sabato 12 settembre 2009

Livorno-Milan 0-0

Iniziare a giocare per davvero dopo un'ora, e nemmeno troppo bene, non è una grande idea se si vuole fare strada in classifica. Il Milan si blocca a Livorno, uno 0-0 che rispecchia la partita bruttina, in generale, e dei rossoneri in particolare. D'altronde i toscani non erano intenzionati a regalare calcio-spettacolo, affidandosi alla loro grinta. Unica recriminazione per gli uomini di Leonardo, una traversa di Pirlo su punizione: troppo poco. Specie se confrontato con il resto della squadra: quasi tutto sotto la sufficienza, specie l'attacco. Non a caso ribaltato dopo meno di un'ora.
Se il migliore del Milan nel primo tempo è Flamini vuol dire che qualcosa non va. Niente contro il francese, ma essendo lui uomo più di rottura che di costruzione, si spiegano le difficoltà rossonere. Di contro c'è un Livorno tutto grinta e corsa, che non butta mai via il pallone e lascia le chiavi della squadra a Candreva. Uno che, appunto, corre e crea: in più calcia benissimo le punizioni, costringendo Storari a un paio di respinte di pugno (e da brividi). Peccato per la scritta sbagliata sulla maglia, "Cadreva": magazziniere toscano dietro la lavagna. Grinta e corsa, il Livorno, ma poca lucidità sotto porta. Lucarelli ha due occasioni chiarissime, quasi in fotocopia, da calcio d'angolo. La difesa del Milan (non) lo marca a zona e Cristiano ha tutto il tempo per prendere la mira. Ma di testa la mette fuori, in entrambi i casi. Vecchie crepe che riemergono, le distrazioni su palla inattiva dei rossoneri; che di contro, in avanti, latitano parecchio.
Ronaldinho è un fantasma, Pato si nasconde e Huntelaar ci mette quantomeno la buona volontà. E' lui infatti l'unico milanista a impegnare De Lucia, due volte: prima con un colpo di testa debole, poi con un rasoterra di sinistro. Manca, comunque, e si vede, uno che faccia girare la squadra. Ci vorrebbe Pirlo, ma il bresciano rimane in panchina fino al 56'. Seedorf, il suo teorico sostituto, come gli altri, viaggia a marce basse. Al 56', appunto, entra Pirlo al posto di Ronaldinho. Con lui dentro Inzaghi per Huntelaar. Attacco rivoluzionato per Leonardo, che spera nella freschezza dei nuovi entrati. E il regista della Nazionale, in effetti, la scossa la dà quasi subito centrando la traversa su punizione. Il Livorno è un po' sulle gambe, i centrocampisti non corrono più (come è normale che sia) e aumentano gli inserimenti di Ambrosini e Flamini. Bastano due tamponi in mezzo come Filippini e Bergvold per riportare l'ossigeno tra i toscani a livelli accettabili.
L'effetto-sorpresa milanista, insomma, si spegne presto. Inzaghi ha una buona occasione, servito da Pato, ma calcia addosso a De Lucia in uscita: paradossalmente, l'azione era nata da un contropiede. Nel finale c'è spazio anche per Abate, nel Milan, ma non è facile per lui riuscire a sfondare. Perché il Livorno si chiude con ordine, senza alzare le barricate. E' giusto il pareggio, che premia i toscani e lascia l'amaro in bocca ai rossoneri.

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