martedì 6 gennaio 2009

Milan-Amburgo 5-4 dcr

David Beckham gioca 45 minuti dell'amichevole di Dubai contro l'Amburgo. Nulla da tramandare ai posteri; un'esibizione comunque utile per testare la sua condizione fisica dopo una settimana di allenamenti. Molta volontà, pochi lampi, ma tutto il Milan dimostra di essere ben lungi dal top. Per la cronaca l'amichevole del The Seventh Stadium finisce 5-4 ai rigori per i rossoneri; 1-1 il risultato dei novanta minuti regolamentari, confezionato da un altro tiro dal dischetto di Ronaldinho e dal pareggio pressocché immediato di Benjamin.
Il Milan non schiera Abbiati per un risentimento muscolare. Al suo posto gioca Dida. Senza Kakà e Seedorf tutti gli occhi sono puntati sull'inglese che viene schierato a destra nel centrcoampo a tre, con Pirlo in mezzo e Ambrosini a sinistra. Quindi Ronaldinho leggermente arretrato rispetto a Shevchenko e Pato.
Inutile disquisire di tecnica e calcio atletico. Il Milan, è evidente, ha le gambe indurite dalla dura preparazione dopo la sosta. Lo mette in mostra soprattutto il reparto più avanzato, tenuto a bada dalla difesa amburghese che, nonostante la lunga sosta della Bundesliga, dimostra di avere muscoli e idee molto chiare. Non a caso a fare gli straordinari è Dida che almeno in tre occasioni rispolvera vecchi numeri sui tentativi di Guerrero e Jansen. La difesa rossonera tentenna in un paio di occasioni, una volta su un erroraraccio di Paolo Maldini, tra l'altro ammonito in occasione di uno dei suoi numeri più famosi, il tackle in scivolata, e uno svarione di Beckham.
E a proposito dell'inglese, nei 45 minuti messigli a disposizione da Ancelotti, fa quel che può: un paio di disimpegni difensivi, una combinazione con Pato e una punizione delle sue a giro: palla a giro sventata da Reinhardt. Nulla di straordinario, insomma, ma sicuramente meglio di Ronaldinho, Pato e Sheva, qausi sempre defilati. Tra l'altro cosa chiedere di più all'ex capitano dell'Inghilterra, ancora poco inserito negli ingranaggi di una squadra lontana anni luce dalla forma migliore.
Il britannico, ancora col fiato corto, cede il posto all'inizio della ripresa a Flamini. Entrano anche Inzaghi, Emerson, Antonini, Senderos e Favalli (out Pato, Pirlo, Maldini, Jankulovski e Kaladze). Un ribaltone che non cambia il senso della prestazione rossonera, in evidente affanno, anche se è proprio il Milan a passare in vantaggio. Lo fa con un potente rigore calciato da Ronaldinho, assegnato con troppa facilità dall'arbitro David Beckham per una trattenuta in area su Ambrosini. Ma basta poco all'Amburgo per riequilibrare le distanze; solito calcio piazzato, difesa come al solito ballerina e fendente da due passi di Benjamin sotto la traversa, abile a recuperare la palla respinta da Dida sul colpo di testa di Olic. Infine la roulette dei rigori, con gli errori decisivi di Thiago Neves e Aogo, e il tiro di Flamini che batte Hesl per il 5-4 definitivo.

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