venerdì 14 gennaio 2011

Presentato Cassano: "Sono al top"

"Sono sicuro che questa sarà la mia ultima tappa; sono al top: dopo il Milan c'è solo il cielo". Antonio Cassano lo dice tutto d'un fiato con il sorriso sulle labbra. Una valanga di emozioni raccontate al fianco dell'amministratore delegato Adriano Galliani, artefice del suo approdo in rossonero: così orgoglioso dell'ennesima operazione di mercato da introdurlo. "E' un motivo di grande soddisfazione - dice il dirigente rossonero -; nell'estate del 2006 ci eravamo vicini; è arrivato con quattro anni di ritardo. Era andato al Real; giocò poco. Eravamo vicini, ma poi a Madrid è tornato Capello e tutto si bloccò. Ci è sempre piaciuto; è il miglior talento calcistico italiano come ha detto Berlusconi. Non appena abbiamo saputo che la Samp lo aveva tolto dalla rosa ci siamo lanciati per completare il nostro mosaico d'attacco. Poche squadre al mondo hanno un reparto offensivo come il nostro. Dal Brasile ho visto i tre assist: ora aspetto il gol dal più grande colpo del mercato di gennaio. Per il MIlan è stata una scelta, non una scommessa". Antonio è emozionato, ma ammette di sentirsi più forte con Galliani a fianco. Incalzato dai giornalisti FantAntonio risponde sicuro. "Gioco con tanti talenti che mi rendono la vita più facile; sono fenomeni. Galliani non mi è stato vicino quando le cose si stavano risolvendo, come ha fatto qualcun altro, ma in un momento difficile, e mi ha tirato fuori dai guai. Farò il possibile per fare felici loro e i tifosi. Questa è una vera famiglia: dal magazziniere al presidente: umiltà 10 e lode. Ti salutano sempre non ti fanno mancare nulla".

Milan capolinea? Nessuno dubbio per Antonio "Spero di giocare a lungo e sono sicuro che questa sarà la mia ultima tappa; sono al top: dopo il Milan c'è solo il cielo. Non tradirò la gente che ha creduto in me. Sono arrivato a un punto della mia vita e della mia carriera in cui non posso sbagliare. Ho tutto per farlo: sono certo al 100% che non fallirò, anche perché presto diventerò papà. Non tradisco la gente che crede in me". Cassano è un fiume in piena di entusiasmo e rivela: "Non posso dire chi mi ha cercato; sono stati in tanti. Ma appena il mio procuratore (Bozzo ndr) mi ha detto di Galliani ho voluto il Milan, senza pensarci due volte. Come canta Califano 'tutto il resto è noia': andiamo al Milan". Aggiunge: "Il Milan mi può dare tanto a tutti i livelli; io ricambio con la disponibilità e la qualità che ho. Sono disposto a giocare di punta, di mezza punta. Tutto pur di vincere". Inevitabili le domande sulla Samp. "Ringrazio la società - risponde -. Sono stato amato e ringrazio tutto l'ambiente blucerchato. Mi sono trovato bene, poi c'è stato un problema. Ora sono felice. Il litigio con Garrone? Voglio parlare solo del Milan. Un giorno, fra dieci anni, scriverò un altro libro e racconterò quello che è successo". Per poi aggiungere: "Rifarei tutto nella mia vita tranne gli errori nell'era Capello. Lui all'epoca fece anche l'impossibile per me. Rimbiango solo quello". Poi il Milan: un'atmosfera unica. "Quando sono arrivato qui mi sono ambientato subito. Non sono mai stato un grande lavoratore, poi ho visto Ibra, Seedorf, Gattuso e Nesta che si allenavano sputando sangue e mi sono chiesto: perché non fare come loro? Sto lavorando come un cane, ma sono felice". Poi racconta dell'accoglienza che gli ha riservato Gattuso: "Rino mi ha detto: qui hai tutto per fare bene, è tutto perfetto. Se dovessi fare errori gravi sarei da rinchiudere in un manicomio. Voglio cambiare, voglio vincere come è giusto che sia. Qui le multe sono salate". Allegri? Solo elogi sperticati: "Quello che pensa dice, affronta i problemi. Ne ho avuti tanti di allenatori, ma lui non guarda in faccia a nessuno. Sedute dure e gioca solo chi merita. Ripeto, è un grande ambiente. Ibra si allena come un pazzo e non è uno sbruffone come si dice, anzi è molto simpatico. Nei giorni scorsi gli ho detto: mettiamoci d'accordo e facciamo finta di litigare e lo diciamo ai nostri amici così scommettono (un litigio fra i due è pagato a 5) e guadagnano dei bei soldi". Poi un rammarico: non poter giocare in Champions, ma una certezza: tornare in Nazionale. "Sono sicuro che se faccio bene qua, posso tornare in azzurro. Le prime partite con l'Italia sono andate bene, ho stima di Prandelli e anche lui, nel momento di difficoltà, mi ha dato conforto". E dispensa anche consigli. A Lavezzi, per esempio, di non ereditare la maglia numero 10 di Maradona: ("Ci rinunci, si prenderebbe una responsabilità troppo grande"), mentre giustifica le "cassanate" di Balotelli: "Tutti facciamo errori. E' un talento che deve smussare qualche spigolo. Non è cattivo, è giovane, un bravo ragazzo. Totti e Ranieri? Affari loro. La partita di Lecce? A me interessano i tre punti per poter cavalcare l'onda". Poi chiede a Galliani se è possibile ottenere un ecopass per evitare le multe nel centro di Milano dove ha deciso di vivere ("ci metto un'ora a raggiungere Milanello, ma sono felice perché mia moglie voleva vivere in centro"). C'è anche un po' di autocritica: "Ora sono elegante con questa divisa, quando mi presentai a Madrid il primo giorno con il Real, avevo un giubbotto che mi sentivo un bandito...".

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