mercoledì 8 dicembre 2010

Milan-Brescia 3-0

Mi scuso con voi rossoneri se aggiorno il sito solo oggi con la partita di sabato, ma non sono riuscito a entrare per 4 giorni consecutivi. Comunque, bella partita dei rossoneri, che disintegrano il Brescia per 3-0. Oggi il Milan attende l'Ayax.


Al 31' del primo tempo Zlatan Ibrahimovic infila il suo ottavo gol in campionato e i tre punti in cassaforte. Lo fa alla sua maniera: esagerato come sempre. Spietato e infallibile, con tutto il delirio che ne consegue. Prima ancora aveva confezionato l'assist a Boateng, il sesto per la precisione; ma non un assist qualsiasi. Uno di quei passaggi frutto di giochi di potere assoluto. Quasi una quisquilia il 2-0 di Robinho che sfrutta un errorraccio difensivo. Tre a zero in 31' minuti e il Milan mette sotto il Brescia. Poi solo accademia. La Lazio torna a tre punti; l'Inter, come la Roma, addirittura a 10. Massimiliano Allegri fa esperimenti. Nella sera in cui torna a schierare Pirlo davanti alla difesa, ha un'intuizione e decide di affidare il ruolo di trequartista ai ruvidi piedi di Kevin Prince Boateng: fiume in piena alle spalle di Ibra e Robinho. Non fa più scalpore la panchina di Ronaldinho che accetta suo malgrado: l'equilibrio è stato raggiunto e Allegri va a passo spedito sulla sua strada. Come fermare il Milan? Giuseppe Iachini è realista e pratico; in apparenza propone una difesa a tre, un centrocampo fitto con cinque uomini e Caracciolo unica punta, ma supportato dagli eclettici Kone e Diamanti. Parola d'ordine: tarpare le ali a Pirlo a nel caso triplicare sullo scardinatore Ibrahimovic. Mossa che si perde negli intenti, perché dopo una partenza aggressiva e prorompente, il Milan passa al 4', proprio grazie alla prima magia di Ibra. Lo svedese si tira dietro la difesa del Brescia e dalla linea di fondo tocca al limite dell'area piccola dove Boateng arriva come un Tir e batte Sereni. Come dire: Allegri è Harry Potter; ogni idea è vincente. Nella logica delle cose un avversario alzerebbe bandiera bianca. Invece, spalleggiato dalle urla di Iachini, il Brescia alza il baricentro e spinge sfruttando la buona visione del gioco di Diamanti e la velocità sulle fasce. Al 17', addirittura, Caracciolo potrebbe pareggiare. L'Arione, servito da Hetemaj inventa una mezza rovesciata in area, ma deve fare i conti con Abbiati che compie un autentico miracolo. Ma Hetemaj al 28' la combina grossa con un retropassaggio da dilettante a Sereni dalla trequarti; Robinho, che non è uno sprovveduto, si avventa sulla palla e dai dodici metri trafigge il portiere. Un Ibra pazzesco: incontenibile, scaltro, maestoso. Come al 41' quando con un colpo di tacco spattacolare libera Boateng, la cui conclusione sorvola di poco la tarversa. L'errore difensivo della squadra di Iachini ne innesca altri; colpa del Milan che attacca con rabbia e decisione; merito dei fuoriclasse rossoneri, capaci di rivoltare le partite come calzini. Quello che combina Ibra al 31' è da cineteca del calcio. Zlatan prende palla al limite, irrompe in area, si beve la difesa e inventa un fendente che si infilza sotto la traversa. E potrebbero essere quattro se Bega non salvasse sulla linea il tiro di Robinho dopo un clamoroso errore di Zebina. Il 3-0 permette ad Allegri di sfruttare la panchina. All'inizio della ripresa c'è infatti Yepes al posto di Nesta, sostituito per precauzione. Il gap non ferma comunque il Brescia che cerca la profondità, regalando però ampi spazi al Milan che fa girare molto la palla e preferisce non forzare. I rossoneri giocano in punta di piedi e sfiorano il 4-0 a ripetizione. Anche con a Ronaldinho che al 70' prende il posto di Ibra. Ma il resto è solo cronaca spicciola. I rossoneri non infieriscono: può davvero bastare: la marcia, per ora trionfale, continua.

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