mercoledì 8 dicembre 2010

Milan-Ajax 0-2

Ciò che temeva Allegri alla vigilia di Milan-Ajax, si materializza fastidiosamente a San Siro con una sconfitta ai limiti della figuraccia. Il 2-0 per gli olandesi è l'ineccepibile risultato di una serata su cui riflettere perché fa a pugni con la cavalcata in campionato. Un passo indietro quello dei rossoneri, anche se il k.o., con la qualificazione in banca, è indolore; anche se in campo c'è spazio per molte seconde linee. Non c'è Ibra e questa, dopo 19 presenze consecutive, è la notizia. La seconda, dopo sette panchine di fila, è la presenza dal primo minuto di Ronaldinho al fianco dell'amico Robinho. Una scelta che al fischio finale si rivelerà inconsistente per l'atteggiamento a tratti irriverente del brasiliano: lento e mai in partita. Allegri fa un po' di turnover: Amelia in porta, Bonera e Yepes in difesa, Flamini al posto di Gattuso e Seedorf di nuovo titolare come trequartista. Di fronte c'è un Ajax più motivato dopo l'avvento in panchina di Frank de Boer al posto di Jol. "Giocate con gioia" dice l'ex nazionale orange e amico di Seedorf ai suoi. Messaggio recepito. I Lancieri partono bene. Pressing costante; velocità sulle fasce. La scuola Ajax si vede e il Milan subisce. Il disagio è evidente, anche la difesa tiene, diretta con autorità da Yepes e Thiago Silva. Amelia, dal canto suo, ci mette tante pezze nonostante l'impiego esiguo. Dice di no a Suarez, Sulejmani ed Eriksen, dotato di piedi buoni e potenti. I rossoneri per oltre mezzora subiscono il pressing feroce degli olandesi e quando ripartono non hanno punti di riferimento a cui affidarsi. Troppo lunghi per incidere, i ragazzi di Allegri lasciano l'iniziativa all'Ajax, condizionati inevitabilmente dalla qualificazione già raggiunta, ma anche dai giustificati timori di infortuni. Non a caso al 26' ci lascia le penne Flamini per un colpo duro al ginocchio destro. lo sostituisce Boateng. E Ronaldinho? Anonimo. Solo nel finale, quando il Milan decide finalmente di alzare il baricentro, il Gaucho si fa notare, ma il colpo di testa in torsione sul cross di Robinho è centrale. Il finale del primo tempo conferma però la buona preparazione fisica dei rossoneri che innescano tre belle azioni, senza trovare però il colpo decisivo. La ripresa ripropone lo stesso Ajax, feroce nel suo pressing che si divora un Milan lento e senza idee. Quasi anarchico nel suo modo di proporsi, con un Ronaldinho che esagera alla ricerca di un guizzo convincente, ma ombra di se stesso: irriconoscibile. Ma anche con un centrocampo che non fa filtro e regala metri all'Ajax. Così diventa inevitabile il gran gol di De Zeew al 13': un palla dalla lunetta che si infila nell'angolo alla destra di Amelia. Allegri non ci sta a perdere, e 19' toglie Ambrosini per Ibrahimovic. Ma lo svedese non è Henry Potter. L'Ajax caricato a mille trova addirittura il raddoppio con un gol pazzesco di Alderweireld dal limite, sotto la traversa. Così Ibra prova a inventare qualcosa di nuovo. Quasi ci riesce al 27', trovando lo spazio in un fazzoletto di terra e mancando il gol per l'intervento di piede di Stekelemburg. Con tale vantaggio l'Ajax può permettersi di fare possesso palla mentre il Milan trotterella senza pressare. Sconcertante l'atteggiamento di Ronaldinho che non partecipa alla manovra, mentre Ibra a piccoli passi domina la scena. Quasi un saluto del brasiliano al pubblico rossonero. Chissà, forse la fine di una storia mai decollata.

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