domenica 13 marzo 2011

La festa per i 25 anni del Presidente

"Adesso altri 25 anni che devono fare il paio con i primi". Così il presidente del Consiglio e del Milan, Silvio Berlusconi, arrivando alla festa per i 25 anni della sua presidenza del Milan. "Sono tanti i bei ricordi di una storia molto lunga che si affollano nella mente - ha aggiunto -, non ce n'è uno un particolare". Berlusconi è arrivato in serata al teatro Manzoni di Milano, dove si sta svolgendo la celebrazione tra le stelle del passato (oltre a tutta la squadra attuale) e i tecnici che hanno scritto la storia del club rossonero. Per i 25 anni dell'era berlusconiana al Milan, sono settecento gli invitati, tra cui molti uomini dello spettacolo, delle istituzioni e della politica.Berlusconi, che nel 1986 divenne il proprietario del Milan, festeggia le sue nozze d'argento, anche se in questa settimana i colori rossoneri gli hanno dato più dolori che gioie, con l'eliminazione in Champions e il pareggio di oggi col Bari che sa di occasione persa per allungare sull'Inter. "Ho visto il secondo tempo - racconta il patron rossonero -, siamo stati molto sfortunati e forse ci sarebbe da recriminare su certe decisioni della terna arbitrale ma il calcio è bello anche per questo, dà spunto per le polemiche anche se io non le ho mai fatte. Che giornatona, comunque... pari col Bari e perso Ibra per l'espulsione". Berlusconi, però, non ha dubbi sul valore della squadra di Allegri: "A me sembra sia all'altezza di altre formazioni del Milan - riflette -. Ci vuole tempo per integrarsi, per capirsi ma siamo in testa alla classifica, abbiamo sbagliato una partita in Europa ma c'è la possibilità di continuare a centrare grandi successi e grandi traguardi". Con Allegri in panchina, ovviamente. Il tecnico toscano in pochi mesi ha conquistato la fiducia di Berlusconi, secondo il quale "si è integrato bene nello stile Milan, ha un rapporto sportivo con i giocatori ottimo e rappresenta bene il Milan nei contatti con la stampa. Credo che possa pensarsi per lui un futuro qui, coronato da tanti successi". Successi a cui contribuirà Ibrahimovic, che il presidente rossonero difende dalle critiche dopo le pessime prestazioni con Tottenham e Bari. Berlusconi non vuole sentir parlare di "sindrome da Europa" per lo svedese: "Non credo proprio, è un grande giocatore indipendentemente dal campionato in cui si trova - è il commento -. Non si può sempre vincere, non si è sempre al meglio e poi ci sono anche gli arbitri, gli avversari. Ibrahimovic ha dato così tante prove di essere un campione che nessuno può dubitare che lo sia davvero". Il presidente del Milan, insomma, mostra di avere grande stima per Ibra, così come ne ha nei confronti di chi ha lasciato la squadra a gennaio. "Sono ancora addolorato per la partenza di Ronaldinho, è una cosa che mi è dispiaciuta molto - confessa Berlusconi, che non esclude però un ritorno di Kakà -. Se ci fosse una possibilità, noi lo accoglieremmo a braccia aperte. È un grande, anche come uomo". Guardando a questi suoi 25 anni di presidenza, il ricordo più bello è "Barcellona '89, la prima vittoria in Coppa dei Campioni. C'era stata la traslazione 'biblica' di 80mila tifosi del Milan al Camp Nou e alla fine della partita (4-0 allo Steaua Bucarest, ndr) si accesero migliaia e migliaia di luci che trasformarono lo stadio in un teatro straordinario. Fu la mia prima emozione per una grande vittoria". Dal passato al futuro, la filosofia del Milan non deve cambiare. Questo è quello che chiede Berlusconi: "Andare in campo, essere lì sempre con la voglia di essere padroni del campo e del gioco, di comportarsi lealmente e mettere in campo un gioco spettacolare, per segnare, segnare e segnare, prendendo meno gol di quelli che facciamo. Dobbiamo essere sempre protagonisti in Italia e in Europa".

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