mercoledì 11 novembre 2009

La scomparsa di Robert Enke: il cordoglio di Milan per Sempre

L'intero sito si unisce al dolore che ha colpito i congiunti, gli amici, i dirigenti e i compagni di squadra di Robert Enke. Il 32enne portiere dell'Hannover, scomparso ieri sera, è stato avversario leale del Milan in occasione dell'amichevole disputata con i tedeschi lo scorso 21 gennaio all'AWD Arena di Hannover.

Robert Enke, il portiere della nazionale tedesca e dell'Hannover suicidatosi ieri gettandosi sotto un treno, era affetto da una profonda depressione. E' stato rivelato stamattina in una commovente conferenza stampa indetta dal club tedesco, cui hanno partecipato la vedova Theresa e lo psicoterapeuta Valentin Markser che lo aveva in cura. Particolarmente commovente la testimonianza della vedova, che ha ricordato come la depressione fosse comparsa in lui dopo gli insuccessi sportivi a Barcellona ed ad Istanbul: "Quando era nella fase acuta di depressione sono stati momenti molto difficili, perché gli mancava ogni motivazione e speranza". Già nel 2003 Enke si era rivolto allo specialista, dopo alcuni mesi sembrava guarito, ma negli ultimi tempi la depressione era ritornata a farsi sentire profondamente. Soprattutto dopo la sua non ancora chiarita infezione batterica, che lo aveva tenuto lontano dal calcio per molto tempo: "Il calcio per lui era tutto - ha detto la moglie - e ora temeva di perderlo a causa della depressione e di perdere anche la nostra figlioletta adottiva Leila, quando avesse capito di avere un padre depresso". Teresa ha aggiunto di aver fatto di tutto per stargli vicina, per convincerlo che il calcio non era tutto nella vita. Il dottor Markser, dopo aver precisato che il portiere aveva recentemente rifiutato l'invito a farsi ricoverare per un trattamento specifico in clinica, ha anche aggiunto che nella lettera di addio il giocatore si scusava "per avere consapevolmente ingannato tutti, per poter portare a compimento il suo piano di suicidarsi". Questa mattina in segno di lutto il c.t. Loew ha annullato il previsto allenamento. E nel pomeriggio è stato deciso di rimandare l'amichevole di sabato sera a Colonia tra la Germania e il Cile. "La squadra è sotto shock - ha spiegato il presidente federale Theo Zwanziger - non c'è tempo di rielaborare il lutto in queste condizioni non è possibile giocare". E Oliver Bierhoff, team manager della Nazionale, ha commosso tutti mettendosi a piangere durante la conferenza, incapace di proseguire dopo aver spiegato "che mai avevamo avuto sentore che la situazione potesse essere così grave". Tutta la squadra è stata messa in libertà: il ritiro riprenderà domenica, dopo che i giocatori avranno partecipato ai funerali di Enke. All'indomani dei festeggiamenti per il ventennale della caduta del Muro di Berlino il Paese si è risvegliato questa mattina con un senso di dolore e di angoscia generale. Anche la Cancelliera Angela Merkel, si è voluta unire al cordoglio del Paese, inviando una lettera alla vedova di Robert Enke in cui ha espresso il suo sgomento per la morte del portiere. Lo ha detto oggi a Berlino il vice portavoce del governo, Christoph Steegmans, sottolineando che si tratta di una "lettera molto privata, che deve rimanere privata".
Dopo che i notiziari della tarda serata di ieri avevano già dato il tragico annuncio ai tedeschi, tutti i telegiornali della mattinata di ieri hanno aperto con le citazioni dei numerosi attestati di dolore e cordoglio, da parte di personalità del calcio, dello sport, della politica. Attonito Franz Beckenbauer, il vate del calcio tedesco: "Provo un dolore senza fine, quando si riceve una notizia del genere, tutti i gli altri problemi diventano piccolissimi". Profondo il dolore, accanto all'incredulità, ad Hannover, la città nella cui squadra Enke giocava. I tifosi si sono radunati già nella tarda serata di martedì, subito dopo che la triste notizia era stata diffusa, davanti alla sede della società. Mano a mano sono stati deposti mazzi di fiori, accese candele, le cui fiammelle hanno formato sulla strada un grande numero "96", quello che fa parte del nome ufficiale della squadra, ricordando la sua data di fondazione, il 1896. Anche stamattina numerosi tifosi erano davanti alla sede del club. In una prima conferenza stampa della polizia di Hannover, già nella tarda serata di martedì, sono stati resi noti alcuni dettagli che hanno confermato, come ribadito dagli inquirenti stessi, il suicidio. Il calciatore, dopo aver lasciato nella tarda mattinata il campo dove aveva regolarmente effettuato un allenamento con il preparatore dei portieri dell'Hannover, Joerg Sievers, non è tornato a casa. Il suo procuratore, Joerg Neblung lo ha cercato a lungo al cellulare, ma non ha avuto risposta: "Abbiamo avuto paura - ha detto - ho mandato sua moglie Theresa a cercarlo in giro ed ho allarmato la polizia". Evidentemente anche chi gli stava più vicino sapeva che Robert stava attraversando un momento poco felice. Secondo il quotidiano Bild il giocatore, figlio di uno psicologo, da qualche tempo si stava sottoponendo ad una psicoterapia: "Un paio di giorni fa abbiamo parlato molto insieme - ha riferito il medico della squadra, Wego Kregehr - gli ho detto che dopo l'infezione batterica che l'aveva colpito ormai tutto era tornato a posto. Non mi ha mai detto o fatto capire di avere problemi psicologici". Oggi in conferenza stampa si è presentata la moglie Theresa, visibilmente scossa, con lo psichiatra che aveva in cura il portiere. Theresa ha confermato i problemi psicologici: "Era molto depresso. Non lo sapevano in molti, ma era in cura da uno psichiatra da tempo". Enke non è tornato a casa. Ha diretto la sua Mercedes fuoristrada verso una stradina ai lati della ferrovia, vicino alla stazione di Elvese, ad un paio di chilometri dalla sua casa, nel paese di Empede, vicino ad Hannover. Su uno dei sedili dell'auto il portiere ha lasciato il suo portafogli e non ha chiuso a chiave le portiere, prima di allontanarsi per raggiungere la linea ferroviaria e percorrere a piedi qualche decina di metri lungo la massicciata. Alle 18.47 è stato travolto dal regionale che da Brema andava ad Hannover, ad una velocità di 160 km orari. Il macchinista si è accorto, ma ovviamente troppo tardi, che una persona, pochi metri davanti la sua cabina, si stava gettando sui binari. Vigili del fuoco e polizia sono stati allertati subito e in pochi minuti hanno raggiunto il treno, che nel frattempo aveva frenato la sua corsa. La polizia ha subito avvertito la moglie Theresa, che si è recata sul luogo della tragedia e non ha resistito allo choc dopo aver visto il corpo del marito, tanto che è stata subito soccorsa da una equipe medica. "Prima che uno venga portato a una situazione che può diventare ancora più infelice, è meglio darci un taglio definitivo": queste parole di Rober Enke, ricordate dal sito del settimanale Focus, risalgono al 2003 e suonano, adesso, come un tragico presagio. Enke e sua moglie Theresa, nel 2006 avevano perso la loro figlioletta Lara, due anni, dopo un calvario di operazioni per una malattia cardiaca. Nello scorso maggio i coniugi avevano adottato Leila, che oggi ha otto mesi. Ma forse il dolore per la perdita della prima figlia era rimasto incolmabile. Il luogo dove Enke si è tolto la vita è a breve distanza dal cimitero ove è sepolta la piccola Lara

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