giovedì 30 settembre 2010

Ringhio è tornato!

Rino è uno che sa ricambiare. Un cuore in mano. Una razza in via di estinzione. A luglio Allegri lo ha quasi implorato a restare, attirato com'era - Rino - dalle sirene straniere, come quelle degli Emirati Arabi, dove ha "spinto" l'amico Fabio Cannavaro. Lui ci ha pensato poco e alla fine ha deciso di continuare la sua avventura al Milan e servire la causa. Orgoglioso com'è, ha ingoiato in silenzio le voci di chi lo dava per finito. "Gattuso è alla frutta", la frase più gettonata. Ma Ringhio, dopo la triste esperienza sudafricana, ha atteso al varco e al momento giusto ha estratto dalla manica l'asso vincente. "Non è un problema di essere titolare, devo sentirmi importante. Altrimenti senza stimoli divento un giocatore di quarta categoria": Massimiliano Allegri sa essere motivatore e poiché ne aveva bisogno, nonostante la deludente prestazione di Cesena (affondato con tutta la barca), quando i rumori erano ormai diventati insopportabili, ha chiamato il senatore e lo ha schierato titolare dal primo minuto anche contro la Lazio. Rino è sceso in campo con la fascia di capitano e ha tenuto in piedi la baracca fino a quando i muscoli hanno tenuto. Poi la grande prova con il Genoa. Definirlo trascinatore a volte non dà l'idea. Gattuso è stato votato all'unanimità il migliore in campo. Una prova d'altri tempi, ma anche la conferma che la razza non cambia. Vederlo sradicare palloni in difesa e pressare a centrocampo ha fatto ritornare alla mente le strepitose esibizioni al Mondiale del 2006, quando era diventato un pilastro della squadra di Lippi; il mediano roccioso per eccellenza. Ad Amsterdam, poi, ancora una prova intensa. Sofferta nel primo tempo, esplosiva nella ripresa: energia da vendere. "Gattuso è un giocatore di cui non si può fare a meno" aveva dichiarato un tempo Giovanni Trapattoni. Allegri è dello stesso avviso. Ma il tecnico sa anche bene che Rino va dosato, potendo contare sulla dinamite di Boateng e Flamini. Però con il Parma, il capitano (fascia consegnata dall'infortunato Ambrosini) potrebbe essere gettato nella mischia in caso di 4-3-1-2, con Seedorf dietro le punte; a sinistra per dare un mano ad Antonini che con l'Ajax ha sofferto troppo. Se poi non dovesse giocare, allora si accomoderà di nuovo in panchina in attesa dell'ok di Allegri. In silenzio senza protestare; ciò che conta è la squadra, e farsi trovare pronto al momento giusto. "In Nazionale porterei anche le borracce", disse prima dell'addio in Sudafrica. Conoscendo il suo carattere, se Allegri saprà motivarlo sempre così, avrà un valore aggiunto dentro e fuori dal campo. Questione di grande professionalità, come sottolinea Clarence Seedorf, intervistato da Sky. "Quando giochi in una squadra come il Milan, con tutti i talenti che ci sono - sostiene l'olandese -, bisogna mettersi tutti a disposizione della squadra, come sta facendo Ronaldinho, come ha fatto Gattuso, come faccio io stesso. Tutti i giocatori che sono qui si comportano da professionisti e sono a disposizione del mister". E alla domanda se Ronaldinho non è così indispensabile per il gioco, ribatte: "Nessuno qui è indispensabile". E a proposito di Allegri, dopo le autocritiche sul gioco, Seedorf aggiunge: "Non mi permetterei mai di fare delle critiche pubbliche ad Allegri, anche perché credo stia facendo un ottimo lavoro con noi. In questo momento abbiamo fatto un po’ di pareggi ma è solo questione di tempo per raccogliere ciò che meritiamo. Con Allegri, quindi, tutto a posto; sta facendo un ottimo lavoro, eravamo entusiasti prima del suo arrivo e dopo il suo arrivo lo siamo ancora di più. Pensiamo che lui possa darci quello che serve per tornare in alto". Una cosa è certa: "Il MIian sta facendo buonissime partite e cresceremo sempre di più".

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