mercoledì 13 aprile 2011

Ibra: "Tre giornate a me? A altri dovrebbero dare una squalifica a vita"

Zlatan Ibrahimovic è ancora arrabbiato. Non con sé stesso, come giura di essere stato durante la sfida con la Fiorentina, quando una parola di troppo gli è costata il secondo cartellino rosso della sua vita al Milan, ma con la Giustizia Sportiva, che per quel cartellino gli ha inflitto tre turni di stop. "Mi hanno dato tre giornate perché parlavo con me stesso - ha raccontato mentre riceveva il tapiro d'oro di Striscia la Notizia -. Ero arrabbiato perchè ho perso il pallone. Ma se a me hanno dato tre turni di squalifica, altri andrebbero squalificati a vita. Il Milan comunque è una grande squadra e anche senza di me vincerà". Per lo svedese, la consegna del premio della trasmissione di Antonio Ricci è stata un po' tormentata, con tanto di inseguimento per le vie di Milano e scontro tra le guardie del corpo dell'attaccante e l'inviato del tg satirico. Intanto il Milan sta preparando il ricorso per ridurre i 3 turni di stop (due per gli insulti, uno perché, già diffidato, si è fatto ammonire) allo svedese, che salterà la sfida di sabato contro la Sampdoria e le due successive con Brescia e Bologna. "«Nessuno meglio di Ibrahimovic può sapere come sono andate le cose - ha spiegato l'avvocato Leandro Cantamessa, legale del Milan -. La parola incriminata resta quella, il destinatario però può incorrere in un equivoco. È verosimile pensare che si sia rivolto a se stesso. Recidiva? Sono comportamenti diversi. Nella precedente espulsione, quella contro il Bari, gli è stato attribuito un comportamento violento. In questo caso, invece, si tratta di espressione ingiuriosa"

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