
Non sta meglio la Lazio. Edy Reja però non specula, e nonostante i numerosi forfait propone un 4-3-1-2 molto offensivo con Hernanes alle spalle di Kozak e Sculli. Atteggiamento subito confermato da Ledesma che esplode il destro dal limite; Abbiati si fa trovare pronto nonostante la finta di Bonera. La risposta arriva subito con un bel triangolo fra Robinho e Ibra con cross in area, dove però non ci sono compagni. Appare comunque evidente il desiderio di giocarsela al pari del Milan, perché la Lazio fa pressing, anche se negli ultimi venti metri va in confusione. I rossoneri rispondono sull'asse Thiago Silva-Emanuelson, l'unico in grado di aprire varchi, in attesa del risveglio di Pato che se fa una cosa giusta, ne sbaglia altre cinque. Come al 20', quando pasticcia su un grande recupero di Thiago sempre pronto a far ripartire la squadra. Al 21' Flamini si ritrova al limite la palla gol fra i piedi; il sinistro del francese è sbilenco e con la porta spalancata tira alto. Al 27' Ibra va a colpo sicuro di testa, ma la palla carambola su Biava e poi in angolo. Evidente che sia il Milan a incidere di più, anche se i rossoneri evidenziano problemi di mira. Occasioni come quella capitata al 36' a Emanuelson in mezzo all'area, su bel tocco di Ibra, con palla altra sopra la traversa, grida ancora vendetta. L'olandese resta comunque una gradevole sorpresa. E' lui, con Flamini, a lavorare sui fianchi la Lazio, che arretra di parecchi metri e punta a cogliere l'attimo. Reja chiede più sovrapposizioni agli esterni, sorvegliati a vista dalla difesa rossonera, dove Yepes fa la differenza. Ma la cronaca scarna del primo tempo disegna perfettamente la mediocrità di una sfida senza passione in cui a tratti incide la stanchezza e che fa pari e patta fra i trequartisti, perché sia Robinho sia Hernanes vagano senza una meta precisa. La ripresa scatta con Legrottaglie al posto di Bonera, alle prese con un leggero infortunio, e un Milan più veloce e avvolgente. La spinta dei rossoneri sembra avere la meglio, ma la Lazio resiste stoicamente. Al 6' è la sfortuna, o meglio una combinazione di casi a dire di no a Ibra, il cui potente destro sbatte sul palo alla destra di Muslera e carambola sull'altro. Al 7' è Flamini a non imprimere potenza a un facila diagonale. Il trittico delle incredibili occasioni culmina all'8' quando Ibra spadroneggia in area e conclude a fil di palo. Superata la crisi, la Lazio rallenta il ritmo, con il preciso scopo di infilare il Milan in contropiede. Al 18' Allegri decide di richiamare lo spento, abulico, indisponente Pato, per cercare la giocata vincente con Cassano. E' il barese al 25' a lancia Ibra che vede a destra Robinho: il tiro del brasiliano supera Muslera, ma non Biava che salva sulla linea. Il tiro al bersaglio non ha fine. La Lazio, con le forze fresche di Bresciano e Mauri (fuori Gonzalez e Sculli) argina il pressing dei rossoneri che al 39', sacrificano l'ennesimo giocatore: proprio Legrottaglie, che lascia a Sokratis dopo uno scontro con Kozak. Ibra, Emanuelson ci provano ancora, ma non è proprio serata: a conti fatti San Siro si conferma bestia nera. Per la Lazio terra di conquista.
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