domenica 1 marzo 2009

Sampdoria-Milan 2-1

La Sampdoria, con la spietatezza di un killer, supera a Marassi quel che resta del Milan. Un 2-1 che regala tre punti meritati e continuità ai blucerchiati, nonostante la precarietà dei rossoneri, affondati dai gol di Cassano e Pazzini, tenuti per pochi minuti in vita dal consueto gioiellino di Pato. Ma andate a raccontare a Walter Mazzarri dei problemi del Milan. Risate a parte, il tecnico della Sampdoria risponderà che la sua classifica deficitaria vale cento infortuni. Quindi ai rossoneri oppone il consueto robusto centrocampo a cinque, con Pazzini e Cassano punte, perché anche senza i suoi funamboli il Milan vale due spanne di più. Carlo Ancelotti intanto recupera in extremis Seedorf, ma in condizioni davvero dubbie. Le ferite di Coppa Uefa sono ancora aperte; il pari con il Werder gli ha lasciato in eredità anche il k.o di Ambrosini che aggiunto a Kakà, Gattuso, Nesta, Borriello, Kaladze e Ronaldinho, apre voragini in ogni settore.
Ma dignità e orgoglio servono a ben poco, quando mancano fantasia, gioco e, soprattutto, una spalla valida per il volenteroso Pato. Nel primi 45 minuti la solitudine del brasiliano è la costante. Cercato senza sosta dai magnifici traversoni di Beckham, il bomber è chiuso sistematicamente da Lucchini e Accardi che non gli concedono nulla. Fino al gol dei blucerchiati, i rossoneri tutto sommato tengono bene esaltando un possesso palla che ha fatto scuola. La Samp, invece, agisce sulle fasce per poi concentrare il gioco su Pazzini e Cassano su cui si sacrifica Flamini, tra l'altro autore dell'unico tiro pericoloso dei rossoneri verso la porta di Castellazzi. Il pari, tutto sommato, sintetizza la gara, ma quando gioca il Milan occorre fare i conti con gli episodi. Al 33', infatti, sulla palla inattiva di turno la difesa rossonera va in bambola e sulla sponda di Raggi, Cassano infila di testa. Abbiati respinge poco dentro la linea di porta e va a protestare, convinto di avere salvato nello spazio utile.
Rabbiosa la reazione del Milan che comunque non cava un ragno dal buco, andando a sbattere sull'organizzazione difensiva della Samp. Ancelotti colto dalla disperazione apre la ripresa con Inzaghi al posto di Antonini. Idea che comporta il passaggio al 4-3-1-2, con Jankulovski arretrato in difesa e Seedorf alle spalle della coppia Inzaghi-Pato. Preme il Milan, ma di rimessa i blucerchiati giganteggiano. Così al 6' arriva il raddoppio. La magia è di Cassano che vede un varco per Pazzini sulla linea di fondo. L'ex viola piomba come un falco, evita Bonera e l'entrata in scivolata dell'imbarazzante Senderos, e batte Abbiati da posizione defilata. L'incolpevole Ancelotti, constatata la pochezza della sua difesa, toglie Jankulovski per Favalli, fiutando, chissà, il tracollo.
Il due a zero spiega infatti le ali alla Samp che esalta tutti i lati negativi di questo povero Milan. Preso in contropiede la squadra rossonera fatica a dismisura, per poi perdere lucidità nella fase di rilancio. Beckham, sparito nel secondo tempo, lascia a Emerson. I rossoneri spingono, sfruttando il calo fisico della Samp e accorciano. Ovviamente con Pato. Il dodicesimo gol del brasiliano è di testa su assist di Favalli. La rete, anche se arriva al 35', carica il Milan che va ancora in gol con Emerson, ma in fuorigioco. Dignità e orgoglio adesso fanno la differenza, ma è troppo tardi per gabbare una Samp che mette sul terreno di gioco cuore e passione e che giustamente si porta a casa i tre punti.

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