domenica 6 febbraio 2011

Genoa-Milan 1-1

Incalza il fiato alle spalle. E' nitido e forte. Il Milan lo avverte con una certa inquietudine dopo il secondo pareggio consecutivo. Questa volta a Marassi con il Genoa. Non basta Pato su assist di Ibra; Floro Flores agguanta i rossoneri che nella ripresa non riescono più a trovare il guizzo vincente. L'1-1 erode il vantaggio sul Napoli che ora insegue a meno 3 e fa venire l'acquolina in bocca a Inter e Roma. Il riscatto, quello che fa bene alla testa e alla classifica, può partire dalla sfida ai rossoneri. Davide Ballardini conferma dieci undicesimi della formazione, con una variante in attacco: accanto a Floro Flores c'è Destro, preferito a Palacio - ma per poco - ancora lontano dal suo cento per cento. Abbottonata dal centrocampo alla difesa in un tradizionale 4-4-2, la squadra rossoblù confida sulla velocità degli esterni e il pressing sui portatori di palla rossoneri. E poiché il Milan non vuole farsi mancare nulla ecco saltare anche Antonini. Problemi agli adduttori; lo sostituisce Bonera, mentre Oddo va a destra. Ma Massimiliano Allegri, oltre a recuperare Van Bommel squalificato con la Lazio, ritrova Gattuso, che piazza a destra nel rombo di centrocampo, e Seedorf che si accomoda in panchina con Cassano, perché il tecnico alla fine si affida ancora a Pato, nonostante la sconcertante esibizione contro la Lazio. Il Milan, Ballardini docet, lo fermi solo con un pressing feroce. Il Genoa si adegua e aggredisce con convinzione. Alti e aggressivi i rossoblù affondano, ma senza mai colpire al cuore. La squadra di Allegri dal canto suo non riesce a dare brio alla sua manovra, andando a sbattere contro il muro del centrocampo genoano. Di rimessa prova al 9' con Robinho che sbaglia il primo gol della giornata, alzando oltre la traversa. Al 16' Destro lascia per problemi fisici a Palacio che riesce a regalare più spinta al contropiede dei padroni di casa. Il Milan ribatte con grande organizzazione difensiva, ma ci vuole un buon quarto d'ora prima che i rossoneri riescano a trovare il giusto equilibrio in mezzo, grazie anche all'arretramento di Pato e Robinho che vanno a fare pressing. Idea che porta buoni frutti: il Milan riesce a nascondere il pallone, alternando al possesso una serie di azioni spettacolari. Come il gol di Pato al 29', frutto di un'invenzione di Ibra che dal lato destro dell'area piccola supera Dainelli e mette davanti a Eduardo per il Papero, il cui piatto destro è imparabile. Potrebbe anche arrivare il raddoppio se il brasiliano, invece di lanciare a sinistra lo svedese, non decidesse di servire centralmente Robinho fermato in fuorigioco. Yepes e compagni gestiscono con ordine la manovra difensiva, ma al 46' subiscono il gol di Floro Flores, che sfrutta in area un fortunoso rimpallo tra Kucka e Van Bommel: facilissimo infilare alla destra di Abbiati. Con gli stessi volti all'inizio della ripresa, la sfida inzia con la grande uscita di Eduardo sui piedi di Flamini e il salvataggio di Marco Rossi che in scivolata evita a Robinho di centrare la porta. Il Genoa però non si lascia intimorire e risponde per le rime, sfruttando la forza penetrativa di Palacio e Criscito. Il Milan difetta sulla corsia di Flamini, impegnato a raddoppiare e placare le sortite di Mesto. Ibra spesso fa reparto da solo, ma non riesce a scrollarsi di dosso la marcatura a uomo. Così Allegri, consapevole del ritorno del Genoa, chiede a Cassano di dare una scossa alla squadra, preferendolo a Robinho. Il pressing è feroce. Al 25' Pato di testa serve sul palo oppsoto Ibra che si contorce e riesce a ribadire sul primo palo, ma Eduardo devia in angolo con un balzo impeccabile. Ballardini toglie Floro Flores per l'ex Paloschi in uno dei momenti migliori dei rossoblù. Allegri risponde con Emanuelson, confidando in un spinta migliore laddove Flamini non ha brillato. Ma il Genoa ha sette vite; tecnicamente è inferiore ed è con l'orgoglio a mettere sotto il Milan nelle veloci ripartenze dove Kucka esibisce doti inaspettate. Non incidono, invece, Cassano ed Emanuelson, ingabbiati e probabilmente con poca benzina nelle gambe. Servirebbe ben altro carburante per trovare il gol: il Genoa si chiude bene (l'altro ex Kaladze e Dainelli su tutti) e trova anche spazio per il contropiede con il pressing di Paloschi. Inutile l'ultimo tentativo di Cassano che si allunga la palla sul fischio di Mazzoleni. Il Napoli è più vicino.

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