sabato 12 giugno 2010

Gattuso: "Dopo il Mondiale lascio la Nazionale"

L’azzurro nel cuore, per la vita. Rino Gattuso è lo spot migliore per ridare orgoglio e credibilità a una Nazionale arrivata in Sudafrica con più dubbi che certezze. Tocca le corde dei sentimenti quando dice: "Indossare questa maglia qui - e la accarezza addosso - è la cosa più bella che ci può essere. Ma a quasi 33 anni è giusto lasciare spazio ai giovani. Con questo Mondiale chiudo con l’Italia e mi rimane un grande sogno: poterla un giorno allenare". Per parecchio tempo ha preferito star zitto e ne spiega il perché: "Da un lato mi dà fastidio sentire certe cose. Perché noi giocatori non parliamo di politica. Invece ogni volta che c’è una manifestazione internazionale loro devono parlare di calcio. C’è voglia di strumentalizzarci e questo non mi va bene". Un altro motivo del suo silenzio è stato il nervosismo: "Perché mi sono rovinato da solo, sottovalutando l’infortunio al ginocchio dell’anno scorso. Invece con certe cose non si scherza. Sono venuto a fare la Confederation con una gamba sola, poi spesso ho giocato con antinfiammatori, con dolore e ho sbagliato. Ora va meglio perché al mattino mi alzo e non sento più il ginocchio ’impastato’, non ho bisogno di prendere antidolorifici e sto molto meglio. Poi qui in Nazionale mi sento importante. No, non capitano non giocatore: di capitano c’è già Cannavaro. Io mi sento uno del gruppo. Se gioco lunedì? Non l’ho capito proprio ma sono qui a disposizione. A dare una mano al gruppo. Perché se abbiamo vinto in Germania era perché eravamo in 23 con una sola testa". Rino ha bisogno di sentirsi importante: potrà esserlo nel Milan? Vorrebbe non parlarne, ma dal suo pensiero si capisce che l’esperienza in rossonero potrebbe volgere alla fine: "Non è questo il momento di parlarne, a due giorni dall’esordio al Mondiale, che è sempre la partita più difficile. Io ho ancora due anni di contratto, ma non è un problema di soldi perché grazie a Dio e al Milan ne ho guadagnati tanti. Dite che a Dubai c’è il mare... Sapete che sono stato io l’artefice del passaggio di Fabio Cannavaro al’Al Ahli. Ma io posso anche andarmene a pescare con una barca a Schiavonea, non è un problema. Bisogna capire quale sono i progetti. Perché ho passato un anno brutto, non c’è dubbio. Rivivere certe situazioni non ci penso proprio. Anche perché io se non sono stimolato e non mi sento importante divento uno normalissimo, un giocatore di terza categoria. E allora ho bisogno di capire. Ma lasciamo perdere Dubai: qui conta solo il Paraguay che ha giocatori che corrono avvelenati. Per il resto ci sarà tempo". Schietto nei confronti di chi non c’è e a chi gli propone un paragone Totti-Balotelli risponde: "Francesco è un grandissimo. Ha fatto con noi, e non solo, cose importanti. Per questo non paragonatelo a Balotelli. Siete voi a scrivere ogni volta che fa una cazzata, che deve maturare nei comportamenti con la sua squadra o sbaglio? E allora ne deve fare di strada per raggiungere la carriera di Totti". Quasi duro con Cassano: "Antonio lo sa che si è rovinato da solo il rapporto con la Nazionale, con i suoi comportamenti sbagliati. Lui col club ha raggiunto certi risultati, farà ancora bene. Ma qui serve ragionare di gruppo e se abbiamo vinto a Berlino è stato soprattutto per quel motivo". Sul compagno e amico bloccato dall’infortunio: "Non ho mai visto Andrea triste come in questi giorni. È vero che lui ha sempre quella faccia, ma vi assicuro che è giù anche se continua a fare i suoi soliti scherzi. Sta lottando con tutte le sue forze: lavora 7 ore al giorno con i terapisti per recuperare. E sono sicuro che ce la farà". L’ultimo pensiero per il Paese che ci ospita: "È bello vedere l’entusiasmo e la grande gioia di questa gente. Un po’ meno bello vivere blindati in ogni spostamento. Se voglio fare due passi si muovono subito quattro macchine della polizia. C’è troppa tensione sul problema sicurezza e questo mi dispiace perché non puoi vivere da vicino certe emozioni. Le famiglie lontane? Per certi versi è meglio così, perché visti i problemi avere moglie e figli qui aumenterebbe le preoccupazioni. Oggi c’è skype che ti fa sentire vicini. E poi per un mese si può stare lontani dalla famiglia. Anche perché stiamo qui per un obiettivo importante. Mica per pettinà le bambole".

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