domenica 25 luglio 2010

Varese-Milan 2-0

Prendere due gol dal brillante Varese alla prima uscita, dopo soli quattro giorni di preparazione, ci può stare. Soprattutto quando in difesa e a centrocampo mancano nomi eccellenti e le gambe sono dure come il legno. Nel 2-0 ci sono tutti gli indizi di una condizione fisica che non c'è ancora, complici anche gli errori della difesa, imbeccata dai tifosi rossoneri che hanno seguito la squadra all'Ossola. Ma questo è il Milan e con questo Milan si deve vincere. Berlusconi è stato chiaro. E Allegri si è immediatamente adeguato al prendere o lasciare. Senza i nazionali, il tecnico ha schierato nel primo tempo una formazione troppo fragile nel reparto più arretrato; scelte però condizionate dall'assenza di Nesta, Thiago Silva e di Papastathopoulos, bloccato dalla febbre. Abbiati in porta; quindi una difesa stagionata con Oddo, Bonera, Kaladze e Jankulovski. A centrocampo Abate, Ambrosini, Flamini, poi Seedorf trequartista alle spalle di Pato e Borriello. Il modulo è il 4-3-1-2, schema caro all'allenatore livornese. Di fronte un bel Varese, fresco di promozione in B, deciso a vendere cara la pelle e ben messo in campo da Giuseppe Sannino con un solido 4-4-2. La partenza del Milan è buona e perfettamente in linea con le esigenze di Allegri. Molto ordine in campo, gioco allargato sulle fasce e velocità. Particolarmente ispirato è Pato che ha libertà di azione e movimento e gioca a tutto campo, regalando alla platea numeri da talento. Giocate però fini a se stesse, perché alla buona forma del brasiliano non corrisponde quella di Borriello, alle prese con le veschiche al piede sinistro e ancora con le gambe imballate come il resto della squadra. Bastano 6 minuti al Varese per passare. I rossoneri si fanno infilare in contropiede da Neto Pereira che vola a cento all'ora sulla sinistra e serve in area Buzzegoli; il tocco al volo sul primo palo è imparabile. Col fiato corto il Milan rallenta e deve fare i conti con i pochi spazi concessi dal Varese, ben organizzato e pronto a ripartire sfruttando la lentezza della retroguardia rossonera, poco supportata dai centrocampisti. Un test comunque improbabile; legnoso come i muscoli dei rossoneri che si scontrano con una preparazione più avanzata dei ragazzi di Sannino. Ci provano Flamini e anche Seedorf, ma a segnare è ancora il Varese. L'azione è esemplare come l'errore di Kaladze, una statua di marmo nell'area che si fa ridicolizzare da Cellini, che lo scarta e infila Abbiati. Potrebbero essere addirittura tre se Abbiati non si facesse trovare pronto sulla botta ravvicinata di Zecchin. Nella ripresa Allegri cambia: dentro Amelia, Yepes, Antonini, Strasser e Inzaghi per Abbiati, Kaladze, Jankulovski, Abate e Borriello. Mischione che non dà risultati e che regala qua e là solo i guizzi di Pato: la vera nota positiva del nuovo Milan firmato Allegri. Dentro anche Verdi e Oduamadi, altre due buone notizie per l'ex tecnico del Cagliari. Per la cronaca al 24' Yepes di esterno sinistro manca il gol. Merito di Gambadori che salva sulla linea e poco dopo colpisce la traversa con una punizione tagliata. Poi nulla più. Il Varese vince con merito, ma con un Milan improbabile su cui Allegri dovrà lavorare molto, in attesa dei grandi assenti e con la speranza che qualcuno in via Turati decida di fargli un regalo d'altri tempi. A fine gara Allegri non si nasconde: "Speravo in un debutto migliore. L'emozione si è comunque sentita, la condizione fisica e quella atletica sono da migliorare, così come la circolazione di palla e il gioco. Abbiamo pagato il lavoro settimanale, e le gambe pesanti sono dovute a questo". Sul mercato, che Galliani ha annunciato chiuso, Allegri dice: "La società sa che giocatore ci serve. Il centrocampo è il reparto che necessita di un innesto, ma solo se sarà importante".

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