sabato 30 ottobre 2010

Milan-Juventus 1-2

Nel calcio nulla è scontato. Quanti di noi hanno pensato a una passeggiata rossonera in una fredda notte milanese? Invece Milan-Juve esalta eroicamente i bianconeri che fanno a pezzi il Milan che non ti aspetti. Che si scioglie con il passare dei minuti, anche se Ibrahimovic illude il popolo rossonero dopo i gol di Quagliarella e Del Piero. Il forfait di Giorgio Chiellini a un passo dalla gara è infatti una mazzata micidiale per una Juve già gravata da assenze pesanti e senza Krasic sulla fascia. Il vuoto lasciato dal difensore complica la vita a Delneri. Il sostituto è Legrottaglie. Al posto del serbo, Delneri schiera invece Martinez che si alterna sulle fasce con Marchisio in un 4-1-4-1 con Del Piero libero di svariare. Allegri, senza Thiago Silva e Ronaldinho, oppone ai bianconeri lo stesso Milan di Napoli. Sokratis in difesa, Robinho dietro le punte e una partenza spettacolare che dopo soli 30 secondi porta Pato a tu per tu con il gol. Un’azione così fluida ed eccitante che obbliga i bianconeri ad alzare il fronte e pressare. Ma sono i rossoneri a impressionare di più. Al 7’ tocca a Ibra far vibrare lo stadio con un piatto destro da fuori area che va a sbattere sull’incrocio dei pali. Al 9’ Storari devia in angolo il tocco sul primo palo dello svedese. Il dominio è evidente, ma al 19’ il vento cambia direzione e la Juve lancia il primo segnale importante. Ibra scatta in contropiede ma si allunga la palla; Motta recupera e serve Del Piero che impegna Abbiati in due tempi sul primo palo. Trovato l’equilibrio la Juve chiude gli spazi e trova addirittura il vantaggio al 23’ al termine di un’azione esemplare. L’assist è di De Ceglie: Quagliarella sovrasta Antonini e in elevazione infila di testa nel sette alla destra di Abbiati. Non è un caso, perché al 29’ Del Piero va via alla sua maniera. Gioco di gambe, finta e rasoterra che Abbiati manda in angolo allungandosi sulla destra. E’ il momento dell’esaltazione. Prendere ad esempio Felipe Melo; prestazione eccellente. E Martinez? Quello che fa Martinez al 30’ è poesia. Serie di dribbling e palla che va a impennarsi e finire tra le braccia del portiere rossonero. Bella Juve, Milan spento. Che perde Bonera al 35’ dopo uno scontro fortuito con De Ceglie. Tocca ad Abate sostituirlo. Identico destino per il bianconero che lascia a Pepe, che si piazza nell'inedito ruolo di terzino. Il Milan è molle come il colpo di testa di Robinho al 42’. Come la difesa che si impappina su un innocuo cross di Del Piero che Abbiati deve allontanare con il pugno. Nel finale del primo tempo i rossoneri si scuotono. Al 48’ Ibra non dà potenza al suo colpo di testa centrale: Storari ringrazia. Subito dopo, invece, Zlatan si libera di Pepe, ma cicca da dilettante da due passi calciando oltre la traversa l’ennesima occasione. Nella Juve tutto funziona alla perfezione. Difesa incerottata ed eroica d’altri tempi e organizzazione di gioco. Felipe Melo è un gigante; al 5’ si immola sul bolide ravvicinato di Ibra destinato in rete. Delneri perde anche l’ottimo Martinez al 9’ (dentro Sissoko), ma la Juve sembra sopportare qualsiasi colpo. Chi non va, invece, è il Milan. Soprattutto dove dovrebbe fare faville. Pato è abulico; Ibra soffre la marcatura e il centrocampo non combina nulla di buono. Roba da mettersi le mani nei capelli. Milan da scudetto? Una squadra creata per vincere deve poter contare su una panchina adeguata e difensori pronti all’uso. Capace di chiudere e far ripartire la manovra. Invece quello che accade al 20’ è sconcertante. Sissoko se ne va come Maradona aiutato dall'errore di Antonini, si impappina davanti ad Abbiati ma riesce a toccare all’indietro a Del Piero che, chapeau capitano, non sbaglia. Inutili gli inserimenti di Seedorf e Inzaghi (fuori Boateng e l’impossibile Pato) e il gol di testa del solito Ibra. Ale chiude magicamente il cerchio su una serata da sballo. La Juve è viva e vegeta. Il Milan sconcertato e rimandato.

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