domenica 29 agosto 2010

Milan-Lecce 4-0


Un gran bel Milan lancia ufficialmente la sfida all’Inter. Di fronte, un Lecce arrendevole e disarmato, ma l’autorevole prestazione dei rossoneri dilata l’ottimismo in via Turati. Il 4-0 ai salentini è infatti frutto del bel gioco; proprio come piace ad Allegri. E come piace al patron Silvio Berlusconi che non vuole mancare alla prima, presentando alla folla il regalo dell’anno: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese (passerella sul red carpet nell’intervallo), si esalta al primo gol di Pato e applaude al raddoppio del ragazzino venuto dal Brasile, spinto in gol da Ronaldinho. Lo avrà pensato. Eccome: insieme ne faremo delle belle. E gode anche Mino Raiola, il fedele agente: un sorriso così sulle labbra di Ibra non lo vedeva da tempo. Ma chapeau a Inzaghi che non ne vuol sapere di smetterla: suo il 4-0 finale. Massimiliano Allegri alla prima che conta schiera il passato ma a suo modo: il noto 4-3-3 con il tridente che ha fatto sorridere tanto Leonardo. La mentalità è altrettanto nota: poche lungaggini, velocità, gioco sulle fasce e di prima. Luigi De Canio è accorto, ma non troppo; provare non costa nulla. Il Lecce infatti avverte il Milan: non siamo venuti qui per fare le belle statuine e va subito in pressing. Suo il primo tiro, al 5’; un rasoterra debole che Abbiati blocca agevolmente. I rossoneri è come se avessero messo su la registrazione di quelle prestazioni mosce, tipiche degli ultimi tempi. Ma il lampo dell’8’ apre in due il cielo sopra San Siro. Ambrosini mette al limite un pallone strepitoso per Seedorf che è in ritardo e pasticcia, con la porta spalancata davanti. Subito dopo Pato scende in mezzo come una furia, ma altruista cede a Borriello che non controlla. Ma occhio al Lecce pronto a ribadire di poco a lato. Appare però evidente quanto il Milan sia salito di tono. Lo conferma Thiago Silva al 12’ con un capolavoro balistico dalla distanza che Rosati in volo scaccia in angolo. Quello che fa poi Pato al 14’, palla recuperata col destro al limite e poi calciato col sinistro poco sopra la traversa è illuminante quanto la sua classe. Ribadita al 16’ quando porta in vantaggio i rossoneri. L’azione è magistrale; assoluta come l’assist a destra di Ambrosini per il brasiliano che infila con un tiro radente sul secondo palo. Delirio a San Siro; tutti in piedi: Berlusconi e Ibra compresi. Al 22’ spettacolare scambio Dinho-Seedorf con tiro ravvicinato dell’orange deviato alla grande da Rosati. E poi il raddoppio, confuso, ma voluto, di Thiago Silva: un batti e ribatti nell’area piccola risolto dal difensore. E’ proprio serata di samba, perché al 28’ Pato si prende la notte segnando anche il 3-0: serpentina a duecento all'ora con Rosati scartato, ma gol contestato dal Lecce perché Vives in un’azione precedente era rimasto a terra. In realtà strameritato e frutto di un dominio colossale. E il Lecce? Dopo la bella partenza, solo briciole. Al punto che De Canio, disperato, toglie dalla difesa Giuliatto per Chevanton. La musica però non cambia. I rossoneri danzano e sfiorano ancora con Pato al 39’. Il Lecce non ci capisce più niente e fatica a contenere. Dinho al 43’ la dà a Pato e che per poco non fa poker. Il Gaucho è irresistibile: finte, controfinte, assist. E Berlusconi gode. La ripresa? Seduta defaticante. Con quel palo scheggiato al 19’ da “Impossibile” Inzaghi, subentrato a Borriello. Il Lecce fa quel che può, ma in contropiede va in paranoia. Al 31’ fa il suo ingresso Boateng, mentre Inzaghi, rabbioso come dieci anni fa, continua a cercare il gol. Ci prova anche Chevanton al 41’, ma la sua idea a giro sfiora il palo. Bella la palla di Boateng per Dinho che manca il poker. Ma il 3-0 basta e avanza. Se non fosse che al 45’ Pippo riesca nell’ennesima impresa. Ora sì che la festa è completa.

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