mi ha messo a disposizione. Devo essere sincero, mi sono trovato anche un po’ in imbarazzo perché non ero abituato a tante attenzioni e devo dire che ho incontrato persone splendide. Poi c’è stato l’incontro con Ariedo Braida e con Adriano Galliani, il momento della firma del contratto, il momento più bello di questi due giorni.
Sono rimasto a bocca aperta nell’entrare nella Sala delle Coppe di via Turati. Un conto è vedere foto, immagini, ma entrarci di persona mi ha fatto rendere conto della storia che c’è dietro questa maglia.

Non avevo messo in preventivo nessun cambiamento con il Genoa, ero sicuro di rimanere in rossoblù, a meno che non fosse capitata una grande occasione come questa o quella di ritornare a Roma che è la squadra in cui sono cresciuto. Non mi aspettavo questa soluzione perché mi sembrava abbastanza improbabile. Devo ringraziare il Presidente Preziosi per avermi dato questa possibilità. Non appena si è presentata questa occasione l’abbiamo valutata subito insieme perché una circostanza come questa è irrinunciabile.

Far bene con il Milan potrebbe ridarmi anche l’opportunità di ritornare in Nazionale. Poter tornare a vestire la maglia azzurra è uno dei miei obiettivi perché ho fatto tutte le trafile: le giovanili, l’Under 21 e ho fatto parte della prima squadra per quattro anni. Quest’anno ci sono state altre scelte da parte dell’allenatore che vanno rispettate. Sinceramente avevo anche un po’ bisogno di riposo dopo gli impegni degli ultimi anni. E’ andata bene ugualmente, anche se ‘mi dispiace’ proprio adesso che Gigi Buffon è stato male, non aver l’opportunità di essere lì a sostituirlo perché l’ho fatto per dieci volte in questi anni ed è stato molto gratificante
.”

Marco Amelia ha poi parlato della prossima stagione: “Come ogni anno nel campionato italiano credo che sarà una bella lotta. Il Milan quest’anno forse ha mollato nelle ultime quattro partite, ma di fatto è stato in lotta per lo scudetto a marzo e per via di qualche infortunio importante non è riuscito a vincere quella gara con il Napoli che avrebbe significato il sorpasso.
Per la prossima stagione credo che sarà ancora così perché il Milan possiede la rosa per lottare non solo per il campionato, ma anche per fare bene in Europa. La soddisfazione più grande sarebbe arrivare a giugno dell’anno prossimo ed essere arrivati in fondo sia in campionato che in Champions League.”

Il neo portiere rossonero ha poi concluso parlando del suo rapporto con i tifosi: “A me piace poter essere il tifoso in campo. I portieri sono impegnati meno rispetto agli altri giocatori quindi si ha la possibilità di confrontarsi di più con la tifoseria. Innanzitutto, cercherò di fare bene negli allenamenti per convincere il mister a farmi giocare, sarebbe già un grandissimo traguardo per me. Poi poter essere il trascinatore dei tifosi sarebbe ancora più bello. Nel Milan, comunque, ce ne sono molti trascinatori, in particolare Rino Gattuso.“

Slovacchia-Italia 3-2

L’Italia è fuori dal Mondiale. Torna già a casa, sconfitta dalla Slovacchia 3-2. Il risultato è la sintesi di una partita incredibile per svolgimento ed emozioni, ma che boccia gli azzurri oltre il clamoroso risultato. La Nazionale perde contro un avversario apparso modesto, che ha comunque surclassato almeno fino all’ultimo quarto d’ora gli azzurri, irriconoscibili persino rispetto alla partita solo discreta contro il Paraguay e a quella modesta contro la Nuova Zelanda. Non ha funzionato quasi niente, stasera a Johannesburg. Non è bastato neanche un finale con il cuore in mano, in cui finalmente gli azzurri, con più niente da perdere, hanno provato un disperato assalto premiato dalle reti di Di Natale e Quagliarella, cui è stato pure annullata la rete dell’eventuale 2-2 per fuorigioco. Poi Pepe al 5’ di recupero si è divorato il gol qualificazione. Niente da fare: la Slovacchia, esordiente al Mondiale, avanza agli ottavi. Finisce invece il nostro torneo e comincia il tempo dei processi: perchè la nostra Nazionale non usciva alla fase a girone di un Mondiale dal 1974. L’Italia parte con il tridente d’attacco Pepe-Iaquinta-Di Natale e la voglia di spaccare il mondo, anzi, meglio, di salirci in vetta. Almeno sembra così, quando dopo pochi secondi dal fischio d’inizio Di Natale prova un destro dalla grande distanza a lato. Italia vogliosa, come annunciato da Lippi, dunque? Sbagliato, sbagliatissimo. Perchè il resto del primo tempo degli azzurri sarà un disastro. Lo si comincia a capire quando Hamsik viene lasciato solissimo appena dentro area, il centrocampista del Napoli grazia Marchetti. Ma sorprende il clamoroso buco della difesa azzurra, che nelle prime due partite era stata solida. E invece questo pomeriggio è disattenta, con Cannavaro in palese difficoltà, presto ammonito e che rischia anche guai peggiori. Gli azzurri appaiono imbambolati, contro un avversario cui non sembra vero di affrontare questa versione dimessa dei campioni del mondo. Marchetti sembra impaurito nei suoi interventi: non rischia mai la presa. Iaquinta segna a gioco fermo, ma dopo un’evidente trattenuta in area. l gol slovacco è nell’aria tersa di Johannesburg. E arriva nella maniera peggiore. Con un errore grossolano di De Rossi che sbaglia un appoggio di piatto comodo per Montolivo, palla al centravanti Vittek, un bestione strapotente, che indovina il diagonale col giusto angolo. Slovacchia avanti 1-0. Gli azzurri non riescono a reagire. Paralizzati dallo svantaggio, chissà, dalla paura. Commettono sbagli grossolani, viene da rimpiangere la prestazione con la Nuova Zelanda: è tutto dire. La Slovacchia prende fiducia e ci prova con tiracci che partono da Soweto, "annusa" la serata magica con le conclusioni di Strba e Kucka: brividi per Marchetti che arriva sulla prima conclusione, nonostante la distanza chilometrica, all’ultimo istante con la punta delle dita. L’Italia ha bisogno di aiuto. Prova a darglielo Skrtel, che rischia di testa una clamorosa autorete. Finisce il primo tempo: Italia in svantaggio. Un’unica consolazione: non possiamo fare peggio. Fuori Criscito e Gattuso, dentro Maggio e Quagliarella. Italia tutta d’attacco e nuovo schema, il 4-4-2. Maggio mette davanti alla porta Di Natale, che ciabatta a lato. Gol divorato. E allora dentro anche Pirlo, per Montolivo. L’Italia sfiora il pari con Quagliarella, che trova lo spiraglio giusto con una girata di destro, Skrtel sulla linea di porta, o forse oltre, libera. Stavolta ci ha detto male. Ma l’Italia non c’è, al di là degli episodi. Concede praterie in contropiede, non supera il pressing alto. E va sotto 2-0, quando Vittek segna il terzo gol del suo Mondiale, tanti quanti i gol dei suoi, anticipando Chiellini sugli sviluppi di un angolo. E’ il 28’ della ripresa. Sembra la resa. E invece no. Sullo 0-2 l’Italia si riversa tutta in avanti. Segna con Di Natale, poi l’Italia subisce l’1-3 di Kopunek, quindi segna ancora con una perla di Quagliarella, il migliore tra gli uomini di Lippi, e spreca l’incredibile con Pepe nel recupero. Il finale è pazzesco, ma non ci premia. L’Italia torna a casa, ultima nel girone, dopo un Mondiale da dimenticare.

mercoledì 23 giugno 2010

Ufficiale: Amelia al Milan

A.C. Milan comunica di aver acquisito, in prestito con diritto di riscatto della compartecipazione, dal Genoa MARCO AMELIA e di avere ceduto, a titolo definitivo, a FC Juventus MARCO STORARI. E' questa la nota apparsa sul sito ufficiale del Milan in merito al passaggio di Amelia in rossonero e di Marco Storari alla Juventus, quest'ultimo a titolo definitivo. Dal sito ufficiale del Milan, qualche minuto dopo il comunicato inerente alla trattativa conclusa per Marco Amelia, è apparso anche questo comunicato, dedicato proprio al nuovo portiere rossonero: "Proprio nel periodo dei Mondiali, la stretta di mano tutta rossonera di un azzurro per definizione, fa notizia. Tale è Marco Amelia. Dalla Nazionale Under 15 ha fatto tutta la trafila fino al titolo di Campione del Mondo nel 2006 in Germania. Con la maglia azzurra, ha contuistato anche il titolo di Campione d'Europa Under 21 e, nello stesso anno, il 2004, la medaglia di bronzo olimpica ad Atene. Una costante iniezione di prestigio ed esperienza che, nonostante il rapporto con la Nazionale si sia momentaneamente interrotto, l'ultima apparizione in azzurro risale all'estate 2009, torna sempre utile al talento di Frascati da oggi rossonero. Ricordiamo che Marco Amelia è nato il 2 Aprile 1982 e ha, pertanto, da poco compiuto 28 anni. Atleta di personalità, Marco Amelia ha sempre dimostrato di volere il Milan. Come? Facendo sempre grandi gare contro i rossoneri. Se nel settembre 2006 e nel febbraio 2008 il Milan è stato costretto al pareggio dal Livorno, nel primo caso 0-0 all'Ardenza e nel secondo 1-1 a San Siro, in entrambe le situazioni in momenti chiave della stagione, lo si deve proprio alle prestazioni importanti di un numero 1 che, proprio nelle sfide contro le grandi, mandava l'implicito messaggio di essere e di sentirsi pronto per una sfida ad alti livelli. Anche nell'ultima stagione, 2009-2010, la conferma: con Amelia in porta il Genoa ha battuto la Roma e il Milan a Marassi e ha pareggiato con l'Inter, 0-0 il risultato finale, nella gara di ritorno a San Siro".

domenica 20 giugno 2010

Italia-Nuova Zelanda 1-1

L’Italia fa ancora 1-1. Ma stavolta non ci sono dubbi: il bicchiere è mezzo vuoto dopo il pari con la Nuova Zelanda. A Smeltz replica Iaquinta su rigore, ma non è abbastanza. Nè per battere gli All Whites, colossi atletici, ma modesti pedatori, nè per aprirci la strada verso gli ottavi. Il Paraguy ora ci guarda dall’alto, con due punti di vantaggio nel gruppo F, e battere la Slovacchia, pienamente in corsa, diventa un probabile obbligo per essere certi di passare il turno, e comunque non ci garantirebbe per niente il primo posto nel girone, che significa evitare l’Olanda. Ma sono pensieri che ora non ci possiamo neanche permettere di avere, costretti a concentrarci sull’immediato, che significa la sfida del 24 giugno ad Hamsik e compagni a Johannesburg. Servirà un’Italia migliore. Meno arruffona di questa, generosa ma inconcludente, che ha attaccato tanto, ma creato poco. E serviranno attaccanti più ispirati rispetto ai primi 180’ di Sudafrica 2010, nei quali il reparto avanzato è stato il nostro punto debole. Stavolta De Rossi, dopo il gol al Paraguay, ha evitato guai peggiori ottenendo un rigore, ma serve più concretezza, dalle punte. Si parte, con l’Italia che risponde ai muscoli avversari con i muscoli nostrani. A quelli del tridente d’attacco dei palestrati All Whites replicano Gilardino e Iaquinta. Di Natale è seduto in panchina, e con lui la fantasia. Al 7’ la Nuova Zelanda passa in vantaggio. Punizione di Elliott, palla sfiorata da Reid (e nel caso di tocco nitido sarebbe fuorigioco), Cannavaro - che festeggia male le 17 presenze mondiali, come Zoff - controlla male in area e la sua deviazione di coscia diventa un assist per Smeltz, che a un metro da Marchetti mette dentro il comodo 1-0. Da stropicciarsi gli occhi, ma non è un incubo: siamo sotto. E la partita non si mette per niente bene, nonostante l’immediata reazione azzurra: la Nuova Zelanda lancia lungo per i suoi colossi, gli azzurri subiscono fisicamente, anche perchè gli avversari si aiutano con gomiti affilati. E l’Italia fa l’errore di replicare con la stessa moneta: lanci lunghi, che vedono Gilardino anticipato dai centrali di Herbert, che pure non sono dei fulmini. Ma non può finire così, e infatti gli azzurri con il passare dei minuti trovano, almeno parzialmente, i rimedi tattici. Lippi si sbraccia, Montolivo fa il playmaker, distributore di palloni. Un suo bel destro finisce sul palo, e lui con le mani tra i capelli. L’Italia spinge sulla destra con Zambrotta, pericoloso al tiro, Chiellini si mangia un’occasione in mischia e subisce l’ennesima gomitata di Fallon, già ammonito. Niente secondo giallo, l’arbitro Batres lo grazia. E poi al 28’ assegna un rigore ai campioni del mondo. Smith trattiene in area De Rossi su cross di Chiellini. Trattenuta lieve, per il direttore di gara è penalty. Dal dischetto Iaquinta spiazza Paston. 1-1. E il festeggiamento azzurro è formato vuvuzela. L’Italia finisce all’arrembaggio, sollevata dal sollievo del pari, ma all’intervallo si va sul pareggio. Fuori Gilardino, sottotono, dentro Di Natale. Fuori Pepe, dentro la qualità di Camoranesi. In un 4-3-3 con Camoranesi alto che modifica il 4-4-2 del fischio d’inizio. Ma l’Italia di inizio ripresa è confusionaria più di quella andata al riposo. E allora Lippi osa ancor di più, con una mossa quasi disperata: dentro Pazzini, per Marchisio. Ora in campo ci sono Iaquinta, il Pazzo, Di Natale, più centrocampisti offensivi come Camoranesi e Montolivo. Vicelich con un tiraccio della domenica, ed è appunto giornata, fa venire i brividi a Marchetti, palla a lato. E tanta paura. L’Italia attacca a testa bassa, ma fatica tanto, troppo. Montolivo ci riprova, Paston è bravo e respinge. E la palla gol più clamorosa - ed è tutto dire - ce l’ha la Nuova Zelanda nel finale: il sinistro di Wood passa di fianco alle mani protese in tuffo di Marchetti, appena largo. Sarebbe stata una beffa, però questo 1-1 è comunque un passo indietro. Italia, così non va.

venerdì 18 giugno 2010

Accordo Storari-Juve

Marco Storari giocherà nella Juventus nella prossima stagione. Il 33enne portiere romano è stato scelto dal d.g. bianconero Marotta, che si è accordato col Milan, proprietario del cartellino del giocatore. Dopo l'ottimo campionato scorso, disputato prima con la maglia rossonera e poi con quella della Sampdoria, Storari è dunque destinato a non tornare a Milanello e a seguire, invece, Delneri a Torino. Il Milan ricevrà 5 milioni di euro come compenso per la cessione del portiere, preferito a Sorrentino da Marotta. Il portiere del Chievo era tra i candidati al trasferimento in bianconero, un affare reso più urgente dall'infortunio che Buffon ha accusato in Nazionale. Ma Storari ha vinto il ballottaggio e ora per Sorrentino si delinea un futuro rossoblù. Il Genoa, infatti, lo vorrebbe in caso di partena di Amelia verso il Milan, che però sta valutando anche l'idea di mantenere in rosa Dida, sia pure con un ingaggio molto inferiore ai 4 milioni all'anno che il brasiliano percepiva fino alla scorsa stagione.Marco Amelia sta risultando decisivo nella querelle Storari-Juve. Il portiere del Genoa (prossimo ad accasarsi in rossonero), proprio accettando la proposta del Milan ha di fatto sbloccato la situazione. L'estremo difensore rossoblù secondo l'Ansa, ha messo la dirigenza milanista nella condizione di poter accettare l'offerta pervenuta da Torino. Circa 5 i mln che il Milan otterrà dalla cessione di Storari, che a sua volta si è mostrato entusiasta della nuova esperienza presentatagli. Dunque salvo ripensamenti last-minute, vissero tutti felici e contenti.

lunedì 14 giugno 2010

Italia-Paraguay 1-1

Sotto il diluvio di Città del Capo l’Italia prende paura e pure una rete, ma non naufraga, e pareggia i conti con il Paraguay, grazie a De Rossi. L’esordio al Mondiale sudafricano è sofferto, tanto. Perchè gli azzurri non riescono a concretizzare un buon inizio di gara, e finiscono sott’acqua, per la pioggia, e pure sotto nel punteggio oltre i loro demeriti, di qualità della manovra e di pericolosità sottoporta, quando il difensore centrale dei sudamericani Alcaraz trova il vantaggio al primo tiro nello specchio dell’Albirroja. E però gli azzurri, più con la volontà che con il gioco, riescono con merito a riequilibrare una partita che negli episodi sembrava girata male, grazie ad un regalo del portiere biancorosso, e alla prontezza di De Rossi. La sfida con l’avversaria sulla carta più temibile del nostro girone rimanda ogni verdetto. Tra le buone notizie c’è la solidità della difesa azzurra, che neutralizza i temuti attaccanti avversari; male invece Gilardino, e la mancanza di inventiva. E soprattutto l’infortunio che manda sotto la doccia già al 45’ Buffon. Piove a dirotto. Infreddolendo gli spettatori e attutendo gli entusiasmi e persino il suono delle solite, immancabili, vuvuzelas. L’Italia comunque parte forte, e De Rossi prova a suonare la carica, lui sì, recuperando palla e innescando Montolivo, autore da vice Pirlo di un buon inizio di partita, in cui la sua eleganza si coniuga con la concretezza, non sempre un fatto acquisito. Gli azzurri giocano un buon primo quarto d’ora. Volitivo, determinato, nel quale il centrocampo giovane sprinta e recupera, e pazienza se non arrivano particolari occasioni gol. Il Paraguay dietro è solido, ma lento. Si può fare. Lo conferma un erroraccio di Vera, Montolivo conquista palla, ma non riesce a trasformarla in qualcosa di più di un tiro debole e centrale. Arriva subito la replica del Paraguay, che finalmente mette la testa fuori dal guscio di una partita impostata per non prenderle, anzitutto: il sinistro di Torres finisce a lato, nonostante avesse la porta spalancata. Ma il ritmo di gara cala, mentre la pioggia aumenta, e l’Italia, che pure mantiene il possesso palla ed il controllo del gioco, diventa troppo prevedibile. Manca la scintilla, in una squadra molto muscolare, ma poco brillante, e poi Gilardino arriva sempre secondo sui palloni a centroarea. E così arriva pure la beffa: il gol di testa del difensore centrale Alcaraz, che sbuca tra Cannavaro e De Rossi sul cross tagliato di Torres a centroarea. 1-0 per il Paraguay. La punizione che ha originato la rete (contatto di Chiellini su Valdez) non sembra esserci, ma è una magra consolazione. Siamo sotto, all’intervallo. Si riparte senza Buffon. Risentimento al nervo sciatico, secondo le prime notizie. Dentro Marchetti. Iaquinta e Pepe hanno cambiato fascia. Ma i risultati non cambiano, tanta buona volontà e volate, pochi risultati concreti, e gli azzurri devono ringraziare Vera, che non punisce un errore di rilancio di Criscito. Lippi cambia. Per forza. Perchè l’Italia ha poche idee, e sembra più demoralizzata che furiosa. Dentro Camoranesi, fuori Marchisio, che da centrocampista avanzato continua a non convincere. Il centrocampista della Roma al 18’ della ripresa scaccia i brutti pensieri e la paura che sembrava frenare gli azzurri. Corner di Pepe, Villar fa un "paperone" in uscita, e De Rossi è il più lesto di tutti, in mischia a centroarea, e la mettere dentro. Sospirone azzurro, e 1-1. L’Italia passa al 4-4-2, con Pepe e Camoranesi larghi e Iaquinta che va a far compagnia a Gilardino, sostituito prima della mezz’ora da Di Natale. L’Italia finisce forte, a caccia di un successo che ci starebbe. Ma Villar si riscatta su Montolivo. Finisce 1-1, tocca accontentarsi.

sabato 12 giugno 2010

Gattuso: "Dopo il Mondiale lascio la Nazionale"

L’azzurro nel cuore, per la vita. Rino Gattuso è lo spot migliore per ridare orgoglio e credibilità a una Nazionale arrivata in Sudafrica con più dubbi che certezze. Tocca le corde dei sentimenti quando dice: "Indossare questa maglia qui - e la accarezza addosso - è la cosa più bella che ci può essere. Ma a quasi 33 anni è giusto lasciare spazio ai giovani. Con questo Mondiale chiudo con l’Italia e mi rimane un grande sogno: poterla un giorno allenare". Per parecchio tempo ha preferito star zitto e ne spiega il perché: "Da un lato mi dà fastidio sentire certe cose. Perché noi giocatori non parliamo di politica. Invece ogni volta che c’è una manifestazione internazionale loro devono parlare di calcio. C’è voglia di strumentalizzarci e questo non mi va bene". Un altro motivo del suo silenzio è stato il nervosismo: "Perché mi sono rovinato da solo, sottovalutando l’infortunio al ginocchio dell’anno scorso. Invece con certe cose non si scherza. Sono venuto a fare la Confederation con una gamba sola, poi spesso ho giocato con antinfiammatori, con dolore e ho sbagliato. Ora va meglio perché al mattino mi alzo e non sento più il ginocchio ’impastato’, non ho bisogno di prendere antidolorifici e sto molto meglio. Poi qui in Nazionale mi sento importante. No, non capitano non giocatore: di capitano c’è già Cannavaro. Io mi sento uno del gruppo. Se gioco lunedì? Non l’ho capito proprio ma sono qui a disposizione. A dare una mano al gruppo. Perché se abbiamo vinto in Germania era perché eravamo in 23 con una sola testa". Rino ha bisogno di sentirsi importante: potrà esserlo nel Milan? Vorrebbe non parlarne, ma dal suo pensiero si capisce che l’esperienza in rossonero potrebbe volgere alla fine: "Non è questo il momento di parlarne, a due giorni dall’esordio al Mondiale, che è sempre la partita più difficile. Io ho ancora due anni di contratto, ma non è un problema di soldi perché grazie a Dio e al Milan ne ho guadagnati tanti. Dite che a Dubai c’è il mare... Sapete che sono stato io l’artefice del passaggio di Fabio Cannavaro al’Al Ahli. Ma io posso anche andarmene a pescare con una barca a Schiavonea, non è un problema. Bisogna capire quale sono i progetti. Perché ho passato un anno brutto, non c’è dubbio. Rivivere certe situazioni non ci penso proprio. Anche perché io se non sono stimolato e non mi sento importante divento uno normalissimo, un giocatore di terza categoria. E allora ho bisogno di capire. Ma lasciamo perdere Dubai: qui conta solo il Paraguay che ha giocatori che corrono avvelenati. Per il resto ci sarà tempo". Schietto nei confronti di chi non c’è e a chi gli propone un paragone Totti-Balotelli risponde: "Francesco è un grandissimo. Ha fatto con noi, e non solo, cose importanti. Per questo non paragonatelo a Balotelli. Siete voi a scrivere ogni volta che fa una cazzata, che deve maturare nei comportamenti con la sua squadra o sbaglio? E allora ne deve fare di strada per raggiungere la carriera di Totti". Quasi duro con Cassano: "Antonio lo sa che si è rovinato da solo il rapporto con la Nazionale, con i suoi comportamenti sbagliati. Lui col club ha raggiunto certi risultati, farà ancora bene. Ma qui serve ragionare di gruppo e se abbiamo vinto a Berlino è stato soprattutto per quel motivo". Sul compagno e amico bloccato dall’infortunio: "Non ho mai visto Andrea triste come in questi giorni. È vero che lui ha sempre quella faccia, ma vi assicuro che è giù anche se continua a fare i suoi soliti scherzi. Sta lottando con tutte le sue forze: lavora 7 ore al giorno con i terapisti per recuperare. E sono sicuro che ce la farà". L’ultimo pensiero per il Paese che ci ospita: "È bello vedere l’entusiasmo e la grande gioia di questa gente. Un po’ meno bello vivere blindati in ogni spostamento. Se voglio fare due passi si muovono subito quattro macchine della polizia. C’è troppa tensione sul problema sicurezza e questo mi dispiace perché non puoi vivere da vicino certe emozioni. Le famiglie lontane? Per certi versi è meglio così, perché visti i problemi avere moglie e figli qui aumenterebbe le preoccupazioni. Oggi c’è skype che ti fa sentire vicini. E poi per un mese si può stare lontani dalla famiglia. Anche perché stiamo qui per un obiettivo importante. Mica per pettinà le bambole".

venerdì 11 giugno 2010

7 rossoneri al Mondiale

Mancano solo poche ore al tanto atteso Mondiale di Calcio in Sudafrica e i sette giocatori rossoneri impegnati nell'avventura sudafricana stanno proseguendo la preparazione, divisi nelle rispettive rappresentative iscritte agli otto gironi della Prima fase del Mondiale.

QUESTI, NELLO SPECIFICO, I ROSSONERI IMPEGNATI NEL MONDIALE SUDAFRICANO E I RISPETTIVI IMPEGNI CON LE PROPRIE NAZIONALI

RINO GATTUSO - ANDREA PIRLO (in questo momento infortunato) - GIANLUCA ZAMBROTTA
Girone F: Italia - Paraguay - Slovacchia - Nuova Zelanda

Lunedì 14 Giugno, ore 20.30 - ITALIA-PARAGUAY a Cape Town
Domenica 20 Giugno, ore 16.00 -
ITALIA-NUOVA ZELANDA a Nelspruit
Giovedì 24 Giugno, ore 16.00 - SLOVACCHIA-
ITALIA a Johannesburg

THIAGO SILVA
Girone G: Brasile - Costa d'Avorio - Portogallo - Corea del Nord

Martedì 15 Giugno, ore 20.30 - BRASILE-COREA del NORD a Johannesburg
Domenica 20 Giugno, ore 20.30 -
BRASILE-COSTA D'AVORIO a Johannesburg
Venerdì 25 Giugno, ore 16.00 - PORTOGALLO-
BRASILE A Durban

KLAAS JAN HUNTELAAR
Girone E: Olanda - Camerun - Danimarca - Giappone

Lunedì 14 Giugno, ore 13.30 - OLANDA-DANIMARCA a Johannesburg
Sabato 19 Giugno, ore 13.30 -
OLANDA-GIAPPONE a Durban
Giovedì 24 Giugno, ore 20.30 - CAMERUN-
OLANDA a Cape Town

OGUCHI ONYEWU
Girone C: Inghilterra - Usa - Slovenia - Algeria

Sabato 12 Giugno, ore 20.30 - INGHILTERRA-USA a Rustenburg
Venerdì 18 Giugno, ore 16.00 - SLOVENIA-
USA a Johannesburg
Mercoledì 23 Giugno, ore 16.00 -
USA-ALGERIA a Pretoria

DOMINIC ADIYIAH
Girone D: Germania - Serbia - Ghana - Australia

Domenica 13 Giugno, ore 16.00 - SERBIA-
GHANA a Pretoria
Sabato 19 Giugno, ore 16.00 -
GHANA-AUSTRALIA a Rustenburg
Mercoledì 23 Giugno, ore 20.30
GHANA-GERMANIA a Johannesburg

Oggi iniziano i Mondiali!!!

L'attesa è terminata, oggi alle 16 iniziano i Mondiali FIFA Sudafrica 2010! La partita inaugurale Sudafrica - Messico aprirà ufficialmente la rassegna iridata allo stadio Ellis Park di Johannesburg.
Diverse le difficoltà che attendono i padroni di casa, alle prese con un Messico che in Europa ha messo sotto avversari molto più blasonati (tra cui l'Italia) durante le amichevoli premondiali.

Gli 8 gironi sono composti dalle seguenti squadre:

Girone A: SUDAFRICA – MESSICO – URUGUAY – FRANCIA

Girone B: ARGENTINA – COREA DEL SUD – GRECIA – NIGERIA

Girone C: ALGERIA – INGHILTERRA – SLOVENIA – STATI UNITI

Girone D: AUSTRALIA – GERMANIA – GHANA - SERBIA

Girone E: CAMERUN – DANIMARCA – GIAPPONE - OLANDA

Girone F: ITALIA – NUOVA ZELANDA – PARAGUAY - SLOVACCHIA

Girone G: BRASILE – COREA DEL NORD – COSTA D’AVORIO - PORTOGALLO

Girone H: CILE – HONDURAS – SPAGNA - SVIZZERA

Milan-Ronaldinho: divorzio vicino secondo Tuttosport

Il Milan e Ronaldinho potrebbero separarsi. Secondo quanto si apprende dall'edizione odierna diTuttosport, c'è la possibilità che sia Dinho l'elemento da sacrificare per reperire risorse da investire sul mercato. Soprattutto vista le difficoltà incontrate dai rossoneri nel piazzare Huntelaar, che al momento non sembra destinato a lasciare il Milan. L'eventuale cessione di Ronaldinho darebbe inoltre la possibilità di ridurre il monte ingaggi perchè il campione brasiliano percepisce quasi 9 milioni di euro. Un'eventuale cessione sarebbe comunque difficilmente digerita dalla tifoseria, che vedrebbe concretizzarsi un processo di smobilitazione iniziato con la cessione di Shevchenko e proseguito con quella di Kakà.

giovedì 10 giugno 2010

Galliani: "Pato è incedibile"

Questa volta lo afferma con decisione: "Alexandre Pato è assolutamente incedibile". L'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, dopo i dubbi sollecitati dall'attaccante, che ieri dal Sudafrica ha fatto sapere che è ancora presto per dire che resterà in rossonero, ripete un ritornello ormai noto. "Io non giudico le parole dei calciatori. Che ha detto? Io non lo so neppure - ha domandato arrivando in Lega, dopo aver ascoltato una sintesi del messaggio del brasiliano -. Pato ha un contratto fino al 2014 e resterà con noi. È incedibile". L'ad rossonero ribadisce poi che il prossimo allenatore, "quando e se si libererà dal Cagliari, è sicuramente Allegri". È saltato infatti l'incontro in Lega con Massimo Cellino, poiché il presidente del Cagliari è rimasto a Miami. "Ma non perdo nessuna pazienza - assicura Galliani -, Allegri è un allenatore legato al Cagliari fino al 30 giugno 2011, quindi non dipende da noi ma da Cellino: adesso è a Miami, lo vedrò la settimana prossima, ma i rapporti personali con lui sono ottimi". Galliani esclude poi che Cellino attenda la soluzione delle comproprietà fra le società, che si risolveranno entro il 25 giugno. "Non credo, con lui c'è un rapporto molto buono da molti anni quindi quando torna risolveremo il problema, tanto - osserva il dirigente del Milan - non c'è nessuna premura, il raduno è il 20 luglio: annunciare Allegri oggi o il 19 luglio non cambia nulla". In Lega Galliani potrebbe invece parlare di Storari con la Sampdoria. Ma la ripsosta non è tra le migliori per il club blucerchiato: "La Samp non ha fatto nessun tipo di offerta per Storari, che per altro dovrebbe rimanere al Milan", taglia corto l'ad rossonero.

giovedì 3 giugno 2010

Montreal Impact-Milan 1-4

Finisce con una goleada la tournée americana del Milan. Dopo la sconfitta per 3-2 contro il Washington DC United e la vittoria per 1-0 contro il Chicago Fire, i rossoneri hanno battuto per 4-1 il Montreal Impact davanti a 47.861 spettatori. La gara si è giocata all'Olympic Stadium: tetto chiuso e terreno con l'erba naturale appositamente posata sopra il tappeto sintetico. Troppo netto il divario per assistere a una partita equilibrata e allora entrambe le squadre hanno pensato ad attaccare senza preoccuparsi troppo della fase difensiva. Ne è derivata una gara divertente e ricca di gol e di occasioni. Il primo a segnare è Pato, di destro su assist di Seedorf. Cinque minuti dopo Testo si libera di Brocchi e piazza il pallone sul secondo palo con un bella conclusione di interno destro. Inzaghi trova il modo di timbrare il cartellino anche in tournée con un piccolo gioco di prestigio: un cross di Seedorf rimbalza su un difensore avversario spiazzando il portiere che era in uscita, prima che la palla termini in angolo Pippo la tocca scavalcando un difensore e insaccando poi a porta vuota. Nella ripresa i numerosi cambi ampliano ulteriormente la differenza di valori e c'è gloria anche per Seedorf (destro secco dopo uno scambio con Pato) e per l'acclamatissimo Ronaldinho, che si procura e trasforma un calcio di rigore. Nella notte italiana il Milan ripartirà per l'Italia e per le vacanze, già cominciate per i brasiliani, partiti subito dopo la gara, e per quei giocatori che hanno deciso di trascorrere il riposo estivo tra Miami e le Bahamas.


MARCATORI: Pato (M) al 12’, Testo (MI) al 17’, Inzaghi (M) al 25’ p.t.; Seedorf (M) al 13’, Ronaldinho (M) su rig. al 36’ s.t.

MONTREAL IMPACT (4-2-3-1): Jordan (dal 27’ s.t. Djekanovic); Billy (dal 12’ s.t. Braz), Pizzolitto, Aaboubou (dal 27’ s.t. Joqueviel), De Roux; Gatti (dal 32’ s.t. Hemming), Testo (dal 29’ s.t. Leduc); Placentino (dal 10’ s.t. Agourram), Donatelli (dal 24’ s.t. Soares), Di Lorenzo (dal 24’ s.t. Byers); Brown (dal 22’ s.t. Sebrango). All. Dos Santos.

MILAN (4-2-1-3): Colombo; Terzi, Nesta (dal 1’ s.t. Diniz), Favalli, Antonini; Blasi (dal 1’ s.t. Delvecchio), Brocchi; Seedorf (dal 17’ s.t. Jankulovski); Pato (dal 27’ s.t. Di Gennaro), Inzaghi (dal 1’ s.t. Mancini), Ronaldinho (dal 45’ s.t. Abate). All. Tassotti.

martedì 1 giugno 2010

Accordo tra Spartak e Milan

Due popolari società di calcio della Russia e dell’Italia, FC Spartak Mosca e AC Milan, hanno firmato un accordo di reciproca cooperazione nell’ambito delle relazioni sportive della durata di tre anni.

L’accordo è stato firmato dall’Amministratore Delegato di FC Spartak Mosca Leonid Fedun e dal Vice Presidente Esecutivo di AC Milan Adriano Galliani e presuppone incontri regolari tra i rappresentanti dei Club che riguardano la presa in esame e la discussione di vari argomenti, tra i quali l’istituzione di “Giornate di Amicizia” che prevedono l’organizzazione di partite amichevoli tra le squadre dei rispettivi Settori Giovanili, tra la squadra dei “Veterani” di FC Spartak Mosca e “Milan Glorie” e, quando possibile, tra le Prime Squadre dei due Club.

Le parti si sono accordate anche in merito all’organizzazione di campi di allenamento per bambini e ragazzi, scuole calcio nate dalla collaborazione tra Spartak Mosca e Milan (Milan Junior Camp). Quest’evento avrà luogo a Mosca per la prima volta.

Lo scambio di esperienze si estenderà anche agli aspetti tecnici e medici, con particolare riferimento alla metodica di cura e riabilitazione dei calciatori in seguito agli infortuni.

Spartak Mosca e Milan collaboreranno anche nel campo dello sviluppo dei Canali TV tematici dei rispettivi Club.

Chicago Fire-Milan 0-1

Molto caldo, qualche momento di spettacolo, poche emozioni e un gol: quello di Clarence Seedorf che al primo minuto della ripresa ha risolto l'amichevole tra il Milan e i Chicago Fire al Toyota Park di Chicago, penultima tappa della tournée rossonera. Poche ore prima della gara Tassotti aveva dovuto rinunciare a Pippo Inzaghi per un attacco febbrile e così il tecnico rossonero ha schierato Pato nel ruolo di centravanti. Poi il modulo è cambiato (dal 4-2-3-1 al 4-2-1-3 con Di Gennaro centravanti e Pato sulla destra), ma i rossoneri hanno creato poco. Il gol decisivo è stato determinato da un errore di Brown che ha in pratica messo Seedorf davanti al portiere americano: dribbling secco e sinistro in rete da posizione angolata. La reazione dei Chicago Fire sta tutta in un tiro di Martinez ben parato da Dida, mentre il Milan manca di poco con Pato l'occasione del raddoppio. Da segnalare due invasori di campo, prontamente bloccati addirittura con le manette, il lancio molto "europeo" di un fumogeno in campo e una cornice molto festosa con l'esecuzione degli inni nazionali prima della gara e una costante partecipazione dei 20.000 spettatori presenti. Oggi il Milan si trasferisce a Montreal dove mercoledì disputerà l'ultima amichevole della tournée. Queste le squadre in campo al Toyota Park:
CHICAGO FIRE (4-5-1): Dykstra (dal 14’ s.t. Johnson); Robinson, Brown (dal 19’ s.t. Watson-Siriboe), Conde, Krol; Nyarko, Husidic (dal 24’ s.t. Bone), Pause, Mapp (dal 30’ s.t. Umanzor), Pappa; McBride (dal 1’ s.t. Banner). All. De los Cobos.
MILAN (4-2-3-1): Dida; Abate (dal 1’ s.t. Oddo), Nesta, Favalli (dal 21’ s.t. Terzi), Antonini (dal 42’ s.t. Antonini); Blasi (dal 38’ s.t. Jankulovski), Brocchi; Di Gennaro (dal 1’ s.t. Mancini), Seedorf, Ronaldinho (dal 30’ s.t. Delvecchio); Pato. All. Tassotti.
ARBITRO: Stott