mercoledì 20 maggio 2009

Società al bivio. Emergenti o senatori?

Mai c’è stata tanta incertezza sul futuro del regno Milan, dove tutto viene programmato, concordato, limato e, infine, deciso all’unanimità. L’immagine che esce, dopo quest’ultimo mese di polemiche, accuse e smentite (ritardate), è perlomeno indebolita. Non più la società che segue le direttive del proprietario leader e le applica, ma un gruppo di persone che naviga a vista e, per non dire che cosa accadrà, si aggrappa alla tesi: "Aspettiamo di conquistare la certezza di essere in Champions e poi decidiamo". Come se i progetti fossero figli del risultato di una partita. La verità è che ora, al Milan, ci sono molte idee e non tutte portano nella stessa direzione. A confermare questa teoria, due dichiarazioni. Galliani sulla mancata conquista dello scudetto: "La nostra stagione è stata penalizzata dai tanti infortuni. Non li avessimo avuti, saremmo più vicini all’Inter". Berlusconi sullo stesso argomento: "Il Milan, con l’organico che ha, poteva tener testa all’Inter. Se non ha vinto lo scudetto la colpa è di Ancelotti". Le frasi vengono poi smentite, ma senza porre molta attenzione al problema. E Galliani si tuffa in un tentativo di mediazione tra l’allenatore e il presidente che difficilmente avrà successo. Sulla questione del futuro, stesso discorso: liquidata l’era Ancelotti, chi in panchina? Galliani tira da una parte e Berlusconi, generalmente da una località di mare (Taormina di recente), manda messaggi di segno opposto. Galliani, che in questi anni è stato il motore della società (con Berlusconi impegnato in politica) e l’ha portata sul tetto del mondo, dopo essere stato tentato dall’ingaggio di Spalletti spinge per la soluzione interna, la coppia Tassotti-Galli, magari con Leonardo, che però ha più volte declinato l’invito. Berlusconi, invece, ha dichiarato che il nuovo tecnico sarà "un allenatore giovane ed emergente". Facile individuare Massimiliano Allegri in questo ritratto, molto più di Tassotti e Filippo Galli che emergenti non sono e stanno nel Milan ormai da una vita. Il desiderio di Berlusconi, comunque, prima ancora di Allegri, è Marco van Basten: questione di immagine, di emozioni, di feeling

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