domenica 10 gennaio 2010

Juventus-Milan 0-3

E’ il Milan l’anti Inter. Ora è ufficiale: dopo lo scontro diretto tra le prime antagoniste batte 3-0 la Juve a Torino, con gol di Nesta e doppietta di Ronaldinho. Gestisce la partita da squadra che sa quello che vuole, riducendo i rischi al minimo, sfruttando i calci piazzati e crescendo alla distanza, pur senza mai forzare i ritmi. Ma basta e avanza contro una Juve sempre più in cerca di un’identità, e forse di un nuovo allenatore. Ferrara è appeso a un filo, il Cda bianconero gli aveva dato due partite per risollevare la squadra: a Parma è arrivato un successo sofferto, oggi però un passo falso, pesante per come è maturato, cioè dopo una prestazione scialba e poco convincente. E mercoledì, per la Coppa Italia, a Torino arriva il Napoli, in una partita dentro-fuori che mette in palio un obiettivo stagionale. Per i bianconeri le difficoltà sono anche ambientali, in prospettiva: il pubblico, disperato, nel secondo tempo ha attaccato giocatori, allenatore e società. Il primo tempo è molto tattico. Le squadre si studiano, e limitano i rischi al minimo. Poco gioco, e interrotto dai frequenti falli. La Juve è solida, ma in mezzo fa una fatica di Ercole a produrre gioco con la coppia di mediani Felipe Melo-Poulsen. Diego, pericoloso con un destro appena a lato, si muove molto: prova a cucire centrocampo e attacco, ma Amauri davanti è spesso anticipato dalla coppia Thiago Silva-Nesta. Il Milan è sornione: in mezzo Ambrosini si traveste da raccattapalle, sono quasi tutte sue, in avanti Borriello gioca di sponda. I più pericolosi sono però i difensori, e se Thiago Silva ci prova invano dalla distanza, Nesta trova il vantaggio su angolo.
Lo calcia Pirlo da sinistra, Melo buca, sul secondo palo il difensore romano appoggia a porta vuota. Milan avanti. E ora con il quadro tattico a suo favore, e gli spazi per provare il contropiede. I rossoneri si fanno ancora pericolosi con Ronaldinho di testa su palla inattiva e tengono a bada senza soffrire le velleità di rimonta bianconera che non vanno oltre un destro di Chiellini in mischia: Dida si salva in due tempi. All’intervallo è 1-0 Milan, che non ha incantato, ma ha saputo fare qualcosa di più, e soprattutto segnare. Il pubblico dell’Olimpico, infreddolito e sgomento, invoca l’ingresso di Del Piero. Nella ripresa avvio veemente della Juve, pericolosa però solo in mischia. Il pubblico contesta: non vede gioco e convinzione. Al 15’ entra Del Piero, esce Salihamidzic. Juve più offensiva, non c’è più tempo per temporeggiare. Due minuti più tardi esce anche Poulsen, ma in barella, infortunato. L’ennesimo bianconero k.o..Dentro De Ceglie, che si piazza sulla fascia sinistra di centrocampo, con Diego che parte dalla parte opposta, dove si perderà, defilatissimo. Ma quello che non cambia è l’atteggiamento poco convinto dei bianconeri, che non riescono ad ovviare alla magagne della manovra.
Il Milan allora comincia ad osare. Cresce, prende coraggio e campo. Si rende conto che può chiudere i conti. E lo fa ancora su calcio piazzato. Corner di Pirlo da sinistra, Ronaldinho di testa, una deviazione di De Ceglie non dà scampo a un Manninger sempre poco sicuro, stasera. 2-0 Milan. Che nel finale dilaga, ancora con Ronaldinho, ancora su azione d’angolo. Rossoneri a -8 dall’Inter con una partita in meno, Juve in crisi nera. Troppo brutta per essere vera.

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