venerdì 24 dicembre 2010

Intervista con Allegri

Stessa spiaggia, i bagni Fiume, dove d’estate ogni tanto fa "la gabbionata dei matti (partita 4 contro 4, ndr), dall’una alle due". Intendendosi ore pomeridiane e non serali, il consiglio è portarci qualcuno dei suoi, che si asciughi un po’. Stesso ristorante, da Oscar, dove gli fanno vedere ogni lupicante prima di buttarlo in pentola; crudele, però almeno con i forestieri funziona. Stesso bar in Coteto, "ci sono cresciuto e i miei amici sono sempre gli stessi". Il fido Federico, interista in crisi di identità, si imbarazza tanto quanto può imbarazzarsi un livornese, cioè poco. Benvenuti nel magico mondo di Massimiliano Allegri, dove succede perfino che qualcuno prenda decisioni contro i pupilli di Berlusconi senza andare a strombazzarle in giro diventando un simbolo di opposizione culturale. Il che per l’allenatore del Milan sarebbe eccessivo.

Allegri, partiamo da Cassano: come si vede ad allenarlo?
"Bene. I grandi giocatori sono adatti a qualsiasi squadra e a qualsiasi situazione. Cassano deve essere inserito in uno spogliatoio che ha forti valori morali grande disponibilità. Dovrà avere l’umiltà di mettersi a disposizione".

Come lo impiegherà?
"Può fare la prima punta, visto che l’unica che avevamo, Inzaghi, purtroppo si è fatto male".

Cambierà modulo?
"Credo che la squadra, per le caratteristiche che ha e i risultati ottenuti, debba andare avanti con il 4-3-1-2".

Per uno che arriva, uno sul piede di partenza: Ronaldinho. Berlusconi come l’ha presa in tutti questi mesi?
"Lo sento tutte le settimane e lo informo di come lavorano i giocatori. Credo sia contento di come vanno le cose".

Ronaldinho non è più adatto al campionato italiano?
"Il punto non è questo. Ma ci sono esigenze di squadra che vengono prima di tutto".

Per settimane e settimane si è parlato dei minuti che gli concedeva: scocciato?
"No, divertito. Ronaldinho è un campione, capisco che ci sia un grande interesse intorno a lui".

Questa squadra ha problemi quando arriva ai grandi appuntamenti?
"Quando si perde si dicono e scrivono tante cose. Mi rompe le scatole aver chiuso l’anno con una sconfitta, ma con Roma e Juve non meritavamo di perdere".

Vincerete lo scudetto?
"Se si continua a lavorare con questa intensità si può fare".

Che cosa serve a questo Milan?
"Niente. Inutile comprare perché in questo momento ci sono tanti infortunati. Poi saremmo troppi".

Perché lo spogliatoio l’ama così tanto?
"Credo che i risultati che abbiamo ottenuto abbiano contribuito. Ma già dal primo giorno c’era davvero tanta fiducia nei miei confronti. E c’è un bel rapporto di rispetto reciproco".

La partita più brutta?
"Quella contro il Cesena. Era difficile in quel momento affrontarli, ma devo dire che noi ci abbiamo messo del nostro per perdere".

La partita perfetta?
"Ero convinto che avremmo fatto una grande gara a Madrid, mi sono sbagliato. Ma il ritorno ha dimostrato che possiamo giocarcela anche col Real".

Il giocatore ideale?
"Gattuso. Quando lo vedo fare certe cose con la palla penso: allora tutto è possibile"

Con lei è rinato anche Pirlo.
"E’ tornato giovane. Spostato a sinistra può incidere e finalizzare di più".

Una pazza idea?
"Non credo di averne. La cosa migliore è utilizzare i giocatori nel loro ruolo".

La prima cosa bella che ha avuto dal Milan?
"La disponibilità di tutti, e l’educazione".

Che cosa le piace di più di questa squadra?
"Lo spirito di sacrificio, anche in allenamento. Avevo bisogno di un po’ di tempo per capire il gruppo, e il gruppo per capire me. Ora c’è equilibrio".

All’inizio sembrava esserci soltanto Ibrahimovic...
"Credo che sia normale, Ibra è un grande accentratore e non ha portato solo la sua classe, ma anche il carattere. Ora stiamo giocando meglio".

Ha litigato con qualcuno a Milanello?
"Ho discusso, ho spiegato certe decisioni. Mi pare normale".

Spiega anche ai giocatori perché li esclude?
"Spiegare ogni volta sarebbe un esercizio inutile, e falso. Questa sì sarebbe una mancanza di rispetto. I miei ragazzi mi stimano, credo, perché faccio scelte leali".

Se è diventato Allegri, è merito di...
"Dei miei genitori, degli amici, di mia figlia, della mia donna, di tutti quelli che mi sono stati vicini. E di Cellino che mi ha tenuto in Serie A dopo cinque sconfitte consecutive, e del presidente della Aglianese che mi ha dato la possibilità di cominciare ad allenare".

Il suo rapporto con Livorno è sempre uguale, dice. Com’è cresciuto?
"Mi sono divertito. Ho avuto il mare, la montagna d’estate. Sono cresciuto con lo sport, ho imparato a giocare in cortile, cosa che ora non si può fare più, e le ore di scuola calcio non bastano a imparare. Tutto quello che so sul pallone l’ho imparato in cortile".

A Livorno, città di Armando Picchi e dello stadio che porta il suo nome, moltissimi sono interisti.
"Ma credo che un po’ siano orgogliosi di me. Questa città ha prodotto Lucarelli, Balleri, Chiellini. Io ho giocato un po’ nel Livorno e ora sono allenatore. Penso siano contenti".

Anche se lavora per Berlusconi?
"Penso proprio di sì".

Che cosa pensa di Leonardo all’Inter?
"Le scelte vanno rispettate".

C’è una cosa che la infastidisce davvero: quando tirano fuori i suoi trascorsi sentimentali un po’ movimentati, e la vita da playboy.
"Mah, playboy non so. Comunque non ho fatto del male a nessuno, e gli errori li ho pagati".

Che cosa farà in questi giorni?
"Sono vacanze attive. Voglio rilassarmi un paio di giorni, ma non bisogna mai fermarsi".

Un voto al suo 2010?
"Tra il 7 e l’8. Poteva essere un anno perfetto, non aver finito la stagione a Cagliari resta un cruccio".

Si aspettava di mangiare il panettone da primo in classifica?
"Diciamo che a inizio campionato ero fiducioso, e alla fine avete visto che l’ho mangiato... Il pasticcere mi ha dato il panettone un paio di mesi fa: si vede che era ottimista".

La partita dell’anno?
"Ne dico due: la finale di Champions giocata perfettamente dall’Inter e Barcellona-Real Madrid".

Il giocatore dell’anno?
"Sneijder aveva tutto per prendersi il Pallone d’oro".

Allegri, dopo aver mangiato il panettone da primo in classifica si vede anche in maggio a Wembley o è troppo?
"Nel calcio non c’è mai nulla che sia troppo. Io sono contento anche di quello che abbiamo fatto in Europa, essere in lotta per lo scudetto ti mantiene nella tensione giusta per puntare al resto. Dunque, si dia lei una risposta. E buon Natale a tutti".

--Gazzetta.it--

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