domenica 10 aprile 2011

Fiorentina-Milan 1-2

Il Milan non si ferma: vince a Firenze 2-1 e lancia un messaggio forte e chiaro a Napoli e Inter che tornano sotto rispettivamente a 3 e 5 punti. Una vittoria meritata all'insegna del sacrificio, perché Ibrahimovic, al suo rientro dopo la squalifica, nel momento più delicato del match, dopo il gol di Vargas che riaccende le speranze della Fiorentina, si fa espellere per avere offeso l'assistente di gioco, decretando così un nuovo inspiegabile stop al suo campionato. Ma Allegri sorride: ancora una volta i rossoneri reggono in inferiorità numerica e passano l'esame viola. Decisive le reti di Seedorf e Pato, migliori in campo e uomini simboli della squadra. Senza lo squalificato Mutu, Sinisa Mihajilovc punta su Ljajic schierato in coppia con Gilardino e Santana trequartista. Fiorentina speculare al Milan che nel 4-3-1-2 è costretto a rinunciare all'infortunato Nesta (dentro Yepes) e a Gattuso, spedito in panchina con Robinho. A centrocampo c'è spazio infatti per Flamini, mentre davanti a Boateng si riprende il posto l'ingenuo e nervoso Ibra a caccia di una ragionevole intesa con Pato. Ma è proprio sulla mediana che si sviluppa tutta la creatività rossonera, perché se Van Bommel garantisce copertura, Seedorf giostra a tutto campo esaltando il suo grande momento. Sono infatti sufficienti tre minuti ai rossoneri per sfiorare il gol. Prima Boruc respinge con bravura un bolide dagli undici metri di Seedorf, poi Natali toglie la palla dal piede di Pato pronto a infilare. I viola reagiscono aggredendo i portatori di palla, eseguendo alla lettera gli ordini di Mihajlovic. La squadra gioca con la difesa molto alta, rischiando però le taglienti ripartenze del Milan che trova il vantaggio al 9' proprio con Seedorf, abile a infilare nel sette sull'assist di testa di Pato. All'11' il "Papero" si mangia il 2-0 facendosi chiudere lo specchio della porta da Boruc. Il copione è fin troppo chiaro: rossoneri rabbiosi come nel derby; disposti a tutto pur di chiudere in anticipo il match. Ma la Fiorentina ha la forza di tenere il campo con un pressing furioso costringendo i primi della classe a difendersi con i denti per un buon quarto d'ora. Notevoli i cross dalla sinistra di Vargas, l'unico viola però ad avere i piedi buoni. La sfuriata dei padroni di casa si riassume in un tentativo di Ljaijc dalla distanza, ma Abbiati gli nega il gol deviando in angolo sul primo palo. Il Milan guadagna metri e finalmente ritrova le scintille di Ibra e Boateng, fino a quel momento poco reattivi. Il gol del 2-0 è infatti un congegno spettacolare di movimenti e classe: il colpo di tacco di Prince per Ibra, la palla che torna al ghanese pronto a mettere in mezzo all'area per Pato che questa volta non sbaglia. Sotto di due gol, Mihajlovic prova a dare uno scossone alla squadra inserendo all'inizio della ripresa Babacar per il fragile Ljaijc. Il giovane senegalese classe 1993, inaugura la serata con un contrpiede che esaurisce con un debole rasoterra a lato. Il Milan dal canto suo amministra il gioco. Ragiona e poi scatena tutta la sua classe. Nel giro di due minuti, al 7' e al 9', Ibra manca il 3-0 abbastanza clamorosamente; in entrambi i casi allargando troppo il diagonale a tu per tu con Boruc. Resta in ogni caso da antologia la triangolazione con Pato in occasione della seconda occasione fallita dallo svedese. Nella Fiorentina entrano anche Kroldrup e Behrami (out Natali e Donadel), utili per chiudere gli spazi. I viola non si tirano indietro, anche se collezionano solo cross. Protestano poi per un presunto fallo di Seedorf su Comotto, con il risultato di guadagnare grinta e il gol che riapre la partita. Lo segna Vargas con un tiro dal limite, sulla grande respinta di Abbiati, complice una deviazione di Gattuso, subentrato poco prima a Boateng. Ma il pasticciaccio lo combina ancora una volta Ibra: prima si fa ammonire per un fallo stupido, poi addirittura espellere al 42' con un rosso diretto per qualche parolina sgradevole all'assistente Nicoletti. Gli ultimi minuti sono da infarto, ma i rossoneri, non è la prima volta, gestiscono con il sacrificio gli ultimi minuti e conquistano tre punti meritati in inferiorità numerica. Il Napoli torna sotto di tre punti; l'Inter di cinque. La marcia-scudetto continua.

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