domenica 23 gennaio 2011

Ecco il nuovo acquisto Emanuelson

Ed eccolo Urby Emanuelson, acquisito dall'Ajax a titolo definitivo. Il giocatore di Amsterdam ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2014 e questa sera assisterà dalla tribuna di San Siro a Milan-Cesena. Ecco il tassello giusto per dare più equilibrio alla squadra; soprattutto per la duttilità dell'orange, un esterno sinistro in grado di giocare sia in difesa che a centrocampo. Urby ha fatto tutta la trafila giovanile all’Ajax, la cui scuola calcio ha pochi eguali al mondo. Nella stagione 2004-05 ha esordito in Eredivisie. Nella stagione successiva diventa il terzino sinistro titolare e conquista Coppa e Supercoppa d’Olanda, trofei che negli anni successivi vincerà ancora. Ad agosto 2006 ha debuttato in nazionale in un’amichevole contro l’Irlanda. Con l’Under 21 si è laureato campione d’Europa nel 2006. Indizi che la dicono lunga, nonostante la docilità del suo carattere. Nessuno potrà dire che si taglierà i capelli per far piacere a Silvio Berlusconi: Urby Emanuelson si è stufato della pettinatura rasta mesi fa. "Questi dreadlocks mi danno troppo da far", ha pensato. Così, taglio netto ai treccioloni che aveva sin da quando era bambino. Qualcuno, per scherzo, lo ha regalato al team manager dell’Ajax David Endt, sua guida e amico e papà calcistico. David è interista e ieri Urby gli ha chiesto scusa per aver scelto il Milan. "Ti perdono visto che vai in un grande club", ha risposto lui. Ma il groppo in gola gli è rimasto, come a tanti altri all’Ajax. Perché Urby è arrivato quando aveva 8 anni e ora ne ha 24. E perché è timido, simpatico e benvoluto da tutti. Ecco, la timidezza è il problema e in Olanda hanno un solo dubbio, ce la farà uno così dolce a farsi spazio nel calcio italiano? E sperano che il Milan lo indurisca un po’.

Urby è tanto timido che quando era una promessa dell’Ajax non sapeva che fare con le fan: troppa attenzione per i suoi gusti. Un problema che sembra non avere attanagliato Patrick Kluivert, un altro arrivato dall’Ajax a parametro zero. Come Patrick, Urby è nato a Amsterdam da famiglia del Suriname, ma le similitudini finiscono qui. A Urby non piace la vita notturna. Ha una moglie, Vanity, e una figlia di tre anni, Nashaira. Vanity aspetta un altro figlio per la primavera. Emanuelson è cresciuto a Bijlmer, quartiere multirazziale a est di Amsterdam, vicino all’Arena, diventato famoso quando un Boeing è precipitato in mezzo alle case. Suo padre Errol (in famiglia devono avere una predisposizione per i nomi strani) era attaccante della nazionale del Suriname. Da giovane giocava nel Robin Hood di Paramaribo, poi qualche anno in Belgio. Urby è nato uomo di fascia e con ogni allenatore è stato un via-vai: prima terzino, poi centrocampista, poi terzino. Alla fine il timido Urby si è stufato: "Trovatemi un posto fisso". Essere flessibili nel calcio paga, però stanca e a Urby il ruolo indefinito non ha giovato: il c.t. Van Basten lo ha fatto esordire ma non gli ha dato spazio nell’Europeo 2008, e il successore Van Marwijk, in cerca di un alter ego per Van Bronckhorst più che di un esterno di centrocampo, non lo ha portato in Sudafrica. Pare comunque che Urby non ne abbia fatto una malattia. Visto il carattere, sarebbe stato strano il contrario.

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