sabato 16 ottobre 2010

Milan-Chievo 3-1

Che il Chievo sia squadra tosta è noto anche ai bambini. E' nel suo Dna. Sin dai tempi di Delneri. Basta chiedere al Milan che per batterlo 3-1 deve quasi arrampicarsi sugli specchi. La vittoria ci sta tutta, ma onore ai veronesi che sul 2-1 ci credono e mettono sotto i rossoneri. Ma i tre punti, oltre a portare momentaneamente in testa alla classifica la squadra di Allegri, rilancia le quotazioni di Pato mandato in gol due volte da Ibrahimovic che segna anche la rete dei veneti. Ci pensa Robinho a chiudere il conto in pieno recupero, firmando la sua prima rete in rossonero. Successo che significa leadership, ma che coincide con l'infortunio di Thiago Silva: una distorsione alla caviglia sinistra proprio alla vigilia del match di Champions con il Real. Logico per Allegri ripartire da Ibrahimovic. Logico ripartire, dopo le buone impressioni del Tardini, da Ronaldinho trequartista alle spalle delle punte, di Pato dal primo minuto e di Zlatan. Il ragionamento del tecnico non fa una piega, perché Parma e Chievo hanno in comune la fame. Stesso atteggiamento con il centrocampo degli intoccabili Gattuso, Pirlo e Seedorf. Pioli oppone ai rossoneri identico schema; 4-3-1-2, dove Bogliacino gioca a ridosso di Pellissier e, attenzione, di Granoche, preferito a Moscardelli. La classe e l'esperienza contro la forza del collettivo. I consigli di Allegri sono chiari: il Chievo fa pressing e va affrontato con la stessa moneta. Gervasoni fischia e Pato dà infatti un segnale chiaro, impegnando Sorrentino, anche se il tentativo è debole. Il Milan ha un obiettivo: mantenere il possesso della palla con i suoi portatori che hanno il compito di rifornire il tridente. Ibra, è evidente, gioca in posizione arretrata. Ronaldinho svaria a suo piacere e si capisce subuto che è ispirato. Sarà per la presenna in tribuna del c.t. della Selecao Menezes; probabilmente anche per la posizione. Ad avvantaggiarsi è anche Pato, scheggia impazzita con la palla attaccata al piede. La difesa del Chievo fa quel che può; raddoppia bene e fa ripartire il gioco. Ma al 18' abdica. Ibra trova il varco giusto sulla destra per Pato che con un tiro incrociato preciso, infila dove Sorrentino non può arrivare. Ma il Chievo c'è. Scrollato di dosso il colpo del vantaggio rossonero, al 24' si avvicina al pari con un colpo di testa di Granoche lasciato troppo solo; ma la zuccata è debole e Abbiati ringrazia. Al 28' però il portiere rossonero deve usare tutti i suoi mezzi per dire due volte no a Constant, prima con una respinta, poi con una deviazione in angolo. Gol mancato uguale gol subito. Al 30', infatti, su una punizione calciata da Ibra per Pato, arriva il raddoppio. Il "Papero" dalla stessa posizione del primo gol scarica sotto la traversa, complice anche una leggera deviazione di Andreolli. Il raddoppio dà sicurezza al Milan, ma non placa l'iniziativa del Chievo che cerca con una manovra avvolgente di limitare i danni. Gattuso, tutta un'altra vita, chiude gli spazi; Pirlo fa l'interditore e come Seedorf si fa trovare spesso in difesa. Il Chievo, dal canto suo, attacca e crea problemi al Milan, lasciando spazi aperti in cui Pato ci si infila volentieri, come al 44' quando Sorrentino toglie al rossonero la soddisfazione della tripletta. La ripresa inizia con due cambi nel Chievo: dentro Fernandes e Thereau per Bentivoglio e Granoche. I cambi regalano più movimento ai gialloblù. Il tema è lo stesso del primo tempo: il Chievo spinge e il Milan opta per il contropiede. Ma al 16' Thiago Silva esce per una distorsione alla caviglia, spezzando gli equilibri difensivi rossoneri. Entra Bonera, ma non è la stessa cosa. Nel Milan entra anche Robinho (fuori Pato), proprio mentre il Chievo dimostra di averne di più. E con il pressing dei ragazzi di Pioli arriva anche il gol: si tratta di un autogol di Ibrahimovic sugli sviluppi di un corner, dopo la spizzicata di Pellissier. E' la classica rete che carica ulteriormente il Chievo e manda in crisi i piani rossoneri. Fa bene Allegri a regalare muscoli e corsa al centrocampo togliendo Seedorf per Boateng. Sono momenti duri per il Milan che gioca con i nervi, mentre il Chievo usa la testa. Fernandes, piedi buoni, sfiora il pari con un rasoterra. E a dare spessore ai veronesi è Constant, classe cristallina a cui manca solo un po' di esperienza. Pioli, che vuole pareggiare, mette dentro anche Moscardelli per Bogliacino. Ognuno con un compito fisso: pressare l'uomo e non farlo respirare. E gli riesce bene, anche perché Ibra è stanco e Robinho entra in partita solo al 48'. Ma in maniera decisiva: quando Ronaldinho gli regala la palla del 3-1. Irruzione in area, Sorrentino evitato e palla nel sacco. Andiamo!!!

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