venerdì 6 marzo 2009

Maldini: "Il Milan ha vinto 5 volte più di Mourinho"

Le ginocchia sono un po’ così. Fanno male la mattina da tanto tempo, e se Paolo Maldini ancora gioca è perché neppure il principio di artrosi raffredda la passione. Le ginocchia fanno male, ma l’orgoglio è intatto anche se gli avversari saltano più in alto o se i tifosi protestano. Maldini però non è mai stato il tipo che si tira indietro davanti agli argomenti che bruciano. E di certo brucia un po’ l’argomento Mourinho, che senza mezzi termini ha detto: "Non si parla tanto del Milan con tanti giocatori di mentalità vincente, che finirà la stagione con zero titoli".
"Non voglio alimentare il botta e risposta con Mourinho, che fra l’altro mi sembra sia stato pesante soprattutto con la Juve", dice il difensore. "Dico soltanto che non credo che gli convenga metterla sul piano dei trofei vinti. Per quel che mi riguarda, nei miei anni di Milan, per una cosa che può aver vinto lui io ne ho vinte cinque". Neanche questa volta, insomma, Paolo si è nascosto dietro i no comment.
Ma il momento per il Milan è difficile, e non per gli zero titoli pronosticati esattamente da Mourinho per questa stagione. Il Milan trova l’Atalanta a San Siro e anche questa volta è una partita fondamentale: lo scorso anno, in marzo, vinsero i bergamaschi 2-1 e fu proprio Maldini a accorciare le distanze. In questa stagione, all’andata, il Milan ha trovato il successo con un po’ di fortuna, e anche la fortuna servirà domenica a una squadra dimezzata da contusioni, infiammazioni e interventi chirurgici.
Mercoledì, dopo la partita con l’Al Sadd, il Milan ha subito ripreso la strada di casa, ma è stato un rientro turbolento: l’aereo ha ballato parecchio e la stanchezza della notte ieri pesava nelle gambe più di quella per una partita morbidissima giocata da tutti i convocati di Ancelotti. Soltanto Flamini è rimasto in panchina per un lieve affaticamento muscolare. Di questi tempi, Ancelotti deve stare attento a preservare i sani. Per cercare di avere più chance possibile di non finire a zero titoli e pure fuori dalla competizione più desiderata. La prossima Champions, naturalmente

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