giovedì 2 settembre 2010

Ibra: "Siamo i più forti d'Europa"

E' di nuovo tempo di "Ibracadabra". Del fuoriclasse svedese piombato nel nostro campionato per indossare la maglia del Milan. E da Stoccolma, dove si trova in ritiro con la Svezia per il primo match valido per le qualificazioni a Euro 2012 contro l'Ungheria, Zlatan Ibrahimovic estrae la bacchetta dal cilindro e afferma: "Robinho in campo è un mago". Detto da lui che di magie è esperto, c'è da fidarsi. Ibra davanti ai microfoni di un'affollata conferenza stampa ha voluto dedicare un piccolo spazio al suo prossimo futuro: lo aspetta il Milan; lo aspettano Dinho, Pato e Robinho; lo attendono i tifosi. "Abbiamo l'attacco più forte d'Europa - ha detto il centravanti -. Se fossi l'allenatore del Milan sarei molto contento". E Allegri, che lo era già prima, ora non sta più nella pelle. Zlatan ha ricostruito la lunga trattativa a dir poco laboriosa che ha avuto come protagonista Adriano Galliani. "Ha detto: 'Non me ne andrò senza Ibrahimovic. Il Milan ha fatto di tutto per me, nessuno aveva mai lavorato così tanto per prendermi", ha aggiunto Ibra. Ed è già feeling con Ronaldinho; un rapporto nato negli spogliatoi del Nou Camp la scorsa settimana durante il trofeo Gamper. "Ronaldinho è venuto nello spogliatoio e mi ha chiesto se avevo già fatto i bagagli". Poi l'acida parentesi dedicata a Pep Guardiola con cui non ha mai legato. "Non mi ha spiegato nulla; io non posso permettermi di stare in tribuna a scrutare il cielo per studiare il meteo - ha spiegato con molta ironia -. Nessuno al Barcellona voleva cedermi, ma a marzo sono iniziati i problemi. Ho cercato una spiegazione: ma lui non me ne ha date. Nei giorni scorsi ho incontrato il nuovo presidente (Sandro Rosell, ndr) e nessuno voleva cedermi. Soltanto Guardiola non mi ha dato risposte", ha ribadito. Una pausa di riflessione e poi la sciabolata: "Un grande allenatore risolve i problemi dei giocatori, uno piccolo li evita. All'inizio avevamo un bel dialogo; infatti era stato lui a volermi. Poi non so cosa sia capitato. Non posso permettermi di passare un anno o tre in tribuna".

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