domenica 30 maggio 2010

Berlusconi: "Io allenatore? Avrei vinto"

Non solo politica ed economia nel vertice di ieri sera tra Silvio Berlusconi e il leader della Lega Umberto Bossi. Nel corso dell'incontro, presenti anche i ministri Calderoli e Tremonti, il premier - impegnato nella elaborazione di una finanziaria che comporterà parecchi sacrifici - si è soffermato sulle ultime vicende calcistiche del Milan: "È la squadra che amo e perciò sono il primo tifoso. Però io quest'anno, nonostante i tanti infortuni, se avessi fatto l'allenatore avrei vinto lo scudetto con 5-6 punti di distacco...". Alla cena, tenutasi a Palazzo Grazioli, c'era anche un esponente del Carroccio di Busto Arsizio. "Da giovane ho giocato nella squadra della tua città", ha confidato il Cavaliere secondo quanto viene riferito.

venerdì 28 maggio 2010

Berlusconi: "Per il Milan do 50 milioni l'anno"

Berlusconi non lascia e non raddoppia, ma fa chiaramente capire di non avere intenzione di privarsi del suo giocattolo preferito, il Milan. "Vendere il Milan? Non riesco a capire queste domande proprio a me che ho fatto la storia del Milan e sono il presidente che ha vinto di più", ha detto Silvio Berlusconi in un collegamento telefonico con la trasmissione di Belpietro su Canale 5, negando così qualsiasi ipotesi di cessione della squadra rossonera, circondata negli ultimi giorni da voci di interessamento del colosso russo Gazprom. Il premier, poi cita un presidente storico del Real Madrid, Bernabeu. "Io ho portato il Milan a vincere più trofei di quelli che ha vinto il Real Madrid, il secondo dopo di me è Bernabeu, che ha uno stadio a lui dedicato a Madrid". Il premier inoltre, prosegue, ribadendo l'entità dell'impegno della sua famiglia per la gestione del cub rossonero: "Al Milan ho sempre dato molta attenzione, ho fatto molti sacrifici per il Milan e se qualcuno pensa che la mia famiglia non abbia dato al Milan sufficienti finanziamenti dico che negli ultimi anni abbiamo sempre speso più di 50 milioni all'anno, anche troppo mi sembra".

Washinton DC-Milan 3-2

Debutto amaro, nella tournee nordamericana, per il Milan. Davanti ai 30.000 spettatori dell'Rfk Stadium di Washington, i rossoneri hanno perso 3-2 (2-0) con i padroni di casa del Dc Washington. In gol per gli statunitensi Emilio e Pontius, nel primo tempo e Allsopp nel secondo. Sempre nella ripresa le reti milaniste segnate entrambe dal difensore Oddo, una su rigore, quando i padroni di casa erano ormai in 10 per l'infortunio di Barklage a sostituzioni già effettuate. "Non abbiamo giocato male - ha osservato il tecnico Mauro Tassotti - la partita l'abbiamo fatta noi, soprattutto nei primi minuti, quando siamo anche riusciti a costruire un discreto numero di palle gol, che però non abbiamo sfruttato. Gli avversari - ha proseguito - hanno trovato la rete per tre volte su nostri errori, anche un pò banali e ingenui. Una volta sotto di tre gol non è semplice rimontare, ma nonostante tutto ce l'abbiamo quasi fatta". Quanto al suo futuro, Tassotti - a lungo considerato tra i favoriti nella corsa alla successione di Leonardo - ha precisato che "non c'è nulla di particolare. Sono al Milan da 30 anni e conosco bene questo ambiente, so come gestire certe cose. Quando torneremo dalla tournee - ha chiosato - avrò un incontro e lì si deciderà cosa fare, ma tutto con la massima tranquillità".

martedì 25 maggio 2010

Clamoroso: l'Inter pensa a Leonardo per il dopo Mourinho

Dopo settimane di silenzio attorno al nome di Leonardo, arriva una clamorosa indiscrezione attorno al nome dell'ex tecnico rossonero. La famiglia Moratti starebbe pensando proprio a lui per sostituire Josè Mourinho. Sarebbe stato il tecnico lusitano a suggerire la candidatura di Leo a Moratti, durante la cena di ieri nella casa di via Serbelloni e il patron nerazzurro parrebbe entusiasta dell'ipotesi. L'ammirazione del Presidente dell'Inter per l'ex fantasista rossonero c'è sempre stata, a gennaio lo elogiò prima del derby per il lavoro che stava svolgendo e non ha mai nascosto il desiderio di poterlo avere all'Inter. Secondo "Sportmediaset", oggi ci sarebbe stato il primo contatto telefonico e pare essere risultato positivo: Leonardo non ha alcuna chiusura nei confronti dell'Inter, il suo passato da milanista è recente ma passato e Leo è anzi più che contento di portare avanti la trattativa. Nel caso questa incredibile ipotesi accada, bisognerà capire come la potrebbe prendere l'ambiente rossonero e la tifoseria, inoltre rappresenterebbe una scelta che potrebbe sconfessare anche le parole dello stesso Leo, che aveva rivelato l'intenzione di non continuare l'avventura da allenatore, almeno a breve.

domenica 23 maggio 2010

Milan-Allegri: ci siamo quasi

Massimiliano Allegri e il Milan. Matrimonio quasi fatto; questione di dettagli. A Silvio Berlusconi è piaciuto molto. Ora non resta che attendere le mosse di Massimo Cellino, presidente del Cagliari, per la rescissione del contratto che lega ancora il tecnico livornese al club rossoblù. Le physique du rôle(Galliani dixit) ce l'ha. Secondo i vertici rossoneri è l'ideale punto di partenza, o meglio, ripartenza. A Berlusconi sarebbe piaciuto non solo lo stile, ma anche le idee calcistiche. Il 4-3-1-2 con il trequartista a ridosso degli attaccanti. Per dirla breve, con il tanto amato Ronaldinho alle spalle di Pato e Borriello. Si dice anche, a dispetto delle ristrettezze economiche che hanno di fatto condizionato la stagione rossonera, che il premier potrebbe regalargli un grosse nome a sorpresa, consapevole del fatto che il popolo milanista non può continuare ad assistere impotente ai trionfi dei cugini nerazzurri. Così per Allegri sarebbe pronto un contratto biennale con la possibilità di portare a Milanello il suo vice Landucci, tra l'altro preparatore anche dei portieri. Si preparebbero così anche alcuni addii. Come quello di Villiam Vecchi, arrivato a Milano con Ancelotti, mentre resta un mistero il destino di Mauro Tassotti. Intanto Allegri potrà contare su Filippo Inzaghi che, a dispetto dei suoi quasi 37 anni (li compirà il 9 agosto), ha prolungato per un altro anno. In partenza per la tournée negli Stati Uniti, con il suono dei clacson interisti ancora nelle orecchie, a tre anni dal suo trionfo personale di Atene, il bomber non ha nessuna intenzione di mollare il colpo. "Il mio obiettivo principale è stare bene; battere il record di reti in Europa (69 gol contro i 68 di Inzaghi, ndr) è importante dopo tutto quello che ho fatto e sono contento per il rinnovo" ha detto Superpippo riferendosi al suo duello con il leggendario Gerd Muller. Che Leonardo non fosse proprio la sua passione si sapeva; resta da capire come accoglierà l'erede del brasiliano: "Allegri? Aspettiamo, ho sempre detto che giocare contro le sue squadre è difficile perché sono organizzate e i giocatori sanno quello che fare in campo. Vediamo cosa succederà. Speriamo di tornare a vincere, facciamo i complimenti all'Inter che ha meritato la Champions, ma speriamo di tornare a farlo anche noi".

giovedì 20 maggio 2010

Aggregati 7 giocatori per le partite negli States

I sette giocatori in prestito per la tournèe rossonera di fine stagione inizieranno ad allenarsi tutti in gruppo, domani a Milanello. Ecco i giocatori in prestito aggregati solo ed esclusivamente per le tre partite in programma in Usa e Canada: Cristian Brocchi, Davide Di Gennaro, Marcus Diniz Paixao, Roberto Colombo, Gennaro Delvecchio, Claudio Terzi e Manuele Blasi. I primi quattro sono di estrazione rossonera. Oltre a Brocchi, vincitore di otto trofei con il Milan, Di Gennaro e Diniz hanno militato nell'ultima stagione nel Livorno, mentre il portiere Colombo ha giocato nel Bologna.

mercoledì 19 maggio 2010

Dinho: "Il mio futuro? Non c'è risposta"

Ronaldinho come Mourinho: "Il mio futuro? Neanche io lo so, questa è una domanda a cui non c'è risposta". Il giocatore del Milan tentenna, anche se Adriano Galliani ha garantito sulla permanenza in rossonero del brasiliano. Ospite di Radio Montecarlo, per svelare i candidati al Golden Foot 2010, Ronaldinho tiene tutti col fiato sospeso infilando frasi a metà del tipo "sono molto felice in Italia", "ho vissuto due anni bellissimi in cui tanta gente, non solo a Milano, mi ha sempre dato tanto", "non so cosa succederà tra qualche anno ma sono felice qui". Afferma di voler guardare avanti e ammette di aver avuto "la felicità di realizzare tutti i miei sogni e adesso voglio realizzarli ancora una volta", con un pensiero rivolto a Leonardo, tra gli artefici del suo rilancio in questa stagione: "È un amico e lo rispetto molto come allenatore. C'è qualcosa di speciale in lui perché ha giocato tanti anni e sa come si tratta un calciatore". Il Milan non farà follie, provando a ripartire dai giovani, ma se i tifosi non sembrano avere la pazienza di aspettare, lo stesso vale per i giocatori. "Neanche noi abbiamo questa pazienza, vogliamo tutti una bella squadra e vincere - dice Ronaldinho -. Il divario dall'Inter? La vita è così, il calcio è così, sono felice per i miei amici nerazzurri ma triste per il Milan". Intanto si è scatenato il toto-allenatore, dove spicca anche il nome di Mauro Tassotti. "Ha lavorato tanti anni con Ancelotti, conosce bene il Milan, è qui da tanto e se arriva per lui questa opportunità ha tutto per fare bene". Infine il Mondiale in cui non ci sarà: "Non li guarderò; tiferò Brasile, ma a me piace giocare, non guardare".

lunedì 17 maggio 2010

Milan verso il duo Tassotti-Galli

Silvio Berlusconi, riferiscono alcune fonti all'Agi, starebbe pensando al duo Galli-Tassotti per la panchina e non avrebbe escluso l'idea di affidare a Paolo Maldini, bandiera rossonera, un ruolo dirigenziale di alto livello. Il caso-Leonardo, l'allenatore rossonero voluto da Adriano Galliani a cui il Cavaliere non ha risparmiato delle critiche, ha lasciato il segno. Ma Berlusconi, spiegano le stesse fonti, vuole scendere in campo per compattare l'ambiente. Può darsi che l'incontro con i giocatori avverrà nel pomeriggio di martedì, ma in ogni caso il Cavaliere ai suoi collaboratori ha comunicato l'intenzione di raggiungere la squadra. "Sono il presidente che ha vinto più di tutti, il Milan nei primi dieci anni del nuovo Millennio è arrivata a giocare tre finali di Champions League", ripete il premier ai suoi interlocutori quando si trova a parlare delle sorti rossonere. Nelle cene con i senatori a palazzo Grazioli il premier si è dilettato in questi mesi a fare l'allenatore, a discettare di tattica con tutti. Lanciando anche critiche a Leonardo per come ha fatto giocare la squadra quest'anno, pur considerando i tanti infortuni che hanno frenato Ronaldinho e compagni. "Tutte le squadre europee dovranno avere gestioni austere e anche noi andremo avanti in questo modo. Il mio Milan ha fatto la storia e nessuno lo deve dimenticare", ha spiegato nell'ultimo incontro con gli esponenti del Pdl di palazzo Madama. Ma 24 anni fa, quando arrivò al Milan, fu lui a lanciare una politica di grandi acquisti con spese fuori bilancio per costruire i suoi successi.

Onyewu rinnova gratis

L'AC Milan, con un comunicato sul sito ufficiale, comunica il rinnovo contrattuale di Oguchi Onyewu per un'altra stagione, dal 2012 al 2013 in cui, tuttavia, il difensore non recepirà nessun tipo di ingaggio, avendolo concordato questa mattina insieme al suo avvocato. Il centrale, che è stato infortunato per tutto l'arco della stagione, con un bel gesto ha voluto "ripagare" la Società rossonera, non avendo mai potuto offrire il suo contributo durante l'anno.

Ecco il comunicato da Acmilan.com

"ll nazionale statunitense Oguchi Onyewu, reduce durante la stagione da un lungo infortunio che lo ha costretto ad una assenza durata di fatto per tutta la stagione ma pronto in questo momento ad affrontare l'avventura dei Mondiali in Sudafrica con la sua rappresentativa, si è reso protagonista oggi di un gesto molto significativo sul piano umano e professionale. Assistito dal suo avvocato, Jean Louis Dupont, Onyewu ha chiesto, e ottenuto, al Milan il prolungamento di un anno del proprio attuale contratto, dal 30 Giugno 2012 al 30 Giugno 2013. Nel corso di questo anno in più, Oguchi Onyewu, per sua scelta, molto apprezzata dalla Società rossonera, ha chiesto di non percepire alcun tipo di emolumento. Quello di Onyewu è un gesto esemplare che merita sincere congratulazioni."

Rinnovo che, a prescindere dei futuri introiti del giocatore, mette a tacere le tante indiscrezioni che davano il colosso statunitense via dal Milan per la prossima stagione.

domenica 16 maggio 2010

E adesso...l'America!

Il campionato è ormai alle spalle, l'obiettivo stagionale è stato raggiunto con la conquista del terzo posto alla penultima giornata. Prima delle vacanze arriva adesso l'ultimo impegno della squadra che sarà impegnata dal 23 Maggio al 4 Giugno in una tourneè negli Usa.

Il "Tour USA 2010" organizzato in collaborazione con la CAA Soccer Enterprise prevede le seguenti partite:

26 maggio
, Washington DC, RFK Stadium ore 20: DC UNITED–MILAN;
30 maggio, Chicago, Toyota Park Stadium ore 19,30: CHICAGO FIRE–MILAN;
2 giugno, Montreal, Olympic Stadium ore 20: MONTREAL IMPACT–MILAN.

Le prime due squadre appartengono alla MLS (Major Soccer League), mentre la formazione canadese partecipa alla USSF Second Division.

Naturalmente non parteciperanno alla spedizione tutti i nazionali impegnati con le rispettive rappresentative in vista dei Mondiali in Sudafrica. Il gruppo sarà invece guidato da Mister Mauro Tassotti.

Galliani: "Io e Pato non ci muoviamo"

Che signore Leonardo. "È stata un'annata particolare, bella, in cui abbiamo provato qualcosa di diverso. Poi le cose vanno così, arrivano dei momenti in cui si deve scegliere di cambiare" è il suo commiato. Archiviato il 3-0 alla Juve, Leo spiega così la sua decisione di lasciare la panchina. "Tutto è stato preso di comune accordo; non c'è presidente, non presidente. Sono 13 anni per me, non un giorno. Non faccio drammi, ho promesso a me stesso di vivere ogni cosa con allegria e non posso guardare indietro, ma tutto quello che ho passato qui è bellissimo". Insiste: "Non penso a quello che ho vissuto ma a quello che ho dentro, io avevo le mie idee. Chi è vicino al Milan sa come è partita e come si sta chiudendo. Affronti le situazioni, reagisci, lotti come nella vita e nel lavoro. Per me non è un lavoro, ma ho vissuto un rapporto molto lungo straordinario". L'ormai ex tecnico milanista ribadisce: "Quello che è successo è successo, chi vive vicino al Milan lo sa. Penso che la società lo sa. Non devo dichiarare niente. Io parlo di 13 anni, di quello che porto dentro di me, posso dire alla società quello che penso". Sull'abbraccio dei tifosi questa sera a San Siro, che invece hanno criticato il presidente Berlusconi, Leonardo, dice: "Cercano di manifestare il loro pensiero. Ma il Milan troverà le soluzioni, perché ha una storia di 110 anni, ha sempre avuto successo se pensiamo che nell'ultimo decennio di Champions League ne vinte due, più una finale. Troverà la soluzione". Adriano Galliani non nasconde il suo rammarico per l'addio di Leo, ma punta il dito contro la curva dei tifosi milanisti che hanno contestato l'operato della società e direttamente il proprietario Silvio Berlusconi. A chi rimproverava attraverso gli striscioni l'assenza di Berlusconi per l'ultima gara di campionato, Galliani risponde che "il Presidente non c'era perché non stava bene, lo sanno tutti". E poi: "Questa curva è ingenerosa, molto ingenerosa. Ricordo che Berlusconi ha preso il Milan in un'aula di tribunale e grazie alle sue idee e alle ingenti risorse, siamo riusciti a fare otto finali di Champions League come nessuno. Di queste otto, tre negli ultimi anni, con risultati straordinari. Si tratta di una contestazione che non si può accettare. Senza Berlusconi il Milan avrebbe vegetato come stava facendo". Galliani aggiunge inoltre che Pato non si muoverà dal Milan: "E' il futuro ed è un pallino del presidente. E non me ne vado nemmeno io; piuttosto mi lego a una sedia". Una doppietta per salutare Leonardo. "È stato bellissimo lavorare con Leonardo, lui è un amico, ma adesso devo rispettare la sua scelta - sostiene Ronaldinho a fine gara -. Ripeto, è un mio amico e voglio vederlo felice, se non può essere più qui, altrove. Non so dove andrà, posso solo ringraziarlo, è stato veramente un piacere lavorare con lui". Intanto impazza il toto-successore, in pole c'è il secondo di Leonardo, Mauro Tassotti. "Per me è prontissimo - assicura -, ha tanta esperienza, ha lavorato tanti anni con Ancelotti ed è da tanti anni dentro il calcio. Credo che nessuno sappia ancora chi verrà al Milan, aspettiamo". Poi la risposta che non ti aspetti. Alla domanda "l'anno prossimo sarai al 100% al Milan", Ronaldinho risponde seccamente: "Non lo so". Ma il fratello-agente Roberto De Assis assicura: "Dico che c'è un contratto e che lui è felice in Italia".

Milan-Juventus 3-0

Addio Leo, addio Zac. Sfida di abbracci e rimpianti. Ma anche di attacchi al potere. Critica pura, come il gigantesco striscione con la sentenza dei tifosi: "Presidente bocciato, assente ingiustificato". Silvio Berlusconi, ovviamente. Ma Milan-Juve è anche calcio e finisce 3-0 come nella gara di andata. Vittoria ineccepibile, ancora una volta all'insegna di Ronaldinho che realizza una nuova doppietta ai bianconeri, dopo il gol dell'1-0 di Antonini. Per la Juventus è la sconfitta numero 15: non accadeva dalla stagione 1961/62. Leo si congeda all'insegna del tridente: Seedorf alle spalle di Pato, Borriello e Ronaldinho. Riproponendo il 4-2 e fantasia che per un bel pezzo di campionato ha illuso il popolo rossonero. Il suo marchio di fabbrica, inseguendo il sogno dei quel Brasile del 1982 da lui tanto amato. Zaccheroni invece saluta con una mossa a sorpresa: Diego e Felipe Melo dirottati in tribuna; "problemi muscolari" sostiene Zac. Salihamidzic e Marchisio giocano al loro posto. Un messaggio chiaro quello del tecnico che però deve fare i conti con la tenuta della squadra. E pensare che Iaquinta già al 4' potrebbe andare in gol. Bella l'intenzione, un po' meno il diagonale che si perde a lato. La Juventus prova a spaventare il Milan con scambi veloci, ma lasciando spazi aperti nella sua trequarti dove i rossoneri perendo le misure. La squadra di Leonardo carbura lentamente fino a prendere il sopravvento, grazie alla forza penetrativa di Antonini che al 14' porta in vantaggio il MIlan. Grande l'assist di Seedorf che serve centralmente al limite l'esterno sinsitro. Gabbati a cento all'ora Cannavaro e Zebina, il rossonero irrompe in area e batte facilmente Buffon. Il gol ha il pregio di esaltare il Milan che non si accontenta, sfruttando le clamorose praterie regalate dalla formazione bianconera. I rossoneri arrivano da tutte le parti sfruttando gli incredibili spazi regalati dai bianconeri, senza idee e un gioco in grado di impensierire seriamente i rossoneri. Al 28' arriva infatti il raddoppio, grazie a un dialogo stretto fra Pato e Ronaldinho che supera Cannavaro e infila sul primo palo. Il risultato premia il cinismo del Milan, abile ad addormentare il gioco con un possesso palla doc e l'immensa classe di Ronaldinho e Seedorf. Zaccheroni non ha intenzione di subire oltre nella ripresa e riparte con Camoranesi al posto di Salihamidzic; c'è anche Manninger al posto di Buffon, ma il portiere della Nazionale resta negli spogliatoi per un problema a una caviglia. Ma c'è rassegnazione in campo. La Juve non morde e quando attacca manca di convinzione. Iaquinta si danna e fa quel che può, ma annaspa nella difesa rossonera che intanto ritrova Nesta, mentre Favalli si congeda e dà il suo addio. Il Milan dal canto suo si esalta fra possesso palla e torello, per poi dilagare sulle fasce dove la Juve non c'è. Come al 22' quando Zambrotta trova i tempi per il cross. La palla finisce a Ronaldinho che trova l'angolo più lontano per il 3-0. E' l'atto finale di un controverso confronto, dominato dal Milan che omaggia e saluta Leonardo nel modo in cui è sempre piaciuto al brasiliano, contro una Juve che chiude la parentesi Zaccheroni, affondato in panchina, impotente e disorientato. E' l'atto finale anche di Dida che lascia ad Abbiati è chiude un'era di trionfi e tonfi clamorosi, comunque da applausi. Ora si volta pagina.

venerdì 14 maggio 2010

Leonardo lascia il milan

Leonardo non sarà più l'allenatore del Milan. La notizia è stata data oggi a Milanello in conferenza stampa, dove il tecnico brasiliano si è presentato insieme all'a.d. Adriano Galliani. "È tutto molto chiaro, siamo arrivati alla fine. Stamattina ho incontrato la società - ha detto Leonardo - e siamo qui per comunicare la nostra separazione assolutamente consensuale. È stata una scelta comune fatta in modo tranquillo, le nostre strade si dividono ma restano amicizia e stima". Leonardo, tredici anni in rossonero prima da giocatore e poi da dirigente, ha ringraziato la società: " Sono un prodotto del Milan a livello di sogni e di lavoro. Non avevo mai pensato di sedere in panchina, è stata un'esperienza straordinaria ma a me piace la gestione. Non sapevo cosa volesse dire fare l'allenatore, è stata un'esperienza straordinaria ma non so se lo farò in futuro, sicuramente non nei prossimi anni. Abbiamo deciso insieme che è arrivato il momento di chiudere devo solo dire grazie al Milan che mi ha dato tutte le opportunità per fare qualsiasi cosa, il mio è un ringraziamento infinito e unico. Si è chiuso un ciclo per me meraviglioso". E adesso? "Non ho nessuna idea, nessun pensiero e nessuna offerta da nessuno". Leonardo sarà ovviamente in panchina domani sera per l'ultima di campionato contro la Juve. Quindi la parola passa a Galliani: "Sono molto dispiaciuto per questa separazione. Ripeto, non c'è uno che lascia l'altro, la decisione è stata presa insieme". Poi i complimenti per il terzo posto: "Leo ha raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissi, senza tutti questi infortuni avremmo lottato per lo scudetto. Abbiamo raggiunto la qualificazione diretta in Champions e questo è un grande risultato. Ha portato grandi innovazioni tecniche, siamo passati dal 4-3-3 al 4-2-fantasia che per un bel pò di tempo ha dato ottimi risultati per punti e per gioco. Direi che è stata assolutamente una stagione positiva".Inevitabili le domande sul futuro: "Non abbiamo ancora preso nessun tipo di decisione - precisa Galliani -. Il Milan finora non ha parlato né contattato nessuno. C'è tempo, non è una decisione che va presa in pochi giorni. Avevamo già deciso che sarà Tassotti a guidare la squadra nella tournèe americana. Non ci sono urgenze, quando avremo scelto il nuovo tecnico lo comunicheremo, fortunatamente l'appeal del nome Milan è ancora forte".

lunedì 10 maggio 2010

Thiago Silva: "Così ho vinto la tubercolosi"

Per costanza e rendimento, si è rivelato una delle note più positive della stagione rossonera. Spesso e volentieri tra i migliori in campo e sempre pronto a timbrare il cartellino (con ben 39 presenze tra campionato e coppe è uno dei rossoneri che più ha giocato in questa stagione), Thiago Silva è rapidamente diventato un punto fermo della difesa milanista, rivelandosi probabilmente il miglior colpo di mercato fatto dal club di Via Turati dopo quello messo a segno con Pato. Anche nei momenti difficili della stagione, il 25enne difensore brasiliano ha sempre detto (e dimostrato) di crederci, mostrando importanti doti caratteriali oltre che tecniche, e un’abitudine a lottare che, probabilmente, proviene da lontano e affonda le radici in una difficile esperienza del suo recente passato. “Ho sconfitto la tubercolosi", ha raccontato il rossonero Thiago Silva nell'intervista esclusiva concessa alla popolare trasmissione brasiliana "Na Estrada com Galvão", che lo ha visitato nella sua casa di Milano. "Ho rischiato di dover dire addio al calcio per la malattia, ma ho lottato e fortunatamente ce l'ho fatta", il ricordo del momento più buio della sua ancora giovane carriera. Il difensore si riferisce al 2004, quando l’arrivo in Europa appena ventenne anziché confermarsi il classico trampolino di lancio verso una carriera di successo rischiò subito di tramutarsi nel peggiore degli incubi. Appena ingaggiato dalla Dinamo Mosca, infatti, Thiago Silva fu allora colpito da tubercolosi e, dopo un lungo periodo di lotta con la malattia e lontano dai campi, dovette decidere di operarsi di fronte al rischio di perdere un polmone e dire definitivamente addio al calcio. “La delusione sportiva più cocente è stata senza dubbio la sconfitta in finale di coppa Libertadores nel 2008 contro la Liga de Quito, davanti al mio pubblico, nel Maracanà”, ha rivelato il difensore che, volgendo la mente al futuro, ha fatto capire di avere due punti fermi. “Voglio vincere con il Milan e con la Seleçao. In questo momento, spero davvero che Dunga decida di portarmi in Sudafrica”, ha rivelato Thiago Silva, che almeno di clamorosi cambiamenti dell’ultimo momento, dovrebbe senz’altro far parte della lista provvisoria che il selezionatore verdeoro diramerà domani.

domenica 9 maggio 2010

Genoa-Milan 1-0

Vuoto e surreale come il Milan, Marassi è testimone dell'impresa del Genoa che supera i rossoneri con il minimo sforzo. Nitida e rumorosa è l'esultanza di Sculli al 57' quando di testa batte Dida. Alla formazione di Leonardo resta la timida soddisfazione del terzo posto aritmetico che vale l'accesso diretto alla fase a gironi di Champions, grazie al pari di Palermo. A 15 anni di distanza dall'uccisione del tifoso rossoblù Claudio Spagnolo (era il 29 gennaio 1995) il prefetto del capoluogo ligure opta per la partita a porte chiuse, ma questo non proibisce ai genoani di regalare una bella prestazione contro un Milan di rara bruttezza e e in dieci negli ultimi minuti per l'espulsione di Flamini. Il Luigi Ferraris senza tifosi è infatti più triste di un campetto di periferia. Un palcoscenico indegno per Genoa e Milan, che si adeguano nel primo tempo al desolante scenario. Senza la spinta di Gian Piero Gasperini, fermato da giudice sportivo, Luca Chiappino, allenatore della Primavera, schiera il consolidato 3-4-3, con la variante Zapater per Milanetto. Leonardo deve rinunciare allo squalificato Ambrosini, ma ritrova una pedina importante come Pato nel tridente. Lancia Abate in difesa e opta per il 4-3-3, dove gli esterni sono Gattuso e Flamini. Assente dal 21 marzo, Pato non lascia però segni indelebili, eccezion fatta per un gol di testa annullato da Damato per un fuorigioco millimetrico. Il resto è poca roba: molto gioco di fascia del Genoa che fa a pugni con la difesa rossonera, reattività limitata dei rossoneri che fanno girare troppo lentamente la palla, permettendo così ai liguri di arretrare e coprire gli spazi. La squada di casa si affida ai piedi buoni di Palacio, Juric e Zapater che godono spesso di inspiegabile libertà. Sul fronte opposto Borriello combatte su tutti i palloni, mentre Ronaldinho e Pato giochicchiano senza creare nulla di concreto. E alla ricerca di un migliore in campo, la scelta cade sui difensori Bocchetti e Thiago Silva: gli implacabili. Ma ci vorrebbe ben altro per far decollare una gara così anemica. La novità all'inizio della ripresa è Fatic al posto di Papastathopoulos. La mossa obbliga Criscito ad arretrare in difesa. Fondamentale, perché il Milan spinge di più e cerca il gol con più convinzione. Ronaldinho, dopo il primo tempo anonimo, regala le uniche due perle degne di nota: due passaggi da antologia, entrambi per Borriello che per due volte deve fare i conti con Amelia. Ma a fare i fatti è il Genoa che passa al 12', subito dopo la sostituzione di Gattuso con Seedorf. Da un cross dalla bandierina, Sculli trova il varco fra due rossoneri e infila di testa alla sinistra di Dida. In affanno e obbligato ad attaccare, il Milan rischia di prendere anche il secondo gol, se non fosse la traversa a dire di no ad Acquafresca dopo un bolide dal limite al 12'. Col terzo posto che traballa, Leonardo cerca di rivitalizzare l'attacco togliendo Pato per Huntelaar, mentre Chiappino rimpiazza Acquafresca per Suazo. Esce anche l'acciaccato Antonini per Zambrotta, ma non è vitamina per la squadra che nonostante il passivo non ci mette il cuore. Lo capisci dal colpo di testa di Huntelaar che spreca clamorosamente a un metro dal gol; lo realizzi quando Flamini si fa ammonire per la seconda volta per un fallaccio al 40' e lascia i compagni in dieci. Lo sintetizzi negli inutli scambi accademici davanti ad Amelia tra Seedorf e Huntelaar e nell'indolente esibizione di Ronaldinho.

sabato 8 maggio 2010

Paloschi, Astori e Diniz torneranno alla base

Cambia la linea guida del Milan per quanto concerne il mercato. I rossoneri punteranno sui giovani, cercando di coltivare i talenti in casa, come rivelato dal vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, a proposito dei rinnovi di Abate e Antonini: "La situazione economica in Italia non è delle migliori, per questo c'è l'esigenza di guardare al settore giovanile, sarà questa la nuova linea del Milan". Il dirigente rossonero ha poi parlato dei vari giovani di proprietà del club meneghino sparsi in Italia: "Ce ne sono tanti, posso solo dire che Paloschi, Diniz e Astori torneranno alla base a fine stagione". Nel caso del difensore brasiliano del Livorno non dovrebbero esserci problemi, visto che il giocatore è in prestito, mentre nel caso del bomber del Parma e del difensore del Cagliari potrebbero esserci delle complicazioni.Per Astori ci sarebbe un accordo di massima tra il Milan ed il Cagliari, la situazione più complessa riguarda Paloschi, visto che qualche mese fa il presidente dei ducali Ghirardi, aveva annunciato l'intenzione di riscattare il giocatore a fine stagione

Leo: "Voglio il terzo posto"

C'è solo il Genoa nei pensieri di Leonardo. Niente futuro, niente possibile addio al Milan. Troppo importante la partita di Marassi con i rossoblu, che potrebbe dare ai rossoneri la certezza del terzo posto, che significa fase a gironi di Champions League senza dover passare per i preliminari. "La partita di domani è troppo importante per pensare al futuro - raconta il 40enne tecnico rossonero -. Contro il Genoa potremo raggiungere matematicamente il nostro obiettivo, questo è il mio primo e unico pensiero. Credo che sia il Genoa che il Milan scenderanno in campo con le proprie motivazioni, nonostante loro non abbiano più nulla da chiedere a questo campionato. Mi aspetto che la mia squadra scenda in campo con lo stesso atteggiamento che si è visto sabato scorso contro la Fiorentina. Vogliamo mantenere il terzo posto in classifica e sappiamo che domani sarà matematicamente possibile a prescindere da quello che potrá accadere nella gara tra Palermo e Sampdoria, tutto dipenderà da noi". Genoa-Milan è una partita particolare per le due tifoserie, con i fan rossoneri di nuovo a Marassi 15 anni dopo la morte di Vincenzo Spagnolo: "Sono consapevole di quello che sta succedendo in vista della gara di domani a Genova che vedrá il ritorno dei tifosi del Milan dopo quindici anni. Mi auguro che domani non si verifichino problemi. È comunque giunto il momento di ragionare su quello che sta succedendo nel calcio italiano perchè ad oggi ad ogni partita si verifica un problema". Leo ritrova Pato (oltre a Nesta), in campo nelle ultime due giornate col sogno di conquistarsi un posto nel Brasile che tra un mese in Sud Africa andrà a caccia del sesto Mondiale della sua storia. "Forse è stato l'infortunio più lungo della sua carriera - dice il tecnico del 20enne connazionale -, non è facile vivere situazioni come la sua. Forse anche la sua vita privata (il divorzio dalla moglie Stephanie, ndr) può aver inciso. Lui e Ronaldinho non sono convocati da tanto tempo in nazionale e la possibilitá di vederli in verdeoro credo sia del 50%. Deve succedere qualcosa perchè questo avvenga. Entrambi potrebbero dare un contributo importante. Pato è un giocatore diverso rispetto agli altri membri della sua nazionale e potrebbe essere utile". Pensando all'Italia, Leonardo lancia Marco Borriello: "Credo che le possibilitá di vederlo al Mondiale siano alte. Sono felice per la sua maturazione. Gli ho sempre detto che poteva fare di più e quest'anno è diventato un giocatore completo". Leo poi parla di Paolo Maldini, testimonial dell'Italia che sogna di organizzare gli Europei del 2016: "Ultimamente non ho sentito Paolo, ma se esiste questa possibilitá è una cosa bella per lui poter essere testimonial dell'Europeo 2016. Paolo ha raggiunto il record di presenze in nazionale, dopo Cannavaro, e come è bandiera del Milan lo è anche della nazionale".

giovedì 6 maggio 2010

Dinho: "Anno bellissimo"

Vada come vada, per lui è stato un anno da incorniciare. Qualche numero? 13 gol, di cui 10 in campionato e 3 in Champions League e, soprattutto, quei 17 assist che hanno permesso al Milan di sfiorare un miracoloso sorpasso all'Inter in testa alla classifica. Intervistato da Milan Channel, Ronaldinho parte dal rigore segnato alla Fiorentina: "Sono molto felice perché ha aiutato la squadra a conquistare tre punti importanti. Ma non è ancora finita. Abbiamo fatto una buona settimana di allenamenti e arriviamo a Genova con la massima fiducia per fare bene. Abbiamo chiaro in testa l'obiettivo Champions, ma sappiamo anche che quella contro i rossoblù sarà una partita difficile". Ma torniamo ai numeri. Con il Milan il Gaucho ha realizzato in due anni 23 gol e 20 assist e quella che sta per finire è stata per lui la stagione della continuità. "Sono soddisfatto. Per me è stato un anno bellissimo, ma tutto questo lo vivo come un punto di partenza - spiega il brasiliano -. Quello che ho fatto è uno stimolo per continuare così e fare più di un anno a questo livello. Il mio gol e il mio assist più bello? Difficile dirlo! Penso ci siano stati tanti momenti da ricordare. Penso al giorno in cui sono arrivato al Milan, ai momenti prima di giocare con la maglia rossonera, al primo gol contro l'Inter...Ci sono davvero diversi momenti a cui sono legato ed è impossibile fare una scelta precisa". Nel primo anno molte critiche, ma per i tifosi è sempre stato il beniamino da difendere e sostenere. "Il mio rapporto con i tifosi è di grande affetto. Anche prima di vestire la maglia rossonera i tifosi avevano simpatia per me - riconosce Ronaldinho -. Non dimentico mai come mi hanno accolto e come sto bene qui al Milan". Non solo gol, anche e soprattutto assist, lo sa bene Borriello che anche grazie a Ronaldinho sogna i Mondiali. "Marco fa gol perché fa tanto movimento e tante cose buone in campo. Poi io cerco di aiutarlo provando a servirgli la palla buona - spiega il brasiliano -. Lui ha meritato la convocazione e sono felice per lui". Il sogno scudetto è svanito poche settimane fa, l'obiettivo Champions League è sfumato agli ottavi contro il Manchester United, in una doppia sfida che, proprio grazie al gol di Ronaldinho, era iniziata bene, ma che è poi finita con l'eliminazione dei rossoneri. "Sull'1-0 per noi ho pensato che avremmo anche potuto passare il turno. Giocare con una squadra così forte in Champions e passare in vantaggio è sempre importante. Poi è stato brutto subire la rimonta ma in quel momento, dopo il gol, avevo tanti pensieri ed emozioni positive". E il Mondiale? Il funambolo di Porto Alegre dribbla: "Devo essere sincero, io ho in testa solo queste due partite e conquistare i punti che servono. Penseremo al prossimo anno solo quando finirà questa stagione".

mercoledì 5 maggio 2010

Nesta di nuovo in gruppo

Dopo Pato anche Alessandro Nesta. Il "top-mondo", come ama definirlo Adriano Galliani, ha sostenuto l'intera seduta questa mattina a Milanello con i compagni. Per il difensore tutta la seduta, a sottolineare che le previsioni dell'amministratore delegato erano fondate. Così, a due mesi circa dall'operazione al ginocchio, Nesta potrebbe tornare al centro della difesa al fianco di Thiago Silva, magari per l'ultima giornata a San Siro contro la Juventus. Nesta si era infortunato alla vigilia del match di ritorno contro il Manchester United. Assenza mcidiale che fu tra le prime cause del tracollo rossonero (i Red Devils vinsero 4-0). Poi, il 15 marzo, l'operazione a Villa Stuart a Roma per la rottura del menisco esterno e del tendine popliteo del ginocchio destro. Inanto Leonardo domani ritroverà Borriello, Gattuso, Pirlo e Zambrotta reduci dallo stage azzurro alla Borghesiana di Roma.

domenica 2 maggio 2010

Beckham non tornerà nel Milan

David Beckham, dopo una stagione di alti e bassi al Milan, si é dovuto bloccare a causa di un grave infortunio: la rottura del tendine d'Achille, con conseguente stop di mesi e mesi. L'inglese, in un colpo solo, ha perso la possibilità di lottare per il titolo in Italia (il Milan, in quel momento, era a -1 dall'Inter, vincendo contro il Chievo) e, ancora con maggior frustazione, la possibilità di partecipare al mondiale sudafricano, il vero motivo per cui lo Spice Boy aveva deciso di tornare in Europa. "Giocherò nei Galaxy per il resto del mio contratto. Ho sempre onorato i contratti e lo farò anche adesso" ecco le ultime parole di Beckham, pronunciate al David Letterman show: frasi molto significative che, in sostanza, chiudono la parentesi dell'inglese con la maglia rossonera. Difficilmente, infatti, l'ex Manchester United tornerà ad avventurarsi nell'esperienza rossonera: nel 2011 compierà 36 anni e, il lungo stop causato dall'infortunio, non può non pesare nell'atleticità e nelle condizioni di un calciatore. Giocare la Champions League, piuttosto che partecipare all'MLS, é, ovviamente, uno stimolo forte, ma la professionalità dell'inglese supera i sogni di gloria personali: onore, dunque, a Beckham e un caloroso augurio per una veloce e felice ripresa.

Leo: "Sarò sempre grato al Milan"

Il futuro di Leonardo? La solita margherita da sfogliare. Perché nemmeno nel dopo partita del match vittorioso con la Fiorentina l'allenatore brasiliano ha scoperto le sue carte, mantenendo non solo il riserbo più totale sulla scelta se restare al Milan o meno, ma intonando anche il consueto ritornello che ascoltiamo dalla scorsa settimana, con l'unica variante che le partite da disputare ora non sono più tre ma soltanto due: "Tengo troppo a quanto abbiamo fatto e a quello che ancora ci attende per parlare del futuro: oggi abbiamo fatto un passo importantissimo verso la qualificazione alla Champions League, ma ci mancano ancora due partite e sto pensando solo a quelle". Insomma, il solito arrivederci alla prossima puntata, dopo un esordio ai microfoni da gran signore: "Scusate il ritardo (una manciata di minuti, ndr), ma stavo parlando con la squadra. Di che cosa? Della partita appena conclusa: è stata una gara molto sofferta e difficile, anche perché venivamo da risultati poco convincenti. Abbiamo fatto fatica i primi 20 minuti, poi abbiamo trovato le contromosse, siamo riusciti a ripartire ed abbiamo creato qualche occasione. Già nel primo tempo potevamo passare in vantaggio. E' stata una partita bella, e soprattutto una vittoria molto importante per noi". Gli abbracci finali, soprattutto con Gattuso e Galliani, che aspettava il tecnico nel corridoio che porta agli spogliatoi: "Una cosa normale, dopo una partita simile. Con Gattuso avevamo discusso i cambi fino a pochi minuti prima, li abbiamo decisi insieme, e con Galliani abbiamo un grandissimo rapporto: ci conosciamo da 13 anni, dietro c'è la storia. Io al Milan sarò sempre grato per le opportunità che mi ha dato, una volta finita la carriera da calciatore". Parole che suonano come un congedo, ma la conferma di Leonardo non arriva. Anzi, quando gli viene chiesto se Berlusconi abbia saputo riconoscere i meriti e il bel gioco espresso dal Milan torna a fare un catenaccio che non è nelle sue corde: "Vorrei parlare solo della partita. Quello che è stato detto, è stato detto; quello che è stato fatto, è stato fatto ma oggi è giusto parlare della partita". Fra Leonardo e il Milan è davvero finita? "Io non ci penso. E’ successo qualcosa, ne abbiamo discusso ed è finita ieri". Domani, chissà. "E’ una vittoria importantissima, è la vittoria più importante dell’anno - spiega Ronaldinho, il match winner della gara - perché così, il prossimo anno, possiamo essere in Champions e continuare alla grande. Adesso dobbiamo continuare forte nelle ultime due partite". E' in grande condizione fisica: un messaggio per Dunga? "Anche per lui, ma principalmente per i tifosi del Milan. Adesso io gioco per loro, per i miei compagni e sono felice di fare del mio meglio per aiutare la squadra a stare nella competizione più importante il prossimo anno". Sul probabile addio di Leonardo e sulle eventuali conseguenze sulle sue stesse scelte: "Noi tutti pensiamo a questo momento, non al prossimo anno. Adesso dobbiamo avere la testa alle prossime due partite. Leonardo è un grandissimo amico, un grandissimo allenatore, c’è ancora tanto da vivere, ma la vita è così e adesso dobbiamo pensare solo alle prossime due partite". Deluso Cesare Prandelli: "Siamo partiti bene, cercando i giocatori sulla trequarti ma ci manca sempre l'ultimo passaggio. Abbiamo lottato fino alla fine per raddrizzare la partita, non meritavamo di perdere. L'attaccamento alla maglia? Sono cinque anni che questa squadra dimostra di averne, anche stasera mi pare si sia visto che non eravamo in vacanza". Sul rigore: "Quello di Kroldrup era un intervento scomposto, ma sulla palla. Rigore dubbio". E su Della Valle-Gilardino: "È una cosa vecchia, bisogna guardare avanti. Il presidente ha parlato chiaramente, inutile tornarci su. Per diventare grandi bisogna sapere accettare certi momenti, prendersi le proprie responsabilità e poi dimostrare il proprio valore sul campo. La presenza di Della Valle comunque ci fa piacere, vuol dire che ci tiene".

sabato 1 maggio 2010

Milan-Fiorentina 1-0

Il genio e la passione tengono a galla il Milan, che si sbarazza della Fiorentina grazie a un rigore trasformato dal migliore in campo, Ronaldinho, al 33' della ripresa. Tre punti pesanti all'insegna del brasiliano, autentico trascinatore; conquistati con i denti: quasi un omaggio a Leonardo, trasformato dalla Curva rossonera nell'eroe del giorno dopo le forti dichiarazioni della vigilia. Perché Leo va avanti per la sua strada. E le sue idee. Huntelaar, Borriello e Ronaldinho, per esempio, con Seedorf a supporto. A centrocampo tocca a Pirlo e Ambrosini, mentre la variante in difesa è Favalli al fianco di Thiago Silva. Prandelli deve dirottare Vargas in panchina e parte con Cristiano Zanetti. Modulo elastico quello viola, con Gilardino terminale offensivo, ma con buoni suggeritori al seguito come Jovetic e Montolivo. L'approccio dei viola è fulminante. Al 3' Jovetic è abile a sfruttare un'indecisione difensiva dei rossoneri e servire Montolivo il cui rasoterra viene deviato a lato da Dida. Confuso e votato all'improvvisazione l'approccio rossonero. La Fiorentina la mette sul piano agonistico, pressando soprattutto i portatori di palla e lasciando al Milan il contropiede. Il leit-motiv rossonero è ormai noto: palla a Ronaldinho che carbura lentamente per poi salire di tono. Il primo sussulto rossonero è di Huntelaar, che invece di servire Borriello libero come l'aria davanti a Frey, scaraventa sull'esterno della rete. Al 16' è invece Zanetti a salvare sulla linea, e di tacco, sul colpo di testa potente di Thiago Silva. Palla che finisce a Borriello pronto a ribadire a rete, ma a lato di poco. Il Milan sfodera la grinta giusta, anche se spesso lascia spazi considerevoli alla Viola che però non trova il guizzo decisivo negli ultimi metri. Il finale del primo tempo, che conferma comunque i limiti attuali dei rossoneri, è firmato da Ronaldinho. Sua l'inzuccata che Frey alza oltre la traversa. Ancora sua la punizione a girare che il francese allontana a pugni uniti. Gli olandesi del Milan lasciano il segno nei primi minuti della ripresa. Prima Seedorf, quasi accarezza la traversa da posizione defilata, a seguire a Huntelaar non arriva sull'imbeccata millimetrica di Ronaldinho. Il problema del gol è l'evidente lacuna dei rossoneri che devono però fare a cazzotti con l'organizzazione difensiva della Fiorentina. Prandelli scuote i suoi togliendo Marchionni per Vargas ed è costretto a cambiare l'acciaccato Jovetic con Ljajic. Leonardo invece non cambia copione e punta i suoi riflettori su Dinho che regala spettacolo. Splendida la punizione al 18', ma strepitosa è la risposta di Frey che sradica letteralmente la palla dalla porta. Quello che poi combina al 25' è da antologia; doppio passo nello stretto e palla gigantesca a Seedorf che potrebbe prendere le misure poco dentro il limite e invece scaraventa sul primo anello. L'olandese e il connazionale Huntelaar alla mezz'ora lasciano il posto a Mancini e Inzaghi. Mossa destabilizzante che precede il gol. Al 33' Inzaghi semina il panico e nella confusione Kroldrup commette fallo su Borriello. Russo concede il rigore. E Ronaldinho questa volta non sbaglia. Il gaucho viene però sacrificato da Leonardo al 36' che gli preferisce Flamini per dare consistenza alla fase di copertura. Il finale non è infatti consigliato ai deboli di cuore. Al 42' Ambrosini viene espulso per doppia ammonizione e Vargas su punizione fa paura. Ma i ragazzi di Leonardo portano a casa il risultato. Il terzo posto adesso è più sicuro.